CRONACA- Pagina 7

Napolitano “Presidente di tutti”

Giovanni Matteoli presenta il libro alla Fondazione Giorgio Amendola 

 

Venerdì 29 novembre, alle 17.30, appuntamento con Giovanni Matteoli, autore del volume “Presidente di tutti. Giorgio Napolitano nelle memorie di un segretario al Quirinale”, nella sede della Fondazione Amendola, in via Tollegno 52 a Torino. Da sempre la Fondazione è protagonista nei percorsi di riqualificazione urbana e nella promozione di manifestazioni artistiche e culturali nel quartiere Barriera di Milano.

Con l’autore dialogheranno Mia Caielli, professoressa di Diritto Comparato a UniTo, Elsa Fornero, già ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Morando, già viceministro dell’Economia e Giuseppe Salvaggiulo, responsabile Cronaca di Torino de La Stampa. Modera Domenico Cerabona, direttore della Fondazione Giorgio Amendola.

“Il Presidente tenne sempre fede al compito di svolgere un ruolo di mediazione e di garanzia, del tutto coerente con la sua diffidenza nei confronti delle contrapposizioni esasperate, le estremizzazioni e le faziosità. La sua intima convinzione era che l’Italia avesse bisogno di interventi di moderazione che evitassero i rischi molteplici per l’unità nazionale, sul terreno delle diversità regionali, delle disparità economiche, delle differenze sociali e della molteplicità di concezioni ideali e culturali”. Giorgio Napolitano sale al Colle il 15 maggio 2006, subito dopo le elezioni politiche vinte di poco dal centro sinistra federato per la seconda volta da Romano Prodi. Resterà al Quirinale nove anni, divenendo il primo Presidente della Repubblica rieletto e mantenendo un delicato equilibrio europeo anche quando a fare i titoli dei giornali saranno i morosi della politica italiana, dalla nascita del Partito democratico all’affermazione del Movimento 5 Stelle, dalla caduta di Silvio Berlusconi all’arrivo di Mario Monti, dall’ascesa di Matteo Renzi alla mancata riforma costituzionale del 2016.

Giovanni Matteoli ha osservato quei difficili anni, ricoprendo diversi ruoli all’interno dello staff di Napolitano. Insieme al funzionamento quotidiano della prima istituzione della Repubblica, le sue memorie ci restituiscono la figura di un grande italiano, che ha rinvenuto nella sua profonda cultura politica la formula per custodire il nostro stato costituzionale nel difficile trapasso dal Novecento al secolo successivo in cui viviamo.

 

Mara Martellotta

Grande successo di pubblico per il Premio Odisseo 2024

 Conferito a sei aziende pari merito

Grande successo di pubblico per le sei aziende premiate a pari merito, martedì 19 novembre scorso, al teatro Rete 7 di Torino, nell’ambito della Cerimonia del Premio Odisseo 2024 promosso dal CDVM (Club Dirigenti Vendite & Marketing), con il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino e Città di Moncalieri. Il CDVM è titolare del Premio Odisseo dal lontano 2005, un premio che valorizza le attività economiche in Piemonte, valle d’Aosta e Liguria, motivando le aziende a porsi come esempi di eccellenza e innovazione nell’ambito delle proprie specifiche competenze. Ad ogni azienda è stata assegnata un’opera dedicata al Premio Odisseo 2024.

È stata premiata l’azienda Agricooltur spa sita in via Cascina Gorrea 29 a Carignano, nel Torinese, specializzata in sistemi di irrigazione aeroponica modulari, che ottiene un risparmio di acqua del 98% rispetto alle colture stagionali. L’artista abbinato è Mario Saini, attivo a Cerreto d’Asti, che si è formato sotto la guida di Adriano Parisot nella pittura astratta.

Altra azienda premiata la Bio Extra Solum di Vittorio Gariglio, che ha realizzato il primo impianto di vertical farming in Italia, abbinata all’artista Neri Ceccarelli, che lavora alla ricerca della luce su superfici nere.

È stata premiata anche la CarpeCarbon di Caselle, che sta sviluppando l’impianto pilota in Italia con l’obiettivo di catturare mille tonnellate di CO2 all’anno, abbinata all’artista Pier Tancredi de Coll’, pittore espressionista che ha aderito alla corrente del’ Effettismo di Francesca Romana Fragale.

