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In migliaia anche a Torino contro il razzismo

Più di 2.000 le persone, molti giovani, oggi pomeriggio in piazza Castello a Torino, davanti al palazzo della Regione Piemonte, per  manifestare contro ogni forma di razzismo e in segno di solidarietà alla famiglia di George Floyd, morto a Minneapolis durante l’arresto da parte della polizia.

Tutti distanziati, ma inevitabile (come per la manifestazione del centrodestra a Roma, che ha suscitato polemiche)  qualche assembramento. I partecipanti hanno osservato 8 minuti e 46 secondi di silenzio, il tempo in cui Floyd è stato schiacciato sotto il ginocchio di un poliziotto. Poi si  sono svolti gli interventi  dei relatori. Tra gli organizzatori Rete 21, una delle associazioni antirazziste e l’Arci. Presenti numerosi appartenenti del movimento delle sardine. Peccato che la manifestazione di ricordo del massacro di piazza Tienanmen, tenutasi sempre in piazza Castello pochi giorni fa non abbia invece  avuto la stessa numerosa partecipazione: c’erano solo quattro gatti.  Temi diversi, ma altrettanto importanti da combattere, il razzismo e la negazione della libertà. Ma la memoria delle stragi del passato da parte di regimi totalitari non richiama più troppe adesioni.

(foto Paolo Ranzani)

Gli infermieri: “I cittadini ci amano, i governanti ci offendono”

 «Gli infermieri italiani godono da tempo di una altissima considerazione da parte della società civile». Con queste parole Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, commenta con soddisfazione i dati emersi dall’indagine Censis-Fnopi, la Federazione Nazionale degli Ordini Infermieristici.

«Una indagine accurata che scava nel profondo e mette a nudo in modo straordinario una verità che noi come sindacato andiamo “raccontando” da tempo nelle nostre battaglie in difesa della valorizzazione e dei riconoscimenti della professionalità e delle doti umane di una categoria, la nostra, che i cittadini hanno imparato ad amare ed apprezzare poco per volta, vivendo sul campo, ovvero negli ospedali, come pazienti, esperienze positive a contatto con la nostra grande coscienza e qualificazione.

Perché abbiamo sempre messo in gioco le nostre conoscenze professionali e quel cuore che non deve mai mancare. I dati della ricerca, continua De Palma, ci evidenziano “uno spaccato” meraviglioso, da cui dobbiamo partire, inevitabilmente, per costruire il sistema sanitario del presente. Gli italiani chiedono maggiori assunzioni di infermieri sempre più specializzati, hanno grande rispetto per il nostro ruolo, hanno fiducia nelle nostre capacità, vogliono a gran voce la figura dell’infermiere di famiglia perché hanno compreso quale valore aggiunto potrebbe rappresentare in ogni territorio.

Addirittura, leggo con orgoglio, come presidente di un sindacato infermieristico, che consiglierebbero di intraprendere la nostra professione ai figli e ai nipoti. Nulla di più corrispondente alla realtà dei fatti, e soprattutto frutto del risultato dei nostri sacrifici, cominciati ben prima del Covid-19», sottolinea De Palma.
«Sembrerebbe tutto perfetto, tutto in armonia: parrebbe che esistano le condizioni per ripartire proprio da noi infermieri, per costruire un sistema sanitario moderno degno di tal nome. Eppure qualcosa non funziona, il rovescio della medaglia è desolante. Mentre Censis e Fnopi evidenziavano il rispetto e le stima che gli italiani hanno della nostra categoria, gli infermieri oggi scendevano ancora in strada, sbotta De Palma. Con striscioni dal messaggio inequivocabile: “Ora rispetto e riconoscimento”. Perché qualcuno continua ad ignorarci.

