CULTURA- Pagina 43

Dal Pnrr un sostegno a biblioteche e musei

Pubblicata la graduatoria del Mic che premia 21 progetti piemontesi su digitale e barriere architettoniche

L’assessore Poggio: «Con questa tranches il Piemonte ha ottenuto 137 milioni di fondi europei dedicati alla Cultura»

Torino, 23 dicembre 2022

Il Ministero della Cultura ha pubblicato la graduatoria dei progetti di aggiornamento digitale e ammodernamento di Musei, Archivi, Biblioteche e luoghi della Cultura pubblici e privati ammessi al finanziamento sulla missione 1 del PNRR. Sono 21 quelli piemontesi ammessi i cui importi sommati tra loro arrivano a 7.094.748 euro.

I progetti comprendono piani di rinnovo dei sistemi di comunicazione ma anche la rimozione di barriere architettoniche, in particolare per non vedenti per i quali sono previsti percorsi tattili, esperienziali e visite guidate. In generale tutti i piani di rigenerazione portano l’impronta digitale per renderli attrattivi soprattutto per i più giovani e per i ricercatori che potranno studiare a distanza reperti e documenti antichi. L’obiettivo è dunque quello di ampliare la platea del pubblico a 360°.

«I progetti sono tutti mirati a incrementare la qualità dell’offerta museale e archivistica che è la vera sfida per renderli più fruibili e accoglienti – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio Vittoria Poggio. È stato premiato il lavoro delle istituzioni pubbliche e private che hanno prodotto un grande risultato frutto di una programmazione mirata ad in tempo i finanziamenti del PNRR. Con questa tranches di finanziamenti grazie ai fondi europei, sono arrivati in Piemonte a 137 milioni, un numero destinato a crescere ancora».

In provincia di Torino, per quest’ultima tranches, sono 16 i progetti vincenti del valore di 5.024.144 di euro.

Sono stati finanziati con 449.962 euro il Museo di Arte Contemporanea di Rivoli e il museo Egizio di Torino con altri 499.767 euro per alcuni interventi di eliminazione delle barriere e aggiornamento dei sistemi digitali; l’Associazione Apriticielo che gestisce il Museo dell’Astronomia di Pino Torinese ha ottenuto più di 246.000 euro; la Fondazione Missione della Consolata ha ricevuto 200.000 euro; la Fondazione Camera – Centro Italiano per la Fotografia ha ricevuto 195.200 euro; al Centro per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali della Venaria Reale sono stati assegnati 492.000 euro; al Museo di Arti Orientali è stato assegnato un contributo di 302.000 euro; la Pinacoteca Francesco Tabusso del Comune di Rubiana riceverà più di 161.000 euro; il Museo Mineralogico della miniera di Traversella riceverà 500.000 euro per renderlo più fruibile; il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso riceverà 500.000 euro; la Biblioteca Peano del dipartimento di Matematica dell’Università di Torino riceverà 499.000 euro; la Biblioteca G. Ponzio del dipartimento di Chimica dell’Università di Torino riceverà 499.000 euro; la Biblioteca Civica di Chivasso riceverà 499.000 euro; la Biblioteca Civica Arduino di Moncalieri ha ottenuto un finanziamento di 114.757 euro.

In provincia di Alessandria sono tre i progetti finanziati per un importo complessivo di 824.486 euro. La Gipsoteca Giulio Monteverde del Comune di Bistagno ha ottenuto 498.140 euro mentre il Comune di Novi Ligure si è aggiudicato un finanziamento di 233.677 euro per il Museo dei Campionissimi. A questi si aggiunge il Complesso Museale Ebraico Di Casale Monferrato che ha ricevuto un finanziamento di 95.672 euro.

In provincia di Cuneo sono Stati premiati due progetti per un valore complessivo di 906.358 euro di cui 500.000 euro per l’Architrave Lou Lindal e 406.358 euro per la Biblioteca Ferrero di Alba.

In provincia di Novara è stato premiato con 26.514 euro il progetto del Museo Etnografico e Antropologico C.G Fanchini di Oleggio.

In provincia di Vercelli è stato premiato con 310.240 euro il progetto di ammodernamento del Sistema Bibliotecario dell’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro.

Sedici racconti dalla città del cinema

 

«Potrebbe trattarsi addirittura di felicità, non so, ma raramente mi sono sentito come in questo momento. Leggero, limpido, nitido nel mio bianco e nero, con queste piccole protuberanze sulla schiena, appoggiato alla ringhiera dell’ultimo terrazzino.

Sotto di me il Museo del Cinema e per strada le teste colorate di turisti e torinesi a passeggio; sopra di me solo le dodici punte della stella che luccicano nel tramonto che sta per cedere il passo a quella che i francesi chiamano l’heure bleue e, parecchi metri più in là, il cielo di Torino.»

 

Torino è. LA CITTÀ DEL CINEMA

Sedici racconti sul set della città

A cura di Teodora Trevisan

Torino, si sa, è capitale di tante cose. Tra tutte queste c’è sicuramente il cinema.

