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L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Suzie Miller “Prima Facie” -Neri Pozza- euro 20,00

L’argomento è di scottante attualità dato che le statistiche evidenziano che una donna su tre subisce molestie sessuali, e solo una su 10 si decide a ricorrere alla legge. Suzie Miller, drammaturga, sceneggiatrice, avvocato australiano-britannica, racconta una storia che è anche una potente denuncia.

Protagonista è Tessa, avvocata 30enne di successo a Londra, dove svolge il suo lavoro correndo da un aula di tribunale all’altra, inanellando successi; d’altronde è una in gamba che morde e si è sempre distinta nel lavoro e all’università.

La sua vita viene stravolta quando un collega, con cui c’è feeling, dopo un primo rapporto consensuale la stupra senza pietà.

Prima Facie” è il termine legale che in latino significa “a prima vista” e indica le cause che apparentemente possiedono elementi di prova sufficienti per richiedere un rinvio a giudizio; ma quelle per violenza sessuale hanno scarsa possibilità di vittoria.

Il romanzo è il racconto di come l’indomabile Tessa si decide a denunciare il collega di studio-stupratore, barcamenandosi tra mille pregiudizi e difficoltà. Emerge come nelle violenze sessuali il corpo della donna diventi la scena del crimine, e Tessa, purtroppo, facendosi una doccia ha lavato via indizi importanti.

Lei che in passato ha dovuto difendere degli stupratori ora, per la prima volta, si trova dall’altra parte della barricata, e si rende conto che il sistema giudiziario non sempre protegge le vittime di abusi.

 

 

Marguerite Duras “Gli impudenti” -Feltrinelli- euro 22,00

Ora viene tradotto per la prima volta in Italia il libro di esordio di Marguerite Duras “Gli impudenti” del 1943. La scrittrice francese, nata in Indocina nel 1914 da modesti coloni, a 18 anni andò a Parigi per studiare.

Divenne una scrittrice poliedrica capace di alternare narrativa, memoir, saggistica, teatro e cinematografia; prima di spegnersi il 3 marzo 1996, la sua fu una vita piena di eccessi, mai in pace col mondo e tantomeno con se stessa.

Al centro di questa sua opera prima c’è un’atmosfera buia, quella dell’Occupazione tedesca in cui aleggiava un pesantissimo clima di sospetti, delazione, egoismi e meschinità.

Maud, la giovanissima protagonista segue la sua famiglia nel Sud- ovest-francese, dipartimento di Lot-et-Garonne. E’ al seguito della madre, del patrigno e di due fratellastri, alla volta di un’antica proprietà che sta per essere venduta. O per meglio dire, svenduta.

 

Causa del dissesto economico è la pessima gestione del fratello maggiore Jacques, uomo violento e indecifrabile che ha completamente sottomesso la madre ai suoi voleri e capricci. E’ lui a fare il bello e brutto tempo, dominando tutta la famiglia con la sua tirannica distruttività fatta di debiti, prodigalità dissennata e continue insolvenze.

 

 

Thomas Schlesser “Gli occhi di Monna Lisa” -Longanesi- euro 22,00

Questo splendido e geniale romanzo dello storico dell’arte e docente francese Thomas Schlesser -subito diventato fenomeno letterario e campione di incassi- è soprattutto un meraviglioso viaggio tra i capolavori dell’arte, in cui ogni quadro diventa spunto per lezioni filosofiche.

Tutto inizia quando Lisa a 10 anni perde improvvisamente, e solo per un’ora, la vista. In quel lasso di tempo i suoi occhi si spalancano sul buio e smettono di vedere; nessuno sa risalire alla causa precisa e l’oculista consiglia il consulto di uno psicologo.

A prendere in mano la situazione è il nonno Henry, convinto che se davvero la piccola è destinata alla cecità la cosa giusta da fare è mostrarle subito quello che di bello l’umanità è riuscita a creare.

Così ogni settimana, con la scusa di accompagnare la nipote dallo psicologo, invece la porta al Louvre, poi al Museo d’Orsay e infine al Centre Pompidou per farle scoprire oltre 50 opere di grandi artisti.

Capolavoro dopo capolavoro Lisa viene guidata dal nonno ad apprezzare i capolavori dell’arte, e ognuno diventa una preziosa lezione di vita. Per la piccola che è solo all’ultimo anno delle elementari, ogni tela di fronte alla quale si incanta, grazie alla mediazione del nonno, diventa occasione per misurarsi con temi difficili per la sua età.

Tra questi: la disabilità, la malinconia, il desiderio, e tutte le riflessioni che possono scaturire da opere immortali come quelle di Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Turner, Goya, Degas , Monet….per arrivare a Kandinsky, Pollock e altri grandissimi artisti. Per il lettore un piacevolissimo excursus attraverso 52 capolavori.

 

Rachel Cusk “Coventry” -Einaudi- euro 18,50

Rachel Cusk, nata in Canada a Saskatoon, nel 1967, poi trasferitasi a Parigi dopo la Brexit, è considerata una delle scrittrici contemporanee più innovative. “Coventry” rimanda a una curiosa espressione usata in Inghilterra che indica quando qualcuno smette deliberatamente di parlarci; allora si dice “essere mandati a Coventry”.

In realtà Coventry è una cittadina delle Midlands che aveva una magnifica cattedrale, poi ridotta in macerie durante la guerra. Un luogo simbolico per la scrittrice.

