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San Salvario, cibo avariato al ristorante: quasi 30 mila euro di multa

70 persone identificate, 5 locali commerciali controllati, quasi 70 kg di alimenti mal conservati sottoposti a sequestro all’interno di un ristorante, 3 minimarket chiusi per 5 giorni e sanzioni amministrative elevate per quasi 30 mila €.

Questi i risultati di un controllo straordinario del territorio congiunto effettuato ieri nel quartiere San Salvario da personale della Sezione VIII (San Salvario-Cavoretto-Borgo Po) della Polizia Municipale insieme agli agenti del Commissariato di P.S. Barriera Nizza, del Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte” ed a personale dell’ASL To1.

Il ristorante in via Nizza, condotto da un uomo di 37 anni di nazionalità cinese, è stato denunciato per cattivo stato di conservazione degli alimenti. Gli agenti hanno sottoposto a sequestro penale 67.5 Kg di alimenti privi di rintracciabilità posti all’interno di sacchetti non idonei all’uso alimentare e privi di   etichettatura. Si tratta di prodotti di origine animale per alcuni dei quali non è stato possibile neanche risalire alla specie. Del riso cotto era collocato i contenitori sporchi e posizionati sul pavimento.

Inoltre, gli sono state contestate la mancata comunicazione di ampliamento del locale, la mancata esposizione della riproduzione a stampa di alcuni articoli del TULPS, del relativo regolamento, la mancanza dell’ iscrizione al CONOE e della certificazione di conformità della canna fumaria, nonché per la presenza di un congelatore privo di lettura della temperatura nel quale erano conservati alimenti privi di rintracciabilità; la presenza di bidoni senza un sistema di  chiusura adeguata e la mancanza di esposizione dei prezzi per le bevande hanno fatto ammontare il totale delle sanzioni amministrative a 25.300 Euro.

Relativamente alla pulizia dei locali, il personale dell’ASL- SIAN ha anche riscontrato carenze igienico sanitarie, oltre alla mancanza di protezioni alle aperture del locale ed al mancato aggiornamento del manuale HACCP, riscontrando violazioni per un totale di 3.000 Euro.

Sono, inoltre, in corso accertamenti relativi all’assunzione di 16 dipendenti e a presunte irregolarità edilizie.

In orario serale, personale del Comm.to Barriera Nizza ha, infine, effettuato alcuni controlli volti alla verifica della dovuta ottemperanza al divieto di vendita di bevande alcoliche e superalcoliche nei locali della movida di San Salvario. Per tre minimarket condotti da cittadini bengalesi è scatta la chiusura provvisoria dell’attività commerciale, per la durata di 5 giorni, ai sensi della D.L. 25 Marzo 2020 n. 19.

Raccoglieva fondi per bambini ma svuotava il conto scommettendo online

Raccoglieva fondi per note associazioni benefiche ma nel contempo svuotava il proprio conto corrente scommettendo on line.

Quando il saldo andava in negativo, sporgeva denuncia alla sua banca disconoscendo le operazioni a favore di una società di raccolta scommesse. A suo dire, la prima denuncia alla banca era andata a buon fine. Forse per questo il giovane ha pensato di provarci ancora. Ad aprile 2020 l’uomo si presenta in Questura per sporgere denuncia contro ignoti: afferma di  disconoscere una serie di operazioni effettuate nel giro di tre giorni per un importo complessivo pari a 1.041. euro  Del caso si occupa il Commissariato Dora Vanchiglia,  che convoca il soggetto per assumere informazioni. Tuttavia le contraddizioni dell’uomo fanno sì che il verbale di sommarie informazioni si interrompa per l’emersione di indizi di reità a carico del venticinquenne, che da vittima lo rendono indagato. Le operazioni disconosciute, infatti, sono tutte ricariche a favore della carta da gioco. A quel punto non resta che ammettere la verità: le sue denunce per frode informatica erano stratagemmi – ingenui – per recuperare le somme perse con le scommesse. L’uomo viene denunciato in stato di libertà per i reati di simulazione di reato e falsità ideologica in atto pubblico.