Perché qualcuno ci ha voltato le spalle. Perché qualcuno sguazza nel fallace proposito di prendersi gioco di noi, del nostro lavoro, delle nostre vite. Questa classe politica ci ha relegato all’ultimo posto, ma noi continueremo a portare avanti le lotte in cui crediamo, ora più che mai con il sostegno della nostra gente. Urleremo con rinnovato coraggio, perché è così che si vincono le battaglie, e lo faremo finché qualcosa finalmente non cambierà. Basta soffermarsi solo un istante su quanto sta già accadendo, chiosa De Palma con una rinnovata luce negli occhi. I “governanti” ci offendono con i loro silenzi, ma dall’altra parte aumenta sempre di più l’amore nei nostri confronti da parte dei cittadini. Siamo di fronte ad una nuova verità, ad un nuovo spaccato di questa Italia: tra la classe politica e la società civile è in atto un pericoloso “corto circuito”, una frattura che sta diventando insanabile. Qualcuno, “nelle stanze del potere”, dovrebbe cominciare a chiedersi cosa sta facendo e dove sta andando, se alla fine si ritrova così distante da quello che chiedono gli stessi cittadini, conclude De Palma.

Denunciato il maniaco dei giardinetti

Denunciato dagli agenti del commissariato Madonna di Campagna

Domenica pomeriggio gli agenti del commissariato Madonna di Campagna intervengono presso i giardinetti pubblici in via Casteldelfino dove è stata segnalata la presenza di un soggetto molesto. Giunti sul posto, i poliziotti raccolgono la testimonianza di una minore e di alcune mamme. L’uomo, cittadino marocchino di 53 anni, poco prima era stato visto avvicinarsi alla zona ludica dedicata ai bambini e, dopo essersi improvvisamente abbassato i pantaloni, aveva iniziato a massaggiarsi le parti intime. In seguito, lo straniero si era seduto su una panchina, come nulla fosse accaduto. All’arrivo degli agenti, il cinquantatreenne stazionavaancora nel medesimo punto. Sottoposto a controllo, il soggetto dichiarava agli agenti di non aver fatto nulla e di trovarsi ai giardinetti per riposarsi dalla giornata lavorativa.

L’uomo è stato denunciato per atti osceni in luogo pubblico.

Covid, cure a domicilio: la Regione chiede confronto

«Non si tratta di iscriversi al partito del Plaquenil, però credo sia importante rilevare come i protocolli di cura a domicilio con l’uso della idrossiclorochina, sperimentati in Piemonte nel trattamento precoce del Covid-19, abbiano dato risultati molto incoraggianti.

Dopo il ritiro da parte della rivista scientifica Lancet dello studio che aveva portato alla decisione dell’Oms di bloccare le sperimentazioni con l’idrossiclorochina, sarebbe opportuno al più presto un confronto con l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per fare chiarezza. Se non va bene l’idrossiclorochina, ci dicano cosa si può utilizzare in alternativa, altrimenti viene meno il perno su cui ruota gran parte della strategia di cura domiciliare dei pazienti covid e si rischia di tornare ad affollare gli ospedali mettendone in crisi l’operatività».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Luigi Genesio Icardi, che mercoledi 3 giugno ha condiviso con i colleghi assessori delle altre Regioni il modello di presa in carico precoce dei pazienti affetti da sospetta infezione Covid-19 sperimentato nell’Asl di Alessandria, facendosi promotore, a nome della stessa Commissione nazionale, di una richiesta di audizione all’Aifa per chiedere l’attivazione di un “registro 648” (procedura per consentire l’erogazione di un farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale) per la somministrazione domiciliare di idrossiclorochina.

Dal 18 marzo al 30 aprile, il Distretto Acqui Ovada dell’Asl di Alessandria ha preso in carico e seguito a casa, precocemente, 340 pazienti, con una drastica riduzione dei ricoveri, in controtendenza con i dati della stessa provincia, tra le più colpite del Piemonte. Su 340 pazienti, infatti, si sono avuti 22 ricoveri e 9 decessi, numeri dolorosi, ma nettamente inferiori agli attesi in base ai dati epidemiologici.

