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La colazione di Natale al Caffè San Carlo

A un anno dall’apertura , per il bar- caffé da sempre considerato uno dei  più rappresentativi della storia  di Torino, la pastry chef Andre Celeste Allione, ha realizzato due speciali brioches che raccontano il  dolce Natale sabaudo
 
Eleganza che fa rima con Torino, soprattutto nelle sue espressioni dolciarie , che accompagnano da secoli la regalità con cui, tuttora, la città si presenta ai suoi cittadini e ai turisti  che la apprezzano.
L’identitá sabauda che si respira in ogni angolo della cittá, soprattutto nelle zone centrali, si percepisce in modo particolare nel locale che si é dato nuova vita , poco più di anno fa, e che ha restituito a piazza San Carlo – ” il salotto di Torino – , quella luce ” gastronomica  ” che, nel tempo, i torinesi hanno visto affievolirsi proprio lì.
Il Caffè San Carlo, per la colazione delle feste ( ma non solo), propone due speciali brioches: una, la più elegante, come le signore di Torino e che, come delle care amiche, fanno compagnia in maniera sommessa ma con tante storie da raccontare e da ascoltare con attenzione,  la “Carla” ; l’altra, un vero e proprio alberello di natale, ma non da allestire con addobbi e luci, bensì da assaporare in tutte le sue gustose preparazioni.
A proposito della  Carla la pastry chef ci racconta : ” All’inizio la Carla non aveva questo nome, ma era in via di definizione. É nata con il nuovo San Carlo, per identificare l’essenza e la sontuosità informale del posto. Abbiamo pensato che il caffè rappresenta la colazione di tanti  : per questo, doveva trovare una collocazione di gusto fra lo sfogliato – la brioche, appunto,  che accompagna spesso il caffè – e il ripieno. Lo sfogliato è incassato alla francese ed è impastato con una ricchezza di ingredienti leggermente diverso dalle classiche brioches: miele, burro,  tante uova e zucchero di canna. Lo stampo che abbiamo deciso di utilizzare é sicuramente più grande e diverso rispetto al lievitato tradizionale ; e lo abbiamo pensato come da ” condivisione” ( anche se tanti la mangiano da soli…) , da dividere con piú persone.  L’interno é tutto da scoprire ed é tanto: crema pasticcera  e caramello al caffè, dove lo zucchero lo lavoriamo di piu per dare quel gusto leggermente amaro, in contrasto col dolce delle creme. Le farciture vengono preparate fresche giornalmente, così come la Carla e la selezione di croissant classici. 
L’altra novità per la colazione delle feste, firmato Caffè San Carlo, è il coloratissimo ” Alberello di Natale”, non solo da vedere, ma soprattutto da mangiare : buono,  leggero , una gioia per gli occhi e per il palato.
Col mio staff  – racconta sempre la pastry chef – , abbiamo deciso di dare una veste natalizia anche alla proposta per i lievitati: così, si é arrivati alla realizzazione di una brioche a forma di albero di natale, con lo stesso impasto che utilizziamo per i croissant tradizionali. 
All’interno una crema di zabaione, arricchita con perle croccanti al caramello salato così da dare croccantezza;  il colore verde –  a ricordare l’albero, appunto –  utilizzato nella sfogliatura della pasta matta che compone il prodotto. Per finire l’addobbo, sono state realizzate tante piccole palle di natale ” commestibili” a base di cereali”
 
 
Chiara Vannini

Una start-up rilancia la trota d’acqua dolce, delizia gastronomica

Non si tratta di idee. Si tratta di far sì che le idee si realizzino”. Dev’essere stato uno spirito molto simile quello che, una sera del 2017, ha motivato Lorenzo Quaccia ed Edoardo Zanutti a mettere in piedi Altura- Trota Alpina Affumicata una start-up unica nel suo genere nata Verrès (Valle d’Aosta) nel 2019. L’azienda è stata in grado di dare una nuova vita ad un’eccellenza gastronomica italiana, ovvero la trota d’acqua dolce, ormai quasi dimenticata. Altura non solo ha valorizzato gusto e sapore del prodotto ma si è specializzata sul processo di affumicatura. Il risultato è un prodotto in grado di garantire al consumatore un’esperienza culinaria sana e che, al contempo, rispetti il territorio alpino di provenienza. Edoardo, socio fondatore della società, ci ha raccontato cosa c’è dietro questo progetto.

Altura nasce, prima di tutto, dalla storia di un’amicizia

Sì, io e Lorenzo eravamo compagni di liceo e amici di vecchia data. Nel 2017 io mi ero appena laureato in economia, mentre lui lavorava come ristoratore. Entrambi avevamo il desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo. Per questo abbiamo unito le nostre competenze e abbiamo così deciso di intraprendere una avventura creando una start- up di affumicatura della trota d’acqua dolce.

Si parla spesso di start-up giovanili: com’è andata la vostra esperienza?

Inizialmente non è stato facile gestire il ginepraio burocratico necessario per avviare un’attività di impresa. Al contempo, essendo nati in un territorio alpino, siamo stati facilitati dalla molteplicità di enti e strutture che favoriscono la nascita dell’imprenditoria di montagna. La svolta effettiva è arrivata quando abbiamo partecipato al concorso ReStartAlp,un campus di incubazione e accelerazione di impresa del territorio alpino italiano, promosso e organizzato da Fondazione Edoardo Garrone e Fondazione Cariplo. Un’altra chiave di svolta è stata la Pépinières d’Entreprises che ci ha aiutato a sviluppare e gestire le fasi di avvio del progetto imprenditoriale.

Con conseguenti pro e contro

Tra gli aspetti migliori di questo lavoro c’è la soddisfazione di veder crescere la propria impresa e continuare a migliorare. Al contempo ci sono stati numerosi momenti di sconforto, come in ogni lavoro, perché si hanno progetti in testa che poi non si realizzano come vorresti. In Valle D’Aosta abbiamo la possibilità avere un continuo dialogo con le istituzioni locali in quanto non siamo controllati da un ente ittico a livello nazionale come invece succede per il mercato del pesce di mare.

La vostra impresa ha investito su un prodotto unico nel suo genere. Da che cosa è stato motivato tale investimento?

La trota è un pesce d’acqua dolce che si trova in molti torrenti e fiumi montani della Valle D’Aosta e la sua affumicatura è una tradizione che esiste da sempre nei nostri territori. Questa era, però, confinato ai ristoranti. Abbiamo visto visto come un’opportunità quella di riportare in tavola tale tecnica e al contempo di offrire al consumatore un’eccellente alternativa al classico prodotto di mare.

E’ un prodotto alternativo anche perché la scelta degli allevatori avviene con una certa cura

Sì, la scelta degli allevatori avviene seguendo particolari criteri oggettivi. Per il momento ci stiamo focalizzando sulle realtà del Piemonte e della Valle D’Aosta. Seguendo altri modelli imprenditoriali già in essere, abbiamo sempre prediletto degli allevamenti a bassa intensità ove sia garantito l’utilizzo di acque di sorgenti pure e ricche di ossigeno.

Che ha conseguentemente portato interesse nel consumatore

Il cliente è più attento e consapevole a cosa viene portato in tavola, quindi, anche la cura nella scelta della materia prima è apprezzata. Anche se il percorso è ancora lungo, puntiamo a crescere. Ci sono poche regole da rispettare nel nostro settore essendo un prodotto di nicchia, ma cerchiamo ugualmente di conformarci al massimo alle certificazioni IGP. Il cliente è sempre molto attento a capire la provenienza della pescato che porta in tavola.

