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Collodi e l’invenzione di Pinocchio

Collodi, all’anagrafe Carlo Lorenzini, nacque a Firenze il 24 novembre del 1826 e divenne celebre come autore del romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino. Il padre Domenico era un cuoco e la madre, Angiolina Orzali, una domestica, entrambi a servizio dei marchesi Ginori. Angiolina era originaria di Collodi , frazione di Pescia, nel  pistoiese.

Fu proprio il nome del paese natale della madre ad ispirare a Carlo lo pseudonimo che lo rese famoso in tutto il mondo come autore di Pinocchio. A diciotto anni il giovane Lorenzini  entrò in contatto con il  mondo dei libri come commesso nella libreria Piatti a Firenze e un anno dopo, nel 1845, ottenne una dispensa ecclesiastica che gli permise di leggere l’Indice dei libri proibiti . La passione per la lettura lo indusse a cimentarsi con la scrittura e iniziò a redigere recensioni e articoli per La Rivista di Firenze.

Allo scoppio della Prima guerra d’indipendenza, nel 1848, Lorenzini si arruolò volontario combattendo contro gli austriaci al fianco di altri studenti toscani a Curtatone e Montanara. Tornato a Firenze fondò una rivista satirica Il Lampione che subì ben presto la censura, cessando le pubblicazioni. La passione non venne meno, impegnandolo in un’intensa attività culturale nel campo dell’editoria e del giornalismo, dove si occupò di letteratura, musica e arte. Trentenne, nel 1856, durante la sua collaborazione con la rivista umoristica La Lente, iniziò a firmarsi con lo  pseudonimo di Collodi e a pubblicare i primi libri. Allo scoppio della Seconda guerra d’indipendenza non si tirò indietro, partecipandovi come soldato regolare piemontese nel Reggimento Cavalleggeri di Novara. Terminata la campagna militare fece ritorno a Firenze, occupandosi di critica teatrale. Invitato dal Ministero della Pubblica Istruzione a far parte della redazione di un dizionario di lingua parlata, il “Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze”, si impegnò con slancio e  passione in questa nuova impresa culturale. Il suo approccio al mondo delle favole iniziò all’alba dei cinquant’anni quando ricevette dall’editore Paggi il compito di tradurre le fiabe francesi più famose. Collodi non si limitò ad una pura e semplice opera di traduzione, effettuando anche l’adattamento dei testi integrandovi una morale. Un lavoro di grande interesse che venne poi pubblicato sotto il titolo I racconti delle fate. Nel 1877 apparve Giannettino, il primo di una lunga serie di testi per l’educazione dei più giovani che spaziavano dalla geografia alla grammatica e all’aritmetica .

Questa serie di libri faceva parte della Biblioteca Scolastica dell’editore Felice Paggi: un libro era venduto a due lire e, se era legato in tela con placca a oro, il prezzo saliva a tre. Sia questa serie che il successivo Minuzzolo anticiparono di fatto la nascita di Pinocchio. Il 7 luglio 1881, sul primo numero del periodico per l’infanzia Giornale per i bambini (praticamente l’archetipo dei periodici italiani per ragazzi) uscì la prima puntata de Le avventure di Pinocchio con il titolo Storia di un burattino. Due anni dopo, raccolte in volume e arricchite dalle illustrazioni di Enrico Mozzanti, le vicende del burattino che voleva diventare un bambino in carne e ossa vennero pubblicate quasi in contemporanea con la sua nomina a direttore del periodico che ne aveva anticipato il testo. Carlo Lorenzini, ormai per tutti Collodi, morì a Firenze nel 1890 dove riposa nel cimitero delle Porte Sante. Pinocchio, nonostante abbia compiuto il suo 140° compleanno, è ben vivo e vegeto: pubblicato in 187 edizioni, tradotto in 260 lingue o dialetti, protagonista di film, cartoni animati e sceneggiati, riprodotto in mille maniere. In molti hanno provato a catalogarne significati e morali per spiegarne l’incredibile longevità e freschezza. Per Italo Calvino Pinocchio è stato l’unico vero protagonista picaresco della letteratura italiana, proposto in forma fantastica; le sue avventure rocambolesche, a volte scanzonate, a tratti drammatiche, rimandano alla letteratura di genere che ebbe origine in Spagna con  Lazarillo de Tormes e il Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes, l’opera che segnò la nascita del moderno romanzo europeo.

A noi che lo incontrammo da piccoli e che imparammo ad amarlo piace pensarlo all’Osteria del Gambero Rosso, seduto in compagnia del Gatto e della Volpe, mentre fugge con Lucignolo nel paese dei Balocchi e finisce per trasformarsi, dopo cinque mesi di cuccagna, in un asinello. Mastro Ciliegia, Geppetto, il Grillo Parlante, Mangiafuoco e la Fata Turchina lo accompagnano fin quando smette di essere un burattino e diventa un ragazzo in carne ed ossa. Pinocchio è ben più che un libro per bambini perché ci aiuta a non perdere il contatto con la fantasia, nutrendo la creatività. Come ricordava Gianni Rodari, non vi è nulla di più sbagliato che etichettare la fantasia come “roba da bambini”; al contrario, dovremmo accoglierla, svilupparla ed utilizzarla per conoscerci e vivere meglio.

