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Dal 3 marzo: Ancora Luce, Luigi Nervo nel public program di Luci d’artista – XXIII edizione

3 marzo – 2 maggio 2021 Educational Area GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino – Centro Civico della Circoscrizione 5 di Torino

La GAM di Torino inaugura negli spazi dell’Educational Area al piano terra una mostra dedicata a Luigi Nervo (Torino 1930 – 2006) pensata e organizzata dal Dipartimento Educazione GAM insieme alla Circoscrizione 5 nell’ambito della XXIII edizione di Luci d’Artista promossa dalla Città di Torino. La mostra è una delle azioni previste nella terza edizione del progetto Incontri illuminanti con l’arte contemporanea – promosso dal 2018 dalla Città di Torino – intitolato quest’anno Nuovi Equilibri. Le attività educative-culturali previste negli Incontri Illuminati realizzati nel territorio della Circoscrizione 5 sono dedicate quest’anno all’opera e alla figura di Luigi Nervo.

Oltre alla mostra alla GAM, è prevista una seconda esposizione dedicata al maestro, allestita negli spazi del Centro Civico della Circoscrizione 5 in via Stradella 186, nel territorio dove Nervo ha lavorato e vissuto. Le due mostre e il volume, pubblicato per l’occasione, sono resi possibili grazie al sostegno economico della Circoscrizione. Da oltre vent’anni nel mese di novembre Torino accende le sue Luci d’Artista, allestite negli spazi pubblici in occasione del mese dedicato all’Arte Contemporanea.

La manifestazione è un appuntamento caro ai cittadini torinesi e un progetto culturale apprezzato in Italia e all’estero diventando, per questo, simbolo della Città. In occasione della XXIII edizione, su proposta della Città di Torino, la GAM ha scelto di rinnovare la collaborazione con la Circoscrizione 5, con due mostre che valorizzano l’opera di Luigi Nervo, uno dei grandi protagonisti della kermesse.

Artista eclettico, Nervo inizia la sua carriera come designer per l’industria per poi sperimentare diverse forme d’arte, scoprendo infine una predilezione per il materiale ligneo. Dalle sculture alle “macchine-gioco” e agli “automi”, nelle sue opere è sempre presente una componente ludico-fiabesca ed è sempre vivo il legame con la terra.

Insieme al suo celebre Vento Solare, installazione luminosa cosmologica raffigurante il sole da cui si originano raggi multicolori, entra quest’anno a far parte del programma di Luci d’artista 1706, monumento commemorativo della battaglia di Torino situato nel cuore di Lucento. Ed è proprio in questo quartiere che Nervo ha trascorso l’infanzia, rimanendo anche oggi personaggio molto amato grazie all’impegno profuso tanto in campo artistico quanto didattico. Credendo molto nell’importanza dell’apprendimento attraverso la manualità, nel corso della sua vita ha cercato di trasmettere le sue competenze e i suoi valori durante i corsi tenuti presso l’Accademia Albertina e i laboratori svolti presso la scuola elementare Margherita di Savoia e il CADD (Centro di Addestramento Diurno Disabili) di via Pianezza.

La ricerca avviata intorno all’artista ha riportato alla luce molti materiali, sculture, disegni e documenti riferiti al suo impegno educativo nella circoscrizione e il quaderno originale di Vento Solare, anch’esso espressione della predisposizione alla manualità dell’artista.

Il tutto ha costituito l’occasione per realizzare in GAM la mostra-racconto, che permette di delineare la figura di Luigi Nervo in ambito artistico e didattico e, nelle sale del Centro Civico della Circoscrizione 5, di approfondire il suo impegno profuso sul territorio negli ultimi anni della sua vita, così come testimoniato dai suoi collaboratori più stretti, il CADD e il Gruppo di Volontariato civico Lucento.

Le attività educative-culturali denominate Naturalmente, previste all’interno progetto Incontri illuminanti con l’arte contemporanea – Nuovi Equilibri, prevedono workshop rivolti agli insegnanti e laboratori realizzati con 13 classi della scuola elementare Margherita di Savoia e attività con gli utenti del Centro Drop-in presso l’Ospedale Amedeo di Savoia.

Il museo ha scelto di dedicare il progetto espositivo allo stimato ex assessore comunale Fiorenzo Alfieri, scomparso recentemente nella sua Torino, ideatore di Luci d’Artista e grande amico di Nervo.

Il programma delle attività educative e culturali previsto nel territorio, è arricchito dal volume “Ancora Luce. Luigi Nervo” realizzato grazie al sostegno della Circoscrizione 5, curato dal Dipartimento Educazione GAM, ed edito da Silvana Editoriale, che include circa 30 immagini, testi che raccontano l’esperienza didattica e le Luci d’artista, oltre a una ampia biografia a cura del CDS5 – Centro Documentazione Storica della Circoscrizione 5.

GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Via Magenta, 31 – Torino

Orari di apertura: mercoledì e giovedì: 11.00-19.00; venerdì 11.00 – 20.00,

Chiuso sabato domenica lunedì e martedì

La biglietteria chiude un’ora prima. www.gamtorino.it

CENTRO CIVICO DELLA CIRCOSCRIZIONE 5 – Via Stradella, 186 – Torino

Orari di apertura: da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00

Ufficio stampa GAM

Daniela Matteu
t. 011 4429523 – m. 348 7829162  daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it

Ufficio stampa Città di Torino

Luisa Cicero

  1. 011 01121932 – m. 346 2356935luisa.cicero@comune.torino.it

per info:

LUCI D’ARTISTA

PUBLIC PROGRAM – PROGETTO INCONTRI ILLUMINANTI CON L’ARTE CONTEMPORANEA

www.contemporarytorinopiemonte.it

facebook/instagram lucidartistatorinoofficial

azioneculturale@comune.torino.it

Il Salone del Libro riparte in presenza nel settecentesimo anniversario dantesco

Le nuove date della XXXIII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che si terrà dal 14 al 18 ottobre 2021 a Lingotto Fiere; le attività del 2021 per scuole e ragazzi, i contenuti inediti offerti dal Salone su SalTo+ e un’edizione speciale di Portici di Carta a maggio

 

Il Salone del Libro riparte, torna in presenza e fissa le date della XXXIII edizione.

Compatibilmente con l’andamento dell’emergenza sanitaria, Vita Supernova si terrà a Torino dal 14 al 18 ottobre 2021. Nel settecentesimo anniversario dantesco, il Salone richiamerà infatti grandi nomi della scena culturale per ragionare insieme sul futuro che ci aspetta; e così la città di Torino tornerà ad accogliere editori, autori, scuole e la comunità di lettori che in questo anno difficile non hanno mai smesso di incontrarsi, anche se virtualmente, intorno alla lettura.

 

Il Salone prima di ottobre

Il viaggio del Salone verso Vita Supernova vedrà una ricca offerta di incontri, contenuti e attività per i ragazzi, per le scuole, per tutta la comunità di lettori, ma anche una nuova edizione di Portici di Carta a maggio. In tutto il percorso, il Salone sarà accompagnato da un importante partner, la Rai, che prevederà una programmazione dedicata su tutti i mezzi attraverso interviste esclusive, dirette, contenuti speciali.