Ad ogni angolo Torino mostra i suoi spezzoni di film, fotogrammi che i cinefili riconoscono con un brivido: la fontana della Dora di “Profondo rosso” o il balon de “La Donna della domenica” o l’erboristeria della piazzetta della Consolata di “Amore e ginnastica”.

Ed è sul set della città che sono nati questi sedici racconti.

Torino, passato, presente e futuro del cinema.

Il passato sta nelle sale che non ci sono più. Il presente è il meraviglioso Museo del Cinema ospitato nell’edificio simbolo più riconoscibile di Torino, la Mole Antonelliana, nonché le innumerevoli produzioni cinematografiche e televisive. E il futuro è lì che attende, si riconosce nelle diverse declinazioni della narrazione cinematografica che si evolve con nuove tecnologie e diversi sistemi di fruizione.

Come in una multisala che si rispetti, sono tanti i filoni di questi racconti, un vero caleidoscopio di personaggi e situazioni. Dalle prime eroiche riprese cinematografiche al fantasma di Dario Argento, dall’emozione di una sigaretta all’ebbrezza adolescente di marinare la scuola, ai Pink Floyd e i film del disgelo. E poi, tradimenti e metodo Stanislavskij, il pensionato che sa tutto di cinema, i film della vita e l’inatteso epilogo, il cortometraggio immaginario e la tragedia scampata, i fattacci al Museo. E, ancora, Arturo Ambrosio ed il primo documentario di una corsa automobilistica, la Susa-Moncenisio del 1904, i cinema scomparsi (L’Eridano, il Fiamma, il Bernini, il Vinzaglio…) che hanno lasciato il posto a condomini, ristoranti o concessionarie, i cineclub dove “sedicenti intellettuali andavano a guardare film che non capivano”, la tragedia dello Statuto…

I sedici racconti di questa antologia, che raccoglie la staffetta dalla collana Natale a Torino, ci guidano attraverso un percorso temporale fatto di ricordi, di emozioni, di realtà e invenzione.La scrittura nutre il cinema e il cinema, in questi racconti, si fa parola scritta e ispirazione.

Buona visione, buona lettura.

A cura di Teodora Trevisan

Prefazione di Eva Monti

Racconti di:

Rinaldo Ambrosia, Luisa Boscolo, Giovanni Casalegno, Pierangelo Chiolero, Luigi Colasuonno, Giorgio Enrico Bena, Federico Jahier, Consolata Lanza, Riccardo Marchina, Giuseppe Milano, Francesco Oriolo, Nella Re Rebaudengo, Laura Remondino, Emanuela Riganti, Caterina Schiavon, Teodora Trevisan

Copertina di Giorgio Enrico Bena

I diritti d’autore saranno devoluti a sostegno delle attività umanitarie di International Help onlus

128 pagine – € 15,00

www.neosedizioni.itUfficio Stampa, Emanuele Rebuffini 338/3542780

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Fondazione Torino Musei, gli appuntamenti culturali di Natale a Torino

Ecco l’agenda degli appuntamenti in programma alla GAM, a Palazzo Madama e al MAO nella settimana dal 23 al 29 dicembre 2022.

Orari di apertura:

da martedì a domenica dalle 10 alle 18
Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.

 

Orari durante le festività natalizie:

 

24 dicembre: dalle 10 alle 14 con ultimo ingresso alle ore 13 (chiuso il pomeriggio)

25 dicembre: chiuso

26 dicembre: dalle 10 alle 18

31 dicembre: dalle 10 alle 14 con ultimo ingresso alle ore 13 (chiuso il pomeriggio)

1 gennaio: dalle 14 alle 18 (chiuso il mattino)

 

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

23-29 dicembre 2022

 

 

 

VENERDI 23 DICEMBRE

 

Venerdì 23 dicembre ore 16.30

SOVRANITÀ, STILE ED ELEGANZA

Palazzo Madama – visita guidata tematica

La Regina Margherita tra moda e abbigliamento. Stoffe, merletti, trine. Lampassi, sete, velluti, pizzi e ricami. Corsetti, mantelli, strascichi.

La mostra allestita nelle sale di Palazzo Madama offre svariati spunti per analizzare l’eleganza al tempo della prima Regina d’Italia. Sono diversi gli abiti presentati e ben rappresentano le tendenze in voga.

Interessante quindi scoprire come vestivano, quali abiti scandissero le ore della giornata, quali look fossero previsti per feste, serate, matrimoni o speciali avvenimenti.

Una visita specialistica mirata a svelare le abitudini e la moda tra fine Ottocento e inizi Novecento.

Tagli, stoffe, e tecniche di lavorazione esaminate con precisione da un esperto conoscitore dei tessuti che condurrà con taglio specialistico e preciso ogni dettaglio e rifinitura. Una visita “cucita” per affascinare il visitatore.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

MERCOLEDI 28 DICEMBRE

 

Mercoledì 28 dicembre ore 15

A SPASSO CON MARGHERITA

Palazzo Madama – attività per le famiglie sulla mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia

(riservata possessori Abbonamento Junior Bella Stagione)

È stata Regina d’Italia e il suo nome è ricordato da strade, scuole ospedali, biscotti e dalla pizza. Ma cosa faceva Margherita quando non era impegnata a fare la Regina? Era un’esperta alpinista e si lanciava in camminate all’aria aperta percorrendo lunghi sentieri a piedi o a dorso di mulo per raggiungere alte vette e ghiacciai.

