ECONOMIA- Pagina 358

Bongioanni (FdI) incontra i rappresentanti dell’intrattenimento e delle discoteche

“La Regione Piemonte garantirà adeguati ristori a questi lavoratori, ormai da un anno senza reddito”

 

C’è un mondo che si è fermato da un anno, senza mai ripartire, e per il quale, a prescindere dai colori, non è cambiata la… musica. Si tratta del settore dell’intrattenimento e delle discoteche, indubbiamente fra i più flagellati sotto il profilo economico-lavorativo e il cui grido troppo spesso è passato sotto silenzio. La Regione Piemonte, dal canto suo, ha inteso ascoltare le istanze dei rappresentanti della categoria e agire concretamente a sostegno di una platea che consta di 6mila addetti ai lavori e che annualmente genera un fatturato che va dai 10 ai 12 milioni di euro.

Nei giorni scorsi Paolo Bongioanni, presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, ha incontrato Alessandro Mautino, numero uno piemontese del SILB (l’associazione italiana di imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo), e i referenti provinciali del sodalizio, tra cui la cuneese Federica Toselli. “Stiamo parlando di imprenditori ormai da dodici mesi del tutto privi di reddito – ha sottolineato il consigliere regionale –. Durante il colloquio abbiamo definito insieme un piano di interventi regionali, che entrerà a far parte della delibera che abbiamo approvato la scorsa settimana e che garantirà ristori alle oltre 200 aziende oggi chiuse in Piemonte. Un patrimonio che non si può perdere, un patrimonio che produce denaro, un patrimonio che dà lavoro e svago”.

Parole alle quali hanno fatto eco quelle pronunciate dalla sopra menzionata Federica Toselli, presidente della sezione cuneese del SILB: “Grazie a Paolo Bongioanni, presidente della VI Commissione Cultura, ancora una volta abbiamo evidenziato in Regione la situazione di estremo disagio del nostro comparto, che il 22 febbraio prossimo compirà un anno intero di inattività. Il presidente si è dimostrato attento e responsabile nell’attribuire anche al nostro settore dignità e importanza nel campo dello svago e non soltanto a livello turistico. A breve verranno individuati le risorse e i metodi attraverso i quali le nostre attività potranno beneficiare del bonus istituito e pianificato dalla Regione Piemonte”.

 

Prevenzione sicurezza in montagna, prosegue la campagna Uncem-Regione

La Regione Piemonte, nell’ambito del Programma Alcotra PITEM RISK progetto RISK-COM, per una corretta comunicazione dei rischi, ha realizzato in collaborazione con Arpiet, Agrap, Soccorso Alpino, Uncem Piemonte, dei materiali informativi per prevenire il rischio sanitario e informare i frequentatori sulle regole generali da seguire in montagna.

I materiali sono a disposizione di tutti i Comuni, di tutte le Istituzioni e Associazioni; possono essere diffusi anche su social e siti web istituzionali. A questo link è possibile scaricare i materiali e il video: https://www.pitem-risk.eu/notizie/montagna-salute

Un treno delle meraviglie per collegare Torino al Nord Europa

NASCE A TORINO IL COMITATO “TRAIN D’UNION – IL TRENO DELLE MERAVIGLIE” PER LA PROMOZIONE DI UN ASSE FERROVIARIO DAL MEDITERRANEO AL NORD EUROPA ATTRAVERSO IL PIEMONTE

OBIETTIVO E’ CONTRASTARE L’ISOLAMENTO INFRASTRUTTURALE DELLA NOSTRA REGIONE E DEI TERRITORI ATTRAVERSATI DALLA FERROVIA RIVITALIZZANDO IL SISTEMA ECONOMICO

Lunedì 25 gennaio è nato ufficialmente a Torino il comitato “Train d’Union – Il Treno delle Meraviglie” che, raggruppando comunità di cittadini italiani e francesi sensibili alle esigenze economiche del territorio e realtà associative attente ai valori culturali e ambientali, si propone di porre rimedio all’isolamento infrastrutturale in cui oggi si trova il Piemonte mettendo in campo azioni volte a promuovere un asse ferroviario che, partendo dalla Riviera francese, attraverso la Liguria di Ponente, il Piemonte, la Svizzera, unisca il bacino mediterraneo con la Germania e le regioni del Nord Europa (vedi cartina allegata).

