Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Mary S. Lovell “Côte d’Azur” -Neri Pozza- euro 22,00
Questo libro -che si legge come un romanzo ed è accompagnato da foto d’epoca- ci porta nell’allure e nei fasti della Riviera Francese tra gli anni 20 e 60. Ripercorre il passaggio e i vezzi di personaggi della caratura di Winston Churchill, i Duchi di Windsor, Rita Hayworth, lo scrittore Somerset Maugham e tanti altri.
Epicentro del bel mondo della Cote d’Azur fu lo Château de l’Horizon, palazzo bianco adagiato sull’acqua (tra Cannes e Juan les Pins). Maestosa dimora modernista costruita dall’architetto americano Barry Dierks nel 1932 per l’attrice Maxine Elliot. Attrice e manager teatrale di leggendaria bellezza, ricchissima grazie alla sua abilità in borsa e anche all’amicizia (probabilmente pure alle dritte giuste) del finanziere John Pierpont Morgan.
Il suo magnifico e opulento palazzo ospitò personaggi di alto livello e fu per anni l’epicentro del Jet Set Internazionale, con abbondanti dosi di glamour, ma anche stravaganze e ostentazione. Lo Château de l’Horizon fu teatro di un periodo smagliante della Riviera, in cui tutto ruotava intorno a circoli super esclusivi nei quali eri accettato solo se ricchissimo, di nobili natali e divertente fino allo spasimo. Fu una sorta di santuario, meta e rifugio per un eclettico gruppo di artisti, pittori, musicisti e scrittori, tra i quali Picasso, Scott e Zelda Fitzgerald, Dorothy Parker.
Una sorta di dolce vita, luogo d’incontro eletto dal gotha internazionale anche politico che si trastullava tra notti folli, teste coronate o che la corona l’avevano persa per amore –vedi Edoardo VIII che aveva appena abdicato, stregato dall’avventuriera americana Wally Simpson- lusso sfrenato ed eccessi vari.
Nel 1948 il castello fu acquistato dal Principe playboy Aly Khan, figlio maggiore ed erede dell’Aga Khan III. Il luogo fu l’epicentro delle cronache e della stampa mondiale quando il 27 maggio 1949 lì si sposarono Aly e l’atomica rossa Rita Hayworth, considerata una delle donne più belle del pianeta e divorziata da Orson Welles.
Gustatevi i capitoli che ricostruiscono l’incontro della diva e Aly, il corteggiamento, l’inseguimento dei paparazzi ovunque la coppia andasse, poi i primi tempi felici del matrimonio destinato però a finire.
E comunque nelle stanze dello Château trovarono rifugio e conforto anche altri famosi, tra i quali i Kennedy in crisi, Elisabeth Taylor, Gianni Agnelli e Cecil Beaton….
Nel 1979 l’erede al trono saudita, il futuro Re Fahd ha acquistato lo Château de l’Horizon e negli anni ha continuato ad aggiungere altri edifici a quello originale…e non è più lo stesso. Oggi appartiene alla famiglia reale saudita che vi soggiorna pochissimo e quando arriva lo blinda.
Hilary Mantel “I fantasmi di una vita” -Fazi Editore- euro 18,00
Questa autobiografia della scrittrice inglese è del 2003, ora grazie a Fazi è arrivata in Italia ed è un documento prezioso. Un memoir in cui racconta la sua infanzia nell’Inghilterra rurale del dopo guerra e svela lutti, dolori e malattie che hanno segnato la sua vita.
La Mantel è stata due volte vincitrice del Booker Prize, considerato il Nobel della letteratura in lingua inglese, e la sua trilogia di Cromwell ha venduto oltre 2 milioni di copie solo nel Regno Unito, per non parlare delle traduzioni in altri paesi.
Il titolo originale è “Giving Up the Ghost” ed è proprio dei fantasmi rappresentati da ricordi, dolori e rimorsi che intende liberarsi nel libro. Via le zavorre che l’hanno indebolita, come l’endometriosi che le ha stravolto il fisico e la vita.
Ci sono i ricordi lontani di quando aveva solo tre anni e stava in braccio alla nonna che era diventata operaia a soli 12 anni; analoga sorte era toccata alla mamma della scrittrice.
L’ infanzia della Mantel è stata in salita. Quando aveva 6 anni i genitori lasciano la casa dei nonni per trasferirsi in un’altra che Hilary detesta. Poi al posto del padre arriva un patrigno e le difficoltà aumentano.
