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L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Emma Stonex “I guardiani del faro” -Mondadori- euro 19,00

Che l’autrice Emma Stonex (nata nel Northamptonshire nel 1983) abbia un legame particolare con i fari e la loro magia è più che evidente; è sbocciato fin da quando era piccola e trascorreva le vacanze in Cornovaglia e sull’isola di Wight. Oggi vive con il marito e le 2 figlie a Bristol e, dopo un’importante esperienza come editor in una prestigiosa casa editrice, ha deciso di dedicarsi totalmente alla scrittura con questo romanzo che ha spopolato alla Fiera del libro di Francoforte.
Leggendolo capirete subito il perché di tanto successo. E’ una storia intrigante imbastita intorno alla solitudine, ai rimpianti, ai segreti e alle bugie che si dicono per mettere al riparo le persone che amiamo. E’ ispirato a un fatto di cronaca vero, la misteriosa e inspiegabile scomparsa dei 3 guardiani di un faro su un’isola della Scozia nel 1900.
A questo si è ispirata la scrittrice inglese che ha ambientato lo stesso fatto inquietante nel 1972 al largo della Cornovaglia, a 15 miglia di distanza da Land’s End (praticamente al confine estremo di quella parte di mondo), nel Faro di Maiden Rock, dove i 3 custodi di turno sembrano svaniti nel nulla.
Questo non è un faro qualunque o come quelli della terraferma: è soprannominato Scoglio della Fanciulla e sorge in tutta la sua altezza su uno spunzone di terra in mezzo al mare e «…non hai mai visto una tempesta finché non ci sei stato in mezzo, lì, in mare aperto: il faro pare sbriciolarsi sotto i tuoi piedi per essere spazzato via dalle onde».
A guardia di questo remoto avamposto dovrebbero esserci il primo guardiano Arthur Black –grande esperienza e bravura nel suo lavoro- ,il primo assistente William Walker detto “Bill” e il secondo Vincent Bourne. Quando arriva il collega per un cambio, dei 3 uomini non c’è alcuna traccia, la porta del faro è chiusa dall’interno, dentro tutto è in ordine, gli orologi sono fermi tutti alle 8,45 (dettaglio da non dimenticare) ma non si palesa anima viva. Che fine possono aver fatto i 3 uomini è un mistero irrisolto ancora 20 anni dopo, quando troviamo le loro donne che hanno cercato di andare avanti da sole con quel buco nell’anima e senza saper dove siano finiti.
A riagitare le acque nel 1992 arriva l’affermato scrittore di romanzi di avventura e marinareschi Dan Sharp, che vuole farne materia del suo prossimo best seller.
Contatta personaggi legati agli uomini scomparsi, a partire dalle loro compagne, Helen, Jenny e Michelle. Sono rimaste tutte nei cottage messi a loro disposizione dalla Compagnia Trident House che ha provveduto al sostentamento delle vedove dei suoi 3 dipendenti. Ma la tragedia che ha straziato le loro anime, anziché unirle, le ha viste ritirarsi ognuna nel proprio guscio di dolore. Daniel Sharp le incontra e si fa raccontare le loro diverse versioni. E qui la bravura della Stonex scende in campo a tutto tondo. E’ magistrale il modo in cui riannoda i fili delle vite delle 3 coppie e porta a galla vissuti anche travagliati. Ed ecco venire a galla segreti, dolori strazianti e insuperabili, tradimenti, incomprensioni e solitudini, sensi di colpa e rabbia, paure e tantissimo altro….

Jazmina Barrera “Quaderno dei fari” -La Nuova Frontiera- euro 15,00

Questo è un affascinante viaggio letterario nelle pagine di grandi autori classici che hanno sviluppato pensieri ed emozioni collegate ai fari e al loro intrinseco fascino misterioso. Ed è la colta testimonianza di come questa scrittrice messicana (nata a Città del Messico nel 1988) abbia da sempre sviluppato una profonda fascinazione per le ammalianti torri che indicano la rotta e la salvezza ai naviganti; lighthouses che in inglese vuol dire “le case della luce”. Con l’animo della collezionista, la Barrera ne ripercorre la storia partendo dall’antichità e dai miti.
Dai Maya ai Greci che per primi diedero il nome di fari alle torri accese citate nell’Iliade di Omero: «….Fuoco che segnala la fine del mare.»
Fari e mare indissolubilmente collegati tra loro e allo stesso tempo contrapposti: «Non si può pensare il faro senza il mare. Perchè sono un tutt’uno, ma opposti. Il mare si espande verso l’orizzonte, il faro punta verso il cielo. Il mare è movimento perpetuo; il faro è una vedetta congelata. Il mare è volubile “un campo di battaglia di emozioni” dice Virginia Woolf. «Il faro è un signore stoico, irremovibile…….». Quelli più antichi conservatisi fino ad oggi risalgono al Medioevo, quando ad averne cura erano i monaci.
Poi l’autrice rintraccia gli innumerevoli fari citati nelle pagine di autori come Walter Scott, Lawrence Durrel, Virgina Woolf con il suo romanzo “Gita al faro”. E ancora, Robert Louis Stevenson che discendeva da una stirpe di ingegneri che misero in campo le loro conoscenze e osservazioni empiriche sui moti delle maree, l’altezza delle onde, la profondità dell’acqua, l’inclinazione del suolo e la configurazione della costa. Suo nonno ebbe il merito di aver edificato il primo faro lontano dalla costa, su uno scoglio affiorante in mezzo all’oceano, Belle Rock, che si diceva abitato dallo spirito del fantasma di un pirata.
Ed è solo la punta dell’iceberg del profondo viaggio in cui l’autrice –che colleziona anche antiche mappe dei fari disseminati nel mondo- vi conduce.