 

Torino Roma Bari:

Portici di cartaLibri Come e Lungomare di libri insieme per un festival diffuso

Dal 21 al 23 maggio Portici di Carta – il progetto della Città di Torino realizzato da Associazione Torino, La Città del Libro e Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte e con la partecipazione dei librai torinesi coordinati da Rocco Pinto; il festival Libri Come – Festa del libro e della lettura – prodotto dalla Fondazione Musica per Roma a cura di Marino Sinibaldi, Michele De Mieri, Rosa Polacco; e la nuova manifestazione Lungomare di Libri – promossa dal Comune di Bari e Regione Puglia in collaborazione con l’Associazione Presìdi del Libro – daranno vita a un’importante e inedita sinergia. Le città di Torino, Roma e Bari costruiranno un ponte ideale che attraversa il paese grazie alla lettura, diventando tre centri di un vero e proprio festival diffuso. Le rassegne manterranno la propria identità e i rispettivi palinsesti, ma uniranno le forze per realizzare una programmazione condivisa, con formule ibride tra digitale e presenziale, compatibilmente con l’andamento della crisi sanitaria.

 

Nuovi contenuti. Sul fronte digitale, continuerà ad arricchirsi l’offerta di contenuti, approfondimenti, materiali sulla piattaforma SalTo+. Tra le novità anche due serie podcast: un ciclo – Il Salone presenta Albert Camus – dedicato ad Albert Camus e una selezione delle lezioni di Vita Nova in versione podcast, che saranno disponibili dal 4 marzo sia su SalTo+ che sulle principali piattaforme streaming gratuite.

 

 

SalTo Scuola 2021

Lo spazio del Salone dedicato al mondo della scuola e ai ragazzi ha ampliato nell’ultimo anno la sua presenza online, costruendo un’offerta continuativa di attività per le classi: progetti di lettura, strumenti di racconto partecipativo e contenuti per i docenti da affiancare alla didattica. Grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, il Salone ha arricchito e continuerà ad arricchire la sua offerta di attività e contenuti dedicati alle scuole in ambiente digitale, con l’obiettivo di trasformare la sezione educational SalTo Scuola in un punto di riferimento per tutta la comunità scolastica. Il programma SalTo Scuola del 2021 verrà presentato ai docenti il 2 marzo alle 17:30 su SalTo+.

 

Un libro, tante scuole.

Un libro, tante scuole è il progetto di lettura condivisa promosso dal Salone Internazionale del Libro di Torino con l’obiettivo di raggiungere tanti studenti con un unico grande romanzo, per stimolare un confronto sulla comprensione di sé e del proprio tempo attraverso la letteratura. A inaugurare il progetto sarà La Peste di Albert Camus, che il Salone porterà nelle scuole perché gli studenti possano leggerlo, discuterne in classe e vivere insieme un’esperienza di lettura condivisa sul tempo incerto che stiamo vivendo. Questa edizione speciale de La Peste, realizzata in collaborazione con Bompiani e il sostegno dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, sarà il primo volume della collana “La Biblioteca del Salone”, e verrà distribuita gratuitamente a 6000 studenti e studentesse del terzo e del quarto anno della scuola secondaria di secondo grado di tutta Italia, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. L’edizione avrà una veste grafica studiata ad hoc da Riccardo Falcinelli; un’introduzione affidata ad Alessandro Piperno; e una nota del direttore editoriale del Salone, Nicola Lagioia. La traduzione è a cura di Yasmina Melaouah, docente universitaria e traduttrice premiata.

I docenti possono candidare le proprie classi al progetto sulla piattaforma SalTo+ a partire dal 2 marzo. Gli studenti partecipanti potranno condividere le loro riflessioni sull’esperienza di lettura sul nuovo Bookblog. Alle classi aderenti saranno messi a disposizione diversi materiali di approfondimento sull’autore e sui temi del romanzo, tra questi anche una lezione di Alessandro Piperno dal Teatro Argentina di Roma, disponibile su SalTo+ a partire dal 2 marzo e visibile a tutti gli utenti della piattaforma. La lezione inaugurerà Il Salone presenta Albert Camus, un ciclo di podcast, prodotto dal Salone in occasione dell’uscita di questo volume speciale, che parlerà delle opere e della vita del grande scrittore di origini francesi, nato e cresciuto in Algeria. La serie di podcast ospiterà le voci di: Alessandro Piperno (4 marzo), Yasmina Melaouah (18 marzo), Annalena Benini (1 aprile), Leila El Houssi (15 aprile), Evelina Santangelo (29 aprile), Goffredo Fofi (13 maggio). Le 6 puntate saranno disponibili per tutti dal 4 marzo su SalTo+ e sulle principali piattaforme streaming gratuite.

 

Adotta uno scrittore.

Tornerà per la diciannovesima edizione anche Adotta uno scrittore, l’iniziativa del Salone Internazionale del Libro di Torino che porta gli scrittori in aula e avvicina studenti e studentesse alla lettura, sostenuta dall’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, in collaborazione con la Fondazione con il Sud, il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per il Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, il CespCentro studi scuola pubblica – Rete nazionale delle scuole ristrette.

Nel 2020, nonostante le difficoltà di tutto il comparto didattico, Adotta uno scrittore ha continuato a rispondere ai bisogni della comunità scolastica spostando in video conferenza gli incontri con gli autori: sono state portate a termine 29 adozioni tra Piemonte, Veneto, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna, Basilicata. Un video documentario, disponibile dal 2 marzo sul canale YouTube del Salone, racconterà per immagini ogni adozione: una finestra sul lavoro all’interno delle classi, un altro linguaggio per guardare ai libri e alla scrittura.

Per il 2021, Adotta uno scrittore prevede il coinvolgimento di una trentina di autori, destinati ad “adozioni” in scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado; negli istituti scolastici ospitati all’interno di strutture carcerarie (carceri minorili, case circondariali, case di reclusione) e nelle Università del Piemonte (Dipartimento di Lettere dell’Università di Torino e l’Università del Piemonte Orientale). Per la prima volta nella storia dell’iniziativa, grazie al trasferimento online del progetto, saranno adottati tre autori stranieri italofoni: i francesi Bernard Friot e Olivier de Solininihac (per la scuola primaria) e lo svedese Björn Larsson. Tra gli altri autori già confermati: Teresa Radice e Stefano Turconi per le scuole primarie; Davide Morosinotto e Giulia Caminito per le secondarie di primo grado; Jonathan BazziDonatella Di PietrantonioFumettibruttiAlessandro RobecchiAndrea Colamedici e Maura Gancitano per le scuole superiori; Emanuele Trevi e Igiaba Scego per le università.

Per adottare un autore, i docenti potranno candidare la propria classe su SalTo+.

 

L’Europa ancora da scrivere. Decalogo per il Futuro dell’Europa.

