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La “Grande Invasione” di Ivrea va al raddoppio ad Aosta

Per la sua dodicesima edizione l’eporediese “Festival della Lettura” arriva quest’anno anche nella Vallée

Dal 30/31 maggio al 2 giugno

Ivrea (Torino)

Una gran bell’accoppiata! Da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno si svolgeranno in parallelo la “dodicesima edizione” della “Grande Invasione”il tradizionale “Festival della Lettura” di Ivrea, e la “prima edizione” della “Grande Invasione” di Aosta. Il programma è curato da Marco Cassini e Gianmario Pilo (Associazione Culturale “Liberi di scegliere”), con Marianna Doria e Ludovica Giovine per la “Piccola invasione”, dedicata ai lettori più giovani.

Sarà una grande “festa della lettura” che raddoppia, preparandosi, come al solito, a invadere le strade delle due città, recentemente unite da un “protocollo di intesa” volto alla valorizzazione culturale e allo sviluppo turistico dei comuni di Aosta e di Ivrea.

Cominciamo dalla “nuova” arrivata. Ad Aostavenerdì 31 maggio, la serata inaugurale si terrà al “Teatro Giacosa” (piazza Teatro, 1), ospite la Casa Editrice “Accento”, fondata a Milano, di recente, dal noto conduttore televisivo e radiofonico Alessandro Cattelan, che, dopo le presentazioni dei nuovi libri di Stefano Nazzi e Francesco Costa, racconterà della sua nuova esperienza come editore, seguito da Valentina Lodovini e dal “reading” tratto da “Manuale di caccia e pesca per ragazze” (primo romanzo del cosiddetto genere “chick lit”) della scrittrice americana Melissa Bank, scomparsa a New York nel 2022.

Il pubblico avrà varie occasioni per incontrare scrittori e scrittrici a go-go. Impossibile citarli tutti.

Per info sul programma e le varie locationwww.lagrandeinvasione.it

Sempre ad Aosta (come ad Ivrea) sono decine le iniziative adatte a lettori di ogni età e interesse, “favorendo il dialogo tra pubblico e autori, celebrando il valore intrinseco della parola, che sia scritta, letta o ascoltata”. Da segnalare l’incontro con lo statunitense Jim Lewis, edito in Italia da “SUR” con i suoi “Fantasmi di New York”, mentre la campana Valeria Parrella presenterà la raccolta di racconti “Piccoli miracoli e altri tradimenti” (Feltrinelli) e il torinese Fabio Geda parlerà del suo ultimo libro “Song of myself. Un viaggio nella varianza di genere” (Feltrinelli), nato dall’esperienza che l’autore ha vissuto con il gruppo di adolescenti che si sono rivolti all’ospedale “Regina Margherita” di Torino per affrontare la questione della propria identità di genere. Di indubbio interesse anche l’incontro con Francesca Pellas, che ad Aosta presenterà il suo “Tutto deve brillare. Vita e sogni di Moana Pozzi” (Blackie Edizioni), in cui si esplora la vita dell’attrice, una delle più famose pornostar di tutti i tempi, ma anche una delle poche a diventare un personaggio pubblico ben al di fuori dei “confini” del porno.

 

Ad Ivrea, si parte giovedì 30 maggio, nel “Cortile del Museo Garda”, in piazza Ottinetti. L’editore ospite di quest’anno è “People” con Giuseppe Civati (politico e saggista, oltreché editore) che dedicherà due lezioni alla politica. A seguire alcuni ritorni molto attesi, da quello di Marco Leona, direttore del Dipartimento di Ricerca Scientifica al “Metropolitan Museum of Art” di New York a quello con Matteo Saudino (BarbaSophia sui “social”) fino ad arrivare agli scrittori Bruno Arpaia e Iaia Caputo. Diversi saranno anche gli incontri dedicati alla Saggistica, con Paola Caridi, una delle più importanti studiose della storia politica contemporanea del mondo arabo, con Simone Pieranni, fra i massimi esperti italiani di Cina e Enzo Bianchi, fondatore e priore della “Comunità monastica di Bose”. Per il teatro, è in programma “HEROTHICO”, un “reading” dai libri di Philip Roth di Marco Rossari e Valeria Parrella, con “Antigone”, attraverso cui indagare il rapporto fra “contemporaneità” e “classico”.