La veduta di Gressoney-La-Trinité dipinta da Cosola ed esposta nella mostra Margherita di Savoia. Regina d’Italia, ci guiderà nella composizione di un paesaggio montano con effetto 3D da realizzare con cartoncini, colla e fantasia.

Costo: € 7 a bambino per attività; adulti accompagnatori ingresso ridotto in mostra (gratuito con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria: t. 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

GIOVEDI 29 DICEMBRE

 

Giovedì 29 dicembre ore 16

ORIGAMI PER LE FESTE

MAO – attività per famiglie riservata possessori Abbonamento Junior

Attività gentilmente offerta da Abbonamento Musei.

L’attività prevede la visita della galleria giapponese con particolare attenzione alle opere in carta e con un accenno alle ricorrenze, feste e usanze che caratterizzano il mese di dicembre in Giappone. In laboratorio si realizzeranno origami con soggetti legati al tema della festa e degli auguri.

Da 6 anni in su.

Costo: attività gratuita per bambini possessori di Abbonamento Junior; adulti accompagnatori ingresso ridotto alle collezioni € 8 (gratuito con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria t. 011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

 

In memoria di Giovanna Spagarino Viglongo

(Nizza Monferrato, 1923 – Torino, 2022)

Al centro della Cultura torinese, una donna elegante, una signoracresciuta modesta e in umiltà.

Un insegnamento per le generazioni future che sapranno seguire il suo esempio e, comunque, un ricordo, anche se piccolo: il nostro!

Giovanna Spagarino Viglongo era la decana degli editori italiani e si è spenta, con l’inizio della Novena di Natale, poco più di un mese dopo il suo novantanovesimo compleanno. Monferrina di nascita, in tenerissima età si era trasferita a Torino, dove la madre, rimasta vedova, fu esempio efficace di tenacia e di lotta nelsistemare figlie e figli rimasti troppo presto senza il padre. Spesso, soprattutto negli ultimi anni, quando limitammo i nostri contatti auna telefonata per fine settimana, mi diceva della sua infanzia torinese nel quadrilatero romano così come delle sue andate in Monferrato in età ancora giovane per visitare i suoi parenti. Mi parlava degli ambienti, dei personaggi, e, con un racconto fluido e vivace come le scene di un film, si soffermava sui particolari più minuti della vita di allora. Bastavano pochi tocchi a rendere vivace e espressivo il racconto. Mi diceva della madre laboriosa e intraprendente, dei fratelli birichini, delle visite con accompagnamento, a volte ripetuto più di una volta, di quegli ospiti illustri che erano venuti a casa loro, dei meno illustri vicini di casa, poi dei mercati, del brulichio delle vie… e tutto era un formicolare di rinascita che la sua parola vivacizzava, malgrado i ricordi si allontanassero sempre più nel tempo.

Spesso, nel chiudere con lei una conversazione, mi lasciava il rincrescimento per non ricordare tutto ciò che mi aveva raccontato(perché non avevo preso appunti!?) e perché quelle testimonianze sarebbero sfumate troppo in fretta, perdendo tutta l’attenzione che si meritavano ma sono rimaste le impressioni, quelle sì, e una frase sua la conservo, perché davvero mi è cara: la vecchiaTorino rimase viva finché i vecchi torinesi la vissero con semplicità, frugalità e dignità! Poi, ancora, ricordo scene, anche popolari, dai suoi ricordi e anche i suoi cenni agli scritti di Gozzano, o di Salgari. Il suo racconto richiamava in vita quel mondo culturale torinese con il quale, fin da giovanissima, lei era vissuta a contatto, ben prima che la vita la coinvolgesse nell’attività politica editoriale e culturale del marito, il compagno di Gobetti e di Gramsci, Andrea Viglongo. C’era una forte valenza umana in tutti i personaggi che nominava, e la sua evocazione rendeva sempre una buona testimonianza a tutti poiché, nel corso degli anni, li aveva avuti prossimi, e tutti avevano scambiato qualche parola anche con lei, successivamente nel passare per le sedi della libreria Viglongo, a Torino. Tutti mantenevano dunqueun loro spazio ancora molto vivo. Ecco allora la memoria storicadella Signora Viglongo, e, con lei allora, tra gli altri, Norberto Bobbio, i parenti di Emilio Salgari, l’autore al quale la Casa Editrice aveva dedicato tanta attenzione, e Nino Costa e tanti altri autori, anche in piemontese… così, grazie alle sue parole, anche gli autori che non aveva mai incontrato prendevano vita.