Avete intenzione di espandervi anche estero?

Speriamo in futuro, ma per ora il progetto si limita al territorio nazionale perché la catena del freddo ha una difficile organizzazione logistica alla base. Per ora abbiamo iniziato a sperimentare una nuova produzione ovvero la “Mocetta di Trota” un vero e proprio salame di pesce. L’intento è quello creare una molteplicità di prodotti di modo da poter soddisfare tutte le esigenze del cliente.

Altura Trota Alpina Affumicata, che conta ad oggi due soci e tre dipendenti, un negozio e uno store online, è l’esempio di come la capacità e le competenze possano unirsi e far riscoprire il gusto di antichi sapori.

VALERIA ROMBOLA’

Menù delle feste de La Pista sul tetto del Lingotto

 E la Pista Bistrot all’NH Collection Santo Stefano

La Pista del Lingotto è senza dubbio uno dei posti più panoramici della città. Una vista mozzafiato che abbraccia a 360° la collina e l’arco alpino, la Mole Antonelliana, Superga, Il Castello di Moncalieri, il Monviso…

Per chi è a Torino a Natale e Capodanno La Pista offre due menù speciali.

Pranzare a La Pista la mattina di Natale potrebbe essere l’occasione anche per visitare il tetto del Lingotto, la leggendaria pista di collaudo Fiat situata in cima all’ex complesso industriale, oggi trasformata nel giardino sospeso più grande d’Europa, con più di 40.000 piante appartenenti a 300 specie e varietà diverse.

La notte di Capodanno la cena sarà accompagnata dalla vista unica sulle luci e sui fuochi d’artificio che illumineranno la città allo scoccare della mezzanotte.

Per chi non sa rinunciare la fascino della Torino romana, l’alternativa è scegliere La Pista Bistrot, all’interno dell’NH Collection Santo Stefano, con la vista sulle Porte Palatine, uno dei monumenti simbolo della città.

La Pista – Menù pranzo di Natale (Euro 100)

  • Benvenuto di La Pista
  • Batsoà di finanziera, gambero e zuppetta di cachi
  • Capasanta, nocciola, aglio nero e passion fruit
  • Plin al tovagliolo ripieno di risotto alla milanese e comfort di ossobuco
  • Petto di faraona, soffice di patate ai porcini, cima di rapa e melagrana
  • Torrone capra e agrumi
  • Sfera di cioccolato, frutti rossi, spezie e neve
  • Piccola pasticceria fresca
  • Caffè espresso

 

La Pista – Menù Capodanno (Euro 150)

  • Benvenuto di La Pista
  • Manzo, bottarga, ostrica, stilton e rapa
  • Secondo Testa Coda
  • Salmerino, caviale, topinambour e mela verde
  • Carnaroli Riserva San Massimo, astice, ricci, zucca e caffè
  • Raviolini d’anatra, parmigiano 50 mesi, pere e liquirizia
  • Entrecote di bisonte, capounet, ravanelli e patate asselback
  • Mini ice di seirass, agrumi e timut
  • Panettone, oro e Champagne
  • Piccola pasticceria

 

La Pista Bistrot – Menù Pranzo di Natale (Euro 65)

  • Pane burro e acciuga
  • Salmone affumicato lenticchie nere belluga e gel di melograno
  • Tortellini di cappone in consommé
  • Bollito, le salse e topinambur
  • Dessert: Rochè
  • Espresso coffee Lavazza
  • Piccola pasticceria fresca
  • Wines: Nebbiolo cascina Destefanis 2022; Arneis cascina Destefanis 2022
  • Acqua N/F

 

La Pista Bistrot – Menù Cena di Capodanno (a partire da euro 100)

 

  • Ostrica con coulis di melograno e zenzero
  • Lingua, gamberi e bagnetto rosso
  • Primo fiore vaccino, verdure di stagione e tartufo nero
  • Plin agli scampi e bisque
  • Brasato di tonno e cipolla fondente
  • Pancetta di maialino, carota arancia e zenzero
  • Dessert: Monviso 3841
  • Espresso coffee Lavazza
  • Piccola pasticceria
  • Selezione di vini
  • Acqua N/F

 

La Pista

Via Nizza 262, Torino

www.ristorantelapista.com

La Pista Bistrot

Via Porta Palatina 19, Torino

https://ristorantelapista.com/bistrot/

Gusto e tradizione: la trippa del contadino

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Se abbinato alle patate ed ai fagioli, un piatto completo dal punto di vista dietetico

La trippa e’ un alimento antico, la frattaglia piu’ conosciuta e consumata, ricetta tradizionale di diverse regioni d’Italia. E’ un classico della cucina povera, semplice, gustoso, economico, dal basso contenuto calorico. Se abbinato alle patate ed ai fagioli, un piatto completo dal punto di vista dietetico. Un piatto unico sostanzioso.

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Ingredienti:

800gr. di trippa precotta

1 cipolla bianca

2 carote

2 coste di sedano

2 patate

250gr. di fagioli

1 spicchio d’aglio

400gr. passata rustica di pomodoro

olio evo, rosmarino, sale, pepe q.b.

1 bicchiere di vino bianco secco

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Lessare i fagioli in pentola a pressione per circa trenta minuti. In una larga padella soffriggere  sedano,  carote, aglio, rosmarino e cipolla precedentemente tritati. Rosolare ed aggiungere la trippa tagliata a striscioline, salare, pepare  e lasciar insaporire per dieci minuti poi, sfumare con il vino bianco. Aggiungere la passata di pomodoro, continuare la cottura per venti minuti, quindi aggiungere i fagioli scolati dal liquido di cottura, le patate tagliate a tocchetti e lasciar cuocere a fuoco lento per circa due ore bagnando, se necessario, con un mestolo di liquido di cottura dei fagioli. Servire ben caldo con fette di pane toscano e formaggio grattugiato. E’ ancora piu’ buona se la preparate un giorno prima.

 

Paperita Patty

 

È uscita la nuova edizione 2024 di Cantine d’Italia

852 cantine selezionate, 9 Premi Speciali, 262 Impronte Go Wine

Undici cantine ottengono per la prima volta il premio de L’Impronta Go Wine

Il costo delle visite in cantina fra le novità di questa edizione della Guida per l’Enoturista

Numeri e dati per indagare scelte e orientamenti delle cantine da nord a sud d’Italia

 

È uscita la nuova edizione 2024 di Cantine d’Italia, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

L’evento di presentazione e premiazione si è tenuto lo scorso 30 novembre Milano presso l’Hotel Melià, alla presenza di un folto pubblico di giornalisti, rappresentanti di cantine selezionate nel volume, enoappassionati.

Cantine d’Italia 2024 si presenta con 852 cantine selezionate, 262 “Impronte d’eccellenza” per l’Enoturismo, oltre 4.640 vini segnalati, circa 1.600 indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Si tratta di una Guida alle Cantine, con una sua identità specifica, che ha la cantina come riferimento.

Come luogo anche simbolico, oggi sempre più meta di tanti enoappassionati e anche come luogo fisico dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, dove sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti.