Come si evidenzia dal nome scelto per l’ente, che si innesta sull’esperienza di un comitato già operativo da qualche tempo denominato “Treno delle Meraviglie – Train des Merveilles”, presupposto di questo ambizioso progetto, che intende collegare in modo efficace il Piemonte e la Liguria di Ponente al nord Europa contribuendo ad attivare un sistema di “mobilità sostenibile” su rotaia, rispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini, è il potenziamento della storica tratta ferroviaria Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza, nota con l’appellativo di “Treno delle Meraviglie”.

I soci promotori del Comitato si prefiggono infatti di valorizzare questo percorso ferroviario non solo come asse di collegamento volto a servire i territori direttamente interessati, comprendenti in Francia la città di Nizza e la Région Sud o Paca (Provence-Alpes-Côte d’Azur) e sul versante italiano il Ponente ligure e il Piemonte, ma soprattutto concependolo come segmento di un corridoio ferroviario molto più esteso e di ampio respiro, capace di connettere l’area costiera della Francia sud-orientale, il Principato di Monaco e la Liguria di Ponente, in particolare l’importante scalo portuale di Vado-Savona, con le città di Berna e Basilea in Svizzera, Strasburgo in Alsazia (Région Grand Est) e il nord della Germania (Francoforte, Berlino, Amburgo), attraversando interamente da sud a nord il Piemonte e apportando quindi alla nostra Regione un significativo vantaggio infrastrutturale, logistico e economico.

Come attesta uno studio commissionato nel 2008 dalla Regione Piemonte al Politecnico di Torino nell’ambito del Progetto INTERREG IIIA Italia-Francia ALCOTRA denominato “CALIPSO – Miglioramento delle relazioni ferroviarie tra la stazione di Torino e Nizza”, la valorizzazione del “Treno delle Meraviglie”, straordinaria opera ingegneristica (che da Cuneo raggiunge il mare attraverso le valli Vermenagna e Roja) annoverata nel 2016 dalla rivista tedesca “Hörzu” tra le dieci linee ferroviarie più belle del mondo e eletta di recente dai sostenitori del Fondo Ambiente Italiano (FAI), in occasione del censimento “I Luoghi del Cuore”, quale bene di notevole rilevanza, costituirebbe il necessario presupposto per la creazione di un corridoio ferroviario internazionale, usufruibile non solo dai passeggeri, ma anche dal trasporto merci, in grado di mettere in connessione il porto di Vado Ligure, fra i più tecnologicamente avanzati del Mediterraneo, destinato ad acquisire crescente importanza perché è uno dei pochi terminal strutturati per l’attracco senza limitazioni di “grandi navi” di ultima generazione, con i centri produttivi della Germania e del Nord Europa.

Quanto illustrato, agevolmente realizzabile connettendo la ferrovia Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza alla linea Berna-Domodossola, denominata “Treno verde”, tramite la riattivazione e l’adeguamento agli standard attuali della tratta attualmente dismessa Arona-Santhià, consentirebbe di valorizzare anche l’area di Mondovì, individuata come retroporto di Vado-Savona, e lo snodo torinese, con l’Interporto di Torino-Orbassano e la possibilità di intercettare l’asse dell’alta velocità.

L’obiettivo che si è prefisso il comitato “Train d’Union – Il Treno delle Meraviglie” guarda al futuro del Piemonte, ma ha solide radici storiche perché l’attivazione di questo asse di comunicazione, che potrebbe rivelarsi determinante nel rivitalizzare l’economia del Piemonte e dei territori citati attraverso un corridoio ferroviario privilegiato e efficiente con il nord Europa, riporterebbe in auge e promuoverebbe lo sviluppo e l’estensione di un servizio di trasporto su rotaia già ampiamente utilizzato in passato.

