ECONOMIA- Pagina 358

Consorzio vini Colline del Monferrato: ecco il direttivo

Nuovo direttivo per il triennio 2021-23 per il Consorzio vini Colline del Monferrato Casalese, così come deliberato in occasione dell’assemblea dei soci di fine anno.

Presieduto da Luigi Ronchetti, il neo direttivo annovera rinnovi e new entry. Questa, la nuova composizione: Ronchetti (Azienda Agricola Cascina Allegra di Ottiglio Monferrato), Claudio Coppo (Cantina di San Giorgio Monferrato), Mirko Carzino (Cantina di Serralunga di Crea), Franco Angelini (Azienda Agricola Angelini Paolo di Ozzano Monferrato), Francesca Accornero (Azienda Agricola Accornero Giulio e Figli di Vignale Monferrato), Giacomo Cattaneo Adorno (Azienda Agricola Cattaneo Adorno Giustiniani di Gabiano), Tina Sbarato (Azienda Agricola Sbarato di Gabiano), Elena Novarino (Tenuta la Faletta di Casale Monferrato) e Fabio Saravesi (Azienda Agricola San Sebastiano di Dealessi di Lu Monferrato). Confermato il revisore dei conti e sindaco unico Carla Rondano. Il prossimo 13 di gennaio si riunirà il primo direttivo per l’elezione del vicepresidente.

Domenico Ravizza della Vicara, presidente in carica dalla costituzione del Consorzio, ha così passato il testimone, pur confermando disponibilità e collaborazioni future. Ronchetti, laureato in Scienze Biologiche all’Università degli Studi di Milano, con un Master Universitario in Enologia e Marketing alla Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha frequentato il programma OWP presso IMD di Losanna e, dal 1976, è iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologici. Attualmente in quiescenza, ha all’attivo 35 anni di esperienza lavorativa nel settore Medical Devices & Diagnostic in Italia e all’estero, in qualità di Dirigente prima e, successivamente, di Presidente e Amministratore Delegato delle filiali italiane di settore delle multinazionali Eastman Kodak, Johnson&Johnson ed EliTech Group. Convinto sostenitore della cultura d’impresa e dell’associazionismo rappresentativo, Ronchetti ha ricoperto, per anni, posizioni di vertice in ambito Assobiomedica-Diagnostici, l’associazione delle Aziende MD&D di Confindustria in Assobiomedica Servizi ed è stato presidente del CdA di Istud Spa Business School. Maestro Assaggiatore di Vino Onav e membro cooptato del Consiglio della Sezione Onav di Varese, il neo presidente del Consorzio monferrino vede nel vino, sia in termini di business sia quale motivo di degustazione tecnica/edonistica, l’oggetto della propria attuale attenzione professionale e del proprio interesse culturale e di studio.

“Ringrazio Ravizza per la stima e la proposta d’incarico e i soci, tutti, per la fiducia con la quale hanno voluto affidarmi il ruolo di guida del Consorzio Colline del Monferrato Casalese. Una responsabilità complessa e impegnativa in un contesto di non facile evoluzione, anche per noi del mondo del vino. Contesto che impone, non solo, di dar seguito all’intenso lavoro promozionale svolto in precedenza ma, soprattutto, di ripensare le strategie e reinventare le attività, per affrontare in modo efficace una sfida, nella quale il passato è solo il punto di partenza. Accetto questo nuovo incarico con dedizione e consapevolezza e con la volontà di dare un contributo all’affermazione della nostra produzione e delle nostre aziende”.

Nella foto Luigi Ronchetti

“Ambiente a tutto TOndo” prosegue il 21 con gli incontri virtuali

Il 21 gennaio si terrà il quarto dei sei incontri virtuali con tecnici ed esperti, associazioni ed enti attivi della società civile torinese, per discutere sul tema Cittadinanza attiva

La Casa dell’Ambiente di Torino è un polo di cultura ambientale e della sostenibilità a tutto tondo.Il progetto nasce per essere, nel senso reale del termine, una “casa”: un luogo fisico in cui poter parlare di ambiente, uno spazio d’incontro per le realtà del territorio, realizzando la possibilità di costruire collaborazioni e partenariati.  Per impedire che l’emergenza attuale possa ostacolare tali possibilità di confronto, la Casa dell’Ambiente ha deciso di riprendere le proprie attività in modalità a distanza. La prima iniziativa on line proposta è una serie di tavole rotonde tra dicembre e febbraio, con due incontri mensili.