Sarah Langan “I buoni vicini” -SEM- euro 18,00

Benvenuti nel tranquillo quartiere da cartolina alla periferia di Long Island, Maple Street, quieta e sonnacchiosa enclave borghese i cui abitanti sotto la superficie nascondono lo sporco di inganni, cattiverie, capricci e insensibilità verso il prossimo. E’ in questo tran tran opaco ma rassicurante che nel 2027 irrompono i nuovi arrivati. Sono la rock star Arlo Wilde, la moglie Gertie ex reginetta di bellezza e i loro figli, la preadolescente senza freni Julia e il fratellino minore Larry. Un bel cambiamento per il vicinato che si trova alle prese con un padre molto diverso dagli altri, una madre che si sente respinta dalle vicine e fa fatica a relazionarsi, e pure i loro due figli sono fuori dagli schemi del luogo. Ape regina del sobborgo è Rhea Schroeder, professoressa universitaria dal passato insondabile, di mezza età, trasformatasi nel perfetto esempio di moglie e madre dei sobborghi residenziali. Organizzatrice delle feste di vicinato, aveva assunto anche l’impegno di accogliere ogni nuova entry di Maple Steet con un cestino di cioccolatini e un profumo. E nella bellissima e impenetrabile Gertie aveva annusato un’altra outsider disadattata con la quale avrebbe potuto costruire un rapporto intimo, in cui svelare i suoi veri sentimenti. E’ lei che in un certo senso adotta senza riserve i Wilde e cerca di introdurli nella comunità. Sotto la sua ala protettrice prende soprattutto Gertie con la quale trascorre lunghi pomeriggi a chiaccherare, alla quale fa un sacco di confidenze fino a riuscire a smussare la diffidenza della nuova arrivata.
Questo almeno è quanto accade in un primo tempo, poi inspiegabilmente anche Rhea allontana la nuova vicina escludendola dai party che organizza.
Poi irrompe l’imprevisto nel bel mezzo dei festeggiamenti per il 4 luglio. Una gigantesca voragine si apre di colpo e senza preavviso, un baratro profondo una cinquantina di metri che inghiotte un pastore tedesco e scatena l’allarme tra gli abitanti di Long Island. Non è la prima e non sarà l’ultima delle doline che scuotono Maple Street, dando la stura a una serie di eventi e di nodi che vengono al pettine.

Lorenza Gentile “Le piccole libertà” -Feltrinelli- euro 17,00

Protagonista è la 30enne Olivia, ancora precaria in un’azienda che produce barrette energetiche, amata dai genitori che su di lei hanno puntato tutto. E’ fidanzata con Bernardo, bello, intraprendente e in carriera, votato al successo, e stanno per sposarsi. Sembra una vita quasi perfetta, invece nel profondo della sua anima albergano paure, insicurezze, dubbi e indecisioni. Cerca di rimediare alla sua irrequietezza ricorrendo ad una analista, la dottoressa Manubrio che le spiega l’arcano: la vita è come il mare e bisogna imparare ad andare sul surf.
Tutto cambia quando le arriva la lettera della zia Vivienne, di cui si erano perse le tracce 16 anni prima, dopo un acceso confronto col fratello, il padre di Olivia , alla morte della loro madre.
Non si è mai scoperto cosa provocò l’irrimediabile rottura tra i due, ma i ricordi che Olivia ha della zia sono felici. Vivienne, magra, energica, ciglia lunghe, occhi nocciola, un caschetto di capelli biondi poi diventati bianchi era solita arrivare con un baule stracolmo di libri e vestiti fuori dall’ordinario. Una zia decisamente eclettica che da giovane era stata una modella, sempre infelice in amore, e aveva attraversato varie fasi di interessi: dall’astrologia all’ambientalismo, dall’essere vegetariana ad andare a soccorrere una famiglia di elefanti nel Serengeti, ossessionata dalle storie e dalla vita di Karen Blixen. Agli occhi del fratello, una superficiale volubile; invece grondante fascino per la nipote. Nella lettera la zia chiede a Olivia di raggiungerla a Parigi, e le dà appuntamento davanti alla celebre e storica libreria Shakespeare&Company. Sulla Rive Gauche, fondata nel 1919 da Sylvia Beach e nella quale transitarono alcuni degli scrittori più importanti del 900, tra i quali Ezra Pound, Ernest Hemingway e James Joyce. Olivia decide di partire, ma resta alquanto spiazzata quando la zia non si presenta all’appuntamento.
Di lì in poi, a Olivia è imposta una sola regola: aiutare in libreria e leggere un libro al giorno. Così trascorre giorni e notti tra gli storici scaffali, tra appassionanti letture, turni di lavoro e avvistamenti presunti di Vivienne. Soprattutto, Olivia conosce e frequenta un gruppo di pittoreschi artisti bohémienne in cerca di fama e successo, che fanno base proprio alla Shakespeare&Company. Ed ecco svilupparsi sotto gli occhi del lettore la profonda trasformazione emotiva della protagonista, che rinasce, opera scelte importanti e si avvia sul sentiero che conduce alla formula per trovare la felicità.

La classifica delle “delusioni letterarie del 2020”: conferme e sorprese!

A volte capita che un libro ci deluda, soprattutto quando nei suoi confronti abbiamo molte aspettative, dovute, soprattutto, all’imponente campagna pubblicitaria che ne ha preceduto l’uscita:

l’anno scorso abbiamo provato a chiedere ai lettori di esprimersi in proposito, indicando quale fosse il romanzo uscito negli ultimi anni, che maggiormente li aveva delusi; vista l’attenzione suscitata dalla domanda e la massiccia partecipazione alla discussione seguente, abbiamo pensato di riproporla, limitandola però ai romanzi usciti nel 2020, per far sì che questo tipo di indagine diventi un appuntamento fisso e un modo per sondare, direttamente, la reazione dei lettori nei confronti di pubblicazioni oggetto di diffuse e sovente martellanti, campagne di marketing.

