di Pier Franco Quaglieni
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Nino Boeti presidente – D’Annunzio – Il Cardinale Ravasi –

Nino Boeti presidente
Il medico ortopedico Nino Boeti è stato eletto con voto bipartisan Presidente del Consiglio
regionale del Piemonte. Una grande dimostrazione di stima personale,ma anche il riconoscimento della sua capacità di porsi, nell’esercizio delle sue funzioni ai vertici dell’Assemblea legislativa piemontese,super partes. Boeti è un uomo appassionato alle sue idee,ma sa anche andar oltre,senza mai tradire sè stesso. Come presidente del Comitato regionale sulla Resistenza e la Costituzione ha saputo valorizzare nei modi dovuti tutta la Resistenza,anche quella militare, cattolica,liberale,monarchica che era rimasta nell’ombra per troppi anni. Per dieci anni Sindaco di Rivoli,ha al suo attivo una solida esperienza. L’esatto contrario di chi oggi vorrebbe governare il Paese ,senza mai aver fatto nulla di positivo che ne dimostri il valore sia nel lavoro sia nella politica. Il Piemonte troverà in lui l’esponente in cui identificarsi, al di là delle divisioni politiche. C’è bisogno di uomo con Boeti. Lo conosco e l’ho sempre apprezzato,così come non ho mai avuto simpatia per il suo predecessore. Tra i due c’è una differenza palpabile immediata,tutta a vantaggio di Boeti anche sul piano della simpatia umana.
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D’Annunzio
Qualche giorno fa ho partecipato ad un curioso dibattito su Gabriele d’Annunzio,morto 80 anni fa al Vittoriale di Gardone Riviera, la casa-museo che si era costruito,essendo ancora lui in vita. Una vita” inimitabile”, la sua,come diceva lo stesso poeta.D’Annunzio rifiutò ogni schema tradizionale e, per capirlo, guai a cercare di ingabbiarlo in categorie etico-politiche. Avrei pensato che il critico amico che lo ha criticato con grande asprezza,usasse il logorato riferimento ai suoi rapporti con il fascismo che già Renzo De Felice nel 1978 aveva chiarito in modo conclusivo,
libertino,di esibizionista,si direbbe oggi,di uomo “esagerato” sotto ogni punto di vista. Certo D’Annunzio amava le donne ed amava le belle donne. Amò lusso e la lussuria. Non era un monaco di clausura. Fu anche un eroico soldato nella Grande Guerra e protagonista di una pagina di storia con l’impresa di Fiume che non fu la prova generale della Marcia su Roma,come venne sostenuto da storici superficiali e indottrinati. Mi sono trovato,per dovere quasi d’ufficio,parlando dopo di lui,a prendere le difese del poeta,anche se non lo amo particolarmente e lo pospongo a Pascoli.Ma non potevo accettare una demolizione così totale che ci riportava indietro agli anni immediatamente dopo la fine della II Guerra Mondiale,quando il nome del poeta era impronunciabile perché identificato con il Ventennio. Com’è possibile criticare l’opera di d’Annunzio in base ad episodi della sua vita ? Sarebbe come giudicare un filosofo non in base alle sue idee,ma alla sua vita.Un buon medico è quello che salva le vite,non è quello che è necessariamente padre premuroso e merito fedele. Ridurre tutto ad etica è un grossolano errore. L’unica categoria di giudizio valida per giudicare l’arte è quella estetica. Diceva Croce :Poesia e non poesia. Il resto non conta nulla.E’ materia per chi voglia scrivere una biografia. Parte della poesia dannunziana si è rivelata caduca,magari anche illeggibile.Ma c’è una parte della sua opera che è espressione di una grande arte. Basterebbe la “Pioggia nel pineto” a dimostrare chi sia stato d’Annunzio.Che poi fosse anche un seduttore irresistibile è fatto assai poco importante. Al massimo, un motivo di invidia…
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Il Cardinale Ravasi
Ho incontrato mercoledì scorso a Torino il cardinale Gianfranco Ravasi, la figura intellettuale oggi
più significativa del mondo cattolico.Non esito a dire che Ravasi è uno degli uomini di cultura più importanti a livello internazionale a cui la porpora cardinalizia non ha aggiunto nulla al prestigio acquisito sul campo con la sua opera di studioso. I suoi discorsi sono semplici e chiari come solo chi ha maturato una profonda cultura sa fare . Simile a lui ho conosciuto solo Norberto Bobbio e Karl Popper,ma le mie esperienze sono limitate. Ravasi è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. E’ stato bello trascorrere un’ora con lui in compagnia di pochi amici.Magari in altra occasione scriverò delle cose che ci siamo dette.In poche battute è impossibile farlo.