Ospite per “La Piccola Invasione” (prevista anche per l’edizione 2024 e rivolta in entrambe le città al pubblico più giovane), sarà la Casa Editrice “Orecchio Acerbo”. Appuntamento clou (fra i numerosi) quello con la nota fumettista Cinzia Ghigliano che, con Daniela Almansi (traduttrice di libri per ragazzi) guiderà una passeggiata letteraria ispirata al poemetto d’avventura di Lewis Carroll “La caccia allo Squarlo”, in una divertente attività per famiglie. Tra gli altri ospiti in programma, Alessio Torino, finalista con “Passare il fiume”  del “Premio Andersen 2024” nella sezione “Albi Illustrati”, Mara Cerri, illustratrice di “Gianni Barba” di Alice Rohrwacher e co-autrice con Nadia Terranova di “Zia Nina” e de “Il Segreto”, quest’ultimo vincitore nel 2022 del “Premio Andersen” e del “Premio Strega Ragazzi”, per la Categoria 8+.

g. m.

Nelle foto: A Ivrea il pubblico de “La Grande Invasione”, 2023 (ph.Alessandro Franzetti); Alessandro Cattelan; Valentina Lodovini (ph. Luisa Ramussi); Valeria Parrella

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Olivia Manning “La grande fortuna” -Fazi Editore- euro 18,50

Già solo la vita di Olivia Manning è stata un romanzo e aiuta a inquadrare la sua sorprendente modernità.

E’ nata in Inghilterra agli inizi del Novecento (1908 – 1980) ed è cresciuta tra Londra e l’Irlanda sviluppando il senso di non appartenenza a nessun luogo. Poi con il marito tra – 1938 e 1946- ha condotto una vita da giramondo vivendo in Romania, Grecia, Egitto e Palestina.

In quegli anni la Manning ha scritto le due trilogie dei Balcani e del Levante, pubblicate tra anni Sessanta e Settanta. Protagonisti sono i novelli sposi Guy e Harriet Pringle, oggi li chiameremmo due expat che viaggiano a lungo e provano a ricostruirsi una comunità fuori dal loro paese.

Guardano l’Est con gli occhi del cittadino britannico che tende a vivere all’interno della sua enclave e guarda al resto del mondo con cauto sospetto.

L’autrice mette a fuoco le dinamiche dell’enclave britannica di Bucarest alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Più che raccontare il mondo dei Balcani, ritrae quello degli espatriati, spie, diplomatici britannici che patiscono sentirsi sradicati.

Tra i vari personaggi che la coppia incrocia ci sono il principe Yakimov, russo bianco, nobile decaduto sempre in bolletta che campa di espedienti, a metà tra parassita e marionetta. E Sophi, studentessa romena che ha evidenti mire su Guy e scombussola Harriet. Sullo sfondo serpeggia subdolo lo spettro della guerra.

 

 

Elspeth Barker “O Caledonia” -Bompiani- euro 18,00

L’autrice è nata come Elspeth Langlands a Edimburgo nel 1940, (morta nel 2022), cresciuta in un castello neogotico a Drumtochty in Scozia dove i genitori avevano aperto una scuola per maschi, aperta poi anche alle femmine.

A 20 anni si innamora del poeta George Baker, molto più grande di lei e con 10 figli nati da legami precedenti. Si sposano e ne mettono al mondo altri 5. “O Caledonia” è il suo unico romanzo e fu subito un caso letterario; salvo poi essere dimenticato, mentre Elspeth si dedicò al giornalismo e alle collaborazioni con prestigiose testate, e per aiutare la famiglia dava anche lezioni di latino e greco.

La protagonista di “O Caledonia” è Janet, una fanciulla fuori dagli schemi, ribelle, solitaria, amante degli animali e poco dell’umanità. Il prologo del romanzo è di quelli ad alto impatto.

La 16enne Janet viene trovata morta con indosso un abito da sera nero della madre. I genitori, che poco la tolleravano da viva, la seppelliscono in un angolo, lontano dalla tomba di famiglia, nel cimitero, poi il suo nome non verrà mai più pronunciato. Janet andava dimenticata e leggendo capirete anche perché…

 

 

Mirina Lee “Le otto vite di una centenaria senza nome” -NORD- euro 19,00

E’ affascinante la vita della protagonista del romanzo di esordio di Mirina Lee, nata e cresciuta nella Corea del Sud, oggi residente a Hong Kong. Racconta la rocambolesca vita di una quasi centenaria che ha attraversato i drammi di due guerre – del Pacifico (1941-1945) e quella di Corea (1950-53)- per sopravvivere è ricorsa a tutti gli espedienti possibili, cambiando spesso identità.

Il suo vero nome non è dato sapere, però ora, agli sgoccioli di una vita lunga e parecchio perigliosa, nella casa di riposo dove vive e si fa chiamare signora Mook (ennesimo nome falso) rivela il suo passato a un’impiegata che raccoglie i ricordi degli anziani per scrivere i loro necrologi.

