CRONACA- Pagina 6

Dalle 21 alle 7 nuove zone senza alcol da asporto: vendita vietata per ridurre risse e schiamazzi

L’asporto di bottiglie e lattine sarà vietato da fine febbraio dalle 21 alle 7 in 19 zone di Torino. Il divieto ad oggi scatta invece alle 23. Il Comune punta a ridurre la vendita di alcolici da parte dei minimarket, per ridurre risse e urla notturne nelle zone della movida. In  via Di Nanni, zona pedonale di Borgo San Paolo  l’esperimento ha avuto riscontri positivi.

Gli assessori Paolo Chiavarino al Commercio e Marco Porcedda alla Sicurezza  hanno annunciato che le zone interessate rientrano in 5 circoscrizioni: Due (Santa Rita e Mirafiori),  Cinque e  Sei periferia Nord),  Sette (Aurora, Vanchiglia e Madonna del Pilone)   Otto (borgo Filadelfia e Nizza-Millefonti).  Si tratta di vie e piazze specifiche oggetto delle  segnalazioni dei residenti. Sarà vietato l’asporto, ma Bar e ristoranti  potranno somministrare alcol all’interno.

Alle Molinette salvato un ragazzino con rara malformazione polmonare

Grazie a un intervento di chirurgia robotica toracica all’avanguardia

All’ospedale Molinette di Torino salvato un ragazzino di 13 anni, affetto da una rara malformazione polmonare, grazie a un intervento di chirurgia robotica toracica all’avanguardia.

Si tratta di una malformazione adenomatoide cistica polmonare (CCAM), una patologia congenita, di causa ad oggi ignota, cioè una malformazione benigna del polmone con alterazione dello sviluppo dei bronchioli terminali, che subiscono una trasformazione cistica fino a portare a una completa alterazione del parenchima polmonare.

Nei primi anni di vita il paziente ha subito ricorrenti ricoveri per polmoniti e bronchiti, considerata la maggiore suscettibilità dovuta alla malformazione di cui era affetto. Durante l’ultimo ricovero all’ospedale di Mondovì (in provincia di Cuneo) a seguito dell’ennesima polmonite invalidante, i genitori e il figlio hanno preso la coraggiosa decisione di optare per un intervento chirurgico risolutivo.

Trasferito prima nel reparto di Chirurgia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e poi nel reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, il ragazzo è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico di lobectomia inferiore destra per via robotica.

L’equipe multidisciplinare era composta dal professor Enrico Ruffini (Direttore della Chirurgia toracica universitaria dell’ospedale Molinette di Torino) e dai dottori Paraskevas Lybéris, Francesco Guerrera e Angelo Zocco, coadiuvata dai chirurghi pediatrici dell’ospedale Regina Margherita dottori Fabrizio Gennari (Direttore di Chirurgia pediatrica del Regina Margherita) e Riccardo Guanà. Di fondamentale importanza è stata la presenza in sala operatoria del dottor Alessandro Buttiglieri dell’Anestesia e Rianimazione universitaria dell’ospedale Molinette (diretta dal professor Luca Brazzi).

Un intervento molto complicato della durata di circa 7 ore. Il polmone, causa la malformazione e le pregresse polmoniti, era tutto adeso alla parete del torace. La sua normale anatomia era completamente alterata, tale da rendere ciascun passaggio chirurgico estremamente preciso e scrupoloso.

Anche questa volta la tecnica robotica, in dotazione all’ospedale Molinette, ha permesso la fattibilità di un intervento cosi complicato e delicato: «È stato asportato solo il lobo malformato – spiega il dottor Lybèris – quindi senza arrecare danni al resto del polmone, in modo tale da non creare delle invalidità nel futuro e garantire un’ottima qualità di vita del ragazzo».

La prima parte del post operatorio si è svolta all’interno della Rianimazione ospedaliera dell’ospedale Molinette, mentre a seguire, dopo un’iniziale degenza nel reparto di Chirurgia toracica delle Molinette, il paziente è stato trasferito all’ospedale Regina Margherita, coordinato dal Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli). E poco dopo dimesso a domicilio.

«Ancora una volta un caso che dimostra le eccellenze della Città della Salute di Torino. L’intervento è stato il risultato di un grande lavoro di squadra» dichiara la Direzione aziendale della Città della Salute di Torino.

«Fare rete e condividere competenze e professionalità deve essere al centro della sanità piemontese – sottolinea Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte – la storia del ragazzo tredicenne conferma, ancora una volta, l’efficacia di questo approccioLa buona riuscita dell’intervento è anche la dimostrazione dell’eccellenza che l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino rappresenta per la nostra Regione e di come sia un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale».

Torino, qui nacque la Cavalleria. Inagibile la sede dell’associazione d’arma: a rischio un pezzo di storia d’Italia

I documenti che conserviamo – dice il presidente dell’Associazione Arma di Cavalleria, sezione di Torino – non sono solo parte della tradizione della cavalleria, ma anche segni tangibili della storia d’Italia. Si nota la differenza di comportamento a favore di Askatasuna, che da oltre 25 anni occupa l’edificio di Corso Regina Margherita. Abbiamo bisogno di una sede per non perdere un patrimonio storico-culturale unico”

La sezione di Torino dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria (ANAC) si trova in una situazione di grave difficoltà, non avendo una propria sede adeguata in cui custodire i preziosi reperti storici che raccontano la storia della cavalleria italiana. Questa carenza strutturale mette a rischio la conservazione di oggetti e materiali di straordinaria importanza storica e culturale, alcuni dei quali potrebbero andare perduti o addirittura distrutti, con un danno incalcolabile per la memoria della cavalleria e della storia d’Italia. Tra questi documenti e cimeli anche una fotografia autografata del Capitano Francesco Baracca, già ufficiale di cavalleria e poi divenuto asso dell’aviazione italiana durante la Prima Guerra Mondiale.

L’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria (A.N.A.C.) – ricorda l’ingegner Claudio Musumeci, presidente dell’Associazione Arma di Cavalleria, sezione di Torino – è stata istituita 1921, quindi dopo alcuni anni dalla fine della prima guerra mondiale con lo scopo di tenere vivi e tramandare i valori, lo spirito e la tradizione della Cavalleria. Successivamente, sono cominciate a nascere le sezioni a livello provinciale, quella di Torino nel 1943. Molto brevemente va ricordato che l’Arma di Cavalleria trae origine dalle unità a cavallo istituite da Vittorio Emanuele II di Savoia nel 1692 con la formazione di reggimenti inquadrati nelle forze armate. Tale scelta fu dettata sia per raggiungere fini politici, sia per assegnare maggiore capacità organizzativa ed offensiva nelle battaglie. Alcune note storiche ricordano che le prime formazioni a cavallo risalgono alcuni anni prima del 1692, con l’assegnazione dei cavalli alle compagnie di archibugieri, venendo così a formare i “dragoni”, prime formazioni militari a cavallo (1683-1690)”.

Musumeci ricorda che “la sezione dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria di Torino, sta attraversando un periodo di particolare difficoltà, poiché la sede è stata dichiarata “inagibile” dal Comando Infrastrutture; oggi, pertanto, gli associati non possono ritrovarsi e svolgere attività istituzionale interna, sviluppata fino a qualche tempo addietro. Motivo, però, di particolare preoccupazione deriva dal fatto che nella sede sono raccolte e custodite preziosi reperti storici che tracciano la storia della cavalleria italiana. Questa carenza strutturale mette a rischio la conservazione di oggetti e materiali di straordinaria importanza storica e culturale, alcuni dei quali potrebbero andare perduti o addirittura distrutti, con un danno incalcolabile per la memoria della cavalleria e della storia d’Italia, a causa della precarietà condizioni di salubrità fra cui la presenza di accentuata umidità”. Tra questi documenti e cimeli anche una fotografia autografata del Capitano Francesco Baracca, già ufficiale di cavalleria e poi divenuto asso dell’aviazione italiana durante la Prima Guerra Mondiale.

Torino, culla della cavalleria italiana ha una tradizione che, grazie alla Famiglia dei Savoia, fa risalire la propria istituzione, come già ricordato, fin dalla fine del diciassettesimo secolo, periodo che vide gli albori della creazione dell’Arma. La sua importanza, oggi, dal punto di vista agonistico, è indissolubilmente legata anche a Federico Caprilli, il capitano di Cavalleria che, all’inizio del XX secolo, ha rivoluzionato un metodo di cavalcata naturale, influenzando l’equitazione a livello internazionale. Infatti, il metodo cosiddetto “Caprilli” insegna ai cavalieri di seguire, nella corsa, il cavallo senza ostacolarne i movimenti naturali.

Oggi – continua Musumeci – Torino rappresenta non solo simbolo di questa tradizione, ma anche il punto di riferimento per le future generazioni di cavalieri, appassionati e storici. La sezione torinese dell’ANAC, custodisce numerosi cimeli, uniformi, medaglie, documenti e altri oggetti che raccontano la storia della cavalleria italiana, e che sono di fondamentale importanza non solo per la memoria dell’arma, ma per la memoria collettiva di un’intera nazione. E Torino deve essere interpretata come sede e luogo ideale per la custodia e di questi reperti. Non solo, quindi, motivo di preservare la memoria e ricordare la storia di un’arma di antiche tradizioni, ma anche di riconoscere alla città, tramite questa, il ruolo che ha avuto nello scrivere un capitolo fondamentale nelle vicende militari e sportive dell’Italia. La città, definita culla della cavalleria, merita di essere il luogo in cui questi tesori vengano valorizzati e custoditi per le generazioni future”.

La sezione dell’ANAC di Torino, purtroppo, sta vivendo una situazione di notevole difficoltà, con il rischio che la sua storica raccolta di reperti possa essere dispersa se non si troverà una ubicazione adeguata. La richiesta di una sede sicura e funzionale non è solo un’esigenza interna, ma un appello alla città di Torino e alle istituzioni affinché si facciano carico della responsabilità di conservare un pezzo di storia che appartiene a tutti.

I reperti che conserviamo – ha spiegato ancora il presidente dell’Associazione Arma di Cavalleria, sezione di Torino – non sono solo parte della tradizione della cavalleria, ma anche segni tangibili della storia d’Italia. Una prima risposta non positiva l’abbiamo ricevuta lo scorso anno dalla dottoressa Michela Favaro, che, alla nostra richiesta ed alla consegna dell’Album fotografico che documenta i cimeli ed i reperti raccolti, ha risposto con la trasmissione di un elenco di immobili, senza comprendere appieno, la portata della richiesta e l’importanza dell’Associazione richiedente”. A tal proposito, il presidente, cita, con rammarico, “la differenza di comportamento del Comune di Torino verso Askatasuna, che da oltre 25 anni occupa l’edificio di Corso Regina Margherita. Per contro allorquando le amministrazioni, Comune di Torino in testa, hanno chiesto supporto per qualche iniziativa, l’Associazione ha sempre aderito mettendo a disposizione il tempo e le risorse degli associati per il bene della comunità. Oggi, però, abbiamo bisogno di un supporto concreto, affinché i segni della storia non vengano cancellati o dimenticati.

Abbiamo bisogno di una sede per la salvaguardia del patrimonio storico-culturale legato alla cavalleria, atto che costituirebbe giusto passaggio del testimone culturale alle future generazioni”.

Sarà meglio quando…. Gli incontri a Villa Lascaris a Pianezza

 

A Villa Lascaris, a Pianezza, martedì 11 febbraio prossimo, alle 21 verranno discussi nuovi modelli di cooperazione in un incontro dal titolo “Sarà meglio quando … non li aiuteremo più a casa loro”.

La lotta alla povertà estrema rappresenta una sfida globale, cosiccome lo è lo sviluppo sostenibile che tenga conto e rispetti le diverse persone, culture e allo stesso tempo l’ecosistema; in questo quadro la cooperazione internazionale gioca un ruolo chiave. Ma in concreto cosa significa? Quali sono i modelli che hanno, dal dopoguerra ad oggi, ispirato e informato l’azione della cooperazione verso il cosiddetto Terzo Mondo? E sono stati efficaci?

Il secondo appuntamento di ‘Sarà meglio quando’, ciclo di incontri che Villa Lascaris a Pianezza, casa di spiritualità e cultura dell’Arcidiocesi di Torino, organizza e propone, interrogando il presente per tentare di leggere il domani in collaborazione con l’Ufficio Pastorale per la Cultura e il Settimale La Voce e il Tempo, con il progetto editoriale OGzero, pone una domanda “Sarà meglio quando non li aiuteremo più a casa loro?

Protagonista dell’incontro sarà Federico Monica, giornalista, architetto, urbanista specializzato in cooperazione internazionale nell’Africa sub Sahariana, che racconterà i cambiamenti che stanno avvenendo in alcune zone dell’Africa tra problemi, soluzioni nuove e un diverso approccio delle organizzazioni che lavorano in loco.

Intervistato da don Gian Luca Carrega, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Cultura e da Alberto Riccadonna, direttore de La Voce e il Tempo, Federico Monica toccherà diversi temi alla luce del fatto che, nonostante i buoni propositive gli impegni internazionali, gli obiettivi che il mondo si è dato sono lontani dall’essere raggiunti.

In Africa i conflitti continuano, la povertà estrema è ancora una realtà, cosicomme lo sfruttamento selvaggio delle risorse, fenomeni aggravati ulteriormente dalla desertificazione, effetto del cambiamento climatico. Tuttavia proprio l’Africa è il motore di questo cambiamento tangibile, grazie a saperi e competenze in grado di sfrontatezza un mondo I continuo cambiamento, costruendo in armonia con l’ambiente, utilizzando in modo capillare e per noi innovativo le risorse idriche e pensando a modelli di sviluppo diversi da quelli occidentali.

Grazie alla pluriennale esperienza di Federico Monica in Paesi Come Sierra Leone e Mozambico si cercherà di capire, se non sia arrivato il momento di ripensare il paradigma dell’Occidente che insegna, visto che il Terzo Mondo sarà il primo ad aiutare ad affrontare le sfide epocali di un mondo in trasformazione.

L’ingresso agli incontri è libero, previa prenotazione à eventi@villalascaris.it. Per sostenere le attività culturali di Villa Lascaris è gradito un contributo volontario.

Ultimo appuntamento con Sarà meglio quando non ci sarà più l’ONU martedì 25 febbraio alle ore 21con Edoardo Greppi, professore Emerito di diritto internazionale presso l’ateneo torinese.

Mara Martellotta

Aviaria, Coldiretti: «Evitiamo inutili allarmismi»

Riflettiamo su quanto i problemi dell’agricoltura riguardino tutti i consumatori

Coldiretti Torino esprime solidarietà all’allevatore colpito dall’influenza aviaria nel comune di Chivasso. Ma il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici precisa: «Il caso di influenza aviaria riscontrato in un allevamento avicolo a Chivasso non deve suscitare allarmismi tra i consumatori. Proprio il rinvenimento dell’animale positivo al virus ci conferma ancora una volta quanto i nostri allevamenti siano assolutamente monitorati in modo costante dai servizi veterinari pubblici».

Coldiretti Torino ribadisce ancora una volta che l’influenza aviaria non si trasmette all’Uomo attraverso il consumo di carne di pollo o di uova. «I consumatori possono continuare tranquillamente ad acquistare pollo e uova senza timore. Piuttosto, casi come questo ci invitano a riflettere quanto sia determinante la nostra agricoltura per il rifornimento quotidiano del nostro cibo: non solo l’allevatore colpito non lavora, ma la filiera alimentare non riceve i suoi prodotti. Una conferma di quanto i problemi dell’agricoltura riguardino tutti».

Coldiretti Torino ricorda che gli allevamenti avicoli sono tra le attività economiche più monitorate con l’obbligo di rispetto di rigorosi protocolli di biosicurezza la cui ottemperanza è certificata e controllata con ispezioni costanti. «In pochi sanno che in un allevamento di polli o di galline ovaiole la salute degli animali è continuamente monitorata. Inoltre, sempre più gli allevamenti hanno accettato di integrare i sistemi di sicurezza aderendo al sistema di controllo di benessere animale e di salute denominato Classifarm indicato dal sistema sanitario europeo su cui Coldiretti organizza iniziative di formazione e di consulenza. Ma questo accade in Italia e in Europa. Non succede lo stesso nei Paesi extra Ue dove non sono in vigore gli stessi sistemi di controllo e di gestione degli allevamenti. Aspetto che deve aprire una riflessione sul diritto dei consumatori a pretendere gli stressi standard di qualità per polli e uova importate».

In provincia di Torino sono presenti 3.800 aziende agricole che allevano polli e galline, molti dei quali di piccole dimensioni e annessi ad altre attività, ma le aziende avicole vere e proprie sono 250 con un milione e 400mila animali allevati. In Piemonte sono oltre 700 le aziende avicole specializzate con circa 18 milioni di animali allevati. Una produzione che serve il consumo locale ma anche i grandi marchi della filiera italiana del pollo.

Come per il resto del mondo, quella di pollo è la carne più consumata anche dai torinesi con un consumo pro capite medio di 14 Kg/anno in costante aumento. Anche la domanda di uova, soprattutto negli utilizzi industriali, è in continuo aumento. Per polli e uova l’Italia e il Piemonte sono autosufficienti: la produzione locale soddisfa l’intera domanda.

La cultura al servizio della salute con “Musei per Ugi”

Presentato il progetto realizzato da UGI e Associazione Abbonamento Musei che coinvolge 19 realtà del territorio metropolitano torinese offrendo laboratori e visite gratuite ai bambini malati di tumore e alle loro famiglie
L’arte e la cultura si confermano alleate preziose della salute grazie al progetto “MUSEI per UGI”. Nato dalla collaborazione tra l’UGI – Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini ODV – e l’Associazione Abbonamento Musei, coinvolge 19 Musei presenti sul territorio metropolitano che offrono gratuitamente attività culturali, ludiche e di intrattenimento alle famiglie con un figlio malato di tumore assistite dall’Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini ODV.
Il legame tra cultura e salute – si è sottolineato nella conferenza stampa di presentazione avvenuta  presso UGIDUE in corso Dante – è riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sottolinea il valore delle attività culturali come strumento per migliorare la qualità della vita. Con questa iniziativa l’Associazione Abbonamento Musei si impegna a promuovere la fruizione delle collezioni museali anche da parte dei più fragili, rendendo l’esperienza culturale accessibile e inclusiva.
Sono 19 i musei del territorio metropolitano torinese che hanno deciso di aderire, offrendo l’ingresso gratuito alle loro collezioni e, in alcuni casi, consentendo visite al di fuori degli orari istituzionali per garantire un ambiente sicuro ed accogliente ai pazienti più fragili.
L’iniziativa non si limita alla semplice visita museale. L’Associazione Abbonamento Musei, in collaborazione con UGI, coordina attività in presenza e online che rispondono alle specifiche esigenze delle famiglie. Le visite sono suddivise per permettere spiegazioni differenziate per genitori e figli, mentre i laboratori dedicati, alcuni dei quali organizzati a Casa UGI, arricchiscono l’esperienza dei più piccoli e degli adolescenti.
Per i bambini e gli adolescenti ospedalizzati in cura all’ospedale Regina Margherita di Torino o fuori terapia impossibilitati a partecipare di persona, l’offerta si estende con laboratori online, permettendo un coinvolgimento attivo anche a distanza.
“Questa collaborazione – ha dichiarato la professoressa Franca Fagioli, Direttore del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino dell’ospedale Regina Margherita di Torino – rappresenta un’opportunità preziosa per i bambini e i ragazzi che stanno affrontando un percorso di cure oncologiche, perché consente loro di partecipare ad attività culturali e ricreative che stimolano gli aspetti vitali e li aiutano a ritrovare un contatto con la normalità.  Le esperienze artistiche offrono ai nostri ragazzi momenti di svago, apprendimento e connessione emotiva che contribuiscono al loro benessere durante un periodo così complesso.  Il punto di forza di questa iniziativa risiede nel suo carattere inclusivo, permettendo anche ai pazienti immunodepressi di prendere parte ad iniziative culturali in totale sicurezza”.
Emma Sarlo Postiglione, segretario generale dell’UGI, ha dichiarato: “Quale è il significato di questa collaborazione? Cosa implica? Quali sono i risultati? Il significato è che i Musei del territorio torinese sono aperti alla collaborazione con Istituzioni pubbliche e private che hanno come missione la crescita culturale dei bambini e dei ragazzi. Ma c’è di più, in questo caso parliamo di una popolazione particolare, abbiamo a che fare con soggetti che, a causa della malattia, sono per lungo tempo fuori dalla comunità dei pari e proprio a loro, con intelligenza e generosità, viene offerta l’occasione di rimediare alla situazione di esclusione e carenza di stimoli che si trovano a vivere. La capacità dell’UGI di collaborare con le Istituzioni culturali del territorio in cui opera fa sì che si possano concretizzare  prestazioni di alta qualità a favore dei nostri bambini, i ragazzi  e le famiglie, con il risultato che, sia i residenti che coloro che si trovano temporaneamente a Torino, provenienti da altri luoghi in Italia e all’estero, potranno godere di una occasione di  crescita culturale, di una conoscenza del Paese e della città in particolare, di una apertura ad interessi storici, artistici e scientifici che porteranno con sé per tutta la vita, ovunque andranno”.
“Quando UGI ci ha contattato per collaborare nella messa a sistema di un percorso già avviato abbiamo risposto con entusiasmo”, dichiara Simona Ricci, Direttrice dell’Associazione Abbonamento Musei. “Questa iniziativa si inserisce per l’Associazione nel solco delle attività che riconoscono alla partecipazione culturale un ruolo importantissimo come elemento di costruzione di benessere e di qualità della vita. Ci auguriamo che ai 19 musei aderenti se ne possano aggiungere altri in modo da arricchire sempre di più la proposta per famiglie e bambinə”.
“Poter godere di questo tipo di opportunità fa la differenza, la fa per i bambini come anche per le famiglie – afferma l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli -. Questa iniziativa sottolinea l’importanza della collaborazione tra realtà diverse che sinergicamente lavorano per offrire opportunità positive a chi vive la malattia. C’è chi dice che con la cultura non si mangia, ma non è così. Con la cultura si mangia, si ama, si sogna, e anche in situazioni di grande difficoltà è molto importante coltivare la speranza e la consapevolezza che anche da queste può nascere qualcosa di buono. Come Città di Torino siamo quindi orgogliosi di avere iniziative come questa. Un grazie quindi a UGI, all’associazione Abbonamento Musei e a tutte le energie e intelligenze qui presenti”.
Di seguito viene riportato l’elenco dei Musei aderenti:
• Castello di Rivoli
• Fondazione Cosso – Castello di Miradolo
• Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
• GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
• Gallerie d’Italia di Torino
• Infinito Planetario di Torino
• La Venaria Reale
• MAO Museo d’Arte Orientale
• MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile
• Museo della Frutta Garnier Valletti
• Museo di Anatomia Umana Luigi Rolando
• Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso
• Museo Egizio
• Museo Lavazza
• Museo Nazionale del Cinema
• Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
• Museo Regionale di Scienze Naturali
• Palazzina di Caccia di Stupinigi
• Palazzo Madama Museo Civico di Arte Antica

Scuola e musei torinesi alleati per l’infanzia, siglata l’intesa

Rafforzare il legame tra educazione scolastica e cultura museale promuovendo un’offerta formativa sempre più inclusiva e accessibile per tutta la comunità. È questo l’obiettivo del Protocollo d’Intesa tra la Città di Torino – Divisione Educativa, l’Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile (ITER) e la Fondazione Torino Musei approvato  dalla Giunta Comunale su proposta di Carlotta Salerno e Rosanna Purchia rispettivamente assessore alle Politiche Educative e alla Cultura della Città di Torino.

L’accordo, della durata triennale, con scadenza nel 2027 e possibilità di rinnovo, mira a sviluppare iniziative dedicate alla fascia d’età 0-6 anni per avvicinare il personale educativo dei nidi e delle scuole dell’infanzia al patrimonio artistico cittadino. L’intento è quello di ampliare e consolidare l’offerta educativa per scuole e famiglie, promuovendo uno scambio di progettualità tra i Centri di ITER e la Fondazione Torino Musei.

Il Protocollo prevede un percorso di formazione di 6 appuntamenti rivolti al personale educativo dei nidi e delle scuole dell’infanzia di Torino. Curato dalla Fondazione Torino Musei, il programma sarà dedicato all’approfondimento del patrimonio artistico cittadino e alle metodologie didattiche adottate nei laboratori dei Musei Civici. Gli incontri si svolgeranno in diverse sedi museali, offrendo ai partecipanti l’opportunità di conoscere da vicino le collezioni e gli spazi espositivi. Il percorso prenderà il via al MAO – Museo d’Arte Orientale, in via San Domenico 11 giovedì 6 febbraio alle ore 15. Successivamente, la formazione proseguirà fino alla fine di marzo alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica.

