CRONACA- Pagina 1341

Scende dal bus, vede la volante e risale: aveva con sé droga

Un cittadino italiano di 48 anni, già noto alle Forze di Polizia, è stato arrestato lo scorso lunedì sera dagli agenti della Squadra Volante.

L’uomo è stato visto scendere alla fermata dell’autobus in piazza Bengasi; ma, alla vista della pattuglia di polizia, che si trovava proprio dietro il bus, ha cercato di risalire a bordo del mezzo, senza peraltro riuscirvi. Tale mossa ha insospettito gli agenti, che lo hanno fermato per sottoporlo a un controllo.

Nelle sue tasche 3 involucri di plastica contenenti 25 grammi di hashish e marijuana. Inoltre, a casa, l’uomo nascondeva tutto l’occorrente per la preparazione delle dosi e alcuni medicinali dalle proprietà oppiacee vendibili esclusivamente dietro presentazione di ricetta medica, della quale risultava sprovvisto. Il quarantottenne è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

La Regione abolisce la tassa sulla benzina

Con il prossimo anno i cittadini piemontesi non pagheranno più l’imposta regionale sulla benzina per autotrazione. Lo ha deciso il Consiglio regionale approvando l’esercizio provvisorio del bilancio per il 2021. La decisione fa seguito a una norma nazionale prevista nella legge di bilancio in discussione in parlamento che abolisce l’imposta, la cosiddetta Irba, su cui era stata aperta dall’Unione europea una procedura di infrazione.

Questa abolizione non avrà però influenza sul bilancio regionale. L’assessore Andrea Tronzano ha spiegato che “lo stato provvederà al ristoro del mancato introito per le regioni in cui l’imposta è ancora vigente, anche grazie al nostro impegno in sede di conferenza Stato-Regioni. Per il Piemonte si tratta di circa 20 milioni all’anno”. L’imposta incide per 2,6 centesimi su un litro di benzina.

Presentando l’esercizio provvisorio che avrà validità fino all’approvazione del bilancio previsionale e comunque non oltre il 31 aprile, la relatrice di maggioranza Alessandra Biletta (Fi) ha ricordato che “serve a garantire il funzionamento dell’ente nei limiti di spesa previsti dal bilancio 2020-2022. Siamo in una situazione difficile, ma con delle potenzialità, rappresentate dal vaccino, dalla nuova programmazione europea e dal Recovery fund, su cui la discussione è ancora in divenire. Dovremo utilizzare le prossime settimane per varare un bilancio previsionale concreto, capace di dare risposte reali per far ripartire la nostra economia e sviluppare il tessuto socio-economico piemontese.”

Il relatore di minoranza Sean Sacco (M5s) si è augurato “di potere discutere al più presto il bilancio previsionale, con un confronto approfondito e costruttivo in Commissione. Questa pandemia ha allargato la forbice sociale, per questo occorre maggiore attenzione a quelle categorie che con il Covid hanno perso altri punti, penso alle fasce più deboli: a loro occorre dare in fretta una risposta”.

Per Diego Sarno (Pd) “l’esercizio provvisorio dimostra che questa maggioranza si trova a rincorrere le scadenze formali, senza una programmazione degli interventi strutturali di cui la Regione ha bisogno. Una maggioranza fino ad oggi inadeguata al compito di governo. Anche per questo occorre recuperare il ruolo del Consiglio e delle Commissioni, riconoscendo la funzione di stimolo e di controllo che l’opposizione deve avere sull’operato della maggioranza”.

In precedenza il Consiglio regionale aveva approvato il bilancio consolidato per l’esercizio finanziario 2019. Un atto che considera, oltre al consuntivo regionale 2019, anche i bilanci degli enti strumentali e delle società controllate e partecipate dalla Regione Piemonte. A concorrere al consolidato 2019 sono 5T, Aipo, Agenzia per la Mobilità, Agenzia Piemonte Lavoro, Arpea, Arpa, Atc di Piemonte Centrale, Piemonte Nord e Piemonte Sud, Ceipiemonte, Csi Piemonte, Dmo Turismo Piemonte, Edisu, Finpiemonte Partecipazioni, Finpiemonte Spa, Ipla, Ires, Rsa, Scr e Soris.
Le finalità del consolidato, la cui compilazione è prevista dal decreto legislativo 118, è rappresentare in modo più ampio la situazione della Regione, in modo da poter realizzare le proprie politiche anche attraverso la collaborazione degli enti strumentali e delle società partecipate e controllate.

