ECONOMIA- Pagina 136

Confagricoltura Piemonte: il futuro dell’agricoltura grazie alla scienza

“Il settore primario piemontese si trova di fronte a nuove sfide e confidiamo che la scienza possa esserci d’aiuto nell’affrontarle”. Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteriguardo al disegno di legge sulla sperimentazione in campo delle Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea), portata avanti dal Governo negli ultimi giorni.

“La maggior parte degli alimenti acquistati al supermercato è frutto di un miglioramento genetico portato avanti a livello internazionale, in linea con le esigenze dei consumatori moderni” evidenzia Allasia.

Si tratta di un settore in particolare fermento quello delle tecniche di miglioramento genetico che, peraltro, sono valse il premio Nobel a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna. “Probabilmente trent’anni fa non avremmo immaginato di trovarci a parlare di genetica ma l’impegno nella ricerca, applicata all’agricoltura, ha dato esiti eccellenti: i genetisti sono in grado di ottenere nuove varietà resilienti ai cambiamenti climatici, agli attacchi dei patogeni, riducendo l’uso dei fitofarmaci, con performance estremamente elevate in termini di produttività e caratteristiche tecnologiche sicure per l’uomo” prosegue Allasia.

 

Confagricoltura sostiene da tempo l’utilità delle nuove tecniche di miglioramento genetico. Il disegno di legge sulle Tea – in discussione nella IX Commissione del Senato – potrebbe dare un forte impulso alla ricerca scientifica. Si potrà iniziare la sperimentazione in campo di varietà vegetali, già pronte in laboratorio e capaci di adattarsi ai nuovi scenari del settore, mantenendo qualità e salubrità dei prodotti finali, oltre al fatto che garantirebbero la produttività necessaria per rispondere alla crescente domanda mondiale di cibo.

 

“La realtà agricola del Piemonte è permeata di valori, economia e innovazione e, – conclude il presidente – gli imprenditori agricoli della nostra Regione sono costantemente attivi nella tutela del territorio, nella salvaguardia e nella valorizzazione di ciò che la terra piemontese offre al mondo”.

Confagricoltura Piemonte, l’associazione che tutela i diritti degli imprenditori sul territorio piemontese, sottolinea inoltre che la moderna agricoltura avrà bisogno della scienza per continuare a produrre reddito, dando seguito alle richieste alimentari in aumento, garantendo a tutti i livelli, dal campo alla tavola, qualità e sicurezza alimentari.

Conto corrente per minori, cosa c’è da sapere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Aprire un conto corrente, sin da piccoli, ai nostri ragazzi potrebbe essere un’utile soluzione. Bisogna fare una premessa: i minori non possono aprire un conto corrente sino, appunto, al compimento del 18imo anno di età. I genitori, quindi, possono farlo per lui, ma il titolare sarà a tutti gli effetti il minore a cui è intestato il conto. Non sarà, infatti, possibile cointestare il conto al figlio e a uno dei genitori. La legge vuole, infatti, tutelare in questo modo il minore che, al compimento della maggiore età, potrebbe invece decidere di cointestarlo anche a un genitore.

Per poter aprire un conto corrente ai bambini bisogna presentare: un documento di riconoscimento del genitore e del bambino; un documento che attesti il legame di parentela o la patria potestà.

Anche se il bambino non può disporre come vuole del conto fino ai 18 anni, è lui che resta l’unico proprietario dei soldi che vi sono versati. 

Si può aprire un conto corrente a minori di ogni età, anche se solitamente c’è una differenza tra i minori e i maggiori di 12 anni. Per i bambini dalla nascita fino ai 12 anni, infatti, non si apre un vero conto corrente ma un libretto di risparmio (o conto deposito). L’apertura di un libretto è molto semplice. Questo è gestito totalmente dai genitori del minore. Saranno i genitori quindi a versare i soldi sul conto, per esempio, mentre il titolare minorenne potrà averne accesso e disporne solo quando compirà 18 anni.

Dai 12 anni fino ai 17 anni, invece, si può intestare al minore un vero e proprio conto corrente, in questo caso i costi di apertura ci sono ma sono ridotti. Sarà, inoltre, possibile effettuare le normali operazioni di incasso e/o pagamento, si possono ricevere e inviare bonifici oltre alla possibilità di poter richiedere una carta prepagata per effettuare i primi acquisti online o nei negozi fisici, avere accesso a dei finanziamenti oppure poter prelevare in qualsiasi ATM abilitato in Italia e all’estero. Si possono anche emettere e/o incassare assegni.