Parallelamente, sarà realizzata un’attività di laboratorio per bambine, bambini e famiglie, con un tema specifico legato a REMIDA, il Centro di Riuso Creativo di ITER di via Modena 35. Il laboratorio prevede due incontri: il primo nel museo coinvolto (con quota di partecipazione a carico delle famiglie) e il secondo nel Centro REMIDA (gratuito) per promuovere la conoscenza del Centro e delle sue attività, offrendo un’esperienza educativa basata sulla sostenibilità e il riuso creativo.

Inoltre, grazie all’accordo, ITER fornirà gratuitamente ai Musei Civici le tessere per l’accesso ai materiali del Magazzino del Centro REMIDA. Questo permetterà di integrare nelle attività laboratoriali della Fondazione Torino Musei materiali di scarto, sensibilizzando scuole, famiglie e cittadinanza sui temi dell’economia circolare, del consumo responsabile e della sostenibilità ambientale.

Le attività previste dal Protocollo saranno organizzate attraverso una programmazione annuale condivisa tra le parti. La gestione e la promozione degli eventi avverrà in sinergia, con ogni ente coinvolto che si farà carico di una parte degli oneri amministrativi e di comunicazione.

 “Con il Protocollo d’Intesa approvato oggi compiamo un passo importante e rendiamo ancora più forte il legame già esistente tra il mondo dell’educazione e il patrimonio culturale della nostra città – afferma l’assessora alle Politiche Educative, Carlotta Salerno -. I bambini e le bambine, le loro famiglie e il personale educativo diventano quindi parte attiva, protagoniste e protagonisti a tutto tondo della cultura cittadina. Potenziare l’interazione tra educazione e cultura significa investire nella crescita di una comunità più consapevole e sensibile alla cultura e ai suoi valori”.

I musei sono spazi di incontro, scoperta, crescita e, con questo Protocollo d’Intesa, rafforziamo il loro ruolo educativo fin dalla prima infanzia. Permettere alle bambine e ai bambini di avvicinarsi all’arte e alla cultura attraverso esperienze immersive e coinvolgenti – dichiara l’assessora alla Cultura, Rosanna Purchia – significa piantare semi preziosi per il futuro della nostra comunità. Grazie a questa collaborazione il patrimonio artistico cittadino diventa ancora più accessibile e parte integrante del percorso formativo delle nuove generazioni”.

Educazione e cultura sono pilastri fondamentali per la crescita individuale e collettiva. L’arte e il patrimonio culturale – aggiunge il Segretario Generale di Fondazione Torino Musei, Elisabetta Rattalino – possono offrire esperienze educative straordinarie, capaci di stimolare la curiosità, la creatività e il pensiero critico delle nuove generazioni. Questo accordo consolida inoltre la proficua collaborazione tra la Città di Torino, la Fondazione Torino Musei e le Istituzioni Educative del territorio, con l’obiettivo comune di promuovere una cultura più inclusiva e rendere i musei luoghi di incontro, ispirazione e apprendimento per tutti, fin dalla prima infanzia”.

Villa e terreni sequestrati a truffatori finti tecnici del gas

Nelle scorse ore la Polizia di Stato, attraverso personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Torino, ha eseguito un sequestro per un valore complessivo di oltre 400.000,00 euro nei confronti di due cittadini italiani, di 29 e di 45 anni, gravati da numerosi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e, in particolar modo, per numerose truffe ai danni di anziani.

  Nello specifico, sono stati sottoposti a sequestro una villa ed un terreno agricolo siti in un comune dell’hinterland torinese, nonché 3 autovetture, 1 motoveicolo, 3 orologi marca Rolex, diversi oggetti preziosi e denaro contante.

Il Tribunale di Torino – Sezione Misure di Prevenzione ha emesso il decreto di sequestro anticipato dei beni, in accoglimento della proposta presentata nei mesi scorsi dalla Questura di Torino, destinato a colpire il patrimonio illecitamente accumulato dai due cittadini italiani.

L’indagine patrimoniale svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine trae origine da un’attività investigativa della locale Squadra Mobile, culminata con la custodia cautelare in carcere dei due complici, eseguita nel mese di aprile dello scorso anno.

Nel corso delle indagini è emerso che i due erano soliti spacciarsi per falsi tecnici, deputati al controllo dei termosifoni, inviati dall’amministratore del condominio di volta in volta preso di mira; dopo aver carpito la fiducia delle vittime, spesso persone anziane particolarmente vulnerabili, le derubavano del denaro e di oggetti preziosi all’interno delle abitazioni.