Una nuova illuminazione in piazza Castello

Appena completata la riqualificazione tecnologica e il rinnovo dell’impianto di illuminazione architettonica da parte di Iren

 

 

Si accenderà stasera la nuova illuminazione architettonica di piazza Castello realizzata da Iren Smart Solutions, società del Gruppo Iren, su incarico della Città di Torino.  Duplice l’obiettivo dell’intervento: da un lato un miglioramento della resa artistica della luce in una delle piazze più belle d’Italia, dall’altro un risparmio energetico rispetto al consumo precedente, nell’ottica di una sempre crescente sostenibilità ambientale.

La piazza centrale di Torino disponeva già di alcuni impianti di illuminazione finalizzati a valorizzare le opere e gli eleganti edifici storici, realizzati in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006.

Gli interventi portati a termine nelle scorse settimane hanno invece coinvolto la maggior parte delle strutture presenti sulla piazza: per quanto riguarda Palazzo Madama è stata implementata una nuova illuminazione della Casaforte degli Acaja grazie all’installazione di 12 nuovi apparecchi. La restante parte del palazzo sarà oggetto di un successivo intervento, nel momento in cui saranno terminati i lavori di restauro ora in corso e che impediscono il posizionamento di ulteriori fonti luminose.

Per quanto riguarda la chiesa di S. Lorenzo, grazie a 40 nuovi apparecchi installati, è stata rivista l’illuminazione decorativa dell’edificio nonché potenziata quella dell’area pedonale antistante.

Gli interventi hanno complessivamente interessato, in questa prima fase, le facciate di gran parte degli edifici che delimitano la piazza, grazie a un’azione di rinnovo e armonizzazione dell’illuminazione di tutti i fronti. In particolare, è stata ora completata l’illuminazione decorativa della facciata del Teatro Regio.

Su tutti i fronti degli edifici sono stati inseriti 170 apparecchi di illuminazione, che portano quindi a un totale di 222 fonti di illuminazione posizionate nella piazza. Di particolare effetto scenico risulta l’illuminazione della manica dell’Armeria Reale che assume con questo intervento una scenografia notturna suggestiva e particolare.

Grazie agli interventi descritti, tutti portati a termine con lampade a LED, il risparmio energetico che si ottiene è di oltre il 50% a dimostrazione della valenza artistica e ambientale dell’operazione portata a termine da Iren Smart Solutions.

Questi interventi dimostrano come un uso sapiente della luce possa generare positivi effetti artistici ed ambientali – ha dichiarato Renato Boero Presidente di Iren- ed è un’ulteriore testimonianza di come Iren sia attenta alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale delle città in cui opera, a beneficio del territorio e del suo sviluppo economico e sociale”.

“Rivestiamo di nuova luce la centrale piazza Castello e i suoi storici palazzi rendendola ancora più suggestiva e affascinante – dichiara la Sindaca di Torino Chiara Appendino –. Si tratta di un nuovo intervento, che fa seguito ad altri già realizzati in diversi punti della città, improntato a criteri di innovazione e sostenibilità per ottenere una migliore resa artistica della luce. L’adeguato sistema di illuminazione degli edifici e dei monumenti che si affacciano sulla piazza esalterà e valorizzerà le loro qualità culturali e artistiche”.

 

Vaccini: “Siamo sicuri che sia tutto pronto?”

Se sulla carta sembra tutto organizzato, nella pratica siamoancora ai preliminari ai fini dell’organizzazione delle vaccinazioni agli operatori sanitari e a quelli delle rsa che hanno mostrato nuovamente grande senso di responsabilità con la chiamata alle vaccinazioni.

