CULTURA- Pagina 44

“Sostiene Pereira” per “Un libro tante scuole”

Nell’ edizione  speciale “Salone del Libro”, il romanzo scelto per il progetto nazionale di “lettura condivisa” 2023

Più di 6mila gli studenti coinvolti in tutta Italia

Libertà giustizia e indipendenza: riparte da questi valori essenziali “Un libro tante scuole”, il progetto nazionale di “lettura condivisa” (che riunisce intorno a un grande romanzo studentesse e studenti da tutt’Italia) promosso dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino in collaborazione con “Intesa San Paolo” ed il sostegno della “Consulta delle Fondazioni di origine bancaria” di Piemonte e Liguria, con la partecipazione di “Chora Media”. L’obiettivo è come sempre quello di “favorire attraverso la lettura il confronto sulla comprensione di sé, del mondo e del nostro tempo, nella comunità scolastica”. Per la sua terza edizione, dopo il successo di quelle precedenti – la prima nel 2021 dedicata a “La Peste” di Albert Camus, la seconda nel 2022 a “L’isola di Arturo” di Elsa Morante –  questa terza edizione vedrà pubblicare da parte del “Salone del Libro” un altro grande classico della narrativa italiana e internazionale, grazie alla collaborazione di “Giangiacomo Feltrinelli Editore”.

Da fine gennaio sui banchi di scuola approderà, infatti, Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi (Pisa, 1943 – Lisbona, 2012), in un’edizione speciale introdotta da un testo di Dacia Maraini e con una nota di Nicola Lagioia, direttore editoriale del “Salone”. Il libro, uscito nel 1994, vincitore del “Premio Campiello” e del “Premio Viareggio”, ambientato nel Portogallo alla fine degli anni Trenta, agli albori della dittatura di Salazar, è stato scelto “per i valori di libertà che trasmette e per l’accento che pone sull’importanza dell’esercizio dello spirito critico, insegnamenti sempre fondamentali, in particolar modo per i lettori che si affacciano all’età adulta”. Il protagonista, un giornalista solitario che si occupa principalmente di cultura, prende via via coscienza, grazie soprattutto al rapporto con il giovane Monteiro Rossi e la sua compagna, della deriva autoritaria imboccata dal proprio Paese e matura, poco alla volta, la decisione di compiere un gesto di eroica opposizione. Dal romanzo fu tratto l’omonimo film diretto da Roberto Faenza, con Marcello Mastroianniin una delle sue ultime interpretazioni.

Sostiene Pereira” raggiungerà più di 6mila studentesse e studenti in Italia, che entro la fine di gennaio riceveranno il libro gratuitamente. Il volume, come i precedenti, entrerà poi a fare parte della stessa “Biblioteca del Salone”. La copertina e l’impostazione grafica, anche per questo terzo volume sono state affidate a Riccardo Falcinelli, tra i più noti art director editoriali italiani. Ad accompagnare la lettura del romanzo, sarà, anche questa volta, un “podcast” in sei puntate, dal titolo Il Salone presenta Antonio Tabucchi”, prodotto in collaborazione con “Chora Media” e scaricabile su SalTo+ e sulle principali piattaforme di streaming gratuite a partire da febbraio 2023 e che vedrà diverse voci della narrativa contemporanea alternarsi per raccontare le tante sfumature della poetica dello scrittore pisano, le diverse questioni aperte dalla lettura di “Sostiene Pereira”, fornendo una propria specifica chiave di approccio all’opera: da Andrea Bajani a Paolo di Paolo, fino a Dacia Maraini, Romana Petri, Fabio Stassi e Chiara Valerio.

Tra febbraio e aprile 2023 alcune autrici e autori che intervengono nel “podcast” incontreranno dal vivo studentesse e studenti delle scuole nelle diverse sedi delle “Gallerie d’Italia”, i musei di “Intesa San Paolo” a Milano, Napoli, Torino e Vicenza. A Torino interverrà lo scrittore romano Paolo di Paolo.

Il momento conclusivo del grande percorso di lettura di “Sostiene Pereira”sarà sabato 20 maggio 2023, alla “XXXV Edizione del Salone del Libro”, con un appuntamento corale aperto a tutte le ragazze e i ragazzi coinvolti nel progetto, in cui saranno chiamati a parlare ospiti da sempre legati alle opere di Antonio Tabucchi.

“ ‘Sostiene Pereira’ – dichiara Nicola Lagioiaè ormai un classico, raro esempio di romanzo italiano contemporaneo celebrato in tutto il mondo. Per le studentesse e gli studenti che avranno l’opportunità di leggerlo rappresenta, insieme, un inno alla libertà e una grande lezione di letteratura civile”.

Per aderire a “Un libro tante scuole”, le scuole devono candidarsi sulla piattaforma SalTo+ (https://saltopiu.salonelibro.it/), entro il31 dicembre 2022.

Info: www.salonelibro.it

 

g.m.

 

Nelle foto

–       Antonio Tabucchi. galeria

–       Cover “Sostiene Pereira”

–       Dacia Maraini da FlickrSaloneLibro

Torino e i suoi musei. La Galleria Sabauda

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Torino e i suoi musei

Con questa serie di articoli voglio prendere in esame alcuni musei torinesi, approfondirne le caratteristiche e “viverne” i contenuti attraverso le testimonianze culturali di cui essi stessi sono portatori. Quello che desidero proporre sono delle passeggiate museali attraverso le sale dei “luoghi delle Muse”, dove l’arte e la storia si raccontano al pubblico attraverso un rapporto diretto con il visitatore, il quale può a sua volta stare al gioco e perdersi in un’atmosfera di conoscenza e di piacere

1 Museo Egizio
2 Palazzo Reale-Galleria Sabauda
3 Palazzo Madama
4 Storia di Torino-Museo Antichità
5 Museo del Cinema (Mole Antonelliana)
6 GAM (Galleria d’Arte Moderna)
7 Castello di Rivoli
8 MAO (Museo d’Arte Orientale)
9 Museo Lombroso- Antropologia Criminale
10 Museo della Juventus