Marco Travaglini

L’Altra. Il libro di Raffella Borea e Laura Rivolta per affrontare le relazioni complicate

Il Turin Palace Hotel, con la sua eleganza, è stata la cornice ideale per la presentazione del libro “L’Altra. Tre, numero (im)perfetto” edito da Web and Magazine.

Le autrici sono Raffaella Borea e Laura Rivolta, una giornalista e l’altra psicologa, due voci che raccontano da due diversi punti di vista, chi, in una relazione, è l’Altra. Esiste, tuttavia, un lato positivo: le donne cercano di uscire dal circolo vizioso nel quale si sentono intrappolate, molto spesso con una psicoterapia che le aiuta a connettersi nuovamente con se stesse…

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L’Altra. Il libro di Raffaella Borea e Laura Rivolta per affrontare le relazioni complicate

Scopri “Gli Occhiali dell’Anima” di Sebastiano Vottari

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Un Viaggio di Verità e Crescita Personale attraverso la Saggezza Islamica

 

Nel panorama letterario contemporaneo, emergono voci che non solo arricchiscono il lettore, ma lo guidano anche in un percorso di introspezione e crescita personale. Tra queste, Sebastiano Vottari, scrittore musulmano appassionato, si distingue per la sua missione di far conoscere al mondo la bellezza e la profondità dell’Islam attraverso opere che intrecciano spiritualità e sviluppo personale. Il suo ultimo libro, “Gli Occhiali dell’Anima”, rappresenta un’opera significativa in questo ambito, offrendo riflessioni profonde e strumenti pratici per una vita più consapevole e autentica.

Un Viaggio nella Verità e nelle Illusioni

“Gli Occhiali dell’Anima” invita i lettori a riflettere sulla natura della verità, distinguendola dalle illusioni confortevoli che spesso ci circondano. In un mondo dominato da apparenze e superficialità, l’autore propone una ricerca interiore che porta alla scoperta di verità autentiche, liberando l’individuo dai vincoli delle false percezioni.

Il Potere Trasformativo della Solitudine Intenzionale

Uno dei temi centrali del libro è l’esplorazione del potere trasformativo della solitudine intenzionale. Sebastiano Vottari dimostra come momenti di isolamento scelto possano diventare occasioni di crescita personale, favorendo la riflessione e la connessione con il proprio sé interiore.

Forza nell’Accettazione dell’Incomprensibile

Accettare ciò che non possiamo comprendere è una sfida universale. L’autore offre strategie per trovare forza e serenità nell’accettazione dell’incomprensibile, un concetto profondamente radicato nella filosofia islamica, che insegna la pazienza e la fiducia nel destino.

L’Autoanalisi come Chiave per Comprendere gli Altri

“Gli Occhiali dell’Anima” sottolinea l’importanza dell’autoanalisi come strumento per comprendere meglio gli altri. Attraverso una profonda introspezione, è possibile sviluppare empatia e una maggiore capacità di relazionarsi con il prossimo, promuovendo relazioni più sane e significative.

Abbracciare le Emozioni: Dalla Tristezza alla Trasformazione

Il libro esplora anche come la tristezza possa essere un indicatore di verità in un mondo di illusioni confortevoli. Sebastiano Vottari spiega perché il pianto controllato potrebbe essere la chiave per liberarsi dai pesi emotivi che ci trasciniamo da anni, trasformando il dolore in forza e resilienza.

Piccoli Gesti, Grandi Cambiamenti

Un semplice saluto a uno sconosciuto può essere l’inizio di una trasformazione radicale della propria vita. L’autore dimostra come piccoli gesti quotidiani possano avere un impatto significativo, favorendo una visione più positiva e proattiva della realtà.

Pagina autore: https://www.amazon.it/stores/page/preview?isPreview=1&isSlp=1&asins=B0DH1P1MFK,B0DCGFLW91,B0D9FX3Q59,B0D95YZ8JS,B0DHR1RHNV,B0DB8SWFZJ,B0D8KNNHHH,B0D935QR1R,B0D9C4M853,B0D8HMB12F,B0D6WWNQK6,B0C2RPBKG5,B0C6BX5GHK,B0CXD9VW4M,B0CSX7JPNH,B0CTFK6RFH,B0CMD68LBZ,B0D56GL7MJ,B0CLL12T97,B0DJ953GP9,B0D4KMTR4V,B0C72VH63H,B0C7TCKPR2

Sito web: www.corano.net

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Ruggero Cappuccio “La principessa di Lampedusa” -Feltrinelli- euro 20,00

Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, principessa di Lampedusa, è un personaggio di rara bellezza: profonda, intelligente, coraggiosa, saggia, sensibile, portatrice di eleganza e classe innata.

Lo scrittore e drammaturgo siciliano Ruggero Cappuccio delinea in modo splendido la madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del capolavoro “Il Gattopardo”.

Beatrice è una donna famosa e molto amata. La troviamo quando torna a Palermo nel maggio 1943; sgomenta di fronte alla distruzione della guerra, con la grandinata di bombe lanciate dagli alleati, e il drammatico bilancio di 373 cadaveri sepolti sotto le macerie.