Il collegamento ferroviario fra Torino e la città costiera di Nizza, concepito a partire dal 1854 al tempo del Regno di Sardegna e portato a compimento per fasi successive fino all’inaugurazione dell’intera tratta nel 1928, era infatti entrato storicamente in funzione come tassello di un percorso molto più ampio, di respiro europeo, che permetteva ai treni provenienti dal Nord Europa, attraverso la Svizzera e il Sempione, di raggiungere Torino, Cuneo e la Costa Azzurra, accorciando del 40% il precedente itinerario. Basti pensare che nel 1929 esisteva una relazione bisettimanale Nizza-Cuneo-Torino-Berlino, mentre “fino al 1940 un treno internazionale diretto collegava in 12 ore Berna a San Remo, proseguendo poi per Nizza, via Domodossola e Torino, sfruttando la ferrovia Arona-Santhià”.

Alla luce dei trascorsi storici in precedenza illustrati e delle attuali urgenze legate alle criticità del sistema economico piemontese, il Comitato si propone, avvalendosi di un supporto tecnico-scientifico propositivo, di sensibilizzare le istituzioni e le categorie interessate, promuovendo iniziative e azioni volte a sostenere la riattivazione di un asse ferroviario “dal Mediterraneo al Nord Europa” che potrebbe porre rimedio in modo risolutivo all’isolamento infrastrutturale del Piemonte, convogliando flussi importanti di passeggeri, turisti e anche di merci attraverso i nostri territori e quelli confinanti (ai quali verrà illustrata la proposta del Comitato).

Soci fondatori del Comitato “Train d’Union – Il Treno delle Meraviglie”, presieduto da Bruno Lianò Lanteri con vice-presidente Luca Valzano (referente tecnico), sono Daniele Cantore, Piera Levi Montalcini, Gian Furio Guslandi, Giancarlo Guslandi, Stefano Guslandi, Paolo Barosso (referente comunicazione), Pietro Endrizzi.

Le nuove frontiere del design nel settore alberghiero

Il design come strumento per la riconversione del settore alberghiero verso nuove frontiere innovative. Ne parliamo con Alessandro de Cillis, Co-Founder e Cmo del Designtech Hub

 

Il settore alberghiero in Italia è stato certamente uno di quelli maggiormente colpiti dagli effetti e danni economici provocati dalla pandemia da Covid 19, ma risulta anche uno tra quelli che si sta ponendo maggiormente in gioco per cercare una via di riscatto.

“La pandemia da Covid 19 – spiega Alessandro De Cillis, Co-Founder e Cmo del Designtech Hub – sicuramente ha evidenziato alcune fragilità presenti nel tessuto ricettivo nel nostro Paese e lanecessità fondamentale di una ristrutturazione dellaprogrammazione in campo turistico, fortemente stravolta dalla comparsa della pandemia. L’Italia, d’altronde, risulta uno tra gli Stati, a livello mondiale, che ha da sempre goduto di un’ampia offerta e richiesta turistica da parte del pubblico straniero, spesso proveniente da Paesi oltreoceano. Considerato che la programmazione turistico alberghiera è, nel caso della clientela straniera, strettamente legata all’offerta dei voli da parte delle compagnie aeree, attualmente si può ritenere che la prima stagione programmabile possa essere quella della primavera/estate 2022”

“Un americano che desideri compiere un viaggio in Italia – prosegue Alessandro De Cillis – lo decide, infatti, in media con sei mesi di anticipo. Attualmente risulta a rischio nella sua programmazione anche la stagione invernale 2021, a causa dell’incertezza legata all’evolversi della pandemia. Per questo motivo ritengo che il settore alberghiero, per fronteggiare l’emergenza da Covid 19, debba pensare ad una sua trasformazione innovativa per ampliare e diversificare l’offerta, adeguando gli spazi alle norme anti Covid e alle nuove concezioni nate con le richieste di distanziamento”.