Una volta chiarite le fasce d’età che distinguono i bambini dai ragazzi, è bene precisare che i genitori di un minorenne possono scegliere di aprire al figlio un conto corrente oppure un conto deposito. La prima scelta, ovvero l’apertura di un conto corrente a un minorenne, va effettuata da una persona adulta che esercita la patria podestà sul ragazzo. Al compimento dei 18 anni, invece, il ragazzo potrà gestire in autonomia il proprio conto. Solitamente i conti per minorenni offrono interessi attivi e bassi costi di gestione.

Per quanto riguarda, invece, il conto deposito o libretto di risparmio, la gestione è affidata al genitore – o meglio – a quell’adulto che risulta essere il tutore legale del minorenne. Il tutore, quindi, sarà colui che verserà il denaro sul conto, mentre il titolare (ovvero il ragazzo minorenne) ne avrà accesso al compimento della maggiore età.

Sono molti i vantaggi che comporta l’apertura di un conto corrente per minori, a partire dal fatto che in questo modo si può insegnare anche ai più piccoli il significato del risparmio. In secondo luogo, intestare un conto corrente o un libretto di risparmio a un ragazzo permette di effettuare un investimento su di lui in vista del futuro.

Un terzo vantaggio è dato dall’assenza di costi: i conti corrente per minorenni non prevedono spese di apertura e di gestione. Nella maggior parte dei casi l’imposta di bollo a carico della banca fino al compimento dei 18 anni.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Tirocini extracurriculari trampolino per il lavoro

TIROCINI EXTRACURRICULARI: UN TRAMPOLINO VERSO IL LAVORO PER IL 60% DEI GIOVANI IN PIEMONTE. PER L’ASSESSORE UNA SCOMMESSA VINTA.
IL REPORT REGIONALE CONFERMA COME SIANO UNA “FUCINA FORMATIVA” PER LAVORATORI E IMPRESE.
Il 60% dei giovani neodiplomati e qualificati trova occupazione stabile in Piemonte dopo aver frequentato un tirocinio extracurriculare attivato dalla Regione. Una scommessa vinta, quella dell’Assessore regionale al lavoro e formazione, che ha puntato sin dall’inizio del mandato sullo sviluppo di politiche attive per il lavoro, finalizzate alla formazione mirata e alla dignità lavorativa per tutti.  I numeri parlano chiaro: tra il 2018 e il 2022, sono stati attivati quasi 30 mila percorsi extracurriculari di inserimento e reinserimento lavorativo. Come detto, 6 giovani su 10, tra i 6 e i 12 mesi dalla conclusione del percorso, trovano occupazione a tempo indeterminato o stipulano un contratto di apprendistato, mentre per la generalità dei disoccupati o inoccupati post tirocinio il dato sfiora il 50%. Per l’assessore al lavoro i tirocini rappresentano una fucina formativa per lavoratori e imprese: ciò che permette di superare lo stallo socioeconomico di questo paese e la crisi occupazionale sono proprio le politiche attive del lavoro, che archiviano le misure di assistenzialismo puro, generando nuovo valore e garantendo reale opportunità e dignità lavorativa per i cittadini. Formazione e inserimento mirato, attraverso azioni chirurgiche per offrire occupazione stabile e di qualità: su questo l’assessore al Lavoro ha puntato fin da subito per dare risposte serie e concrete non solo a chi è in cerca di un’occasione, ma anche alle aziende del territorio in cerca di personale altamente qualificato.IL REPORT
Circa il 50% della totalità dei tirocini è seguito da un rapporto di lavoro duraturo, a tempo indeterminato o di apprendistato: questo e molti altri dati che confermano validità ed efficacia dei tirocini, sono contenuti nel rapporto curato da Regione Piemonte e Agenzia Piemonte Lavoro, appena pubblicato (https://www.regione.piemonte.it/web/temi/istruzione-formazione-lavoro/lavoro/interventi-per-loccupazione/tirocini-extracurriculari), che esamina l’andamento dei tirocini extracurriculari di inserimento e reinserimento lavorativo e di quelli di inclusione sociale nel periodo 2018-2022. I tirocini extracurriculari consistono in un percorso formativo finalizzato ad acquisire e accrescere competenze professionali non in aula ma direttamente in un luogo di lavoro. L’obiettivo è quello di far acquisire un’esperienza pratica alla persona frequentante che ne arricchisca il proprio curriculum, da spendere poi nel mercato del lavoro. Il tirocinio extracurricolare è disciplinato dalle Regioni e dalle Province autonome: a livello nazionale sono definiti, attraverso Linee guida, gli standard minimi comuni, riferiti agli elementi qualificanti del tirocinio, quali le modalità di attivazione e l’indennità di partecipazione minima da erogare. Non sono però da confondere con i tirocini curricolari, riservati ai giovani che frequentano un percorso di istruzione o formazione professionale, promossi in questo caso da scuola, università o enti di formazione con l’obiettivo di conseguire crediti formativi.