Quindi, alla domanda, quale romanzo uscito in Italia nel 2020 vi ha maggiormente deluso, la nostra community (unlibrotiral’altroovveroilpassaparoladeilibri)ha risposto votando Come Un Respiro, di Fernan Ozpetek come libro meno convincente dell’anno: non è stata esattamente una sorpresa, perché già nelle molte discussioni dedicate al titolo in questione, la perplessità di chi lo aveva trovato noioso e poco incisivo era emersa più volte; secondo posto per Riccardino, Camilleri, anche questo ampiamente citato nel sondaggio precedente, sull’onda dell’emozione per la scomparsa dello scrittore e dello sconcerto per non aver ritrovato, nella sua ultima opera, atmosfere e soluzioni narrative riconducibili ai più celebri episodi della saga del Commissario Montalbano, saga che si conclude proprio con Riccardino; terzo posto, abbastanza a sorpresa in questo caso, per Piano Nobile, ultima fatica letteraria di Simonetta Agnello Hornby, scrittrice in realtà molto apprezzata e amata dai lettori del nostro gruppo, che però hanno sottolineato come Piano Nobile manchi di coinvolgere e interessare pienamente, a differenza degli altri titoli della scrittrice.

La classifica prosegue con altri titoli più o meno noti e già abbondantemente discussi: la prima “delusione” tra gli scrittori stranieri è quella di Haruki Murakami, col suo Abbandonare un gatto.

L’articolo è aggiornato con i dati del sondaggio al 25 luglio 2021

 

La collina e le sue storie

La collina piemontese (e non solo) con le storie, la cultura (e le colture), le tradizioni, i paesaggi di chi la vive sono al centro di un interessante progetto editoriale, ‘Storie di collina – Spirito d’estate’ di recente pubblicazione per i tipi della Neos, casa editrice torinese concentrata sul territorio.

Il lavoro, che raccoglie racconti di Mara Barazzutti, Elena Biondo, Luca Borioni, Luisella Ceretta, Giovanni Casalegno, Graziella Costanzo, Valeria De Cubellis, Emanuele Di Nunzio, Franco Francescato, Renato Graziano, Licia Guiati, Riccardo Marchina, Gianni Miglietta, Giuseppe Milano. A coordinare è Riccardo Marchina, al quale abbiamo posto alcune domande.

Come è nato questo progetto?

La collana “Spirito d’estate” è nata 4 anni fa da una chiacchierata con l’editore, con cui abbiamo concordato l’esigenza di uscire con un’antologia, estiva, possibilmente scanzonata, ma che calasse la lente d’ingrandimento su determinati scenari estivi. La prima edizione è stata Amore e mistero sotto l’ombrellone. La seconda, dedicata all’erotico, con La stagione piccante; mentre la terza, Effetto notte era dedicata alle serate estive. Quest’anno, abbiamo voluto come contesto la Collina.

In che modo si articola?

Sono 14 storie minime di vita vacanziera e collinare per altrettanti autori, sviluppate sulle colline, in prevalenza del Piemonte, con sconfinamenti anche in Veneto e Toscana maremmana.

In quali paesaggi collinari vengono ambientate le storie?

La Collina di Torino tra Pino e Baldissero; le colline di Castelnuovo Don Bosco; il basso Monferrato del Barolo e del Barbaresco; la Langa Monregalese; i colli di Nizza, La Morra, San Damiano, Moncucco Torinese, persino la Collina vicino a Bussoleno, in Val Susa.

Come mai c’è una ‘deviazione’ in Veneto ed in Toscana?

In linea di massima perché ho lasciato libertà di espressione agli autori. Elena Biondo, di San Mauro, ambienta la sua storia nella festa della vendemmia a Conegliano del Valdobbiadene, chiamata La Galzega. Io parlo delle colline del Morellino di Scansano e di un colpo di sole alle terme di Saturnia, paradiso, si fa per dire di coatti romani e fiorentini.

Cosa si è voluto soprattutto descrivere della collina piemontese?

La location per ristoranti, la villeggiatura da vecchie zie e parenti, l’amore per la bicicletta e le salite di collina, il vino e le masche

Si sente l’influenza di autori che hanno raccontato la collina del Piemonte come Pavese, Lajolo o Fenoglio?

Direi una forte impronta la lascia Pavese che sosteneva che la Collina è un modo di vivere. I protagonisti, direi tutti, più che visitatori passivi, diventano protagonisti dei colli che frequentano, ne captano lo spirito

 

Può darci qualche cenno sugli autori del libro?

Molti sono collinari. Il sottoscritto vive a Pino Torinese, la collina della città; Giovanni Casalegno è di Moncucco e per altro è anche un assiduo ciclista; Giuseppe Milano è di Castelnuovo don Bosco… Elena Biondo è di San Mauro e la Collina la vede dal basso. Emanuele Di Nunzio è un torinese, ma che vive sui colli romani. Sono tutti autori che hanno già pubblicato parecchio e che sono scafati.

Nelle storie c’è un rapporto tra le colline ed il vino ?

Il vino è fuga, spensieratezza, alle volte calata in contesti famigliari invece più pesanti o articolati. Il vino è vendemmia, festa di paese, sbornia nel caldo della festa di nozze, il sogno impossibile, che si consuma in un bicchiere

 

A queste storie di collina se ne aggiungeranno altre?

Sì ci sono le storie esportate dalla città, fallimenti lavorativi o coniugali. La collina è un mondo per ricaricarsi, è fuga. La collina è soprattutto il mistero della natura e dei suoi fantasmi, primi tra tutti le masche, che appartengono all’immaginario piemontese, ma non solo. In Toscana ne troviamo una maremmana che assomiglia di più alle streghe lucane di Carlo Levi.

 

Riccardo Marchina, classe 1972, è giornalista e scrittore in prevalenza nell’ambito del sociale. Ha pubblicato i romanzi: La piazza della zingara, 2010; L’agenzia dei segreti precari, 2011; I balconi del levante 2016; Lo squalo delle rotaie 2018; Zeus ti vede 2021; e la raccolta di racconti Ballata per le spose, 2012, per Neos edizioni. Ha poi partecipato alle antologie: Natale a Torino 2012, 2013, 2014, 2016, 2019, 2020; Brindare alla vita, 2015, Pagine di viaggio 2017 e 2018, sempre per lo stesso editore. E’ il curatore dell’antologia “Spirito d’estate”, giunta alla quarta edizione.

Nel 2016, ha pubblicato anche Fermata alla stazione di Portbou, con un altro editore.

Ha vinto una decina di premi letterari, tra i quali Multietnicità e intercultura” della città di Roma con “Ballata per le spose”, nel 2014 e diverse edizioni di “Amico Rom” della presidenza della Repubblica, dal 2007 al 2011.