La principessa ha 73 anni -portati splendidamente- quando rientra nel palazzo palermitano di famiglia, devastato e pericolante. E’ decisa a stare tra le mura che hanno visto scorrere la sua incredibile vita. Molto più di una casa. L’anima della casata, e lei è la custode.

Splendida nobildonna alla quale la città riserva rispetto, obbedienza e devozione; anche perché ha speso la sua vita aiutando gli altri. Ha salvato una bambina sepolta dalle macerie, impedito ai soldati tedeschi di violentare 4 ragazze e ha nascosto degli ebrei. Sempre rischiando in prima persona.

Il suo arrivo attira l’attenzione della 23enne vicina di casa, Eugenia, che la osserva dalla finestra. Il romanzo mette a fuoco il rapporto intenso e intimo che si crea tra loro. Beatrice prende sotto la sua ala protettrice la giovane, disperata per l’imposizione del padre –faccendiere opportunista e dedito a loschi intrallazzi- che la vuole sposare a un giovane utile ai suoi traffici in odor di mafia. Invece Eugenia è innamorata di un altro.

Beatrice la sprona a cercare prima di tutto la sua indipendenza e a realizzare il sogno di studiare astronomia. La protegge e la nasconde in una villa sperduta nella campagna, dove la giovane scopre la sua strada. Il loro incontro è anche l’occasione in cui Beatrice racconta la sua vita, il suo amore per l’indipendenza e per il talentuoso figlio che sprona a compiere il capolavoro della letteratura a livello mondiale.

 

 

Marta Lamalfa “L’isola dove volano le femmine” – Neri Pozza- euro 18,00

Alicudi, la più remota delle isole Eolie, con un grande vulcano spento, 713 abitanti su uno sputo di terra in mezzo al mare; è lì che nel 1903 un’allucinazione collettiva sconvolge la comunità.

E’ questa la materia incandescente del romanzo di esordio di Marta Lamalfa, nata a Palmi, in Calabria, nel 1990, laureata in Lingue Medievali e specializzata in Editoria e scrittura. Ha scelto di rievocare una storia registrata dagli antropologi.

Ad Alicudi impera la miseria più triste, la società è patriarcale e le donne contano meno di nulla. Non fa eccezione la famiglia Iatti che conosciamo nelle prime pagine mentre piange la morte della giovane Maria, stroncata dalla malattia e dal disonore perché era stata vista parlare con un detenuto della colonia penale di Lipari.

Per l’addio alla vita le hanno infilato l’unico abito bianco, quello delle feste; ora la famiglia, già in difficoltà, si ritrova con due braccia in meno per lavorare nei campi. A piangerla è soprattutto la gemella Caterina, che si sente depauperata della sua metà. E’ lei che aiuta la madre Palmira nelle faccende di casa, inoltre lavora la terra e fa consegne giornaliere di acciughe sotto sale.

A movimentare tutto è l’irrompere della leggenda magica delle “streghe del mare”, ovvero quanto accaduto tra 1903 – 1905, quando le spighe di segale furono infestate da un fungo lisergico, l’”ergot”, che è alla base dell’LSD (detto anche la segale cornuta). Masticando il pane nero pieno di droga ognuno si libra in alto nei sogni.

Caterina finisce per credere alla leggenda delle “majare”, le streghe dell’isola che volano nude nel cielo, librandosi verso un altrove che profuma di libertà. Ed è a loro che la giovane desidera congiungersi, anelando a una nuova realtà magica.

 

 

Dana Spiotta “Ribelle” -La nave di Teseo- euro 22,00

Lo scenario è il 2017 (primo anno della presidenza Trump), protagonista è la 53enne Samantha in calo di estrogeni e in ribellione totale. Vorrebbe fuggire dal marito e dal matrimonio noioso e scarso di comunicativa, dalla madre anziana e malata, dalla figlia nel pieno delle turbolenze adolescenziali.

Samantha si innamora di un fatiscente piccolo cottage, in una zona popolare della città; versa la caparra (con il conto del consorte) e ne diventa la proprietaria. Lascia la casa di famiglia nei sobborghi di Syracuse, stato di New York, senza tentennare nè voltarsi indietro.

Il romanzo ironico -a tratti semi grottesco- racconta l’improvviso cambio di rotta di Sam che rivoluziona il suo tranquillo e ovattato mondo borghese.

Si libera dal marito Matt, devoto ma privo di verve; dalle discussioni di Ally, tipica 16enne in rotta di collisione con la madre; dal peso della genitrice Lily, rimasta vedova e malata.

Nel cottage Arts and Crafts crea una nuova confort zone in cui l’arredamento è limitato all’essenziale, e si bea della solitudine che, a questo punto della sua esistenza, ha voluto a tutti i costi.

Cerca anche di allacciare nuove amicizie e pesca all’interno di strampalate associazioni femministe che si rispirano all’esempio di Clara Loomis. La donna che nel 1868 si era lasciata alle spalle il benessere borghese per unirsi ad una comunità cristiana fondata sull’amore e non sull’avidità.