Gare truccate e corruzione nelle ASL piemontesi: decine di perquisizioni, una ventina gli indagati

Operazione “Molosso”: cinque le società coinvolte.  “Turbativa d’asta e corruzione”.

Queste le ipotesi di reato che ha visto nelle scorse ore la Guardia di Finanza di Torino perquisire una trentina di obiettivi tra ospedali, ASL, aziende e abitazioni private. Interrotto, di fatto, un “malcostume” diffuso, fatto di gare d’appalto truccate e di ipotesi di corruzione all’interno della sanità piemontese.

Le indagini, condotte dai Finanzieri del Gruppo Torino e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno portato al sequestro di molto materiale e copiosa documentazione a Torino e nelle province di Alessandria e Novara.

Gravi, secondo gli inquirenti, le ipotesi di reato a carico degli indagati con conseguenti danni patrimoniali ed economici all’intero Servizio sanitario nazionale, a vantaggio, in particolare, di un’azienda torinese e di una multinazionale veneta leader nel settore della fornitura di prodotti ed apparecchiature mediche.

Nel corso dell’operazione i Finanzieri hanno anche sequestrato in via preventiva conti correnti riconducibili a tangenti ricevute da parte di uno degli indagati di Torino

Nel mirino della Procura e degli uomini del 1° Nucleo operativo metropolitano della Guardia di Finanza torinese, anche alcune gare d’appalto sospette che potrebbero essere state preventivamente ed appositamente stilate per favorire la società multinazionale oggetto di indagine la quale, ad avvenuta aggiudicazione, avrebbe potuto beneficiare di milioni di euro per la fornitura di camici e divise per medici ed infermieri Piemontesi.

All’ospedale di Alessandria le indagini avrebbero portato ad individuare la corruzione di un coordinatore infermieristico membro della commissione per la gara d’appalto attenzionata per la fornitura di prodotti ed apparecchiature mediche chemioterapiche, favorendo una specifica società.

L’operazione, denominata “Molosso”, vede attualmente indagati, a vario titolo dall’Autorità Giudiziaria torinese 19 persone e 5 società.

Ruba bici a rider sessantenne. I carabinieri arrestano il ladro

Furto di una bicicletta a un rider che consegna cibo a domicilio per una nota piattaforma online. È successo mercoledì sera in zona Lingotto.  

I carabinieri della Compagnia Torino Mirafiori hanno fermato un uomo in sella a una bicicletta subito dopo averlo notato girovagare in modo spericolato e in contromano in mezzo al traffico di Via Nizza. Era anche al telefono e non si preoccupava minimamente degli automobilisti che gli suonavano il clacson.  Si tratta di un italiano di 38 anni, abitante a Torino.
Al momento del fermo, un uomo italiano di 58 anni si è avvicinato ai carabinieri per dire loro che la bici di quell’uomo era la sua e che gli era stata rubata poco prima davanti all’8Gallery, mentre ritirava i panini per una consegna. Senza bici e senza paga per quel giorno ha  vagato per il quartiere, con la speranza di ritrovare la sua bicicletta. Il ladro è stato arrestato e collocato ai domiciliari, mentre la bici  verrà restituita al proprietario dopo la convalida dell’arresto.

Cimiteri, Tricarico: “Con l’emergenza virus tanti morti in più. Ma ora il picco è alle spalle”

“Tra marzo ed aprile i funerali sono raddoppiati. Il giorno peggiore è stato il 29 marzo con 75 decessi. Nell’anno precedente, la giornata nera era stata il 18 febbraio con 45 morti”

Roberto Tricarico, presidente di Afc Spa, l’azienda che gestisce i servizi cimiteriali: Torino è ancora in emergenza Covid?