Era stato per i miei interessi letterari piemontesi che lavevocercata, sul finire del Novecento, quando ancora raccoglievo notizie per il profilo storico di mio cugino Bono e, proprio su quegli argomenti, si improntò la nostra prima conoscenza. A ragion del vero però le nostre chiacchere non erano affatto monotone né tanto meno monotematiche. Lei era animata da una gran voglia di capire e di sapere, per cui era impossibile non dirle anche altro, ed io, con i miei argomenti, oggetto di ricerche durate spesso alcuni lustri, accettavo volentieri di parlargliene, perché da lei avevo sempre qualche riscontro, qualche cenno degno di attenzione, fosse anche solo un ragguaglio come quando mi descrisse il conte Patetta, dando all’aspetto fisico dell’intellettuale i cenni allusivi alla sua originalità, vale a dire, della sua stravaganza

Così, siccome era sempre attenta e sempre voleva sapere quello che stavo facendo, fu anche molto abile nell’indirizzarmi, almeno un paio di volte, perché indagassi argomenti nuovi sui quali era pronta, suscitato in me l’interesse, a fornirmi qualche traccia che potesse garantirle il mio interesse. Ecco nascere allora i miei approfondimenti su Maurizio Pipino, il medico che, nel Settecento, aveva affrontato studi linguistici sul piemontese, confluiti poi in una grammatica e un dizionario, o quelli intorno al passaggio di Cristina di Svezia per la Torino secentescaApprofondimenti che, scritti da me, avrebbero trovato spazio nelle pagine dell’Almanacco Piemontese, che allora ancora Viglongo pubblicava, oppure anche quegli altri ultimi, di circa dieci anni fa’, ispirati dai lacerti di un libro di Giuseppe Gaia, giornalista giramondo fin de siècle, che avrebbero formato l’ossatura per le pagine che mandai in stampa per i suoi novant’anni. Argomenti che, se mi distrassero un po’ da quegli altri che occuparono più lunghi periodi della mia vita, ebbero il pregio di offrirmi qualchevivacità, dandomi anche un esempio bellissimo della sua, e di come fosse grande la sua professionalità editoriale nell’intendere la collaborazione con i suoi autori. Fu un contatto vivace, che, oso credere, proficuo per entrambi, e che diede ai nostri ultimi incontri, anche se solo verbali, un senso molto ricco per i tanti aspetti intellettuali. Era contenta che io la aggiornassi sugli sviluppi delle mie ricerche e sugli esiti dei miei studi. Stava a sentire con lo stesso entusiasmo con cui io ascoltavo lei evocare il passato, anche quello più domestico e famigliare, perché, ero certoche, se mi avesse aggiunto anche solo qualche parola, avrei arricchito di luci preziose i personaggi di cui le parlavo (questo è sempre importante, in particolare quando ci si impegna, come ho fatto per anni su argomenti genealogici e di storia famigliare). Aveva poi sempre qualche risorsa in più quando mi diceva che aveva ritrovato un foglio, qualche pagina, un libro, e che l’aveva messo da parte per me, perché toccava argomenti di mio interesse. Questo, lo so bene, lei lo faceva per tanti studiosi dei quali taluni li aveva incontrati all’inizio dei loro studi, mentre altri li aveva presi già famosi professori universitari, ora sempre lei, con un sorriso, offriva a tutti il suo ausilio prezioso, senza che neppure le fosse stato richiesto La cultura è vero, diceva Don Franco Monetti, non è oggetto di commercio, ma la si offre, la si dona!

Ma aggiungiamo un ultimo ricordo a questa pagina. Nel 2002, alla morte di mia madre, qualche giorno dopo, lei mi cercò e, con tutta la sua squisita delicatezza, si fece presente, offrendomi la sua attenzione e le sue premure, con queste parole: «Ho saputo della sua mamma e volevo ricordarle che, se ha piacere di fare due parole nel suo ricordo, alla sera io sono sempre qua e rispondo volentieri allo stesso numero dell’ufficio…» perché, da quelle parole, seguirono vent’anni di premurose attenzioni e un affetto che oggi lasciano qui una commozione profonda

Carlo Alfonso Maria Burdet

“Pinocchio around the world” in mostra a Ivrea

A “Palazzo Giusiana” il classico di Carlo Collodi presentato attraverso l’editoria mondiale contemporanea

Da lunedì 19 dicembre a mercoledì 8 marzo

Ivrea (Torino)

