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“E allora le foibe?” Progetto Cantoregi dialoga con Eric Gobetti

A Racconigi, per il “Giorno del ricordo”, sul libro edito da Laterza Da mercoledì 10 febbraio, video intervista online

WEB www.progettocantoregi.it/ FB @associazioneprogettocantoregi/ YT Progetto Cantoregi
Racconigi (Cuneo)

Un incontro online. Con lo studioso e storico torinese Eric Gobetti e con l’obiettivo di proporre un momento di riflessione e di raccoglimento attorno al “Giorno del ricordo”, solennità civile nazionale, che il 10 febbraio di ogni anno rinnova la memoria delle vittime italiane dei massacri delle foibe, a opera del regime comunista jugoslavo tra il 1943 e il 1947, e la memoria dell’esodo dalle proprie terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Girata a Racconigi negli spazi della “Soms” di “Progetto Cantoregi”, la video intervista (da mercoledì 10 febbraio, sul sito e sui social di “Progetto Cantoregi”) illustra la ricerca che sta alla base del nuovo libro di Gobetti “E allora le foibe?” pubblicato da Laterza: un prezioso contributo per meglio comprendere gli scenari storici e i fatti che caratterizzarono uno degli avvenimenti più dolorosi della storia italiana del Novecento, un capitolo buio, sul quale per tanto tempo è calato il silenzio.
A Eric Gobetti – studioso di fascismo, seconda guerra mondiale, Resistenza e storia della Jugoslavia nel Novecento, nonché più volte collaboratore con il canale televisivo “RaiStoria” e autore sempre per Laterza di “Alleati del nemico. L’occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943) – chiediamo il perché del titolo: “Perché – risponde Gobetti – ‘E allora le foibe?’ è diventato il refrain tipico di chi sostiene il risorgente nazionalismo italico e vuole zittire l’avversario”. Ma di cosa parliamo quando parliamo di foibe? Cosa è successo realmente? Ancora Gobetti: “’Decine di migliaia’, poi ‘centinaia di migliaia’, fino a ‘oltre un milione’: a leggere gli articoli dei giornali e a sentire le dichiarazioni dei politici sul numero delle vittime delle foibe, è difficile comprendere le reali dimensioni del fenomeno. Negli anni, tutta la vicenda dell’esodo italiano dall’Istria e dalla Dalmazia è diventata oggetto di polemiche sempre più forti e violente. Questo libro è rivolto a chi non sa niente della storia delle foibe e dell’esodo o a chi pensa di sapere già tutto, pur non avendo mai avuto l’opportunità di studiare realmente questo tema”. Quale, dunque, il messaggio che il libro vuole trasmettere? “Questo ‘Fact Checking’ non propone un’altra verità storica precostituita – conclude lo scrittore – non vuole negare o sminuire una tragedia. Vuole riportare la vicenda storica al suo dato di realtà, prova a fissare la dinamica degli eventi e le sue conseguenze. Con l’intento di evidenziare errori, mistificazioni e imbrogli retorici che rischiano di costituire una ‘versione ufficiale’ molto lontana dalla realtà dei fatti. È un invito al dubbio, al confronto con le fonti, nella speranza che questo serva a comprendere quanto è accaduto in quegli anni terribili”.

Gianni Milani
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Info: 335.8482321 – 338.3157459 – www.progettocantoregi.it – info@progettocantoregi.i Fb Progetto Cantoregi – Tw @cantoregi – IG Progetto Cantoregi.

Il procuratore e la bella dormiente

IL NUOVO ROMANZO DI GIORGIO VITARI

 

Continuano le coinvolgenti  inchieste del procuratore Rotari, è uscito infatti il nuovo e atteso libro di Giorgio Vitari,   un  romanzo giallo dal taglio giuridico ambientato nella città del Carnevale Storico del Piemonte, Ivrea, deliziata dalla visione della Bella Dormiente, il profilo del Gran Paradiso che ricorda la sagoma di una signora sdraiata.

 

Siamo nel 1999, il protagonista è alle prese con un omicidio a cui fanno da  scenario la famosa e complessa scalata finanziaria della Olivetti alla Telecom, il furto del tricolore durante i preparativi del carnevale, molto caro agli epoderiesi, gli abitanti di Ivrea, e le più che presunte storie di amanti. Giacomo Revello, ufficialmente autista della Olivetti e donnaiolo impenitente, viene trovato morto tra le vasche dei merluzzi. L’indagine, guidata dal ProcuratoreCapo Francesco Rotari, appare sin da subito intricata e delicata, legata a probabili storie di spionaggio industriale, connessa a rancori per bandiere scherzosamente sottratte e furtive passioniamorose.

Il libro appassiona e spinge il lettore al tutto di un fiato, la scritturapiacevole  è intervallata dalle riflessioni del protagonista, dalle sue considerazioni di raffinata ironia che, come nel precedente romanzo, sfiorano spesso un umorismo autoriferito e consapevole.

L’autore, oltre a raccontarci eventi determinanti della finanza del nostro paese realmente accaduti ma spesso poco note nei dettagli, mette in luce l’importanza che il carnevale riveste per questa cittadina, ci racconta delle celebrazioni che coinvolgono gli abitanti, della battaglia delle arance, della Mugnaia e del Generale, del clima gioioso e del buonumore, “impossibile  non essere contagiati dall’allegria e dalla festa”.

Anche questa volta, ma forse in maniera più distinta, traspare l’interesse platonico  di Francesco Rotari per le donne, la curiosità che lo infiamma con garbo, lo spinge a veniali e  innocenti bugie nei confronti della moglie Luisa.