Il libro è una raccolta di scritti sulla vita, la letteratura e l’arte, ma si parla anche di divorzi, traslochi, fratture tra genitori e figli; pagine anche spietate che mettono a fuoco, in modo implacabile, il complicato intrico dei sentimenti.

Il volume include alcuni saggi a carattere letterario e recensioni che ha pubblicato negli ultimi 15 anni. Denominatore comune tanta passione e lucidità di pensiero.

Particolarmente intrigante la prima sezione che dà il titolo al volume: comprende 6 scritti, racconti in presa diretta che sviluppano alcune tematiche particolarmente care alla scrittrice.

La guida come metafora, la rottura dei rapporti con i genitori, la maleducazione, la ristrutturazione di una casa, e ancora la complicata fase adolescenziale delle figlie e la triste fine di un matrimonio.

Pagine ricche di meditazioni spontanee e concatenate una all’altra che esprimono un nuovo modo di raccontare storie. Avvenimenti della sua vita in cui possiamo ritrovarci e farci guidare nell’analisi dalla profondità del suo pensiero che non fa mai sconti.

Le altre parti del libro invece sono excursus colti sulle opere e le vite di grandi autori; da David Herbert Lawrence a Kazuo Ishiguro, da Edith Wharton a Natalia Ginburg , passando per altre firme letterarie tra le quali Françoise Sagan e Olivia Manning.

 

Rubare l’erba. L’omaggio di Marco Aime a contadini e pastori di Roaschia

 

Con Rubare l’erba, piccolo e quanto mai prezioso saggio, l’antropologo e scrittore piemontese Marco Aime rese omaggio alle sue radici, a quella civiltà contadina cuneese che ha sempre saputo ascoltare il respiro della terra e delle stagioni. Aime è nato a Torino ma la sua famiglia era originaria di Roaschia, piccolo paese situato nel fondovalle dell’omonimo vallone laterale alla destra del torrente Gesso, a ottocento metri sul livello del mare,in mezzo a montagne costellate di frazioni (i roaschini si distribuivano nel passato in ben cinquantadue frazioni ). Un paese, con le sue viuzze strette e i cortili aperti, eccezionale per il fresco d’estate ma temibile per il freddo d’inverno. La popolazione, per antiche tradizioni, si era sempre divisa in due tra pastori (gratta) e stanziali (üvernenc). In una valle povera e stretta, scarsamente illuminata dal sole, abitata da pastori e contadini, Roaschia aveva nel 1911 duemila abitanti mentre  oggi ne conta poco meno di cento, la maggior parte anziani. Molti nuclei, oggi disabitati, offrono ancora esempi notevoli di quell’architettura alpina riconoscibile nei tetti in paglia di segale. Roaschia è stata a lungo la patria di generazioni di famosi pastori transumanti, costretti a spostarsi continuamente dal monte al piano in cerca di quei pascoli che in paese non bastavano mai, dove l’agricoltura si poteva praticare soltanto a livelli di sussistenza e da dove, per sopravvivere, bisognava necessariamente imboccare le strade e vie per il mondo. E così c’erano i “cavié” (commercianti di capelli) e gli “anciuè” (i venditori di acciughe), i quali entrambi a piedi o con un carrettino se ne andavano in giro, spingendosi verso la pianura o a volte sino al mare, comprando e rivendendo. Ma soprattutto c’erano i pastori di pecore e transumanti, ed è a loro che Marco Aime, ricordando di aver trascorso in questo paese a venti chilometri da Cuneo lunghi periodi della sua infanzia e della sua adolescenza, dedicò questo libro. Il paese, i suoi abitanti e gli alpeggi sono parte della sua storia.

Quindi, e non solo perché di mestiere fa l’antropologo, in questo libro racconta con una partecipazione diretta, intensa e dal sapore antico le vicende di questa terra e della sua gente, dei pastori e della transumanza, un rito ormai quasi del tutto scomparso, della gente migrante a volte costretta a “rubare l’erba” per dar da mangiare alle pecore, che si sposava, lavorava, partoriva e moriva in viaggio, senza un tetto fisso sopra la testa. “Partivano. La gente di queste parti è sempre partita”. Nei ricordi di Toni e Margherita, un anziano pastore e sua moglie, rivive la loro storia nel contesto del Piemonte rurale di molti decenni fa. Pastori, acciugai, venditori di capelli, uomini perennemente in viaggio: Marco Aime si chiede se abbia senso parlare di radici quando esistono “terre dove vivere è un lusso che non ci si può concedere sempre”, quando si è costretti a fuggire dal proprio villaggio per scampare alla povertà, per sopravvivere. Eppure afferma come “continuiamo a pensare che il nomade, il randagio, il bastardo, siano l’eccezione, e che il sedentario sia la norma”. La vita del pastore, segnata dall’universale diffidenza che i sedentari covano per i migranti di ogni tempo e luogo, diventa l’emblema – e la guida – di tutte le nostre peregrinazioni: “È quello il suo sapere, uno dei saperi del pastore, che tu non sai: conoscere la strada, trovarla sempre”. Rubare l’erba è un libro che rivendica quasi il bisogno di essere letto per non dimenticare il valore di una vita difficile fatta di silenzi e di solitudine, ma anche piena di scoperte e di conquiste. Quando Aime accompagna il lettore a Roaschia ( “il paese dai cinque cognomi e dai due mestieri: contadino e pastore”) lo fa per esercitare un diritto di conoscenza e un dovere di memoria. D’inverno, i contadini, restavano in paese mentre i pastori dovevano partire, caricando su un carro i pochi beni e mettendosi in strada, con tutta la famiglia. Poche cose ad accompagnarli, caricate sul carro: un baule, con gli abiti più belli, quelli “della festa” – perché sia per un matrimonio o in occasione di un funerale bisogna vestirsi con decoro -; il sacco con i vestiti di tutti i giorni, quello con le patate per nutrirsi, i materassi e un poco di spazio per gli agnelli nati da poco e ancora incapaci di camminare. È così ogni anno, quando l’inverno si avvicinava, si muovevano verso le nebbie della pianura, sempre attenti ai proprietari che difendevano i beni attraversati dal gregge. “La vita era faticosa, se ci penso non mi sembra nemmeno vero che ho fatto quelle cose. Comunque l’abbiamo attraversata” afferma Toni nel libro, grattandosi la testa. “Attraversata, perché per Toni e Margherita e per tutti i pastori come loro – scrive l’antropologo Aime – la vita è come una terra, non ci si siede a guardarla, ad attendere che dia qualcosa. La si attraversa”.