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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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Caro Quaglieni,
vedo che lei dopo le elezioni del 4 marzo non ha più scritto di temi politici, dopo aver fatto una prima , e riconosco accurata, disamina dei risultati del voto. Tace in attesa di riposizionarsi anche lei ? Non sarebbe il solo. Cordiali saluti. Ennio Empoli
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Caro Empoli,
Ho scritto un commento dopo il 4 marzo e seguo il dibattito di questi giorni con attenzione,ma senza partecipazione. Per me la politica è fatta di idee,di principi,di valori. Le alleanze forzate non mi
entusiasmano ,anche se i compromessi in politica sono all’ordine del giorno e non debbono scandalizzarci. Temo soprattutto la possibilità di un governo tecnico,il peggiore tra quelli possibili,come dimostra quello presieduto da Monti. Sono lontanissimo dai grillini e dai leghisti,non sono iscritto a nessun partito e non ho certo desiderio di “riposizionarmi”,come Lei,un po’ maliziosamente, insinua. Non l’ho fatto in passato,non lo farò neppure questa volta. Io rispetto il Presidente della Repubblica e il suo ruolo,attendo fiducioso,ma non tranquillo,in rispettoso silenzio. Mi sembra che ci sia troppa inesperienza,troppa arroganza in molti politici rampanti. Nessuno ha vinto e questo è il dato con cui confrontarsi. Attendiamo che si vada oltre le schermaglie e poi esprimeremo un giudizio. Non mi piacciono quei giornalisti che scrivono,basandosi sul nulla,articoli sul futuro governo,cercando di dettare legge. E’ un giornalismo che detesto,anzi un non giornalismo.I giornali devono dare informazioni,non essere usati per condizionare l’opinione pubblica.
di Pier Franco Quaglieni
I Casaleggio, padre e figlio, si sentono attratti da Ivrea e per il secondo anno Davide Casaleggio ha promosso un importante convegno in quella città. Gianroberto aveva cominciato la sua carriera alla “Olivetti”e quindi forse c’è un legame sentimentale per Ivrea. Il convegno di quest’anno è anche una verifica, quanto a partecipazione, del riposizionamento di molti dopo la vittoria elettorale del 4 marzo, un che di inevitabile in questo Paese dove stare all’opposizione per molti appare una sorta di ghetto intollerabile. Va però riconfermato con assoluta decisione che la convention grillina eporediese non può in nessun modo e in nessuna maniera neppure tentare di riallacciarsi all’esperienza di Adriano Olivetti che fu un grande imprenditore e il promotore del movimento politico di “Comunità” in cui egli bruciò passione e risorse economiche, senza ottenere il successo che sperava. Questa sorta di Leopolda pentastellata a cui partecipano l’ex ministro Bray ,Diego Fusaro, Enrico Mentana, Domenico De Masi, Moni Ovadia, Andrea Scanzi, Dario Vergassola e tanti altri e che vedrà la partecipazione del Sindaco di Torino Appendino, non ha nulla a che vedere con il rigore intellettuale che fu di Adriano Olivetti che fece della capitale del Canavese l’Atene d’Italia. I grillini, per la loro natura e per la loro storia politica, non possono neppure lontanamente essere accostati all’idea di Comunità di Olivetti, così come la Casaleggio Associati appare estranea a quel mondo.