Un best seller fin dalla sua prima pubblicazione. E poi, in ogni tempo, un mondiale long seller. Inizialmente pubblicato a puntate (1881, le prime otto) sul “Giornale per i bambini” (diretto da Ferdinando Martini) senza troppa convinzione da parte di Carlo Collodi – che lo definiva “una bambinata” e probabilmente (si racconta) solo per pagarsi i debiti di gioco, “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”, diventò il libro che tutti, di generazione in generazione, abbiamo imparato a conoscere e ad amare nel 1883 a Firenze, attraverso la sua pubblicazione da parte della “Libreria Editrice Felice Paggi” con illustrazioni di Enrico Mazzanti. Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista e scrittore fiorentino Carlo Lorenzini, aveva allora 57 anni e molto probabilmente neanche lui immaginava l’enorme successo di cui il suo “Pinocchio”, icona universale (metafora della condizione umana: “il legno, in cui è tagliato Pinocchio – scriveva Benedetto Croce – è l’umanità”) avrebbe goduto negli anni avvenire, attraverso un secolo abbondante e superando molti, fra i più vari, confini geografici. A darne concreta ed interessante dimostrazione è la mostra “Pinocchio around the world”, che andrà ad inaugurarsi lunedì 19 dicembre per protrarsi fino a mercoledì 8 marzo 2023, a “Palazzo Giusiana” (fino al 2010 sede del Tribunale eporediese), in via dei Patrioti 20, ad Ivrea. La rassegna nasce su proposta della “Commissione Europea – Antenna della direzione generale Traduzione”, in collaborazione con la “Fondazione Collodi di Pistoia”, che ha offerto a Ivrea, “Capitale italiana del libro 2022”, ben 40 edizioni di “Pinocchio” apparse in tutto il mondo negli ultimi vent’anni. Il classico di Collodi (con centinaia di edizioni e traduzioni in almeno 260 lingue) continua infatti ad avere un incredibile seguito, nonostante i 140 anni dalla prima pubblicazione, ai più di 80 dalla versione in cartoni animati ideata da Walt Disney e ai 50 dalla sua fortunata versione televisiva firmata da Luigi Comencini: a testimonianza di come questo “racconto morale” non smetta di essere fonte di ispirazione non solo per i lettori più piccoli. Pinocchio è un mito intramontabile, tanto che il 2022 vede ancora due novità cinematografiche a lui dedicate dirette da due premi Oscar del calibro di Robert Zemeckis, realizzata per “Disney”, e Guillermo del Toro per “Netflix”. Un successo planetario, ben evidente scorrendo le copertine dei libri in mostra: il suo nome, “Pinocchio”, rimane pressoché immutato in qualsiasi lingua, nelle edizioni lette ai quattro angoli del pianeta. Così, per sottolineare la sua importanza lunedì 19 dicembre (ore 10), è in programma una breve lettura ad alta voce di alcuni brani del libro, nell’ambito della giornata conclusiva di “Lettura Day”, l’iniziativa promossa da “ADEI – Associazione degli Editori Indipendenti” per stimolare la lettura ad alta voce come occasione di condivisione e partecipazione. Ad ascoltare la lettura saranno quaranta studenti della scuola primaria “Massimo D’Azeglio” in visita alla mostra. Nello stesso giorno il coordinatore di “Ivrea Capitale italiana del libro 2022”, Paolo Verri sarà ospite della diretta finale della rassegna (sulla pagina Facebook di “Lettura Day”) per raccontare le prossime iniziative di Ivrea. La mostra, infine, sarà anche una buona occasione per ricordare la “Giornata europea delle lingue” che si svolge ogni anno il 26 settembre, giorno in cui è stato inaugurato il tour delle edizioni internazionali di “Pinocchio”, ora fermo a Ivrea.

E mentre si visita la mostra dedicata a uno dei più celebri romanzi fantasy per ragazzi che mai sia stato scritto al mondo, sempre a “Palazzo Giusiana” si possono anche ammirare altre due rassegne, una pittorica e una fotografica, che davvero sarebbe un gran peccato non omaggiare di una visita.

La prima, Deus ex littera”, esplora il confine tra arte contemporanea e letteratura attraverso le opere di Massimo Giannoni e Paolo Amico, artisti scelti dalla curatrice Costanza Casali per la peculiarità delle loro creazioni, strettamente connesse con il progetto di “Ivrea Capitale italiana del libro 2022”.

La seconda, “Scrittori in prosa” – a cura di Sandra Ruffini – raccoglie al piano terra del Palazzo 47 scatti di autrici e autori contemporanei (da Primo Levi a José Saramago fino ad Antonio Scurati e a Erri De Luca, passando per gli olivettiani Paolo Volponi e Carlo Fruttero, per citarne alcuni) realizzati nel tempo dal cuneese Mauro Raffini e collocati proprio nella sala d’ingresso dedicata a “Ivrea Capitale italiana del libro 2022”, “un vero e proprio portale d’accesso – sottolinea l’assessore alla Cultura della Città, Costanza Casali – in cui approfondire la conoscenza del progetto della Capitale e il percorso del ‘Manifesto per il futuro’ del libro”.

Gianni Milani

“Pinocchio around the world”

Infopoint di “Ivrea Capitale del libro 2022”, Palazzo Giusiana, via dei Patrioti 20, Ivrea (Torino); www.ivreacapitaledellibro.it

Fino a mercoledì 8 marzo

Orari: giov. e ven. 15/18 – sab. e dom. 10/13 e 15/18

 

Nelle foto: “Pinocchio around the world” in “Palazzo Giusiana”, Ph. Luca Begheldo

Scrittori leggono scrittori, rassegna letteraria della Scuola Holden

Giovedì 15 Dicembre Mario Desiati racconta Goffredo Parise

A partire da novembre, la Scuola Holden ha inaugurato la rassegna letteraria Scrittori leggono scrittori-  pensata da Federica Manzon, direttrice di Holden Original – in cui autori e autrici contemporanee hanno raccontato uno scrittore che per loro è stato decisivo, che ha influito sulla loro vita professionale e personale.