 Marco Travaglini

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Ninni Holmqvist “L’Unità” -Fazi- euro 18,50

E’ di una bellezza spietata questo romanzo della scrittrice svedese 65enne che immagina una società distopica, divisa tra persone indispensabili e dispensabili.

L’Unità del titolo è il nome della struttura in cui lo stato rinchiude le persone ritenute “dispensabili”; ovvero quelle sacrificabili perché non hanno avuto figli, né una vita sentimentale stabile, né generato profitti.

Ora diventano dei pezzi di ricambio. Ridotti a serbatoi di organi che verranno espiantati uno ad uno, fino alla “Donazione finale”. Morendo e donando i vitali cuore e polmoni salveranno le persone ritenute più utili e produttive, minate da malattie che richiedono trapianti per continuare ad essere utili alla società.

Protagonista e voce narrante è Dorrit Weger, scrittrice 50enne, povera, single e senza figli che viene prelevata dalla sua casa e trasferita all’Unità. Perfettamente sacrificabile come le altre donne sopra i 50 anni e gli uomini over 60 che aspettano di venire praticamente fatti a pezzi per un fine ritenuto superiore.

A prima vista l’Unità sembra un luogo idilliaco in cui vivere nel lusso e assaporare una vita comoda a costo e crucci zero. In realtà è un mondo parallelo, finto, perfetto nel riprodurre la natura, ma lì i fiori non appassiscono mai.

Dorrit non realizza subito di essere finita nell’ “Unità” della banca di riserva; però man mano che scompaiono gli altri ospiti, la realtà le piomba addosso. Il romanzo è la cronaca della sua permanenza, in cui accetta di sottoporsi a una serie di esperimenti farmacologici e psicologici; ridotta a scarto sacrificabile, fagocitata dalla colossale opera di riciclaggio.

A scalfire il suo arrendersi al sistema sarà l’intesa con un altro ospite e le relative, inaspettate e sorprendenti conseguenze.

 

 

Matthew Blake “Anna” -La nave di Teseo- euro 22,00

Siamo nella terra di nessuno, tra sonno e veglia, con un duplice delitto di cui è imputata la 25 scrittrice Anna Olgivy; che però non ha più aperto gli occhi dal momento in cui è stata trovata con un coltello in mano, accanto ai corpi massacrati di suoi amici.

Da 4 anni è sprofondata nel sonnambulismo, prigioniera della “sindrome del sonno profondo o della rassegnazione.”

Ma come si può processare una bella addormentata?

Come verificare la sua versione dei fatti?

Quanto è responsabile delle sua azioni?

Lo psicologo forense specialista dei crimini legati al sonno, Ben Price, viene incaricato di risvegliarla per sottoporla a un interrogatorio e a un giusto processo.

La trama si infittisce parecchio perché il dottor Price è un uomo con alle spalle un passato turbolento che verrà a galla poco a poco; e anche altri personaggi coinvolti nel delitto spalancano voragini su ulteriori segreti della vicenda.

Sullo sfondo c’è la ricerca scientifica che cerca di penetrare nei meandri della mente umana, tra incredibile, imperscrutabile ed inquietante.

 

 

Ǻngeles Caso “Tutto questo fuoco. La rivoluzione delle sorelle Brontë” -Marcos Y Marcos”- euro 18,00

Ángeles Caso è una scrittrice spagnola decisamente abile, come dimostra questa biografia romanzata in cui narra le vite delle sorelle Brontë; riuscendo a cogliere la grandezza e la profondità del loro sentire e del loro universo interiore.

In queste pagine scandaglia le differenti personalità di Charlotte, Emily ed Anne. Nonostante le vite difficili e i pregiudizi dell’epoca sulle donne scrittrici, riuscirono a concepire, mettere nero su bianco e pubblicare capolavori assoluti della letteratura a livello mondiale.

L’autrice ci porta dritti tra le mura della modesta canonica di Haworth Hill, retta dal padre, reverendo Patrick, dove assistiamo alle loro difficili esistenze, a partire dalla raffica di lutti che colpiscono la famiglia.

Innanzitutto la morte precoce per cancro della madre Maria, che lascia il marito annientato e con sei piccole creature da crescere. La morte busserà ancora con le dipartite devastanti delle sorelline Maria (10 anni) ed Elizabeth (9 anni), stroncate dalle condizioni durissime del collegio in cui erano state mandate. Poi le difficoltà economiche e una vita monotona. Questa la superficie…

Ma Ángeles Caso ha una marcia in più, la capacità di calarsi ed approfondire i meravigliosi mondi interiori delle Brontë, così diverse tra loro, per carattere e modi di affrontare la vita.