“Soprattutto nelle grandi città – continua Alessandro De Cillis – che dapprima potevano contare su di una richiesta legata al comparto turistico (soprattutto nelle città d’arte o di turismo di carattere religioso), oggi gli alberghi devono puntare a una riconversione degli spazi di tipo innovativo, offrendo, oltre alla ricezione alberghiera vera e propria, degli ambienti personalizzati per i clienti ad uso lavorativo, capaci di diventare una valida alternativa a spazi di co-working che, in epoche pre Covid, venivano, appunto, condivise”.

“Questo tipo di svolta innovativa nella concezione degli spazi – spiega Alessandro De Cillis – costituisce la base della strategia che è allo studio presso Mind (Milano Innovation District), il distretto della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione, un hub capace di promuovere eccellenze del territorio e di valorizzare quegli investimenti già promossi per l’Expo milanese. In Mind sorge il Designtech Hub, in fase di completamento, in cui un padiglione di circa 5 mila metri quadrati accoglie una community specificatamente impegnata nel campo del design. Oltre al co-working l’Hub del Design includerà una co-factory e un coliving. In questo contesto il design district del DTH interviene attuando un’attività di scouting, valutazione e realizzazione e dei modelli innovativi sia abitativi sia lavorativi che si vengono a creare, tali da rispettare distanziamento e norme anti Covid, nel rispetto del massimo comfort e disponibilità dei servizi Le attivitàsono sviluppatesi sinergia con i soci co-founder, tra i quali Ivan Tallarico, già  Ceo di Hi-Hinteriors”

“Questo tipo di riqualificazione degli spazi – conclude Alessandro De Cillis – potrà essere esportato e adattato per ridisegnare spazi alberghieri non soltanto cittadini, ma anche marini e soprattutto montani, ubicati in luoghi dove il contatto con la natura sta rendendo sempre più forte l’orientamento delle persone che praticano smartworking. Questo induce a una riflessione in direzione di un utilizzo del design quale strumento per ridisegnare tali spazi, adattandoli alle nuove esigenze insorte a partire dalla comparsa della pandemia, ma capaci di renderli funzionali anche in futuro, per un approccio sempre più gestibile, ottimale e democratico dell’attività lavorativa in ambienti tutelati e green”.

Mara Martellotta 

Recovery Plan, uno strumento per ripensare l’architettura in Italia

La vice ministra Laura Castelli: ripensare gli spazi per colmare il gap sociale

 Si è svolto nei giorni scorsi con un incontro online, un confronto tra politica e architetti sul tema del Recovery Plan, organizzato dall’Ordine degli Architetti di Torino, che ha visto l’intervento del Vice Ministro dell’Economia Laura Castelli, confrontarsi con il presidente OAT Massimo Giuntoli, il presidente della Fondazione per l’architettura / Torino Alessandra Siviero, numerosi presidenti OA del Piemonte e della Valle d’Aosta e di molte città italiane e altri ospiti istituzionali, tra i quali Antonino Iaria, Assessore alle politiche territoriali e dei progetti di trasformazione e riqualificazione urbana della città di Torino. L’incontro è stato moderato da Luciano Fontana, direttore de Il Corriere della Sera.

L’opportunità del Recovery Fund e dei fondi europei è un’opportunità chiave per il futuro del paese e la ripresa post pandemica anche per la categoria degli architetti, che conta 155 mila professionisti in Italia. Una opportunità che i vertici della politica intendono costruire attraverso un dialogo che metta al centro le esigenze di una progettualità architettonica che consenta di pensare le città del futuro e intercettare contestualmente i fondi (su infrastrutture, porti e tanti altri settori) che saranno messi a disposizione dalla Comunità Europea.
Il nuovo progetto ambientale, economico e culturale di Ursula Von der Leyen, Il New European Bauhaus, attenzionato dal Consiglio Nazionale Architetti, secondo Massimo Giuntoli, Presidente OAT-Ordine degli Architetti di Torino, oggi può essere un modello nel ri-pensare le città, a partire dalla micro-progettazione architettonica alla macro, dal privato al pubblico, con particolare attenzione a sostenibilità e qualità per cambiare le città. Guardare a città come Berlino o a format di qualità come è stato per Reinventing Cities a Milano, che ha consentito di cambiare lo scenario urbano, è fondamentale, considerando al tempo stesso che adesso le città stanno cambiando paradigma, da un punto di vista della qualità architettonica, sociale e culturale. In Italia la legge urbanista risale al 1942 ed è arrivato il momento di guardare ad un nuovo cambio di paradigma, con spazi che tengano conto delle nuove modalità di vita e di lavoro introdotte durante questo periodo di emergenza sanitaria, e che probabilmente perdureranno anche dopo, e più in generale introdurre nuovi modelli che possano diventare legge, come il crowdfunding dal basso, come è stato per il festival torinese Bottom Up! che vedrà la riqualificazione e la rigenerazione urbana di aree della città, sostenute da diversi soggetti.
“Si apre oggi uno scenario importante per questa filiera che ha bisogno di essere rappresentata dalla classe politica. Attraverso la politica locale e nazionale si potranno intercettare nuove risorse per valorizzare le nostre meravigliose città, tenendo conto della modernizzazione, della svolta ecologica e della competitività. Intercettando le proposte di nuovi emendamenti possiamo favorire la rinascita delle città, a partire dalla rigenerazione urbana” ha dichiarato Massimo Giuntoli, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino e aggiunto che “un confronto con la politica può contribuire a tenere alta l’attenzione sulla necessità di lavoro per gli architetti e sul loro ruolo imprescindibile nei processi in atto”.
“È la prima volta che ci si confronta con una pianificazione così lunga e così articolata, che si deve incastrare con tutto il resto dei fondi e delle progettazioni. Gli asset, indicati a livello europeo, sono molto interdisciplinari e per forza vanno incrociati tra di loro e messi a sistema. Il compito che abbiamo a livello politico è di mettere in atto delle riforme che ci consentano di mettere a terra questi investimenti, vanno sbloccate le norme che fino ad ora non hanno funzionato. In concreto, ad esempio, vanno ridisegnate le città, veniamo da anni in cui tutti abbiamo parlato di periferie e addirittura il Papa lo considera un tema centrale.

È necessario ripensare a spazi centrali che si devono incrociare con l’esistente, come può essere il rifacimento delle case popolari” ha dichiarato Laura Castelli, Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, intervenendo all’incontro. “Ripensare gli spazi serve per poter colmare il gap sociale, serve per capire come dovranno crescere alcune città, anche rispetto al mondo del lavoro come la casa che è diventa in questo periodo di emergenza sanitaria anche uno spazio di lavoro. A livello di digitalizzazione e domotica, sono invece da ripensare gli usi civili e non, a partire dalle scuole”.
“Come Comune stiamo già lavorando su progetti importanti per il Recovery Plan che possono rilanciare nuove progettualità. Sono progetti che vogliono non solo recuperare il patrimonio esistente ma investire su nuovi assi di sviluppo del territorio rilanciando intere aree della città, come quella del Valentino, il Parco del Po e Italia ’61: un asse di sviluppo che interessa una fetta importante di Torino. E poi stiamo ragionando sui concetti di efficientamento energetico: un vero piano Marshall per l’edilizia” aggiunge Antonino Iaria, assessore comunale all’Urbanistica.

Profondo rosso per il cinema piemontese

“Nel 2020 le sale cinematografiche piemontesi hanno perso 47 milioni di euro di incasso, con oltre l’80 per cento di presenze in meno rispetto agli anni precedenti. Sono dati disastrosi per le oltre 300 aziende del settore, con 800 dipendenti e un indotto importante, molte delle quali rischiano di chiudere se non intervengono misure di sostegno efficaci”.

Lo hanno riferito in un’audizione della Sesta commissione sulla situazione dei cinema in relazione all’emergenza Covid i presidenti di Agis e Anec Piemonte, Luigi Boggio e Arrigo Tomelleri.
Per gli auditi il comparto potrà avere una ripresa non prima dell’estate, con il rischio che molti esercenti, anche in centro città a Torino, decidano di cessare l’attività perché non più in grado di coprire i costi fissi: “I benefici al settore non possono arrivare dal credito d’impresa, serve liquidità. Per questo chiediamo la possibilità di accedere alle risorse del Por-Fesr 2021-2027, rientrando nei bandi regionali rivolti alle piccole, medie e microimprese e a quelli sulla cultura, ma anche interventi mirati di Finpiemonte”.
Per riaprire le sale in modo economico sarà necessario garantire la sicurezza sanitaria e proiezioni che siano appetibili per il pubblico: “Prevediamo che quando riapriranno le attività del tempo libero ci sarà un aumento esponenziale della richiesta – hanno detto – come avvenuto con le riaperture dei cinema in Estremo Oriente. Oggi il nostro settore è essenziale al raggiungimento del risultato economico dei film, rappresentiamo il 70 per cento del fatturato, ma se non ci saranno più strutture sarà un problema”.
I consiglieri Gianluca Gavazza (Lega), Daniele Valle (Pd) e Francesca Frediani (Movimento 4 ottobre) hanno chiesto chiarimenti per capire come si possa intervenire sul bilancio regionale per andare incontro alle esigenze della categoria e quali siano i bandi di maggior interesse per il comparto.
L’assessore alla Cultura Vittoria Poggio è intervenuta per ricordare che incontrerà le associazioni il prossimo 18 febbraio per discutere in modo più approfondito le questioni, assicurando il massimo impegno della Regione in merito alle richieste sui bandi e la pianificazione del Por-Fesr.

Il sistema di qualità biologico piemontese è online

Sul sito della Regione una vetrina web per le aziende e i consumatori

Piemonte Agri Qualità www.piemonteagri.it, il portale all’interno del sito istituzionale della Regione dedicato alle produzioni di qualità e certificate del Piemonte, si arricchisce di una nuova sezione online specifica sul Sistema di qualità biologico”.

Una vetrina web in cui sono presenti quasi 2500 produttori biologici certificati, identificati con il simbolo della “fogliolina verde”, voluta dall’Assessorato regionale all’Agricoltura e Cibo per dare visibilità alle aziende bio e ai loro prodotti, dando loro la possibilità di essere raggiungibili direttamente dal consumatore e dagli operatori commerciali.

Cliccando su “Trova l’azienda biologica che ti interessa” al link http://www.piemonteagri.it/qualita/it/sistemi-di-qualita/bio/cerca_azienda_bio è possibile raggiungere in rete uno o più produttori selezionando la Provincia, il Comune, scegliendo per tipo di certificazione e per tipologia di produzione.

L’iniziativa è stata presentata il 27 gennaio dalla Regione Piemonte – Assessorato all’Agricoltura e Cibo e da Slow Food nell’ambito del programma di Terra Madre Salone del Gusto.  

Obiettivo del portale online è favorire l’incontro tra agricoltori e allevatori e i consumatori e commerciali che cercano cibi biocertificati, acquistandoli direttamente dalle aziende agricolesottolinea l’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa La qualità dei nostri prodotti agroalimentari è un punto di forza del Piemonte. Dalla frutta alla carne, al riso ai formaggi, ai vini, abbiamo eccellenze che si sono imposte sui mercati, e a queste si aggiunge ora la produzione significativa del biologico”. “Un ringraziamento a Slow Food  per aver condiviso l’iniziativa – conclude l’assessore Protopapa – ospitando il progetto nel palinsesto degli eventi di Terra Madre Salone del Gusto, dando così la possibilità di far conoscere ad un grande pubblico quanto sia ampia l’offerta dei prodotti bio in Piemonte”.

La superficie coltivata a biologico in Piemonte è di circa 50.000 ettari, per la maggior parte caratterizzata dalla presenza di colture cerealicole, viticole e ortofrutticole.

Sono 2500 i produttori biologici certificati e iscritti all’Anagrafe agraria del Piemonte, se ad essi si sommano i preparatori esclusivi e gli importatori, complessivamente ci sono oltre 3.000 operatori biologici.

La Regione Piemonte sostiene l’agricoltura biologica attraverso la misura 11 del Programma di sviluppo rurale, che permette alle aziende di accedere ai fondi per la conversione dal convenzionale al biologico e per il suo mantenimento negli anni.

“Parlaconme”, in radio l’appuntamento settimanale con l’agricoltura

Ospitalità, innovazione del settore agroalimentare e turismo sono i temi al centro della puntata di giovedì  28 gennaio di PARLACONME,  trasmissione condotta su Radiovidanetworkdall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio

 

Ospitalità nei territori e le modalità attraverso cui innovare il settore agroalimentare saranno i temi al centro della puntata di giovedì 28 gennaio di PARLACONME,  trasmissione in onda ogni giovedì dalle 18 alle 19 sulla radio web Radiovidanetwork, econdotta dall’Agrifood & Organic  Specialist Simona Riccio.

Ospiti della trasmissione saranno Linda Carobbi, Responsabile di management di Turismo Enogastronomico e Logistica Internazionale per Agrifood; Andrea Succi, Destination Manager di Sardegna East Land e Gianmarco Boggio, imprenditore e Dirigente nei settori TLC,  Realtà  Aumentata e Software. In qualità di special guest vi sarà collegato Andrea Cerrato, Presidente Federconsorzi Turismo Piemonte.

La puntata sarà incentrata sul tema della connessione tra la filiera agroalimentare e il turismo, che risulta una delle  basi  per lo sviluppo ecosostenibile del territorio e elemento distintivo dell’identità del nostro Paese. La targa “Italia”, infatti, risulta un importante valore aggiunto per le nostre produzionienogastronomiche.  Il binomio turismo-enogastronomia è destinato a portare benefici alle varie componenti dei sistemiterritoriali.  Le aziende agricole sono chiamate, infatti, a diventare importanti punti di riferimento nel nostro Paese, e capaci di rivestire il ruolo di “generatori sociali” della cultura del territorio, garantendo altresì l’autenticità delle produzioni locali. E le nuove forme di turismo, sempre più attente al territorio, ricercano proprio queste nuove sinergie.

La trasmissione PARLACONME  può essere ascoltata

Collegandosi al sito www.vidanetwork.it

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Replica il giorno successivo,  il venerdì, alle 10, e il venerdì della settimana successiva alle 22.

 

Mara Martellotta

 

Polliotto (Unc): “Canone Rai, esenzione entro il 31”

Tutto quel che c’è da sapere per effettuare per tempo la pratica

“Ecco tutte le categorie che anche nel 2021 possono richiedere l’esenzione dal pagamento del Canone Rai, fatto salvo il rispetto di alcuni requisiti e dell’invio della documentazione richiesta entro e non oltre il 31 prossimo gennaio. Entro quella data dovranno anche essere effettuati i pagamenti della tassa sulla tv per tutti gli utenti che devono pagarla con il modello F24”.
Lo rende noto l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori. “L’importo che ogni anno gli italiani sono chiamati a pagare ammonta attualmente a 90€ che vengono divisi in 10 rate mensili da 9€ l’una inserite direttamente nella bolletta della luce.

Alcuni soggetti sono esentati dal pagamento del canone Rai, in particolare, per il 2021, a poter non pagare l’imposta sulla Tv sono anziani con più di 75 anni e un reddito fino a 8000€, invalidi civili degenti in una casa di riposo, proprietari di casa non residenti, come ad esempio nel caso di un immobile che viene affittato o una seconda casa utilizzata per le vacanze, militari delle Forze Armate Italiane, ma solamente per gli apparecchi tv che si trovino in luoghi comuni come caserme, sale convegno.

E ancora militari di cittadinanza straniera appartenenti alle Forze NATO e i non possessori di televisioni o apparecchi preposti alla ricezione di radioaudizioni televisive. Proprio per quest’ultima categoria ci sono alcuni adempimenti da compiere per comunicare la mancata presenza di una tv in casa e così non pagare il canone”, approfondisce il noto legale da sempre vicino ai consumatori italiani.