Una Guida pensata per gli enoturisti e invita a camminare l’Italia del vino, che è una bella visione d’Italia fatta di tanti luoghi, radici e tradizioni, ma anche espressione della capacità di tanti viticoltori che fanno viaggiare in tutto il mondo le loro bottiglie e promuovono l’attenzione e il piacere di andare a conoscere i luoghi dove i vini nascono.

 

La visita in cantina, il costo

E’ la novità più importante di questa edizione e segna anche un necessario adeguamento sul piano della comunicazione. Da fattore un tempo basato sullo spontaneismo, da elemento di novità della vita del viticoltore, la visita in cantina si è sempre più affermata come un tema importante caro a tanti enoappassionati e strategico per molte cantine.

Il tema del prezzo si è così inserito, come fattore da conoscere e comunque da monitorare.

Cantine d’Italia 2024 ha così chiesto a oltre 700 cantine di indicare nel questionario il costo di un’esperienza base in cantina ed il costo di un’esperienza più completa.

Lasciando piena libertà nel rispondere, ipotizzando anche la gratuità per un’esperienza base e comunque ponendosi in attenzione per analizzare i dati e il comportamento delle cantine.

Nasce uno screening importante e per certi aspetti unico che rinnova anche nei contenuti il volume e apre un nuovo fronte di analisi e di informazione.

 

Alcuni dati

Hanno risposto oltre 400 cantine; la redazione di Go Wine ha lasciato libertà nel rispondere, anche la non risposta rappresenta una scelta.

Il campione che si rileva è comunque indicativo perché attraversa cantine di tutte le regioni italiane e con differente profilo: ovvero cantine di maggiori dimensioni e più strutturate anche per l’organizzazione del personale.

Ma anche molte cantine di impronta familiare, dove il viticoltore spesso recita più ruoli, compreso quello dell’accoglienza e del racconto agli enoturisti.

Procedendo a calcolare una media, si individua in euro 20,17 il costo medio di un’esperienza baseSale ad euro 49,79 il costo per un’esperienza completa o comunque al top, secondo i parametri che ciascuna cantina individua nel formulare la proposta.

Sul campione selezionato, sono meno di 15 (4%) le cantine che non prevedono un costo “d’ingresso” anche per un’esperienza base, 62 (15%) si collocano a 10 euro o a cifra inferiore.

Per quanto riguarda l’esperienza completa, l’indagine ha rilevato 34 cantine che propongono un costo superiore a 100 euro.

Altrettanto interessante la lettura dei dati nelle varie zone in Italia. Si rileva così che, al nord, la media del costo di un’esperienza base si colloca ad euro 19,41, mentre sale al sud (euro 21,59).

Il riferimento corrisponde anche per un’esperienza più completa, con un costo medio al nord che si assesta su euro 43,25 e sale al sud ad euro 52,97.

Guardando ad alcune regioni, il costo è più alto in Toscana (euro 22,17), rispetto al Piemonte (euro 20,07) per l’esperienza base, idem per l’esperienza al top: Piemonte euro 48,86, Toscana euro 62,82.

Con due distinti simboli il costo della visita in cantina entra così nella nuova edizione di Cantine d’Italia 2024 e segna un altro motivo d’interesse a favore della Guida.

Inserendo di fatto un tema ormai consolidato, alla luce anche dei dati che sono emersi: la visita in cantina fa sempre di più parte di un’attività strutturata per moltissime cantine, in grado di formulare la proposta e dettagliarla spesso anche sul sito internet aziendale, in fase di presentazione della loro attività.

La scelta di Go Wine di evidenziare una sorta di doppio binario – esperienza base, esperienza top – è anche un modo per leggere il tema, offrire un servizio in più al lettore, ma anche incoraggiare un dibattito all’interno del settore.

 

Ci troviamo di fronte da una parte a proposte accessibili, o comunque dai costi non proibitivi; da altra parte a veri e propri eventi top che comportano a volte una spesa significativa se comparata con altre iniziative nel settore.

 

“Comunicazione e accessibilità sono due fattori strategici in questa materia – afferma Massimo Corrado, presidente di Go Wine e curatore della Guida. Comunicare da parte della cantina il costo della visita e indicare quale esperienza si pratica non può che contribuire a rendere sempre più professionale la visita e creare un legame fra il viticoltore e l’enoturista: egli è così in grado di informarsi allo stesso modo con cui legge dei vini della cantina e si informa sul loro profilo, vinificazione ecc…”

Il tema dell’accessibilità è tuttavia altrettanto importante e impone qualche riflessione ulteriore: richiama l’esigenza di costi che possano favorire l’accesso in cantina, nel rispetto del lavoro del viticoltore.

Al concetto del remunerare il servizio e comunque nel rispetto di una qualità che va pagata, si affianca la opportunità di mantenere alcune proporzioni che siano legate al tipo di esperienza e comunque al ruolo insostituibile che l’enoturismo svolge sia per avvicinare molte persone al mondo del vino e sia per consolidare le aspettative dei più esperti.

L’andare in cantina è andare verso la natura, apprezzare il paesaggio, conoscere e dialogare con le persone.

E’ soprattutto percepire il rapporto con la terra e con un ambiente: in questa ottica il fattore prezzo deve inserirsi in armonia. Valorizzando anche nelle quotazioni esperienze straordinarie, ma rendendo con altre formule sempre accessibile la cantina ad un pubblico più vasto. Senza dimenticare che poi, quasi sempre, in cantina si comprano bottiglie e questo rappresenta un altro costo per l’enoturista ed un’opportunità per il viticoltore.

 

Insomma l’obbiettivo della Guida non è solo quello di valorizzare la grande accoglienza in cantina, ma di comunicare una visione sociale attenta nel settore e che possa sempre tenere saldi quei fattori – terra, vigneto, vini, persone – che sono alla base dell’enoturismo e di un determinato modo di concepire la viticoltura.

Casa Vicina, buone feste con gusto

Le parole d’ordine del Natale e del Capodanno a Casa Vicina sono:

famiglia, sostenibilità e creatività.

Due menù che riprendono i piatti della tradizione con incursioni “preziose” e “green”

per un’esperienza sensoriale unica

Torino – In occasione delle festività Casa Vicina celebra due importanti valori quali la “famiglia” e la “sostenibilità” che in questo periodo assumono un significato ancora più forte e importante. Due i menù tematici caratterizzati ciascuno dal connubio di ricette della tradizione con piatti nuovi realizzati sia durante il 2023 come “Selene(per l’esperienza gourmet natalizia) sia per questi momenti unici di condivisione con i propri cari come il Gambero profumato alla limonaria e olandese di corallo”.

Il menù di Natale, composto da 7 portate, abbina i sapori antichi piemontesi alla raffinatezza ed eleganza del mondo del design: l’antipasto Selene”, infatti, è stato ideato dallo Chef Claudio Vicina in occasione delle cene tematiche organizzate in collaborazione con l’art designer Roberta Verteramo le cui opere della Linea SELENE sono state fonte di ispirazione. In linea con l’idea di dare nuova vita e valorizzare i materiali “di scarto o meno nobili”, siamo partiti da una materia povera, i fegatini di pollo, e li abbiamo arricchiti come lavorazione aggiungendo la parte grassa così da ottenere un paté ricco e gustoso al pari di un fegato grasso tradizionale. Successivamente, lo abbiamo impreziosito con delle nocciole IGP Piemonte e ricreato l’effetto curvo con riflessi di lamelle di tartufo nero.commenta lo chef.