 

Asako Yuzuki “Butter” – HarperCollins- euro 18,90

Questa è la storia di 3 donne: Rika unica giornalista femmina in una rivista sportiva maschile; Manako serial killer; la casalinga Reiko. A unirle è la passione per la cucina e per il burro, ingrediente metaforicamente significativo della trasformazione della materia (e, per estensione, della persona).

Rika Machida è una giovane in carriera che sgomita per emergere, mira a diventare la prima caporedattrice donna e per fare lo scatto decide di intervistare Manako Kajiii.

La donna è stata accusata di aver ucciso alcuni uomini di affari dopo aver cucinato per loro. Ora è detenuta in carcere e rifiuta di rilasciare interviste o dichiarazioni.

Rika però riesce a far breccia e la contatta con la scusa di chiederle la ricetta del famoso stufato di manzo. Lo stratagemma funziona; durante i loro incontri Manako le spiega come preparare i suoi piatti e come devono essere mangiati.

Rika cucina le ricette della detenuta, finendo per diventare un clone di Manako, ingrassa a dismisura e stabilisce con l’assassina un feeling dai contorni ambigui.

Soprattutto la serial killer si rivela un’abilissima manipolatrice; usa la giornalista come una marionetta e le fa fare quello che vuole… almeno fino al giorno in cui si stufa

Rika si rende conto del gioco solo dopo mesi, quando la malvagità di Manako colpisce la sua migliore amica, la placida Reiko, che all’improvviso scompare. Il resto è la reazione dell’anima cattiva rinchiusa tra le sbarre, determinata a distruggere Riko.

 

 

 

Enrica Tesio si racconta

L’incontro a Torino Spiritualità 2024

Enrica Tesio- classe 1978 scrittrice, pubblicitaria e mamma di tre figli- è una delle voci torinesi più affermate nel panorama della letteratura contemporanea degli ultimi anni. Ironica, moderna e sempre pronta a scherzare su se stessa e sul suo stare al mondo.
Inizia con un blog e nel 2015 pubblica il suo libro d’esordio – La verità, vi spiego, sull’amore- senza mai fermarsi fino ad arrivare al 2023 anno in cui esce il suo ultimo romanzo – I sorrisi non fanno rumore.
Ospite sul palco dell’ edizione 2024 di Torino Spiritualità, la Tesio ha discusso il tema dell’ errore con l’autore Enrico Gagliano.
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“Torino Spiritualità”  è un momento di condivisione e riflessione per la nostra città. Cosa rappresenta per te questa kermesse?
È uno dei festival che ho sempre vissuto da spettatrice e, in passato, sono stata a numerosi incontri. Mi domandavo perché non mi chiamassero ma probabilmente, in qualità di grande “sbagliante”, hanno atteso il momento in cui il tema fosse quello dell’ “errore” per coinvolgermi e sono molto contenta di prenderne parte. Inoltre penso che la tematica della “spiritualità” sia molto attuale. In particolare, quando si sbagli qualcosa, quello diventa uno dei più importanti momenti in cui fermarsi e riflettere. Per queste ragioni trovo questo evento molto contemporaneo.
Oggi quanto è ancora molto difficile “permettersi di sbagliare”?
Secondo me, sempre meno. Essendo nata nel 1978 e vivendo in una generazione di mezzo, su di noi è sentita molto di più  una certa pressione sociale. Noi dovevamo un po’ “spaccare il mondo” a suon di creatività e stravaganza. Avevamo meno possibilità di sbagliare di quanto ci sia oggi e l’idea comune era quello del “se vuoi, puoi”. Ma tutto ciò si è rivelato pericoloso perché, molti di quelli che volevano fare un certo tipo di lavoro, hanno dovuto ripiegare su altro. In questo abbiamo fallito.
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Tu, però, sembri essere l’eccezione.
Io sono stata fortunata, ma ho sempre mantenuto due lavori. Sono entrata nel mondo della pubblicità molto presto e ho avuto la possibilità di avere ancora un contratto vero e non ho mai ceduto, dopo aver intrapreso la carriera di scrittrice, all’idea di vivere esclusivamente di scrittura. Il lavoro non può essere solo passione, perché  come in amore, se fosse solo quello diventerebbe pericoloso e doloroso.
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Fin dal tuo primo libro, un tema a te molto caro è stato quello della maternità. In quell’ambito è possibile classificarsi come vincenti o perdenti?
Per me dobbiamo uscire da qualsiasi bilancio si possa fare: prima di tutto non può essere considerata come “vincente” o ” perdente” la scelta di avere figli o non averne. Credo che, come sempre nella vita, ci siano dei momenti in cui pensi di aver capito e di essere al massimo delle tue capacità e altri in cui sei a terra. Per questo è sbagliato fare bilanci: vinci nel momento in cui ci sei e vivi.
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Valeria Rombolá 

Torino Spiritualità 2024: ma io, dove ho sbagliato? Enrica Tesio e Enrico Gagliano a confronto