I DATI DEL PIEMONTE
Chi trae maggior vantaggio dai tirocini in termini occupazionali sono i giovani neodiplomati e quelli qualificati. Il rapporto evidenzia che il tirocinio è un vettore di inclusione sociale, che consente anche alle persone più fragili un ingresso graduale nel mondo del lavoro. In più, dove il tirocinio viene svolto fino alla naturale scadenza (6 mesi), si registrano i risultati più soddisfacenti sull’inserimento lavorativo. Durante gli anni della crisi pandemica globale, anche l’attivazione di tirocini ha subito una flessione. In Piemonte la possibilità di avviare nuovi tirocini è stata sospesa tra marzo e maggio 2020, ma il 2021 è stato un anno di grande ripresa, con ben oltre 8mila percorsi attivati in più rispetto all’anno pandemico. In media, circa l’80% dei tirocini attivati ogni anno coinvolge giovani disoccupati con meno di 29 anni. Le tipologie esaminate dal rapporto comprendono: tirocini formativi e di orientamento, finalizzati ad agevolare le scelte professionali dei giovani che hanno conseguito un titolo di studio da non più di 12 mesi, mediante un’esperienza formativa a diretto contatto con il mondo del lavoro; tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro, rivolti a persone in stato di disoccupazione, anche percettori di ammortizzatori sociali, persone occupate in cerca di altra occupazione e persone disabili e svantaggiate. Entrambe queste tipologie di tirocinio possono avere una durata compresa tra due e sei mesi. Infine, tirocini di inclusione sociale, che comprendono percorsi di orientamento, formazione e inserimento o reinserimento lavorativo finalizzati a sostenere l’inclusione sociale, l’autonomia e la riabilitazione di persone prese in carico dal servizio sociale professionale e dai servizi sanitari competenti. Questa tipologia di tirocinio si realizza sulla base di un progetto, che definisce gli obiettivi da conseguire e le modalità di attuazione.

A Bosconero Canavese torna la Mostra dell’Artigianato

Il 14 maggio 2023 a Bosconero Canavese torna la manifestazione Mostra dell’Artigianato e degli antichi mestieri – nata 15 anni fa – per dare la possibilità alle numerose realtà artigianali del territorio di farsi apprezzare e di conseguenza conoscere. Una giornata di botteghe aperte e spettacoli, unita a cantieri tematici dedicati al suono, ai sapori e alla scultura. Questi i “piatti forti” della Mostra dell’Artigianato, organizzata dal Comune di Bosconero. Dopo le quindici edizioni locali che hanno registrato migliaia di visitatori, domenica 14 maggio a Bosconero Canavese si presenta la 16° manifestazione che ormai è annoverata nell’ambito degli eventi a carattere regionale/nord-ovest riguardante questo tipo di kermesse. Decine e decine di bancarelle daranno vita ad un serpentone variopinto con tanti prodotti dell’artigianato Canavesano, senza dimenticare i prodotti tipici dell’enogastronomia e i vari spettacoli musicali. Una esposizione originale sarà quella dei trattori e auto d’epoca, e per dar modo a tutta la famiglia di svagarsi senza pensieri, è prevista un’animazione per i più piccoli compresa una esibizione equestre. Alla mostra partecipano artigiani d’eccellenza, produttori, artisti e scuole professionali provenienti non solo dal Piemonte, ma anche dalla Valle d’Aosta, dalla Liguria, dalla Lombardia, dalla Toscana e dall’Emilia Romagna. Il programma prevede una serie di eventi all’insegna del “saper fare” e vede riconfermati i percorsi tematici: cantieri delle sculture, dei sapori e dei suoni. Oltre a queste tradizionali proposte verrà allestita la sezione “arte e natura”, dedicata ai orovivaisti, al biologico e alla bioedilizia. A Bosconero saranno presenti bancarelle e punti di ristoro, le dimostrazioni dal vivo serviranno ad illustrare tutto l’iter della produzione agricola del territorio Canavesano.