Massimo Iaretti

 

La rassegna mensile dei libri / Luglio 2021

Luglio si conclude all’insegna di Valerie Perrin: è lei infatti, con il suo Tre (E/O), la scrittrice più letta e commentata nel gruppo FB Unlibrotiral’altroovveroilpassaparoladeilibri;

al secondo posto troviamo Abbandonare un gatto (Feltrinelli), recente pubblicazione a firma di Haruki Murakami ma questa volta la discussione espone più che altro perplessità da parte dei lettori che non hanno trovato questo libro troppo riuscito e convincente; terzo posto per un classico intramontabile, Il Giovane Holden di J.D. Salinger che, complice un’interessante recensione, torna a far parlare di se in occasione dei 70 anni dalla sua pubblicazione.

 

Andar per libri e non solo

A San Diego, in California, sono stati assegnati i Premi Eisner e il premio come miglior romanzo grafico è andato, quest’anno a Ed Brubaker e Sean Philips per Pulp, edito in Italia da Panini: altre opere premiate Remina di Junji Ito (in Italia pubblicato da Star Comics) e La Solitudine del Fumettista Errante, splendida autobiografia di Adrian Tomine, pubblicata in italiano da Rizzoli. Per l’elenco dei premi e delle categorie, visitate il sito della manifestazione.

 

 

Sempre rimanendo in tema di premi letterari, Il Passaparola Dei Libri annuncia la sua collaborazione con il Premio Boccaccio, che verrà consegnato l’11 settembre a Certaldo: maggiori informazioni nella rubrica del mese prossimo.

 

Speciale Case Editrici Nua Edizioni

 

Lo speciale del mese è dedicato alla casa editrice fondata da Barbara Cinelli, che occupa già un posto di tutte rispetto nel panorama dell’editoria indipendente e può contare sui nomi più interessanti della narrativa contemporanea italiana e straniera, come Paolo La Paglia, Soren Petrek e Linda McHugh.

 

Oltre all’intervista alla fondatrice potrete leggere su novitainlibreria.it approfondimenti sulle nuove uscite e le interviste agli autori di spicco come Paolo La Paglia, autore di quel Post Mortem che ha rappresentato un vero e proprio “caso letterario”, nell’anno passato.

 

Incontri con gli autori

Nel mese di luglio Novità in libreria ha intervistato per voi gli scrittori Nico Priano, autore di Prima Che il Buio (Nua Edizioni, 2021) e Roberto Contu, autore de La Tigna (Castelvecchi 2021).

 

Per questo mese è tutto,  vi invitiamo a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

A Bardonecchia Quaglieni presenta “La passione per la libertà”

Martedì 3 agosto alle ore 17,30 a Bardonecchia (Palazzo delle Feste), avverrà  in anteprima nazionale la presentazione del libro di Pier Franco Quaglieni “La passione per la libertà. Ricordi e riflessioni”, Buendia Books, 2021, con copertina di Ugo Nespolo.

Interverranno, con l’autore, Giampiero Leo, Maurizio Ceccon, Francesca Mogavero. Introdurrà Giuseppe Piccoli.
Nel libro l’autore rievoca figure di personaggi dell’Ottocento, del Novecento e della contemporaneità, affronta temi controversi della storia italiana,  scrive pagine  autobiografiche che ripercorrono anche la storia liberale della sua famiglia. Il suo è un invito al rispetto di tutte le idee, un grido d’allarme per il presente e per il futuro lanciato da un uomo di cultura indipendente da ogni consorteria.

Le storie di Boscobello. Quando la narrazione aiuta a crescere

LIBRI  / “Le storie di Boscobello” ( Edizioni Press Grafica,2020) scritte da Maria Carfora, maestra in pensione nata a Palermo, cresciuta a Novara e impegnata nelle scuole ossolane di Calasca Castiglione, Ponte di Formazza e Villadossola, non lasciano indifferente il lettore, a prescindere dall’età.

E’ un esempio, non comune, di libro intelligente, utile e piacevole. In puro spirito rodariano, Maria Carfora lo ha scritto durante il lockdown dello scorso anno, immaginando una realtà quasi magica, ideale per viverci. A Boscobello c’è tanta natura, gli animali ( che sono i protagonisti come nelle favole di Esopo e Fedro o La Fontaine) vivono le loro differenze in armonia, non ci sono auto e ci si sposta solo in bici, ognuno può scegliersi il lavoro che preferisce e non circola denaro perché “tutti possono avere tutto, collaborando tra loro e aiutandosi reciprocamente, perché ogni abitante mette a disposizione di tutti la propria bravura, abilità e conoscenza”. Nelle storie che vi si sviluppano l’autrice riesce nel non facile e per nulla scontato intento  di mescolare con grazia un interessante e sano intento pedagogico, una capacità narrativa e una esigenza “didattica” arrivando a proporre qualcosa di veramente bello e utile. Ogni racconto si apre con un disegno da colorare e nella storia ci  spunti su cui riflettere, lasciando a chi legge il tempo per farlo. Nelle nove storie del libro prende corpo il desiderio e la curiosità dei protagonisti di conoscere il mondo in cui vivono, con tutti i problemi della quotidianità, i momenti belli e quelli difficili e complicati imposti dalle restrizioni rese necessarie dalla pandemia (l’invasione dei “cornettini” che immaginiamo parenti prossimi del virus che abbiamo imparato a conoscere e con il quale ci stiamo tuttora confrontando). Realtà, fantasia e razionalità convivono nelle storie della famiglia composta da topi, tra gli uccelli che sapranno superare i pregiudizi e riconoscere il valore delle diversità che non sono mai un ostacolo davanti all’amore, l’anatroccolo Pallino che ritrova fiducia dopo aver sconfitto le discriminazioni che lo amareggiavano facendo intendere a tutti che le differenze rendono unici e insostituibili e, in fondo, sono un valore aggiunto e non uno svantaggio. A volte ci si perde di vista e i fatti della vita allontanano come accade ai gatti Matilda e Camillo ma l’amicizia e il caso ( o forse il destino) possono riunire e rendere nuovamente complici. Stupende le vivaci farfalle che si sono viste assegnare a ogni colore un’emozione così da renderle uniche. Ovviamente non sempre si sa come finiscono le storie perché occorre viverle per scoprirlo ma anche questo è il bello del racconto. Ognuno può metterci del suo, come i protagonisti ( e sono tanti) che in “Aiuto..piove!”, l’ultima storia, raccolgono le idee “antinoia” scrivendole ognuno su un foglio che, ripiegato, verrà deposto in una grossa scatola di legno a scuola, in attesa di poterle condividere. “Le storie di Boscobello” si leggono in un fiato e, leggendole, si imparano molte cose, iniziando dal significato di alcune parole e concetti molto importanti. Come già fece Gianni Rodari anche la maestra Maria ( che non è una “ex” perché maestri si rimane tutta la vita quando si ama così il proprio lavoro) ha dato un contributo a quel filone di pedagogia letteraria che, descrivendo situazioni reali con un linguaggio comprensibile anche ai più piccoli, solleticando la fantasia, fa leva sulla giusta convinzione che a un bambino si possa parlare di tutto, se si sanno usare le parole giuste. E, in ultimo, un grazie di cuore a Maria Carfora per aver dedicato questo suo importantissimo lavoro ai cinque nipoti e “a tutti quei bambini a cui nessuno ha raccontato o letto una storia”.