La Questura ha richiesto nei confronti dei due truffatori l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. per la durata di tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

Spazi urbani: Torino ricorda Isa Bluette, Bella Hutter e Rodolfo Amprino

La Commissione Toponomastica ha deliberato alcune intitolazioni di aree verdi e aree giochi torinesi. Proposta da “Soroptimist international d’Italia”, un’area giochi sarà intitolata con voto unanime della Commissione all’artista Bella Hutter all’interno dell’aiuola Balbo di via Cavour, di fronte al civico 31. La Città ha accolto all’unanimità la proposta di Tedecà App Ets per ricordare Isa Bluette, famosa artista torinese del primo Novecento, con un giardino in via Bellardi all’altezza del civico 116a, nella Circoscrizione Quattro. Via libera alla proposta di Annibale Crosignani che ha invitato la Città con la raccolta di oltre cinquecento firme a intitolare a Rodolfo Amprino, anatomista e ricercatore torinese impegnato nella Resistenza antifascista durante la seconda guerra mondiale, l’area verde tra via Lanza e viale Curreno nella Circoscrizione 8. Cambia il testo della targa in ricordo dell’ex pensionato universitario Villa San Giuseppe che ricorderà il suo fondatore Igino Trisoglio, scomparso lo scorso dicembre, come chiesto dall’associazione degli ex universitari di Villa San Giuseppe. 

Approvata infine la proposta della presidente della Commissione Toponomastica, Maria Grazia Grippo, di concerto con l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd) per l’intitolazione di un giardino “Vittime della strage di Vergarolla” nell’area verde tra corso Belgio e lungo Po Antonelli, nella Circoscrizione Sette.

Mara Martellotta

Influenza aviaria, gli interventi attivati dalla Regione

In merito al caso di influenza aviaria riscontrato sul territorio dell’Asl TO4, si informa che il sospetto della malattia è stato rilevato dall’Istituto Zooprofilattico di Torino nella giornata di venerdì 31 gennaio a seguito di un aumento anomalo della mortalità presso un allevamento con sede all’interno del Comune di Chivasso.

Come previsto dalla normativa nazionale ed europea, l’allevamento è stato subito posto sotto sequestro da parte dei Servizi Veterinari dell’ASL TO4 e si è immediatamente proceduto a verificare tutte le movimentazioni di personale e mezzi da e per l’allevamento, al fine di risalire alla possibile causa di introduzione del virus (nel Nord Italia sono presenti alcuni focolai) e a impedirne la diffusione verso altri stabilimenti ( indagine epidemiologica).

La conferma di Influenza aviaria si è avuta nella giornata di sabato 1° febbraio da parte del Centro di Referenza Nazionale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: a seguito di ciò si è proceduto, come previsto dalla normativa, a istituire la Zona di Protezione (raggio di 3 chilometri dal focolaio) e la Zona di Sorveglianza (ulteriori 7 chilometri a partire dal focolaio): l’individuazione di queste zone è fondamentale per attuare le necessarie misure di sorveglianza sugli allevamenti presenti per escludere la diffusione del virus e ad attuare le dovute restrizioni nella movimentazione dei capi.

Contestualmente si è proceduto a controllare gli allevamenti piemontesi venuti in contatto con personale e mezzi transitati nell’allevamento in questione. Nella giornata di lunedì 3 febbraio è stata convocata l’Unità di Crisi presso l’ASL TO4 che ha visto la partecipazione del Settore veterinario della Regione, del Centro di Referenza per l’influenza aviaria di Padova, dell’Istituto Zooprofilattico di Torino e dell’ASL di Asti (coinvolta per una porzione di territorio dalla zona di sorveglianza), nel corso della quale sono state definite e programmate le attività di eradicazione ed estinzione del focolaio secondo quanto stabilito dalla normativa.

L’attività di depopolamento dell’allevamento avrà luogo a partire già nei prossimi giorni ad opera di personale sanitario dei Presidi Multizonali di Profilassi e Polizia veterinaria, al termine del quale si provvederà alla disinfezione della struttura. In assenza di ulteriori focolai l’allevamento potrà ripopolare e riprendere l’attività trascorso un periodo di circa un mese dal termine delle operazioni di disinfezione.

cs