La collaborazione con l’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, inaugurata in occasione di Vita Nova, prosegue con un nuovo progetto dedicato agli studenti delle scuole primarie e secondarie. A ottant’anni dalla prima pubblicazione del Manifesto di Ventotene, il Salone del Libro celebra l’anniversario con una chiamata aperta alle scuole per continuare quel progetto di manifesto. Grazie alla forma del decalogo gli studenti dovranno immaginare in dieci punti il futuro dell’Europa: dieci sfide per dare un nuovo volto alla nostra casa comune. Per accompagnare questa attività, il Salone organizzerà tre momenti di formazione su SalTo+ per far conoscere la storia del Manifesto di Ventotene ai ragazzi e per orientarli nel loro lavoro.

 

Bookblog.

Il Bookblog si rinnova: lo spazio digitale del Salone del Libro pensato per dare voce agli studenti e alle studentesse cambia veste e si apre a nuovi contenuti strutturandosi in tre sezioni specifiche.

Cronache racconta dal punto vista dei giovani il Salone del Libro e tutte le sue attività durante l’anno. Laboratorio è il luogo in cui i progetti che il Salone dedica alle scuole si trasformano in racconto corale: uno spazio per ciascun progetto, da Un libro tante scuole ad Adotta uno scrittore, in cui raccogliere commenti, impressioni e testi. E ancora, una terza sezione, Scaffale, dedicata ai contributi di tutti i ragazzi e le ragazze che hanno voglia di parlare e discutere dei libri che leggono. Scaffale raccoglie infatti le loro recensioni e andrà a comporre, con i loro contributi, i titoli della libreria che ogni anno il Salone pensa ad hoc per gli adolescenti. Il nuovo blog sarà online da martedì 2 marzo.

 

Il Salone per il Dantedì.

Anche il Salone del Libro partecipa al Dantedì, la giornata dedicata al settecentenario dell’inizio del viaggio ultraterreno di Dante nell’aldilà. Mercoledì 25 marzo, alle 11:30, il Salone organizza una diretta dal suo canale Instagram, aperta alle scuole e a tutto il pubblico del Salone. Una maratona di lettura realizzata da studenti di tutta Italia, in collaborazione con le scuole dell’Atlante Digitale del Novecento, per sentire dalla voce dei ragazzi le terzine della Commedia.

 

 

Presentazione online ai docenti di tutte le attività per le scuole.

Tutte le attività del Salone rivolte alle scuole saranno presentate ai docenti il 2 marzo alle 17.30 su SalTo+. Per partecipare alla presentazione è sufficiente registrarsi alla piattaforma. Sempre su SalTo+ sarà poi possibile per i docenti candidare le proprie classi ai progetti di loro interesse.

 

 

Nel presskit digitale è disponibile il comunicato stampa completo con le dichiarazioni istituzionali del Ministro Franceschini; del Presidente Cirio; della Sindaca Appendino; e di Francesco Profumo, Presidente Fondazione Compagnia di San Paolo; Giovanni Quaglia, Presidente Fondazione CRT; Maurizio Molinari, capo dell’ufficio del Parlamento europeo a Milano; oltre alle dichiarazioni di Silvio Viale, Giulio Biino e Nicola Lagioia.

Nel presskit è inoltre disponibile la copertina dell’edizione speciale de La Peste.

ContemporaneA. Parole e storie di donne

Lunedì 1° marzo tornano gli incontri online, i consigli di lettura e le rubriche più amate.

La dj e speaker radiofonica Clarice Trombella e la scrittrice Laura Calosso le prossime ospiti.

 

L’arrivo imminente della primavera porta con sé una nuova stagione di ContemporaneA. Parole e storie di donne, che dal 1° marzo 2021 riprende i rendez-vous sui suoi canali social.

Dopo l’avvio dei primi incontri online lo scorso giugno, culminati a ottobre nella prima edizione del festival, che si è tenuto dal vivo in una due giorni con oltre venti ospiti e la maratona natalizia, ContemporaneA è pronta a riprendere le attività sui suoi canali Facebook, Instagram e YouTube: ogni giorno un appuntamento con una diversa rubrica, con temi che ruoteranno intorno a letteratura, arte, cultura, sempre affrontati attraverso una lente femminile.

 

I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Ritorna il lunedì la rubrica che ogni settimana porta un po’ di ispirazione a tutti i followers di ContemporaneA: Una collana di perle, dedicata alle citazioni; si inizia con la poetessa e giornalista statunitense Dorothy Parker e la filosofa e scrittrice britannica Iris Murdoch.
Martedì 2 marzo la prima ospite della rubrica Caffè con le ragazze è la dj e speaker radiofonica milanese Clarice Trombella. Intervistata da Stefano Minola, Trombella racconta del suo Sacerdotesse, imperatrici e regine della musica (BeccoGiallo), nel quale tratteggia venti ritratti di donne protagoniste della musica e che della musica hanno fatto uno strumento di cambiamento sociale. La settimana successiva è la volta di Laura Calosso con Ma la sabbia non ritorna (SEM), in cui si intrecciano narrativa e inchiesta giornalistica, fiction e riflessione sulla realtà, in un romanzo che è anche denuncia dei disastri ambientali causati dall’estrazione indiscriminata della sabbia.
Ritroviamo Dorothy Parker ne L’amica che vorrei di mercoledì 3 marzo, mentre l’appuntamento successivo con la stessa rubrica è con Gianna Manzini, con un focus sulla sua vita, tra anarchia e Virginia Woolf, passando per la vittoria Premio Campiello nel 1971 con Ritratto in piedi, in cui ci racconta in modo lirico, visionario e insieme aspro la storia di suo padre.
Giovedì 5 marzo, spazio all’arte, con un focus su tre progetti di Marinella Senatore, la cui cifra distintiva è da sempre quella di intendere l’arte come partecipazione attraverso performance, dipinti, collage, installazioni, video e fotografie con un forte interesse per le tematiche sociali come l’emancipazione e l’uguaglianza. La settimana successiva (11 marzo), sui canali social di ContemporaneA arriva l’illustrazione di Anna Ippolito Donna con i pesci rossi: una giovane donna si tuffa con slancio perfetto in acqua verso un gruppo di pesciolini rossi, animali simbolo di pace, saggezza e lunga vita sin dal mondo egizio.
Sabato è il momento dei consigli di lettura delle curatrici del progetto, con A ruota libera: Barbara Masoni parla di Ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo, edito da SUR e tradotto da Martina Testa (6 marzo) e Irene Finiguerra racconta la sua lettura de La figlia unica, ultimo libro della scrittrice messicana Guadalupe Nettel, pubblicato in Italia da La Nuova Frontiera con la traduzione di Federica Niola (13 marzo).
Chiude la settimana La donna della domenica, l’appuntamento dedicato a grandi figure del passato, più o meno note: la francese Simone Veil, che fu sempre impegnata a difendere i diritti delle donne e la memoria della Shoah oltre ai valori dell’Europa unita (7 marzo) e della grande giornalista e critica cinematografica Lietta Tornabuoni (14 marzo).