In parte autobiografico, Giorgio Vitari è stato Procuratore Capo ad Ivrea, questo libro è anche un ringraziamento alle due assistenti che hanno lavorato con lui in quegli anni, “hanno dimostrato il piacere di fare straordinariamente bene ogni cosa”.

Maria La Barbera 

L’arcobaleno delle emozioni

Il libro di Silvia Cavallo dedicato ai più piccoli affronta, attraverso la storia di Luna, un tema delicato e complesso.

“Mamma quando scrivi un libro tutto per noi?”. E’ così che è nata l’dea di creare un libro unico e speciale che parlasse ai bambini di un argomento molto delicato come le emozioni.

Silvia Cavallo, appassionata di scrittura da sempre, ha coronato il suo sogno e quello delle sue figlie scrivendo un libro che, attraverso una fiaba, spiega e illustra, in coppia con Monica Blunda e le sue bellissime immagini, quel mondo articolato e profondo fatto di stati mentali e fisici non sempre di facilecomprensione e gestione. Il ruolo delle emozioni infatti, sia nella sfera privata che in quella sociale, rappresenta un tema   complesso e intimo; talvolta, purtroppo, viene suggerito ai bambini, consapevolmente o inconsapevolmente, di reprimerlee questo può risultare controproducente, tutte le emozioni in realtà, sono fondamentali per maturare, passo dopo passo, consapevolezza ed equilibrio.

Questo è il prezioso messaggio racchiuso nell’ultimo libro della scrittrice torinese, già autrice dei romanzi (Bestseller Amazon) “Chiedimi se sono felice” e “C’è il sole, fuori”.

“L’arcobaleno delle emozioni” (Edizioni Effetto, dicembre 2020) è la storia di Luna, piccola e dolcissima abitante dell’isola di Gioia dove tutti vivono serenamente fino al giorno in cui l’enorme re del buio arriva ad avvolgere le cose e le personerendendole tristi. Da quel giorno Luna e il suo inseparabile uccellino Nanù partono per un viaggio emozionante, decisi a riportare la luce e la gioia sulla loro isola. In questo viaggio fantastico e avventuroso incontreranno le emozioni e i colori che le identificano. Riusciranno, con l’aiuto di simpatici e buffi compagni d’avventura, a portare a termine la loro missione?

Il messaggio, attuale e autentico, ribadisce come tutte le emozioni, non solo quelle “positive”, sono fondamentali poichèse vissute, elaborate, riconosciute e superate, permettono a grandi e piccini di sconfiggere il buio e far tornare un arcobaleno di luce e gioia.

“Un’emozione espressa”, spiega l’autrice, “se riconosciuta ed accettata come tale, è spesso un punto di forza, più che di debolezza. Non a caso, ne “L’arcobaleno delle emozioni” un ruolo fondamentale viene dato alla lacrima, da sempre ritenuta simbolo di fragilità, ma che in realtà può portare a ritrovare l’equilibrio con se stessi e con gli altri.”

Maria La Barbera 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Daniela Raimondi  “La casa sull’argine”   -Editrice Nord-    euro 18,00

Per chi di voi adora le saghe, questa è superlativa; per trama, personaggi e stile di scrittura.

Daniela Raimondi ha vissuto a lungo in Inghilterra, ma è nata in provincia di Mantova, ed è alla sua terra che rende omaggio con questo magnifico romanzo dal sapore epico.

Tutto ha inizio nella dimora della famiglia Casadio che per due secoli abiterà in un casale a Stellata, vicino al Po. E’ una famiglia contadina, di quelle che lavorano sodo e grondano fatica, ma ha qualcosa in più …di quasi magico.

A inizio 800 il giovane Giacomo Casadio ha l’estro del visionario e coltiva non solo i campi, ma soprattutto il sogno di costruire un vascello ispirato all’Arca di Noè; ci proverà più volte ma regolarmente, poco dopo il varo, le imbarcazioni affonderanno.

E’solitario e malinconico, poi quando ha 45 anni una zingara incrocia il suo cammino. E’ Viollca Toska: corpo flessuoso e capelli neri, baldanzosa come le gonne colorate e le piume che ama indossare, abilissima nel leggere i tarocchi. Lo ferma, gli osserva i palmi delle mani ed esordisce: «Sei arrivato finalmente! Erano anni che ti aspettavo». I due non si lasceranno più e daranno il via a una numerosa discendenza in cui i caratteri dei due rami resteranno ben distinti.

Da quel momento la loro progenie -nel corso di quasi 200 anni- si divide in modo inconfondibile. Da un lato i sognatori con gli occhi azzurri e la pelle chiara, spesso vittime della propria natura eterea; dall’altro i sensitivi del ramo zingaro, con occhi neri e chiome corvine che predicono presagi, disavventure e morti.

Il loro primogenito lo chiamano Dollaro e già intorno ai 5 anni si siede sulle tombe ad ascoltare le voci dei morti.

Poi la condanna che alberga nell’animo dei sognatori inizia con il suicidio di Giacomo ed è l’inizio di una stirpe che annovera figli dai nomi singolari, come Neve e Radames, matrimoni e famiglie numerose, povertà e fame, gemelli e figli scambiati,  ma anche spiriti sognatori che s’innamorano dell’impossibile e finiscono per scontare solitudini sopportate con dignità o sciagure affrontate a testa alta.

Una miriade di personaggi incredibili, alcuni ancorati alla terra in cui sono nati, altri che solcano  l’oceano. Attraverso i loro vari destini leggiamo sullo sfondo anche pagine di  storia; dai moti rivoluzionari che portarono all’unità di Italia, le due Guerre Mondiali e il fascismo, il boom economico degli anni 60, fino a quelli di piombo del terrorismo che scagliano dolore e lutto in questa indimenticabile famiglia. E quasi indifferente alla fiumana del Po e alle varie traiettorie di vita, solo la casa sull’argine resterà al suo posto…….