Questo ciclo di incontri verrà realizzato in modo da presentare le sfide, i progetti e le realtà del territorio torinese, affrontando sei tematiche:

mobilità, inquinamento atmosferico, verde urbano, cittadinanza attiva, cibo e rifiuti.
L’iniziativa è rivolta a tutti i cittadini, con l’obiettivo di renderli più consapevoli della realtà in cui vivono, dando loro la possibilità di partecipare e condividere idee, dubbi e perplessità.
Ogni incontro vedrà la partecipazione di tecnici ed esperti, associazioni ed enti attivi della società civile, con l’obiettivo di rispondere a due domande:
Come la città sta affrontando le sfide ambientali?
Cosa può fare ciascun cittadino per contribuire?
La durata indicativa è di 60 minuti per ciascun incontro.

 

Sarà possibile seguire la tavola rotonda virtuale tramite la pagina Facebook di “Casa dell’ambiente” https://www.facebook.com/casadellambiente

FUTURI INCONTRI

I prossimi incontri dell’evento si terranno:
21 gennaio: Verde urbano e nature based solutions
4 febbraio: Inquinamento atmosferico
18 febbraio: Mobilità
Ambiente a tutto TOndo è organizzato da Casa dell’Ambiente – WEEC
Media partner “.eco, l’educazione sostenibile”, Eco dalle Città, Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus

Alle Poste disponibili i dati per la richiesta Isee

Nei 420 Uffici Postali della provincia di Torino è possibile richiedere i dati dei rapporti intercorrenti con Poste Italiane relativi all’anno 2019 e necessari per la presentazione dell’attestazione ISEE (indicatore della situazione economica equivalente).

Il documento, che viene emesso su richiesta dell’intestatario, è la sintesi dei prodotti in possesso del cliente, in particolare riporta saldo e giacenza media dei conti attivi/estinti nel corso d’anno 2019, dei libretti di risparmio, dei Buoni Fruttiferi Postali, delle Postepay nominative e delle Carte Enti Previdenziali, il valore nominale dei Fondi di Investimento, la posizione dei Deposito Titoli nonché l’attestazione dei premi versati per Polizze Assicurative.

Tali informazioni sono utili per accedere alle prestazioni sociali agevolate quali il bonus bebè, il bonus elettrico o idrico, l’iscrizione dei figli ai servizi di prima infanzia, i libri di testo gratuiti, gli assegni di maternità e le forme di sostegno al reddito previste dall’attuale normativa.

La certificazione sarà disponibile in tempo reale; per poterla ottenere sarà necessario richiedere all’operatore di sportello l’apposito modulo “Richiesta Attestazione a fini ISEE” e restituirlo compilato.

“Parlaconme”, una puntata tutta al femminile

In onda giovedì 7 gennaio scorso su Radio Vida Network condotta dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio

Prosegue con successo la trasmissione dal titolo “Parlaconme” sulla web radio di Carmagnola, Radio Vida Network (www.radiovidanetwork.it) , condotta dalla Agrifood & OrganicSpecialist e Social Media Manager Simona Riccio, ogni giovedì dalle 18 alle 19.

Dopo la pausa natalizia la trasmissione ha ripreso giovedì 7 gennaio scorso con la partecipazione, tutta al femminile, di treinteressati ospiti: Nuccia Alboni, Responsabile Marketing  di Ortonatura Melanzi’, Teresa Diomede, Ceo dell’Azienda AgricolaRacemus, e Patrizia Manghi, Division Manager dell’azienda SalFrutta.