«Il messaggio emerso dal progetto coordinato dai dottori Paola Varese  e Claudio Sasso denominato “Covi a casa” è forte e chiaro – osserva l’assessore Icardi -: più precocemente si avviano le cure, maggiori sono le probabilità di guarigione. E’ il territorio il vero campo di battaglia contro il virus. I medici di medicina generale hanno dimostrato di essere strategici e forza proattiva nell’intercettazione precoce dei malati, a prescindere dall’esecuzione dei tamponi. Clinica, esami ematici domiciliari e elettrocardiogramma sono stati sufficienti per identificare i malati, selezionarli per profili di rischio e avviare precocemente un trattamento farmacologico articolato che ha avuto successo».

L’assessore rileva che “Covi a casa”, così come l’altro analogo protocollo farmacologico di cura domiciliare dei professori Di Perri-Bonora-Venesia, non sono stati un ripiego perché gli ospedali erano pieni, ma una precisa scelta strategica organizzativa”.

«Territorio e Ospedale – conclude Icardi -, supportati dal volontariato, malgrado la tragica esperienza escono comunque rafforzati nelle motivazioni etiche che li accomunano e da cui auspichiamo la nascita di un nuovo modello di sanità e di presa in carico delle persone in base ai  bisogni di salute».

Nuovi treni regionali da Torino alla Liguria

Regione Liguria e Regione Piemonte, in accordo con Trenitalia, hanno predisposto la messa in servizio di nuovi collegamenti ferroviari tra Torino e la Riviera Ligure di Ponente a partire già da questo fine settimana e per tutta la durata dell’estate.

I cosiddetti “Treni del Mare” quindi partiranno sabato 6 giugno, con 2 treni: al mattino il Torino Porta Nuova-Albenga delle 06.55 con arrivo alle 10.05 e al pomeriggio l’Albenga-Torino Porta Nuova delle 18.06 con arrivo nel capoluogo piemontese alle 21.10.

Il giorno dopo, domenica 7 giugno, prenderanno servizio altri 6 treni: Torino Porta Nuova-Imperia delle 06.55 con arrivo alle 10.52 e il ritorno Imperia-Torino Porta Nuova delle 19.14 con arrivo alle 22.50, Torino Porta Nuova-Albenga delle 06.10 con arrivo alle 09.00 e Torino Porta Nuova-Albenga delle 07.50 con arrivo alle 10.50, Albenga-Torino Porta Nuova delle 15.48 con arrivo alle 18.50 e Albenga-Torino Porta Nuova delle 17.05 con arrivo alle 19.55.

A partire dal weekend del 13-14 giugno, con l’aggiunta di altri 2 treni (Torino-Albenga con partenza alle 5.55 e arrivo 8.45 e Albenga-Torino con partenza alle 18.05 e arrivo alle 21.10), l’offerta estiva del fine settimana arriverà ad un totale di 29 treni, di cui 10 sono “Treni del Mare”. Inoltre, sempre dal 14 giugno tornano a circolare i treni sulla linea Cuneo-Ventimiglia: sono programmate le due coppie di treni del servizio ordinario e una ulteriore coppia di treni che circola nei weekend (sabato e festivi).

«Abbiamo voluto avviare il servizio estivo – sottolinea l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi – con un significativo anticipo rispetto al tradizionale orario di metà giugno con l’obiettivo di venire incontro alle necessità di spostamento tra le due regioni, rimaste isolate per mesi. Prevediamo flussi di passeggeri importanti, ma allo stesso tempo i treni hanno una capacità di accoglienza ridotta a causa delle restrizioni per il Covid: per questo motivo abbiamo lavorato con i colleghi della Regione Liguria e con Trenitalia per mettere in servizio più treni possibile e soddisfare così più viaggiatori possibile».