 

Jón  Kalman Stefánsson  “Crepitio di stelle “  -Iperborea-   euro 17,00

L’autore 56enne è un mostro sacro della letteratura islandese e uno degli autori di punta della casa editrice Iperborea, che oggi lo pubblica in Italia; ma nel suo paese questo libro è stato dato alle stampe nel 2003.

In parte è autobiografico e per Stefánsson è stato un processo intimo e doloroso perché ha risvegliato emozioni e ricordi della sua infanzia. La voce narrante del protagonista oscilla tra capitoli di quando era un bimbo di 7 anni e poi adulto che cerca di ricomporre il puzzle del suo passato e della sua famiglia.

Inizia con i pensieri di un uomo 40enne che davanti al condominio a Reykjavik dove aveva vissuto da piccolo viene assalito dai ricordi e «..Chi irrompe nel proprio passato si trasforma in scassinatore. Ho smontato la serratura e sono riuscito ad entrare…».

E’ così che si infila nel suo vecchio appartamento e scopre che molte cose sono cambiate dalla sua infanzia, cose semplici come la disposizione dei mobili o l’assenza del divano dove suo padre amava sedersi.

A toccare con potenza  le corde del ricordo è l’assenza della sua cameretta dove aveva trascorso giorni e notti con il suo esercito di soldatini. Non semplici e inanimati balocchi, ma veri e propri compagni di vita che conoscevano il nome di sua madre, gli chiedevano dei libri che leggeva, con i quali dialogo e confidenze erano costanti, e da loro si era sentito protetto.

Di lì in poi l’uomo riannoda la magnifica tela della sua famiglia.

Da suo padre, giovane apprendista carpentiere arrivato dai fiordi dell’Est, che trova l’amore della sua vita ma rimane presto vedovo e con un bimbo di 7 anni.

E sono struggenti le pagine in cui ritorna al funerale e ai suoi pensieri rivolti alla mamma: dapprima spera che lei urli per farsi aprire la bara ed uscirne, poi ne immagina sensazioni e  pensieri sotto gli strati di terra fredda della sua sepoltura. Un dolore fortissimo attraversato anche dall’autore e che ne ha determinato la vita.

Poi gli anni trascorsi con la matrigna che usa il silenzio come arma e mastica pinne di foca; con lei

ci sarà sempre la barriera di un muro di incomunicabilità.

Ma c’è anche la narrazione della storia turbolenta dei bisnonni a inizi 900, innamoratissimi: si sposano a 17 anni e, alla finestra di una soffitta, usano la loro incosciente giovinezza contro il mondo.

Poi le cose sono cambiate. Il bisnonno che sognava di solcare tutto il mondo, è morto senza aver mai valicato i confini  dell’Islanda e dopo essersi giocato tutto tra donne, sbronze e scommesse, e gesti un po’ folli. Mentre la bisnonna, donna bellissima, ha sopportato un matrimonio diventato difficile e infelice.

Ci sono anche  i nonni del protagonista ad abitare le pagine del romanzo, che racconta sottotraccia le vicende dell’Islanda dai primi del 900 fino agli anni 60, tra la città di Reykjavik e le sconfinate lande islandesi dei fiordi del Nord.

150 anni e 3 generazioni che, nella prospettiva più ampia dell’universo, sono solo un battito di ciglia rispetto alla vita di una stella…

E sono pagine piene di magia e poesia attraverso la narrazione di cose semplici e di vita quotidiana normale.

 

Mario Ferraguti  “La voce delle case  abbandonate”   -Edicicloeditore-  euro 8,50

E’ una deliziosa piccola chicca questo libriccino che ha come sottotitolo “piccolo alfabeto del silenzio” dello scrittore ed esploratore curioso che ci introduce nelle case abbandonate delle quali riesce a cogliere i misteri.

Lui tra le mura diroccate riesce a cogliere un silenzio che racconta storie lunghe una vita, perché dice: «bisogna entrare in una casa abbandonata per accorgersi…che le cose ci sopravvivono e restano ferme come le abbiamo messe ad aspettare niente….hanno il tempo passato assoluto, basta aprire la porta e ci sei dentro».

E ancora «E’ un passato che non scorre più come il tempo fuori, un passato fermo lì per sempre, tempo infinito in  cui …sono passati tutti; da quando l’hanno costruita la casa, e lei conserva ancora, in qualche angolo buio e nascosto, l’eco della prima voce».

Per Ferraguti le case abbandonate richiamano i vari organi del corpo umano e in una visione affascinante paragona «La testa ha il cervello nel solaio, magazzino del ricordo….nelle camere c’è il cuore, la paura della notte, e la pancia è giù in cucina….» e via di questo passo.

Si avventura in case cantoniere, antichi mulini dismessi, spazi diroccati assediati dalla natura, stanze dai soffitti crollati e in ognuno di essi rintraccia oggetti coperti di calcinacci e polvere che lo aiutano a immaginare la vita che li si era svolta in passato. Una sorta di viaggio filosofico che ha potentemente a che fare con la vita, gli abbandoni, gli echi di voci lontane.

 

Thomas Jorion  “Veduta”  -Édition de La Martinière-     euro  49,00

Quello che il libro precedente ci dice a parole, lo vediamo in tutto il suo misterioso fascino nelle magnifiche immagini del fotografo parigino Thomas Jorion, che della scoperta delle dimore lasciate all’incuria del tempo e della solitudine ha fatto la cifra stilistica della sua arte.