Stando ai dati che ogni mattina gli uffici di AFC, la Società che gestisce i servizi cimiteriali della Città di Torino mi forniscono, posso certificare che stiamo tornando alla normalità. Il picco è ormai alle spalle. Purtroppo nel primo semestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019, abbiamo avuto 1064 morti in più.

Quando è esplosa l’emergenza Covid-19?

Tra marzo ed aprile i funerali sono raddoppiati. Il giorno peggiore è stato il 29 marzo con 75 decessi. Nell’anno precedente, la giornata nera era stata il 18 febbraio con 45 morti.

In che modo i vostri dipendenti sono stati colpiti dalla crisi?
Nessun dipendente di AFC ha denunciato un contagio da Covid. Non abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione né al fondo di integrazione salariale. Anzi è stato premiato il lavoro straordinario che con umanità e professionalità è stato svolto dagli operatori con 100 euro in più in busta paga per il mese di aprile (oltre a quello previsto dal governo per il mese di marzo). Mi piace ricordare chi tra questi ha filmato l’ultimo saluto che purtroppo per tanti giorni era stato affidato al solo diacono per l’ultima benedizione. Questo ha consentito ai famigliari di poter ricevere almeno un ricordo.

 Vi sono state richieste particolari dai parenti?
I nostri uffici hanno ricevuto molte richieste di poter portare un fiore sulla tomba dei propri cari. Tante volte sono stati i nostri collaboratori a esaudire il loro desiderio. In modo volontario c’è anche chi in azienda con passione si era offerta di stabilire un collegamento fra l’anziano vedovo e la sua amata sepolta da poco, nel giorno del suo compleanno. La nostra funzionaria e la nipote si erano attivate per un contatto video tramite wathsapp.

 In che modo è cambiata la collaborazione con i crematori, i cimiteri, le chiese e gli ospedali?
Il Tempio crematorio di Torino è gestito dalla Socrem che ha esteso gli orari per i funerali. Anche noi abbiamo accolto tutti i funerali e garantito le attività di sepoltura. I diaconi della Diocesi della Città hanno dato la benedizione a tutti i defunti in arrivo che ne avevano fatto richiesta: dal primo all’ultimo funerale. Tutte le pratiche per le Imprese e dagli ospedali ( gli atti di morte ecc.) sono state telematizzate con ritiro del cartaceo in cassetta delle lettere per evitare i contatti. Mentre gli uffici in cui era possibile è stato ridotto il personale e gestito a turnazione, implementando invece l’Ufficio funerali.

Come è cambiata la cerimonia funebre?
Le chiese erano chiuse così come gli altri luoghi di culto (moschee e sinagoga). In accordo con le strutture sanitarie (ASL), gli imam hanno interrotto il lavaggio purificatore che precede la sepoltura negli ospedali e negli obitori.  Sino al 4 maggio i cattolici potevano solo avere una benedizione all’ingresso del cimitero da parte del diacono e al funerale potevano essere presenti al massimo 3 o 4 parenti. Anche il commiato presso il Tempio crematorio era stato sospeso.  Dal 5 maggio invece possono partecipare ai funerali una quindicina di parenti e si possono tenere brevi cerimonie meglio se all’aperto. La Città ha chiesto ad AFC e Socrem di realizzare delle aree all’aperto in cui poter ricordare il defunto prima sella sepoltura (con una poesia, un aneddoto o un brano musicale). Ve ne sono attualmente tre, due al cimitero Monumentale e uno al Parco. Sono dei gazebo con un tavolo e delle sedie, con di fronte degli stalli segnati sulla pavimentazione per gli altri parenti. Oggi invece sono di nuovo celebrate le messe in chiesa e la sala commiato della Socrem è a disposizione di coloro che scelgono la cremazione.