Segue la Safi-Tech di Foglizzo che progetta e produce prodotti biodegradabili e ecosostenibili come il Biopeltro, abbinata alla pittrice Simona Bosio con il suo quadro “Omaggio a Jackson Pollock”.

La Fresia Alluminio di Volpiano è stata premiata per la produzione dell’intera gamma di prodotti di alluminio con risparmio dell’energia necessaria per produrlo.

Si è aggiudicata un’opera di Adriano Parisot, artista che nell’ultima parte della sua vita ha aderito al movimento pittorico dell’astratto lirico, che ricerca nelle strutture profonde della natura una nuova grammatica estetica che si concretizza in una nuova espressione gestuale. Infine è stata premiata l’azienda “e-4e srl”, sita in valle d’Aosta a Arvier, che offre soluzioni dinamiche per l’accumulo e l’utilizzo di energia termica latente attraverso innovativi “materiali a cambio di fase inorganici. È stata abbinata all’artista Sara De Siena, specializzata nella pittura a olio, che nel 2013 ha dato vita all’associazione artistica “ La voce dei venti” di cui è tuttora presidentessa.

È stato anche conferito dal CDVM il Premio Speciale Odisseo 2024 al Past President Gianluigi Montresor. L’attuale presidente Bartolomeo Vassallo ha conferito a Montresor l’opera ‘Adamo’ del noto artista Elio Torrieri, che vive e lavora a Castellamonte.

Gianluigi Montresor ha ricevuto il premio Speciale Odisseo per il suo ruolo di presidente dal 2005 al 2023 eeper aver contribuito all’arricchimento personale e professionale di tutti i componenti del CDVM.

 

Mara Martellotta

Disservizi treni, comunità montane chiedono intervento Regione

I disservizi sulle tratte ferroviarie Torino-Susa e Torino-Bardonecchia continuano a causare gravi disagi ai cittadini della Valle Susa. Di fronte alla mancanza di risposte da parte di Trenitalia e RFI, i Presidenti dell’Unione Montana Valle Susa, Pacifico Banchieri, e Alta Valle Susa, Mauro Carena, hanno scritto una lettera all’Assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture, Marco Gabusi, chiedendo un intervento urgente per risolvere la situazione.

Nella lettera, i due Presidenti denunciano i numerosi problemi che si verificano ormai da mesi sulle tratte ferroviarie: ritardi frequenti, soppressioni di treni e servizi sostitutivi inadeguati, che penalizzano soprattutto pendolari, lavoratori e studenti. A questi si aggiunge lo stato di degrado delle stazioni ferroviarie, spesso sporche e fatiscenti, prive di servizi essenziali come sale d’attesa, WC o monitor per le informazioni ai passeggeri.

“Abbiamo segnalato formalmente queste criticità a Trenitalia e RFI, chiedendo un incontro urgente per affrontare le problematiche e valutare i possibili correttivi, purtroppo senza alcun esito” si legge nella lettera inviata a Gabusi. “Riteniamo quindi necessario, stante l’inerzia delle controparti, il Suo autorevole intervento per sollecitare una risposta che permetta di avviare un confronto e individuare soluzioni concrete per garantire ai nostri cittadini un servizio ferroviario adeguato.”

La situazione attuale compromette la mobilità quotidiana di molti residenti della Valle. L’auspicio delle due Unioni Montane è che la Regione Piemonte intervenga a sbloccare la situazione, in modo che le problematiche segnalate vengano affrontate con tempestività e il servizio ferroviario possa tornare ad essere affidabile e di qualità.

Telemedicina, i servizi della Regione: investiti quasi 40 milioni

L’assessore Riboldi: «Innovazione e tecnologia al servizio dei cittadini per una sanità sempre più a misura d’uomo»

Stipulato il contratto per l’Infrastruttura Regionale di Telemedicina (IRT), che prevede la fornitura dei servizi di televisita, teleconsulto, teleassistenza, telemonitoraggio di livello 1 e 2 e i servizi a supporto, evoluzione e manutenzione dell’infrastruttura stessa.