La puntata è stata incentrata sul tema del confronto in merito allaproduzione agroalimentare da Nord a Sud e sulle esigenze di innovazione avvertite nello stesso settore. Il dibattito è risultato tanto più interessante in quanto le tre realtà produttiverappresentate dalle ospiti della trasmissione sono espressioni di treterritori diversi, Ortonatura Melanzi è di Vittoria; l’azienda Racemus sorge a Rutigliano, in provincia di Bari, ed esporta il 90 per cento della sua produzione prevalentemente in Spagna e Portogallo e, a seguire in Germania, Olanda e Repubblica Ceca; Sal Frutta, nata nel lontano 1988, comprende una serie di prodotti delle aziende di proprietà Zone Vocate Emilia Romagna (Gattatico, Reggio Emilia) e Zone Vocate Sicilia (Acate e Ragusa).

Dal confronto tra le ospiti è emersa la forte richiesta di un maggiore confronto tra le realtà produttive agroalimentari e di un cambiamento degli stessi mercati agroalimentari, in direzione della necessità di far emergere anche i prodotti particolari e di nicchia, in modo tale da promuoverne la conoscenza in maniera più approfondita, sia nei confronti dei negozianti, sia dei consumatori finali. È anche emersa dal confronto nato in trasmissione la richiesta di un’esigenza di innovazione nei centri agroalimentari, soprattutto per quanto riguarda il fattore del cambiamento dell’orario di lavoro, in considerazione del passaggio generazionale dei lavoratori che operano all’interno degli stessi.

Un altro elemento che è fortemente emerso nella sua importanza è quello riguardante il packaging, che deve risultare sempre più innovativo, rispondendo alle esigenze di un utente finale, il consumatore attuale, che deve essere informato in maniera sempre più capillare. Solo un maggior grado di conoscenza, infatti, e una relazione più adeguata con i produttori possono facilitare l’acquisto da parte del consumatore, che si sentirà maggiormente tutelato. Un altro aspetto che è stato analizzato durante la trasmissione, soprattutto da parte della manager Teresa Diomede, Ceo dell’Azienda  Agricola Racemus, è stato quello della digitalizzazione, che ha fatto il suo ingresso nel settore agroalimentare per consentire di aprirsi anche ai mercati esteri, che l’Azienda Racemus è stata, per esempio in grado di conquistare, anche facendo uso della piattaforma di Alibaba, per ottenere una vetrina di vendita all’estero.

Mara Martellotta 

Mpp: “Stellantis non sacrifichi l’industria dell’auto piemontese”

Caro direttore, il 2021 vedrà la nascita del quarto gruppo mondiale dell’automotive con Stellantis, società nata dall’unione tra FCA e PSA; la creazione di grandi gruppi di livello mondiale  èinevitabile per la sopravvivenza dell’industria automobilistica ma questa operazione pone diverse domande e suscita timori.

FCA ormai da tempo non è più un’azienda italiana, ha sede legale, decisionale e finanziaria all’estero e della Fiat che ha reso grande Torino, il Piemonte e l’Italia nel mondo resta ben poco.

L’operazione Stellantis, venduta alla stampa lo scorso anno come matrimonio alla pari con il gruppo PSA, nei documenti presentati alle autorità di finanziarie si configura per quello che in effetti è, una acquisizione di FCA ( col poco di italianità che restava) da parte di PSA che è partecipata direttamente dallo Stato francese, presente in forze nell’azionariato.

Il CDA di Stellantis avrà la maggioranza di consiglieri espressi dai francesi oltre all’amministratore delegato, mentre a FCA andrà la minoranza dei posti nel CDA, oltre ad una presidenza del gruppo sicuramente importante a livello di immagine ma poco influente sulle scelte gestionali del nuovo gruppo industriale.

Il timore è che le “sinergie” garantite da queste grandi fusioni si traducano in un taglio dei posti di lavoro e, considerata la presenza statale francese nel gruppo, non è difficile immaginare che eventuali tagli di personale vadano a colpire gli stabilimenti italiani.

Il settore automobilistico, tanto importante per Torino ed il Piemonte, è stato fortemente ridimensionato negli ultimi anni e l’ipotesi che lo Stato francese non ci pensi due volte a risparmiare licenziando in Italia non è tanto campata in aria.