 

Il progetto ContemporaneA. Parole e storie di donne nasce all’interno dell’associazione biellese BI-BOx da un’idea di Irene Finiguerra e Barbara Masoni, in collaborazione con la libreria Giovannacci e con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. L’illustrazione e il progetto grafico è a cura di Anna Ippolito.

 

COS’È CONTEMPORANEA. PAROLE E STORIE DI DONNE

I RENDEZ-VOUS

ContemporaneA è un progetto che fin dalla sua nascita si è presentato con una doppia anima, online e analogica, e un solo obiettivo: quello di essere uno spazio per tutte le donne (e non solo) dove confrontarsi, sognare e progettare, dove ascoltare gli interventi di scrittrici, artiste, imprenditrici. È così che, nell’ambito della rubrica social Caffè con le ragazze, in questi due mesi hanno raccontato sé stesse e il proprio lavoro autrici come Giusi Marchetta, Costanza Rizzacasa D’Orsogna, Marta Barone, Bea Buozzi, Marilù Oliva, Carola Benedetto e Luciana Cilento. Non solo scrittrici: sono intervenute anche professioniste del mondo dell’arte e della cultura come la direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella, la regista Irene Dionisio, la tatuatrice Silvia Maschio, le ideatrici del progetto Senza Rossetto Giulia Cuter e Giulia Perona, la manager musicale Katia Giampaolo, le giornaliste Ritanna Armeni, Simonetta Fiori, Cristina Manfredi.

Non sono mancate le voci maschili, grazie alla rubrica Scrittori per scrittrici, attraverso cui alcuni tra i più amati nomi della narrativa italiana hanno raccontato con brevi video la propria autrice preferita, come Maurizio de Giovanni, Antonio Manzini, Matteo B. Bianchi, Raffaele Riba, Nicolò Targhetta, Lorenzo Marone, Fabio Stassi, Giacomo Nicolella.

Tra le altre rubriche Una collana di perle, ogni lunedì mattina una citazione diversa, che sia di ispirazione per tutta la settimana; L’amica che vorrei, la rubrica dedicata alle scrittrici: da conoscere, da leggere o da rileggere; A ruota libera, in cui le due curatrici di ContemporaneA Irene Finiguerra e Barbara Masoni approfondiscono ogni volta un tema diverso: una corrente artistica, una storia, un libro; La donna della domenica, dedicato alle donne da non dimenticare.

 

IL FESTIVAL

Il 10-11 ottobre 2020 si è tenuta a Biella la prima edizione in presenza del festival Contemporanea. Parole e storie di donne. Tra gli ospiti, Vera Gheno, Simonetta Fiori, Roberta Scorranese, Ritanna Armeni,

Florencia Di Stefano-Abichain, Rossana De Michele, Mariangela Pira, Francesca Angeleri, Silvia Zanella, Elena Varvello, Simone Tempia, Nicolò Targhetta, Andrea Pomella e Raffaele Riba. La prossima edizione del festival è prevista nell’autunno 2021.

 

www.contemporanea-festival.com

Facebook: @contemporaneafestival

Instagram: @contemporaneafestival

 

Questo è il Piemonte, bellezza!

AL VIA IL PROGETTO CHE UNISCE CINEMA E PERFORMING ARTS PER VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE
Fino al 24 marzo aperto il bando per registi e videomaker
Foto e grafiche del progetto a questo link https://tinyurl.com/g98jsepl

Alcuni dei più importanti luoghi-simbolo d’arte e cultura del Piemonte diventeranno set cinematografici d’eccezione per dieci compagnie di teatro, musica, danza e circo contemporaneo, grazie a “CIAK! Piemonte che Spettacolo”.
Il progetto ha l’obiettivo di rilanciare il territorio anche in chiave turistica e far ripartire i comparti dello spettacolo e delle produzioni audiovisive messi a dura prova dalla pandemia.
E’ stato ideato e messo in campo da Fondazione CRT, Film Commission Torino Piemonte e Fondazione Piemonte dal Vivo, per promuovere le eccellenze del patrimonio storico, architettonico, paesaggistico e i talenti delle performing arts, attraverso la realizzazione di dieci clip e cortometraggi d’autore destinati alla diffusione locale, nazionale e internazionale. Un’iniziativa che unisce il valore culturale a quello economico-occupazionale, con
Fino al 24 marzo è aperto il bando che selezionerà registi e videomaker. Le dieci location, diffuse in tutte le province del Piemonte, saranno individuate all’interno di una rosa che comprende: le OGR, il Museo di Scienze Naturali, Palazzo Madama, l’Armeria Reale, il Planetario InfiniTo, Stupinigi, il Castello di Rivoli (Torino); il Parco Paleontologico Astigiano e il complesso di beni gestito dalla Fondazione Asti Musei (Asti); il Castello di Casale Monferrato (Alessandria); il Castello di Racconigi, il Castello di Govone, Bene Vagienna con Casa Ravera, Palazzo Lucerna di Rorà e la Confraternita dei Disciplinati Bianchi (Cuneo); il Broletto di Novara; il Museo Borgogna (Vercelli); Villa Giulia (Verbania), il Ricetto di Candelo (Biella).
A ognuna delle dieci sedi sarà abbinata una compagnia di performer dal vivo e una produzione cinematografica, che “abiteranno” gli spazi d’arte e cultura con progetti site-specific, parte integrante della narrazione video.
“Riaccendiamo i riflettori sulle molte eccellenze culturali del territorio, con un progetto anticiclico in collaborazione con le istituzioni: un segnale concreto per far fronte alla crisi e accelerare la ripresa, per costruire una nuova normalità fondata sulla fiducia”, ha detto il Presidente di Fondazione CRT Giovanni Quaglia.
Per Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte “Il progetto non solo è innovativo e originale, ma riesce ad attivare il settore economico-occupazionale in un momento in cui far ripartire i comparti dello spettacolo e delle produzioni audiovisive, messi in ginocchio dalla pandemia, è fondamentale. La bellezza delle dieci location che verranno scelte, spaziando in tutte le province del Piemonte, non farà che rafforzare la promozione turistica del nostro territorio attraverso le seduzioni dell’arte cinematografica.”
“E’ un patto stretto fra artisti, autori e istituzioni per salvaguardare alcuni valori: Il primo è il valore creativo nell’offerta digitale che si è inflazionata di questi tempi e non sempre con prodotti di qualità, il secondo restituire in Italia e all’estero l’immagine del Piemonte più bello”, ha detto Matteo Negrin direttore di Piemonte dal vivo
Secondo il Presidente di Film Commission Torino Piemonte Paolo Damilano “questo progetto sintetizza al meglio la naturale connessione tra cultura e turismo, tra audiovisivo e valorizzazione del territorio. Il rilancio turistico di luoghi e architetture passa e parte spesso proprio dal cinema, che ne enfatizza egregiamente la bellezza e l’unicità.

Il bando e i documenti per partecipare sono disponibili sul sito di Piemonte dal Vivo alla pagina dedicata: www.piemontedalvivo.it/ciak.