“Torino spiritualità” ritorna a Torino dal 25 al 29 settembre con tante conferenze e  riflessioni nelle ultime giornate d’estate per “non rinunciare a farsi domande e cercare, lontano dalla frenesia di tutti i giorni”.
Un luogo in cui, grazie all’esperienza e alla conoscenza di personaggi più o meno noti, è possibile approfondire il significato profondo del nostro essere e del nostro tempo attraverso voci ed esperienze condivise.
Nella serata del 26 settembre, tra le molto occasioni di confronto, il palco del Teatro Gobetti di Torino ha ospitato Enrica Tesio e Enrico Galiano che insieme hanno discusso e riflettuto sul tema dell’errore.
 Il titolo emblematico- “Ma io, dove ho sbagliato?” – ha dato il via ad un confronto onesto e profondo tra i due autori che hanno entrambi a cuore questa tematica.
Sull’ errore, Enrica racconta di aver vissuto il suo lavoro come quell’ “ansia costante di essere sempre creativi e questo  mette una pressione pazzesca alle persone. L’ errore sta nell’idea della passione del lavoro che debba essere sempre una fiamma ardente sempre, ma il lavoro è mestiere e non può essere solo passione”.
Mentre  Enrico ha riflettuto sulle origini di questa antica emozione constatando che l’errore genera naturalmente paura. Ma dietro questo concetto c’è una spiegazione che già i greci avevano scandagliato illustrando che ” Phobos è la divinizzazione della paura e dello spavento. Ma questo potente Dio è figlio di Ares (dio della guerra)  e Afrodite(dea dell’ amore).  Raccontandoti una storia, viene spiegato un’emozione. Quando senti la paura si sbagliare, è un segno: devi combattere per inseguire ciò che ami. Devi attraversa il vuoto e vincere la paura”.
Ancora Enrica, parlando della difficoltà di scegliere e sbagliare, dice ” ho sempre vissuto in positivo perché l’errore o la scelta giusta si svela solo nel lungo periodo. In realtà entrambe le strade generano una perdita. È importante capire che “crescere è imparare a deludere”.
Chiude Enrico con una profonda riflessione sulle imperfezioni che caratterizzano tutti noi e che  ci rendono però unici “anche quando perdi una persona amata alla fine ti mancano proprio le sue imperfezioni. I difetti sono un dono che rende quel rapporto unico e insostenibile”.
I due scrittori hanno entrambi sottolineato l’importanza di scendere dalla nave su cui  ci rifugiamo per non affrontare le difficoltà e iniziare a vivere veramente nelle nostre molteplici contraddizioni che sono quelle ci rendono maledettamente umani.
VALERIA ROMBOLA’

L’editoria indipendente del Piemonte si racconta

Indipendent Book Tour:  tappa in sette capoluoghi della Regione

Dal 28 settembre al 30 novembre

Ideata da “Hangar del Libro” (progetto di “Regione Piemonte”) e dal “Salone Internazionale del Libro di Torino” – in collaborazione con la “Fondazione Circolo dei Lettori” – “Indipendent Book Tour”, giunto alla sua IV edizione, riparte con 31 case editrici e l’obiettivo fondante di raccontare la ricchezza e l’alta qualità dell’editoria indipendente piemontese, per un viaggio che toccherà sette capoluoghi piemontesi partendo sabato 28 settembre da  Novara, per concludersi sabato 30 novembre a Cuneo.“Un modo – sottolineano gli organizzatori – per valorizzare il lavoro svolto dalle case editrici indipendenti, capaci di sperimentare e innovare, di prestare attenzione alle voci emergenti o riscoprire autori del passato, di ampliare gli orizzonti culturali di lettrici e lettori”. Oltre a Novara e a Cuneo, il tour farà tappa a Torino (sabato 12 ottobre), Verbania (sabato 19 ottobre), Alessandria (sabato 26 ottobre), Asti (sabato 9 novembre) e a Biella (sabato 16 novembre).

A ogni appuntamento le “case editrici”, selezionate a giugno attraverso la call “Hangar del Libro”, presenteranno il loro libro del momento (segno di una “bibliodiversità” che permette di assecondare i gusti e le passioni di lettrici e lettori di ogni età ed interesse), accompagnate da brani musicali e azioni teatrali curate da “B-Teatro”. Novità di quest’anno sarà la partecipazione di quattro “gruppi di lettura” (“Teste di medusa” di Torino , “La voce della luna” di Alessandria, “Cuba Libri” di Asti, “Lettori per passione” di Cuneo) e 26 lettrici e lettori (“booklovers”) per presentare i libri ad ogni tappa, affiancando ognuno una determinata casa editrice e trasmettendo al pubblico le emozioni e le riflessioni di chi ama immergersi nella lettura, pubblicando anche sui propri ‘profili social’ recensioni e interviste”.

Il via, sabato 28 settembre (ore 17,30) a Novara, al “Circolo dei Lettori” (presso il “Castello Sforzesco”), con “Cose Note Edizioni” che presenta “Oddio, l’estate!” di Adriana Riccomagno“Edizioni Astragolo” che illustra “Dov’è finita la signora Consoli?” di Carlotta Benedetti“Gainsworth Publishing” che racconta “Death is not the worst – Inheritance” di Julia Sienna e “Hever Edizioni” che porta ai lettori “Cieli d’Olanda” di Barbara Da Ruos e Cristina Gregori.