La Cena della Vigilia e il Pranzo di Natale 2023

Aperitivo di benvenuto con micro fritto misto piemontese

Bagna Caoda da bere e focaccia di farro integrale

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Selene: Patè di fegatini di pollo, nocciole tostate e tartufo nero

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Il Bollito Fritto

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Agnolotti pizzicati a mano al sugo d’arrosto

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Zuppetta di carciofi spinosi sardi profumata alla maggiorana

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Terrina di cappone di Morozzo, marroni e tartufo nero

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New Bicerin di Torino

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Montebianco alla canavesana

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Il nostro Panettone

Piccola Pasticceria

Prezzo a persona: 140,00 euro (bevande escluse)

Posti limitati. Necessaria la prenotazione

I piatti dedicati ai festeggiamenti della notte di San Silvestro raccontano l’anima sostenibile e green oltre alla visione internazionale dello chef e di Casa Vicina. Alcune delle materie prime, come la limonaria e le rose, provengono dal giardino dellafamiglia Vicina. Una volta in cucina vengono lavorate per esaltarne le proprietà organolettiche e i vari sentori.

In merito al “Gambero profumato alla limonaria e olandese di corallo” lo chef sottolineaPortiamo in tavola una proposta biologica che valorizza non solo la coda, ma anche il carapace. Mariniamo il gambero a bassa temperatura con la limonaria che coltiviamo noi e della quale seguiamo tutto il processo dalla raccolta all’essiccatura e liofilizzazione. Un ingrediente perfetto per insaporire l’olio di marinatura e per guarnire il piatto. In abbinamento proponiamo l’olandese di corallo realizzata con la parte interna della testa del gambero emulsionata con l’uovo e burro a filo per ottenere una salsa che esalta il gusto del crostaceo. La spolverata finale di limonaria, come dicevo, è fondamentale per amplificare l’esperienza olfattiva.”.

Il sorbetto alla rosa candita, grazie al suo sapore delicato e alla freschezza al palato, accompagna gli ospiti nel passaggio tra le portate principali e i dolci. Anche i petali utilizzati in questa ricetta provengono da rose, di varietà rosso porpora, di nostra produzione. L’abbiamo scelta per la sua ruvidità al palato, la consistenza carnosa e il profumo eccezionale. Le rose vengono marinate, per estrarre il colore nello sciroppo. I petali che rimangono sono poi passati allo sciroppo di canditura e successivamente essiccati e macinati. La polvere ottenuta verrà stesa a velo sul sorbetto per esaltarne il gusto e la cromaticità.”commenta lo chef.

La Cena di S. Silvestro 2023

Aperitivo di benvenuto con stuzzichini

Bagna Caoda da bere e focaccia di farro integrale

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Gambero profumato alla limonaria e olandese di corallo

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Uovo in crosta di pane brioche e Tartufo Bianco d’Alba

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Risotto affumicato alle ostriche e champagne, gelato al pepe aromatico

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Zuppetta di cardo gobbo di Nizza M.to al tartufo nero

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Spigola pescata con zabajone al vermut, patate al sale nero e acqua di mare

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Sorbetto alla rosa candita

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Dolci assaggi al cucchiaio

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Pralineria e Marron Glacé

Prezzo a persona: 230,00 euro (bevande escluse)Brindisi di Mezzanotte incluso

Posti limitati. Necessaria la prenotazione

DETTAGLIO GIORNI DI APERTURA/CHIUSURA NEL PERIODO DELLE FESTIVITA’:

24 dicembre aperti con menù fisso solo a cena.
25 dicembre aperti con menù fisso solo a pranzo.
26 e 27 dicembre chiuso.
28, 29, 30 dicembre aperti regolarmente pranzo e cena.
31 dicembre aperti con menù fisso solo a cena.
Dal all’8 gennaio 2024 chiuso per ferie.
Dal 9 gennaio 2024 riapertura con i consueti orari.

RISTORANTE CASA VICINA

Il Ristorante Casa Vicina racchiude in sé ben 121 anni di storia all’insegna di una continua ricerca dell’eccellenza che unisca tradizione e innovazione. Gli attuali titolari sono Stefano Vicina, Claudio Vicina e sua moglie Anna Mastroianni. Da qualche anno, inoltre, sono entrate a far parte del team anche le figlie di Claudio e Anna. Laura e Silvia sono infatti l’ultima di ben 5 generazioni della Famiglia Vicina, che si dedica da sempre con passione all’arte della ristorazione.  Il ristorante, nel corso degli anni, ha ottenuto molteplici riconoscimenti dalle maggiori guide enogastronomiche, tra cui Guida Michelin, L’Espresso e il Gambero Rosso.

Casa Vicina è sito al 3° piano di Green Pea in Via E. Fenoglietti 20/B – Torino.

www.casavicina.com – ristorante@casavicina.com – Facebook: @casavicina – Instagram: casavicina

Ristorante Casa Vicina – Green Pea – www.casavicina.com

Penne saporite in salsa di zucchine

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Un piatto leggero, semplice, delicato ma al contempo saporito

Un primo piatto perfetto, leggero, semplice, delicato ma al contempo saporito, dal color verde acceso che sara’ una gioia per occhi e palato di tutti i commensali.

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Ingredienti per 4 persone:

360 g di pasta corta tipo penne
400 g di zucchine chiare
50 g di parmigiano grattugiato
100 g di pancetta affumicata a cubetti
1/2 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1cucchiaino di menta fresca tritata
1 cucchiaino di basilico fresco tritato
Olio evo q.b.
Sale, pepe
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Tagliare le zucchine a meta’, scavare leggermente per eliminare un poco di polpa, lessare in acqua salata mantenendole al dente. Scolare, conservare l’acqua di cottura e lasciar  raffreddare. In una larga padella soffriggere con un poco di olio i cubetti di pancetta. Frullare le zucchine con il parmigiano, l’aglio, il prezzemolo ed il basilico tritati, il pepe e l’olio, aggiustare di sale. Cuocere la pasta nell’acqua di cottura delle zucchine, scolare e saltare in padella con la salsa di zucchine.

Paperita Patty

 

Ecco i 51 ristoranti dove assaporare la cucina piemontese tutto l’anno

MANGÉBIN – IL PIEMONTE IN TAVOLA

Il Piemonte è una terra che vanta un’autentica cultura enogastronomica con prodotti unici ed una sapiente tradizione artigianale profondamente radicata nella sua storia e gente.

Ed è proprio per valorizzare ed esaltare questo patrimonio che nasce “MANGÉBIN – il Piemonte in tavola” un progetto di Città di TorinoTurismo Torino e ProvinciaAscom, Confesercenti con il sostegno della Camera di commercio di Torino e il supporto creativo di MDAComunicazione.

È un circuito di 51 ristoranti della cucina tipica piemontese di Torino e della sua provincia che propongono nei propri menù le ricette tradizionali del Piemonte e i vini regionali con l’obiettivo di offrire ai turisti e ai residenti un’esperienza culinaria autentica.

