I COMMENTI DA REGIONE E COMUNE

No all’affitto a coppia omosessuale: le reazioni politiche

La denuncia lanciata da una coppia omosessuale torinese attraverso facebook dopo un rifiuto da parte di un proprietario ad affittare loro un appartamento ha suscitato anche i commenti del mondo politico.  «È paradossale che questa notizia mi sia giunta proprio durante il seminario “Combattere l’odio e le discriminazioni” durante il quale abbiamo presentato agli operatori delle forze dell’ordine il Protocollo di Intesa tra OSCAD e Regione Piemonte in materia di iniziative contro le discriminazioni» – dice Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte. Non concedere l’affitto a una coppia di ragazzi solo perché sono omosessuali a pochi mesi di distanza dall’approvazione della legge sulle Unioni Civili è a dir poco vergognoso. Non voglio neppure immaginare quali sorta di preoccupazioni possa aver avuto il proprietario dell’appartamento»

Afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Boeti: “Il nostro è un Paese il nostro che non finisce mai di stupire. Ad una coppia gay, entrambi con un lavoro a tempo indeterminato, viene rifiutato l’affitto di un appartamento perché omosessuali. Ma si può ancora discriminare sulla base degli orientamenti sessuali, peraltro dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili? Ognuno naturalmente è libero di affittare la casa a chi vuole, ma è davvero sconfortante il fatto che su questi temi non si riesca a fare un passo in avanti”.

“Il caso dei due ragazzi discriminati a cui è stato negato l’appartamento in affitto – sottolinea Marco Giusta, assessore comunale alle Pari Opportunità – evidenzia ahimè, ancora una volta, il persistere di pregiudizi e di omofobia a Torino. I mediatori immobiliari hanno spiegato ai giovani che avrebbero preferito dare in locazione l’alloggio a una famiglia”.

“L’Amministrazione Comunale – prosegue Marco Giusta – riconosce nella coppia di Simone e Michele una famiglia con lo stesso valore e la stessa importanza di tutte le altre così come già evidenziato nel momento in cui la Città ha modificato la delega da famiglia a famiglie.