  Il primo incontro è stato  il 10 novembre: lo scrittore e giornalista Gabriele Romagnoli ha letto Richard Ford, autore che ha più volte intervistato e da cui è legato da un profondo rapporto di amicizia.

Si è proseguito poi il 17 novembre con Giorgio Fontana, Premio Campiello 2014 con il libro Morte di un uomo felice e docente Holden: Fontana ha parlato di Franz Kafka, soffermandosi sugli aspetti meno noti e discussi della sua opera, come l’ironia.

Il 1° dicembreChiara Valerio ha presentato la poeta Patrizia Cavalli. Valerio è stata sua editor e amica e si adopera tuttora per tenerne viva l’opera, dedicandole spesso contenuti sui suoi canali social, in cui mescola l’intimità e il racconto personale alla letteratura.

Il 15 dicembreMario Desiati, Premio Strega 2022 e profondo conoscitore della letteratura italiana del secondo dopoguerra, racconterà Goffredo Parise.

Gli incontri della rassegna Scrittori leggono scrittori, invece, sono a ingresso libero fino a esaurimento posti. Chi vuole prenotarsi può scrivere a reception@scuolaholden.it.

A/R Andata e Racconto – Appunti di viaggio

Un concorso letterario per “racconti di viaggio”, con “Salone Internazionale del Libro” e “Gruppo FS Italiane”

Invio entro il 3 febbraio 2023

Tema: il o un viaggio. Inteso non solo come “esplorazione di luoghi, culture, popoli, città”, ma anche come “percorso di conoscenza di sé e di esperienza dell’altro”. Il viaggio reale e il viaggio sognato; il viaggio con gli occhi e il corpo, ma anche “quello con il cuore e con la mente”. Il viaggio in treno, verso altri lidi e incontri  e che dolcemente ci introduce nelle stazioni ferroviarie, dove nuovi mondi e realtà ci accolgono.

Sono tanti i modi di viaggiare e di raccontare le proprie esperienze legate al viaggio. Per stimolare la scrittura attorno a questo tema che, sin dall’antichità e dal mito di Ulisse, affascina l’essere umano prende il via la prima edizione di un “concorso letterario”, organizzato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino in collaborazione con il “Gruppo FS Italiane”. Dedicato alla letteratura di viaggio sostenibile, il concorso dal titolo “A/R Andata e racconto. Appunti di viaggio” è dedicato a racconti inediti di scrittori e scrittrici esordienti dai 18 anni in su che non abbiamo mai pubblicato alcun racconto o romanzo edito da una casa editrice italiana e distribuito in libreria.

Saranno ammessi racconti inediti con una lunghezza compresa tra le 15mila e le 20mila battute (spazi inclusi), che abbiano come tema centrale il “viaggio sostenibile”, nei suoi molteplici significati e sfumature.

Info: www.salonelibro.it  e www.fsnews.it

La partecipazione è gratuita e la consegna del racconto deve avvenire seguendo le indicazioni presenti nel regolamento entro e non oltre le ore 12 del 3 febbraio 2023.

Una prima commissione tecnica, nominata dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino, selezionerà una rosa di 25 racconti finalisti che passeranno alla giuria finale, la quale, composta da 8 tra scrittori e scrittrici (che nei loro romanzi e saggi hanno saputo raccontare tutte le sfumature del viaggio, da quello reale e sperimentato in prima persona a quello immaginato) e da un rappresentante del “Gruppo FS”, selezionerà i 3 racconti finalisti. Questi i nomi degli otto giurati: Enrico Brizzi, Fabio Genovesi, Antonella Lattanzi, Andrea Marcolongo, Matteo Nucci, Antonio Pascale, Lorenza Pieri e Veronica Raimo.

La proclamazione dei tre racconti vincitori si terrà durante il “Salone Internazionale del Libro”, che si svolgerà a Torino dal 18 al 22 maggio 2023. Le tre opere vincitrici verranno pubblicate, insieme ai racconti degli scrittori e scrittrici che fanno parte della Giuria finale, in un’antologia edita da una casa editrice italiana. Tutti i 25 finalisti riceveranno una “carta regalo Trenitalia”.

“L’iniziativa – dicono i responsabili – vede il ‘Gruppo FS’ impegnato con un prestigioso partner culturale, quale ‘Il Salone Internazionale del Libro’, per promuovere e sostenere, anche attraverso la filiera del libro, la cultura della sostenibilità in un’ottica di inclusività e di accessibilità. È una vocazione naturale per un’azienda come il ‘Gruppo FS Italiane’, radicato da oltre un secolo nel tessuto civile, economico e sociale italiano e protagonista dello sviluppo del Paese”.

Il concorso, in linea con lo spirito del ‘Salone del Libro’, “mira inoltre a fare emergere la creatività che ogni viaggiatrice e viaggiatore porta con sé nel corso delle proprie personali esperienze di viaggio, reali o immaginate, stimolando giovani e adulti a esprimerla attraverso la scrittura”.