Alla base del progetto la considerazione di come sia costantemente in aumento il numero dei viaggiatori che scelgono la meta delle vacanze avendo come principale obiettivo l’esperienza enogastronomica. L’enogastronomia è tra i principali driver che sostengono l’immagine del Belpaese a livello mondiale, insieme alla moda ed al turismo, un trend che avvantaggia l’Italia, a patto che si migliori l’accessibilità dell’offerta”.*

E’ un’intelligente azione sinergica tra Enti, Istituzioni e operatori della ristorazione che attraverso un’offerta enogastronomica di qualità e con copertura capillare del territorio torinese consente a turisti e cittadini di scoprire piatti tradizionali ed eccellenze del Piemonte con la garanzia di ingredienti di qualità a chilometro zero – afferma l’assessore al commercio Paolo Chiavarino -. È una preziosa opportunità di stimolo a un consumo di cibo di livello, con ricadute economiche sugli operatori del settore e sul tessuto provinciale torinese.”

Gli esercizi che hanno aderito al progetto – selezionati in collaborazione con le associazioni di categoria Ascom e Confesercenti – garantiscono i seguenti requisiti: almeno il 60% dei piatti offerti dovranno essere tradizionali della cucina piemontese, utilizzando ingredienti locali e almeno il 60% dei vini serviti dovranno essere di provenienza piemontese, di cui almeno il 10% dovrà provenire dalla provincia di Torino.

Come dichiarato da Enzo Pompilio d’Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino: “Il progetto si basa su un sempre più intenso dialogo tra ristoratori ed esercenti da un lato e produttori enogastronomici locali dall’altro, perché nei menu e nelle carte dei vini siano sempre proposte le eccellenze del territorio: Mangèbin nasce per arricchire l’offerta e segnalare ai turisti una selezione di locali che propongono la tipicità della nostra cucina abbinata ai migliori vini locali, garantendo un’autentica esperienza di gusto piemontese“.

Maria Luisa Coppa, Presidente di Ascom Confcommercio Torino e Provincia sottolinea che “la tipicità è certamente un trend e proprio per questo sono indispensabili regole che tutelino chi lavora bene rispetto a chi segue solo una moda. Quello presentato oggi è un primo nucleo di ristoranti, che potrà ampliarsi, tenendo sempre conto che ‘tipicità’ non vuol dire solo tradizione storica, ma anche innovazione e rivisitazione dei nostri piatti tipici, con l’accortezza di rispettare un disciplinare che, in questo caso, abbiamo costruito insieme“.

L’idea di organizzare un circuito verificato di ristoranti tipici – sottolinea Fulvio Griffa, Presidente di Asso Turismo Confesercenti – è nata da una proposta degli operatori della ristorazione e si propone di presentare ai turisti una ampia scelta di piatti della nostra tradizione culinaria e di vivere un’esperienza unica“.

Il progetto prevede lungo il corso dell’anno la definizione di Weekend Tematici durante i quali verrà celebrato un piatto iconico della tradizione piemontese. Il primo weekend che coincide con il Ponte dell’Immacolata (dall’ 8 al 10 dicembre) sarà dedicato ai Tajarin. Ogni ristorante dovrà quindi proporre la pasta fresca all’uovo dell’antica tradizione piemontese come piatto principe.

Siamo sicuri che tale iniziativa – sottolinea Marcella Gaspardone, Dirigente di Turismo Torino e Provincia – pensata e ideata soprattutto per coloro che giungono in visita nel nostro territorio contribuisca a far conoscere la nostra tradizione e, nel contempo sia garante di qualità dei piatti proposti nel rispetto della cucina tipica piemontese“.

Sul fronte della comunicazione, Turismo Torino e Provincia ha attivato tutti i suoi canali. Il progetto è presente in home page sul sito www.turismotorino.org tradotto anche in inglese e francese; è stata inoltre definita una campagna di comunicazione online e offline per evidenziare il circuito; per i locali aderenti saranno previsti dei corsi di formazione per garantire la conoscenza e la promozione accurata dei piatti e dei vini piemontesi; ogni ristorante sarà riconoscibile attraverso una vetrofania.

I LOCALI ADERENTI
Torino
AL GUFO BIANCO / ALBERGO RISTORANTE SAN GIORS / ANTICA BRUSCHETTERIA PAUTASSO / ANTICA TRATTORIA “CON CALMA” / ANTICA TRATTORIA DEL SOLE / ANTICHE SERE / ANTICO BALON /ARCADIA / BALLATOIO – BISTROT DI RINGHIERA / BARBAGUSTO / BISTROT TURIN / BORGIATTINO FORMAGGI / CASA BROGLIA / ENOTECA ROSSO RUBINO / GOUSTO’ RISTORANTE EMPORIUM / GUARINI / I SAPORI DEL PIEMONTE / LA BADESSA / LE FANFARON BISTROT / LE VITEL ETONNE’ /  MARTINET / OSTERIA AL TAGLIERE / OSTERIA LE PUTRELLE / OSTERIA RABEZZANA / PEPINO 1884 / PORTO DI SAVONA / RISTORANTE BELVEDERE / RISTORANTE DEL CIRCOLO DEI LETTORI / RISTORANTE DEL DUOMO BICERIN / RISTORANTE LAROSSA / SAN TOMMASO 10 / TRATTORIA DECORATORI E IMBIANCHINI

Fuori Torino
ANTICA LOCANDA DELL’ORCO (Rivarolo Canavese) / ANTICA TRATTORIA MONVISO (Carmagnola)  / / CA’ PRAUDIN (Valchiusa) / COSTA LOURENS (Torre Pellice) / FERMATA ALPI GRAIE (Groscavallo) / / FORESTERIA DI MASSELLO (Massello), GEAT VAL GRAVIO (San Giorio di Susa) / L’FOUIE (Bardonecchia) / LA LOCANDA DEL CONT (Santena) / LA TABLE DLOUZ AMIS (Oulx) / LES MONTAGNARDS (Balme) / OSTERIA DAL MERLO (Sant’Ambrogio di Torino) / OSTERIA LA CADREGA (Moncalieri) / RISTORANTE CENTRO (Cercenasco) / RISTORANTE HOTEL CELESTINO (Piobesi) / RISTORANTE L’INCONTRO (Valchiusa) / RISTORANTE SAN MICHELE (Avigliana) / TRATTORIA BEL DEUIT (Baldissero Torinese) / SCUDO DI FRANCIA (Agliè)

*Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2023 curato da Roberta Garibaldi

PER INFO E PRENOTAZIONI
www.turismotorino.org/mangebin

 

A Torino trionfa il consumo di piadine e panini

JUST EAT PRESENTA LA SETTIMA EDIZIONE DELLA MAPPA DEL CIBO A DOMICILIO E RIVELA I SEGRETI NASCOSTI DELLE CITTÀ ITALIANE

Just Eat presenta la settima edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia e rivela un’esclusiva collaborazione con Delivery Valley di Maurizio Rosazza Prin e Alida Gotta, per la creazione di piatti ispirati ai quattro trend che rivoluzioneranno l’esperienza culinaria e il food delivery.

Nell’attuale panorama gastronomico in continua evoluzione, il cibo a domicilio non fa eccezione e attraversa costanti cambiamenti, in Italia come nel mondo. In un’epoca in cui la comodità e la sostenibilità si intrecciano con la voglia di esplorare nuovi sapori e sensazioni, Just Eat (www.justeat.it), parte di Just Eat Takeaway.com, uno dei leader mondiali nel mercato del digital food delivery, presenta la settima edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia. L’ultima edizione non si limita a delineare una panoramica delle tendenze del food delivery, ma offre un’immersione completa nella cucina e nelle preferenze degli italiani, gettando luce su come stiano cambiando le abitudini alimentari nel Bel Paese.