Questo è un volume prezioso e raffinato che segue il precedente “Vestiges d’Empire” nel quale Jorion si era concentrato sulle ex colonie francesi.

In “Veduta”, invece, ha percorso l’Italia e si è introdotto in ruderi dal passato sfarzoso, tra calcinacci  e crolli che ha immortalato in foto nostalgiche e bellissime. Perché poche cose sono intriganti  come ville e  palazzi abbandonati  a se stessi; però ancora capaci di raccontare storie passate attraverso i resti di un camino, stucchi, basso rilievi, affreschi sui quali il tempo e  l’incuria hanno lasciato il segno.

Jorion con la sua macchina analogica di grande formato è andato su e  giù per l’Italia, da nord a sud, dal Piemonte alla Sicilia, passando per Veneto e Toscana, e ha rintracciato dimore datate tra XVIII° e  XX° secolo.

Si è avventurato tra giardini inselvatichiti, macerie e crolli, e con sensibilità e attenzione ai dettagli, alla luce naturale ha fermato le immagini che sanno raccontarci stralci  di gloria e vita passata. Immagini di una decadenza assoluta che denunciano anche lo spreco di tanta bellezza e sfarzo, ville con affreschi magnifici che è un peccato lasciare alle intemperie della natura. Un prezioso patrimonio artistico che meriterebbe di essere restaurato e recuperato.

 

 

 

 

Rassegna mensile dei libri più letti e commentati

Anche a gennaio torniamo a occuparci dei libri più letti e commentati dai membri del gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri.

Il primo mese dell’anno vede in testa alle preferenze il nuovo romanzo di Gianrico Carofiglio, La disciplina di Penelope, che raccoglie commenti molto favorevoli; l’altro titolo più commentato è La posizione della Missionaria il controverso ma interessante saggio di Christopher Hitchens che analizza la figura di Madre Teresa di Calcutta;  terzo gradino del podio per Due figlie e altri animali feroci, il romanzo epistolare di leo Ortolani che racconta la sua esperienza di padre adottivo.

L’argomento più caldo del mese è rappresentato dalle liste dei libri letti nel 2020 appena terminato: elenchi più o meno lunghi e ricchi di annotazioni hanno tenuto banco per buona parte del mese, che stimolando confronti e curiosità: il titolo più letto dell’anno si conferma Cambiare l’acqua ai fiori, di Valerie Perrin, seguito dai romanzi della Saga delle Sette Sorelle di Lucinda Riley.

Infine, annunciamo la nascita della collaborazione del nostro sito con Novità in libreria (www.novitainlibreria.it): questo mese troverete un’intervista alla scrittrice Laura Pisciotto e approfondimenti sui nuovi romanzi di Davide Morosinotto e Cecilia Giampaoli.

Se siete appassionati lettori o semplici curiosi in cerca di nuovi titoli, venite a trovarci ed entrate nella comunità di lettori più frequentata di Facebook: Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri!

 

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Il Premio InediTO in diretta Facebook

Martedì 26 gennaio ore 18:00 si svolgerà la diretta dalla pagina Facebook del Premio InediTO – Colline di Torino per promuovere e presentare il nuovo bando 2021 della ventesima edizione la cui corsa per iscriversi si concluderà il 31 gennaio.

Parteciperanno all’evento streaming Antonella GiordanoLaura Pompeo e Tiziana Siragusa, assessori alla cultura dei comuni di ChieriMoncalieri e Chivasso aderenti all’iniziativa, Cecilia Cognigni, responsabile delle Biblioteche Civiche Torinesi in rappresentanza della Città di Torino, Laura Prunello, della Biblioteca “Alda Merini” di Rivoli, il direttore del premio Valerio Vigliaturo, alcuni componenti della giuria presieduta da Margherita Oggero e formata da: Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone, Enrica Tesio, Sacha Naspini, Marco Lupo, Valentina Maini, Michela Marzano, Massimo Morasso, Elisabetta Pozzi, Emiliano Bronzino, Alice Filippi, Paolo Mitton, Teresa De Sio, Willie Peyote.

Attraverso il format “Da inedito a edito, percorsi verso la pubblicazione e la produzione” (che a causa dell’emergenza sanitaria non è stato possibile realizzare nelle varie sedi delle biblioteche), interverranno alcuni autori premiati nelle scorse edizioni che hanno pubblicato o prodotto le loro opere grazie al premio che non abbandona i vincitori al loro destino, ma li sostiene e accompagna nel mondo dell’editoria e dello spettacolo grazie al montepremi di 7.000 euro e ai premi speciali come “InediTO Young” in collaborazione con Aurora Penne e L’Officina della Scrittura, “InediTO Ritrovato” assegnato a un’opera inedita di uno scrittore non vivente, “Alexander Langer” e “Giovanni Arpino” in collaborazione con la Città di Torino e i consiglieri comunali Federico Mensio e Marco Chessa, “Borgate Dal Vivo” in collaborazione con il festival, “Routes Méditerranéennes” in collaborazione con l’UJCE (Unione Giornalisti e Comunicatori Europei), conferito a un’opera che descriva storie e migrazioni sulle strade del Mare Nostrum.

La diretta  si svolgerà grazie al supporto tecnico del Festival Internazionale di Letteratura “I luoghi delle Parole” di Chivasso diretto da Diego Bionda, partner del premio.

Per il bando completo consultare:

“Lettori si nasce” al via anche a Torino

800 bambini da 0 a 6 anni coinvolti in laboratori di lettura ad alta voce, 31 scuole dell’infanzia in 4 città – Bologna, Fermo, Genova e Torino – 17 artisti, circa 2.300 libri donati: questi i numeri del progetto selezionato dal MIBACT e dal Centro per il Libro e la Lettura nell’ambito del bando “Leggimi 0-6”. 