Le città (tutt’altro che) invisibili

Da remoto impero di Kubilai Khan, popolato da città – invero già nel Medioevo ben più popolose di quelle europee – favolose tanto nel Milione quanto nella reinterpretazione novecentesca di Calvino, a gigante demografico e potenza geopolitica, competitore degli USA più serrato dell’URSS durante la Guerra Fredda.

Il Museo di Arte Orientale allestisce un affresco urbanistico in collaborazione con il Politecnico di Torino, i cui studenti di ingegneria ed architettura hanno documentato la nascita di nuovi distretti abitativi e governativi cinesi previsti dai Master Plan di riorganizzazione delle grandi città costiere e creazione di poli nelle province più interne e meno sviluppate.
Dalla loro esperienza nasce un’esposizione, principalmente fotografica, aperta da fine ottobre, interrotta dalla seconda ondata pandemica, e di recente riaperta e prolungata.
La vocazione del MAO, non limitata alla raccolta archeologica, ma punto di riferimento per approfondire e comprendere le grandi civiltà orientali, le quali, dall’islamica all’indiana, dalla cinese alla giapponese, sono ben vive e contigue al proprio passato, non riconducibili ad “oggetti da museo” come per altre parabole storiche ormai concluse, è confermata tanto dal ricco calendario di eventi e seminari quanto dalla creazione di una mostra fondata su materiali contemporanei – plastici, contributi multimediali, planimetrie, disegni tecnici e appunti di architetti – , fino agli immancabili dati, animati, raccolti in grafici comparativi, resi vivi e parlanti, ormai parte di ogni storytelling.
La vorticosa espansione urbana cinese si traduce nell’impressionante velocità di crescita dei principali indicatori sociali, dal PIL pro capite all’accesso a beni di consumo, pienamente disponibili nelle città e in rapidissimo aumento (impressionante la crescita nell’ultimo ventennio) nelle campagne.
I visitatori si muovono tra innumerevoli cantieri, visioni quasi fantascientifiche di strade a tre corsie, ferrovie, spazi enormi e silenziosi, dominati da grattacieli, in cui le persone spariscono, pur presenti nelle luci accese delle notti, dal traffico, dal formicolare dei muratori, nel fatto che dietro l’espansione della città non c’è nessuna forza autonoma, ma l’azione di quel mammifero sociale che è il Sapiens.
Pur nelle somiglianze esteriori, la città cinese si mostra lontana dalla tradizione urbana occidentale nata dal Medioevo e sulla quale la nostra cultura si fonda, il cui centro storico si fa punto d’attrazione turistica, luogo di storia e di bellezza; è una città funzionale, concepita per gestire l’esuberante demografia – ancorché destinata a venir superata dall’India e con molti dei problemi di senescenza di Europa e Stati Uniti – in quello che dovrebbe essere il secolo dell’affermazione e forse dell’inizio di un nuovo corso della storia, smaltendo l’amministrazione, offrendo il benessere cui le nuove generazioni, dopo il travagliato secolo scorso, ambiscono, raccogliendo il frutto dello sviluppo dell’ultimo quarantennio.
La fotografia delle biciclette affastellate a perdita d’occhio nelle rastrelliere del bike sharing in un piazzale, così diverso dalla manciata di stalli nelle nostre vie, pone inevitabilmente l’interrogativo sul significato di una vita in periferie sterminate, ancorché residenziali, immerse in megalopoli dove il nucleo originario dista ore di metropolitana, in cui appare la possibilità di trascorrere l’intera propria esistenza nel proprio sterminato quartiere, un po’ come si poteva condurre la propria vita all’interno della propria piccola patria, o la propria città, nella quale è pur possibile ritrovare il mondo intero.
Ideale distopico e propagandistico, parte di quella società del controllo, di internet nazionale a circuito chiuso e social network autarchici, o necessità del progresso che qualunque collettività di quelle dimensioni dovrebbe affrontare per consentire a tutti una vita dignitosa?
Le città fotografate ingoiano l’uomo, inesorabili come inesorabili fagocitano le campagne verso le quali si protendono, sottraendo loro la residua “misura umana”, ma al cui rimanente ritardo, soprattutto in termini di reddito, si propongono di porre rimedio; città dunque con problemi diversi da quelli delle “nostre”, gentrificate, dissociate tra periferia e centro, centro a sua volta diventato turistico e in crisi di identità: ci si può solo interrogare su quali dinamiche, e di quale scala, si potranno generare in futuro nelle enormi metropoli d’Oriente.
La Cina, che proprio grazie alla progressiva acquisizione di una dominante dimensione urbana, potrebbe apparirci più vicina dell’India, si mostra in realtà sfuggente nella difficoltà ad inquadrare davvero le proporzioni in gioco, per non parlare dei numeri assoluti.
Le questioni interne, di repressione etnica e politica, e estera, la crescente frizione economico-commerciale e l’interrogativo sul futuro esercizio dell’opzione militare, restano sullo sfondo, come probabilmente sono secondarie alla quotidianità dei cinesi, uomini come noi, che quelle torri di cemento abitano, con i loro lavori, pensieri, sogni ed impegni quotidiani, connaturati alla nostra condizione; quanto non si mostra direttamente, non può però che riaffiorare in una riflessione finale, riandando a ciò che più di tutto spicca dai contributi multimediali della mostra: la numericamente vertiginosa leva umana che la Repubblica Popolare può cooptare ed organizzare.

Andrea Rubiola

Scena aperta: visite culturali al Teatro Carignano

Visite culturali al Teatro Carignano realizzate dal Teatro Stabile di Torino  in collaborazione con il FAI – Fondo Ambiente Italiano

Il Teatro Stabile di Torino è solidale con le iniziative promosse dalle Organizzazioni Sindacali, dall’associazione Unita e
dal Coordinamento RISP Emergenza continua

Un anno fa si chiudevano per la prima volta tutti i teatri italiani a causa della pandemia. Da allora la nostra attività di spettacolo in presenza di pubblico ha potuto svolgersi soltanto in modo intermittente, con gravi ripercussioni sull’occupazione degli artisti e tecnici e sulla qualità della vita delle nostre comunità. Purtroppo, ancora oggi, dal mese di ottobre, il Governo ritiene che non si siano ristabilite le condizioni sanitarie necessarie ad una ripresa in sicurezza.

Nei dodici mesi trascorsi, il Teatro Stabile di Torino non ha mai smesso di lavorare dietro le quinte, scritturando attori, autori, registi e maestranze, per continuare a produrre con l’obiettivo di farsi trovare pronto per la ripartenza, che si auspica avvenga entro qualche settimana.

Tutto il TST è solidale con le iniziative indette tra lunedì 22 e martedì 23 febbraio 2021 dalle organizzazioni sindacali SLC CGILFISTEL CISL e UILCOM, dall’associazione UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) e dal Coordinamento RISP Emergenza continua: pertanto lunedì 22 febbraio dalle 19.30 alle 21.30 rimarranno accese le luci del Teatro Carignano e martedì 23 febbraio, alle ore 16.00, una delegazione del Coordinamento entrerà in sala e calcherà simbolicamente il palcoscenico.