La sua vita è stata costellata dolori costanti, diagnosi errate, disinteresse dei medici, persino assurdi trattamenti psichiatrici e l’intervento chirurgico che ha definitivamente asportato le sue chances di maternità.
Oggi la scrittrice 69enne, -sposata due volte con lo stesso uomo, il geologo Gerald McEwan- vive sul mare dell’Inghilterra occidentale, sulle scogliere del Devon, a Budleigh Salterton. E questo libro è l’intimo racconto di un calvario fisico, a cui fanno da contraltare immaginazione, genio e una maestria di scrittura fuori dal comune.
Matteo Trevisani “Il libro del sangue” -Blu Atlantide- euro 16,00
Questo libro chiude una trilogia iniziata con “Il libro dei fulmini” del 2017 e proseguita con “Il libro del Sole” del 2019. L’autore nato a San Benedetto del Tronto nel 1986, ora in pianta stabile a Roma, ha intrecciato le ricerche genealogiche sulla sua famiglia con una storia in cui miscela destino, avventura e segreti.
“Il libro del sangue” ha due trame principali che si intrecciano.
Nella prima Trevisani da anni svolge ricerche sul passato della sua famiglia e scopre che soprattutto il ramo paterno è stato funestato da un incredibile numero di morti in mare. Il grande segreto del suo albero genealogico era annidato nella storia dei naufragi poiché «In tutte le generazioni della nostra famiglia, ogni primogenito di ogni linea di sangue doveva morire annegato».
Nell’approfondire gli studi si lega al genealogista Alvise, studioso di grande esperienza, coadiuvato dalla figlia Giorgia che gli fa da assistente.
Scatta così questo romanzo raccontato in prima persona da un narratore sovrapposto allo scrittore, protagonista che si occupa di araldica e scrittura.
Un decennio dopo, quando Alvise è ormai morto, Matteo riceve via email un albero genealogico della sua famiglia in cui, oltre alle date di nascita e morte dei suoi avi, viene riportata anche quella della sua scomparsa imminente, il 21 settembre ovvero a meno di una settimana di distanza.
Ed ecco il secondo piano narrativo del libro in cui il protagonista – il tempo sta sfuggendo di mano- si mette alla ricerca del fantomatico mittente dell’albero della sua famiglia, per venire a capo della misteriosa profezia che lo riguarda.
Aspettatevi un racconto visionario, in cui vita, morte, destino e tragedia si rincorrono e si intrecciano. Pagine che assemblano magia, misticismo, eventi personali e tratti di esoterismo, che fanno riflettere sulle infinite coordinate della vita, del passato, e sul mistero del destino e della morte.
Asher Colombo “La solitudine di chi resta” – Il Mulino Saggi- euro 18,00
La morte è l’evento che tutti temiamo sopra ogni altra cosa, e con la strage causata dal Covid 19, è diventata ancora più devastante.
In questo libro l’autore –docente di Sociologia Generale all’Università di Bologna, presidente dell’Istituto Cattaneo ed autore di importanti saggi- analizza il lutto durante la pandemia, e mette a fuoco come questa abbia sconvolto i paradigmi di una società che si considerava di individui sani e sempre più longevi.
Una forte impreparazione emotiva alla morte, diventata improvvisamente e inaspettatamente così vicina.
A complicare le cose si sono aggiunti le drastiche misure di emergenza per le degenze ospedaliere e la cancellazione del rito del commiato; provvedimenti ai quali non eravamo preparati e che hanno generato gravi ripercussioni psicologiche e collettive.
Colombo ha analizzato più materiale: interviste a medici e impresari funebri, annunci mortuari, necrologi e manifesti murali, storie raccolte da chi il Covid l’ha vissuto da molto vicino, grafici e dati vari, procedure di cremazione e inumazione….tutto per scandagliare il nostro rapporto con la morte durante la pandemia.
Emerge così che ci siamo trovati e abbiamo impattato senza alcuna preparazione contro il senso della nostra fragilità e la morte vissuta in solitudine, incombente più che mai.
La morte e la sua ineluttabilità sono sempre stati difficili da metabolizzare, ma con il terrore del contagio abbiamo dovuto fare i conti con dinamiche inedite.
