Pantelleria, battuta dal vento, è la “perla nera” del Mediterraneo. La quinta isola italiana per superficie, composta da rocce di origine vulcanica, si trova in mezzo al mare, a metà strada tra due continenti, più vicina alle coste della Tunisia che a quelle siciliane. Pantelleria è un gioiello naturalistico, con i suoi scogli neri che s’immergono nel mare, le cale di pietra lavica, il lago di Venere, il Faraglione, l’arco dell’Elefante, i muri a secco. Gli abitanti vivono in tre centri – Pantelleria, Khamma, Scauri – e in numerosi dammusi, le tipiche case pantesche. L’isola vive di turismo e di prodotti tipici come l’uva da tavola (zibibbo), i capperi e le lenticchie. Ma il vero tesoro della sua terra sono i vigneti dai quali si ricava il prezioso passito conosciuto in tutto il mondo. Sono in tanti a produrre questo “nettare degli Dei”, alcuni dei quali molto famosi, dall’attrice Carol Bouquet a Salvatore Murana, dalle Cantine Pellegrino a Donnafugata. Tra i migliori c’è anche un piccolo produttore, Salvino Gorgone. Il suo passito proviene da circa due ettari di vigneto, divisi in due appezzamenti situati in zone altamente vocate come la contrada “Dietro Isola”, che dà il nome al vino, e contrada “Serraglio”. Le viti coltivate ad alberello pantesco, sono collocate sul terreno vulcanico sciolto, posto a circa 300 metri sul livello del mare. La prima vendemmia inizia a metà agosto e l’uva, posta ad appassire al sole sugli stenditoi, vi rimane per una ventina di giorni. Durante questo periodo, viene girata e scelta più volte manualmente per favorire il migliore appassimento. Verso la metà di settembre avviene la seconda vendemmia. L’uva fresca viene pigiata delicatamente insieme all’uva “passolata”, selezionata ancora una volta con accuratezza da mani pazienti. Dopo la macerazione e fermentazione in contenitori di acciaio inox a temperatura controllata, il passito, raggiunto l’equilibrio tra alcol e zuccheri e la concentrazione aromatica desiderata, resta per otto mesi in tini d’acciaio, per poi continuare ad affinarsi in bottiglia per altri tre mesi. E’ così che nascono le circa ottomila bottiglie da mezzo litro di questo vino giallo dorato con riflessi ambra. Al profumo, come scrivono gli esperti sommelier, con un tocco lievemente poetico “emergono intense le note iniziali di albicocca e pesca, che continuano poi con fichi secchi, frutta candita e miele fino ad arrivare a note mediterranee balsamiche”. Un gusto pieno, equilibrato, intenso e soprattutto elegante. A collaborare con Salvo Gorgone in questa avventura c’è un famoso enologo, lombardo di nascita e piemontese d’adozione – Donato Lanati – che conosce bene l’isola di Pantelleria e – oltre ad aver studiato una nuova tecnica per produrre il passito – ha chiesto ed ottenuto che un altro piemontese, il grande Giorgetto Giugiaro, disegnasse l’etichetta della bottiglia di “Dietro Isola”. Un mix ben combinato d’ingegno e professionalità, di legame forte con le tradizioni del territorio pantesco e le migliori tecnologie enologiche, dove il connubio tra Sicilia e Piemonte conferiscono quella qualità al prodotto necessaria per offrire a chi lo berrà gioia e piacere.
Marco Travaglini