A firmarlo Azienda Zero, a cui sono stati assegnati quasi 39 milioni di euro dei fondi PNRR dedicati proprio alla telemedicina: «Un importante passo avanti verso l’innovazione e l’ammodernamento della sanità piemontese – ha sottolineato l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi – Investire in telemedicina significa dare ai pazienti la possibilità di ricevere direttamente a casa propria assistenza e monitoraggio, raggiungendo anche le zone più isolate e impervie della nostra Regione. L’obiettivo ora è quello di realizzare una rete capillare e moderna a disposizione dei professionisti sanitari e, di conseguenza, ai cittadini piemontesi».

A livello operativo sono stati istituiti tre tavoli di lavoro: «A supporto della nostra azienda – ha spiegato il direttore di Azienda Zero, Adriano Leli – ci saranno il gruppo regionale di telemedicina, quello tecnico-informatico e quello clinico-organizzativo. Nel frattempo entro il primo semestre 2025 verrà collaudata la piattaforma e nel secondo semestre le Aziende Sanitarie Regionali inizieranno ad avviare i servizi di telemedicina sulla nuova piattaforma».

Nello specifico, con la telemedicina sarà possibile avere consultazioni mediche tramite videochiamate, monitoraggi da remoto e l’uso di applicazioni per la gestione della salute. Quindi i pazienti potranno ricevere cure senza doversi recare fisicamente in uno studio medico o in ospedale, migliorando l’accessibilità e la comodità delle cure sanitarie.

Tra i molti benefici della telemedicina ci sono anche la riduzione delle visite in presenza, con il conseguente decongestionamento degli ospedali e degli ambulatori, il monitoraggio continuo e tempestivo dei pazienti e la riduzione dei costi, grazie alla diminuzione degli spostamenti e delle visite in presenza, oltre a un positivo impatto ambientale legato ai minori spostamenti dei pazienti.

Mattarella ad Alessandria: meno burocrazia per le emergenze

L’impegno dei sindaci è stato importante, innanzitutto nella gestione delle emergenze di quei giorni e di quelle ore. Non dimentichiamo che gli eventi alluvionali capitano in pochi minuti. Chi ricorda il 5-6 novembre 1994 ricorda come le colline iniziarono a franare in pochi istanti, i fiumi uscirono in pochi momenti. Ai sindaci dobbiamo il grazie per come hanno gestito quei momenti di grande difficoltà; il grazie per aver ricostruito; e oggi a loro possiamo anche destinare un impegno maggiore in questi 30 anni per normative più semplici e più facili”: è quanto ha dichiarato ieri il presidente della Regione Alberto Cirio ad Alessandria in occasione della presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad una serie di cerimonie legate al ricordo dell’alluvione che 30 anni fa causò la morte di 14 persone in città, 69 in tutto il Piemonte.

Il presidente Cirio si è soffermato sul fatto che “i nostri nonni, i nostri anziani curavano meglio il territorio e pulivano i fiumi. Oggi per i sindaci diventa difficile, perché non sempre normative nazionali ed europee li mettono nella condizione di poterlo fare. Questa giornata che ci ricorda un evento tragico, in cui è stata intelligente e giusta la scelta dell’amministrazione comunale di volere posizionare un monumento a imperitura memoria delle vittime, è anche un’occasione per ricordare quanto è stato fatto soprattutto la messa in sicurezza del territorio: in questi 30 anni abbiamo avuto episodi e situazioni alluvionali simili e in alcuni casi anche più gravi, ma gli effetti non sono stati così nocivi proprio perché il territorio era stato messo in sicurezza”.

Infine Cirio ha espresso un ringraziamento “a tutte quelle donne e quegli uomini che, il giorno dopo l’alluvione, hanno preso una pala e dato il loro contributo, a testimonianza di una voglia di ripartire e di lavorare che è tipica e che rende orgoglioso il nostro Piemonte” e “al lavoro della Protezione civile, perché il 1994 segna lo spartiacque tra la nascita di una Protezione civile fatta davvero di professionisti che mettono in sicurezza il territorio”.

A conclusione della cerimonia nel Teatro Alessandrino, alla presenza di 200 sindaci dei Comuni del Piemonte che subirono i danni più gravi dell’alluvione, ha preso la parola il presidente Mattarella: “Le tragedie lasciano tracce irreversibili nel cuore e nella mente delle persone, nei luoghi. Dopo una catastrofe nulla è più come prima. Fare memoria non è soltanto un esercizio di sensibilità e di rispetto nei confronti delle vittime e di coloro che sono rimasti segnati da quelle esperienze. È anche un esigente appello al senso di comunità e alla responsabilità di quanti ne hanno titolo. Il tema non può ridursi alla rapidità ed efficacia dell’intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga all’andamento della evoluzione degli eventi naturali. Non basta proporsi di ‘mitigare’ le avversità. Non sarebbe un proposito all’altezza delle attese e delle esigenze. La storia ci consegna sovente tragedie. Appare poco previdente evocare, ogni volta, la straordinarietà dei fatti, che tendono invece prepotentemente a riproporsi, per giustificare noncuranza verso una visione adeguata e progetti di lungo periodo”.

“Le alluvioni, le catastrofi manifestano i loro effetti negativi, psicologici, economici, ambientali anche ben oltre l’emergenza”, ha aggiunto Mattarella, sottolineando che “la sicurezza dei cittadini va tutelata anche dopo gli interventi dispiegati immediatamente per salvare vite. Quando l’eco degli avvenimenti drammatici scompare dalle cronache non vi devono essere pause o intervalli nel porre in sicurezza i territori e garantire fiducia e serenità alle popolazioni, per sospingere la ripresa della vita. Il rilancio delle zone colpite è interesse di tutto il Paese, e qui ne troviamo testimonianza”.

In precedenza il Capo dello Stato, accompagnato dal presidente Cirio, dal sindaco Giorgio Abonante, dal prefetto Alessandra Vinciguerra e dal presidente della Provincia Luigi Benzi. Si era recato nel nella zona del ponte Meier, in Lungo Tanaro San Martino, per l’inaugurazione di un monumento dedicato a tutti coloro che si spesero nel 1994 per aiutare la comunità in ginocchio e la ricostruzione della città, e poi al parco Carrà per deporre una corona d’alloro al memoriale delle vittime dell’inondazione.

 

Torino, una città a misura di famiglie

Dal prossimo anno, il logo “Torino Famiglie” identificherà spazi, progetti e azioni più a misura delle famiglie e dei loro figli. È una delle azioni del Piano per le Famiglie approvato  dalla Giunta comunale su proposta della vicesindaca Michela Favaro e rappresenta l’impegno della Città verso l’obiettivo di ottenere la certificazione di “Comune amico della famiglia”. Per la prima volta la Città si dota di un Piano strutturato di azioni rivolto alle famiglie, ovvero a tutti quei nuclei dove uno o più adulti si prendono cura di un minore.

Un impegno che si inserisce nel più ampio quadro del Documento Unico di Programmazione 2024-2026 che, nella sezione dedicata a diritti sociali, politiche sociali e famiglia prevede lo sviluppo di strategie mirate per rispondere ai bisogni e per favorire il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie torinesi, in particolar modo di quelle con bambini in età prescolare.

“Può sembrare scontato che ogni Città abbia politiche e azioni dedicate alle famiglie del proprio territorio – spiega la vicesindaca Favaro – ma spesso ciò che accade è che queste siano scollegate tra loro, a volte ripetitive e altre volte parziali. La redazione di un Piano strutturato ci permette di adottare un linguaggio comune, coordinare gli sforzi, comunicare meglio. Abbiamo lavorato a un documento che fosse un punto di partenza solido su cui costruire future iniziative e nuovi livelli di complessità. Agiamo sul locale e nel quotidiano per creare un ecosistema cittadino accogliente per le famiglie residenti e ospiti, per le famiglie che già ci sono e per quelle che si formeranno”.

