Un Ateneo in crescita, competitivo a livello internazionale, che si candida a svolgere un ruolo chiave per promuovere, orientare e governare lo sviluppo delle tecnologie del futuro
“L’inaugurazione di questo anno accademico avviene al termine del mio mandato di Rettore e mi consente di presentare un Ateneo che in questi sei anni ha accresciuto la sua reputazione, si è accreditato tra le migliori Università tecniche europee ed è pronto ad affrontare le sfide di ordine scientifico, tecnologico e culturale che ci attendono. Per questa ragione, ritengo sia giunto il momento di ampliare gli orizzonti e provare a delineare un modello di Università e più in generale del sistema dell’Alta Formazione e della Ricerca Scientifica, capace di comprendere le potenzialità e l’impatto della rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo e di contribuire significativamente a orientarne e governarne lo sviluppo”.
È questo il tema chiave che domani farà da filo conduttore per l’inaugurazione dell’anno accademico 2017/2018 del Politecnico di Torino, nel corso della quale il Rettore Marco Gilli presenterà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il quadro di un Ateneo in crescita, che ha rafforzato il proprio posizionamento nazionale e internazionale nel corso degli ultimi sei anni. Lo ha ricordato il Rettore, che nella conferenza stampa di oggi ha tracciato il bilancio del suo mandato alla guida del Politecnico.
STUDENTI E FORMAZIONE
Il primo dato che emerge è l’incremento delle domande di immatricolazione, cresciute dal 2012 a oggi del 50%: nel 2012 erano 8.000 gli studenti che hanno richiesto di immatricolarsi presso i Corsi di Laurea triennale, mentre si è raggiunta quota 12.000 nel 2017. “Sono significativamente diminuiti gli abbandoni ed è sensibilmente migliorata la qualità degli studenti italiani, provenienti da tutto il Paese, e in modo ancor più marcato la qualità degli studenti internazionali, che rappresentano ormai il 15% del totale, con una crescita negli ultimi cinque anni del 24%”, commenta il Rettore, che prosegue evidenziando un dato di grande interesse per studenti e famiglie: “In controtendenza con il dato nazionale, sono ottime le prospettive occupazionali dei nostri laureati, come è riconosciuto dalle statistiche ISTAT e da quest’anno certificato anche dal QS Graduate Employability Ranking – 2018: il Politecnico si colloca al primo posto al mondo, con riferimento all’indicatore più importante: il “Graduate Employment rate”, calcolato come rapporto tra le percentuale di occupazione ad un anno della Laurea Magistrale dei nostri studenti (pari al 94%) e la media degli Atenei italiani esaminati (pari al 76.2%)”.
“Ma siamo consapevoli”, aggiunge il Rettore, “che l’offerta formativa richiede di essere continuamente rivisitata: per questa ragione abbiamo predisposto un investimento complessivo di 10 milioni di euro per l’aggiornamento e la riqualificazione dei laboratori didattici e per l’avvio di iniziative progettuali che si avvalgano delle nuove tecnologie, stiamo avviando le Lauree triennali professionalizzanti e consolidando la nostra Scuola di Master”.
RICERCA SCIENTIFICA E CONDIVISIONE DELLA CONOSCENZA
Una crescita rilevante ha riguardato la Ricerca e le attività di Trasferimento Tecnologico: il Politecnico, negli ultimi sei anni, ha incrementato in modo significativo numero e proventi dei progetti e dei contratti. Per quanto riguarda la ricerca fondamentale, l’Ateneo conta 12 progetti finanziati dallo European Research Council nell’VIII Programma Quadro Horizon 2020, a fronte dei soli due progetti finanziati nel VII Programma Quadro, ed è in aumento il numero di ricercatori italiani all’estero, vincitori di progetti ERC, che sceglie come sede il Politecnico.
Nell’ambito della ricerca competitiva e collaborativa, il Politecnico è l’unico partner italiano di entrambe le iniziative Flagship della Commissione Europea (“Graphene” e “Human Brain Project”); sono stati inoltre acquisiti 207 progetti nazionali e regionali, che mostrano il grande coinvolgimento del territorio, 40 progetti internazionali e 127 progetti UE nell’ambito di Horizon 2020 nel solo biennio 2014-2016, che in termini di finanziamento pro-capite, pongono il Politecnico ai primi posti in Italia.
Sono state consolidate le politiche di trasferimento tecnologico con azioni coordinate. Innanzitutto la costituzione di un Laboratorio interdipartimentale, che ha consentito di stipulare più di 40 accordi di partnership con attori industriali, che agiscono su scala territoriale, nazionale e internazionale, di favorire percorsi di innovazione presso le piccole e medie imprese e la creazione di nuove realtà imprenditoriali, di incrementare sensibilmente il numero di brevetti attivi e di valorizzare i risultati più rilevanti dell’attività di ricerca mediante un esteso finanziamento di Progetti di fattibilità – Proof of Concept. Inoltre è stato rafforzato il Centro di Ricerca Applicata/Trasferimento Tecnologico, “Links” (Leading Innovation and Knowledge for Society), sul modello degli Istituti Fraunhofer tedeschi, in partnership con la Compagnia di San Paolo.