«Siamo molto soddisfatti dell’ultima edizione, la prima regolare dopo la pandemia del Covid 19 – ha dichiarato la sindaca Paola Forneris – abbiamo veramente avuto un ottimo afflusso nonostante il meteo non proprio favorevole, specialmente nel pomeriggio a partire dalle 15, quando guardando dall’alto la piazza e l’incrocio con le vie non si vedevano che teste una vicina all’altra»

L’ingresso alla manifestazione è completamente gratuito e per informazioni si può telefonare al numero 0119889616 oppure consultare il sito del Comune di Bosconero all’indirizzo www.comune.bosconero.to.it

Gli affitti brevi fanno crescere i piccoli borghi

Secondo uno studio del Politecnico di Torino gli affitti brevi promuovono l’imprenditorialità e contrastano lo spopolamento dei piccoli comuni. Hospitality Revolution: «Servono Property Manager formati per gestirle»
Gli Affitti brevi contribuiscono alla crescita economica dei piccoli borghi e al contrasto del fenomeno del loro spopolamento. È quanto emerge da un nuovo studio condotto dal Politecnico di Torino che ha dimostrato come la presenza di annunci Airbnb nei piccoli centri può portare benefici alle microimprese, con un aumento del reddito del 23% dopo quattro anni.

Secondo l’indagine dell’importante università italiana, l’economia delle Case vacanza nei borghi italiani promuove l’imprenditorialità, frena la tendenza ad abbandonare questi territori, contribuisce a una distribuzione più equa della ricchezza e ha effetti positivi sulla filiera locale dell’economia.

Se i borghi d’Italia certificati dalla Soprintendenza delle Belle Arti come patrimonio architettonico e naturale sono poco più di 300, con una popolazione complessiva di 6.000 abitanti, i piccoli Comuni del nostro Paese rappresentano tuttavia il 54% del suolo nazionale e in alcune regioni riescono a coprire anche fino al  70% del loro territorio.

In molti casi in queste aree vi è una grave carenza di strutture alberghiere classiche che costituisce un freno alla loro crescita turistico-economica. Per questo Hospitality Revolution, piattaforma di e-learning rivolta a Property Manager di Case vacanze punta a formare professionisti dell’ospitalità extra alberghiera in grado di gestire immobili privati offrendo ai turisti un servizio professionale e di qualità, soprattutto nei piccoli centri urbani e rurali della Penisola.

«L’Italia è nota a livello internazionale non soltanto per le grandi città d’arte e per le località di mare, ma anche per i suoi borghi storici, molti dei quali si trovano in aree rurali e costituiscono un’attrazione turistica importante per il paese – dichiara Angelo Spinalbelli, Direttore di Hospitality Revolution – Un patrimonio che deve essere valorizzato offrendo a turisti e visitatori un ampio ventaglio di opportunità di alloggio, anche lì dove c’è carenza di strutture alberghiere classiche».

I dati resi noti da Airbnb qualche giorno fa mostrano un aumento del 20% delle prenotazioni rispetto ai livelli pre-pandemia e un rinnovato interesse per le destinazioni rurali.

Continua l’espansione di JD in Piemonte

Il 21 e il 22 aprile nuove aperture a Pavone Canavese e Novara

 Il 21 e 22 aprile, JD – multinazionale britannica e player europeo nell’ambito della moda sportiva – apre due nuovi store in Piemonte (che si aggiungono ai 3 già presenti a Torino e Biella) rispettivamente a Pavone Canavese e Novara.