La Città ha inizialmente aderito al “Network dei Comuni amici della Famiglia” che raggruppa già oltre 200 enti locali e di cui Torino è la città più grande. Si è poi costituito un gruppo di lavoro interdipartimentale per procedere alla mappatura e al coordinamento delle iniziative già in essere, propedeutico alla redazione del Piano. Lo scorso anno l’amministrazione ha ottenuto un finanziamento regionale destinato ai comuni con popolazione superiore a 20mila abitanti per sostenere e incentivare azioni specifiche in questo ambito. Il contributo di 27mila euro è stato destinato al lavoro per la definizione del Piano territoriale per le Famiglie, finalizzato sia a migliorare il benessere e la qualità della vita delle famiglie residenti nella città di Torino, sia ad attrarre nuovi nuclei familiari. Il punto di partenza è stata l’analisi dei dati partendo dalle condizioni delle famiglie in Italia e da un quadro puntuale e descrittivo delle famiglie a Torino, focalizzandosi in particolare sui temi dei ruoli di genere e della distribuzione dei carichi di cura e raccogliendo in modo chiaro e sintetico le attività e gli investimenti già presenti sul territorio. Da qui si è articolata la stesura da parte del gruppo di lavoro, frutto anche del coinvolgimento attivo di circa 400 genitori e nonni intervistati nel corso di 18 spettacoli teatrali dell’iniziativa “Gioca alla Fiaba”, realizzati in altrettanti giardini della Città e che hanno intrattenuto oltre 500 bambini e bambine.

 

Il risultato è il documento complessivo approvato oggi dalla Giunta e strutturato in dieci azioni positive, che rappresentano altrettanti impegni dell’amministrazione per i prossimi anni a sostegno delle famiglie torinesi e che si rivolgono in particolare alle giovani famiglie e ai giovani che stanno costruendo un progetto di famiglia a Torino: spazi verdi, servizi educativi e commerciali, conciliazione dei tempi, offerta culturale e sportiva, agevolazioni economiche e comunicazione. Inoltre, a partire dal 2025 i cittadini torinesi potranno riconoscere le azioni dedicate alle famiglie e ai loro figli e figlie grazie al logo “Torino famiglie”, presentato per la prima volta in questo documento.

LE DIECI AZIONI POSITIVE NEL DETTAGLIO

STRUMENTO DI COMUNICAZIONE DIGITALE RIVOLTO ALLE FAMIGLIE CON MINORI: strumento digitale utile a informare, orientare e permettere l’accesso a servizi, opportunità, eventi, agevolazioni e informazioni rivolte alle famiglie con figli minori residenti o ospiti nel territorio cittadino;

POLITICHE DI RIEMPIMENTO IN AMBITO CULTURALE E NON SOLO: stimolare gli stakeholder del territorio (anche mettendoli in rete) a rendere disponibili gratuitamente o a tariffe agevolate posti e opportunità non venduti o in fasce di scarsa affluenza nell’ambito dei loro servizi;

UTILIZZO DI SPAZI VERDI DELLE SCUOLE DELLA CITTÀ: dare nuova visibilità e vivibilità al patrimonio verde di prossimità, rendere i giardini scolastici punti di riferimento per il quartiere in orari extra scolastici, spazi per la sperimentazione di iniziative di amministrazione condivisa con i cittadini;

ACCOGLIENZA DEI NUOVI NATI: distribuzione alle famiglie di un kit di benvenuto per i nuovi nati. L’obiettivo è portare un messaggio positivo nelle case delle famiglie, con un piccolo dono per salutare l’inizio di una nuova vita e consegnando alle neo mamme e ai neo papà strumenti e informazioni utili per affrontare la meravigliosa e complessa esperienza della genitorialità;

CERTIFICAZIONE E DIFFUSIONE DEL MARCHIO “TOFAM” AD ATTIVITÀ COMMERCIALI, CULTURALI E SPORTIVE: istituire una certificazione di qualità dei servizi con l’obiettivo di identificare le attività che erogano servizi a favore delle famiglie secondo standard predefiniti;

COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE NELLA COSTRUZIONE DEL NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE: eventi e spettacoli teatrali in aree pubbliche, rivolti a tutte le famiglie torinesi per raccogliere le opinioni di coloro che abitano la Città, scoprire il modo in cui la vivono e valorizzare i loro desideri e idee per il futuro. L’iniziativa ha preso il nome di “Gioca alla fiaba”;

RETE DI IMPRESE SUL TERRITORIO PER LA PROMOZIONE DEL WELFARE AZIENDALE: introdurre elementi di premialità nei bandi di concessione, negli appalti per l’affidamento di servizi e per la fornitura di beni della Città per le proposte progettuali che tengono conto delle esigenze di conciliazione dei tempi delle famiglie; per le aziende che abbiano politiche di welfare aziendale, in particolare con agevolazioni alle madri;

CERTIFICAZIONE FAMILY AUDIT PER LA CITTÀ DI TORINO: la certificazione Family Audit è uno strumento manageriale a disposizione delle organizzazioni pubbliche e private che intendono certificare il proprio impegno per l’adozione di misure volte a favorire la conciliazione tra vita e lavoro, le pari opportunità e più in generale il benessere organizzativo;

CAMPAGNA AFFIDI FAMILIARI: promuovere e sostenere le risorse spontanee della comunità, diffondendo una cultura di mutuo aiuto tra persone e famiglie, di solidarietà e di partecipazione che favorisca la cura nei contesti di vita dei bambini in difficoltà e delle loro famiglie e l’accoglienza temporanea, nonché la promozione e l’accompagnamento del volontariato familiare;

PIANO DEI TEMPI E ORARI: promuovere il coordinamento dei tempi e degli orari della città, al fine di rendere flessibili gli orari dei servizi rivolti ai cittadini e favorire la presenza di famiglie con bambini.

Nuovo collegamento “Sicilia Express” da Porta Nuova

Nuovo collegamento “Sicilia Express” di FS Treni Turistici Italiani (Gruppo FS) che unisce in treno le città del Nord (da Torino Porta Nuova) e Centro Italia con la Sicilia. All’evento di presentazione hanno partecipato l’Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani Luigi Cantamessa, l’Assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Siciliana Alessandro Aricò, l’Assessore alle Infrastrutture e lavori Pubblici di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi e l’Assessore ai trasporti e mobilità sostenibile di Regione Lombardia Franco Lucente.

Il nuovo Sicilia Express nasce in collaborazione con l’Assessorato Regionale dell’Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana con l’obiettivo di offrire un nuovo modo di viaggiare che coniuga il turismo lento, sostenibile, di qualità alla bellezza del viaggio in treno. Il collegamento sarà disponibile il 21 dicembre e il 5 gennaio per garantire una maggiore offerta per chi desidera spostarsi in Sicilia durante le festività natalizie.

Grazie alla collaborazione con la Regione Siciliana, il treno di FS Treni Turistici Italiani avrà prezzi competitivi a fronte di livelli di servizio che vanno dalle carrozze letto alle cuccette, fino agli scompartimenti con sei posti a sedere. L’esperienza a bordo treno sarà arricchita dalla presenza di personaggi noti – come l’attore Salvo Piparo, Claudio Casisa dei Soldi Spicci, lo stilista siciliano Alessandro Enriquez e diversi influencer – che racconteranno il viaggio verso la Sicilia.

Il Sicilia Express avrà a disposizione due carrozze ristorante dove saranno serviti, durante tutto il viaggio, prodotti tipici della tradizione enogastronomica siciliana. Inoltre, a bordo di tutti i convogli di FS Treni Turistici Italiani, è possibile ospitare anche gli animali domestici.

Il treno viaggerà il 21 dicembre con partenza da Torino Porta Nuova alle ore 15:05 e arrivo a Messina alle ore 9:45. Fermate intermedie nelle stazioni di Novara (16:12), Milano Porta Garibaldi (17:03), Parma (19:10), Modena (19:52), Bologna (20:21), Firenze Santa Maria Novella (21:44) Arezzo (23:16), Roma Tiburtina (01:07), Salerno (03:56) e Messina. Una volta giunto dall’altra parte dello Stretto il convoglio, diviso in due sezioni, prevederà per la parte diretta a Palermo (13:35), la partenza da Messina alle 10:20 e le fermate di Milazzo (10:44), Capo d’Orlando (11:32), Santo Stefano di Camastra (12:18)., Cefalù (12:44), Termini Imerese (13:06) e Bagheria (13:22). Allo stesso modo, la sezione diretta a Siracusa (13:15), partirà da Messina alle 10:10 e fermerà a Taormina (11:19), Giarre Riposto (11:34), Acireale (11:46), Catania Centrale (12:01), Lentini (12:27) e Augusta (12:50).