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Il giornalista Mauro Pianta
occasione passata a presentare qualche suo libro. Era un divulgatore storico straordinario, ma non era uno storico. Era un Montanelli minore senza la capacità di scrittura del grande toscano. Era anche un uomo simpatico,ma le sue opere storiche erano troppo giornalistiche ,per essere destinate a restare. Forse le prime hanno avuto una certa importanza,ad esempio quella sul “prefetto di ferro” Cesare Mori che mise in ginocchio la mafia durante il ventennio fascista. Poi via via la sua produzione ha assunto una caratterizzazione,a mio modo di vedere, un po’ troppo divulgativa,per non dire commerciale. Aveva una grande virtù :l’indipendenza di giudizio e questa da sola avrebbe meritato un ricordo. Una virtù molto rara. Aveva anche scritto un libro sulla Resistenza non comunista,quella che Ugo Finetti definisce la ” Resistenza cancellata”,ma il libro che presentai io stesso al Circolo Ufficiali appariva incompleto:Martini Mauri,ad esempio, veniva ignorato. Rendo omaggio all’uomo, ma lo storico che si sporca le mani nella polvere degli archivi non sono riuscito a trovarlo,se non in rarissimi casi.E’ per questo che ho preferito tacere.
Gli ex terroristi in TV
Cavour chi?
Ingroia e gli hotel di lusso
casa a Napoli. Con il libro Un mondo a parte egli fu il primo a denunciare i gulag sovietici. Un libro coraggioso che portò addirittura il quotidiano “Paese Sera” a chiedere che il polacco Herling venisse cacciato dall’Italia. Herling aveva combattuto per la liberazione dell’Italia a Monte Cassino. L’editore Laterza, che ebbe l’iniziale notorietà perché venne scelto da Benedetto Croce per la pubblicazione delle sue opere, pubblicò Un mondo a parte senza di fatto distribuirlo. Rimase un libro clandestino, malgrado la prefazione di Bertrand Russell. 




nel breve periodo, nonostante gli evidenti problemi, ma faccio una piccola considerazione: quelli che erano tanto “capaci” ci hanno portato, solo qualche anno fa, sull’orlo del baratro…e le cose, penso, non vadano mai dimenticate. Per quanto riguarda il PD attualmente è solo lo specchio del suo arrogante segretario pseudo-dimissionario, che non fa mai uno straccio di autocritica e no si rivolge mai alle piazze ma ai bei salotti dei teatri italiani in cui sono presenti solo i suoi adepti. Resta il fatto, non rassicurante, che la costruzione di un governo al momento sia quasi utopia…se, per una volta, terranno fede a ciò che tutti dicono continuamente in tv, sui social/internet e sui giornali…
Analisi del voto
degna chiusura della campagna elettorale,il freddo può ostacolare la partecipazione al voto,già in pericolo per altri motivi di disaffezione,per non dire di chi vuole astenersi o annullare la scheda. Un invito soltanto:Andiamo a votare, qualunque sia il tempo. Votiamo per chi riteniamo il meno peggio, perché il meglio non c’è. Forse il meglio non c’è mai stato.Votiamo i simboli perché gli uomini e le donne candidate sono spesso deludenti.Le candidature blindate sono troppe e di basso profilo. Ma non dobbiamo privarci di un diritto costituzionale. Il voto sarebbe anche un dovere civico,ma oggi è soprattutto un diritto. Per far sentire,malgrado tutto,la nostra voce di cittadini delusi,
Carlo Ripa di Meana intellettuale controcorrente
libri già pubblicati nel 2015 per il centenario dell’ingresso in guerra. Un inganno. Ho sfogliato il volumetto dedicato a Vittorio Emanuele III ed ho subito notato che si tratta della mera riproposizione dell’infelicissimo libretto di Pierangelo Gentile, un giovane che non va confuso con il famoso storico Emilio Gentile.E’ un giovane di belle speranze,ma soprattutto con molti appoggi autorevoli che gli hanno consentito di emergere. Scrive anche bene,ma la ricerca storica è ben altra cosa.Sporcarsi le mani negli archivi è il duro mestiere che il divulgatore Gentile non conosce abbastanza. Ha ripubblicato il medesimo libretto del 2015,senza neppure una variazione. Un’operazione da piccola casa editrice che cambia la copertina e ricicla libri vecchi ,facendoli passare per nuovi. Gentile non ha neppure avuto il buon gusto di eliminare la pagina 79 nella quale cita una diceria infame e falsa :la regina Elena,donna di elette virtù,riconosciute da tutti,avrebbe avuto tradito il marito con il precettore del principe Umberto,l’ammiraglio Bonaldi. Una cosa del genere ad altri che non si chiamino Gentile non sarebbe stata permessa senza la sanzione della comunità scientifica. Con i pettegolezzi e con le falsità non si fa la storia. Si può,al massimo, scrivere un articolo per “Novella 2000”.Ma il “Corriere della Sera” è il maggior quotidiano italiano!