In particolare, JD porta il suo inconfondibile stile urban al:

  • Centro Commerciale San Martino 2, uno dei Centri Commerciali più importanti sull’asse Milano – Torino. Situato a Novara appena al di fuori del centro città, è il fondamentale punto di riferimento commerciale per gli abitanti della città e delle zone limitrofe. San Martino 2 presenta un’offerta commerciale completa, capace di attrarre oltre 5 milioni di visitatori l’anno.

  • Centro Commerciale Bennet di Pavone Canavese, altro punto di riferimento per la provincia Torinese e che accoglie circa 3 milioni di visitatori l’anno.

La multinazionale britannica, leader europea nell’ambito della moda sportiva, nasce nel 1981 a Bury, (12km da Manchester) ed è presente in Italia dal 2015, anno della prima apertura a Roma. Nel corso degli anni JD si è affermato come uno dei principali punti di riferimento nell’ambito urban fashion, offrendo sul mercato i migliori brand sportivi e collezioni esclusive, incontrando il gusto di tutti gli appassionati di streetstyle. L’espansione capillare di JD nello Stivale continua anche nel 2023.

Nella giornata del 22 Aprile, entrambi i nuovi negozi avranno il loro evento di apertura instore, che comprenderà:

  • Arcade Contest: a fronte di un qualunque acquisto, i clienti potranno giocare ad un cabinato arcade, con l’obiettivo di battere il record per vincere una gift card dal valore di 100,00 euro;

  • Personalizzazione Sneakers: i clienti che effettueranno un acquisto minimo di 100,00 euro potranno farsi personalizzare le sneakers da un’artista sul momento;

  • Dj set

Intesa Sanpaolo Casa apre una nuova agenzia a Torino

È stata inaugurata a Torino in corso Francia 161 la seconda agenzia immobiliare di Intesa Sanpaolo Casa, dopo quella già operativa in via Santa Teresa. Sarà presidiata da quattro consulenti immobiliari dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 19.00 e il sabato mattina su appuntamento ed interconnessa con la rete di agenzie Intesa Sanpaolo Casa presenti nelle principali città italiane.

Nella città di Torino le compravendite nel quarto trimestre dello scorso anno sono cresciute dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendo una dinamica migliore a quella della regione. In Piemonte, infatti, nel quarto trimestre c’è stato un calo dello 0,8%, comunque inferiore al -2,1% registrato a livello nazionale. (Dati elaborati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo)

Intesa Sanpaolo Casa, società di consulenza, assistenza e intermediazione immobiliare del Gruppo Intesa Sanpaolo, ha integrato la parte più tradizionale dell’attività, quella della compravendita, con servizi ad alto valore aggiunto prestati da alcune società selezionate come partner e veicolati al cliente attraverso il sito web www.intesasanpaolocasa.com.

Con la seconda apertura a Torino, Intesa Sanpaolo Casa prosegue il percorso di riposizionamento delle agenzie in spazi fisici separati e completamente autonomi dalle filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo, avviato a gennaio 2022 nelle città di Milano, Roma, Firenze, Bologna, Padova, Brescia, Monza, Torino e Venezia.

Aprile, scatta il bonus 150 euro

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

C’è ancora tempo per richiedere il proprio bonus da 150 euro ed ecco come. I tempi della burocrazia non sono però esattamente affidabili, il che comporta numerosi ritardi nelle erogazioni.

Il bonus da 150 euro è un aiuto attivato lo scorso anno, ma che alcuni cittadini non hanno ancora visto accreditato sul proprio conto corrente. Proviamo però a capire a chi spetta questa nuova tranche, la seconda dopo l’avvio a novembre 2022.

Il bonus da 150 euro di aprile 2023 spetta a tutti i titolari di assegni di disoccupazione, così come a chiunque sia risultato beneficiario di indennità di disoccupazione agricola nel 2022. Al gruppo si aggiungono inoltre i soggetti che percepiscono l’indennità Covid-19.

Il governo strizza l’occhio anche ai lavoratori autonomi occasionali, i cittadini che, a fronte di evidenze di reddito, hanno visto accettata la propria richiesta, i venditori porta a porta, i lavoratori stagionali, quelli appartenenti al mondo dello spettacolo con comprovata difficoltà economica, i co.co.co. e i dottorandi e assegnisti di ricerca.

