Ciò che sorprende è che nessuno riesca ad avere un giudizio ragionevole e ci si lasci totalmente influenzare dalle pressioni di certi media, dai social network e da tutte quelle forme di comunicazione totalmente istintiva che oggi dominano la comunicazione di massa
Egregio Direttore,
sono rimasto molto colpito in queste settimane dalla reazione del mondo politico sulla questione della fecondazione eterologa. I cosiddetti “nuovi diritti” hanno le loro radici nel tessuto di cui ogni uomo è fatto, e da qui la loro “attrattiva” , ma, pur riconoscendo che si tratta di un tentativo umano di risposta ad un naturale bisogno di felicità che l’uomo ha, la loro proliferazione esprime l’aspettativa che l’ordine giuridico possa risolvere i drammi umani e assicurare soddisfazione ai bisogni infiniti che abitano il cuore umano.
Nessuno disconosce il tentativo spesso contradditorio attraverso cui si cerca una soddisfazione a esigenze profondamente umane: il bisogno affettivo, il desiderio di maternità e paternità, la paura del dolore e della morte, la ricerca della propria identità…ma a volte questi tentativi si presentano con una modalità un po’ estrema di forzare e “violentare” la natura.
Nel nostro caso vale la pena ricordare a tutti che cos’è la fecondazione eterologa: si tratta di prendere il seme di un uomo donatore (che non è il marito o il compagno della donna ma un donatore sconosciuto) ed impiantarlo nell’utero della donna che, se tutto va bene, partorirà questo figlio e lo “condividerà” con il compagno o il marito o (come vorrebbero i più “progressisti”) con la compagna donna. Ma comunque sia, proprio per quanto sopra ricordato, è altrettanto vero che negare un nuovo diritto è sempre visto in modo negativo e illiberale. Da qui la decisione della Corte Costituzionale di permettere la pratica della fecondazione eterologa anche nel nostro paese.
Ciò che sorprende, però, non è tanto questo, ma che nessuno riesca ad avere un giudizio ragionevole e ci si lasci totalmente influenzare dalle pressioni di certi media, dai social network e da tutte quelle forme di comunicazione totalmente istintiva che oggi dominano la comunicazione di massa, non rendendosi conto che un diritto ha sempre un “costo” sociale e che per accontentare qualcuno si rischia di danneggiare altri.
Nei giorni scorsi una proposta dei Presidenti di Regione all’unanimità, ha pensato di inserire la fecondazione eterologa nell’elenco dei LEA cioè di quelle prestazione sanitarie riconosciute come gratuite o comunque soggette a ticket, in ogni caso facenti parte delle prestazioni garantite dalla sanità pubblica, è molto insidioso quanto superficiale nella sua attuazione.Da anni ormai siamo quotidianamente bombardati dalla spending rewiev soprattutto in campo sanitario, e ci si chiede per dare gratuitamente la fecondazione eterologa quale altra prestazione, o meglio quale altro diritto sarà penalizzato?
Gli anziani, i poveri, chi non ha mezzi per curarsi è inevitabile che, poco o tanto, saranno un po’ penalizzati, e ancora perché non aiutare le coppie che decidono di adottare un figlio e che tra burocrazia e spese legali non sono sostenuti da nessuno……Tutto questo perché? Per uniformarci agli altri paesi europei dove il servizio sanitario (pubblico o privato che sia) è anni luce più efficiente e meno sprecone del nostro? Ma poi perché nessuno denuncia i grandi interessi economici che aleggiano dietro a queste nuove tecniche?
Quale sarà il prossimo passo? Inserire nei LEA anche l’utero in “affitto” per commissionare figli e scartare quelli che vengono male, come ha recentemente fatto la coppia australiana che ha commissionato” ad una ragazza tailandese due gemelli di cui uno nato “down” e restituito al mittente con un atto che non esito a definire autenticamente criminale? La Corte Costituzionale ha consentito di effettuare l’eterologa, ma chi la fa deve pagare di tasca sua, facendo ovviamente i conti con la sua coscienza di uomo.
Che siano i cittadini tutti a pagare queste pratiche è quanto di più ingiusto nei confronti del popolo e della gente. La proposta dei presidenti di regione prosegue con l’aggiunta che il figlio nato dall’eterologa abbia il più possibile pelle e lineamenti simili ai genitori “legali” introducendo un concetto di vera e propria “selezione della razza” che lascia sbigottiti. Ma ciò che lascia ancor più sbigottiti è la totale mancanza di un giudizio serio e articolato su queste questioni, soprattutto da parte di quei politici che dicono di avere un certo tipo di approccio antropologico. L’unico “giudizio” che ho letto è quello della Puppato, nota parlamentare del PD che taccia di conservatori ottocenteschi coloro che non sono sulla sua linea. Dietro la Puppato il silenzio.
Assolutamente inquietante!!!
Popolari per l’Italia
Alberto PERINI
Coordinatore Regionale Piemonte