E’ auspicabile che le Istituzioni locali piemontesi, oltre ovviamente al Governo nazionale, incontrino al più presto i vertici di Stellantis per tutelare i lavoratori italiani del nuovo gruppo industriale; un ulteriore ridimensionamento di quella che è stata la gloriosa Fiat sarebbe il colpo di grazia per l’industria automobilistica  piemontese.

 

Massimo Iaretti – consigliere comunale – Presidente MPP

Gigi Cabrino – consigliere comunale aderente a MPP

Quanto è bello vivere in un comune fiorito

Asproflor Comuni fioriti lancia con Uncem e Confcooperative il progetto “Vivere in un Comune Fiorito” che affiancherà il “Marchio di qualità dell’ambiente di vita Comune Fiorito”. L’Associazione dei Produttori florovivaisti ha costruito il nuovo progetto su misura per i piccoli Comuni italiani sotto i 5000 abitanti

Asproflor nel 2020 ha compiuto 40 anni di attività, principalmente volti alla promozione del florovivaismo e al miglioramento della qualità della vita e  dell’accoglienza turistica nei centri urbani. “L’esperienza di Asproflor – evidenzia il Presidente Sergio Ferraro – è stata in fondo l’evoluzione naturale di un’idea, sorta con l’obiettivo di far crescere e diffondere in Italia la cultura del verde e delle fioriture nelle città. Intorno a questa idea negli anni si sono raccolti oltre 2000 Comuni vicini al motto ‘fiorire è accogliere’, pronti a sfidarsi nel nome della bellezza e dei valori dell’ambiente. Da quest’anno Asproflor ha deciso di mettere a disposizione la sua esperienza e i suoi professionisti anche per i piccoli Comuni desiderosi di migliorare il proprio territorio con la bellezza e i colori dei fiori”.
Per i piccoli Comuni è previsto un percorso di crescita triennale che ha come traguardo l’ingresso nel grande circuito dei Comuni fioriti italiani. Avverrà non attraverso il tradizionale concorso – sottolinea Franco Colombano, Vicepresidente Asproflor – ma tramite un approccio identitario e di crescita collettiva che porti ad apprendere e apprezzare i segreti per belle e durature fioriture. A tutti i Comuni iscritti  verrà consegnato “l’albero della qualità della vita”: un Quercus nelle specie Robur, Cerris o Ilex in base alla latitudine del Comune, unitamente a materiale informativo per promuovere e divulgare l’iniziativa presso i propri cittadini. I Sindaci avranno a disposizione un servizio di assistenza tecnica e di consulenza professionale gratuita online. I Comuni potranno avere un kit professionale costituito da fiori e piante di particolare interesse e innovative, individuato specificamente per ogni Comune iscritto (lobularia o nemesia per i Comuni montani e dipladenie o solanum per i Comuni marini) e completato da un substrato professionale per la messa a dimora. Inoltre, tutte le piante saranno consegnate in vasi biodegradabili, in modo da eliminare completamente la plastica da smaltire e dunque promuovere anche il progetto plastic free per amministrazioni pubbliche.

Sono moltissimi i Comuni montani che già fanno parte della rete dei Comuni fioriti. Tra questi Ingria, guidata da Igor De Santis, Vicepresidente Uncem Piemonte, Bellegra, dove è Sindaco il Vicepresidente nazionale Flavio Cera, Pomaretto con Danilo Breusa, membro della Giunta Uncem Piemonte. Asproflor-Comuni Fioriti è l’unica associazione italiana autorizzata dal partner mondiale “Communities in Bloom” a selezionare ogni anno dal circuito dei Comuni fioriti italiani due località che si sfidano in ambito internazionale con comprensibili e positive ricadute d’immagine. Per il 2021 le città candidate sono Ingria (TO) e Alba (CN).

“Da dieci anni Uncem sostiene Asproflor e la rete dei Comuni fioriti. Quest’anno la collaborazione si intensifica e lavoriamo per rendere più belli e accoglienti i nostri Comuni, grazie alla partecipazione delle comunità che è decisiva”, evidenzia Marco Bussone, Presidente Uncem.

Sulla pagina www.comunifioriti.it vi sono tutte le modalità di partecipazione alla rete Comuni fioriti.