Innanzitutto i malati venivano allontanati da parenti e amici, scomparivano, blindati in terapie intensive dove regnava la loro dolorosa solitudine.
Negato il conforto degli affetti più cari, così come l’ultimo straziante saluto.
E dopo il decesso l’ulteriore tragedia dell’annullamento del rito funebre; sostituito da sepolture frettolose e senza parenti, cremazioni imposte ….e nessuno potrà più dimenticare le file di camion carichi di bare destinate a crematori lontani.
Di colpo sono stati stravolti i rituali a cui eravamo abituati, completamente scalzata la consueta dinamica del cordoglio e la società si è dimostrata inadeguata a fronteggiare un simile terremoto.
Lo strappo del legame con i propri defunti è stato devastante.
Ci sono state alcune eccezioni a tanto isolamento fisico ed emotivo: funzionari delle camere funebri e chi per professione accudisce i cadaveri, che hanno ricavato spazi appositi per il commiato dei familiari, optato per sacchi bianchi anziché neri per alleggerire le emozioni, cerniere dei body bags aperte velocemente per un ultimo sguardo. Tutte testimonianze di come i vivi abbiano disperatamente cercato di alleviare un peso emotivo insostenibile.
Sua moglie Claire è molto più giovane di lui ed ha stoppato la sua carriera per dedicarsi a marito e figlio. Poi c’è il loro rampollo Alexandre che sta costruendosi un futuro brillante frequentando ingegneria in una prestigiosa università americana. Da quando lui ha preso il volo, Claire ha reimpostato la sua vita, ha ripreso a scrivere, diventando un’intellettuale femminista di spicco, e ha iniziato una relazione con un altro uomo. E’ Adam Wizman, appartiene a una famiglia ebraica tradizionalista e ha sposato Valerie, che a un certo punto è diventata praticante esageratamente ortodossa, totalmente votata all’educazione delle due figlie secondo rigidi principi religiosi. Per 20 anni Adam accetta di vivere con questa “quasi estranea” che detta legge; poi i due prenderanno strade diverse.
Il romanzo parla di come si può rinnegare un passato scomodo e reinventarsi una vita del tutto nuova, ma edificata sulla menzogna. Descrive la portata dell’ambizione di chi vuole eccellere nel mondo del lavoro e raggiungere il successo a tutti i costi. La storia coinvolge un triangolo amoroso tra Parigi, la banlieue, e New York dove primeggiare è possibile ma ha sempre un costo elevato. Samuel, Nina e Samir erano un trio legatissimo; i primi due stavano insieme, ma della ragazza era innamorato anche Samir. Nina ha scelto Samuel Baron (amico fraterno di Samir), figlio di una colta famiglia ebrea ed aspirante scrittore. E la sua è la vita che Samir vorrebbe vivere. 20 anni dopo, Samir Tahar è uno degli avvocati più quotati della Grande Mela, ha sposato una donna ricchissima ed ha una famiglia e una vita invidiabili. Ma per sfondare nel campo legale e nella high society ha dovuto rinnegare le sue origini arabe: ha cambiato nome, e si finge ebreo come la famiglia della consorte. La verità non deve venire a galla, però il castello di carte è sempre in bilico. Ed è costato caro. Tanto per cominciare Samir ha dovuto rinunciare all’unica donna che aveva amato, poi ha fatto della sua vita un segreto e della discrezione un modo di vivere. Ma le menzogne tendono a venire smascherate, con
E’ il penultimo romanzo di Osborne, è ambientato a Hydra -famosa isola del mar Egeo per il nome del mostro mitologico a più teste- che tra gli anni 60 e 70 del 900 è luogo di ritrovo di ricchi greci, artisti e nomi brillanti del jet set internazionale (tra i quali Onassis, Brigitte Bardot, Jacqueline Kennedy). Osborne racconta di due famiglie, un’americana e una inglese, che si ritrovano sull’isola durante un’estate. Sono gli Haldane, ricchi americani bianchi di New York, con la figlia 20enne, Sam, che non vede l’ora di ripartire. Gli altri sono gli snob britannici Codrington: Jimmie -ricco mercante d’arte-, la sua seconda moglie greca, insopportabile e perfida soprattutto nei confronti della figliastra 24enne Naomi, avvocato disoccupato. Le due giovani rampolle si conoscono e legano. Naomi è l’elemento trainante; fin da piccola habitué dell’isola di cui conosce tutto, compresi i metodi per sfuggire alla noia con rifornimento di spinelli e cocktail ad alto tasso alcolico. La trama fa un balzo quando le due fanciulle trovano un rifugiato in fuga, Faoud, stremato dalla stanchezza del naufragio e semi-svenuto sugli scogli. Che fare? E’ Naomi che studia un rocambolesco piano per aiutare il giovane a raggiungere l’Italia…..ma nulla sarà semplice. L’autore mette in campo più temi: la critica della società perbenista borghese e bianca, il problema dell’immigrazione e le sorti dei rifugiati; tutto in un thriller che valica i confini di Hydra e vi porterà nel Sussex, in Toscana e a New York.