Il food delivery a Torino

Nella nuova edizione dell’Osservatorio annuale di Just Eat, emerge un’analisi dettagliata degli appassionati del food delivery in Italia, esplorando le ragioni alla base delle loro scelte alimentari, ma anche come le abitudini di consumo stiano cambiando nelle diverse città italiane, evidenziando conferme di tendenze esistenti e l’emergere di nuovi comportamenti.

Il food delivery fa ormai parte della nostra vita quotidiana e i dati forniti da Just Eat riflettono non solo l’amore degli italiani per la buona cucina, ma anche la crescente tendenza a integrare il food delivery nelle diverse sfaccettature della vita quotidiana, trasformando ogni occasione in un’opportunità per apprezzare la varietà culinaria comodamente a casa propria: c’è chi preferisce gustare il cibo mentre si guarda la propria serie o film preferiti (29%), in connubio perfetto dopo una giornata frenetica, o chi opta per il food delivery in piacevole compagnia di amici e famiglia (22%), trasformando il pasto in un momento conviviale e condiviso. Ma non solo, il ritorno a casa dopo una giornata di lavoro (16%) diventa l’occasione ideale per concedersi una deliziosa cena consegnata comodamente a casa, perfetto anche durante la visione di eventi sportivi o giocando ai videogiochi (11%).

Ma cosa ordinano i torinesi? Secondo la settima edizione della Mappa del cibo a domicilio, le cucine più ordinate che caratterizzano la città sono la pizza, l’hamburger, apprezzato per la sua versatilità e la capacità di reinterpretarsi in chiave gourmet, la cucina cinese, con la sua ricca varietà di sapori e la maestria nell’uso di spezie, e la cucina giapponese, con la sua eleganza e attenzione alla presentazione.

Accanto ai sapori internazionali, a Torino non si rinuncia alla tradizione italiana, connubio che riflette la diversità della città. La pizza diavola aggiunge un pizzico di audacia, gli involtini primavera donano croccantezza alle giornate e infine la pizza con salsiccia aggiunge un sapore robusto e ricco grazie alla combinazione di formaggio e pomodoro. Questi piatti evidenziano come la città si apra a influenze culinarie globali, pur mantenendo un forte legame con le delizie italiane che la caratterizzano.

La scena gastronomica torinese sta vivendo una rinascita di gusti e sapori, con alcune cucine emergenti che stanno conquistando rapidamente i palati dei torinesi. I panini, tradizionali o reinterpretati in chiave moderna, stanno guadagnando una crescente popolarità, offrendo un’opzione veloce e deliziosa per chi desidera un pasto saporito da gustare in movimento. Le piadine, con il loro richiamo alla tradizione italiana e la loro versatilità nell’accontentare tutti i gusti, diventano una scelta amata per chi cerca un pasto leggero ma appagante. La cucina messicana, con la sua esplosione di sapori piccanti e l’ampia varietà di piatti, sta diventando una tendenza culinaria di grande successo, portando una ventata di vivacità al panorama gastronomico torinese.

Per quanto riguarda i piatti, il trend “Componi il tuo poke” sta guadagnando terreno, offrendo ai torinesi la possibilità di personalizzare la propria bowl con ingredienti freschi e saporiti. Gli spaghetti di riso con gamberi e verdure incarnano l’incontro tra la tradizione italiana e le influenze asiatiche. Il kebab arrotolato, con la sua presentazione creativa e la varietà di gusti intensi, è una scelta sempre più amata per chi cerca un pasto veloce ma sfizioso.

In città, i piatti tradizionali sono veri e propri amori gastronomici, incastonati nel cuore della città come gemme culinarie. Le polpettine in umido al pomodoro custodiscono il segreto della felicità in ogni morso. La farinata, con la sua croccantezza dorata, è un autentico magico incantesimo che conquista i palati torinesi. Gli gnocchi al ragù di salsiccia di Bra, invece, sono come la storia d’amore tra la pasta fresca e un ragù ricco e saporito.

Le quattro tendenze che svelano come gli italiani stanno abbracciando una nuova era del food delivery

Grazie alla collaborazione con WGSN, istituto di ricerca sulle tendenze dei consumi, Just Eat ha infatti scoperto quali sono i nuovi driver che plasmeranno il mondo del gastronomico e del food delivery, e indagato poi in collaborazione con BVA Doxa la risposta degli italiani a questi nuovi trend. Non solo cambiamenti nel modo in cui si nutrono, ma un desiderio di esprimere emozioni attraverso il cibo, di supportare ristoranti sostenibili e di abbracciare l’eclettica diversità culinaria.

  1. Mood food: quando il cibo abbraccia il benessere emotivo

Nel panorama in costante mutamento dei consumatori italiani, le abitudini alimentari sono in continua evoluzione in risposta alle nuove esigenze e ai valori personali. L’ansia e le emozioni legate allo stress, spesso derivate da un equilibrio precario tra lavoro, ambiente e relazioni, stanno plasmando un nuovo approccio al benessere e ridefinendo le priorità.

La nozione di salute non si limita più solamente ai bisogni fisici, ma si sta spostando verso una ricerca di benessere completo, che abbracci aspetti emotivi, spirituali e sociali. Questa nuova prospettiva mette in risalto l’importanza di accostare il piacere ad un’esperienza all’interno dell’equazione del benessere, dimostrando che l’indulgenza può coesistere con la cura di sé e la salute mentale. Sempre più consumatori sono inclini a regolare il proprio stato d’animo attraverso il cibo, riflettendo un crescente interesse per prodotti che promettono di migliorare il benessere emotivo, anche attraverso ingredienti con proprietà benefiche.

In questo scenario, il food delivery gioca un ruolo cruciale. Secondo una ricerca condotta da BVA Doxa per Just Eat, l’atto di ordinare cibo a domicilio è spesso associato a emozioni positive come soddisfazione e relax. Oltre il 90% degli italiani afferma di ordinare un piatto basandosi su emozioni o ricordi positivi, sottolineando la profonda connessione tra cibo ed umore. Interessante notare come il concetto di “comfort food” sia strettamente legato a piatti familiari (40%) e a quelli che possono migliorare il nostro stato d’animo (38%). Tra questi, spiccano pizza e focacce per il 60% degli italiani, ma anche dolci (40%), gelati (38%) e l’immancabile cioccolato (32%). Dopo aver gustato il proprio cibo preferito, le emozioni più comuni tra gli italiani riguardano una sensazione di gratificazione (44%) e felicità (41%).

La curiosità? L’80% degli italiani si dice interessato a provare un alimento progettato per migliorare l’umore.

  1. Zero Heroes: il futuro sostenibile del food delivery

L’importanza della sostenibilità è cresciuta in modo straordinario negli ultimi anni, passando da una semplice tendenza a un pilastro fondamentale che influenza profondamente le abitudini di consumo degli italiani, sia nel presente che nel futuro. La sostenibilità non è più solo un’opzione, ma un valore imprescindibile. Questo nuovo approccio abbraccia una visione completa che sensibilizza i consumatori alla tutela dell’ambiente e promuove stili di vita sostenibili in ogni aspetto delle loro scelte di consumo.