Un’autentica vita da romanzo, dalla nascita nella Corea occupata dai Giapponesi, fino ai giorni nostri. Un’esistenza che per il suo necrologio riassume in 8 parole: schiava, artista della fuga, assassina, terrorista, spia, amante, madre….ne manca una sola e verrà svelata solo all’ultimo.

Il corposo romanzo narra una vita camaleontica, sfuggente, che ha affrontato prove durissime con coraggio e, quando proprio necessario, anche ferocia…

 

 

Valentina Cresta, Simonetta Mazzi, Luciano Rosselli “Urbex. La seduzione

dell’abbandono” -Erga edizioni- euro 12,00

E’ la raccolta di foto di tre esploratori urbani che per passione, mestiere, curiosità e molto altro cercano luoghi abbandonati e ne ritraggono segreti, meraviglie, tracce del passato.

Urbex è l’abbreviazione di “Urban exploration” ovvero la riscoperta di case, ville, fortificazioni, cimiteri, fabbriche, edifici religiosi e altri luoghi che l’uomo non ha più abitato da tempo, consegnandoli a un oblio polveroso che racconta vite passate. Fascino a tonnellate.

Anche luoghi da tutelare e nei quali si entra con rispetto profondo, perché ormai sono invasi dalla natura che rischia di distruggere il poco che ancora resta.

La passione che muove gli urbex è anche denuncia e grido di aiuto per tutelare e recuperare un prezioso patrimonio che l’incuria dell’uomo ha lasciato indietro.

Nadia Terranova, la scrittrice si racconta

Siciliana di nascita e romana di adozione, Nadia Terranova, si è affermata negli ultimi anni come una delle voci più interessanti del panorama della letteratura italiana contemporanea sia nel romanzo che nella letteratura per ragazzi. La Terranova esordisce, nel 2015, con “Gli anni al contrario” (Einaudi) e si aggiudica uno dei posti tra i finalisti del Premio Strega con il romanzo “Addio Fantasmi” (Einaudi) nel 2019. Nadia è divenuta un’importante voce anche di numerose testate giornaliste come Vanity Fair, la Repubblica, il Foglio, TuttoLibri e dal 2020 dirige la rivista letteraria de Linkiesta “K”. Abbiamo parlato con lei al Salone del Libro di Torino dove la scrittrice è stata ospite di svariati appuntamenti letterari.

Lei ha curato la prefazione del libro “Prima e dopo” (Cliquot) di Alba de Cèspedes una scrittrice, poetessa e partigiana italiana che ha segnato un’epoca, ma che è ancora attualmente poco conosciuta. Cosa l’aveva colpita di questo personaggio?

È stata una grandissima penna del 900 e alla sua fama è seguito un oblio ingiustificato. Questo destino è spettato a molte scrittrici che non hanno avuto un riconoscimento canonico o un grande premio letterario. Quello che mi ha portato fino a lei è forse stata la rabbia, ovvero la volontà di farla uscire da questo oblio a cui era destinata. Grazie ai numerosi progetti che stiamo seguendo per valorizzarla sta nuovamente vivendo un momento di fioritura.

Lei è una scrittrice donna molto affermata che spesso ha valorizzato il lavoro di diverse sue colleghe. Dal suo punto di vista la condizione della scrittrice attualmente è correttamente valorizzato?

No, ma quando lo diciamo sembra che si assista ad una sorta di “partigianeria”. In realtà la nostra è una rabbia di proiezione : tutte noi che valorizziamo il lavoro di altre scrittrici non lo facciamo per metterci al centro, ma piuttosto per una sensazione che ci accomuna. Infatti sappiamo bene che questa condizione è qualcosa che può accadere a tutte e per questo tale ragione abbiamo un senso di giustizia verso queste situazioni. Nonostante le cose vadano migliorando, ci scontriamo giornalmente con una misoginia che si fa sempre più insidiosa perchè più subdola. Ma abbiamo ancora qualche secolo di storia di grandi scrittrici da valorizzare.

Il Salone del Libro è sempre una grande occasione di incontro per gli scrittori. Quale sensazione prova adesso a viverlo alla luce del successo che ha raggiunto?

Prima venivo a sentire gli altri scrittori e le altri scrittrici sognando di far parte di loro e adesso che ho la possibilità di stare “dall’altra parte” non perdo ugualmente occasione di andare ad ascoltare i grandi nomi del panorama internazionale, ma anche gli scrittori che stanno emergendo. Rimane sempre un bel momento di scambio.