Torino, la seconda tappa. Appuntamento, sabato 12 ottobre (ore 17,30) nell’ambito  della manifestazione “Portici di Carta” (in “Sala Turinetti” di “Gallerie d’Intesa”, piazza San Carlo 156) con: “LAReditore” e “Aeterna. La ragazza sbagliata” di Vanessa Genre“Beppe Grande Editore” con “Leggere è libertà. Dietrich Bpnhoeffer. Sophie School” di Barbara Fischer“Buendia Books” e “Certe donne a Torino” di Marina Rota“Buckfast Edizioni” e “Amori senza rete” di Consolata Lanza per finire con “Scritturapura” e “Mucche ballerine” di Marco Bosonetto.

Dopo Torino, la carovana di “Indipendent Book” proseguirà toccando le altre cinque tappe in programma, per mollare le redini sabato 30 novembre alla “Biblioteca 0-18” di Cuneo.

Per info e tutto il programma dettagliato: www.hangardellibro.it o www.salonelibro.it

Oltre alla consueta “vetrina” online su www.hangardellibro.it, quest’anno “Indipendent Book” sarà anche affiancato dalla nuova pagina Instagram@hangardellibro per permettere al pubblico di “sfogliare romanzi – sottolinea Lea Iandorioproject manager dell’evento – saggi, raccolte di poesie, ‘graphic novel’, albi illustrati e libri per bambini che fanno parte del variegato catalogo dell’editoria indipendente piemontese”.

g.m.

Nelle foto, scrittrici presenti nella tappa di Torino: Consolata Lanza, “Buckfast Edizioni”; Marina Rota, “Buendia Books”; Vanessa Genre, “LAReditore”

Chiro, “Ombre”: una lunga lotta per la libertà e la vita

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Chiro esordisce a 47 anni  con un romanzo che sta lasciando i lettori incollati alle pagine di questo libro

La storia
La piccola Chiro cresce tra i caruggi genovesi. La sua è una famiglia in apparenza normalissima: mentre la madre è impiegata in un ufficio, il padre restaura chiese antiche. Tra le mura di casa, però, l’arte e la cultura lasciano il posto alla violenza della prima e all’alcolismo del secondo. Chiro, incatenata in un mondo di dolore e solitudine, cerca pace nelle droghe e nella vita di strada. Sarà lungo il viaggio da compiere per diventare grande, per sentirsi libera dai genitori, dai pregiudizi del mondo, da se stessa. Ma il cammino di Chiro è reso ancor più arduo da una sfida inaspettata: l’HIV. Dopo aver contratto il virus in giovane età, Chiro deve affrontare non solo i problemi di salute causati dalla malattia, ma anche il peso schiacciante dello stigma sociale. Per oltre vent’anni combatte contro un nemico invisibile, lottando per rimanere in piedi in un mondo che spesso la rifiuta e la giudica. Con straordinaria forza e sincerità, Chiro racconta la storia vera di chi ha vissuto un’Italia piegata dalla tossicodipendenza, dal perbenismo e dal pregiudizio, uscendone più forte. Questo libro è il testamento di una donna che non ha mai smesso di lottare per la sua libertà, per la sua dignità, e per la sua vita.
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Recensione
Veronica

Recensito in Italia il 5 settembre 2024

Una storia onesta, reale, un libro scritto con il cuore, senza fronzoli. Una scrittura che ti tiene incollata, parola dopo parola, emozione dopo emozione. Un pugno dritto nello stomaco di ipocrisie, pregiudizi preconcetti. La storia di una Persona. Con la P maiuscola. Una che non molla. Mai.