Ci avventuriamo nell’anima dell’ambiziosa Charlotte, piena di grande ardore che frena a stento sotto la moderazione imposta dalla virtuosità vittoriana.

Emily, cupa e testarda, ma piena di compassione per la fragilità del mondo; forse legata all’amico 15enne Robert Clayton, al quale si ispirò per “Cime Tempestose”.

La delicatissima Anne, calma e profondamente giusta, che probabilmente amò in silenzio e senza speranza un certo William, stroncato poi dal colera.

Tre giovani fanciulle appassionate, riflessive, eccentriche, isolate, di salute cagionevole e povere di mezzi economici; ma straordinariamente ricche di sensibilità e talento. Erano sopravvissute ai lutti, alle fatiche e alle sofferenze; sempre alleandosi, tenendosi per mano, avviluppate in un comune sentire. Erano felici quando potevano scrivere, passeggiare nella brughiera e vivere insieme nella canonica dove progettavano di aprire una scuola e lavorare come istitutrici tutte sotto lo stesso tetto.

Dovettero far fronte al fratello Branwell, alcolizzato, infelice e mediocre; lui era quello destinato alla gloria poiché maschio, ma era stato incapace di raggiungere una vetta.

Mentre Charlotte, Emily ed Anne avevano scalato l’impossibile all’epoca per una donna. E per essere prese in considerazione avevano pubblicato con nomi maschili….

 

 

Jacopo Veneziani “La grande Parigi” -Feltrinelli- euro 30,00

Lo storico dell’arte e divulgatore Jacopo Veneziani ci accompagna in un affascinante viaggio nella Parigi del periodo d’oro dell’arte moderna, tra 1900 e 1920, all’epoca il centro del mondo artistico. Lo fa attraverso gli occhi di due pittori allora sconosciuti che arrivano nella ville lumiere nell’ottobre del 1900; i giovanissimi artisti spagnoli Pablo Picasso e Carlos Casagemas.

Sono squattrinati, hanno solo alcune cartelle da disegno, scatole dei colori, cavalletti e valigie stracolme di speranza. Arrivano alla Gare d’Orleans nel momento perfetto, allo scoccare del nuovo secolo in cui tutto sta per iniziare.

E’ un viaggio corale in cui, attraverso una serie di indirizzi fondamentali, l’autore racconta i 20 anni in cui la Parigi dell’Esposizione Universale lancia invenzioni incredibili e attira folle di visitatori assetati di novità. La città è in gran fermento, aperta a nuove sfide, calamita per artisti, scrittori, filosofi, poeti, intellettuali in cerca di fama.

Veneziani nelle sue pagine ci fa incontrare personaggi come Gertrude Stein, Picasso, Matisse, Modigliani, Chagall e molti altri.

Le loro storie e vite si intrecciano, tra incontri casuali, collaborazioni, sodalizi saldissimi, amicizie; ma anche rivalità, passioni e deludenti tradimenti.

 

Tour à Turin, il Salone del Libro omaggia con incontri, letture e dialoghi il Tour de France

Incontri, letture e dialoghi per omaggiare il Tour de France attraverso le pagine dei libri. In occasione della straordinaria partenza del Tour de France dall’Italia e, precisamente, da Firenze, nell’ambito delle iniziative ToRide della Città di Torino dedicate a questo sport e ai valori che esso declina, il Salone internazionale del Libro attende il passaggio della corsa gialla a due ruote organizzando la rassegna letteraria “Tour à Turin” curata da Federico Vergari, giornalista e consulente editoriale per le sezioni sport e fumetto del Salone, e da Marco Pautasso, segretario generale del Salone del Libro e responsabile del Salone OFF.

Da giovedì 27 a domenica 30 giugno a palazzo Madama e al Motovelodromo vi saranno otto incontri dedicati al ciclismo e ai suoi racconti, che vedranno protagonisti autori, giornalisti, esperti e appassionati di bici, in attesa dell’arrivo a Torino della terza tappa del Tour de France lunedì 1 luglio prossimo. Tra questi Fabio Genovesi, scrittore e cronista del Tour de France con la lectio dal titolo “Tutti primi sul traguardo del mio cuore” (27 giugno); i telecronisti di Eurosport Luca Gregorio, giornalista, e Riccardo Magrini, ex ciclista professionista, oggi commentatore; Omar Di Felice, ciclista estremo dei ghiacci e scrittore; il collettivo “Cicliste per caso” con il libro dedicato ad Alfonsina Strada, che partecipò al Giro d’Italia degli uomini esattamente cento anni fa, il 29 giugno 1924, i giornalisti Gino Cervi, Andrea Schiavon e Herbie Sykes e lo scrittore Gian Luca Favetto con il recente libro “E l’ultima volta che se ne è andato Pantani”, per ricordare il Pirata. Un momento speciale sarà domenica 30 giugno a chiusura di ‘Tour à Turin’, per ricordare Gianni Mura, uno dei più apprezzati e seguiti giornalisti italiani, scomparso nel 2020, attento osservatore delle competizioni ciclistiche, con letture tratte dai suoi articoli giornalistici raccolti nel suo libro intitolato “La fiamma rossa. Storie e strade dei miei tour”.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti. Prenotazione consigliata su saltopiu.salonedellibro.it

Con il progetto ‘Tour à Turin’ il Salone del Libro consolida ulteriormente la propria attenzione verso il filone della narrazione sportiva e la collaborazione con la Città di Torino, per arricchire con dibattiti e incontri a tema i grandi eventi sportivi che si svolgono nel capoluogo piemontese.