Valeria Rombola’

“Premio Mario Lattes per la Traduzione” Ecco i cinque finalisti

Premiati al Castello di Perno

Monforte d’Alba (Cuneo)

Cinque i finalisti. I loro nomi sono stati annunciati nei giorni scorsi. Ma per sapere chi, della magnifica cinquina, sarà “il più alto sul podio” occorre aspettare ancora un mesetto. Sarà infatti annunciato sabato 29 giugnoprossimo il nome del vincitore della terza edizione del biennale “Premio Mario Lattes per la Traduzione” (dedicato quest’anno alla lingua ispano-americana) promosso dalla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte d’Alba, in collaborazione con l’“Associazione Castello di Perno” e l’“Università degli Studi di Torino”. La cerimonia si terrà nell’antico “Castello di Perno”, costruito in epoca medievale dalla famiglia Falletti e alla fine degli anni Settanta del secolo scorso acquistato dalla Casa Editrice “Giulio Einaudi” che ne fece la propria sede secondaria, gemella a quella di via Biancamano a Torino e residenza di lavoro per i propri scrittori, fra cui Primo Levi, al quale è stata anche dedicata la piazzetta sotto le mura a Perno.

Dal 2012, il Castello è proprietà dell’avvocato bresciano Gregorio Gitti, ordinario di “Diritto Civile” all’“Università di Milano” e ben intenzionato a recuperarlo alla sua storia, a quella più recente di “Casa per la Cultura” e a quella più antica della vinificazione delle uve di proprietà.

Ecco, per intanto, i nomi dei cinque finalisti: Alberto Bile Spadaccini con “Il Gran Burundún-Burundá è morto” di Jorge Zalamea (Colombia, edito da Arcoiris), Ilide Carmignani con “Lutto” di Eduardo Halfon (Guatemala, edito da il Saggiatore), Maria Nicola con “Le pianure” di Federico Falco (Argentina, edito da Sur), Raul Schenardicon “Fra le tue dita gelate” di Francisco Tario (Messico, edito da Sarafà) e Giulia Zavagnacon “Chiamatemi Cassandra” di Marcial Gala (Cuba, edito da Sellerio).

Traduttrici e traduttori, nel corso della cerimonia di premiazione, saranno coinvolti in una “tavola rotonda” coordinata da Stefania Soma, in arte Petunia Ollister, creatrice dei #bookbreakfast: foto di libri sul tavolo della colazione pubblicate sul suo profilo “Instagram” @petuniaollister. Saranno presenti inoltre alcuni dei traduttori di domani, studenti di “Lingue e Letterature Straniere” dell’“Ateneo” torinese, per interagire e confrontarsi con gli esperti.

La cerimonia verrà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook della “Fondazione”.

Come nelle due precedenti edizioni, dedicate rispettivamente alla “lingua araba” e alla “lingua cinese”, la selezione delle opere si articola in due fasi: in un primo momento la “Giuria stabile”, tenendo conto della capacità del traduttore di rendere in italiano la qualità letteraria del testo, ha individuato i cinque romanzi finalisti. Ora toccherà ad una “Giuria specialistica”, esperta della lingua in questione, a valutare a sua volta la cinquina, decretando il nome del vincitore o della vincitrice.

A proposito della “cinquina finalista” di questa edizione, la “Giuria stabile” ha commentato: “Tutti i giurati sono d’accordo nel constatare che la maggior parte delle traduzioni pervenuteci è di buon livello. Nel selezionare le migliori per includerle nella cinquina vincente, abbiamo ovviamente tenuto conto, innanzi tutto, della qualità letteraria della traduzione, a prescindere dal nostro giudizio personale sull’opera stessa. A parità di valore, tuttavia, abbiamo anche seguito altri due criteri: non selezionare più di un’opera dello stesso paese, per dare voce a scrittori provenienti da realtà diverse, e non tenere conto dell’importanza e del prestigio della casa editrice che ha pubblicato la traduzione italiana, per dare visibilità, eventualmente, anche a piccoli editori che faticano a farsi conoscere”.

Il “Premio” ha potuto contare, anche quest’anno, sul contributo e sostegno del “Comune di Monforte d’Alba”, unitamente al sostegno di “Banca d’Alba” e al patrocinio di “Confindustria Cuneo” e dell’ “Unione dei Comuni Colline di Langa e del Barolo”.