2 Galleria Sabauda

È qualche anno che abito fuori Torino e l’andare in centro non rientra più tra quelle che posso definire “abitudini”. Il lato positivo è che, quando ci vado, apprezzo maggiormente lo spettacolo che la città mi offre: la folla che si muove disordinata, qualcuno, più frettoloso degli altri, che attraversa correndo la strada anche se c’è il semaforo rosso, i tram che partono scampanellando sui binari, il sali-scendi delle persone dai pullman, qualche cestino troppo pieno e i portici che rimbombano del brusio dei passanti. Piazza Castello è una delle piazze principali dell’antica Augusta Taurinorum, è di forma quadrata e su di essa si affacciano Palazzo Madama e Palazzo Reale, mentre il profilato perimetro è delineato da portici eleganti ed importanti edifici, quali l’Armeria Reale, il Teatro Regio, il Palazzo della Regione Piemonte, la Galleria Subalpina, la Torre Littoria e la piccola Chiesa di San Lorenzo, che si erge all’angolo con via Palazzo di Città, mentre l’affollata via Garibaldi sfocia nella stessa piazza come un fiume nel mare. Poco più oltre s’innesta la Piazzetta Reale, costeggiata da Palazzo Chiablese, dove si trova l’ingresso per i Musei Reali e si accede al passaggio pedonale che porta a Piazzetta San Giovanni. Quando inizia a fare bel tempo si accendono le fontane, ricordo che quando finiva la scuola, noi studenti del Liceo Classico “Gioberti”, come molti altri ragazzi degli istituti vicini, andavamo a buttarci sotto l’acqua fredda per festeggiare l’arrivo dell’estate.

Vivere in un qualche luogo significa arricchirlo di ricordi, ma alcuni luoghi più di altri si legano ai vissuti e credo che per me piazza Castello sia proprio uno di quelli: punto di ritrovo “davanti al chiosco di giornali di via Garibaldi” o alla “focacceria”, i festeggiamenti bagnati – e leggermente maleodoranti- alla fine del ginnasio e tanti altri piccoli momenti che riaffiorano tutte le volte che passo di lì. Ma non è per raccontarvi della mia adolescenza che vi ho condotto qui, ma per proporvi di entrare a dare un’occhiata ad una delle varie collezioni che sono conservate all’interno del Palazzo. Nel regale complesso si trova la Galleria Sabauda, una delle raccolte pittoriche più importanti d’Italia, con alla spalle oltre 180 anni di storia. Le opere, oltre 700 dipinti che spaziano dal XIII al XX secolo, sono esposte dal 2014 nella Manica Nuova di Palazzo Reale, all’interno del complesso del Musei Reali di Torino.

Fra i contenuti di maggior interesse spicca una raccolta particolarmente importante di autori rinascimentali piemontesi, fra cui Giovanni Martino Spanzotti, Gaudenzio Ferrari e Defendente Ferrari, un vasto assortimento di opere prodotte dai maggiori nomi della pittura italiana, come Beato Angelico, Duccio di Boninsegna, Piero del Pollaiolo, Andrea Mantegna, Filippino Lippi, Il Veronese, Tintoretto, Guercino, Orazio Gentileschi, Giambattista Tiepolo e uno dei migliori nuclei italiani di dipinti della Scuola Fiamminga, con nomi quali Van Dyck, Rubens, Rembrandt, i Brueghel, Memling e Van Eyck.
La storia della collezione della Pinacoteca è lunga e complessa, inizia il 2 ottobre 1832, con la cerimonia ufficiale di inaugurazione della collezione di Carlo Alberto, con cui si sancisce che le opere vengano messe a disposizione della comunità e «aperte al pubblico». Allora però la raccolta era esposta a Palazzo Reale, dove rimase fino alla fine degli anni Sessanta dell’Ottocento, quando venne spostata a Palazzo Carignano. Negli anni Ottanta dell’Ottocento le opere erano 550, disposte tra le varie sale dell’edificio, divise per autori (piemontesi ed italiani), grandi formati, nature morte, ceramiche e fiamminghi. Alessandro Bandi di Verme ampliò la galleria di 5 sale e ordinò che i quadri fossero disposti secondo una concezione logica ed estetica.
Negli anni Trenta del Novecento la raccolta prende il nome “Galleria Sabauda”, ma si impoverisce poiché Mussolini cede svariate opere ai musei londinesi. Durante il periodo bellico l’esposizione chiude al pubblico per molto tempo; negli anni Cinquanta la Galleria viene inserita nel piano di rinnovamento dei grandi musei nazionali che necessitano provvedimenti e finalmente, il 24 maggio 1959, la Galleria riapre ufficialmente. Oltrepasso la cancellata, eseguita nel 1840 da Pelagio Palagi a scopo di delimitare la Piazzetta Reale dalla pubblica Piazza Castello, alzo lo sguardo verso le faccione dorate dell’orrorifica Medusa e mi avvio alla biglietteria.

Una volta entrata mi trovo di fronte al lungo corridoio e qui da una parte si affacciano le numerose stanze e dall’altra spiccano le statue romane. A questo punto non mi resta che cercare i numeri delle sale e iniziare il percorso. Le opere esposte sono moltissime, tutte meravigliose, ma alcune incontrano particolarmente i miei gusti, come il dipinto del fiammingo Hans Memling, “Scene della passione di Cristo” (1470). Si tratta di una tela di modeste dimensioni, emblematica di uno degli stili pittorici che più mi piacciono, quello fiammingo. Con “arte fiamminga” si è soliti indicare la produzione artistica del XV-XVI secolo, portata avanti nei Paesi Bassi, caratterizzata da un approccio sensoriale ed analitico della realtà fenomenica delle cose, che si traduce in pittura in una minuziosa descrizione dei più piccoli dettagli, resi in maniera sorprendentemente realistica. A questa tipologia di opera sarebbe il caso di avvicinarsi con una lente d’ingrandimento, alla ricerca di personaggi nascosti, come, in questo caso, il bambino che assiste affacciato alla finestra al crudele destino di Gesù. Mi avvicino alla tela che va letta dall’ alto a sinistra a scendere, percorrendo con lo sguardo le strette vie raffigurate con dovizia di particolari, affollate di personaggi usciti da un presepe nordico, ognuno con caratteristiche proprie. Mi perdo in uno spazio urbano che sembra rifuggire i principi della prospettiva e della verosimiglianza, l’autore ha inserito più di venti scene della Passione di Cristo, così come sono ricordate dai Vangeli. In primo piano, ai lati, vi sono rappresentati i committenti, Tommaso e Maria Portinari, due facoltosi banchieri fiorentini.