Mercoledì 24 febbraio, invece, a un anno esatto dalla chiusura dei teatri, le porte del Teatro Carignano si apriranno alla Città per un pomeriggio di visite culturali realizzate in collaborazione con la Delegazione FAI di Torino. Nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e di prevenzione Covid-19, i volontari del FAI condurranno gruppi di massimo 10 visitatori per volta alla scoperta del teatro più amato dai torinesi, in un esclusivo tour di mezz’ora che si concluderà sul palcoscenico, per scoprire un inedito punto di vista della sala.

«In questo periodo – dichiara il Presidente del TST, Lamberto Vallarino Gancia – ci sentiamo vicini a tutti i lavoratori del comparto e pertanto aderiamo volentieri all’iniziativa Facciamo luce sul teatro. Inoltre – conclude Vallarino Gancia – siamo lieti di poter offrire, grazie alla collaborazione con il FAI, le visite culturali al Carignano, un patrimonio artistico della Città di Torino visitabile al pari di un museo, ovviamente nel più rigido rispetto delle normative sanitarie».

Per le visite culturali è prevista la prenotazione obbligatoria a partire da venerdì 19 febbraio 2021, sul sito del FAI. L’iniziativa, compatibilmente con l’andamento dei dati epidemiologici, potrà svolgersi nuovamente nel mese di marzo.

La visita culturale al Teatro Carignano è stata proposta in anteprima, nei giorni scorsi, a una ventina di persone tra fotografi, instagrammers e blogger più attivi a Torino che hanno realizzato post e stories sui loro profili. Gli scatti sono visibili sulle stories in evidenza (sguardi) del profilo Instagram del Teatro Stabile di Torino (@teatrostabile_torino).

INFO
Per le visite culturali, prenotazione obbligatoria a partire da venerdì 19 febbraio sul sito del FAI al link: https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/evento/visita-a-porte-chiuse-al-teatro-carignano-12442/
Contributo a partire da € 6,00 – a sostegno del FAI
Orario visite: 16.00 / 16.30 / 17.00 / 17.30 / 18.00 / 18.30 / 19.00 / 19.30

Il gruppo di lettura del Circolo dei lettori incontra le collezioni della GAM

Arte a Torino. Il ‘900

 Il martedì alle 19.00: Movimenti, protagonisti e fatti d’arte dal secolo scorso a oggi con Luca Beatrice

Il mercoledì alle 16.00: Visita guidata a tema nelle sale della collezione del ’900 alla GAM

Dal 16 febbraio al 3 marzo

Insieme alla Fondazione Circolo dei lettori, la GAM offre la possibilità di seguire visite guidate in museo legate alle tematiche affrontate il giorno prima nel gruppo di lettura guidato da Luca Beatrice, a tu per tu con le opere d’arte esposte.

Ogni martedì sera il gruppo di lettura, scandito in episodi, ripercorre movimenti, protagonisti e fatti d’arte che attraversano il ‘900. Il mercoledì alle 16.00 coloro che hanno seguito la lezione potranno partecipare alla visita alle rinnovate collezioni del Novecento: Il primato dell’opera, della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e scoprire da vicino gli artisti e le opere di cui si è discusso.

Il programma:

–         martedì 23 febbraio h 19-20

Eccentrici, visionari, informali

Torino città di luci e ombre, dietro l’apparente rigore si alimenta di figure misteriose e di difficile lettura. Parliamo di Carol Rama, Carlo Mollino, Italo Cremona, Luigi Carluccio, Piero Ruggeri, Riccardo Gualino e altri protagonisti.

–         mercoledì 24 febbraio h 16

Visita guidata a tema alle collezioni GAM

 

–         martedì 2 marzo h 19-20

L’Arte Povera e gli “altri” Anni Sessanta

Nel 1967 l’Arte Povera anticipa l’età della contestazione e dei grandi cambiamenti. Ma gli anni ’60 sono molto più complessi e articolati: la pop, il design, la pittura monocroma per una Torino laboratorio di sperimentazioni.

–     mercoledì 3 marzo h 16

Visita guidata a tema alle collezioni GAM

Gruppo di lettura con Luca Beatrice:

abbonamento 4 incontri € 30

acquisti su vivaticket.it

Visite guidate alle collezioni GAM:

a cura di Theatrum Sabaudiae

Prenotazione obbligatoria, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Costo: 6 € a visita per partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte. Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

Prenotazioni allo 011 5211788, oppure scrivendo a info@arteintorino.com

Acquista la tua visita

Maggiori informazioni

il Circolo dei Lettori, via Bogino 9, Torino

0114326827 | info@circololettori.it

Un patto per la Cultura tra le grandi Città

CULTURA. GLI ASSESSORI DELLE GRANDI CITTÀ PROPONGONO UN’ALLEANZA CON IL GOVERNO E AZIONI CONCRETE A SOSTEGNO DI TUTTI I COMPARTI

A un anno dall’inizio della pandemia, i 12 assessori alla Cultura delle grandi Città italiane hanno presentato alla stampa le loro proposte a sostegno degli ecosistemi culturali urbani, resi fragili da un anno di emergenza sanitaria e dall’incertezza che ancora governa la loro attività.

Consapevoli da subito dei danni che la situazione pandemica avrebbe provocato nel sistema socio-culturale del Paese, gli assessori Luca Bergamo (Roma), Filippo Del Corno (Milano), Francesca Leon (Torino), Ines Pierucci (Bari), Paola Mar (Venezia), Tommaso Sacchi (Firenze), Paolo Marasca (Ancona), Matteo Lepore (Bologna), Paola Piroddi (Cagliari), Eleonora De Majo (Napoli), Barbara Grosso (Genova), Mario Zito (Palermo), riuniti in un coordinamento, hanno interloquito nei mesi scorsi sia con il Ministero che con ANCI, ottenendo risultati concreti, soprattutto per quel che concerne le garanzie riservate ai lavoratori della cultura.

Frutto del lavoro di coordinamento costante e della volontà condivisa di dare piena realizzazione al diritto alla cultura, le proposte presentate oggi dai 12 assessori si iscrivono all’interno di un’auspicata alleanza tra il Governo e i territori in cui la cultura esiste, produce e si sviluppa.

Musei, teatri, luoghi di spettacolo, sedi espositive, luoghi d’arte e cultura: le Città intendono mettere a disposizione del Governo la propria conoscenza capillare del mondo culturale e delle sue problematiche, ponendo le basi e stabilendo insieme i protocolli per una ripresa il più possibile certa, rapida e omogenea in tutto il territorio nazionale.

 

Le proposte presentate riguardano:

  1. a) la garanzia dell’apertura dei luoghi di cultura con un protocollo unico: questo eviterebbe la reversibilità delle aperture, a meno di situazioni particolarmente gravi, garantirebbe la continuità del presidio culturale sul territorio, assicurerebbe il lavoro e fiducia, darebbe sostanza al diritto inalienabile alla cultura e fornirebbe ai cittadini alternative controllate e sicure, invece di obbligarli a una socialità compressa in pochi, e poco controllati, luoghi pubblici o privati.