Un libro molto discutibile sul ‘68
impegnarsi,ad esempio, sul terreno del divorzio,mentre il Pci era molto tiepido per non turbare i rapporti con i cattolici. C’è un’osservazione nel libro di Avondo che merita di essere evidenziata:egli riconosce onestamente che i contestatori di cinquant’anni fa ebbero una certa cultura perché <<ultimi figli della scuola gentiliana>>. Di lì in poi la cultura e la scuola di massa,voluta dal ’68, provocarono il degrado. Infatti i ragazzi del ‘68 avevano una buona cultura perché formati nella scuola che vollero combattere e contribuire a distruggere. Quella generazione fu l’ultima a frequentare una scuola piena zeppa di esami e superò un esame di maturità che restava un incubo per molti anni. Se lo si superava, si era davvero maturi.
nel castello in modo davvero fantasioso per l’incendio .Andrebbero anche ricordati i ritardi paurosi nei lavori di restauro. Anche in questo campo poco impegno e insufficienti risorse. L’importante è che oggi sia visitabile .Voglio evidenziare il ruolo positivo del Comune di Moncalieri e del suo assessore alla Cultura Laura Pompeo che adesso sta anche cercando di recuperare l’arredo disperso un po’ al Quirinale,un po’ a Stupinigi ,un po’ in altre sedi. E’ una reggia sabauda importante, per troppi anni trascurata .Laura Pompeo e’ persona colta e sensibile. Simile a lei vedo l’assessore alla cultura di Venaria Reale Antonella Bentivoglio d’Aflitto .Settimo torinese che rappresentava un ‘eccellenza e’ invece decaduta . Troppa politica ideologica uccide .
alla intimidazione . La democrazia ha regole ferree soprattutto in campagna elettorale. Se poi CasaPound avesse anche un solo eletto al Parlamento , il discorso si complicherebbe. La nostalgia del fascismo e’ causata anche dal malgoverno,dalla corruzione,dalla crisi economica e dal non governo in materia di immigrazione incontrollata . Affidare l’antifascismo ai teppisti incappucciati livornesi appare davvero una follia, come una follia e’ non equiparare ad ogni effetto l’estremismo dei centri sociali con l’estremismo opposto .La democrazia si difende con la legalità repubblicana e la fermezza dello Stato. Carlo Casalegno docet.
socialista fu in larga misura il suo vangelo, pur con qualche strappo che rappresenta la parte migliore della mostra torinese.
massoniche malgrado il divieto di essere iscritti alla massoneria. I mancati rimborsi rivelano fatti e persone davvero indecenti. Il mito dell’onestà e’ stato infranto e la incompetenza ad amministrare le grandi e le piccole città da parte grillina rivela un dato preoccupante. Nel migliore dei casi i grillini sono degli improvvisatori ignoranti. C’è un motivo in più per non votarli, che si è aggiunto : la gaffe istituzionale di farsi ricevere al Quirinale per ottenere prima del voto un avallo presidenziale a possibili ministri. Una gaffe che rivela ignoranza delle regole ed anche arroganza perché Di Maio, un ragazzo impreparato e incolto, pensa di aver già vinto la partita. Il passo falso con Mattarella e’ rivelatore di un disprezzo più o meno inconsapevole per le Istituzioni repubblicane che rendono il grillino incompatibile con il ruolo di premier, che egli si illude di poter ricoprire. Un episodio rivelatore dei pericoli gravissimi di un voto ai 5 stelle.