‘Tour à Turin’ si inserisce nel ricco bouquet di iniziative che il Salone del Libro ha ideato intorno al mondo dello sport a partire dal 2021, quali il premio di Narrativa sportiva Gianni Mura, rivolto ai libri di narrativa contemporanea che meglio sappiano raccontare lo sport, i suoi valori, le sue storie e i suoi protagonisti; la Sala Olimpica durante i giorni del Salone a maggio per presentare libri, romanzi e saggi sullo sport per adulti e giovani, il podcast Fuoriclasse, giunto alla sua terza stagione, con all’attivo 25 puntate dedicate allo sport di ieri e di oggi, la sua epica, le sue storie uniche e esemplari, i suoi personaggi e valori condivisi; il palinsesto Fuoriclasse Live, una serie di talk sul tennis, sui suoi protagonisti e sullo sport in generale, organizzato in occasione delle Nitto Atp Finals 2023.

La prima giornata di incontri sarà giovedì 27 giugno prossimo alle 17 al Motovelodromo con la presentazione del libro “Pantani era un Dio” di Marco Pastonesi, moderatore Gian Luca Favetto. Alle 19, a palazzo Madama Fabio Genovesi terrà la lectio sul Tour de France dal titolo “Tutti primi sul traguardo del mio cuore”.

Venerdì 28 giugno alle 17 al Motovelodromo verrà presentato il volume “Scoprire il Piemonte in bicicletta” a cura delle edizioni del Capricorno e FIAB Torino. Alle 19 a palazzo Madama presentazione del libro “Vicini alle nuvole. I grandi scalatori del ciclismo moderno” con Luca Gregorio e Riccardo Magrini.

Sabato 29 giugno alle 11 a palazzo Madama presentazione del libro “Cicliste per caso. L’Italia in bici sulle tracce di Alfonsina Strada” con la moderazione di Elisa Gallo e con Silvia Gottardi.

Ore 17 palazzo Madama “Il mondo visto da un ultracyclist”, incontro con il ciclista estremo e scrittore Omar Di Felice.

Giornata conclusiva domenica 30 giugno alle ore 11 a palazzo Madama presentazione del volume “L’ultima volta che se n’è andato Pantani”, con Gino Cervi, Andrea Schiavon, Gian Luca Favetto, Herbie Sykes. A cura del Salone internazionale del Libro, alle 17, a palazzo Madama, appuntamento con “Dentro i tour di Gianni Mura”, letture selezionate dal libro “La fiamma rossa”( minimum fax 2021).

 

Mara Martellotta

Incipit offresi: Carlotta Marricco di Aosta vince la nona edizione del talent letterario

Il Marchese del tennis

“Al PalaRuffini di Torino, nel novembre 1981, organizzo un’ esibizione di tennis femminile tra Stati Uniti e Resto del Mondo. Martina Navratilova, Betsy Nagelsen, Leslie Allen contro Virginia Wade, Bettina Bunge e Virginia Ruzici. Spettatori: tre. Non scherzo”

A vedere le partite non viene nessuno, ma non posso tirarmi indietro: l’evento è voluto da Mark McCormack in persona per corteggiare la fidanzata Betsy Nagelsen, tennista americana della Florida che sarebbe diventata la sua seconda moglie ».

Così racconta Cino Marchese in uno dei suoi tanti aneddoti narrati a Gaia Piccardi pochi mesi prima di lasciarci nella sua autobiografia ”Il Marchese del Tennis” (edizioni Absolutly Free Libri, 2019 € 18). Parla di una certa freddezza tutta taurinense per il ”glamour event” e di una capricciosa Navratilova che asserragliata all’hotel Principi di Piemonte prima del match, ordina una introvabile bistecca e del succo di mele mandandolo su tutte le furie. Così era Cino diretto e leale, che partendo dalla sua piccola Valenza Po inventò su due piedi il corporate marketing sportivo nel mondo. Una figura di imprenditore weberiano d’altri tempi: gavetta, sacrifici e duro lavoro abbinati a calore umano, lealtà e altruismo. Archeologia oggi ai tempidi Internet. Fine psicologo e abilissimo negoziatore globetrotter, titolare dell’ americana IMG per l’Italia. Per lui una stretta di mano valeva molto di più che una firma in calce a un contratto. Scoprì Jennifer Capriati e Monica Seles lanciò Alberto Tomba e molti altri campioni. Amico di una vita del tennista-banchiere Ion Tiriac, del mitico australiano Newcombe e di Adriano Panatta. Narra di come salvò la vita al fragile Borg nella Milano da bere anni ottanta del protagonismo di John MC Enroe e Lendl ma anche dell’eroismo di tanta gente comune e uomini di sport. Senza escludere magliari di ogni genere da cui guardarsi le spalle. Uno spaccato di vita eccezionale ilare e malinconico a volte struggente. Prima di lui non esisteva un mercato dei diritti televisivi. Il villaggio commerciale degli eventi nei tornei dell’Atp e del Wta nasce da una sua idea. Se ne è andato il 17 marzo 2019 nella sua casa di Roma guardando in televisione una partita di basket il suo sport preferito. Me ne parlò Roberto Bellotti suo amico di famiglia tecnico federale Fit mio amico e maestro di tennis. Dopo di lui lo sport internazionale nel bene e nel male non è stato più lo stesso.