 

Iniziative di promozione della lettura ad alta voce anche in reparti pediatrici all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, nel centro ostetrico Con-Tatto di Torino e nella biblioteca per bambini con disabilità della Fondazione Arca Onlus ad Ancona.

 

800 bambini e le loro famiglie, 31 scuole dell’infanzia80 educatori, 17 artisti in 4 città italiane – Bologna, Fermo, Genova e Torino  circa 2.300 libri donati, oltre 1000 ore di laboratori di lettura ad alta voce, online e laddove possibile in presenza, nelle scuole dell’infanzia, presso ospedali, centri ostetrici e biblioteche per utenti con bisogni speciali, oltre 200 ore di formazione online e sensibilizzazione sui temi della lettura ad alta voce per l’infanzia, dedicati a insegnanti, genitori e artisti.  Sono questi i numeri del progetto Lettori si nasce, promosso da Mus-e Italia Onlusselezionato dal MIBACT e dal Centro per il Libro e la Lettura nell’ambito del bando “Leggimi 0-6”. 

Incoraggiare la lettura ad alta voce tra i bambini più piccoli, favorendo l’acquisizione di competenze cognitive, emotive e sociali fondamentali per il loro sviluppo, è l’obiettivo del progetto avviato da Mus-e Italia Onlus, che dal 1999 si occupa di contrastare la povertà educativa, operando con artisti professionisti nelle scuole dell’infanzia e primarie attraverso una proposta continuativa di laboratori multidisciplinari, portata avanti con le metodologie più innovative, principalmente nelle scuole periferiche ad alta marginalità sociale.

Con il progetto Lettori si nasce, realizzato in collaborazione con le sedi locali di Bologna, Fermo, Genova e Torino, Mus-e Italia Onlus si propone di sensibilizzare e potenziare l’intera comunità educante (genitori, educatori, artisti, personale sanitario – nel caso di percorsi ospedalieri) rispetto all’importanza della lettura ad alta voce nella prima infanzia.

Grazie ad alcune partnership innovative, il percorso è aperto anche ad alcuni luoghi e contesti particolarmente difficili, in cui spesso la lettura non è immediatamente percepita nella sua importanza. Lettori si nasce coinvolge infatti anche i reparti pediatrici di chirurgia e oncologia pediatrica dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, in collaborazione con l’Associazione Amaci Onlus; il centro ostetrico Con-Tatto di Torino, attivo dal 2017 accanto ai neogenitori e ai bambini nella fascia 0-3, proponendo anche attività artistiche di invito alla lettura e alla musica; la biblioteca della Fondazione Arca Onlus, ad Ancona, che accoglie persone affette da disabilità intellettiva, cognitiva e sensoriale, facilitando l’accesso alla lettura grazie ad un particolare patrimonio librario e a tecnologie assistive.

A completamento del progetto, Mus-e Italia Onlus prevede infine di donare alle famiglie e alle scuole dell’infanzia coinvolte oltre 23.000 libri per l’infanzia, selezionati con speciale attenzione ai bambini di culture differenti o diverse abilità.

 

 

Con il progetto Lettori si nasce vogliamo offrire un valido e concreto strumento di azione per contrastare la povertà educativa, soprattutto in quei territori in cui si riscontrano particolari fenomeni di disagio e marginalità – commenta Alessandro Garrone, presidente di Mus-e Italia Onlus. – È proprio questa la missione di Mus-e: permettere ai bambini, fin dalla più tenera età, di avvicinarsi alla bellezza e all’arte in tutte le sue forme, al di là di ogni diversità culturale, sociale, economica. La loro educazione, la loro crescita armonica, la loro cultura, sono il bene più prezioso che abbiamo e per questo, tutti insieme, dobbiamo coltivarlo con cura”.

 

“Uno dei fattori distintivi del progetto Lettori si nasce è la scelta di concentrarsi in particolare sulle scuole dell’infanzia, luoghi in cui i bambini trascorrono gran parte del loro tempo, per costruire un percorso originale e strutturato di invito alla lettura– spiega inoltre Federica Maltese, segretario generale di Mus-e Italia Onlus. – Ad essere coinvolta attivamente è poi tutta la comunità educante: genitori e insegnanti sono coinvolti in un percorso di sensibilizzazione che punta non solo ad informarli sull’importanza della lettura partecipata con i più piccini, ma anche a far acquisire loro le competenze necessarie per farlo, grazie alla guida di artisti professionisti. Per la prima volta, poi, non saranno solo le scuole a farsi ambasciatrici della lettura ad alta voce, ma anche luoghi nuovi e diversi, come i reparti pediatrici, i centri ostetrici e le biblioteche dedicate ai bisogni speciali di bambini con diverse abilità. Perché leggere è davvero un diritto di tutti”.

 

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Elizabeth Jane Howard  “Perdersi”    -Fazi Editore-   euro  20,00

E’ di una bellezza struggente questo romanzo della scrittrice inglese (nata a Londra nel 1923, morta a Bungay nel 2014), famosa soprattutto per la sua saga dei Cazalet. E’ ispirato ad una brutta esperienza realmente vissuta dalla Howard che ha metabolizzato il dolore di una relazione illusoria mettendosi a scrivere questo libro.