La Fondazione Cavour di Santena
politico,presentando i candidati di Forza Italia. Ghigo è stato Presidente della Regione Piemonte per dieci anni e parlamentare per due legislature. Ha dimostrato di saper governare il Piemonte con competenza,equilibrio,lungimiranza. E’ un fatto positivo che un uomo come lui,sia pure indirettamente,ritorni alla politica. Di lui può giovarsi molto la politica,elevando il suo tono,in verità mai così basso come in queste elezioni.
sapere. Ho fortissimi dubbi sulla gestione del Salone nel corso degli anni e temo che molte spese non fossero di per sé necessarie. Spero che i diritti di chi lavora vengano salvaguardati. Io nel 1994/96 scrissi molti articoli per un quotidiano romano che dichiarò fallimento. Presi un ottavo di quanto mi spettava. Liquidare la Fondazione non deve significare calpestare i diritti di chi ha lavorato. E spero che accadrà così.
Condivido le sue osservazioni, il lettore ha il diritto, comprando il giornale, di essere informato. I giornalisti non hanno obbligo di pubblicare tutto e devono necessariamente scegliere, specie quelli della carta stampata. Ma il silenzio su certe notizie non è giustificabile. Il fatto che ci siano più giornali a Torino è una garanzia di pluralismo che altrimenti sarebbe violata. La crisi di vendite è anche legata al fatto che i lettori non accettano più di subire le scelte discrezionali e i silenzi dei giornali. I giornali on line che sono molto più aperti e documentati hanno contribuito a metterli
Le schede elettorali per il 4 marzo appaiono pasticciate e c’è il rischio di annullamenti di schede. I partiti ,invece di polemizzare aspramente tra loro, dovrebbero contribuire a spiegare il meccanismo di voto e l’uso delle schede.
Le Regie Patenti del 1848
Assurdità torinesi
Se un genitore picchia il vicepreside
Tra sciocchezze e stile
compagnia di operetta con Nuto Navarrini e Carlo Rizzo e cantanti famosi. Ci faceva rivivere i fasti della Belle Epoque. E anche le ingenuità di un’epoca andata. La musica era bella. Quando posso, vado ad assistere all’Operetta. Tra il festival di Sanremo che non ho seguito in televisione e una serata a teatro con l’operetta, scelgo quest’ultima.
La città che non cambia
0ggi 11 febbraio e’ l’anniversario della Concilazione tra Stato e Chiesa firmata tra lo Stato italiano e la S. Sede nelle persone di Mussolini e del cardinal Gasparri. Per decenni fu festività civile con la conseguente vacanza nelle scuole che venne poi abolita. La conciliazione consentì di superare lo scontro tra Stato e Chiesa che determinò la questione romana dopo la breccia di Porta Pia , che solo in parte la legge delle Guarentigie ( che affermava il principio liberale e cavouriano del libera Chiesa in libero Stato) aveva superato. Fu la Destra storica a portare a Roma la capitale del nuovo Regno d’Italia ,mantenendo contemporaneamente il Papa nella città eterna. Fu un merito della Monarchia sabauda essere riuscita nell’intento senza determinare una nuova fuga del Pontefice come avvenne durante la
Repubblica romana del 1849. insieme alla Conciliazione venne firmato il Concordato a cui si era opposto in Senato Benedetto Croce in un celebre discorso e che portò Ernesto Rossi a parlare dell’ alleanza del manganello e dell’aspersorio. Mussolini disse di essere stato migliore di Cavour nella trattativa con la Chiesa. I Patti Lateranensi compreso il Concordato vennero inseriti nella Costituzione all’art. 7 che fu votato anche dai comunisti. Quell’inserimento venne considerato lesivo della laicità dello Stato e fu merito di Bettino Craxi di aver emendato, d’intesa con il Vaticano, il Concordato del 1929 considerato in conflitto con la Costituzione. Fino a qualche anno fa molti laici ne chiedevano la revoca unilaterale da parte dello Stato italiano, forse considerando il vincolo dell’art. 7 non
facilmente aggirabile se non con la riforma costituzionale. Oggi i laici furiosi tacciono, anche Emma Bonino pensa ad altro. Il Papa attuale ha sepolto i conflitti tra Stato e Chiesa con la benedizione laicissima di Eugenio Scalfari. Così la laicità non sembra più un tema importante. Quel tema, al massimo, attraversa i partiti senza dividerli. Forse significa che la laicità ha fatto qualche passo avanti o forse i valori ideali nella società attuale non interessano più.Il pragmatismo ha preso il sopravvento. Per altri versi, le leggi sulle unioni civili e sul testamento biologico, approvate in questi anni, sono leggi laiche passate senza gli attriti suscitati dal divorzio ,anche se in effetti sarebbero dovute essere per la Chiesa e i cattolici assai più traumatiche della legge Fortuna- Baslini che sancì lo scioglimento del matrimonio.