“Per non dimenticare”, diario di viaggio di Laura Rossi

“Per non dimenticare” è un avvincente diario di viaggio in cui Laura Rossi affida al disegno e alla parola scritta il ricordo del suo vissuto durante i tanti viaggi intrapresi in crociera attraverso l’Europa. A conferma che la Bellezza è salvifica (non si dice forse, Dostoevskij docet, che essa salverà il mondo) le pagine, sorte dall’accorata esigenza di alleviare l’oppressione  provocata dal Covid, hanno ottenuto il benefico risultato di offrire un piacevole rifugio nel ricordare “persone, cose, luoghi” visitati ed amati. Molto apprezzata come versatile artista che tratta indifferentemente pittura, scultura, incisione, Laura si rivela abile scrittrice nell’accostare le belle illustrazioni al tessuto narrativo di appunti di viaggio quale intima confessione autobiografica rivelatrice di sensibilità e cultura umanistica legata all’estetica, alla storia ed al costume. Scorrono, accompagnate da brevi ma intense considerazioni, raffigurazioni di chiese, sculture, monumenti, trattati con la minuzia di un naturalista, quale ella è, soffermandosi sui particolari più salienti per rivelarne nascosti e misteriosi significati simbolici. Tutto viene presentato attraverso il filtro del suo sentire, ora in modo realistico, ora poetico, ora leggermente ironico ed autoironico; portandoci con sé a Colonia, davanti ad un palazzo con una curiosa scultura vuole testimoniare argutamente il desiderio di prestigio del proprietario, a Corfù la piccola chiesa le offre un senso di protezione, a Canterbury la cattedrale, descritta in bianco e nero, la fa pentire di non aver usato il colore mentre a Barcellona la Sagrada dell’amatissimo Gaudi la ispira per i suoi vetri dipinti. A Lubiana ci fa partecipi del senso di disagio davanti ai draghi, scolpiti a guardia dei ponti, che le riportano l’immagine del Coronavirus ma a Colonia la statua del Rubens sorridente nel monumento di fronte al duomo le dà conforto con un accogliente benvenuto. Spesso sorgono associazioni mentali come avviene riguardo la Vergine nera di Monserrat che ricorda la stessa Vergine dei santuari di Oropa e Crea. Allo  stesso modo rivive il mondo di Van Gogh nelle pagine dedicate ad Arles, un sottile gioco di rimandi a Modigliani avviene davanti alla testa di S.Ursula nel museo di Dubrovnik che le ricorda anche la fissità ieratica del crocifisso romanico del nostro duomo di Casale. L’immagine di una tipica casa di Delft mi affascina talmente facendomi vagheggiare che, oltre le luminose finestre, Johannes Vermeer avesse usato colori e pennello per ritrarre la ragazza con l’orecchino di perla. Le emozioni da lei provate ci consegnano suoni e sensazioni olfattive facendoci sentire il ticchettio del grande orologio di Praga, odorare l’aroma del famoso profumo che si diffonde nelle strade di Colonia, la fragranza del pane appena sfornato e del succo di pompelmo venduto dagli ambulanti presso il muro del pianto a Gerusalemme ed anche l’odore di cera emanato dal legno dell’organo barocco di una chiesa di Amsterdam. Le ultime pagine sono dedicate ai tanti organi tra cui quello di Antwessen, S.Tropez, Maiorca, S.Remy senza dimenticare quelli in Monferrato descritti con passione e precisione consegnandoci non solo il talento di una artista figurativa ma anche di scrittrice.
Giuliana Romano Bussola

Laura Rossi converserà con Aldo Timossi e Dionigi Roggero durante la presentazione del libro il 24 settembre ore 18, Accademia Filarmonica, Casale Monferrato

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Carla Madeira “L’amore è un fiume” -Fazi- Euro 18,50

In Brasile è un caso editoriale il romanzo di esordio di Carla Madeira (nata a Belo Horizonte nel 1964, docente di Scrittura pubblicitaria), diventato un best seller grazie al passa parola che l’ha trasformata nella scrittrice più venduta in patria.

E’ la storia dell’amore totalizzante tra Venâncio e Dalva; ma anche della prostituta Lucy e della sua ossessione per Venâncio che non sarà priva di conseguenze.

Venâncio e Dalva si amano fin dal primo casuale sguardo, poi diventano una coppia legata da un rapporto totalizzante di amore assoluto. Si completano in una felicità che esclude il resto del mondo, cementata da una straripante passione.

Ma un rapporto così esclusivo ha sempre anche il rovescio della medaglia. La gelosia esagerata e soffocante porta Venâncio a perdere il controllo, perché si sente escluso dall’amore che la moglie riversa sul loro bambino nato da poco. E’ questa la causa scatenante dalla quale deriva la tragedia che apre una voragine tra i due.

Dalva erige un muro invalicabile tra lei e il marito, colpevole della peggiore delle azioni. Ogni giorno lei scompare per ore, nessuno sa dove vada, però quotidianamente passa davanti al bordello cittadino. E qui si innesta la storia di Lucy, prostituta per libera scelta, con un passato difficile di orfana precoce, poi diventata una sorta di cenerentola in casa di parenti.

Lucy non è solo bella, è anche sensuale e irresistibile, consapevole di esercitare una sorta di malia nei confronti del genere maschile; a partire dallo zio libidinoso, stregato dalla sua femminilità. E’ la più gettonata del casino in cui lavora, tutti la vogliono.

Peccato lei sia ossessionata da Venâncio, l’unico maschio che desidera in modo struggente, l’unico che invece la respinge.

Il romanzo entra negli anfratti dei sentimenti dei personaggi e racconta sviluppi imprevedibili, svolte inimmaginabili che sorprendono il lettore. Tutto scritto con una maestria che ci proietta dritti nel nucleo delle vite interiori dei protagonisti.

 

 

Guillame Musso “Qualcun altro” -La nave di Teseo- euro 20,00

Credo sia uno dei romanzi migliori dello scrittore Guillame Musso (nato ad Antibes nel 1974), con una trama incredibile e accattivante; continue sventagliate di colpi di scena, personaggi intriganti e una maestria di scrittura che assembla magnificamente il tutto.

L’inizio è di quelli decisi, che invogliano una lettura vorace. Su uno yacht miliardario, al largo della Costa Azzurra, la bellissima e potente proprietaria viene aggredita e selvaggiamente colpita alla nuca con un attizzatoio di metallo, da un’ombra nera mimetizzata in una tuta da sub.