Marco Travaglini  

“Carte da decifrare” Letteratura e Musica al Roccolo di Busca

Giovedì 29, venerdì 30, sabato 31 luglio Busca (Cuneo) Quarta edizione

Tre imperdibili appuntamenti di letteratura e musica dal vivo. Il Parco ed il neogotico Castello del “Roccolo”, fatto costruire a Busca (Cuneo) a partire dal 1831 dai marchesi Tapparelli d’Azeglio e in cui soggiornarono, fra gli altri, Silvio Pellico, re Umberto I e la  regina Margherita, sono pronti ad accogliere, in sicurezza, la quarta edizione della rassegna “Carte da decifrare”. Tre le date da annotare in agenda: giovedì 29venerdì 30 e sabato 31 luglio. Sempre ad iniziare dalle 18,30, la terrazza panoramica dell’antica dimora, immersa nel verde del parco secolare, in Strada Romantica 17 (che bel nome per un civico indirizzo!), farà da suggestivo palcoscenico a scrittori e musicisti di meritata fama che si alterneranno, in reading-concerti non convenzionali, “tra parole e note che si ispirano a vicende di vita vera e vissuta”. L’iniziativa è ideata e organizzata dalla “Fondazione Artea”, in collaborazione con il “Salone Internazionale del Libro” di Torino che ne cura la direzione artistica, con il sostegno del Comune di Busca e dell’“Associazione Castello del Roccolo”, ed è realizzata con il contributo della “Fondazione CRC” e della “Fondazione CRT”.

Ai nastri di partenza la scrittrice e sceneggiatrice toscana Teresa Ciabatti, finalista al Premio Strega nel 2017, e il polistrumentista, nonché membro storico degli “Afterhours”, Rodrigo D’Erasmo che si cimenteranno, giovedì 29 luglio, in un reading tratto dall’ultimo lavoro dell’autrice “Sembrava bellezza” (Mondadori 2021), un romanzo di madri e di figlie, di amiche, “sull’impietoso trascorrere del tempo e su come, nel ripercorrerlo, si possano incontrare il perdono e la tenerezza, prima di tutto verso se stessi”Venerdì 30 luglio, invece, sarà la volta di Giuseppe Culicchia, scrittore e saggista torinese che, accompagnato dalla giovane e talentuosa violoncellista Lucia Clorinda Sacerdoni, leggerà alcuni passi del suo memoir “Il tempo di vivere con te” (Einaudi 2021), raccontando il rapporto personale con il cugino Walter Alasia, brigatista ucciso a vent’anni in uno scontro a fuoco con la polizia. Le canzoni di Lucio Battisti e le colonne sonore dei film di Stanley Kubrick, aiuteranno a ricordare che i mitici Settanta non furono soltanto anni di piombo.

Sabato 31 luglio, calerà il sipario sull’edizione 2021 della rassegna con la performance di Massimo Zamboni, ex chitarrista dei “CCCP” e dei “C.S.I.”, da tempo solista e scrittore, che porterà in scena canzoni, racconti e ricordi personali sul Novecento emiliano in “La trionferà” (Einaudi 2021). Ad accompagnare le letture dei brani, tratti dal suo ultimo romanzo e da “L’eco di uno sparo” (Einaudi 2015), il musicista e produttore discografico Cristiano Roversi, in un’epica della memoria che pone le basi per un possibile futuro. “Carte da decifrare è un format vincente – afferma Marco Pautasso, vicedirettore del ‘Salone del Libro’ e direttore artistico della rassegna – un unicum nel variegato panorama dei festival culturali italiani, perché sa far dialogare, in un originale e inconsueto sconfinamento creativo, parole e note. Queste straordinarie ibridazioni tra letteratura e musica, unite alla magia di un luogo come il Castello del Roccolo, sanno regalare al pubblico momenti di grande intensità e coinvolgimento emotivo”.

Diverse le opzioni di ingresso agli spettacoli: 6 € per il biglietto intero4 € per il ridotto (possessori tessera “Abbonamento Musei”, visitatori 15-19 anni, studenti universitari con tesserino, visitatori in possesso del biglietto per la visita guidata al Castello e Parco del Roccolo nella giornata dello spettacolo). È possibile sottoscrivere l’abbonamento alle tre serate al costo di 15 €, mentre l’ingresso è gratuito per visitatori 0-14 annidisabili e accompagnatore. I biglietti sono disponibili on line e nei punti di prevendita consultabili sul sito ticket.it. Nelle sere di spettacolo la biglietteria è aperta dalle 16.30 presso il “Castello del Roccolo”, situato in strada Romantica 17 a Busca. In caso di maltempo gli spettacoli si terranno al “Cinema Lux” di Busca in via Luigi Cadorna, 46. Per informazioni e aggiornamenti consultare il sito fondazioneartea.org e la pagina Facebook di “Fondazione Artea”.

g.m.