Locatelli, (Prc-Se): “Stellantis, troppa retorica sull’automotive”

“Senza ripresa dell’iniziativa dei lavoratori non c’è futuro garantito”

Quanta retorica insulsa accompagna la nascita di Stellantis, il quarto gruppo a livello mondiale dell’automotiv nato dalla fusione della casa automobilistica francese Groupe Psa e della casa automobilistica americana Fiat Chrysler Automobiles. A Torino, principale polo produttivo di Fca, facendosi vanto di una storia e di un indotto dell’automotive che non è di poco conto, istituzioni, industriali auspicano “che i nuovi progetti del gruppo siano e continuino a essere anche piemontesi e italiani, non solo perché lo vogliamo, ma perché l’eccellenza del nostro territorio ha le caratteristiche per meritarlo”. A seguire alcune organizzazioni sindacali “collaborative” che nel dirsi fiduciose di un aumento delle prospettive di crescita si impegnano a “convincere il nuovo gruppo delle grandi professionalità del nostro territorio”. Ottimismo fuori luogo. Da quando un colosso industriale si fa convincere dai meriti, dalle attese, dagli auspici di chi vorrebbe in qualche modo avere garanzie a livello territoriale e occupazionale? Le imprese globali fanno solo i propri interessi.

Il fatto è che il nuovo gruppo industriale nasce senza che il governo o le istituzioni locali abbiano svolto alcun ruolo riguardo la nascita del nuovo gruppo e le garanzie di tenuta produttiva ed occupazionale del territorio. Sono anni che governo e amministrazioni locali stanno alla finestra, si rimettono alle forze del mercato, agli interessi privati tranne poi fare gli scongiuri o confidare sulle buone intenzioni degli industriali. Basta con questo andazzo. Governo e istituzioni siano costretti, anche grazie e soprattutto sulla base di una ripresa dell’iniziativa delle lavoratrici e dei lavoratori, a battere un colpo, ad affermare il primato dell’interesse pubblico, a imporre garanzie produttive ed occupazionali.

Ezio Locatelli segretario provinciale Prc-Se Torino 

Turismo, la forza della montagna

Nel 2020 la montagna estiva non fa flop. E il turismo non cala come succede invece per altre destinazioni. Lo confermano i dati Istat pubblicati  relativi al “Movimento turistico in Italia” da gennaio a settembre 2020. Non solo la montagna tiene, anche “i borghi vincono”.

Secondo l’Istat, la preferenza dei turisti italiani, infatti, si indirizza, più che in passato, sulle località montane, le quali ad agosto raggiungono gli stessi livelli dello scorso anno (-0,4% di presenze) e soprattutto sui Comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica, dunque i borghi in particolare, che registrano addirittura un incremento (+6,5%) rispetto al 2019 (unica variazione positiva registrata in tutto il dossier che confronta 2019 con l’anno della pandemia). Incrementi delle presenze dei clienti italiani si verificano solo in Umbria (a vocazione fortissima per un turismo di qualità nei borghi) e nella Provincia autonoma di Bolzano (entrambe con valori intorno al +15% rispetto al 2019). Le presenze turistiche in Italia nei primi mesi del 2020 si sono dimezzate rispetto allo stesso periodo del 2019 (-50,9%). Per i comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica la diminuzione è del 54,9%, per quelli con vocazione marittima è del 51,8%. I comuni a vocazione montana, invece, registrano un calo inferiore alla media nazionale (-29,3%). I mesi da marzo a maggio 2020 (quelli del lockdown) vedono cali anche vicini a -95% rispetto al 2019. Nel trimestre estivo, la flessione del turismo nelle grandi città è addirittura più grave (-76,3% nei mesi di luglio, agosto e settembre 2020 rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno); per i Comuni a vocazione culturale è pari a -41,2%, per quelli a vocazione marittima è -38,7% mentre per i Comuni a vocazione montana è -19,4% (-36,1% la flessione media nazionale). La montagna è il comparto che subisce flessioni minori rispetto al 2019.