Nel 1995, superati i 70 anni, raggiunto il successo, con una vita sentimentale travagliata alle spalle, problemi di salute e in piena crisi personale, incappa nelle lettere di un ammiratore che si fa insistente fino al punto di riuscire ad incontrarla. E’ l’inizio di una relazione sentimentale in cui lui, abile manipolatore, si annida subdolamente laddove lei ha i nervi più scoperti; quanto più lei soffre e ha bisogno di aiuto, consolazione e perché no, anche amore, tanto più lui fiorisce e prospera. Ma sarà solo una mastodontica finzione, greve di bugie e foriera di pericoli, nonché un’immane delusione.

Ricalca dunque l’autobiografia la vicenda della protagonista Daisy, affermata commediografa 60enne. E’ stata sposata due volte e non è andata per  niente bene.

Dal primo marito ha avuto una figlia, Katya, arrabbiata con lei da quando ha lasciato suo padre, (poi scoprirete perché) e ancor più inasprita quando ha sposato un uomo molto più giovane e senza né arte né parte.

E ‘ il bellissimo Jason, che fa il balzo verso il successo, diventa un attore famoso anche grazie al matrimonio e alle conoscenze di Daisy; salvo poi lasciarla poco signorilmente e in modo decisamente codardo per sposare un’attrice molto più giovane.

In piena crisi, Daisy cerca di voltare pagina e darsi alla vita bucolica e appartata comprando un piccolo cottage circondato da un giardino inselvatichito.

E’ così che finisce nel diabolico mirino di un sedicente giardiniere, l’ultra 60enne Henry Kent. E’ povero in canna, nullafacente, vive a sbafo su una barca di conoscenti e ha in mente un piano ben preciso.

Senza raccontarvi  troppo, anticipo solo che vi aspettano pagine intriganti che vi terranno col fiato sospeso perché, grazie alla bravura della Howard, capirete molto prima di Daisy cosa alberga nell’animo torbido e truffaldino di Henry. Abilissimo nell’inventarsi una vita di finzione, in cui appare più vittima che aguzzino. Calcolatore e privo di scrupoli sa però vendersi benissimo perché «Gli uomini come Henry Kent…tra la testa e i genitali non hanno niente».

E anche voi vi chiederete come sia possibile lasciarsi ingannare così tanto da un uomo senza cuore o scrupoli…un autentico pericolosissimo borderline.

 

Simona Siri con  Dan Gerstein  “Mai Stati così Uniti”  -Tea –  euro 15,00

L’idea del titolo è semplicemente geniale perché allude non solo alla coppia formata dalla scrittrice e giornalista italiana Simona Siri e dal marito americano Dan Gerstein, ma in senso più ampio alle diversità tra due culture e due paesi divisi dall’oceano.

Loro sono un team ad alto quoziente intellettivo: lei è planata in America, al MIT di Boston la prima volta nel 1999 a 26 anni con una laurea in Psicologia, poi si è trasferita a New York in pianta stabile, dove vive da 7 anni, e racconta l’America in varie collaborazioni giornalistiche.

Lui studi ad Harvard, mille interessi tra Storia, letteratura e Scienze  politiche; una brillante carriera come scrittore di discorsi e assistente politico al Senato, e come senior strategist in 2 campagne presidenziali. Poi ha voltato pagina e da Washington è approdato nella Grande Mela.

Le loro strade s’intersecano e sfociano in un matrimonio in cui la battaglia culturale inizia già con la colazione mattutina.

Così il diario di questa coppia diventa specchio di due popoli che si confrontano anche sulle  piccole cose e le vertenze del quotidiano. Ma è anche un illuminante reportage a 4 mani della vita americana, in particolare a New York dove i due combattono con il caro affitti, vivono con l’adorato cane e una bimba in adozione..

Lei sottolinea «Siamo diversi in tutto. E’ un miracolo che stiamo insieme. Alle volte è così americano  che lo detesto».  E lui risponde spiegando la mentalità a stelle e strisce.

Sono tanti gli spunti che danno il via alle due versioni della stessa cosa in questo menage che sa far tesoro delle differenze anche attraverso litigate, incomprensioni e continui aggiustamenti agevolati dall’amore.

Dan è razionale, positivo, estroverso, lei emotiva, introversa e tendente al drammatico; lui è mattiniero, lei nottambula; lui è un “social butterfly”, una farfalla sociale che vola di conoscenza in  conoscenza, con un’ intensa vita sociale mentre lei ama starsene a casa tranquilla.

In Usa poi c’è un modo diverso di vivere l’amicizia; al di là del networking che permette di costruire una rete di conoscenze  molto estese -ma superficiali- gli amici veri sono spesso quelli del college (anni formativi), spesso con carriere diverse in altri stati, con i quali l’intesa resta intatta nonostante la lontananza. Lei fatica a comprendere questa alchimia e le dinamiche insite in un Paese gigantesco in cui la mobilità è un must.

Diverso è anche il rapporto con il denaro; spendere in America è facilissimo, la corsa allo shopping sfrenato è favorita anche dall’abuso di carte di credito.

Insomma, dalle loro diversità capiamo meglio tante cose dell’America: come il complesso sistema sanitario che discrimina tra ricchi  e poveri, il sistema scolastico che forma persone altamente indipendenti e competitive, la tendenza a cambiare lavoro con una certa scioltezza…e tanto altro tra vicende privatissime e l’odio condiviso per Trump.

 

Maylis de Kerangal   “Un mondo a portata di mano”    -Feltrinelli-    euro 16,50

La scrittrice francese che ci aveva toccato il cuore con “Riparare i viventi” (sulla donazione degli organi), ora ci regala un romanzo di formazione che ha per sfondo il mondo dell’arte.

Protagonisti assoluti sono i colori, i trompe-l’oeil e le illusioni della vita attraverso le vicende di 3 giovani.