L’esperienza delle Città, la serietà con cui teatri, musei e luoghi di cultura hanno mostrato di saper gestire i periodi di apertura, l’elasticità del servizio, la disponibilità ad adattarsi ai vincoli che di volta in volta si rendono necessari, rendono questo obiettivo realisticamente possibile.

 

  1. b) la garanzia dell’apertura degli istituti museali e dei luoghi di cultura anche nei weekend, nel rispetto di ogni norma prevista ad oggi per il contenimento del rischio sanitario e in attesa dell’auspicato protocollo unico. Un intervento necessario per la sostenibilità del lavoro culturale, per garantire la continuità nella conservazione del patrimonio, per consentire l’accesso ai luoghi di cultura a tutti i lavoratori del Paese, e quindi il pieno rispetto del diritto alla cultura.

 

  1. c) la costituzione di un Tavolo permanente Enti Locali in costante dialogo con il Ministero alla Cultura e, nell’ambito del nuovo assetto dei sottosegretariati ministeriali, la creazione di un sottosegretariato con delega ai rapporti con ANCI ed Enti Locali, come già avvenuto in passato per il Turismo. Questo nuovo riferimento aprirebbe un dialogo costante con il Ministero e garantirebbe la concertazione di politiche culturali – necessarie per la rinascita del Paese – tra Governo centrale e le Città, che si metterebbero a disposizione con spirito di servizio come interlocutori per la costruzione di politiche condivise e come portavoce delle istanze derivanti dai territori.

 

Infine, gli assessori hanno auspicato la creazione di un fondo speciale destinato alla ripartenza delle Città sul piano culturale.

Queste proposte nascono dall’esperienza di governo locale e dall’impegno continuo e costante nella tutela della produzione, della programmazione e del lavoro culturale. Con il senso pratico che distingue il mondo delle Città, a un anno dall’inizio della nostra collaborazione, vogliamo allinearci a quanto sostenuto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nella replica al Senato: ‘Il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità […] Molto è stato fatto, serve fare ancora di più’”, hanno dichiarato gli assessori.

“In punta di pennello, in punta di lama”, meraviglie dal Giappone

Al MAO di Torino, rotazione di paraventi e spade giapponesi. Fino al 20 aprile

I depositi del MAO- Museo d’Arte Orientale di via San Domenico a Torino sono autentiche miniere di preziose e delicate “meraviglie”  artistiche tramandate nei secoli dai Paesi dell’Estremo Oriente, custodite con grande rigore e periodicamente esposte alternandosi fra loro, così da garantire sempre e a tutte periodi di riposo atti alla loro più scrupolosa conservazione e alla precisa volontà dei responsabili del Museo di presentarleal pubblico in una veste sempre nuova. In questa logica di rotazione espositiva si inserisce anche l’attuale mostra dedicata a due coppie di antichi paraventi giapponesi a sei ante appartenenti alle “dinastie Edo” (Tokugawa) e a spade giapponesi datate fra il 1300 ed il 1600. Ecco il perché dell’illuminante titolo della rassegna “In punta di pennello, in punta di lama”, visitabile fino al prossimo 20 aprile. La prima coppia di paraventi attribuiti a Okamoto Toyohiko (1773 – 1845), realizzati, a inizio ‘800, ad inchiostro dai colori tenui e foglia d’oro su carta, con bordo in seta damascata blu e motivi decorati, narra attraverso oniriche e rarefatte visioni la leggenda della “Sorgente dei Fiori di Pesco”, secondo cui un barcaiolo passando attraverso una fenditura della roccia all’altezza di una sorgente immersa nei fiori di pesco, viene a trovarsi, benevolmente accolto, in un villaggio rurale che si rivelerà essere un “paese utopico” sconosciuto al resto del mondo, al quale il pescatore, una volta ripartito, non riuscirà mai più a fare ritorno. Realtà e utopia. Mondo reale e mondo magico presentati, attraverso sapienti sfumature cromatiche, con la leggerezza di un garbo pittorico fatto di velature, riverberi e spruzzi d’acqua in cui prendono corpo atmosfere eteree, sospese e sognanti. Nella seconda vetrina sono accostati due paraventi a sei ante singoli, uniti dal tema dell’acqua. Il primo risale al XVII secolo e presenta scene paesaggistiche di ispirazione cinese dipinte a inchiostro, probabilmente un’opera giovanile dell’artista Kano Yasunobu (1613-1685). Il secondo si intitola “Attraversando il ponte sul ruscello”e racconta, a inchiostro su carta, un episodio ispirato all’aneddoto cinese noto come “I tre che ridono al Ruscello della Tigre”. Dove, i tre sono il monaco buddhista Huiyuan, il saggio taoista Lu Xiujing e il poeta Tao Yuanming, colti nel momento della risata quando il monaco, assorto nella conversazione, finisce per rompere il veto autoimposto di non oltrepassare il ruscello e comprendono così che la purezza spirituale non può essere misurata attraverso i limiti fisici. Sullo sfondo, vette montuose sempre più rarefatte emergono dallo sfumato e dagli spruzzi della foglia di rame, mentre lo stile caricaturale con cui sono resi i personaggi è particolarmente evidente nelle espressioni dei volti e delle mani.

Accanto ai paraventi, si trovano in esposizione, in un’apposita teca al secondo piano, anche le spade giapponesi, fra cui alcune katana (una sorta di sciabolacon impugnatura a due mani) e alcune wakizashi (la “guardiana dell’onore” dei samurai) con le rispettive montature. La più antica è una katana attribuita allascuola Naoe Shizu, attiva nella provincia di Mino fin dalla metà del Trecento, probabilmente realizzata nel primo periodo Muromachi (1333-1573). Tra i pezzi più pregiati, un’imponente katana koto”, lunga 81centimetri, databile 1530 circa, firmata Iyetsugu (della scuola Soden Bizen operante nel periodo Muromachi ) ed accompagnata da un fodero in lacca rossa, ornato di finiture floreali in lega rame-argentopatinato caratterizzata da una gamma di grigi sottili e sfumature tenui di blu, ottenute attraverso luso del processo “colore cotto”, con l’elsa (tsuba) in ferrolaminata in oro. Altrettanto pregevole una wakizashi Shinto firmata Omi Daijo Fujiwara Tadahiro, della scuola Hizen Tadayoshi (1645), noto per essere un artigiano particolarmente abile, apprezzato per la suacapacità di forgiare lame di ottima fattura e di realizzare decorazioni estremamente nitide.

Gianni Milani

“In punta di pennello, in punta  di  lama”

MAO-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436927 o www.maotorino.it

Fino al 20 aprile

Orari: merc. e giov. 11/19; ven. 11/20

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Nelle foto
– Okamoto Toyohiko: “La Sorgente dei Fiori di Pesco”, inizi ‘800
– Kano Yasunobu: “Paesaggi di ispirazione cinese”, XVII sec.
– n. i. “Attraversando il ponte sul ruscello”, fine XVIII sec.
– Yietsugu: “Katana Koto”, circa 1530

 

Una nuova tappa della ricerca storica sulla antica casata dei Gozzano

Armano Luigi Gozzano instancabilmente continua la ricerca dei documenti storici sulla genealogia della nobile casata Gozzano in Piemonte.