All’interno della Galleria vi sono altri quadri fiamminghi, tutti, a mio personalissimo avviso, da osservare avvicinandosi il più possibile, con sguardo indagatore, come si volesse giocare a fare i “detective”. Incontro varie nature morte, composizioni di fiori pomposi, bicchieri e vetri lucenti e piccoli insetti che si inseriscono nel componimento con “nonchalance”; mi imbatto in grandi maestri quali Anton van Dyck, (Principe di Savoia Tommaso Carignano, 1634), Van Weyden e un minuscolo ma non meno affascinate Rembrandt Harmenzoon van Rijn. Non riesco a non fermarmi davanti alla piccola opera, sembra una fotografia scattata al buio, gli occhi si devono abituare all’oscurità che si sta osservando e finalmente percepiscono i dettagli che emergono dall’ombra: una brace ormai spenta illumina una brocca, un attizzatoio e delle aringhe messe a essiccare. La fioca luce, vera protagonista del componimento, si posa anche sul volto dormiente e sulle dita intrecciate dell’anziano signore, vestito di nero e seduto abbandonato su una sedia. La virtuosistica tela quasi monocroma è databile al 1629, il suo significato rimane incompreso, alcuni pensano si tratti di un filosofo o Tobia dormiente, oppure ancora l’allegoria dell’accidia o il ritratto del padre del pittore prossimo alla morte.

Guardo un’ultima volta la piccola composizione, per avere la certezza di non essermi persa nessun dettaglio, poi mi allontano piano, come non volessi svegliare l’assopito vecchio stanco.
Mi aggiro per la pinacoteca continuamente osservata da tutti quei personaggi dipinti, ogni tela cela una storia al suo interno, come nel caso dell’opera di Bartolomeo Passerotti, “Perseo e Andromeda”, nella quale l’autore raffigura l’eroe di ritorno dall’impresa dell’uccisione della mostruosa Gorgone, nel momento in cui si imbatte nella candida fanciulla ancorata allo scoglio, lì imprigionata a causa della spregiudicatezza della madre. Quasi non me ne accorgo, ma sto inconsciamente giocando a riconoscere miti e personaggi studiati sui libri di scuola durante le ore di letteratura, riconosco l’episodio di Ercole che affida Deainira al Centauro Nesso, rappresentato da Pecheux, Apollo e Dafne e Pan e Siringa nelle opere di Filippo Lauri, ancora mi soffermo davanti a Lucrezia, magistralmente rappresentata da Guido Reni nell’atto estremo del suicidio, ma poi anche la tragica vicenda di Diana e Callisto nella tela di Cambiano e infine mi attardo un po’ di fronte all’opera di Galliari, che raffigura un mito che molto concerne Torino, “La caduta di Fetonte”.

Forse non si sa, o quantomeno non si dice abbastanza, ma nel capoluogo piemontese, proprio nella Galleria Sabauda, sono conservati grandi nomi della storia dell’arte, quali Botticelli, di cui è visibile la così detta “Venere Gualino”, dal nome del suo acquirente, Riccardo Gualino, che la comprò nel 1920 per poi cederla dieci anni dopo alla Galleria. Davanti al quadro è impossibile non pensare alla ben più nota Venere degli Uffizi. L’opera venne probabilmente realizzata nel momento di massima attività della bottega del maestro fiorentino. La fanciulla si presenta nuda al visitatore, leggera e pallida, alle sue spalle una nicchia dal fondo scuro; poggia i piedi su un gradino di marmo chiaro, che le vicende conservative del dipinto hanno reso leggermente sghembo. Cerca, con pudore, di coprirsi con le mani e con i lunghi capelli biondi ramati. Oggi si tende a vedere nella “Venere Gualino” un’opera indipendente, anche tenendo conto di una menzione di Giorgio Vasari, che ricorda come in varie case fiorentine si trovassero raffigurazioni simili, prodotte nella bottega di Botticelli: una scultura della tipologia della “Venus Pudica” dovette essere il modello in comune tra queste opere e la tela degli Uffizi. Altri nomi in cui ci si imbatte con timoroso rispetto sono Filippino Lippi, Andrea Mantegna, Beato Angelico, Veronese, Tiepolo, Orazio Gentileschi, Vanvitelli, Canaletto e altri, autori che ha più senso vi inviti ad andare a visionare piuttosto che elencarli freddamente.

Prima di uscire “a riveder le stelle” vorrei soffermarmi ancora su un’opera e su un autore che amo particolarmente: “Ercole nel giardino delle Esperidi” di Pieter Paul Rubens, (Siegen, 1577-Anversa, 1640). L’opera si trova nella sala 29, dove sono esposti altri capolavori del genio barocco per eccellenza. Nelle sue opere prevale la complessità, la policentricità, l’intrecciarsi di motivi e linee di forza, la pienezza rigogliosa delle forme, lo splendore e la vivacità dei colori, il virtuosismo tecnico che gli permette di giungere ad una definizione dell’opera molto finita e preziosa. In questo specifico quadro è rappresentato un Ercole forzuto e massiccio, fatto di carne e di muscoli, secondo i canoni di Rubens, mentre sta per cogliere i pomi d’oro nel mitico giardino delle Esperidi. È l’undicesima fatica che l’eroe greco deve affrontare e che riesce a superare grazie al consiglio di Prometeo, che gli suggerisce di farsi aiutare da Atlante.
Alcuni di voi si ricorderanno la divertente rivisitazione Disney in cui il protagonista viene appellato “scemercole”, bene, forse è vero che l’intelligenza è caratteristica più di Odisseo che di Ercole, ma in questo episodio l’eroe dimostra di sapersela cavare. Quando Ercole si reca da Atlante, quest’ultimo accetta di aiutarlo, ma per poterlo fare è necessario che il forzuto greco regga un po’ il Mondo al posto suo; Ercole acconsente e a quel punto Atlante, sgranchendosi la schiena, fa per andarsene e abbandonare l’eroe a quel compito infausto. Spaventato dal quel mesto destino Ercole aguzza l’ingegno: “Fammi aggiustare la veste prima di andartene,” dice Ercole ad Atlante mentre gli ripassa quel Mondo così pesante, e l’altro ci casca in pieno.

Dall’arte c’è sempre qualcosa da imparare.

