Si monta come un puzzle, è riciclabile ed è lo sviluppo italiano di un sistema costruttivo giapponese. Nasce da un’iniziativa dell’architetto Lorena Alessio con un gruppo di studenti del Politecnico di Torino e sarà realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo e di Acri e con il supporto di Aniem Piemonte
Accumoli (Rieti), 22 settembre 2017 – Si chiama Accupoli, ospiterà un centro aggregativo per accogliere eventi e incontri per la collettività ed è la prima struttura in Italia realizzata, nelle parti portanti, in legno compensato. Sorgerà ad Accumoli, uno dei paesi maggiormente danneggiati dal sisma del 24 agosto 2016. È la risposta concreta all’emergenza da parte di H.E.L.P. 6.5, acronimo di Housing in Emergency for Life and People, l’associazione fondata a luglio 2017 dall’architetto torinese Lorena Alessio, ricercatrice al Politecnico di Torino, e da un pool di studenti ed ex studenti dell’ateneo stesso (coordinato da Carola Novara, Chiara Mezzasalma, Francesca Turnaturi e Matteo Gossi). Il nuovo edificio – costruito su un terreno del Comune e donato all’amministrazione municipale – sarà realizzato in circa due mesi: dopo la posa delle fondazioni ad agosto, è partito ufficialmente oggi il cantiere per il montaggio della struttura, che rappresenta il seme per la rinascita della vita culturale locale.
Il progetto si sta concretizzando grazie a una gara di solidarietà che vale circa 300mila euro: oltre al contributo della Compagnia di San Paolo e di Acri (l’associazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria) è sostenuto dall’associazione di costruttori Aniem Piemonte, Associazione Nazionale Imprese Edili e Manifatturiere, da aziende piemontesi e non (fra cui Betonwood, Ormea Franco, Dott. Gallina, Gallo Legnami, Idrocentro, Unimetal, Finder, Daikin) e da un team composto da ingegneri strutturisti, termoidraulici ed elettrici, che hanno deciso di mettere in campo le proprie competenze con parcelle simboliche e tendere una mano alla popolazione del piccolo municipio del Centro Italia.
«La Compagnia di San Paolo sostiene l’Associazione H.E.L.P. 6.5 e il progetto per la realizzazione di soluzioni innovative che possano aiutare la ripresa delle comunità in condizioni di vita disagiate a causa del terremoto. Riteniamo particolarmente innovativa una progettazione e una costruzione capace di sperimentare metodi costruttivi con l’applicazione di materiali sia tradizionali che contemporanei, che vedrà coinvolti laboratori di architettura, tecnologia ed ingegneria di un’università italiana e una giapponese», afferma Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo.
«Creare una struttura, con modalità assolutamente innovative, che ospiti eventi culturali e iniziative sociali intorno ai quali si possa riunire una comunità che il sisma ha rischiato di disgregare ci pare un elemento importante da cui far partire la rinascita di questo luogo. La cultura e il dialogo contribuiscono alla coesione sociale e questa è certamente una buona base su cui riavviare lo sviluppo», spiega Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri.
Il team di progetto ha utilizzato, perfezionato e adeguato alla legislazione italiana una tecnologia giapponese. La nascita di Accupoli s’inserisce nella collaborazione fra il Politecnico di Torino e il Kobayashi Lab di Tokyo ed è lo sviluppo concreto di un modulo sperimentale nato sulla falsariga del sistema costruttivo Veneer House, messo a punto dal professor Hiroto Kobayashi dopo il terremoto del Tohoku del 2011, che provocò uno tsunami e il disastro di Fukushima. La collaborazione si è sviluppata attraverso la tesi di laurea seguita da Lorena Alessio e sviluppata da Carola Novara, architetto ed ex studentessa del Politecnico di Torino, vicepresidente di H.E.L.P. 6.5. Accupoli è uno spazio pronto ad accogliere riunioni, conferenze e concerti. Uno spazio da interpretare e configurare in modi differenti nel tempo.
«Fin dal principio c’è stata la volontà di realizzare un elemento di buona qualità architettonica, pur dovendo adattarsi all’economicità del progetto. Gli allestimenti interni sono stati lasciati in legno a vista. Tutti gli elementi estetici e di finitura hanno anche un ruolo strutturale o funzionale, così da ridurre al minimo il numero di componenti e la complessità del manufatto. Il tutto, sommato anche a uno studio mirato a produrre il minor numero di scarti possibile, giova al costo totale dell’opera», sottolinea l’architetto Lorena Alessio.
«L’Aniem Piemonte ha voluto essere al fianco di H.E.L.P. da subito, poiché condividiamo una riflessione sul valore etico del costruire, dove le azioni devono essere pensate in funzione e a sostegno delle metamorfosi sociali, anche quando, come nel caso di Accumuli, purtroppo non sono naturali e richiedono un grado di sensibilità ancora più alto», ricorda Marco Razzetti, presidente della sezione piemontese di Aniem.
Il nuovo spazio aggregativo si compone di due corpi di fabbrica affiancati longitudinalmente, il primo composto da un modulo costruttivo più ampio e completamente aperto adatto alla funzione di aggregazione. Il secondo, più piccolo, ospita i servizi di accoglienza e cucina. La forma è quella tipica della casa nell’immaginario comune. L’idea è quella di un edificio in continuo dialogo con ciò che gli sta intorno. Uno spazio polifunzionale flessibile, in grado di rispondere alle necessità di una comunità in ripresa da uno stato di emergenza.
L’idea di leggerezza, semplicità e calore trasmessa dal legno è ciò che caratterizza il concept di progetto. Accupoli è costituito da una serie di elementi autoportanti prefabbricati in legno compensato, antisismici e trattati per avere un’elevata resistenza al fuoco e agli agenti atmosferici e durare nel tempo. L’ossatura lignea dei portali sorregge un guscio di policarbonato semitrasparente ad alte prestazioni, che filtra l’illuminazione naturale durante il giorno. Di notte l’ambiente si trasforma in una lanterna, che illumina l’ambiente esterno della nuova piazza cittadina. Gli elementi della struttura sono stati tagliati in una falegnameria del Piemonte, con macchinari a controllo numerico, e saranno ora assemblati a mano con la partecipazione attiva degli stessi studenti.
Grazie alla facilità di montaggio, simile a quella di un puzzle, la struttura potrà essere assemblata e disassemblata con facilità. Potrà essere riciclata o riutilizzata se non più necessaria.