Aldo Colonna

Salvatore Di Costanzo: alla scoperta de “L’isola della grande magia”

Informazione promozionale

La vita di Maria è segnata dal dolore e dalla tristezza, ma tutto cambia quando, a ridosso delle festività natalizie, incontra Alessandro, un uomo dal passato enigmatico ma che sembra conoscere i misteri e le magie dell’isola. Alessandro introduce Maria a una leggenda locale su un folletto chiamato “munaciello” e le consiglia di mettere un bicchiere di birra sotto al letto ogni notte per placare gli spiritelli…

IL LIBRO

La storia segue le vicende di Maria, una fanciulla di undici anni che, dopo un tragico incidente automobilistico che ha portato alla morte del padre, si trasferisce con la madre a Buonopane, una pittoresca frazione di Barano d’Ischia. La vita di Maria è segnata dal dolore e dalla tristezza, ma tutto cambia quando, a ridosso delle festività natalizie, incontra Alessandro, un uomo dal passato enigmatico ma che sembra conoscere i misteri e le magie dell’isola. Alessandro introduce Maria a una leggenda locale su un folletto chiamato “munaciello” e le consiglia di mettere un bicchiere di birra sotto al letto ogni notte per placare gli spiritelli. Maria, inizialmente scettica, si apre alla magia quando il bicchiere si svuota misteriosamente ogni mattina.

Con l’aiuto di Alessandro, Maria esplora i segreti mistici dell’isola e si avvicina alla madre, Alina, che inizialmente disapprova l’amicizia tra la figlia e l’uomo misterioso. Tuttavia, Alessandro conquista la fiducia di Alina mostrandole un incredibile trucco di magia. Nel frattempo, Maria inizia a frequentare Tommaso, un ragazzo che prima faceva parte di un gruppo di bulli. Intanto Buonopane s’appresta a festeggiare “La Notte dell’Epifania”; che in questa piccola frazione è un vero e proprio culto.

La relazione tra Alina e Alessandro si approfondisce, mentre Maria si avventura in un incredibile viaggio nell’isola della grande magia; la terra di Agartha, guidata dalla befana, Stellino (il misterioso gatto di Alessandro) e un pettirosso. A questo gruppo si aggiungeranno due “munacielli” e Tommaso.

Durante il suo soggiorno ad Agartha, Maria apprende della possibilità di vedere le persone che non sono più nel suo mondo attraverso un fungo speciale chiamato “albogatto della vita”. Decide di raggiungere il castello del Santo nel regno di Zinn con i suoi nuovi compagni d’avventura. Lungo il lungo e fantastico viaggio, Maria deve rinunciare agli amici che la stanno accompagnando in questa incredibile esperienza, ma una volta arrivata al castello, scopre e accetta la verità su se stessa. Ora, libera dalle catene del passato, Maria può abbandonare il limbo in cui si trova e abbracciare la libertà.

L’AUTORE

Salvatore Di Costanzo è nato a Castellammare di Stabia il 26 ottobre del 1984. Quando aveva 4 anni i genitori, per motivi familiari, si trasferirono ad Ischia, dove ha trascorso tutta la sua infanzia e dove ancora oggi vive. È Diplomato in Ragioneria e, appena diciottenne, ha iniziato a lavorare come resident dj. Ha frequentato l’università di sociologia di Napoli ma non ha completato il corso per dedicarsi a tempo pieno alla sua passione per il cinema. A 24 anni scrive e dirige un lungometraggio di genere horror per una produzione indipendente italo-francese, intitolato “La Prigione Oscura”.

Nel luglio 2017 viene pubblicato il libro “Sette Rose per Sofia” col quale vince diversi premi letterari tra cui il “Diploma al Merito Narrativo” conferito dall’Associazione Artistica – Culturale Accademia degli Artisti di Napoli. Un anno dopo lavora nella Fiction “L’amica Geniale” come attrezzista durante le riprese degli episodi girati ad Ischia. Tra il 2020 e il 2022 vengono pubblicati diversi suoi racconti brevi e poesie, tra cui il suo secondo e terzo romanzo intitolati “Sognando Agartha” e “Unforgiven”. Il 6 Maggio 2024, la PubMe, nella collana Monna Lisa, edita il quarto manoscritto dell’autore, dal titolo: “L’isola della grande magia”.

Opere Letterarie:

ROMANZI

2018 – Sette Rose per Sofia (edito dal Gruppo Albatros il Filo)

2020 – Sognando Agartha (edito dalla GDS edizioni)

2020 – Unforgiven (edito dalla IVVI editore)

2024 – L’isola della grande magia (edito da PubMe per la collana Monna Lisa)

2024 – Il sogno di Natale (edito dalla Pinguino Libri) in fase di editing

POESIE

2020 – raccolta di 12 poesie presenti nella Collana Poetica Versus vol. 28 (edito dalla Dantebus Edizioni)

2022 – poesia CIELO SOPRA NAPOLI presente nel libro corale “Poesia Italiana – libro Bianco” (edito dalla IVVI editore)

RACCONTI

2020 – IL BACIO DELLA SOLITUDINE racconto presente nel libro corale “Le nostre quarantene” (edito dalla IVVI editore)

2020 – LETTERA A SOFIA racconto presente nel libro corale “Le parole che non ti ho detto” (edito dalla IVVI editore)