 

Nelle foto:

–         Giuseppe Culicchia

–         Teresa Ciabatti – Ph. Chiara   Pasqualini

–         Cristiano Roversi

“Cronaca di un amore non corrisposto”

LIBRI / A Sestri Levante viene presentato il libro del giornalista torinese Carlo Buonerba

 

Sestri Levante, la città dei due mari, affacciata sulle due meravigliose baie “delle Favole” e del “Silenzio” è stata scelta dal giornalista e scrittore Carlo Buonerba per la presentazione del suo romanzo dal titolo “Cronaca di un amore non corrisposto ( Rossini Editore ), in programma giovedì 29 luglio prossimo, alle 18.30, in piazza Ex Lavoratori F.I.T. 5, Condurrà l’incontro il giornalista e critico cinematografico Matteo Fantozzi e vi interverrà, oltre l’autore, anche lo psicologo e psicoterapeuta Giovanni Rossi, attivo nella professione a Nizza.
“Cronaca di un amore non corrisposto” rappresenta una narrazione autobiografica condotta in prima persona dal protagonista Federico Spes, ingegnere nelle comunicazioni e insegnante, da alcuni anni, in un liceo nella provincia di Milano. L’opera non vuol essere un romanzo di formazione, ma la cronaca di un amore e, in comune con questo genere letterario, di cui abbiamo esempi anche in autori stranieri come Gabriel Garcia Marquez (Cronaca di una morte annunciata), presenta la forma di narrazione storica degli eventi, qui scritti sotto forma di diario.
In realtà però in questo libro la cronaca si arricchisce di dimensioni nuove, non soltanto perché a scriverla è un collaudato e esperto giornalista, ma perché riguarda il sentimento amoroso e, di fronte a questo, il lettore non può rimanere indifferente.
La forma diaristica del libro assume anche tratti intimistici e il protagonista, alter ego dell’autore, dimostra una forte risolutezza nello scrivere i passaggi di un sentimento amoroso, che contraddistingue il suo rapporto con Raffaella e che non verrà corrisposto. Un amore, insomma, impossibile, che non lo condurrà, tuttavia, ad arrendersi, ma a proseguire nella sua missione.
Il sentimento amoroso guida il protagonista, gli fornisce quella energia vitale capace di accettare nuove sfide, anche in un periodo difficile come quello pandemico ( il romanzo inizia ad essere composto nel 2019 e termina nell’aprile del 2020). La scrittura, come per altri autori, anche per il protagonista e per il nostro scrittore, diventa uno strumento per destare l’attenzione dell’amata e per riflettere sulla nascita di un sentimento, quello amoroso, su cui tanti pensatori, in epoche diverse, si sono interrogati.
Il protagonista Federico Spes pare a tratti dimostrarci che il confine tra il sentimento amicale e quello amoroso tra un uomo e una donna può diventare labile e che nella società contemporanea i rapporti interpersonali non risultano sempre facilitati dalle modernissime tecnologie. La messaggistica, come quella WhatsApp, a differenza delle telefonate e dei colloqui dal vivo, può ingenerare a volte equivoci, sia in campo professionale sia quello privato, e in questa società che il sociologo Bauman aveva definito sempre “più liquida”, anche le espressioni più semplici e gentili possono venire fraintese.
Tuttavia l’eredità che lascia un amore non corrisposto rimane presente non solo nell’arricchimento che un simile sentimento può apportare nel protagonista, ma anche nell’insegnamento che gli fornisce, spronandolo a non abbandonare mai il cammino, anche quando questo risulta irto e difficoltoso, perché non si può raggiungere l’alba senza passare prima lungo i sentieri della notte.

Mara Martellotta

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Fabio Genovesi “Il calamaro gigante” -Feltrinelli- euro 14,00

E’ dai tempi delle elementari che Fabio Genovesi covava l’idea di scrivere questo libro: da quando la maestra chiese di disegnare l’animale preferito e lui tratteggiò un calamaro gigante, suscitando l’ilarità dei compagni che lanciarono oggetti vari di cancelleria contro di lui e il suo disegno.
Aneddoto divertente che prelude a 141 pagine dedicate all’animale che contiene inchiostro nero e lucido, molto più che un fantastico parto della fantasia dello scrittore toscano.
Genovesi imbastisce la sua vera storia e quella delle persone che nei secoli hanno creduto nella sua esistenza, l’hanno cercato o incontrato di persona.
Il romanzo è anche un inno al mare, che è al centro del mondo, occupa i tre quarti del pianeta che chiamiamo terra, ma che sarebbe più onesto chiamare mare.
Di lui «..non sappiamo nulla» è l’incipit del libro che smaschera subito la nostra ignoranza; perché anche se pensiamo di conoscerlo, in realtà ne vediamo solo la superficie. La verità è che più della metà del mare ha fondali profondi oltre 3000 metri… e forse conosciamo meglio la superficie di Venere che non le immense meraviglie subacquee.
Genovesi ci incanta con le storie di antiche navi; come l ‘Alecton che un secolo e mezzo fa avvistò una cosa immensa come l’orizzonte, anzi «… è proprio l’orizzonte intero. Smisurata e scura, affiora e sparisce, affiora e sparisce».
Il capitano Bouyer e i 66 uomini dell’equipaggio, che erano anche militari, si avvicinarono alla misteriosa “cosa” e la presero a cannonate. Ma lei sparì, per poi spuntare di nuovo e infine avvolgere la nave.
«E’ molle, immensa, e forse ingoierà la nave come ha ingoiato le palle di cannone, le fucilate e ora gli arpioni, che le passano attraverso, ci spariscono dentro e chissà dove finiscono».
Il resto sono pagine che testimoniano avvistamenti di polpi giganti, ritrovamenti affascinanti di reperti preistorici. Storie di pescatori ed esploratori, pericoli scampati dai marinai di tutte le epoche, avvistamenti di simil-calamari lunghi anche 17 metri, da una parte all’altra del mondo, da Terranova alla Nuova Zelanda.
Un libro destinato ad affascinare non solo chi ama il mare, perché passando per un autobiografismo leggero, veleggia verso piccole dosi di leggenda, diventa metafora dell’avventura, dell’invenzione, dell’attrazione per il nuovo e l’inspiegabile.