Erica Jong è la famosa autrice americana di “Paura di volare” – libro best sellers che nel 1973 ha segnato l’epoca in cui le donne hanno vinto la ritrosia nel parlare delle loro fantasie sessuali- ed ora, all’alba degli 80 anni ci regala la sua autobiografia. Senza nascondere nulla.
La Hellman, nata a New Orleans nel 1905, è morta nel 1984. Cresciuta a New York, fin da piccola rivelò grandi doti nella scrittura e si laureò alla Columbia University.
La passione per la libertà rappresenta il sottile fil rouge che accomuna personaggi apparentemente diversi tra loro, quali Alfredo Frassati, Ottavio Missoni, Massimo Mila, Giampaolo Pansa, Guido Ceronetti, Philippe Daverio e altri, che sono raccolti nella silloge dell’ultima fatica letteraria del professor Pier Franco Quaglieni, dal titolo, appunto “La passione per la libertà”. Il volume, che reca l’originale e bella copertina dell’artista Ugo Nespolo, edito da Buendia Books, come ha spiegato lo stesso professor Quaglieni, si può leggere senza seguire l’ordine dei capitoli, ciascuno dedicato a un profilo, proprio perché ognuno di essi risulta distinto dagli altri. Ciò che, però, li accomuna è la passione con cui il professore evoca il concetto di libertà, riecheggiando un titolo pannunziano su Tocqueville e invitando al rispetto di tutte le idee espresse, che rappresenta il cardine di ogni civiltà liberale. Non si deve dimenticare che una delle migliori riletture dell’opera di Tocqueville la si deve proprio a un breve saggio composto da Mario Pannunzio, dal titolo “Le passioni di Toqueville”, in cui lo stesso Pannunzio nota come la forza dell’intera opera dello studioso francese non risieda tanto nel suo spirito dottrinario, quanto nella passione, talvolta aristocratica, e nell’amore per la libertà.


Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Etienne sembra il più superficiale, ma è anche parecchio affascinante; dello studio gli importa poco ed è abile nel copiare dagli altri due. La sua specialità è piacere alle ragazzine che si ripassa una dopo l’altra senza coinvolgimento sentimentale.
Questa è la storia di due sorelle, orfane di padre (falciato dalla guerra), che la vita conduce per strade diverse e lontane, con destini divergenti. Ed è anche un romanzo sull’imprevedibilità dell’esistenza.
Questo romanzo di esordio attinge dall’esperienza personale dell’autrice che ha avuto modo di vivere per un certo periodo in una piccola cittadina americana, osservando le dinamiche di un clima provinciale ammantato di falso perbenismo.
Molti di voi probabilmente la seguono su Instagram dove parla di libri, intervista in diretta gli scrittori del momento, ma è anche esperta e appassionata di cinema (ha appena seguito la Mostra del Cinema di Venezia e l’ha raccontata sul web). Insomma è una rampante giornalista che divide il suo affascinante loft milanese con l’adorato yorkshire Marcello, ripreso in tutte le sue più simpatiche performance.
In cui sciorina le sue esperienze di viaggiatrice cittadina del mondo, a partire dalle misure del trolley in cui mettere parte di noi stessi al momento di intraprendere un viaggio. Un libro divertente e semiserio in cui suggerisce spunti di pensiero e bagaglio più idoneo.
seguire le trasformazioni dei canoni di bellezza, il rapporto con il pubblico e i fans. Un interessante libro divulgativo che fa anche il punto sulla settima arte e da gustare biografia per biografia, scritte tutte con competenza e bravura.
E’ stato davvero un piacere per me intervistare Giancarla Tiralongo e partecipare alla presentazione del suo libro,