«I turisti sono i benvenuti in Liguria e la ripartenza dei cosiddetti ‘treni del mare’ col Piemonte sono a confermarlo e a smentire chi invece dice il contrario – afferma l’assessore ai Trasporti e al Turismo di Regione Liguria Gianni Berrino – Le nostre spiagge sono pronte ad accogliere i nostri ospiti con la cortesia di sempre e da quest’anno anche con tutti gli accorgimenti sanitari richiesti affinché i soggiorni in Liguria siano sempre piacevoli. Con 29 treni gli amici piemontesi potranno raggiungere la Riviera più facilmente».

Aggressioni al personale sanitario al polo di Avigliana

Riceviamo e pubblichiamo / La UILFPL dell’ASL To3 è alquanto preoccupata per la situazione che si sta presentando sui territori, in particolare
per i servizi sanitari e amministrativi a stretto contatto con il pubblico, il cui personale è diventato in queste
settimane, sempre più spesso, destinatario di insulti, aggressioni e minacce.

Tali situazioni incresciose sono causate dalla chiusura dei servizi ambulatoriali, che generano gravi disagi all’utenza
o dalle lunghe attese che intercorrono per l’esecuzione di un prelievo.

Oggi, ad esempio, presso il polo di Avigliana, sono dovute intervenire le forze dell’ordine per calmare gli animi di
utenti, di liberi cittadini, stanchi e frustrati per le lunghe code e per le prolungate chiusure dei servizi; lo stesso era
capitato qualche giorno fa presso le strutture di Piossasco.

Disagi che purtroppo sappiamo bene non dipendere né dagli operatori né dall’azienda.

La cosiddetta “Fase 3” è la fase in cui si è certamente più “liberi”, ma questa libertà deve comportare
contestualmente un progressivo ritorno alla normalità, anche nell’erogazione dei servizi sanitari.

La UILFPL non ci sta a queste condizioni, urge prendere assolutamente dei provvedimenti e chiede che si riaprano
a breve tutti i servizi oggi chiusi, compresi tutti i PPI (punti di primo intervento).

Tale situazione, seppur conseguenza ovviamente del periodo post quarantena da Covid19, necessita di una
approfondita valutazione con immediate azioni organizzative correttive.

Nonostante l’emergenza ancora in atto, oggi non ci si può dimenticare delle cronicità, della medicina ordinaria o,
ancora, delle paure e delle preoccupazioni che manifestano i cittadini nel loro quotidiano.

Chiediamo quindi di riaprire i siti chiusi, evitando sovraffollamenti, come sta avvenendo proprio in questi giorni al
Polo Sanitario di Avigliana.

Ricordiamo che la ASL TO3 è una delle ASL Piemontesi ad avere un territorio molto esteso con caratteristiche
geomorfologiche tipiche del territorio montano.

La popolazione residente risulta essere con età avanzata e condizioni sociali più disagiate rispetto al periodo
precedente all’emergenza sanitaria.

Urgono delle prese di posizioni nette e urgono ora.

Nazzareno Arigò – Segretario Aziendale UIL FPL ASL TO3

Scontro tra bus Gtt e autoscala, tre feriti

Oggi pomeriggio in corso XI febbraio a Torino, scontro tra un autobus della linea 18 e un’autoscala.

Sono tre le persone rimate lievemente ferite,  passeggeri che si trovavano sul mezzo Gtt.

E’ da chiarire la dinamica dell’incidente. Sul posto è intervenuta la polizia municipale per gli accertamenti.

Bufala sulle mascherine “tossiche”, partono le denunce della Regione

La Regione Piemonte chiarisce i termini di sicurezza delle mascherine trattate con Sanitized TH 22-27. Assessore Gabusi: «Nessuna tossicità. Il trattamento è certificato e considerato necessario per i tessuti antibatterici e antivirus»

 

«Stiamo procedendo a denunciare per procurato allarme quanti hanno dato visibilità all’ignobile accusa di aver distribuito mascherine tossiche alla popolazione piemontese». L’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi non lascia dubbi sulla falsità e sul pericolo del video denuncia che circola sul web da ieri riguardante le mascherine della Regione Piemonte trattate con il metodo Sanitized TH 22-27 a base di zinco piritione. Facendo leva sulla natura tossica dello zinco piritione, il video insinua un’azione irresponsabile e dannosa da parte della Regione Piemonte nei confronti dei cittadini.