Alessia Cagnotto

Fra narrazione e teatro. Questa é la nostra Ivrea

Tappa conclusiva di “Ciascuno è un libro. Ivrea racconta”

Sabato 12 novembre, ore 20,45

Ivrea (Torino)

L’appuntamento è al “Teatro Giacosa” (piazza Teatro 1) di Ivrea. Lì si terrà sabato prossimo, alle 20,45, la tappa conclusiva del progetto “Teatro di comunità”, curato da Gian Luca Favetto (noto scrittore, giornalista e drammaturgo), in collaborazione con Laura Curino (attrice, regista nonché direttrice dello stesso “Giacosa”) e 22 cittadini eporediesi che hanno contribuito, con le loro storie, a dar vita – in quattro mesi di preparazione – ad un’opera in cui la semplice narrazione si apre al pubblico per farsi singolare ed autentico vissuto teatrale. Titolo: “Ciascuno è un libro. Ivrea racconta”. Che, per le sue caratteristiche, è molto di più di un semplice spettacolo teatrale. “Si tratta – dicono i responsabili – di un intreccio di vite che raccontano un luogo, Ivrea, che è fatto dalle storie delle persone che la vivono. Le città infatti, più che monumenti e architetture, sono appunto le persone che le abitano, che le vivono, le attraversano, ci dormono e si risvegliano e le mangiano passo dopo passo. Una città è fatta dalle biografie di chi la vive e la percorre”. Partendo da questa convinzione, Favetto ha messo insieme le storie dei 22 eporediesi (loro gli “attori”, neppure bisognosi di calarsi in una parte che è per loro stato naturale di sempre) che si sono messi in gioco costruendo, passo dopo passo, l’architettura, quella esterna e quella più intima, della loro città, di questa Ivrea contemporanea, nell’anno che ha vissuto da “Capitale italiana del libro”, e che saranno presenti sul palco al “Giacosa” per mettere in scena la loro “parte di città”. Alla base c’è l’emblematico volume “Le città invisibili” di Italo Calvino che rappresenta il “diario di bordo” con cui, guidati da Favetto nei panni di Marco Polo, si viaggerà tra le storie di ogni partecipante e attraverso i loro libri del cuore, il tutto “cucito” dalla mise en espace di Laura Curino.

Racconta Gian Luca Favetto: “Tutto parte diversi mesi prima. Nel mio ruolo di Marco Polo, vado a cercare le persone e le storie. Le incontro, le ascolto e dialogo con loro. Da questo momento nasce il racconto che, insieme agli altri, costituisce un piccolo affresco di quella città che proprio le persone rappresentano. Questo è un tassello fondamentale: il coinvolgimento dei singoli che devono esporsi e dire in qualche modo ‘io ci sono, io sono parte della mia città’. È come mettere le fondamenta delle città, che sono fatte, e non mi stanco di ripeterlo, dalle persone, cosa che non teniamo mai abbastanza presente. Così sarà a Ivrea”. “Il progetto di Gian Luca Favetto – sottolinea Costanza Casali, assessore alla Cultura della città – ha permesso di far emergere l’essenza più profonda della nostra città, le storie delle persone che la compongono con il loro carico di speranze e aspettative per il futuro. ‘Ciascuno è un libro. Ivrea racconta’ è nato durante la candidatura di Ivrea a ‘Capitale italiana del libro 2022’ ed è contenuto nel dossier presentato al ‘Ministero della Cultura’ ”. L’ingresso allo spettacolo è libero.

Per ulteriori info: https://ivreacapitaledellibro.it/

g.m.

Nelle foto:

–       Gian Luca Favetto

–       Immagine – guida spettacolo

Al “Pannunzio” ciclo sul Futurismo. Si incomincia domani

VENERDI’ 11 NOVEMBRE ALLE ORE 17,30

Presso la sede del Centro Pannunzio  (via Maria Vittoria 35h, Torino), Marvi DEL POZZO terrà la prima conferenzareading di un ciclo di tre incontri sul Futurismo italiano in rapporto con analoghi movimenti europei. In questo primo appuntamento si esaminerà l’origine del Futurismo, con la lettura dei manifesti dell’epoca (1909 – 1911) relativi alla rivoluzione della letteratura, delle arti figurative, della musica: testi stilati dai grandi artisti futuristi della prima ora, accolti ed osannati dalle avanguardie parigine con enorme risonanza internazionale. La dirompenza con la tradizione e la provocatorietà di certi testi (“Uccidiamo il chiaro di luna” e “Contro Venezia passatista”) verranno esaltate dalla lettura degli attori Anna ABATE e Alessandro PIRON.

Al Liceo Vittoria confronto su poesia ed editoria

Con Gian Giacomo Della Porta

 

L’incontro, martedì 8 novembre scorso, nell’Aula Magna del liceo torinese Vittoria da parte del poeta e editore Gian Giacomo Della Porta è stato occasione di dialogo con gli studenti sui temi della poesia, dell’editoria e della passione che deve accompagnare un percorso consapevole in tutte queste discipline.

La tematica della poesia è stata affrontata dal punto di vista più umano che letterario, individuando i benefici che questa arteapporta nei confronti di ciascuno, per migliorare la propria conoscenza personale e, in particolare negli studenti, per accentuare la consapevolezza nei confronti delle scelte e percorsi futuri.

L’essenza della poesia risiede proprio nello stimolo a rimanere in sincronia con il tempo che si sta vivendo,  facendo in modo che si possano comprendere gli avvenimenti al momento del loro accadere; si tratta di un aspetto che raramente si verifica, soprattutto in una società che presenta ritmi così veloci e che non riesce più a storicizzare gli avvenimenti che accadono.

Attraverso la poesia è stato possibile dialogare con gli studenti in merito alle proprie passioni individuali e sull’importanza di dare ascolto a queste come occasione di crescita nella propria vita emotiva.

La poetica, che alberga in ognuno di noi, se ascoltata, si fa, infatti,strumento imprescindibile per acquisire una migliore conoscenza interiore che renda più forti nella lotta e nel confronto con le dinamiche, spesso non facili e omologanti, che la vita presenta.

Un altro tema affrontato è stato quello dell’editoria che ha stimolato molto gli studenti, in quanto ha permesso di illustrare l’importanza della parola nella sua essenza. Comunicare significaamare e rispettare il pensiero di chi ci sta di fronte, superando la generale indifferenza tipica della società contemporanea.

MARA MARTELLOTTA

“Io dono libri perché”

5000 euro di libri in donazione alle biblioteche civiche e scolastiche del sistema bibliotecario pinerolese ENTRO DICEMBRE 2022

Per celebrare i dieci anni della sua fondazione, l’Associazione Culturale Centro Studi Silvio Pellico, che opera nel territorio pinerolese per la promozione della cultura, la tutela del patrimonio letterario locale e nazionale di nicchia e l’accessibilità per lettori ipovedenti e dislessici, con il supporto e la collaborazione del Sistema Bibliotecario del Pinerolese indice il presente bando

1 – Il bando è rivolto alle Biblioteche pubbliche e private, civiche e scolastiche aderenti al Sistema Bibliotecario Pinerolese.