“Italo” americano
Pci. Ricorda come, attraverso un rigido controllo dell’apparato, il partito comunista riuscisse a controllare fino all’ultimo voto gli eletti. Oggi nessuno è più in grado di emulare il Pci che già negli anni Ottanta del Novecento si rivelò incapace di decidere in modo significativo i suoi eletti. A pensare a blindare i candidati è oggi la nuova legge elettorale . I partiti, nominando i candidati nell’ordine di lista della loro elezione o mettendoli in collegi considerati sicuri, decidono in larghissima misura gli eletti, senza di fatto offrire spazi di scelta all’elettore che non può neppure disgiungere il voto. Nessuno si domanda perché si può dare la preferenza per il quartiere, per i consigli comunali e regionali ,per il Parlamento europeo, ma non si può scegliere per Camera e Senato. Nel Pci era il partito a scegliere, non mi sembra che le cose siano molto cambiate. Lo stesso Pd non ha organizzato primarie che avrebbero un po’ attutito le scelte dall’alto. Sarebbe interessante il pensiero di Ferrara .
La preside Rossi
modo o nell’altro, siano oggetto di ricordo. E’ la pietas verso i morti. Non vedo però grandi meriti in Carcano , giornalista e persona molto faziosa. Senza essere mai stato iscritto al Pci ,fu un compagno di strada molto fedele ,anzi del tutto acritico, del partito comunista . Anche in Rai fu un giornalista di parte. Vide solo la dittatura fascista ,senza neppure considerare quella comunista . Il fatto poi di definirlo anche uno storico pare davvero eccessivo. Qualche operina politica che di storico aveva poco. Ho letto che gli hanno attribuito di aver collaborato all’Unità ai tempi di Pavese e di Raf Vallone, invecchiandolo di vent’anni, non potendo per ragioni anagrafiche scrivere articoli in quegli anni.
Due anni di vita in meno con lo smog?
Si sono chiuse le liste elettorali per Camera e Senato. Sembra prevalere l’”usato sicuro” un po’ dappertutto dopo una legislatura di cambiamenti di casacca davvero impressionante , al punto di aver fatto pensare di imporre ai parlamentari una sorta di vincolo di mandato che sarebbe incostituzionale. I candidati di tutti gli schieramenti non sono entusiasmanti ,in alcuni casi diventa imbarazzante pensarli a Palazzo Madama o a Montecitorio. Nessuno spicca per qualità particolari. Il grigiore prevale su tutto. E’ la fine ingloriosa della II repubblicana dopo Tangentopoli. Renzi e Berlusconi hanno fatto bene a non riproporre in lista certi personaggi, ma forse la quarta gamba dei voltagabbana non andava riproposta in alleanza. Il sistema elettorale appare pessimo e senza il voto disgiunto impedisce di non votare candidati sgraditi: l’esempio di Boschi a Bolzano è evidente. Seguirò con interesse la contesa del collegio in cui sono candidati Di Maio e Sgarbi. La più totale incultura, forse anche ignoranza, e la cultura superiore a confronto. Le competizioni torinesi appaiono piuttosto banali con persone che non possono entusiasmare.