Il settore del food delivery, ormai parte integrante della vita quotidiana, deve adeguarsi a questi valori dei consumatori, offrendo alternative sostenibili e introducendo nuove proposte di prodotti e soluzioni che vanno in questa direzione. In Italia, Just Eat è un esempio di azienda che si impegna per la sostenibilità, collaborando con iniziative innovative come Notpla, il packaging biodegradabile composto da alghe marine, per ridurre l’impatto ambientale e promuovere una consegna più sostenibile.

La recente ricerca condotta in collaborazione con BVA Doxa ha evidenziato diversi aspetti chiave che dimostrano quanto la sostenibilità sia diventata un criterio fondamentale nella valutazione dei ristoranti e dei servizi di food delivery. La provenienza delle materie prime e l’uso di prodotti locali e a chilometro zero (44%), così come l’adozione di iniziative anti-spreco (42%), sono elementi chiave per definire un ristorante come sostenibile.

Per quanto riguarda il food delivery, gli italiani si dimostrano poi sempre più interessati a opzioni di consegna con un minor impatto ambientale: il 65% si dice disposto a pagare di più per una consegna più sostenibile, specialmente la Generazione Z. Inoltre, aspetti cruciali come la tutela dei rider (69%), le condizioni meteo (53%) e l’offerta di frutta e verdura di stagione (54%) influenzano notevolmente le scelte dei consumatori.

La ricerca rivela infine che la sostenibilità incide notevolmente sulle decisioni alimentari, con oltre l’80% degli italiani che considera importante sapere come smaltire in modo responsabile il packaging dopo l’utilizzo.

  1. Fusion of Cultures: una miscela di sapori da tutto il mondo

Nelle aree urbane, dove culture che una volta sembravano distanti ora si trovano a stretto contatto, il settore alimentare sta vivendo una straordinaria contaminazione culturale. Le tradizioni culinarie di tutto il mondo si mescolano e si influenzano reciprocamente, dando vita a una fusione di sapori e stili di cucina. Questa tendenza può portare alla standardizzazione dei piatti o, al contrario, alla valorizzazione delle autentiche tradizioni culinarie.

In questo panorama, il settore del food delivery e i ristoranti svolgono un ruolo chiave. Da un lato, i consumatori sono alla ricerca di nuovi sapori e ingredienti; dall’altro, chef ed esperti del settore sono influenzati dalle tendenze e dalla domanda di cibi esotici e autentici.

In Italia, è interessante notare un forte interesse per la sperimentazione di sapori intensi e nuovi (22%), soprattutto tra i giovani (25-34 anni), che resta però spesso associata a un forte legame con i piatti familiari (36%). L’interesse per la sperimentazione culinaria diventa particolarmente evidente quando si tratta di piatti difficili da replicare in casa. La maggior parte degli italiani mostra un vivo interesse nell’ordinare cibi e bevande provenienti da culture culinarie diverse a domicilio (34%), ampliando così l’esperienza culinaria grazie al food delivery.

La cucina italo-giapponese è uno degli abbinamenti più apprezzati e sperimentati (47%), mentre i più giovani dimostrano una predilezione per la fusione tra la cucina italiana e brasiliana (46%).

  1. Taste makers: il cibo nell’era dei social media

L’ascesa dei social media ha rivoluzionato il modo in cui le persone interagiscono con il cibo, trasformandolo da una necessità fisiologica in un’esperienza condivisibile, creativa e influenzabile. Le tendenze alimentari possono diffondersi rapidamente attraverso questi strumenti di comunicazione, portando un piatto o uno stile culinario a diventare virali in poche ore grazie alla condivisione di contenuti digitali.

L’analisi condotta insieme a BVA Doxa sulla correlazione tra i social media e l’esperienza culinaria ha rivelato quanto sia stretto il legame tra il mondo digitale e quello gastronomico. Secondo i risultati, il 70% degli italiani ha dichiarato di aver provato almeno una volta a replicare ricette o piatti che hanno visto realizzare da influencer o personaggi famosi attraverso i canali social, mentre il 50% segue almeno un ristorante sui social.

L’ispirazione offerta dagli influencer svolge un ruolo significativo nell’incoraggiare i consumatori a esplorare nuovi piatti e a scoprire nuovi ristoranti. Tuttavia, non è solo la riproduzione di ricette a influenzare le scelte. Anche le immagini dei piatti (57%) e degli ambienti dei ristoranti (50%) dimostrano di avere un notevole impatto sulle decisioni. La vista di un piatto delizioso o di un ristorante accogliente sui social media può spingere le persone a prenotare un tavolo o a ordinare da un ristorante che altrimenti non avrebbero considerato.

Nonostante l’importante influenza dei nuovi mezzi di comunicazione, le esperienze passate (42%) rimangono fondamentali nel condizionare le scelte di ristoranti e piattaforme di cibo a domicilio.

Doppia esperienza gastronomica: in esclusiva su Just Eat i piatti ispirati ai trend firmati Delivery Valley

Per celebrare l’emergere delle quattro entusiasmanti tendenze culinarie in Italia, Just Eat ha collaborato in esclusiva con Delivery Valley, la visionaria iniziativa culinaria di Maurizio Rosazza Prin e Alida Gotta. Insieme, hanno dato vita a quattro piatti ispirati ciascuno a uno dei trend emersi dal report.

Mood Food – La polentina gourmet

La felicità è polenta fumante, formaggio e tartufi! Una delizia che incarna il mood food perfetto, questa polentina gourmet homemade, fritta e croccante, è avvolta in una fondutina di parmigiano e completata da un’irresistibile polvere di tartufo. Un connubio di sapori che farà sorridere a ogni assaggio.

Zero Heroes – Patata veramente bravas

Un piatto che non solo soddisfa il palato ma anche l’etica, dimostrando come la sostenibilità possa essere deliziosa. Le patate veramente bravas sono una creazione a zero spreco che riutilizza le patate arrosto e i fondi dei salumi che altrimenti andrebbero sprecati. Queste crocchette di patate, arricchite da aromi e il famoso “culetto” ancora buono dei salumi, vengono servite con una salsa special. Un piatto che farà sentire bene dentro e fuori.

Fusion of cultures – Falafel good

Un’incredibile fusione di culture culinarie in cui i falafel incontrano un mix di spezie a go go! I falafel di ceci, accompagnati da una maionese alla curcuma danno vita a un piatto che celebra la diversità culinaria in un’armoniosa sinfonia di sapori mediorientali.

Taste makers – Zucake & cheese

Qual è davvero la regina dei social, almeno durante l’autunno? La zucca! Questa prelibatezza è preparata con biscotti amaretto, crema di formaggio, marmellata di zucca e zenzero. Una vera e propria esplosione di sapori che farà breccia nei cuori degli amanti del cibo e dei social media – e ovviamente super instagrammabile.

La collaborazione tra Just Eat e Delivery Valley rappresenta quindi il perfetto connubio tra l’innovazione culinaria e il servizio di consegna a domicilio, offrendo ai clienti un’opportunità unica di esplorare il futuro del food delivery attraverso i sapori dei quattro trend.

I piatti saranno disponibili in esclusiva su Delivery Valley e saranno ordinabili solo attraverso Just Eat fino al 13 dicembre.