2 – Ad ogni Biblioteca avente i requisiti per partecipare al presente bando saranno offerti in donazione libri facenti parte del catalogo di cui all’allegato A per un importo di euro cinquecento.

3 – Le richieste per ricevere la donazione dovranno essere inoltrate esclusivamente via pec all’indirizzo centrostudisilviopellico@pec,it riportando nell’oggetto la dicitura “BANDO DONAZIONE LIBRI” fornendo i dati di cui all’allegato A (elenco dei titoli) esclusivamente in formato Excel o OpenOffice come da database forniti e all’allegato B, modulo dei dati amministrativi.

4 – Le richieste dovranno pervenire a partire dal 15 novembre 2022 e non oltre il 15 dicembre 2022 e saranno evase entro il 15 gennaio 2023.

5 – Le richieste saranno evase in ordine di invio da parte delle Biblioteche partecipanti, fino ad esaurimento dell’importo del bando stesso, pari a cinquemila euro totali.

6 – Ogni biblioteca avrà la facoltà di richiedere titoli per un importo massimo di euro cinquecento.

7 – Ogni richiesta potrà in ogni caso contenere anche un numero di titoli superiore al valore stabiliti, al fine di poter sostituire eventuali titoli esauriti. Si consiglia a tal fine di inserire un numero di titoli per un importo di almeno 600 euro.

8 – I libri saranno consegnati al Sistema Bibliotecario Pinerolese presso la Biblioteca Civica “Camillo Alliaudi” di Pinerolo, e dovranno essere ritirati dalle Biblioteche a propria cura o attraverso i canali di flusso del Sistema Bibliotecario stesso. Non è prevista in ogni caso la consegna alle singole Biblioteche.

9 – La pubblicità del presente bando è affidata al Sistema Bibliotecario Pinerolese

Cercenasco, 10 novembre 2022

 

SCARICA IL BANDO

ALLEGATO A – ELENCO DEI TITOLI DISPONIBILI VERSIONE EXCEL

ALLEGATO A – ELENTO DEI TITOLI DISPONIBILI VERSIONE OPENOFFICE

ALLEGATO B – MODULO DI RICHIESTA E COMPILAZIONE DEI DATI

ALLEGATO C – ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE

Fondazione Torino Musei, tutti gli eventi della settimana

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Segnaliamo in particolare:

 

Venerdì 11 novembre ore 10.30

COS’È UN CODICE MINIATO

Biblioteca civica don Milani, via dei Pioppi 43 – conferenza con Simonetta Castronovo, conservatore di Palazzo Madama

(comunicato stampa con il programma completo in allegato)

 

Martedì 15 novembre 2022, ore 18

PRESENTAZIONE DELLA DONAZIONE DI LIBRI D’ARTISTA COLLEZIONE PECCOLO

GAM – conferenza in Sala Uno

 

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

11 – 17 novembre 2022

 

 

VENERDI 11 NOVEMBRE

 

Venerdì 11 novembre ore 10.30

COS’È UN CODICE MINIATO

Biblioteca civica don Milani, via dei Pioppi 43 – conferenza con Simonetta Castronovo, conservatore di Palazzo Madama

Quali sono le operazioni che portano alla realizzazione di un codice manoscritto nel Medioevo? Quali gli strumenti di lavoro dello scriba e del miniatore? Com’era organizzato uno scriptorium? Nel corso della conferenza si scopriranno le operazioni necessarie a produrre un codice, dalla preparazione della pergamena alla rigatura, dalla scrittura ai pigmenti e alla decorazione con iniziali figurate e istoriate o intere scene a pittura, senza dimenticare la doratura e la legatura.

L’appuntamento fa parte del ciclo di incontri Miniature rivelate, organizzato da Palazzo Madama in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi, dedicato ad approfondire l’arte del libro tra Medioevo e Rinascimento attraverso le collezioni di arte antica del Museo Civico di Torino.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

Venerdì 11 e sabato 12 novembre ore 15

ARTE E TÈ IN ORIENTE

MAO – visita guidata alla mostra Buddha10 con degustazione di tè.

A cura di Theatrum Sabaudiae in collaborazione con The Tea

Nella mostra temporanea, un’installazione di composizioni vegetali accoglie il pubblico e depura l’aria: un momento di purificazione che prepara ad accedere agli spazi successivi della mostra, custodi di icone buddhiste sacre e devozionali.

L’incontro con straordinarie statue buddhiste delle collezioni del MAO, alcune delle quali mai esposte al pubblico, messe in dialogo e in contrasto con alcuni esemplari provenienti dal Museo delle Civiltà di Roma e dal Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova e con significative opere di artisti contemporanei, diventa l’occasione per riflettere su molteplici tematiche, spaziando dall’originaria collocazione e funzione delle opere, alle modalità di importazione in occidente, dalle logiche e procedure di restauro, alle complesse relazioni fra vero e falso.

Questi e altri interrogativi saranno al centro della visita guidata che si propone come momento di condivisione e riflessione su questioni che si celano dietro a soggetti dalla natura e funzione essenzialmente sacra.

Segue La fragranza celeste dell’autunno: l’osmanto, una proposta autunnale per la degustazione di tè Gui Hua, a cura di Claudia Carità (The Tea – Torino), studiata come ideale prosecuzione dell’esperienza in mostra.

I fiori di osmanto e la loro inebriante fragranza autunnale, costituiscono un’icona dell’immaginario orientale. Nelle regioni remote di Cina e Giappone è possibile trovare arbusti di osmanto coltivati nei giardini dei templi buddhisti per ricordare la riconoscenza alle divinità lunari.

La degustazione si accompagnerà con dolcezze e piccole preparazioni ideali in abbinamento ai tè proposti, servite in monodose ad ogni partecipante presentate su un piccolo vassoio dedicato.

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Claudia Carità, selezionatrice di té, laureata in economia e commercio presso l’Università di Torino, fonda nel 2011 il marchio The Tea che identifica un catalogo di tè scelti attraverso il confronto diretto con produttori e importatori con preferenza per chi si avvale del marchio ETP (Ethical Tea Partership). Dal 2013 The Tea è stato scelto da Slow Food Italia e valutato dal Laboratorio Chimico della Camera di Commercio per rientrare nel progetto “Maestri del Gusto” di Torino e Provincia.

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Prenotazione obbligatoria, l’iniziativa verrà attivata con un minimo di 10 partecipanti, fino a un massimo di 20 persone.

Info 011.5211788 –  prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costi: 19 € a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso alla mostra; gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio.

 

 

Venerdì 11 novembre ore 16.30

UN GIORNO A CORTE

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Galateo, abitudini e socialità tra cerimoniali e protocolli “regali”. Sarà come essere invitati a pranzo dalla Regina. La visita guidata si propone proprio questo: raccontare usi, abitudini e costumi a corte. Quali menù si proponevano agli invitati? Quale abito avrebbe scelto una giovane contessa per partecipare al cerimoniale di corte? Quanti e quali inchini avrebbe dovuto rivolgere alla sovrana? Come attenersi perfettamente alle regole del protocollo?

Visitando le sale della mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, che, con il loro allestimento ben evocano i fasti del momento, si sveglieranno le consuetudini, i divertimenti e i passatempi dei sovrani al tempo di Margherita.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

SABATO 12 NOVEMBRE

 

Sabato 12 novembre ore 16

AVVENTURA TRA LE PAGINE. Miti e leggende giapponesi di Fabiola Palmeri

MAO – in occasione di Kid Pass Days

L’autrice leggerà insieme a noi nella galleria dedicata all’arte Giapponese alcuni racconti dal suo nuovo libro per ragazzi uscito a fine settembre. In laboratorio sarà possibile dare forma e colore ad alcune illustrazioni ispirate ai racconti.

Costo: bambini €4; adulti accompagnatori ingresso ridotto alle collezioni permanenti (gratuito con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria t.011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Sabato 12 e domenica 13 novembre ore 10 – 17

FLORA D’INVERNO E BIGLIETTI DI NATALE

Palazzo Madama – workshop di acquerello botanico con Angela Petrini

Il corso permetterà di avvicinarsi a quelle piante, alcune delle quali presenti nel Giardino Botanico Medievale, che hanno il loro punto di maggior splendore in inverno, un momento tutt’altro che povero di colori e forme: basti pensare alla varietà di rosso delle bacche dell’agrifoglio, delle rose antiche o di quelle del gigaro; al viola e al nero dei cavoli e delle rape; al giallo intenso delle zucche.

Angela Petrini accompagnerà i partecipanti in questo esercizio di attenzione e creatività che può trasformarsi in un colorato biglietto d’auguri o in un regalo personalizzato destinato alle persone più care.

Il corso è aperto anche ai principianti che riceveranno un’impostazione necessariamente di base, mentre i più esperti potranno esercitarsi nell’approfondimento della tecnica per rappresentare dettagli botanici particolarmente impegnativi, come dipingere il bianco sul foglio bianco o rendere la granulosità di certe superfici.

Il corso ha una durata di 12 ore ed è accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5). È possibile ricevere fattura per rimborso della Carta del docente.

 

Il corso ha una durata di 12 ore, si svolge il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 17, ed è accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).

 

Angela Petrini ha ottenuto il Diploma con lode in disegno e acquerello botanico dalla Society of Botanical Artists di Londra; è Presidente dell’Associazione Italiana Pittori Botanici “Floraviva”. Premiata dalla Royal Horticultural Society con la Gold Medal al Plant and Botanical art Fair 2018, Londra.

 

Prossimi appuntamenti:

 

4-5 marzo 2023 ore 10-17 | Gli agrumi

1-2 aprile 2023 ore 10-17 | La Primavera nell’orto medievale

7-8 maggio 2022 ore 10-17 | Alcune varietà di rose botaniche

10-11 giugno 2022 | Ciliegie e piccoli frutti

 

Materiale occorrente: acquerelli; pennelli tondi a punta fine numeri 4, 2, 0; matita HB; gomma (evitare possibilmente la gomma pane); carta liscia satinata 300 gr. formato 30×40 circa. A chi non avesse il materiale l’insegnante può fornire carta, pennelli e colori necessari per lo svolgimento al costo di 5 €. È necessario segnalarlo al servizio prenotazioni.

 

Costo: € 140 / ogni incontro

Posti disponibili per ogni appuntamento: 7
Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Sabato 12 e domenica 13 novembre ore 15

MATERIA VIVA. LEGAMI METALLICI
GAM – visita guidata tematica

Materia viva, malleabile, modellabile e splendente, il metallo ha accompagnato la storia dell’uomo dall’antichità fino ai giorni nostri. Utilizzato inizialmente nella creazione di manufatti di uso quotidiano è diventato uno dei materiali più impiegati nell’espressione artistica Dai bagliori ramati delle forme ascendenti di Fausto Melotti al ferro che racconta il fuoco, elemento naturale e vivo nella scultura di Eduardo Chillida, all’uso quasi alchemico di oro e rame nelle opere di Yves Klein e Gilberto Zorio. Un viaggio tra le opere delle collezioni della GAM da inizio 900 fino ai giorni nostri.

 

Tariffa: 6 € a persona

Durata: 90 minuti

Possibilità di prenotazione per gruppi di massimo 25 persone in settimana e weekend:

Tariffa: 96 € a gruppo (comprensivo di diritti di prenotazione)

Durata: 90 minuti

Tariffa: 81 € a gruppo (comprensivo di diritti di prenotazione)

Durata: 60 minuti

Per informazioni e prenotazioni: 011 5211788 prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

DOMENICA 13 NOVEMBRE

 

Domenica 13 novembre 2022, ore 15

KID PASS DAYS – IL FILO MAGICO

GAM – attività per le famiglie

La GAM aderisce all’iniziativa di KID PASS DAYS dedicata all’illustrazione per l’infanzia con un’attività creativa rivolta ai bambini. La lettura de “Il filo Magico” di Mac Barnett permetterà ai piccoli visitatori di immergersi nel mondo della generosa Annabelle che, con il suo infinito filo multicolore, riesce a portare la bellezza nel suo villaggio, immerso nelle fredde tonalità dell’inverno. Faremo poi uscire quel filo dalle pagine stampate e continueremo a seguirlo, come tanti piccoli Teseo, nelle sale del museo alla scoperta di opere in cui la forma si riduce ad una semplice linea, curva o spezzata, chiusa o aperta; una sorta di filo che si allunga e si assottiglia creando percorsi ricchi di significato. Negli spazi dell’Educational Area, ispirati da quanto visto e ascoltato, i bambini potranno dedicarsi a un lavoro di tessitura e cucitura creando meravigliosi messaggi di bellezza.