Oggi alle 10,30 alla Chiesa di San Lorenzo di Torino verrà celebrata una Messa in ricordo e in suffragio dei caduti e dei prigionieri (non ritornati in Italia ) della spedizione italiana in Russia . Ci fu chi ritenne questi soldati non meritevoli di nulla in quanto invasori della patria del socialismo sovietico. Essi furono invece degli eroi mandati allo sbaraglio da Mussolini.
A Carlo Azeglio Ciampi la sua città, Livorno, ha negato l’intitolazione di una via con il voto dei consiglieri grillini e del sindaco Nogarin. Ciampi e’ stato un grande italiano e un grande Presidente della Repubblica, assolutamente non divisivo, capace di aver fatto riscoprire la propria storia e l’orgoglio di essere italiani. In lui vibrava l’idea e la passione del migliore Risorgimento . Perché non proporne anche a Torino un ricordo? Si sentì molto legato a questa città e alla sua storia. Andò a rendere omaggio ai luoghi storici della città tra cui il monumento a Vittorio Emanuele II. Ebbe il coraggio di conferire la medaglia d’oro a Fabrizio Quattrocchi e a Norma Cossetto, stuprata e infoibata. Recuperò il valore del Tricolore e dell’Inno nazionale dopo anni di oblìo. Tutti motivi che porterebbero i grillini torinesi a bocciarne la candidatura . Per questo eviterò di lanciare la proposta .
Il centenario di Pareyson
La fedeltà dei fidanzati gay
tantissimi parlamentari che lasciarono “Forza Italia” per la poltrona di ministro o sottosegretario o per rimanere comunque nell’area di governo. Pensiamo all’esempio vergognoso di un ministro degli Interni inetto che ci ha fatto invadere dai barconi. Chiunque avrebbe blindato le liste al suo posto. A me infastidisce molto solo l’ex ministro di Renzi Costa che, come se niente fosse, si ripresenta a Mondovì, il collegio di famiglia. Ci tengo a dire che i liberali piemontesi erano tutt’altra cosa dalla famiglia Costa .I Giolitti ,gli Einaudi, i Soleri, i Villabruna, i Brosio appartenevano ad un mondo a sé fatto di gente coerente e disinteressata che vedeva nella politica un serio e appassionato impegno civile che oggi appare del tutto scomparso.
Non ritengo giusto far campagna elettorale in questo modo. La protesta e la proposta dovrebbero manifestarsi in altri modi, ma Salvini ha avuto il merito di far portare in televisione il degrado davvero intollerabile di quei campi rom in cui si vive in maniera davvero incredibile, immersi nella sporcizia ,nell’abuso, nella illegalità più totale che gli stessi rom hanno provocato. Quei campi sono incompatibili con una Torino civile. Ma il problema va risolto, oltre che denunciato con le iniziative elettorali, ma stento a vedere soluzioni praticabili immediate . Non ha fatto quasi nulla Fassino, nulla Appendino. Riconosco che il problema è complesso perché l’ accusa di razzismo e’ sempre in agguato
Bonino e l’immigrazione
Capri in gennaio
paparazzesca nei suoi confronti, credo da lui neppure desiderata, rischiava talvolta di farne una macchietta), probabilmente (nell’intimo) un inguaribile piemontese! La sua vicenda industriale ricorda terribilmente da vicino quella di Gianni Merlini. Finché la UTET fu guidata dal prof. Carlo Verde (l’analogo editoriale di Valletta) la UTET prosperò, Merlini presidente in 10/12 anni riuscì a distruggere un’impresa quasi bisecolare! Sicuramente la Torino dell’”avvocato” non c’è più e per fortuna! Forse è davvero finita la troppo lunga spietata azione totalizzante e vampirizzante della Fiat . Forse Umberto aveva una stoffa imprenditoriale di qualità migliore del fratello, anche se in anni lontani, da strettissimi collaboratori di Umberto, ora defunti e non più citabili come testimoni, ascoltai giudizi non proprio lusinghieri sulle di lui capacità dirigenziali. Ma tant’è: ai posteri…Innegabilmente Gianni Agnelli fu distrutto dalla morte del figlio e di Giovannino, che prometteva splendidamente. Sic transit!
Traffico sotto gli ombrelli