Per info: “Fondazione Bottari Lattes”, via G. Marconi 16, Monforte d’Alba (Cuneo); tel. 0173/789282 o www.fondazionebottarilattes.it

Gianni Milani

Nelle foto: I cinque finalisti e Castello di Perno

“Amore e ginnastica”, un classico della nostra letteratura “riscoperto”

Da Edizioni del “Capricorno”

Quanti di voi l’hanno letto? Quanti di voi sono in grado di associarlo al nome del suo autore? Quanti di voi se ne ricordano o conoscono la trama? E fermiamoci qui. Non andiamo oltre. L’indagine potrebbe riservarci tristi sorprese. Eppure “Amore e ginnastica” scritto da Edmondo (Mario Alberto) De Amicis(Oneglia 1846 – Bordighera 1908) – scrittore, giornalista, militare (combatté nella battaglia di Custoza, 1848 prima guerra d’indipendenza) nonché, e soprattutto, iconico “papà” di “Cuore”, uno dei libri più popolari della letteratura mondiale per ragazzi – è un piccolo capolavoro di stile che ci presenta un inedito De Amicis: un De Amicis più leggero e scanzonato, lontano sia dai patetismi (assai lodati) di “Cuore” sia dai grandi temi patriottici o sociali che ne fecero la gloria, un De Amicis dalla cui penna esce il tratteggio malizioso e delicatamente ironico della società italiana e torinese fin de siècle, protese mente e cuore nell’inutile sforzo di “darsi un’identità tutta moderna e tuttavia ancora legate a costumi e rigidità prettamente ottocentesche”. Un romanzo, dunque, assolutamente nuovo per i tempi, inaspettato, di cui appare oggi doveroso serbare memoria per comprendere, appieno, il valore narrativo del suo autore. Cosa che ha ben capito la torinese Editrice indipendente “Capricorno” riproponendolo, quale terzo titolo (dopo “L’altare del passato” di Guido Gozzano e “Ciau Masino” di Cesare Pavese) della nuova Collana “Capolavori ritrovati nella letteratura”. Collana lodevolmente nata per riportare alla luce e al piacere della lettura scrittori fondamentali e outsider di genio, romanzi imperdibili ma da tempo non più disponibili sugli scaffali delle librerie oppure ingiustamente dimenticati dalla “vulgata letteraria”, opere da troppo tempo non lette, prese in considerazione e riportate nel posto che loro compete: il “Gotha” della grande letteratura senza tempo. Dove, ancora oggi, può trovare il suo giusto posto quell’“Amore e ginnastica” che Italo Calvino ebbe a definire  il romanzo più ricco di humour, malizia, sensualità, acutezza psicologica che mai scrisse Edmondo De Amicis”.

Il libro fu inizialmente pubblicato sulla rivista “Nuova Antologia” in quattro puntate, tra il marzo e il maggio del 1891 (cinque anni dopo il successo di “Cuore”). In volume singolo apparve un anno più tardi, nel 1892, edito dai “Fratelli Treves”. Ma la sua fortuna editoriale fu postuma.

La storia è ambientata nella Torino di fine Ottocento e ruota intorno a due figure principali, “Don” Celzani, un timido e giovane segretario, ex seminarista, che, sventurato, s’innamora della signorina Pedani, moderna insegnante di ginnastica fanatica dell’attività fisica, quasi una “suffragetta della ginnastica” che sconvolge l’equilibrio emotivo e il decoro borghese del tradizionalissimo corpo docente della sua scuola. In tal senso “fra le molte, possibili definizioni – sottolinea Pier Luigi Bassignana che il racconto di De Amicis potrebbe suggerire, forse la più azzeccata, perché in grado di coglierne tutti gli aspetti, è proprio quella secondo la quale saremmo in presenza di un romanzo della modernità”, dove la protagonista femminile, la maestra Pedani, appare come donna del futuro, donna libera e ben consapevole della sua libertà, che “trova la sua ragione di essere nell’attività ginnica e soprattutto nella diffusione delle pratiche intese a rafforzare e migliorare le condizioni fisiche della popolazione”. Principi allora anacronistici, ma oggi di piena attualità, ancora freschi di tutta la loro originaria brillantezza, “della loro capacità di tratteggiare tipi psicologici, personaggi e ambienti storici nei quali tutti si possono in qualche modo identificare”. Tant’è che, nel 1973, di “Amore e ginnastica” fu fatta anche una celebre riduzione cinematograficarealizzata da Luigi Filippo D’Amico e interpretata da Lino Capolicchio, Senta Berger e Adriana Asti.

Di prossima pubblicazione, per la Collana “Capolavori ritrovati della letteratura” di “Capricorno”, “Nina la poliziotta dilettante”di Carolina Invernizio, fra le più popolari autrici di “romanzi d’appendice” di fine Ottocento – inizi Novecento.