Info: www.salonelibro.it  e www.fsnews.it

g.m.

Nelle foto:

–       Andrea Marcolongo, Ph. copy Jeosm

–        Antonella Lattanzi, Ph. Cristiano Gerbino

–       Antonio Pascale, Ph. Andrea Lardani

Pietro Gallo, storie di intellettuali tra il 1930 e il 1968

« Io ero un gappista sbandato e a tempo perso un ‘cane sciolto’. Lui, già grande ai miei occhi e ‘confinato’ per antifascismo, era un imboscato in quel di Casale Monferrato, fra il Po e le colline di Ozzano ».

Così lo storico Pietro Gallo racconta a pag. 168 nel suo “Creme da barba e rasoi di Occam. Gli intellettuali alessandrini e monferrini tra il 1930 e il 1968”  (La Nuova Operaia, marzo 2018,€. 20) dell’incontro a Casale Monferrato tra lo scrittore della Langa Cesare Pavese e il racconto in parola del sociologo vercellese Franco Ferrarotti cit. e nota in Franco Ferrarotti in ”Al Santuario con Pavese. Storia di un amicizia” (Centro Dehoniano, Bologna, 2016) e qui di seguito trascrivo estratta, la sua biografia in versi, tracciata con ironia e sintesi:                                                                                               

« La storia da Vercelli prende inizio.
Dopo il Liceo, lui scende a Pavia,
scegliendo la sua strada con giudizio
e consegue la Laurea in Geologia.

Si sposa e viene a vivere a Casale,
a Ottiglio, da vent’anni, e ne va fiero.
Per una vita avrà ruolo centrale
nell’insegnare Fisica al Sobrero.

La politica amore viscerale.
È socialista, poi svolta a… sinistra.
È prima Consigliere comunale,

poi in Provincia, lì dove amministra
l’Assessorato e l’Università.
La storia di Alessandria e di Casale
studia e descrive con grande abilità.

È un uomo di cultura eccezionale,
ma anche di coltura, e qui alludo
alla vite e all’ulivo, che passione!
Ti ho detto tutto e allora adesso chiudo.
È Pietro Gallo? Giusta affermazione!».

(agosto 2021 il Monferrato ed. online).

Poi procedendo ‘a rasoio e a balzi’ l ‘Autore in questo saggio storico politico, conclude la sua ricerca sul secolo breve in Piemonte, cercando documentazione negli archivi e nelle biblioteche le storie degli intellettuali di Alessandria e di Casale, che più hanno operato, affinché le ideologie da loro professate, si potessero estendere dai vertici della società della cultura alta, a tutta la popolazione, attraverso quei canali (cinema, teatro, riviste) che prima il regime fascista mette in cantiere, ripescandole dall’esperienza liberale, poi i partiti di massa, dopo il 25 aprile 1945, ripropongono con significati e esiti più consoni al regime democratico, uscito dalla guerra. Tra le tante storie raccontate emergono figure come quella di Livio Pivano, prefetto della Liberazione e comandante partigiano nelle formazioni di Giustizia e Libertà o di  Fausto Bima,  dirigente dell’Ansaldo a Genova, amico di Giorgio De Chirico e del fratello Savinio. Si narra di quando i fascisti cercarono di impedire il regolare svolgimento del funerale di Pietro Longo. Di Maurilio Guasco, prete operaio, che spiega la concezione della Chiesa nel pensiero politico del socialista Lelio Basso. Il professor Guasco fu mio docente alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino fondata da Norberto Bobbio e dal giurista Gioele Solari. Si narra come in un romanzo di gappisti, azionisti e loro vicende di guerriglia di armi e di penna, in un quadro ricco e complesso di stimoli storici e intellettuali . Molti di questi,  non tutti, prima aderirono al fascismo, poi contribuirono a costruire una parte non piccola delle fondamenta della nostra democrazia. Storie intrecciate di Resistenza, CLN e Rsi, di ferite ancora aperte, come ci ricordano Paolo Mieli o il compianto Gian Paolo Pansa. E in un Italia lacerata tra postfascismo e revanscismo marxista carichi di demagogia, in questo confuso e drammatico frangente politico elettorale,  economico e internazionale questo testo è una lampada di Diogene per le nebbie della nostra memoria storica da diradare. Torna di grande utilità. Per tutti.

Aldo Colonna

L’angolo della poesia: Salvatore Quasimodo


Di Gian Giacomo Della Porta / Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura nel 1959, e considerato uno dei più grandi poeti italiani del Ventesimo secolo, nacque a Modica nel 1901 e morì a Napoli nel 1968.

Oltre che per l’opera poetica, Salvatore Quasimodo è riconosciuto come uno tra i più importanti traduttori dei lirici greci e di opere teatrali di Moliere e di Shakespeare.

La fase creativa più importante della sua opera poetica si esprime all’inizio degli anni Trenta con le raccolte “Acque e terre”, “Oboe sommerso” e “Ed è  subito sera”, nelle quali sono evocati i ricordi di una Sicilia che nel suo cuore avverte sempre più lontana a causa del periodo post industriale.