«I cittadini devono conoscere la verità su questo tema – sottolinea l’Assessore Gabusi -. Le mascherine non sono assolutamente tossiche: il trattamento Sanitized TH 22-27, che contiene una piccola dose di zinco piritione, è considerato ‘necessario’ per avere un tessuto antibatterico e antivirus. Abbiamo una pila di documenti che dimostrano come il Sanitized TH 22-27 non solo abbia tutte le certificazioni di legge, ma siano addirittura superiori a quelle richieste per le mascherine ad uso sociale. Abbiamo analizzato tutte queste prove e certificazioni, ma non oggi, bensì prima della produzione».  9 certificazioni, tra cui quella per il trattamento Sanitized, oltre ad una serie di test di laboratorio in Italia e all’estero e le schede di sicurezza, attestano la sicurezza del prodotto.

«Non sono le mascherine ad essere tossiche – conclude l’Assessore Gabusi -, ma le persone che diffondono contenuti falsi e generano accuse ingiustificate. È patetico e vergognoso l’attacco che viene fatto alla Protezione civile, alla Regione Piemonte e alle persone che si sono impegnate per la realizzazione e la distribuzione delle mascherine. Purtroppo, molte, troppe, persone sono cadute nella trappola della fake news e hanno condiviso il video denuncia sui propri canali social, creando un allarmismo falso e ingiustificato. È perciò nostro dovere rendere onore alla verità e ai tanti volontari che hanno donato il loro tempo e il loro lavoro per distribuire le mascherine casa per casa

Mucche a spasso per la città, intervengono i civich

Questa mattina, gli agenti della Sezione VII (Aurora-Vanchiglia- Madonna del Pilone) sono dovuti intervenire per governare 14 mucche incustodite che vagavano libere sulla carreggiata della piazza Giovanni dalle Bande Nere.

Gli animali, a causa dell’apertura accidentale di un cancello in strada Mongreno, sono usciti dal recinto dove erano custoditi e sono sfuggiti al controllo dei proprietari.

Gli agenti, avvisati da alcuni cittadini, sono riusciti, con non poche difficoltà, ad instradare verso il cimitero di Sassi 10 dei 14 bovini scappati, riuscendo a gestire in totale sicurezza una pericolosa commistione di animali, veicoli stradali e pedoni incuriositi dalla situazione.

Da qui, le mucche sono state prese in consegna dal pastore che le ha condotte al pascolo verso il parco del Meisino, dove ad attenderle c’erano altri 50 bovini, comprese le quattro mucche che mancavano all’appello.

I 206 anni dell’Arma celebrati a Torino

 I carabinieri di Torino, città che diede i natali alla Benemerita nel 1814,  hanno celebrato oggi in forma “ridotta” a causa dell’emergenza covid i 206 anni dell’Arma

Negli ultimi mesi si è particolarmente distinta per l’impegno e la solidarietà legato alla pandemia. Questa mattina presso la storica Caserma ‘Bergia’, sede della Legione,  il prefetto Claudio Palomba e il comandante del Piemonte e Valle d’Aosta, Generale di Brigata Aldo Iacobelli, hanno deposto una corona d’alloro al monumento ai caduti. Sono state consegnate le onorificenze ai militari che si sono distinti nell’ultimo anno, con oltre 2 mila arresti e quasi 15 mila denunce nell’area del Torinese. Tra i premiati i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale che hanno catturato in Sud America due pericolosi latitanti della ‘ndrangheta.