Gianni Milani

Torna Libri al Parco, per promuovere la lettura

Torna Libri al Parco, ciclo di incontri organizzato dall’associazione culturale BookPostino per promuovere la lettura, in particolare all’aperto, incentivando la conoscenza di case editrici e di autori sul territorio.

A partire dal 25 maggio e fino a settembre, per un sabato al mese, lettori e semplici curiosi potranno, muniti di coperta, stendersi sul prato del parco della Tesoriera e partecipare alle presentazioni dei libri chiacchierando con gli autori, ascoltando musica e condividendo momenti di confronto sulla lettura, un’attività che, numeri del Salone alla mano, stiamo riscoprendo.

“Se un’iniziativa arriva alla seconda edizione, è sempre una buona notizia. Libri al Parco è un’idea semplice e la semplicità spesso paga – afferma Sante Altizio, presidente dell’associazione BookPostino – Anche quest’anno presenteremo autori e autrici torinesi i cui libri sono particolarmente piaciuti o che abbiamo trovato interessanti. Lo faremo sedendosi sull’erba del parco della Tesoriera chiacchierando, suonando la chitarra e mangiando una fetta di torta. Suona un po’ figli dei fiori, ma a noi piace così”.

A inaugurare questa seconda edizione sarà il 25 maggio, alle 17.30, Silvio Pautasso, riscrittura dei Promessi Sposi, testo con il quale proverà ad andare oltre gli insegnamenti scolastici del testo di Manzoni, per comprenderne nuovi significati.

Sabato 14 giugno sarà la volta di Andrea Malabaila, editore e autore di ‘Lungomare nostalgia” edizioni Spartaco. Sabato 19 luglio, prima della pausa estiva, sarà la volta di Debora Ben8ncasa, autrice del testo teatrale Lady Macbeth, edito da Sui generis.

A dialogare con autori e autrici sarà Dora Mercurio, blogger e attivista letteraria.

L’invito dell’associazione è quello di raggiungere il parco con mezzi di trasporto sostenibili , estendendo la sostenibilità anche agli oggetti di plastica usa e getta.

 

Mara Martellott

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Daniel Mason “La foresta del nord” – Neri Pozza- euro 20,00

Daniel Mason, biologo e medico, nato a Palo Alto nel 1976, ha esordito nella letteratura nel 2002 ed è stato finalista al Premio Pulitzer nel 2022. Ora torna in libreria con questo suo quinto romanzo.

La trama è impossibile da riassumere in poche righe, ma tutto ruota intorno a una casa dalla facciata giallo limone in New England. Si parte dal XVII secolo quando un uomo e una donna fuggono nei boschi, più lontano possibile dalla Colonia puritana di cui sono membri. Nella loro vita adamitica e libera gettano le fondamenta di quella casetta.

Non possono saperlo, ma sarà l’avvio di una storia lunga 4 secoli, in cui le 4 mura nei boschi del Massachusetts diventano testimoni dell’avvicendarsi delle stagioni, con le comparse vegetali e animali. Spore, funghi, insetti e roditori si adattano all’habitat e lo manipolano; come quando uno scoiattolo fa cadere una ghianda e i frutteti si arricchiscono di una specie in più.

Ma più di tutto nella casetta transiteranno infinite vite dal 600 in poi: nascite, morti, vendette, uccisioni, e le suppellettili che ogni inquilino porta, usa, e poi lascia dietro di sé. Infinite testimonianze di vite che travalicano il tempo.

Rimangono in un certo senso anche i fantasmi dei morti, e in queste pagine Daniel Mason riesce a connettere meravigliosamente la condizione umana con i ritmi e gli equilibri della Natura. Da foresta selvaggia a orto, da alberi da frutto a prato, passando e sopravvivendo a catastrofi naturali, deforestazioni e la devastazione dei parassiti.

 

Jane Sautière “Corpi mobili” -La Nuova Frontiera- euro 16,90

Jane Sautiere è nata a Teheran nel 1952 ed ha trascorso la sua adolescenza in Cambogia, al seguito del padre che era una spia dei servizi segreti, salvo scappare quando i Khmer rossi presero il potere.

Arrivata in Francia, è lì che diventa educatrice penitenziaria. Nella letteratura ha esordito nel 1998. Questo libro narra gli anni vissuti a Phnom Penh con la famiglia, da luglio 1967 a quello del 1970. Tanti echi di memoria e storia, una meravigliosa ricerca del tempo perduto.