Il report completo della settima edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia è consultabile a questo link.

Caffetterie di Torino Paragonate a Libri Celebri: Un Tour da Raccontare

Le strade di Torino sono quotidianamente traboccanti di grandi storie di vita moderna, profumano di
aroma al caffè, e hanno spesso il suono delle pagine sfogliate dei giornali o dei libri.

Come capitoli di un libro, le caffetterie di Torino offrono esperienze uniche, simili alle trame di
celebri opere letterarie. Ognuna di esse racconta una storia avvincente, come se fosse parte
integrante di un romanzo indimenticabile.

Ma se collegassimo le caffetterie più rinomate di Torino a romanzi che hanno lasciato un’impronta
duratura nella letteratura, cosa verrebbe fuori? Scopriamolo!

Farmacia del Cambio: “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen
La Farmacia del Cambio, con la sua atmosfera elegante e raffinata, evoca il mondo di “Orgoglio e
Pregiudizio” di Jane Austen. Come l’eroina Elizabeth Bennet, che naviga tra le complesse dinamiche
sociali dell’Inghilterra del XIX secolo, i visitatori della Farmacia del Cambio si immergono in
un’atmosfera di classe e grazia. La trama del romanzo si svela tra chiacchiere intriganti, proprio come
le conversazioni che potrebbero svolgersi tra le pareti di questo luogo storico.


Caffè Platti: “La Solitudine dei Numeri Primi” di Paolo Giordano
Il Caffè Platti, con la sua eleganza senza tempo, richiama il romanzo di Paolo Giordano, “La
Solitudine dei Numeri Primi”. La trama del romanzo, che segue le vite di due personaggi accomunati
dalla loro singolarità, trova un riflesso nell’atmosfera unica del Caffè Platti. Come i protagonisti del
libro, i frequentatori del Platti sembrano portare con sé un alone di solitudine, avvolti da un’atmosfera
di raffinata melancolia.

Caffè Torino: “Il Grande Gatsby” di F. Scott Fitzgerald
Il Caffè Torino, situato in piazza San Carlo, trasporta i visitatori nel mondo glamour e simile ai
ruggenti anni ’20 de “Il Grande Gatsby”. La piazza stessa diventa un palcoscenico in cui si svolgono
storie di lusso e mistero, riflettendo il fascino ambiguo del romanzo di Fitzgerald. Gli ospiti del Caffè
Torino, sia nel locale che nella Piazza più bella di Torino, si trovano immersi in un’atmosfera di
opulenza e segreti, come se stessero partecipando a una delle feste sfarzose descritte nel libro.


Caffè Gerla: “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry
Il Caffè Gerla, con la sua atmosfera accogliente e familiare, si collega al mondo magico de “Il Piccolo
Principe”. Come il protagonista del libro che visita pianeti lontani, i visitatori del Gerla sembrano
viaggiare in un mondo di storie e incontri straordinari. La trama sottolinea il valore dell’amicizia e
dell’essenziale, elementi che emergono anche nella semplicità e nel calore del Caffè Gerla.

Caffè Elena: “Il Codice da Vinci” di Dan Brown
Il Caffè Elena, con la sua combinazione di modernità e tradizione, ricorda il mistero e l’intrigo de “Il
Codice da Vinci”. I visitatori possono sentire l’energia della scoperta mentre sorseggiano il loro caffè,
proprio come i protagonisti del romanzo di Dan Brown. L’atmosfera del Caffè Elena sembra essere
permeata da segreti nascosti e simboli enigmatici, invitando i clienti a immergersi in un mondo di
conoscenza e avventura.

Caffetteria al Bicerin: “Storie di Straordinaria Follia” di Charles Bukowski
La Caffetteria al Bicerin, con la sua atmosfera unica e il celebre Bicerin, evoca lo spirito ribelle e
anticonvenzionale di Charles Bukowski in “Storie di Straordinaria Follia”. Come i racconti di Bukowski
che esplorano la vita marginale e le eccentricità umane, la Caffetteria al Bicerin offre un rifugio per
coloro che cercano un’esperienza fuori dagli schemi, dove l’arte del caffè si intreccia con le storie più
stravaganti.

Baratti & Milano: “Colazione da Tiffany” di Truman Capote
Il Baratti & Milano, con la sua eleganza e la raffinatezza delle sue creazioni, ci trasporta nel mondo
glamour di “Colazione da Tiffany” . Come Holly Golightly, che ama immergersi nella bellezza e nel
lusso, i clienti del Baratti & Milano possono gustare prelibatezze squisite e caffè pregiato in un
ambiente che evoca lo stile e l’eleganza della protagonista di Capote.

Bar Zucca: “Gossip Girl” di Cecily von Ziegesar
Il Bar Zucca, emerge come il luogo ideale per chiunque sia in cerca di glamour, stile e un pizzico di
mistero. Questo affascinante caffè può essere paragonato, in molti aspetti, al mondo scintillante e
intrigante dei romanzi di “Gossip Girl”. Analogamente al legame dei personaggi di “Gossip Girl” con
l’alta società di Manhattan, il Bar Zucca diventa un punto di riferimento per l’alta società torinese. I
clienti, come veri e propri protagonisti di una trama sociale sembrano celare dietro un sorriso
enigmatico segreti e intrighi che si svelano solo sotto la luce soffusa del locale e sorseggiando caffè o
cocktail.

Caffetteria Mulassano: “L’Età dell’Innocenza” di Edith Wharton
La Caffetteria Mulassano, con la sua atmosfera un po’ da ruggenti anni ’20, ci riporta nell’era
aristocratica di “L’Età dell’Innocenza” di Edith Wharton. Come i personaggi del romanzo che navigano
tra convenzioni sociali e desideri proibiti, i visitatori del Mulassano possono sperimentare
un’atmosfera intrisa di nostalgia e eleganza, dove ogni dettaglio sembra raccontare una storia di
amori intensi e complicati.

Pasticceria Ghigo: “La Fabbrica di Cioccolato” di Roald Dahl
Come Willy Wonka crea cioccolato magico nella sua fabbrica, la Pasticceria Ghigo si distingue per
l’arte impeccabile nella creazione di incantevoli e squisiti dolci. Questa Pasticceria e Caffetteria è un
richiamo all’opera “La Fabbrica di Cioccolato” di Roald Dahl. Entrare nella Pasticceria Ghigo è come
aprire la porta della Fabbrica di Cioccolato: una varietà di delizie esposte come tentazioni irresistibili.
La selezione accurata di dolci e cioccolatini diventa la chiave per accedere a nuovi mondi di sapori,
così come i biglietti d’oro di Dahl erano la chiave per entrare nella fabbrica di Wonka.

Le caffetterie di Torino possono davvero diventare pagine di romanzi celebri, offrendo esperienze che
vanno ben oltre il semplice atto di bere un caffè. Ogni luogo, con la sua atmosfera unica e la sua
storia intrisa di cultura, si collega a romanzi che hanno plasmato la letteratura mondiale, creando un
connubio tra arte, gusto e narrazione che rende ogni visita un viaggio attraverso le pagine di storie
senza tempo.

Noi abbiamo sperimentato così, la prossima volta che entrerete in uno dei caffè celebri della città
torinese, provate anche voi e immaginate le opere che più vi sono care.

CRISTINA TAVERNITI