Paula Karst, parigina con gli occhi di colore diverso e appena divergenti; Jonas, secco, sfuggente e talentuoso; Kate, una sorta di Anita Ekberg dalla pelle bianchissima. Sono tutti alle prese con la preparazione della prova per il diploma. Parlano di arte, sognano in grande e stanno per catapultarsi nel mondo del lavoro.

Paula riesce a iscriversi al prestigioso Istituto superiore di pittura a Bruxelles dove impara la delicata e affascinante arte del trompe-l’oeil; ovvero la tecnica dell’inganno ottico che simula la realtà.

I 3 amici che si ritrovano 5 anni dopo – trascorsi in vari cantieri in giro per il mondo- alle prese con opere a volte molto più grandi di loro, per lo più legati a contratti temporanei, a volte deludenti.

In un bistrot parigino si raccontano esperienze, lavori svolti, persone incontrate, soddisfazioni  e delusioni.

Paula ha dato prova della sua bravura in grandi cantieri, soprattutto in Italia, tra Museo Egizio e Cinecittà dove ha riprodotto la loggia papale e la Cappella Sistina per il film di Nanni Moretti “Habemus Papam”. Ed è  appena tornata da Mosca dove ha dipinto gli scenari di “Anna Karenina”  negli studios della Molfin.

Kate ha lavorato tutto il giorno, abbarbicata su una scaletta, al lussuoso atrio di un palazzo in Avenue Foch.

Jonas racconta che sta per consegnare a committenti arabi un Eden tropicale di 8 metri per 3 e 50, inutile dire che il compenso sarà munifico.

Ed ecco ancora una volta la de Kerangal puntare su personaggi giovani, in divenire, alle prese con ambizioni, talento e incertezze. Sono spiriti liberi che si spostano dove il lavoro chiama, imbastiscono storielle sentimentali passeggere e dipingono alberi, marmi, pietre preziose e tanto altro per dare forma all’illusione.

 

Mathijs Deen  “Per antiche strade”   -Iperborea-    euro 18,50

Come recita il sottotitolo questo libro è un viaggio nella storia d’Europa, perché oggi transitiamo sulle orme di chi ci ha preceduti nei secoli vicini e in quelli più lontani. Lo scrittore e giornalista olandese ha composto un affascinante iter, tra racconto, diario di viaggio e puntigliosa ricerca storica.

Parte da un suo ricordo d’infanzia e poi ci conduce in un’affascinante scoperta continua e nella storia europea. Lo fa scandendo 11 tappe, ricostruendo le vicende di personaggi vari che hanno camminato sull’intricato reticolo di vie e strade, a piedi, con carri, in cerca di cibo o salvezza. E ci dimostra come quelle strade hanno una vita pluricentenaria.

Così incontriamo uomini della preistoria, come il primo uomo partito dall’Africa e arrivato su suolo europeo nel Pleistocene; poi le incursioni dei Cimbri; la drammatica fine del brigante romano Bulla  Felix che rubava ai ricchi patrizi per dare ai poveri e liberava gli schiavi. O ancora la storia di una giovane donna battezzata, che dalla natia Islanda arrivò fino al Papa con una domanda essenziale.

Via via conosciamo un’umanità variegata in cui troviamo esploratori, conquistatori, profughi, mercanti, banditi e pellegrini.

Sono loro che nel corso dei millenni hanno percorso, tra mille difficoltà, quelle arterie che oggi noi usiamo in lungo e in largo.

Attraverso le loro biografie -ricostruite magistralmente da Deen e scorrevoli come racconti- possiamo capire più a fondo anche le varie trasformazioni della cultura europea, i contrasti politici, religiosi, economici e culturali. Perché in questo libro le strade ci possono parlare in un iter da scoprire a  poco a poco, a piccole tappe e grandi conquiste.

“Vivolibro.it” Prosegue la campagna di crowdfunding

Per la nuova piattaforma digitale promossa dalla “Fondazione Bottari Lattes. Fino al 4 febbraio. Monforte d’Alba (Cuneo)

Nella mano sinistra la “minaccia” della mannaia, nella destra la poesia di un libro. Dietro, appesi in parete in bella fila, invitanti salami.

E al centro il volto simpaticamente pacioso e mite di Bruno al bancone di macelleria del suo market. E poi i sorrisi coinvolgenti della signora Graziella, dei farmacisti Lucia e Paolo e dei gastronomi Rosanna e Francesco. Tutti stringono in mano, e ben in vista, un libro. Non influencer di grido. Ma semplicissimi cittadini, donne e uomini, di Monforte d’Alba. Sono loro, e con loro tanti altri, i promoter della campagna di crowdfunding promossa, fino a giovedì 4 febbraio, dalla “Fondazione Bottari Lattes” (nata nel 2009 a Monforte d’Alba per volontà di Caterina Bottari Lattes) al fine di realizzare la nuova piattaforma digitale vivolibro.it che collega in un’unica rete studenti e insegnanti, principalmente delle scuole elementari di Piemonte e Liguria, attraverso progetti dedicati al confronto con i grandi testi della letteratura per l’infanzia messi in gioco fra lettura, teatro, canto ed arti visive. La piattaforma “é uno spazio digitale – affermano i responsabili – capace di raccogliere competenze e processi, tessere relazioni fra scuole, territori e enti culturali, promuovere la lettura come mezzo di inclusione culturale e sociale. E’ uno strumento di dialogo a servizio della scuola, degli enti culturali, degli operatori didattici, delle Istituzioni del territorio, delle famiglie e di tutti coloro che credono nella lettura quale atto di crescita”. Due le principali sezioni in cui si articola: “Narrazioni” e “Laboratori”.