Corpi mobili” intreccia le vite e l’esperienza personale con le vicende di un popolo. I ricordi sono riaffiorati e hanno chiesto di essere raccontati per essere strappati all’oblio. Pagine struggenti in cui compaiono persone che hanno fatto parte della vita dell’autrice. I genitori, i fratelli morti prima che lei nascesse, poi le sue vicende personali con i primi moti amorosi e la spinta a crescere.

Soprattutto tornano le vittime del genocidio, il popolo cambogiano annientato dalla follia dei Khmer rossi che hanno falciato intere generazioni.

Poco più di 100 pagine in cui la Sautiere riporta a galla i suoi 15 -18 anni del liceo trascorsi in Cambogia; con le emozioni, il caldo umido, l’incrocio con vite altrui. La storia di un paese martoriato, ma bellissimo.

 

 

Guendalina Middei “Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera” -Feltrinelli- euro 16,00

Quante emozioni può suscitare un libro? Infinite, come quelle che in queste pagine l’autrice vive quando legge soprattutto i classici, che definisce amici con cui dialogare.

Guendalina Middei è nata nel 1992 e da sempre adora leggere. Dopo la laurea in lettere e un master in giornalismo culturale ha aperto, nel 2019, la pagina facebook Professor X e poi si è affacciata anche su Instagram dove è seguitissima.

Ora la brillante idea di questo libro da considerare una sorta di guida letteraria in cui ha scelto alcuni grandi autori classici; da Tolstoj a Kafka, da Austen a Tomasi di Lampedusa.

Di ognuno racconta brevemente la biografia, ripercorre le loro tematiche principali, le pagine che più l’hanno colpita e ci avvicina all’essenza delle loro opere.

Accorcia drasticamente le distanze tra noi e scrittori di altre epoche che hanno fatto la storia della letteratura universale e ce li racconta in un modo lieve e profondo al contempo.

Non è il solito manuale e neppure un saggio critico; piuttosto il tentativo –riuscito- di trasmettere ai lettori l’incanto e la magia di opere senza tempo.

Lei le conosce a fondo, le rilegge e ci contagia con le sue emozioni e i suoi pensieri invogliandoci a leggere sempre di più e con occhi nuovi.

 

Emily Austin “Moriremo tutti, ma non oggi” -Blackie Edizioni- euro 21,00

La Austin è una giovane scrittrice canadese, nata in Ontario, oggi residente a Ottawa, e questo è il suo primo romanzo con cui ha vinto il premio canadese per la letteratura umoristica Leacock Medal Award.

Il libro è ispirato ad alcuni tragicomici spaccati della sua vita e delle sue esperienze. Protagonista è Gilda: ha 20 anni, è atea, lesbica e con il chiodo fisso della morte a ossessionarla.

Incapace di conservare a lungo un impiego, finisce per trovarsi a lavorare come rimpiazzo della segretaria di una chiesa cattolica, morta da poco. Tutto quello che segue è il racconto paradossale di come il pensiero fisso della morte possa essere potentissima molla che accresce la vitalità dell’esistenza.

Il Piemonte si tinge di giallo

Un interessante evento culturale si è svolto domenica 12 maggio alle ore 11 nella Sala Lilla del Padiglione 2 al Salone del Libro di Torino.

La casa editrice Lisianthus Editore ha organizzato un convegno dal titolo Piemonte in Giallo per esplorare il fascino che Torino e le Langhe esercitano sui lettori di libri mystery.

Erano presenti gli autori Laura Graziano ed Enrico Cabianca, entrambi esponenti del genere giallo, ma con diverso stile e ambientazione. L’incontro è stato moderato da Federica Spagone che ha introdotto l’argomento con un excursus storico e ha posto molte interessanti domande ai due scrittori. Ne è emerso un quadro avvincente, dove il metodo di costruzione di un romanzo a enigmi si è fuso con l’importanza del tema sociale e del microcosmo che ne consegue.

Come si congegna la trama di un giallo? I due autori hanno sottolineato la differenza del loro procedimento creativo, spiegando come, a volte, scrivere di un omicidio sia la catarsi per allontanare le brutture del mondo.

Graziano e Cabianca hanno anche parlato di quanto il Piemonte sia carico di attrattive per gli amanti del genere. Sia Torino che le colline delle Langhe sono terreno fertile per i romanzi gialli. La prima per la sua tradizione storica di città misteriosa e ricca di segreti e le seconde per l’apparente pacifica calma che, come tradizione vuole, nasconde molto di più.