Lei è Oriana Di Pietro, editrice e ricchissima erede di una delle famiglie milanesi più in vista. A soccorrerla agonizzante sono due studentesse, per puro caso. La donna morirà in ospedale dopo 10 giorni di coma. Sulla vicenda indaga la detective Justine; donna volitiva e preparata, che nel privato fa i conti con il doloroso abbandono del marito, per una ragazza più giovane.

Per un anno la polizia gira a vuoto, fino a quando viene trovata l’arma del delitto in una rimessa per barche. I sospetti ricadono sul marito della vittima, il pianista jazz di successo Adriene; lui però si professa innocente e mal tollera l’invasione della privacy sua e dei figli ancora piccoli.

Musso sa bene come catturare l’attenzione dei lettori e anche stavolta semina le pagine di indizi e smentite, segreti e doppie verità. Ripercorre la vita di Oriana, ne evidenzia il carattere deciso, la determinazione, l’intelligenza e la mania di controllo.

Più verità vengono a galla e con retroscena ambigui.

Nella rosa dei personaggi fa capolino anche la giovane Adele; Oriana l’aveva coinvolta in un piano machiavellico che poi le era scoppiato tra le mani.

La soluzione sembra essere sempre ad un passo. Invece scopriamo che, a seconda dell’angolatura da cui si guarda, tutto cambia e viene rimesso in discussione. Nessuno sta mentendo, ma i fatti oggettivi sono caleidoscopici e il rebus trova soluzione solo alla fine.

 

 

Claire Dederer “Mostri” -Iperborea- euro 20,00

Claire Dederer (nota giornalista collaboratrice di prestigiose testate, tra le quali il “New York Times”) in questo libro cerca di rispondere alla domanda: «Dobbiamo continuare ad amare i grandi personaggi che nella vita privata si sono rivelati dei mostri, mentre le loro opere restano delle pietre miliari?».

Risposte lei non ne dà. Piuttosto ripercorre le loro biografie, scava a fondo nei difetti, rivela scheletri nell’armadio, alcuni eclatanti.

Il primo capitolo è sul controverso regista Roman Polanski, vittima di tragedie pesantissime. La madre morta ad Auschwitz e il brutale assassinio della bellissima moglie Sharon Tate incinta, squartata da alcuni membri dalla satanica famiglia Manson.

Eventi che sicuramente hanno inciso nell’anima dell’artista, ma che non giustificano affatto le sue azioni. Polanski è stato accusato di aver drogato e sodomizzato una tredicenne.

La Dederer analizza a fondo questa figura contemporanea in cui alberga il difficile equilibrio tra due forze contrastanti: una mostruosità assoluta e un genio altrettanto supremo.

Nelle pagine poi ripercorre i lati oscuri di altri artisti famosi, tra i quali Woody Allen, Picasso, Michael Jackson, Doris Lessing e Virginia Woolf.

Di ognuno la Dederer analizza anfratti di vita privata e derive caratteriali, che non necessariamente inficiano la grandezza della loro genialità e delle loro opere.

Alcuni si sono macchiati di veri crimini, altri hanno esposto idee inaccettabili, altri ancora, più semplicemente, manifestato difetti e contraddizioni macroscopici.

Alla luce delle gravi rivelazioni le loro opere possono continuare ad essere accettate, ammirate o dileggiate? Risposta univoca non c’è.

 

 

The book of Printed Fabrics” -Taschen- euro 150

Il titolo precisa che i due monumentali volumi (per un totale di 880 pagine) tracciano la storia dei tessuti dall’inizio nel 1600 fino ad oggi. L’opera nasce dalla collezione del Musée de l’Impression sur Etoffes che si trova a Mulhouse (cittadina della Francia Alsaziana, quasi al confine con la Svizzera) dove ha sede il più importante museo di tessuti stampati al mondo.

Una messe di stoffe, colori, disegni, tessiture da capogiro; dal crêpe de chine Kensington al raso di seta, transitando per le romantiche fioriture e bouquet trompe-l’œil tipici del Liberty. Negli schedari degli immensi archivi di Liberty britannici ci sono più di 45mila stampati, da perderci la testa.

Il nome viene dal commerciante di stoffe che aprì l’emporio londinese nel 1875, Arthur Lasenby Liberty, ed è diventato sinonimo di uno stile intramontabile e subito riconoscibile.

Tornando a Mulhouse e alla storia del museo, vale la pena ricordare che la zona si era data lo statuto di repubblica neutrale

e indipendente rispetto alle leggi francesi e il loro monopolio delle manifatture reali.

Dal 1586 al 1798, durante la rivoluzione industriale la piccola cittadina Alsaziana era l’unica a poter produrre liberamente le “indiennes”, cosiddette “indiane” copiate dalle tele stampate provenienti dall’India, che arrivavano nelle stive delle navi e avevano conquistato l’Europa.

Nei secoli di storia dei tessuti arte e moda si sono incrociati e i due volumi raccontano il gusto europeo e la passione per le stoffe esotiche. Da lì il via a una florida industria tessile , anche a dispetto del proibizionismo promulgato, per esempio, in Francia nel 1686, quando il sovrano vietò l’importazione di tessuti indiani per di proteggere la produzione nazionale di sete.