La prima mette a sistema i contenuti di dieci anni di “Vivolibro”, un progetto corale della “Fondazione Bottari Lattes” che ha saputo nelle sue cinque edizioni biennali (a partire dal 2011) portare a Monforte d’Alba, nel cuore delle terre patrimonio Unesco, oltre diecimila studenti, insegnanti e operatori didattici, mettendoli in relazione – fra spettacoli, reading e laboratori didattici – con i grandi classici della letteratura per ragazzi. La sezione “Laboratori”, dà invece voce alle progettualità di approccio alla lettura e alla letteratura, con particolare attenzione all’evoluzione delle pratiche di analisi del testo scritto, per fornire a studenti, insegnanti e a coloro che operano nella didattica uno strumento accessibile e aggiornato.

Il donatore potrà decidere la cifra da versare per contribuire alla realizzazione del progetto, a partire da 10 euro. In base all’entità della donazione riceverà, oltre al ringraziamento sul wall digitale dedicato a “Vivolibro”, un premio simbolico: uno o due libri in omaggio dalla selezione del “Premio Lattes Grinzane”, la partecipazione ad un laboratorio didattico o posti riservati in occasione della Cerimonia di Premiazione del “Premio Lattes Grinzane”. La campagna di crowdfunding vivolibro.it tra scuole e lettura è realizzata nell’ambito del progetto “Crowdfunding 2020. Nuove risorse per dare fiducia al Terzo Settore” promosso dalla “Fondazione CRC” in collaborazione con “Rete del Dono”.
Per contribuire alla campagna: https://www.retedeldono.it/it/fondazione-bottari-lattes/vivolibro
Per sapere di più su “Vivolibro” http://fondazionebottarilattes.it/vivolibro/
g. m.

Madonna del Sasso e il “sapere che resta”

Madonna del Sasso,  meno di quattrocento abitanti sparsi in quattro frazioni sulle alture che sovrastano la sponda occidentale del lago d’Orta e confinano con la Valsesia.

Costituitosi nel 1928 per Regio decreto che unificava le municipalità di Artò e Boleto, prese il nome dal Santuario della Madonna del Sasso che sorge su uno sperone di granito bianco che ricorda il durissimo lavoro degli scalpellini che scavarono e lavorarono questa roccia durissima dai primi decenni dell’ottocento alla seconda metà del secolo scorso, coinvolgendo le vicissitudini di numerose famiglie del posto.

L’omegnese Filippo Colombara, classe 1952, studioso di storia e cultura dei ceti popolari, ha indagato le vicende di questo “paese di mezzo” tra montagna, lago e collina con una interessante ricerca antropologica , mettendo in rilievo il patrimonio culturale che costituisce la coscienza del passato di una comunità che resiste alla perdita delle consuetudini, dell’oralità, delle tradizioni. Con “ Il sapere che resta. Memoria e comunità: Madonna del sasso tra Otto e Novecento”, edito dalla novarese Interlinea, Colombara –  che è membro della Giunta esecutiva dell’Istituto Ernesto de Martino e del Comitato scientifico dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola “Piero Fornara” – ha recuperato le memorie che resistono alla modernizzazione vertiginosa della società, fatte di conoscenze e buone pratiche, folklore, tradizioni e narrazioni. E’ la memoria degli uomini e delle donne dei borghi di Madonna del Sasso raccolta attraverso interviste orali e documentazione d’archivio, in una ricerca che rivela a un tempo presente inquieto “un capitale di saperi che è la sostanza di parte dell’identità locale trascorsa e il tramite interpretativo delle evoluzioni odierne”. Le vicende di contadini, migranti, scalpellini, streghe, partigiani si sommano a un bagaglio ricchissimo di tradizioni, leggende, filastrocche, inquietudini, speranze. In questa raccolta di testimonianze si incontrano storie di ” fisica” e stregoneria, di donne e uomini in grado di “segnare “ malattie o di preparare medicamenti naturali, dell’abilità nel taglio e nella lavorazione del granito, affrontando una vita dura, spesso di miseria ma che poteva riservare anche momenti di scoperta, stupore, meraviglia. Questo è il “sapere che resta”, un patrimonio culturale da non disperdere e da far conoscere. Filippo Colombara non è la prima volta che si cimenta con le storie di questa comunità cusiana, raccontata in passato nei libri “I paesi di Mezzo, storie e saperi popolari a Madonna del Sasso” (Istituto Ernesto de Martino) e “Pietre bianche: vita e lavoro nelle cave di granito del lago d’Orta” (Alberti, Verbania 2004) .  Oltre a questi lavori lo studioso di storia e cultura dei ceti popolari ha indagato con le sue numerose pubblicazioni la storia del movimento operaio e della Resistenza pubblicando, fra l’altro, “La terra delle tre lune. Classi popolari nella prima metà del Novecento in un paese dell’alto Piemonte. Prato Sesia: storia orale e comunità” (Vangelista, Milano 1989), “Pippo Coppo. Conversazioni sulla guerra partigiana”(Fogli Sensibili,1995), “ Uomini di ferriera. Esperienze operaie alla Cobianchi di Omegna”(Alberti,2006),“Vesti la giubba di battaglia: miti, riti e simboli della guerra partigiana” (DeriveApprodi, Roma 2009), “Giorni di resistenza e libertà. Colloqui sulla vita, la morte, la guerra con tre uomini della Beltrami” (Istituto Ernesto de Martino,2015),“Raccontare l’impero: una storia orale della conquista d’Etiopia (1935-1941)” (Mimesis, Udine-Milano 2019).

Marco Travaglini