“Chi non possiede un televisore avrà quindi tempo fino al 31 gennaio 2021 per inviare il modulo di autocertificazione all’Agenzia delle Entrate chiedendo così l’esonero dal pagamento del canone”. Essa, che ha valenza annuale, può essere presentata attraverso varie modalità: utilizzando l’applicazione online Fisconline accessibile dal sito dell’Agenzia delle Entrate (https://telematici.agenziaentrate.gov.it/Abilitazione/Fisconline.jsp); attraverso un apposito intermediario abilitato come, ad esempio, CAF; commercialisti, ecc.; inviando il modulo con la richiesta di esenzione via posta, unitamente alla copia di un documento di identità, in plico raccomandato senza busta all’indirizzo: ‘Agenzia delle Entrate – Ufficio di Torino 1 – Sportello Abbonamenti Tv – Casella Postale 22 – 10121 Torino’”. Infine, ulteriore possibilità, è quella di inviare la dichiarazione tramite PEC purché sia firmata con firma digitale. L’indirizzo mail a cui inviare la posta elettronica certificata è: cp22.sat@postacertificata.rai.it.

Il 31 gennaio è anche l’ultimo giorno utile per pagare il canone Rai tramite il modello F24. Questa modalità di pagamento è prevista nei casi in cui nessun membro della famiglia anagrafica tenuta al versamento del canone sia titolare di un contratto di fornitura elettrica di tipo residenziale. Nel modello F24 il cittadino dovrà indicare i codici tributo “TVRI” per il rinnovo dell’abbonamento Rai già in essere e “TVNA” per i rinnovi abbonamenti.

“I pagamenti tramite F24 potranno essere effettuati: in un unico versamento da 90€ entro il 31 gennaio 2021; in due rate semestrali pari a 45,94€ ognuna, da pagare entro il 31 gennaio la prima, ed entro il 31 luglio la seconda; in quattro rate trimestrali pari a 23,93€ l’una, da versare rispettivamente entro il 31 gennaio, il 30 aprile, il 31 luglio e il 31 ottobre 2021”, conclude l’Avvocato Patrizia Polliotto.

Latte, preoccupazione per il prezzo alla stalla

In Cia Piemonte si è parlato di latte. E’ grande la preoccupazione dell’Associazione per il prezzo alla stalla nei prossimi mesi. 

“La situazione è molto complicata. Sul fronte interno – spiega il Presidente di Cia Piemonte, Gabriele Carenini – la chiusura di bar, ristoranti e alberghi, il cosiddetto canale Horeca, riduce drasticamente il consumo dei prodotti lattiero-caseari e questo calo si riflette negativamente sul settore. A questo si deve aggiungere l’aumento significativo del prezzo di soia e mais registrato negli ultimi mesi. In pratica, da un lato scende il prezzo del latte e dall’altro si è costretti a pagare di più per nutrire le mandrie”. 

“Rispetto al 2019 – sottolinea Carenini -, il prezzo del latte ha perso un 10% secco e nel nuovo anno il quadro potrebbe anche peggiorare. Lactalis, gruppo di riferimento per il mercato dei prodotti lattiero-caseari, ha già fissato per i primi mesi del 2021  la tariffa di 355 euro/1000 lt. Ma per poter avere nel 2021 un prezzo del latte base di euro 355/1000 lt si deve conferire mensilmente lo stesso quantitativo di latte del 2020. Nel caso di eccedenze il prezzo del latte diminuirà di 60 euro/1000 lt. In sostanza, prima, a marzo 2020, si chiedeva di frenare la produzione di latte e ora, addirittura, si è arrivati a penalizzare chi produce di più rispetto allo scorso anno”.

“Per fortuna – aggiunge il Presidente di Cia Piemonte -, a reggere è il settore dei grandi formaggi, che volano sui mercati esteri grazie all’export. Gli allevatori che conferiscono per la produzione di Grana si sono recentemente attivati per chiedere un equo rapporto tra il valore del formaggio e dei suoi derivati e il prezzo pagato alla stalla per il latte destinato a queste produzioni. Una richiesta legittima, necessaria per provare a ridare il giusto valore al nostro latte, grazie al quale esportiamo nel mondo formaggi di eccellenza”. 

“Siamo di fronte ad una situazione generale non più sostenibile – conclude Carenini -, a cui solo la riapertura di bar e ristoranti potrebbe porre rimedio”.