Costo: Euro 7 a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso al museo ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

MARTEDI 15 NOVEMBRE

 

Martedì 15 novembre 2022, ore 18

PRESENTAZIONE DELLA DONAZIONE DI LIBRI D’ARTISTA COLLEZIONE PECCOLO

GAM – conferenza in Sala Uno

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Intervengono: Roberto Peccolo, Giulio Paolini, artista e Riccardo Passoni, direttore della GAM

I volumi della donazione Peccolo sono entrati a fare parte delle collezioni della Biblioteca d’Arte della Fondazione Torino Musei nella primavera del 2022, grazie alla volontà del fondatore e titolare della galleria stessa, Roberto Peccolo. La galleria, aperta a Livorno nel 1969, ha cessato la sua attività alla fine del 2019 ed è stata per più di mezzo secolo un importante punto di riferimento per il mondo dell’arte contemporanea. Le pubblicazioni donate comprendono l’intera collana “Memorie d’Artista”, costituita da 50 esemplari editi tra il 2008 ed il 2019 e nati dal desiderio di pubblicare non delle semplici monografie cataloghi di mostre, ma dei veri e propri libri creati da un artista. Ogni volume è stato stampato con una tiratura limitata a 200 copie, in formato in folio, mantenendo costanti le 32 pagine, i caratteri, il colore e l’impostazione della copertina. All’autore artista è stata lasciata totale libertà nel decidere che cosa inserire: solo immagini, solo testo oppure un misto fra testo e immagini.

Per dare risalto alla donazione, successivamente alla consueta catalogazione informatizzata nel Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN), tutti i volumi sono stati collocati in uno scaffale dedicato e schedati con una segnatura di collocazione che ne consentisse l’accorpamento e l’immediata reperibilità qualora qualche studioso volesse consultarne l’intera serie.

La collana completa costituisce un unicum nel panorama torinese, dal momento che la maggior parte dei cataloghi è consultabile solo in alcune biblioteche di Livorno.

Info www.gamtorino.it

 

 

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

 

Massimo Broccio è il nuovo Presidente della Fondazione Torino Musei

Torino, 9 novembre 2022. Il Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei, riunitosi oggi ha preso atto della designazione avvenuta con decreto del Sindaco dello scorso 27 ottobre, ha nominato Massimo Broccio Presidente della Fondazione Torino Musei.

Sono molto onorato per questa nomina – dichiara Massimo Broccio, neo Presidente della Fondazione Torino Musei – Sono consapevole della complessità dell’incarico ma sono anche stimolato dalla possibilità di presiedere un ente che ha un patrimonio artistico e culturale così rilevante e come tale ricco di opportunità e potenzialità. Dedicherò a questo incarico l’impegno necessario e la passione per l’arte che ho avuto la fortuna di maturare negli anni.

Massimo Broccio, commercialista torinese, 52 anni. Esperto di finanza e pianificazione aziendale, advisor finanziario per operazioni di finanza strutturata e di M&A, membro di organi controllo e vigilanza di primarie società con cariche nelle principali divisioni del gruppo Intesa Sanpaolo. Da oltre 10 anni Segretario della Fondazione Arte Moderna e Contemporanea CRT dove ha avuto modo di acquisire una significativa esperienza e relazioni nel mondo dell’arte. Cariche anche nel Comitato Fondazioni Arte Contemporanea e, in passato, negli organi di controllo della Fondazione Torino Musei e del Castello di Rivoli.

La nomina è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Direttivo composto da Sara Bonini Baraldi, Vice Presidente, Roberto Coda, Luca Angelantoni e Anna Maria Poggi, Consiglieri.

 

Ivrea e i suoi dintorni

LA GEMMA DEL CANAVESE TRA DISTESE DI NATURA E BELLEZZE

 

A pochi chilometri da Torino, bagnata dal fiume Dora Baltea e avvolta dal Canavese, si trova Ivrea, un piccolo centro affascinante e suggestivo. Fondata dai Salassi nel quinto secolo A.C. divenne colonia romana dal 100 A.C. con il nome di Eporedia da cui deriva il nome dei suoi abitanti, epoderiesi.

Patrimonio dell’Umanità per Unesco, questa preziosa cittadina è testimone di diverse vicende storiche che l’hanno attraversata e caratterizzata, dalla presa dei Longobardi, ai Franchi, al Regnum Italicum di Re Arduino che la cede alla Chiesa, ai Savoia che la difendono da francesi e spagnoli. Dai primi del ‘900 Ivrea diventa un importante centro industriale grazie alla Olivetti che rappresenta ancora oggi una eredità socio-culturale che la influenza e la contraddistingue.
Considerata il capoluogo del canavese, animata da circa 23.400 abitanti, questa gemma piemontese è ravvivata da locali tipici, negozi, ristoranti e centri culturali raccolti attorno alla strada centrale pedonale, Via Arduino. Il periodo più vivace dell’anno è sicuramente quello del Carnevale Storico, risalente al 1808 quando in città sfilarono diverse persone vestite con abiti medioevali. La Battaglia delle Arance, che si tiene gli ultimi 3 giorni della mascherata, è l’evento più famoso ed atteso con moltissimi turisti che accorrono per assistere alla battaglia delle squadre di aranceri che, dai carri e a piedi scalzi, si affrontano simulando la battaglia del popolo contro la nobiltà.
Molte e di diversa tipologia sono le visite da fare ad Ivrea, tra le più interessanti e legate alla celebre Olivetti sono il MaAM – Museo a cielo aperto di Architettura Moderna – che si articola in un percorso di due chilometri, fatto di vetro acciaio e cemento, che fu la sede della famosa azienda, il Laboratorio Museo Tecnologic@mente dove sono esposti storici dispositivi a tastiera, calcolatori e personal computer e l’Ex Hotel Serra, progettato alla fine degli anni ’60, particolare e stravagante per la sua forma di macchina da scrivere.

I Giardini di Giusiana rappresentano l’area verde della città, una zona di relax ma anche di interesse architettonico grazie alla Torre di Santo Stefano costruita nel 1041 e una volta facente parte di un monastero demolito nel Cinquecento.
Il centro storico è accogliente e gradevole tra palazzi eleganti, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Castello e la romantica la passeggiata sul lungo Dora che porta al suggestivo Ponte Vecchio, il più antico di Ivrea, e al Borghetto, un piccolo centro di edifici stretti tra loro sulla sponda destra del fiume ricco di botteghe e attività artigianali.
Tappa obbligata e gustosa da fare assolutamente è alla pasticceria Balla famosa per la sua torta ‘900.