INVESTIMENTI STRATEGICI
“Negli ultimi anni ci siamo attrezzati per affrontare le sfide poste dalla transizione tecnologica, avviando una serie di investimenti strategici e una progressiva rivisitazione delle strutture di ricerca, in linea con le esperienze e le sperimentazioni internazionali di maggiore successo, dal MIT al Technion, dall’ETH all’EPFL. La prima e più importante iniziativa è stata la costituzione di 11 Centri Interdipartimentali, con un finanziamento complessivo triennale dell’ordine di 30 milioni di euro, focalizzati su aree tecnologiche emergenti, che richiedono l’integrazione tra ambiti scientifici/culturali differenti, un approccio multidisciplinare e l’acquisizione di rilevanti attrezzature”, aggiunge il Rettore, che sottolinea anche gli altri investimenti messi in campo: “Un’ulteriore iniziativa strategica, probabilmente unica tra gli Atenei italiani, consiste nel destinare una parte rilevante dell’utile di esercizio a un insieme articolato di investimenti strategici pluriennali”: si tratta di 22 milioni di euro l’anno, dedicati a rafforzare la ricerca fondamentale, la progettualità dipartimentale e a promuovere una crescente sinergia tra Dipartimenti e Centri Interdipartimentali; 5 milioni l’anno per il potenziamento del Dottorato di Ricerca; 4 milioni di Starting Grant, per consentire ai Professori di I e II fascia, provenienti da sedi esterne, prevalentemente estere, e a tutti i giovani ricercatori di avviare la propria attività di ricerca; circa 2 milioni per l’attrazione di Visiting Professor di alta qualificazione scientifica ed elevata reputazione internazionale.
RISORSE UMANE
“Ma l’investimento più importante, quello che ci pone veramente nelle condizioni di affrontare con ottimismo le sfide che ci attendono, ha riguardato le risorse umane”, continua Gilli: “Un investimento, anche questo, in controtendenza con il dato nazionale, che registra da anni una progressiva diminuzione del numero dei docenti e anche una certa disaffezione da parte dei giovani per i ruoli universitari. Un’ambiziosa programmazione, probabilmente unica tra gli Atenei italiani, ha consentito di destinare consistenti risorse al personale tecnico amministrativo e di prevedere, nel periodo 2013-2020, 869 posizioni per il personale docente (486 posizioni da Professore di ruolo di I e II fascia e 383 nuove posizioni da Ricercatore a Tempo Determinato) di cui oltre 500 già coperte o bandite. Si è trattato del maggior investimento in risorse umane degli ultimi vent’anni, l’avvio di un ricambio generazionale necessario ed irrinunciabile per una struttura universitaria, che si confronta con uno scenario internazionale sempre più competitivo”.
MASTER PLAN DI SVILUPPO EDILIZIO
In conclusione, il Rettore ha presentato il Master Plan che delinea le linee di sviluppo edilizio dell’Ateneo da qui al 2025, che prevedono l’estensione del Campus dell’Architettura e del Design presso il complesso architettonico di Torino Esposizioni, con un investimento di oltre 30 milioni di euro, e nel medio termine la realizzazione di oltre 30.000 metri quadrati presso il Campus della Scuola di Ingegneria, destinati ad accogliere aree per la didattica e per le nuove forme di organizzazione della ricerca e la nuova biblioteca di Ateneo.
“In questi anni”, riepiloga Gilli, “in un contesto di bassi investimenti in Formazione Terziaria e in Ricerca e Sviluppo (pari all’1% e all’1,33% del PIL nel nostro Paese, a fronte di una media OCSE dell’1.6% e del 2.38% rispettivamente), il Politecnico si è mosso in controtendenza, in particolare su due aspetti qualificanti, che ritengo cruciali: da un lato, a fronte della diminuzione del numero complessivo di giovani che scelgono gli studi universitari e di una percentuale di laureati tra i 24 e i 35 anni che ci pone agli ultimi posti tra i Paesi OCSE, noi dal 2012 al 2017 abbiamo registrato un aumento delle domande di immatricolazione pari al 50%; dall’altro, a fronte della complessiva diminuzione del numero di docenti e ricercatori universitari nel Paese, noi, pur ricorrendo alle uniche posizioni consentite dalla Legge, i Ricercatori a Tempo Determinato, siamo riusciti ad avviare un ricambio generazionale, che porterà il numero complessivo di Professori e Ricercatori a raggiungere nel 2020 la soglia di 1000 unità, superando il livello degli anni 2005/2006”.
“Nonostante la crisi, il Politecnico in questi anni è significativamente cresciuto, in alcuni ambiti al di là delle nostre stesse aspettative, e soprattutto è stato in grado di avviare ingenti investimenti strategici, che gli consentiranno di diventare sempre di più un punto di rifermento per il Territorio, al servizio della comunità scientifica internazionale e del Paese”, conclude il Rettore Gilli.