Il ritorno il 5 gennaio 2025 con partenza da Messina alle ore 18:50 con arrivo a Torino Porta Nuova alle ore 12:50 del giorno successivo. I biglietti per viaggiare a bordo del Sicilia Express saranno acquistabili dal 3 dicembre sul sito www.fstrenituristici.it e su tutti i canali di vendita di Trenitalia, App, biglietterie di stazione e Self-Service.

L’amore malato: al Cinema Massaua, Rotary Club Torino Next 

Si intitola “L’amore malato” il tema del convegno promosso dal Rotary Club Torino Next, in collaborazione con il progetto Rosa Next, che si terrà mercoledì 27 novembre prossimo alle ore 18 al teatro Cinema Massaua.

Il convegno vedrà la partecipazione di esperti e personalità impegnate nella lotta contro la violenza di genere e il supporto alle loro vittime.

Saranno relatori Rosanna Schillaci, delegata per le Pari Opportunità presso la Città Metropolitana di Torino, a cui si dovrà l’introduzione del tema sulle politiche locali e azioni istituzionali per contrastare questo fenomeno; Stefania Gerbino, membro del Consiglio Direttivo di Telefono Rosa, che porterà sul campo la propria esperienza in aiuto delle donne vittime di violenza; Anna Maria Zucca, presidente dei Centri Antiviolenza EMMA onlus e responsabile del progetto SOS sostegno orfani speciali, che parlerà del supporto dedicato alle orfani di femminicidio; Guido Barosio, direttore di Torino Magazine, che fornirà un’analisi culturale del fenomeno; l’avvocato penalista Maria Letizia Ferraris che illustrerà le difficoltà legali e le difficoltà nell’ottenere giustizia per le vittime, Walter Comello, psicoterapeuta, criminologo e psicopatologo forense, che approfondirà le dinamiche psicologiche degli autori di violenza. A moderare il dibattito Giovanni Firera, responsabile comunicazione del Rotary Club Torino Next.

Il convegno prenderà avvio proprio dall’espressione “c’era una volta “, la modalità con cui iniziano tutte le fiabe, alcune delle quali si trasformano, purtroppo, in vicende tristi e drammatiche. Esiste un sottile fil rouge di dolore che unisce autori della violenza e le loro vittime e che gradualmente allontana e trasforma le loro anime in malate. L’amore si trasforma e diventa paura, rabbia, dolore, violenza del corpo e della mente, senso di impotenza di una vita che non è più sotto il controllo di nessuno e diventa cattiva. È necessario, secondo i relatori, un nuovo modo di pensare che sappia creare strumenti di soluzione diversi dalla sola denuncia che, spesso non sa fermare gli impetuosi fiumi sotterranei dell’animo umano.

Mara Martellotta

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L’AMORE MALATO

Intervista a Walter Comello, psicoterapeuta, criminologo clinico e psicopatologo forense, curatore del convegno organizzato da Rotary Club Torino Next.

L’amore malato è un buon titolo per un convegno che parla di violenza sulle donne, perché c’era un tempo in cui l’amore era amore e poi è diventato altro.
Ne parliamo con Walter Comello, presidente di Rotary Club Torino Next, organizzatore del convegno, psicologo, psicoterapeuta, criminologo clinico e psicopatologo forense che nella sua attività si occupa di autori e vittime di reato.