La Chiesa di San Bernardino, situata in uno scenario moderno e parte di un complesso monastico risalente al 1400, è un meraviglioso esempio di pittura rinascimentale con vivaci affreschi, realizzati da Gian Martino Spanzotti, che ritraggono il ciclo della Vita e Passione di Cristo.
La visita è possibile solo su prenotazione alla Associazione Spille D’oro.

Da Ivrea parte inoltre la tappa numero 07 della Via Francigena che arriva fino a Viverone; con 20 chilometri di percorso di media difficoltà, questo cammino ai piedi della Serra d’Ivrea, la morena più grande d’Europa, offre paesaggi incantevoli, chiesette e ruderi da visitare e il villaggio-strada di Piverone.

A pochi minuti di macchina dalla città invece si sviluppa un’area caratterizzata da boschi che ospita 5 laghi deliziosi, il Sirio il più frequentato grazie alle spiagge, ai locali e ai ristoranti sulle sue rive, il Lago Campagna, e i Laghi Nero e di San Michele collegati da fitti sentieri.
Nelle vicinanze molto belli e caratteristici ci sono anche i Borghi. Montalto Dora con un castello solitario e il Parco Archeologico del Lago Pistono è nel bel mezzo di una torbiera, un lago esaurito sul cui fondo si sono depositati nel corso del tempo vegetali e materiale organico che creano, quando ci si cammina sopra, un effetto morbido e danzante come se fosse un grande materasso, per questo motivo questo luogo è stato soprannominato “terra ballerina”. L’altro borgo è Chiaverano con la sua Bottega del Frer, un’officina di fabbro ferraio risalente ai primi anni del Settecento, e la millenaria Chiesa di Santo Stefano di Sessano.

E’ vero che è finalmente tempo di mare, di relax in spiaggia e bagni marini ma una gita in questa perla piemontese, eletta una tra le più belle “città sul fiume”, vale davvero la pena. Ivrea è una cittadina dalle molte vocazioni come quella artistica, o quella tecnologica, naturale, folcloristica e sicuramente romantica, una meta ideale per passare qualche giorno immersi nella bellezza.

Maria La Barbera

La Venaria Reale celebra Sant’Uberto di Liegi

Sfilata degli “Equipaggi” nel centro storico, seguita dalla Messa nella Cappella dedicata al Santo e dall’omaggio musicale

Domenica 6 novembre, dalle ore 11

Venaria Reale (Torino)

Primo vescovo di Maastricht e di Liegi, venerato quale protettore di “uomini e animali dalla rabbia silvestre” e quindi anche come protettore dei cacciatori, Sant’Uberto (Tolosa, 656? – Voeren-Belgio, 727 d. C.), sarà festeggiato domenica prossima 6 novembre alla “Venaria Reale”, dimora di caccia e di divertissement di Casa Savoia. La tradizione galoppa nei secoli. Il primo in Piemonte a dare solennità alla Festa (già menzionata, nel 1674 e nel 1682, da Amedeo di Castellamonte in “La Venaria Reale, Palazzo di Piacere e di Caccia” e in “Theatrum Sabaudiae”)  fu il duca Carlo Emanuele II, seguito dai suoi successori. Celebrata a Venaria per il 27esimo anno, ad organizzarla è l’“Accademia di Sant’Uberto” con la “Reggia di Venaria”, il patrocinio della “Città di Venaria”, molteplici collaborazioni di Enti e Società locali, il sostegno di Fondi riservati dal “Ministero della Cultura” ai Patrimoni “UNESCO” e della “Fondazione CRT”. Particolare la sua storia. Nel 1996 infatti si costituiva a Venaria l’“Accademia di Sant’Uberto” che subito, per promuovere la “Reggia” e il suo borgo, lavorava, da un lato, alla creazione del gruppo dei “suonatori di corno” dell’“Equipaggio della Regia Venaria” e dall’altro alla ripresa della “Festa di Sant’Uberto” che ha caratterizzato la Reggia sin dalla sua costruzione. Dal 1996 la Festa, storicamente legata alla fondazione sia della Città di Venaria Reale sia del Borgo, viene celebrata il 3 novembre, ricorrenza del Santo, se di domenica, altrimenti la prima domenica successiva al 3 novembre. Ma quale il programma della prossima domenica 6 novembre?

Alle 11 è prevista la “sfilata degli equipaggi” da piazza Annunziata alla Reggia. Protagonisti l’“Equipaggio della Regia Venaria” e “Les Trompes de Bonne”, gruppo proveniente dall’Alta Savoia: entrambi sfilano con i celebri corni da caccia, la cui arte musicale è stata dichiarata “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO” nel 2020.

Quindi, alle 11,15, si terrà la Santa Messa nella “Cappella di Sant’Uberto” con accompagnamento musicale dei corni da caccia degli equipaggi, ma anche delle trombe e dei timpani della “Reale Scuderia” e l’organo, seguita, alle 12, da un omaggio musicale a Sant’Uberto: non solo una semplice occasione d’ascolto ma un vero e proprio momento celebrativo da vedere e vivere in ogni suo momento. La cerimonia ha infatti origine in età medievale, quand’era denominata  “missa canum”, messa dei cani, per l’uso di benedire i cani e i loro padroni alla fine della messa. L’abitudine di accompagnare momenti della messa con musica, in particolare quella prodotta dai corni da caccia, è documentato dal XVIII secolo. L’ingresso è libero, fino ad esaurimento posti.

Qualche nota storica. Dalla Venaria a Stupinigi. Le reliquie di Sant’Uberto Martire, dono di papa Clemente IX a Carlo Emanuele II per la “Venaria Reale”, si trovavano dal 1669 nella cappella della Reggia. Per espresso volere del pontefice, l’edificio religioso che le ospitava doveva essere accessibile non solo dall’interno del palazzo, ma da tutti i fedeli, per rendere possibile la venerazione anche a chi non appartenesse alla corte. Fu questa una possibile motivazione dell’apertura della chiesa di corte della Venaria verso la piazza. Non solo cappella riservata alla corte, interna al palazzo, ma a tutta la popolazione. Si è  desiderato conservare anche ai nostri giorni questo spirito di condivisione tra Reggia e borgo di Venaria Reale. Cessata la funzione di Residenza Reale della Venaria, dal 1819 la reliquia è conservata a Stupinigi, nella chiesa della “Visitazione di Maria Vergine”, sulla piazza della palazzina, per volontà di Vittorio Emanuele I.

g.m.