 Che aspetto ha la situazione attuale e come vede il futuro?
Dai dati si può dire che a Torino l’emergenza è alle spalle. Certo ci vorrà ancora cautela, ma le persone dimostrano grande senso di responsabilità. La maggior parte dei contagi è avvenuta negli ospedali e nei centri di Residenza per anziani. Per il futuro sono ottimista. Ieri ho fatto una passeggiata al Parco della Tesoriera che era rimasto chiuso alle visite da due mesi come tutti i parchi. Ho visto anziani,  ragazzini e bambini sorridenti. C’è una consapevolezza nuova di ciò che si ha e si rischia di perdere.  Io che in questo momento mi trovo a gestire un’azienda che accoglie i morti, ho scoperto ancor di più la grandezza della vita.

Cade da un ponteggio, uomo in gravi condizioni

Caduto  questa mattina a Volpiano da un ponteggio, da tre metri circa, mentre stava lavorando, è in gravi condizioni un muratore di 62 anni.

Le sue condizioni sono peggiorate in poco tempo ed è stato trasportato con l’elisoccorso al Cto di Torino, dove gli è stato riscontrato un grave trauma cranico e facciale, e una frattura al polso.

Giardino Madre Teresa, l’insicurezza è blindata

Questa mattina transitando nel Giardino Madre Teresa di Calcutta ho trovato una situazione che ha dell’incredibile! Dalla parte di Corso Giulio Cesare (come avviene da un po’ di tempo) ci sono i blindati delle forze dell’ordine, all’interno resti di bivacchi, e sui terrazzi della casa in affaccio sul giardino lenzuola appese dai balconi per una protesta pacifica come si evince dalle foto scattate.

Cosa devono ancora fare i residenti per esprimere il loro disappunto per il degrado, lo spaccio, il consumo di droghe e anche sesso sotto gli occhi di tutti (compresi bimbi)? Tutto ciò avviene da anni in questo giardino e dintorni nell’indifferenza di chi ha amministrato Città e Circoscrizione almeno negli ultimi 15 anni. Ora ci sono i Presidi delle FdO in zona, ma il tutto viene vanificato senza una visione a 360° nella zona. Questa situazione è il “fallimento della politica cittadina e nazionale”. I presidi fissi non possono incidere sulle radici del problema e a poche decine di metri tutto continua come prima, compreso lo spaccio. È una misura che serve alla politica che amministra la Città per poter dire di aver fatto qualcosa mentre i cittadini continuano vivere in zona una situazione inaccettabile. Il Sindaco Appendino in campagna elettorale aveva fatto tante promesse e aveva vinto la Città perché la gente era stufa di promesse vane da parte di chi l’ha preceduta, mi sembra però che ci sia una continuità nel non progettare nulla di significativo per cambiare la situazione e i cittadini si sono inventati la protesta pacifica con lenzuola appese dai balconi….basta parole e spot ci vogliono “fatti concreti”.
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Patrizia Alessi, capogruppo Fratelli d’Italia Circoscrizione 7

Perde il controllo dello scooter e si schianta contro auto

Nella tarda serata di ieri in Corso Moncalieri 440 si è verificato un grave incidente stradale.

Secondo una prima ricostruzione della dinamica il conducente di uno scooter, dopo aver perso il controllo del proprio mezzo, è rovinato al suolo terminando la corsa contro un veicolo in sosta.

I rilievi sono stati effettuati dalla Squadra Infortunistica del Reparto Radiomobile della Polizia Municipale.

L’uomo è stato immediatamente trasportato presso il pronto soccorso del CTO dove  il medico  di turno ha stilato un certificato di prognosi riservata.

Lanciava la droga ai clienti, arrestato

È arrivato con la metro in piazza Nizza, poi ha proseguito a piedi verso via Belfiore dove un gruppo di clienti lo aspettava per acquistare la droga.