Blocco degli sfratti: la posizione di Ape Confedilizia Torino

Alla luce delle proteste scritte e verbali che da tutta Italia stanno arrivando alle sedi locali di Confedilizia, compresa la sede di Torino, l’Ape Confedilizia di Torino e Provincia sottolinea come l’ulteriore proroga disposta con il Decreto Legge n. 183 del 31 dicembre 2020  fino al 30 giugno 2021, porti la sospensione dell’esecuzione degli sfratti a quasi un anno e mezzo per immobili appartenenti, nella massima parte, a famiglie di piccoli risparmiatori che integrano la pensione già insufficiente, con il canone di locazione dell’immobile, frutto dell’investimento della liquidazione alla fine del rapporto lavorativo

Un provvedimento che limita il diritto di proprietà privata, visto che di fatto si requisiscono immobili privati, di piccoli proprietari, privi di un adeguato meccanismo di risarcimento e obbligati a pagare l’IMU.

Una misura senza buonsenso e che mette indistintamente sullo stesso piano tutti gli sfratti per morosità, anche quelli antecedenti allo stato di emergenza, annullando di fatto provvedimenti dei giudici spesso risalenti ad anni fa. Situazioni che nulla hanno a che fare con la pandemia. I giudici avevano già ordinato di restituire gli immobili ai loro proprietari, ma la legge ha fatto carta straccia di questi provvedimenti.

Una norma che colpisce in egual misura morosità colpevole e volontaria relativa a qualsiasi tipo di immobile residenziale o commerciale e non compie alcuna distinzione fra chi è davvero in difficoltà economica e chi sta approfittando della situazione.

Il proprietario dopo i sacrifici sostenuti per l’acquisto,  non solo perde la rendita, ma deve far fronte al pagamento delle tasse e svolgere un’attività assistenziale non di sua competenza.

Sarebbe, infatti, compito dello Stato, nel caso di difficoltà dell’inquilino, di individuare interventi di sostegno e non scaricare l’incombenza sui privati cittadini.

Il blocco degli sfratti indurrà molti proprietari ad abbandonare l’affitto tradizionale, a svantaggio delle famiglie in cerca di casa e il mercato immobiliare sarà paralizzato. Si preferirà tenere la loro casa vuota, in attesa di cederla a un figlio e altri ancora proveranno a vendere il proprio immobile, con effetti sociali negativi. Gli effetti drammatici sono descritti nelle proteste di tanti cittadini, che continuano a inondare la casella di posta elettronica nazionale (bloccosfratti@confedilizia.it) e quelle di giornali e televisioni.

Il danno sarà grave per l’intera economia, anche per il comprimersi della mobilità sul territorio: le persone non si fidano di uno Stato che non le tutela e si muovono di conseguenza. I più fortunati si tufferanno nel settore degli affitti brevi, quando finalmente torneranno i turisti.

La strada da seguire non è il blocco degli sfratti, che incoraggia di fatto l’illegalità e danneggia gli stessi inquilini onesti, ma l’individuazione, in concreto, delle difficoltà collegate alla pandemia, per far seguire interventi di sostegno a carico dello Stato e non di privati cittadini.

In ogni caso Confedilizia sta studiando l’ipotesi di ricorrere alla Corte Costituzionale essendo la norma affetta dal sospetto di grave vizio di incostituzionalità”.

Annus horribilis anche per il turismo in Piemonte

Per il turismo del Piemonte nel 2020 si stimano perdite per quasi cinque miliardi. L’emergenza Covid ha bruciato 3,5 milioni di turisti per circa  10 milioni di pernottamenti.

Si tratta di un crollo del 70% rispetto all’anno prima, che ha prodotto una perdita di 800 milioni per gli alberghi e le strutture ricettive. Anche  negozi e pubblici esercizi  hanno visto svanire 4 miliardi di euro di consumi che i turisti avrebbero generato. In perdita, chi più chi meno, tutti i comparti del turismo: dal 70% per alberghi, campeggi e rifugi alpini, al 60%  di bar e ristoranti, all’80% per autobus turistici e noleggi con conducente, fino al 90% per guide turistiche, agenzie di viaggio e animatori turistici. Queste le stime dell’ufficio studi di Confesercenti.

(Foto Mario Alesina)