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Dal Botticelli a Botero, da Magritte a Chagall e Modigliani, i migliori artisti che dipinsero i corpi dalle forme più diverse, morbide, rotonde, sinuose o filiformi, rappresentarono la meraviglia delle fisionomie insieme al mistero della bellezza
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In effetti non esiste una definizione ben precisa del concetto di bellezza. Il bello è qualcosa che attrae, che colpisce, che ci spinge a soffermare lo sguardo senza necessariamente richiamare un canone di piacevolezza ben preciso.
“Ciò che è bello è buono” scrisse Platone.
Difficile quindi stabilire cosa sia veramente la bellezza. Questa potrebbe essere semplicemente definita come una proprietà preziosa dei corpi e dei volti, proprietà che viene osservata da sempre, ma forse mai potrà essere compresa appieno, né tantomeno definita in modo univoco. Da tempo illustri filosofi, letterati ed artisti si sono posti la domanda sul concetto di bellezza femminile coniando innumerevoli aforismi. Per Seneca la bellezza più autentica è essenza di armonia e proporzione, mentre Alexander Pope, poeta inglese del Settecento, diceva che “Non è un labbro o un occhio quello che chiamano bellezza, ma la forza globale e il risultato finale di tutte le parti.” Una cosa è assolutamente inconfondibile: la bellezza è qualcosa che genera piacere in chi la possiede, in chi la elabora e in chi la osserva. Da sempre le donne hanno il desiderio di essere belle, ma soprattutto nella società di oggi il culto del corpo e la bellezza esteriore sembrano essere più importanti di altre qualità. Spesso si rischia di cadere nell’ossessione di voler raggiungere un obiettivo a tutti i costi con una lotta disperata contro il tempo che rischia però di far divenire l’ideale corporeo innaturale.
L’ideale estetico è frutto di costruzioni socioculturali, spesso modellato e plasmato dalla società e dalla cultura del momento, pertanto è soggetto a mutare a seconda delle mode, dei costumi e delle consuetudini. Nel corso della storia le donne si sono dovute sacrificare per il loro aspetto rasentando la pura sofferenza per apparire come desideravano. Intervenivano sul proprio corpo in modo violento, sottoponendosi a vere e proprie torture, pur di valorizzare al meglio i canoni di bellezza di quel periodo, dai busti di stecche, utilizzati dalle donne del Settecento e Ottocento, ai più recenti tacchi a spillo vertiginosi indossati per rendere le gambe più lunghe e slanciate. La filosofia del Dott. Luca Spaziante, chirurgo plastico torinese, rispetta pienamente il concetto di naturalezza, intervenendo sulle imperfezioni del corpo e del volto senza necessariamente stravolgerne l’essenza e l’autenticità.
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E’ possibile ovviare a un trucco eccessivo o a grossi occhiali per nascondere un naso troppo pronunciato, evitare ingombranti reggiseni push-up per alzare o ingrandire il seno e gonne necessariamente lunghe per coprire gambe poco sinuose. Ci si può rivolgere tranquillamente alla chirurgia estetica senza il “terrore” di stravolgere i propri tratti somatici perché questa branca ha affinato tecniche sicure che garantiscono risultati naturali e soddisfacenti quando abbinate alla serietà professionale e allo spiccato senso estetico di un chirurgo competente e corretto. Nella Chirurgia Estetica (otoplastica, blefaroplastica, lifting facciale, liposcultura, addominoplastica, mastoplastica additiva, ecc…) così come nella Chirurgia Ricostruttiva (ricostruzione mammaria, rimodellamento corporeo, ecc…) e nella Medicina Estetica (filler, tossina botulinica, biorivitalizzazione, PRP, ecc.) per il Dott. Luca Spaziante l’ispirazione e le tecniche innovative rappresentano fondamentali strumenti per ottenere risultati che mai andranno a stravolgere l’equilibrio e l’armonia di un corpo, assolutamente da conservare nella sua più preziosa eleganza ed esclusività.
La Medicina e la Chirurgia Estetica dovrebbero promuovere un miglioramento progressivo senza creare artificiosità ma, incrementando l’equilibrio e la proporzione tra le parti del corpo.
Voler correggere un difetto o voler modificare, nei limiti del possibile e del buon senso, un aspetto del nostro corpo, aggiunge il Dott. Luca Spaziante, non deve certamente diventare un tabù e fortunatamente oggi molte persone si avvicinano alla chirurgia plastica con un atteggiamento molto più realistico. Un chirurgo plastico competente e professionale è assolutamente in grado di accompagnare un paziente nella scelta dell’intervento più adatto alla sua figura e alle sue forme fisiche naturali, rifiutandosi di eseguire interventi sproporzionati e troppo invasivi, che perdono il senso della misura e possono dare vita a dei veri e propri mostri. Le cosiddette “labbra a canotto”, i seni esagerati, gli zigomi gonfi come quelli di un pugile dopo un incontro e altre operazioni che, alla fine, modificano l’aspetto di una persona spesso in senso negativo, dovrebbero essere bandite a priori. Il Comitato Nazionale di Bioetica ha pubblicato per questo motivo un documento che richiama i chirurghi plastici al rispetto della deontologia. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica British Journal for the Philosophy of Science ha analizzato i risvolti psicologici, sociali ed affettivi degli interventi di chirurgia plastica su circa duecento persone ed è emerso chiaramente un miglioramento in diversi aspetti quali l’autostima, l’umore, l’accettazione di sé stessi, lo stress, la depressione, la timidezza, la qualità della vita e le relazioni sociali. E’chiaro che un intervento di chirurgia plastica non può e non deve essere considerato una soluzione per i disagi psicologici ed è importante che il chirurgo sia in grado di riconoscere la natura dei disagi e stabilire se vi siano le premesse affinché l’intervento sia risolutivo e realmente efficace per il bene del paziente. Soprattutto deve assicurare sempre un risultato che corregga senza stravolgere.
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