2020 – LA FAVOLA DI TIMMY racconto presente nel libro corale “Amici Gatti” (edito dalla IVVI editore)

LINKS UTILI

https://www.mondadoristore.it/L-isola-della-grande-magia-Salvatore-Di-Costanzo/eai979125458583/

https://www.amazon.it/Lisola-della-grande-magia-Monnalisa/dp/B0D3BZ2K8Q/?_encoding=UTF8&pd_rd_w=MKs8Z&content-id=amzn1.sym.bf6fe3d2-fa68-4799-94fa-dbe156d94924%3Aamzn1.symc.fddc876e-12b4-4705-b1ac-5d8fc5d10d1f&pf_rd_p=bf6fe3d2-fa68-4799-94fa-dbe156d94924&pf_rd_r=GRWSF27JQK8DBGDT0D6V&pd_rd_wg=kf7en&pd_rd_r=3375efdb-bcdc-4b8b-96c8-411c43c8ef89&ref_=pd_hp_d_atf_ci_mcx_mr_ca_hp_atf_d

 

La finale di Incipit offresi con Eugenio in Via Di Gioia

Giovedì 6 giugno, ore 21

Villa La Tesoriera, corso Francia 186, Torino  

INCIPIT OFFRESI

Dopo 19 tappe in 6 regioni – Piemonte, Valle d’Aosta, Umbria, Liguria, Campania, Lazio – si conclude la nona edizione del primo talent letterario itinerante giovedì 6 giugno a La Tesoriera, in occasione dell’Evergreen Fest. L’ultima sfida a colpi di incipit sarà condotta da Eugenio Cesaro degli Eugenio in Via Di Gioia, special guest. Presentano Chiara Pacilli, giornalista e conduttrice tv e Giorgia Goldini, attrice, autrice e comica, accompagnati dalle musiche di Enrico Messina e della violinist performer Marta Pistocchi. Tra gli ospiti, il valdostano Simone Torino, classificatosi l’anno scorso al secondo posto, vincitore della XXXVII edizione del Premio Italo Calvino, assegnato martedì 4 giugno, con il romanzo “Macaco”, il cui incipit è stato presentato proprio a Incipit Offresi 2023.

Incipit Offresi è ideato e promosso dalla Fondazione ECM – Biblioteca Civica Multimediale di Settimo Torinese. In 8 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 60 nuovi autori, pubblicato 70 libri e coinvolto più di 10mila persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali. Incipit Offresi è un vero e proprio talent della scrittura, un’occasione innovativa per diventare scrittori, una scommessa basata su poche righe, un investimento sulle potenzialità dell’autore. La vera chance dell’iniziativa è la possibilità offerta agli aspiranti scrittori di incontrare e dialogare direttamente con gli editori coinvolti nelle varie fasi del progetto, farsi conoscere e raccontare la propria idea di libro.

Gli 8 finalisti avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit o raccontare il proprio libro. In una sfida uno contro uno, gli aspiranti scrittori saranno giudicati dal pubblico presente in sala. I concorrenti primo e secondo classificato riceveranno rispettivamente un premio in denaro di 1.500 e 750 euro; saranno inoltre messi in palio, fra tutti i partecipanti alla finale, il Premio Italo Calvino, Indice dei Libri del Mese, Golem, Leone Verde, Circolo dei Lettori ed eventuali altri premi assegnati dagli editori.

I finalisti: la 26enne Carlotta Marricco da Aosta; il 45enne Mauro Bennici di Nichelino (TO); l’imprenditrice Bianca Brotto da Manerba del Garda (BS); il 64enne Luigi Callegaro di Torino; Riccardo Nigra di 20 anni, il più giovane concorrente, da Venaria Reale (TO); il 23enne Christian Mella di Bollate (MI); Sandra Puccini da Quarrata-Pistoia (PT); Fausto Bruno Campana di Impruneta (FI).

Incipit Offresi è un’iniziativa ideata e promossa dalla Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e la collaborazione di Emons Edizioni, Fondazione Circolo dei lettori e FUIS – Federazione Unitario Italiana Scrittori. 

Il Premio Incipit e il campionato sono dedicati a Eugenio Pintore per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato Incipit Offresi.

INFO

Giovedì 6 giugno, ore 21

Evergreen Fest – Villa La Tesoriera, corso Francia 186, Torino

Incipit Offresi, la finale

www.incipitoffresi.itinfo@incipitoffresi.it

Nel romanzo di Francesco Maugeri la storia di un gatto raccontata da lui medesimo

Informazione promozionale

“Coloro che sanno inchinarsi di fronte alla regalità dell’universo felino potranno scoprire in questo testo -da una prospettiva diversa- i profondi legami che possono instaurarsi tra un essere umano e un gatto, nei quali uno appartiene all’altro vicendevolmente, pur mantenendo ciascuno le proprie peculiarità e la propria fiera indipendenza”

“Io sono un gatto”

“Questa è la storia di un gatto raccontata da lui medesimo. Chi non ama il mondo felino non si avvicini per nulla a questo libro, lo lasci stare, perché in esso troverebbe solo un micio dall’apparenza altezzosa, pieno di sé, con l’ardire di rivolgersi direttamente al lettore dandogli del tu e trattandolo a volte con palese supponenza e disprezzo.

 

Coloro che invece sanno inchinarsi di fronte alla regalità dell’universo felino potranno scoprire in questo testo -da una prospettiva diversa- i profondi legami che possono instaurarsi tra un essere umano e un gatto, nei quali uno appartiene all’altro vicendevolmente, pur mantenendo ciascuno le proprie peculiarità e la propria fiera indipendenza. Ne esce una storia di condivisione -non sempre facile-, di affetti che stentano a nascere ma che poi diventano intensi, di tolleranza e accettazione del diverso. Il tutto condito da una buona dose di ironia, talvolta agrodolce, talaltra scanzonata, in cui è l’essere umano ad essere preso di mira come soggetto strano, incomprensibile, pieno di inconciliabili contraddizioni “.

L’autore:

Francesco Maugeri è nato a Roma il 25 ottobre 1979. Consulente grafologo diplomatosi presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma (LUMSA) è laureato in lettere moderne e filologia moderna.

Vive nella provincia viterbese e lavora presso l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo.Ha pubblicato “Una vita (stra)ordinaria” (I edizione, ilmiolibro.it, 2019; II edizione arricchita, Independently published 2020);“L’incompiuta”, (I edizione, independently published 2020; II edizione,  independently published 2020“Stella Maris”, independently published 2020 “Italiano Lingua Viva – considerazioni e ipotesi sull’italiano contemporaneo”, independently published  2021

 

Roberto Saviano: intervista all’autore di “Noi due ci apparteniamo”

A quasi vent’anni dalla pubblicazione di “Gomorra“, il libro che ha cambiato per sempre il corso della sua vita e ha consacrato la sua figura di autore internazionale, Roberto Saviano torna in libreria con “Noi due ci apparteniamo” edito da Fuori scena. Potente e affascinante, Saviano racconta nuovamente la realtà mafiosa con un reportage narrativo innervato di storie inedite e resoconti giudiziari. L’autore mette al centro della narrazione l’amore, il sesso e la passione e l’influenza che le stesse hanno sull’andamento e sui delicati equilibri delle organizzazioni criminali. Quella condotta da Saviano è un’analisi profondissima, delicata e del tutto inedita perché arricchita da episodi privati e, talvolta spiazzanti, della vita dei personaggi che animano queste pagine. Il testo studia anche il nuovo ruolo rivestito dalle donne e di come stiano sovvertendo le regole istituzionalmente costituite. Quello che colpisce è però l’umana e profondissima domanda che si pone l’autore riprendendo una questione che già il Macchiavelli aveva indagato ne “Il principe”: è meglio essere amati piuttosto che temuti, o se è meglio esser temuti piuttosto che amati.

Ne abbiamo parlato direttamente con l’ autore Roberto Saviano.

Riprendendo questa filosofica questione, già sondata dal Machiavelli, qual è risposta?

Come diceva l’autore, nell’animo umano vi è la spinta ad essere l’una e l’altra cosa, ma è difficile mettere insieme il timore e l’amore. Machiavelli arriva alla conclusione che tra le due risulta molto “più sicuri esser temuti piuttosto che amati”. Infatti timore desta la conseguente paura di essere puniti ed è persistente nel tempo. L’amore è in continua evoluzione ed è soggetto a mutamenti, quindi, un giorno potrebbe anche venire meno. Questo concetto è ben chiaro alle organizzazioni criminali ed è per questo Raffaele Cutolo diceva che “non si può ragionare con il cuore ma solo con la testa”.

Dal suo racconto sembra che non vi sia posto per un sentimento d’amore vero nelle organizzazioni criminali. Questo perché inevitabilmente amore e tragedia vanno di pari passo?

Non solo nel mondo criminale, ma nella vita in generale sono due concetti che viaggiano in parallelo. Nelle organizzazioni l’amore viene percepito come quel qualcosa che conferisce una certa libertà che, però, i clan non possono concederti. Inevitabilmente se ti innamori “sei fuori controllo”, sei soggetto al giudizio e anche al divieto dal fare o non fare determinate cose: se ami non puoi stare alle regole dettate da loro. Per tale ragione l’amore è l’atto più pericoloso, perché è il più incontrollato. Quando in queste situazioni si ama, probabilmente, ci si sta già condannando a morte.

Anche loro però “cercano dei momenti di pace” dove far ristorare la loro anima. Dalle sue indagini, dov’è emersa più chiaramente questa ricerca?

L’ho percepito anche vedendo il modo in cui scappano e cercano delle compagne che non c’entrano nulla con l’organizzazione. Lo fanno anche solo per parlare di tematiche che si differenzino da quelli a cui sono abituati a discutere a casa loro: è un’evasione dall’ orrore che vivono.

Quindi nella vita più ritirata, come descrive nel libro, cercano la pace e forse l’amore.

In quel momento trovano un conforto e abbassano le difese. Spesso proprio allora vengono arrestati: è l’unico attimo in cui non si segue una procedura o una gestione specifica, ma si vivono dei momenti spontanei. Anche loro hanno il desiderio di vedere la persona che amano ed escono dal controllo delle regole. Se una persona ti manca o vuoi a tutti i costi vederla è difficile che si possa assecondare la prudenza. Anzi l’imprudenza che porta alla persona amata diventa la cosa più importante e decidono di esporsi.

Discostandoci dalle tematiche del libro, nel corso della conferenza ha parlato anche di libertà di espressione e ha detto che “il corpo è il più importante grimaldello che abbiamo per la nostra libertà“. Secondo Lei è così nella società odierna?

Purtroppo no, perchè viviamo ancora in una società molto bigotta.

 Valeria Rombolà