Tratta dalla sua prima opera vi è una delle sue poesie più celebri intitolata “Vento a Tindari”, nella quale trasmette tutta la propria angoscia esistenziale per la sua terra natale, la Sicilia, che diventa il simbolo di una spensieratezza perduta insieme ai sogni dell’infanzia.

La Sicilia rimane un tema centrale nell’opera di Quasimodo, caratteristica che si riscontra in molti importanti autori nativi di questa terra. Anche nella seconda importante opera intitolata “Oboe sommerso”, in cui raggiunge la piena maturità  della sua voce poetica, riscontriamo una Sicilia identificata come terra depositaria della cultura greca. Da lì a poco sarebbe uscita la sua celebre traduzione dei lirici greci.

In quest’opera l’inquietudine del poeta si trasforma paradossalmente in una pace interiore affidata al rapporto tra il poeta stesso e la divinità.

Quasimodo, autore di uno dei testi più conosciuti in poesia dal titolo “Ed è  subito sera”, concentra in questa lirica i temi a lui più cari a livello esistenziale, quali la solitudine come conseguenza dell’incomunicabilità e il senso della precarietà della vita.

Considerato un poeta appartenente alla corrente ermetica, possiamo affermare che, attraverso l’utilizzo di stili e temi differenti Quasimodo non sia del tutto inquadrabile nel contesto dell’ermetismo, nel quale rientra a pieno titolo soltanto in una delle sue fasi poetiche.

 

VENTO A TINDARI

Tindari, mite ti so

fra larghi colli pensile sulle acque

delle isole dolci del dio,

oggi m’assali

e ti chini in cuore.

 

Salgo vertici aerei precipizi,

assorto al vento dei pini,

e la brigata che lieve m’accompagna

s’allontana nell’aria,

onda di suoni e amore,

e tu mi prendi

da cui male mi trassi

e paure d’ombre e di silenzi,

rifugi di dolcezze un tempo assidue

e morte d’anima

 

A te ignota è la terra

ove ogni giorno affondo

e segrete sillabe nutro:

altra luce ti sfoglia sopra i vetri

nella veste notturna,

e gioia non mia riposa

sul tuo grembo.

 

Aspro è l’esilio,

e la ricerca che chiudevo in te

d’armonia oggi si muta

in ansia precoce di morire;

e ogni amore è schermo alla tristezza,

tacito passo al buio

dove mi hai posto

amaro pane a rompere.

 

Tindari serena torna;

soave amico mi desta

che mi sporga nel cielo da una rupe

e io fingo timore a chi non sa

che vento profondo m’ha cercato.

 

 

ED È SUBITO SERA

 

Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera.

 

 

 

 

 

 

 

 

A Bardonecchia la mostra “Liberi di imparare ” in collaborazione con il Museo Egizio

Sarà Bardonecchia, località olimpica in Alta Val di Susa, nel periodo delle vacanze di Natale, ad ospitare la nuova tappa del tour della mostra “Liberi di imparare” , frutto della collaborazione iniziata nel 2018 tra il Museo Egizio, la Direzione della Casa Circondariale ‘Lorusso e Cutugno’ e l’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Torino.

L’appuntamento è ideato in collaborazione con Unpli Piemonte, comitato regionale dell’Unione nazionale pro loco d’Italia, e con il patrocinio della Regione Piemonte.
“Liberi di imparare” espone le copie di alcuni reperti dell’antico Egitto, realizzate dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico, tra cui la Cappella di Maia, gli affreschi della tomba di Iti e Neferu, i ritratti del Fayyum, l’ostrakon della ballerina. Gli oggetti riprodotti fedelmente dai detenuti, al termine di un corso di formazione con egittologi del Museo torinese, hanno ricevuto l’apprezzamento dei vertici del Museo Egizio.

“Siamo molto orgogliosi di questa iniziativa, che ci permette di far conoscere i nostri reperti in una veste inedita e accessibile e nell’ambito di un’iniziativa di grande valore sociale qual è ‘Liberi di imparare’ – dichiarano Evelina Christillin e Christian Greco, presidente e direttore del Museo Egizio – Un progetto che prosegue il nostro impegno nei confronti dei pubblici di prossimità e che sta proseguendo con successo in diverse località piemontesi”.
“Come Amministrazione di Bardonecchia – sottolinea il sindaco Chiara Rossetti – siamo molto felici di ospitare la mostra “Liberi di imparare”. La collaborazione con un’istituzione così importante come il Museo Egizio di Torino non può che essere per noi motivo di grande orgoglio. Auspichiamo che ci possano essere altre occasioni in futuro”. “E’ per noi molto importante – aggiunge il sindaco Rossetti – ospitare un appuntamento di così alto valore sociale, perfettamente in linea con le politiche di condivisione, accoglienza ed inclusione portate avanti con determinazione dalla nostra Amministrazione”.
La mostra sarà inaugurata il prossimo 9 dicembre, alle 17,30, nel Foyer del Palazzo delle Feste di Bardonecchia.

Con cortese richiesta di pubblicazione.