Un lungo elenco e molto variegato, che comprende anche cittadini che hanno già ricevuto il bonus da 150 euro. Gli altri sappiano che il sistema di erogazione è ancora in corso, anche se un po’ lento, ed entro la fine di aprile quasi tutti potranno verificare l’accredito.

Il 30 aprile non è la data ultima per ricevere il bonus da 150 euro del governo. Alcuni soggetti potrebbero infatti ricevere la somma, offerta in aiuto per rispondere alle tante criticità degli ultimi anni, anche dopo tale scadenza.

È vero che entro la fine di aprile la maggior parte dei richiedenti vedrà l’accredito sul proprio conto, ma una fetta dovrà attendere maggio, se non oltre. Occorre sottolineare, infatti, come le domande non siano ancora state chiuse. Anche chi non avesse mai sentito parlare del bonus da 150 euro o non abbia mai trovato il tempo di inoltrare la richiesta, potrà farlo entro il 30 aprile. In questo caso, però, si fa riferimento in maniera esclusiva ai lavoratori autonomi e tutti i professionisti che non rientrano nel regime di partita IVA.

Per presentare la domanda ci sono diversi canali. Si può chiamare il Contact Center Multicanale, al numero verde 803 164, rivolgersi a uno dei tanti istituti di Patronato o accedere al sito dell’Inps.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Acquistare casa a Torino, boom delle richieste di trilocali

Nonostante il rialzo dei tassi di interesse le agenzie del Gruppo Tecnocasa riscontrano ancora un importante desiderio di acquistare casa. Piuttosto si rivede il budget, la metratura oppure la posizione, ma se ci sono le condizioni si procede all’acquisto. Ancora di più adesso con l’inflazione in aumento che erode i risparmi e spinge sul mattone, sia come abitazione principale sia come investimento.

La domanda nelle grandi città appare oggi concentrata prevalentemente sul trilocale che raccoglie il 40,5% delle richieste. A seguire il bilocale con il 24,7% e il quattro locali con il 22,9%. Il trilocale, quindi, si conferma la tipologia più ricercata come già accaduto sei mesi fa ma avanza il bilocale che supera il quattro locali. Il piccolo taglio, quindi, vede un aumento della concentrazione di richieste a conferma, in parte, del ritorno degli investitori che in genere scelgono questa tipologia. Si nota, al contrario, una diminuzione della concentrazione della domanda sui tagli più ampi, come conseguenza dell’aumento dei prezzi che sta interessando le metropoli e dell’esaurirsi della spinta data dalla pandemia alla ricerca di abitazioni più ampie. Il trend si era registrato anche nel semestre scorso.

Se il trilocale prevale a livello italiano, è il bilocale la tipologia più ricercata a Milano (47,9%), unica tra le grandi città a fare eccezione per la presenza importante di investitori e single tra gli acquirenti e per essere la città più costosa d’Italia, con un prezzo medio di 4260€ al mq per una tipologia usata e 5000 € al mq per il nuovo.

Il quattro locali prevale in modo importante a Genova (46,3%) città dove i prezzi sono decisamente più contenuti (1120€ al mq).

L’analisi della domanda nei capoluoghi di regione che non sono grandi città, conferma il trilocale come tipologia più ricercata con percentuali naturalmente più elevate (53,6%), seguito dal quattro locali (22%). Segue il bilocale che raccoglie il 21,2%. Anche in queste realtà cresce la percentuale di richieste di bilocali, mentre diminuisce sui tagli più grandi confermando quindi il trend registrato anche nelle metropoli. Tra i capoluoghi di regione la percentuale di richieste di trilocali è più elevata a Catanzaro (63,3%) e a Venezia (63,4%).

ANALISI DELLA DOMANDA – Gennaio 2023
CITTA’
Monolocali
2 locali
3 locali
4 locali
5 locali
TORINO
2,8%
27,7%
41,1%
20,2%
8,2%
ALESSANDRIA
1,9%
17,2%
30,4%
36,8%
13,7%
ASTI
0,8%
14,3%
32,6%
36,0%
16,2%
BIELLA
0,9%
11,4%
28,2%
46,9%
12,6%
NOVARA
1,1%
23,3%
60,1%
14,0%
1,5%
VERCELLI
1,8%
25,4%
51,8%
18,7%
2,3%

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa