Un bel libro-guida da sfogliare e leggere per visitare il Piemonte nella stagione dei grandi colori.
Lo porta in edicola e in libreria un turista curioso che dalla sua Lombardia ha scoperto le bellezze artistiche e paesaggistiche della nostra regione. Si è innamorato così tanto della sua nuova terra che non l’ha più lasciata. Un tal giorno, Paolo Ponga, giornalista e scrittore di romanzi, ha fatto la scelta della sua vita: via dal caos della periferia milanese per trasferirsi sulle dolci colline del Monferrato. Con la macchina fotografica a tracolla ha viaggiato per le otto province del Piemonte scoprendo posti e luoghi di cui si parla poco o meno di tanti altri ma che hanno fascino da vendere. Tutti angoli da conoscere meglio e valorizzare come meritano. Si tratta di trenta località scelte dall’autore lungo un percorso che si snoda tra arte, cultura e storie avvincenti. Ecco qualche suggerimento. Nell’astigiano l’obiettivo di Ponga è puntato su San Secondo di Cortazzone, la chiesa in cima a una collina, in mezzo alla campagna, uno dei più interessanti esempi del romanico astigiano, risalente al secolo XI, e sull’antica cripta di Sant’Anastasio, secondo vescovo di Asti, eretta mille anni fa o forse anche prima, vero e proprio tesoro nascosto nel centro di Asti, la cui atmosfera misteriosa ricorda all’autore le pagine del Codice da Vinci di Dan Brown.
Entrarci significa fare un salto indietro nel tempo di 700 anni. A Dronero, nel cuneese, il famoso Ponte del Diavolo con i suoi merli a coda di rondine. L’opera fu costruita nel 1428 sul torrente Maira, grandioso intervento per quei tempi, così come è molto suggestiva la leggenda sul diavolo, tutta da leggere. A Monticello d’Alba, 2000 abitanti sulle colline del Roero, si trova il castello delle favole, “per le torri potenti e i camminamenti ricchi di merli”, voluto mille anni fa dai vescovi di Asti per difendere il territorio dalle invasioni dei Saraceni, come quella distruttiva del 920 dopo Cristo.
origine longobarda ma rifatta nel XII secolo e nominata dal Barbarossa in un documento dell’epoca. Nel Verbano-Cusio-Ossola un’attenzione particolare viene riservata alla chiesa monumentale di San Gaudenzio, a Baceno, in Valle Antigorio, adagiata su uno sperone roccioso, con la facciata romanica in pietra e e il portale cinquecentesco. Nel vercellese spiccano le rovine dell’antico castello di Vintebbio e la sua lunga storia iniziata nell’Alto Medioevo e il castello-monastero di Lenta tra misteri, abbandono e uomini di buona volontà. C’è ovviamente molto altro nel volume di Paolo Ponga, un invito quindi a leggerlo e a viaggiare per il Piemonte nella stagione più incantevole dell’anno. Tutte le informazioni per le visite ai siti si trovano alla fine del libro.

Torinese, classe ’74, insegnante di “Filosofia e Storia” al Liceo Scientifico “Giordano Bruno” di Torino, ha collaborato anche con l’Ateneo torinese come docente di “Istituzioni Politiche” (presso la “SISS-Scuola di Specializzazione per la Formazione di Insegnanti”) ed è l’ideatore di “BarbaSophia”, il canale Youtube in cui spiega e racconta concetti e storia della Filosofia. Al secolo, Matteo Saudino, sarà lui, sabato 1 ottobre (ore 15) a presentare al Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo (via Cardonata 2, tel. 0121/376545) il suo ultimo libro, certamente uno dei più provocatori fra quelli, del genere, pubblicati quest’anno. Titolo: “Ribellarsi con filosofia. Scopri con i grandi filosofi il coraggio di pensare”, Vallardi editore. L’appuntamento fa parte del cartellone di “Bellezza tra le righe”, la rassegna organizzata da “Fondazione Casa Lajolo” e “Fondazione Cosso” con il contributo della Regione Piemonte che, per il terzo anno, anima due luoghi speciali: il giardino di Casa Lajolo, a Piossasco, e, appunto, quello del Castello di Miradolo. L’incontro rientra anche nel ciclo di appuntamenti “Trame: traduzioni, passaggi, metamorfosi”, il festival di “Pensieri in Piazza”, organizzato in collaborazione con la “Fondazione Cosso”. Scrive del libro di Saudino, lo scrittore Fabio Geda: “Matteo Saudino disegna una mappa per far sì che ciascuno trovi la propria strada nella complessità. Invita a godere della bellezza del pensiero e a fare ciò che si può per lasciare il mondo meglio di come lo abbiamo trovato. Ricorda, in ogni riga, quale meravigliosa avventura sia la vita e quanto profonda sia la capacità dell’uomo di interrogarla”. Proprio attraverso quella disciplina, la Filosofia, da molti studenti e da noi ex-studenti a torto ritenuta troppo fumosa, esercizio di pensiero incapace di incidere con concretezza nella vita di ogni giorno. Materia scolastica. Quasi mai strumento utilizzato a superare gli inciampi della vita quotidiana. “Kant è utile – chiede Saudino- per riparare la ruota di una bicicletta? Studiare Anassimandro aiuta a postare una foto su Instagram? Conoscere Ipazia contribuisce a compilare un curriculum vitae? Insomma, a cosa serve la filosofia? La risposta è: a cambiare la vita. Perché fare filosofia non è solo un atto di ribellione contro l’utilitarismo della nostra società, ma anche uno strumento per costruire un pensiero autonomo che può condurci a realizzare molto di più. In compagnia di Kant, che ha sfidato il re di Prussia Federico Guglielmo per difendere un’idea, di Anassimandro, coraggioso evoluzionista ante-litteram, della geniale Ipazia, astronoma e matematica, esempio di emancipazione femminile e disobbedienza civile, e di molti altri filosofi”. Nel suo libro Matteo Saudino – in arte “BarbaSophia” – mostra come il coraggio delle idee possa impattare sulla nostra esistenza, insegnandoci a guardare alla filosofia con occhi nuovi e alla vita con “gli occhiali della filosofia”. Attraverso la biografia e il pensiero di dieci filosofi e filosofe l’autore ci guida alla scoperta del “pensiero critico”, strumento fondamentale per cambiare noi stessi e il mondo, al fine di renderlo un luogo più bello e giusto. Accettiamo l’invito. Non ci costa nulla!