Melissa Da Costa “I quaderni botanici di Madame Lucie” – Rizzoli- euro 18,00

Questo è il secondo romanzo della scrittrice francese, che nella vita è anche addetta alla comunicazione in ambito energetico e climatico.
Protagonista è la 30enne Amande Luzin, distrutta dalla morte improvvisa dell’amato marito Benjamin -col quale aveva vissuto 4 anni di profondo amore- e dalla traumatica perdita -all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza- della bambina che aspettavano e che avrebbe dovuto chiamarsi Manon.
Due lutti devastanti che spingono Amande a rifugiarsi lontana da tutto e da tutti in una casa sperduta nella campagna dell’Auvergne.

Si chiude al buio e rifugge luce e qualsiasi contatto umano; perché solo così, in questa sorta di rifugio, a poco a poco inizia ad elaborare il lutto che ha schiantato la sua anima e la sua vita.
Poi qualcosa accade ed ha del prodigioso.
Nella casa che era di Lucie -anziana signora morta qualche anno prima, ereditata e affittata dalla figlia- Amande trova i calendari in cui la padrona di casa aveva accuratamene annotato tempi e metodi per rendere rigoglioso il giardino ….e molto altro.
Madame Hugues, con calligrafia arrotondata ed elegante, aveva riempito 10 anni di calendari e della sua vita. Appunti e indicazioni semplici, come l’arare il terreno, quando e cosa seminare, e anche alcune ricette per preparare torte e marmellate.

Madame Lucie conosceva tutto dei ritmi della natura, della terra e della luna che la governa silenziosamente e il suo lascito finirà per avere una sorta di potere terapeutico su Amande e il suo strazio.
Immersa in un dolore senza fondo, nel più assoluto silenzio e isolamento, Amande aspetta, impara, legge le indicazioni della precedente inquilina e inizia a seguirle.

A poco a poco – tra immersione nella natura, ricordi di Ben e della loro magnifica storia, timidi contatti con i suoceri e accettazione della gravidanza della cognata- Amande impara a convivere con la perdita e, a piccoli passi e piccole semine, riesce ad assorbire il devastante dolore, e si riapre alla vita.

Un bellissimo racconto dell’anima che tocca corde profonde in ognuno di noi…e ci svela come coltivare la terra offra col tempo l’appiglio per riparare le ferite inferte dalla vita e dal destino.

 

Aldo Cazzullo “Le italiane” – Solferino- euro 18,00

Lo scrittore, inviato ed editorialista del “Corriere della sera”, in questo libro ci racconta l’italico paese salvato dalle donne e compone una carrellata di nomi eccellenti che hanno segnato pagine importanti della storia del nostro paese. Stato che è ancora maschilista sullo sfondo di un’Europa che invece alle donne ha offerto incarichi al vertice: la Merkel a capo del governo tedesco, Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea e Christine Lagarde della Banca Centrale
In Italia siamo lontani da queste mete, ma ciò non toglie che anche noi abbiamo avuto e abbiamo tutt’ora le nostre eccellenze.
Convinto che siano le donne a custodire l’identità italiana, Cazzullo ripercorre le vite di donne di spicco. A partire dalle centenarie Rita Levi Montalcini e Franca Valeri, Franca Ciampi e Marida Recchi; donne di cui riassume esistenze e gesta. Ma è affascinato anche dalla sorprendente longevità di nonnine straniere che hanno spento 122 candeline come la francese Jeanne Calment, o119 come l’americana Sarah Knauss….primati ai quali nessun uomo si è ancora mai avvicinato.

Poi scorrono le imprese di giovani coraggiose e dalla tempra d’acciaio, come Bebe Vio mai arresasi all’infermità; le olimpioniche tra cui Valentina Vezzali e Federica Pellegrini; e ancora il fenomeno Chiara Ferragni che -piaccia o meno- si è inventata un lavoro che non c’era diventando una sorta di idolo dalla vita fiabesca a cui si ispirano frotte di followers.
Non dimentica le attrici: da Monica Bellucci a Laura Morante e Vittoria Puccini, passando per Stefania Sandrelli ed altre icone che ha conosciuto e intervistato. Racconta anche le cantanti, le donne di potere e sante ed eroine in ordine sparso.
Tra le pagine più interessanti, quelle dedicate a donne che si sono mosse brillantemente nel mondo della cultura, con intelligenza e lungimiranza.
Da Inge Feltrinelli, la cui vita incredibile ha attraversato la tragedia della morte violenta del marito, ma le ha anche messo lungo la strada incontri unici. Con geni come Gabriel García Márquez, con leader come Fidel Castro e l’affascinante presidente americano John F.Kennedy che fotografò dopo essersi imbucata a una festa.
La scommessa editoriale vinta da un’altra donna fenomenale, la siciliana Elvira Sellerio. E gli aneddoti fanno luce anche sulle vite di scrittrici, tra le quali, Dacia Maraini e Fernanda Pivano che tradusse e fece conoscere in Italia i massimi scrittori della Beat Generation e fu amica di Ernest Hemingway.

Camilla Läckberg “Il gioco della notte” -Einaudi- euro 14,00

Al centro dell’ultimo libro della giallista svedese, sempre in cima alle classifiche, questa volta ci sono 4 adolescenti parecchio problematici e …pericolosi.
La storia è ambientata durante una festa di Capodanno a Stoccolma, nel quartiere più lussuoso della città che vanta ville magnifiche.
Un ambiente dorato nel quale sono cresciuti Liv, Max, Martina e Anton, che stanno festeggiando a casa di Max; mentre nella villa accanto i loro genitori si lasciano andare ad alcol ed eccessi vari.
Quello che immortala qui la scrittrice è un mondo di ricchi privilegi, ma anche noia, sballo, desiderio di emozioni forti e brivido. E dietro i lustrini e i discorsi vuoti si apre il baratro della decadenza morale di una classe sociale che brilla quanto ad apparenza, ma dietro le quinte nasconde l’incapacità di relazione autentiche.

E’ con un fine scandaglio psicologico che la Läckberg imbastisce una trama in continuo crescendo di suspence.
Max è il leader del gruppo, figlio di un ricco banchiere, è fidanzato con la popolare e desiderata Martina, bella, bionda, e popolare sui social.
Poi c’è Anton che vive all’ombra di Max, ed è innamorato di Liv, che a sua volta è l’appendice della più brillante Martina.
Hanno tutta la vita davanti, ma ognuno di loro cova qualche segreto dietro le apparenze; uno è il più terribile di tutti, quello che ha profondamente danneggiato Liv.

La serata festaiola inizia con giochi banali per ammazzare il tempo, alcol, scommesse e qualche cattiveria. Poi dopo numerosi shottini il gioco “Obbligo o verità” fa virare l’atmosfera. Tutto cambia quando Liv lascia andare gli argini e racconta agli amici il buco nero della sua vita.
E’ l’inizio di una sorta di resa di conti in cui questi giovani, cresciuti nel lusso materiale, ma nel deserto affettivo, svelano i tristi retroscena delle loro vite.
Emerge, potente e corrosivo, tutto il loro odio per quei genitori vuoti e disattenti che si beano delle loro aziende, delle macchine, dei viaggi e spettegolano su quelli che ritengono dei falliti.
In realtà tra questi adulti ci sono familiari violenti o complici della violenza, altri alcolizzati, altri ancora
dediti a tradimenti coniugali, e poi bancarotte e debiti abissali. E da queste rivelazioni scatta l’idea di un finale che lascio a voi scoprire.

Quel “Mal d’Africa” compagno di strada di Angelo Ferrari

LIBRI / Nel Giardino di “Casa Lajolo” a Piossasco, incontro con il giornalista dell’AGI che presenta il suo ultimo libro

Domenica, 25 luglio

Piossasco (Torino)

“C’è un pezzo di mondo che, da tempo, bussa alle nostre porte. Guerre, oppressione politica, cambiamento climatico, voglia di riscatto sociale, spingono milioni di esseri umani a lasciare la propria terra in cerca di opportunità negate. E, quasi sempre, trovano un muro a respingerli”. Il muro dell’indifferenza. E un pezzo di  mondo (neppure troppo piccolo, anzi) che si chiama Africa. E che ben conosce, in tutti i suoi aspetti e risvolti – ambientali e sociali, umani e politici, culturali e simbolici, negativi e positivi – Angelo Ferrari, giornalista dell’AGI (Agenzia Giornalistica Italia), per la quale da anni si occupa proprio di problematiche relative, in generale, al Sud del mondo e all’Africa in particolare, dove ha seguito le più grandi tragedie del Continente: dalla guerra del Rwanda a quella della Somalia, fino ai conflitti nella Repubblica democratica del Congo e in Sierra Leone. Realtà drammatiche, spesso ignorate o rimosse in tutta la loro pesante e terribile complessità. Dove gli aiuti invocati ed urlati al mondo non arrivano mai o in misura assolutamente inefficiente. E, ancor peggio, politicamente ed economicamente sfruttate dalle “parti” più ricche della Terra e da tempi che si ripetono uguali nei secoli. Di questo e del suo ultimo libro “Mal d’Africa”( pubblicato nel 2020 da Rosenberg & Sellier) parlerà Ferrari, domenica 25 luglio (ore 17), in un incontro che si terrà nel giardino di “Casa Lajolo” a Piossasco, in via San Vito, 23. Moderato da Sante Altizio, l’incontro rientra nel programma di “Bellezza tra le righe”, la rassegna firmata da “Fondazione Casa Lajolo” e “Fondazione Cosso” con il contributo della Regione Piemonte, nata “per guardare al domani con uno spirito nuovo”. La volontà è quella di condurre il pubblico in luoghi di rara bellezza, ovvero i giardini di due dimore storiche della provincia di Torino, “Casa Lajolo” a Piossasco, e il “Castello di Miradolo” a San Secondo di Pinerolo: qui, nella pace che si respira poco prima della sera, andranno in scena, fino al 17 ottobre, conversazioni con alcuni personaggi pubblici protagonisti del presente. E tale è, certamente, anche Angelo Ferrari, esperto e trascinante cantore del “pianeta Africa”, tornato a essere terra di conquista. “Dopo i conflitti – si legge nel libro – scatenati nel secolo scorso per accaparrarsi le risorse naturali del continente, ora è ‘guerra’ commerciale, ma soprattutto militare, di tutti contro tutti. L’Occidente ha deciso che è giunto il momento di arginare l’influenza cinese che ormai ha le mani su tutto il continente, nessun paese escluso. Le forze militari straniere si stanno posizionando nel Corno D’Africa, in particolare in un fazzoletto di terra: Gibuti. Le guerre economiche in Africa non si combattono solamente attraverso accordi commerciali, è diventato indispensabile, per vincere la battaglia, ‘mettere gli scarponi sul terreno’”. Quello compiuto da Angelo Ferrari e raccontato in “Mal d’Africa” è un percorso lucido e analitico sulla situazione politica ed economica odierna del Continente, che lo scrittore ripercorre, anche narrativamente, attraverso i passi dei grandi viaggiatori del passato, lungo i suoi corsi d’acqua più imponenti, attorno ai laghi prosciugati dallo sfruttamento umano e dai cambiamenti climatici e nei gironi infernali delle miniere più preziose al mondo. Un viaggio già in precedenza sperimentato da Ferrari in altri libri sull’argomento, fra cui “Hakuna Matata, la globalizzazione galoppa mentre l’Africa muore” (2002), “Africa Gialla, l’invasione economica cinese del continente africano” (2008), “Le nebbie del Congo” (2011) e “Il mondo di Jordy”, il viaggio di un reporter e un ragazzo di strada nel cuore dell’Africa (2014).

Ingresso alla dimora storica comprensivo di visita guidata 8 euro. Conversazioni e incontri comprese nel biglietto di ingresso. Biglietto ridotto 6 euro per under 25. Gratuito under 10 e “Abbonamento Musei”. Prenotazione: tel. 333/3270586 o info@casalajolo.it

g. m.