Un rituale ormai noto ai carabinieri che ieri pomeriggio lo hanno atteso e dopo un lungo pedinamento lo hanno arrestato.
Un pusher maliano di 19 anni, irregolare sul territorio nazionale, è stato individuato e arrestato dai carabinieri della Stazione Torino San Salvario per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Ieri pomeriggio, i carabinieri hanno aspettato il maliano alla fermata della metro e lo hanno pedinato, quando a un certo punto, senza fermarsi, in via Saluzzo, ha lanciato un sacchetto in direzione di un ragazzo in sella a una bicicletta che lo ha raccolto e si è allontanato. Il ciclista è stato fermato subito dopo dai carabinieri che gli hanno sequestrato quasi due grammi di droga, tra eroina e cocaina. A questo punto, è stato fermato anche il “lanciatore di droga” e nelle tasche teneva 34 dosi,  tra eroina e cocaina.

Ito De Rolandis, addio a un cronista di razza

Se ne è andato un cronista di razza e grande radioamatore, lo scrittore astigiano Ito De Rolandis,  discendente dell’eroe fondatore del tricolore.

Due giorni prima della festa della Repubblica si è spento a Cagliari, all’età di 86 anni, il giornalista e scrittore astigiano Ito De Rolandis, che legava il suo cognome all’avo Giovan Battista, a cui si deve la nascita della celebre coccarda tricolore. Ed un sottile fil rouge tra la festa della Repubblica e questo giornalista esiste, in quanto la sua famiglia è discendente da uno dei primi eroi prerisorgimentali, senza il quale oggi la Repubblica italiana non potrebbe esistere.

E di questo legame andava molto fiero lo stesso Ito De Rolandis, che presentò un suo volume sull’avo, in occasione di una mostra dedicata a questo tema, a Castell’Alfero, deliziosa cittadina dell’Astigiano impreziosita, oltre che da un magnifico castello, anche una splendida chiesa parrocchiale, da fontane e giardini. Fu proprio lui, infatti, a firmare il libro intitolato “Orgoglio tricolore. L’avventurosa nascita della nostra bandiera”, pubblicato nel 2008 ad Asti da Lorenzo Fornaca e dall’Artistica Editrice, con la prefazione redatta dal noto storico Aldo A. Mola.

De Rolandis è stato capace di tracciare magistralmente nel libro le vicende dell’avo Giovan Battista, nativo di Castell’Alfero, che insieme al compagno di sacrifici ed amico Luigi Zamboni, cadde vittima a Bologna del Tribunale pontificio nel tentativo generoso di ribellione, durante la quale gli insorti indossarono la coccarda dei tre colori. Arrestati poi in una locanda, fuori dai confini monferrini, dalla legione e sottoposti a feroci torture, Zamboni fu trovato impiccato in cella e De Rolandis venne condannato a morte per impiccagione. L’esecuzione fu eseguita il 23 aprile 1796. Poco meno di due mesi dopo Napoleone, entrato in Bologna, venne accolto come liberatore dal senato provvisorio, ordinò la liberazione dei prigionieri politici, rese onore alle ceneri dei due eroi e consegnò la coccarda con il tricolore, che sarebbe poi stato scelto quale vessillo della nascente Repubblica Cispadana.

Laureato in Chimica e Farmacia, De Rolandis abbracciò ben presto la carriera giornalistica, che corrispondeva alla sua autentica passione, prima entrando in Rai, in qualità di redattore al Giornale Radio Rai, poi partecipando, nel ’53, alla formazione del Telegiornale, accanto a giornalisti quali Enzo Tortora, Piero Angela, Silvio Geuna e Gigi Marsico. Poi seguirono le collaborazioni a varie testate quali il Messaggero di Roma, il Secolo XIX di Genova e l’ingresso, a Torino, nella mitica testata della Gazzetta del Popolo.

Il suo fiuto da cronista emerse anche evidente nella sua capacità di scrivere la cronaca giudiziaria. Fu anche presidente dell’Associazione torinese Leon Battista Alberti. Uni’ alle doti naturali del giornalista e cronista il garbo delle sue origini e lo spessore dei valori per cui lottarono i suoi avi.

Mara Martellotta

In collaborazione con Pannunzio Magazine