D: Da dove nasce l’idea di questo convegno?
R: Credo che un’organizzazione come Rotary, che si occupa di aspetti diversi del sociale a livello locale e internazionale, fino ad ora abbia portato poca attenzione a questo argomento importantissimo della nostra vita. Io che in questo momento sono presidente del mio Club e vivo quotidianamente per la mia professione i drammi delle vittime e le incapacità devastanti dei responsabili, ritengo di dover porre l’attenzione su questo argomento, tentando di farlo in un modo diverso, mi auguro contributivo a una necessaria nuova cultura. Per questo al convegno sono invitate figure diverse, dalle Istituzioni alle Associazioni che più sono in prima linea nella difesa delle donne, come Telefono Rosa ed EMMA onlus, che si occupa anche di un importante progetto per bambini e ragazzi orfani di casi di femminicidio. Ci saranno poi professionisti che lavorano sul campo e il fine dell’incontro, aperto al pubblico, sarà di parlare di questo argomento dando voce a chi se ne occupa.
D: Cosa intende per nuova cultura?
R: Del problema si parla da molto tempo, senza ottenere risultati. Purtroppo i numeri delle denunce per stalking aumentano, il numero delle donne sottoposte a violenza fisica e/o psicologica aumenta e il numero dei femminicidi non cambia. Malgrado l’impegno di Organizzazioni e di molti, la situazione non è mutata. Einstein diceva che è necessario un nuovo modo di pensare per porre rimedio ai problemi creati da un precedente modo di pensare. Se non c’è una diagnosi corretta non si può fare una terapia corretta. Per prima cosa il problema della violenza sulle donne non va inteso come un problema con una soluzione, ma un problema che ha molte forme espressive e ognuna delle quali necessita di una specifica soluzione. Non si può pensare che sia solo un problema culturale, perché in molti casi la violenza che scaturisce nel femminicidio non deriva da cultura, ma da patologia causata dall’incapacità di alcuni soggetti ad accettare l’abbandono. Una donna ha diritto a farsi la sua vita, ma il diritto in alcuni casi deve tener conto delle reali circostanze. Due terzi della popolazione italiana regolarmente sposata è separata, nella stragrande maggioranza dei casi il diritto di una donna a rifarsi una vita corrisponde al diritto di un uomo a fare la stessa cosa, in alcune situazioni però esiste un’incapacità che va riconosciuta e necessariamente gestita. Da convegni come questo e dalla comunicazione che ne deriva deve emergere una cultura nuova, quella della prevenzione. C’è un tempo in cui il disagio o la patologia, come la di vuol chiamare, è necessario che sia riconosciuta in quanto tale e affrontata con le professionalità che lo sanno fare. Non si può pensare di sanzionare una patologia per risolverla, i malati si curano, i rei si sanzionano. In questo caso è opportuno occuparsi del disagio prima che questo diventi motivo di sanzione e questo è l’aiuto migliore da dare, prima che a quegli uomini, a quelle donne in difficoltà perché queste possano fare la loro vita senza diventare vittime.

D: Cosa pensa si debba fare?
R: Prima di tutto differenziare le situazioni per fare diagnosi diverse e di conseguenza terapie o prendere provvedimenti diversi. I luoghi comuni non servono e certi linguaggi diventano controproducenti. Una comunicazione non adeguatamente consapevole arriva solo alle vittime, le orienta non sempre alla soluzione migliore e non tocca minimamente chi non è in grado di ascoltare. Non si devono creare fronti, ma consapevolezze nuove. Il dolore affettivo è devastante, invalidante, non differenzia cultura o condizioni socioeconomiche, necessita di aiuto. Chi ha una cultura violenta, non dà nessuna importanza a tutte questa attenzione all’argomento, reputa legittime le sue azione, la sanzione non è per lui inibente e necessita, come viene definita negli Stati Uniti, di una moral therapy. Peraltro, alcune volte, l’eccessivo focus sull’argomento trascina in giudizio persone oggetto di speculazioni perché la legge ha i suoi, chiamiamoli così, vizi di forma.
D: Cosa deve fare una donna che si trova in difficoltà?
R: Mi auguro sempre più che possa usufruire di informazioni adeguate da renderla capace di distinguere, in casi diversi, cosa fare e chi può essere l’interlocutore che la può aiutare. Molto importante è il lavoro delle Associazioni Anti-Violenza, ma la denuncia non deve essere l’unica strada per affrontare il problema. Tutti vogliamo vivere in modo migliore in un mondo migliore, il giudizio è un istinto, ma produce conflitti; capire, non condividere, aiuta a ridurre di molto quei conflitti.

Auto ribaltata in via Pio VII

In  via PIO VII, all’altezza del civico 126 ieri  2 auto si sono scontrate e una delle due si è ribaltata su un lato. Feriti entrambi  i conducenti che sono stati portati al pronto soccorso. La Polizia Locale è intervenuta per i rilievi e per verificare  le cause dell’incidente. La foto e la segnalazione sono del lettore Luigi Gagliano