Luzzogno per alcuni secoli rappresentò l’unità civile e religiosa e la prima comunità ad erigersi in parrocchia e rendersi autonoma da Omegna nel 1455.La nobile casata dei Gozzano, scomparsa ormai da quasi quattro secoli da Luzzogno,lasciò evidenti segni del loro passaggio.Un ricco signore della famiglia eresse per ex- voto il Santuario della Madonna delle Grazie,detto della Colletta,dove si trova la Natività della Beata Vergine Maria.
Foto 1 (idem alla foto di testata).
L’edificio risale al 1400 ed il motivo della costruzione é illustrato nell’affresco posto sopra alla porta di ingresso.Si racconta in una antica tradizione che un Gozzano ed un suo compagno di lavoro, entrambi artigiani,durante una rapina ad una muta di muli carichi di monete d’oro,furono arrestati per errore e scambiati per i veri ladri. L’affresco rappresenta il povero Gozzano che invoca la Madonna della Colletta,poi liberato per intervento divino ingrandí l’antico oratorio ed eresse a sue spese l’attuale Santuario.
Annualmente si celebra la festa della natività
della Vergine,ed ogni tre anni si svolge la processione notturna che parte dalla Colletta e il suo svolgimento é rimasto immutato dal 1882.Il Comitato apposito allestisce la bella e bianca galleria formata da 180 pezze di canapa antica appartenente ad ogni famiglia,con pali e corde che formano lo “stradone” lungo 80 metri, abbellito in stile veneziano con luci e bandiere per accogliere l’ ingresso trionfale della loro Regina nella parrocchiale di San Giacomo.
La cura per la luminosità della festa riunisce in una unica volontà tutti gli abitanti e nei vestiti delle donne rivive il cuore della gente per rendere onore alla Madonna.Due i costumi della Valle Strona,originali e pittoreschi e anche aristocratici :il Walser nella parte alta con Forno e Campello Monti con i nastri sul petto come ornamento,e nella parte centrale con Massiola,Sambughetto, Luzzogno e Fornero dove il bustino é l’ornamento più bello.Alla Colletta sono conservati pregevoli affreschi del pittore torinese Vittorio Cavalleri,socio onorario della Accademia di Brera e della Albertina di Torino,ospite nelle estatiche vacanze a Luzzogno.La antica casa padronale dei Conti Gozzano risale al 1400,e nel 1709 Francesco Bernardino Gozzano la cede al comune per la somma di 372 lire,a patto che resti utilizzata come canonica.Figlio del nobile Antonio notaio e regolatore dei libri del Maestrato Ducale di Casale,abitò a Cereseto e a Serralunga di Crea,feudi del ricchissimo cugino Marchese Giacomo Bartolomeo Gozzani di Treville,vice presidente del Senato monferrino.La sua discendenza ebbe sviluppo a carattere militare,come descritto nel suo diario di famiglia:
Antonio, tenente colonnello di fanteria di Casale e di Susa,espugnò al nemico le città di Cuneo, Alessandria e Castelfidardo.
Nominato Cavaliere e investito di beni feudali da Vittorio Amedeo di Savoia con menzione.
Felice Raimondo, componente dei Dragoni di Sardegna.
Giovanni Carlo, Cavaliere e Maggiore Generale di fortezza a Casale e governatore del forte di Verrua Savoia.
Giovanni Battista, nominato Cavaliere da Vittorio Emanuele, capitano nella grande battaglia del 2-12-1805 di Austerlitz,che segnò la dissoluzione del S.R.I. a
fianco di Napoleone Bonaparte contro l’armata austriaca e russa,guidate dai loro imperatori.Nel suo diario di guerra descrisse la quasi disfatta delle due armate ,e dopo la battaglia Napoleone lo ospitò nel suo castello conquistato.Si trovò anche accerchiato ed imprigionato dagli austriaci ad Udine e portato a Lubiana in Carniola,città di sviluppo dei cugini Marchesi Gozzani emigrati da Casale Monferrato che diedero origine alla loro linea austriaca nel 1781.
Fu poi liberato su parola d’onore dagli austriaci per tornare in patria.Fu anche Maggiore di Brigata del reggimento di Saluzzo, Mondovì e Cuneo.Dopo Austerlitz fu nominato Maggiore Generale dei battaglioni di Alessandria, Vercelli e Casale Monferrato.
Carlo, Maggiore Generale della prima Brigata di Cavalleria di Torino,ebbe l’onore di portare un trofeo in bronzo,offerto da tutti gli ufficiali,sulla tomba del Principe Amedeo di Savoia,Duca di Aosta, a Superga.
Questa famiglia rappresenta la terza linea più importante emigrata da Luzzogno a Casale Monferrato, unitamente alle altre due linee principali,i Marchesi Gozzani di San Giorgio e di Treville.Utilizzarono lo scudo araldico dei cugini di San Giorgio.
La casa Gozzano, dei coniugi Zanoni,é stata ristrutturata completamente,compresa l’edicola adiacente, raffigurante San Filippo Neri e la Madonna del Rosario con il  Bambino.
Sul loggiato é conservato un affresco di autore sconosciuto che riproduce i vizi capitali e le virtù,rappresentate da una doppia serie di figure allegoriche e scritte a fianco della palma dove siede la Madonna con il Bambino, risalente al 1500.
Fu restaurato la prima volta da Don Luigi Arioli,padre Rosminiano, professore di storia a Stresa.
Nella valle esistono ancora famiglie collegate dai matrimoni con i Gozzano del 1500 :
Piana : Agnese sposa inizio 1600 Giovanni Battista Gozzano.Oggi residenti a Luzzogno, Fornero, Campello Monti e Strona.A Casale Monferrato i nobili Piana nel 1652 con Pietro e nel 1654 con Giovanni Battista furono testimoni di atti notarili dei cognati Gozzano.
Savoia : Antonio nel 1573 cugino di Antonio Gozzano.Oggi residenti a Luzzogno e Strona.
De Giorgis : nel 1550 una famiglia Gozzano venne assorbita dai De Giorgis,si pensa per opportunismo,prima come Gozzano/De Giorgi,poi in via definitiva come Giorgi.Oggi residenti a Fornero.Si narra in valle che i Gozzano come i Giorgi emigrarono a Luzzogno dalla Val Vigezzo.
Alessi : Giovanni sposa nel 1633 Caterina Gozzano,oggi  proprietari della nota azienda di casalinghi a Crusinallo di Omegna,nipoti dei Bialetti.
Bialetti : Giorgio di Casale Corte Cerro sposa nel 1654 Domenica Gozzano,oggi produttori delle famose caffetterie a Crusinallo di Omegna.
Nel 1995 l’epilogo della ricerca sulle proprie origini del Marchese Titus Gozani,ultimo discendente della linea austriaca di San Giorgio,si concluse a Luzzogno, iniziata molti anni prima con il padre Marchese Leo Ferdinando nel 1963 a Casale Monferrato.
Giuliana Romano Bussola