Un evento culturale dinamico e coinvolgente, quindi, che ha visto una folta partecipazione da parte del pubblico. Diverse persone, infatti, hanno posto curiose e stimolanti domande.

L’autrice piemontese Laura Graziano ha parlato del suo ultimo libro “Saverio Grave – delitto al buio”, seconda indagine ambientata nelle Langhe, mentre Enrico Cabianca ha presentato il suo ultimo romanzo “La dea muta – delitti senza nome”, opera vincitrice del Premio letterario e fotografico nazionale “Il Paliotto”. Entrambi i romanzi sono pubblicati da Lisianthus editore.

È per episodi come questo che amiamo il Salone Internazionale del Libro di Torino, che permette alla cultura di prendere il sopravvento e stregare ancora una volta i lettori – in questo caso di mystery – e tutti gli amanti dei libri.

Mara Martellotta

“Libraccio”: la sua storia raccontata da uno dei fondatori

Quando i sogni cambiano le regoleè possibile trasformare un’idea in un progetto imprenditoriale, come quello che sta dietro al “Libraccio”, la più importante catena di libri usati in Italia, che dal 1979 fa la storia dell’editoria italiana. Dalla sua prima sede storica, a Milano in via Corsico, oggi “Libraccioè una holding che controlla varie società e gestisce più di 60 librerie in Italia.

L’affascinante storia di questo progetto nasce dall’amicizia di quattro ragazzi che si incontrano casualmente nei mercatini di libri usati di largo Richini a Milano – Pietro Fiechter, Tiziano Ticozzelli, Silvio Parodi ed Edoardo Scioscia- che dalla comune condivisione di ideali e proposti daranno vita ad una realtà unica nel panorama nazionale.

La storia ce la siamo fatta raccontare- al Salone del Libro di Torino- proprio da uno dei padri fondatori del progetto iniziale, Pietro Fiechter.


Una grande idea e una solida amicizia sembrano esser stati gli ingredienti fondamentali per dare vita al “Libraccio”. Cosa vi ha spinto a partire con questo progetto?

È nato tutto a Milano negli anni 70 e, all’epoca, eravamo militanti di gruppo di sinistra. Ci sembrava un’idea politicamente corretta e affine al nostro pensiero quella di proporre i libri usati per le famiglie più povere.

 

Ma da lì a poco le cose si sono evolute diversamente.

Sì, infatti i nostri primi clienti sono stati i figli della “borghesia” milanese. Infatti le famiglie meno abbienti volevano mandare i loro ragazzi a scuola con i libri nuovi, mentre quelle più ricche- forse non avendo questo tipo di preclusione in generale- si sono avvicinati all’ usato con maggiore interesse.

 

Quando vi siete però resi conto che il vostro progetto stava funzionando?

Quando ci siamo resi conto che stavamo fornendo un servizio vero e proprio. Erano pochissime le librerie specializzate nel settore scolastico aperte durante tutto l’anno e noi eravamo tra quelli. Inoltre le persone potevano scegliere tra il nuovo o l’usato: è stato l’elemento che sicuramente ha determinato il nostro successo.

 

Oggi il modo di concepire il libro è completamente cambiato. Come vede questa nuova prospettiva?

Si diceva che il libro sarebbe morto nel giro di qualche anno;  ma nella nostra realtà i prodotti digitali rappresentano una piccola fetta delle vendite, fatta qualche piccola eccezione per i settori più tecnici.

 

I libri hanno sempre fatto parte della sua vita. Cosa rappresentano a livello personale?

Per me sono qualcosa di fondamentale. Avere un libro in mano in un qualsiasi luogo mi da una soddisfazione che il supporto digitale non mi trasmette. Infatti, oltre ad essere un librario, sono anche un collezionista di libri “rari” (prime edizioni e libri autografati). Per questo un evento come il Salone diventa un momento fondamentale: a mio parere ci vorrebbe un evento uguale anche nel centro sud.

 

Valeria Rombolà

Volpiano, un incontro con Enrico Pandiani


A partire dal recente «Ombra», un’occasione per riscoprire i successi del giallista

Venerdì 17 maggio alle 21, a Volpiano nella Sala «Maria Foglia» di via Trieste 1, è in programma un incontro con lo scrittore Enrico Pandiani; ingresso libero.

Così la presentazione: «Approfittando dell’uscita del suo ultimo giallo intitolato “Ombra” (2023), la biblioteca comunale di Volpiano ha invitato Enrico Pandiani per condividere con i lettori la sua esperienza di autore: un momento unico per ripercorrere i suoi successi e comprendere le sfumature di una delle penne thriller più apprezzate d’Italia».