Se , come sembra, due terzi degli interessati ha dato il proprio consenso, parliamo, contando la doppia dose a distanza di 19 / 23 giorni, di circa 300 mila dosi da iniettare in 50 giorni, circa 6000 dosi giornaliere se iniziamo i primi giorni di gennaio e vogliamo terminare a fine febbraio per cominciare poi con la seconda fase, nella speranza che una terza ondata non ci travolga.

La regione indica la necessità di 160 infermieri e 143 medici ma non dice, ammesso che tali risorse siano sufficienti, se le aziende dovranno provvedere in autonomia con le risorse già a disposizione , come sembra, o potranno attingere a nuove assunzioni come a nostro avviso dovrebbe essere, utilizzando ad esempio la graduatoria del recente bando a 36 mesi, in attesa di eventuali nuove risorse del bando nazionale per le fasi successive.

E’ evidente inoltre che serva una task force autonoma e dedicata con un unica catena di comando con lo scopo di garantire le vaccinazioni ai soggetti interessati in questo primo periodo, nei tempi indicati e dare poi seguito alla vaccinazioni di massa.

Non possiamo permetterci di perdere tempo e soprattutto non possiamo permetterci di lasciare le aziende sanitarie senza strumenti e risorse commenta Francesco Coppolella, Segretario Regionale del NurSind, il sindacato degli infermieri, perché, come abbiamo potuto vedere in passato, non tutto funziona per il verso giusto se non esiste una regia con strumenti e risorse adeguate e dedicate in grado di controllare le operazioni.

Inoltre , dobbiamo essere pronti ad una eventuale terza ondata e, ad un picco influenzale che ancora deve arrivare. Strumenti e risorse per questa eventualità devono restare sul campo e non prevedere alcuna sottrazione per evitare conseguenze sui servizi e cittadini.

Per la campagna vaccinale, chi, come, dove e quando devono essere chiaramente indicati, abbiamo imparato che non bastano le disposizioni calate dall’alto. D’altro canto non è più accettabile che chi riceve tali disposizioni, non essendo in grado di soddisfarle per insufficienti risorse, piuttosto che rivendicarle stia in silenzio, andando incontro ad inevitabili criticità.

Ora, Non è più possibile sbagliare.

Francesco Coppolella

Segreteria Regionale NurSind

Uomo denunciato dalla moglie si spara in videochiamata con la figlia

Tragedia nel Canavese dove un uomo di 53 anni si è sparato mentre era in videochiamata con la figlia più piccola, di sei anni.

E’ avvenuto in un piccolo centro canavesano.

L’uomo era stato denunciato dalla moglie per maltrattamenti.

Successivamente la donna e i tre figli avevano lasciato l’abitazione per andare in una comunità protetta.

(Foto archivio)

 

Droga h24 in due appartamenti

Torino: sequestrati due chili di stupefacente,  carabinieri arrestano 2 pusher

Nell’ambito dei servizi di controllo antidroga del territorio, i carabinieri del Comando provinciale di Torino hanno individuato due market della droga aperti h24, hanno arrestato 2 pusher e sequestrato oltre 2 chili di droga.

In particolare, a Torino, i carabinieri hanno arrestato un italiano di 57 anni, residente a Torino, per possesso di droga. L’operazione è scaturita da una segnalazione al 112 fatta da alcuni condomini di uno stabile del quartiere Regio Parco che lamentavano il continuo via vai di persone dall’interno di un appartamento. La perquisizione dei carabinieri della Stazione Torino Regio Parco ha permesso di sequestrare oltre 600 g di droga, tra eroina hashish e cocaina, un kit per il confezionamento e la pesatura della droga e oltre 5100 € in contanti, verosimilmente il provento dell’attività di spaccio.
Sempre a Torino, i carabinieri hanno arrestato un italiano 25enne, incensurato, di Torino, per detenzione ai fini di spaccio di droga.
I militari dell’Arma hanno accertato un aumento di acquirenti di droga nei giardinetti di via Tofane, nel quartiere Pozzo Strada, vicino all’ospedale Martini.
L’attività investigativa ha permesso di individuare nel 25enne il pusher di riferimento di quella zona. La perquisizione a casa ha permesso ai carabinieri della Stazione Torino Pozzo Strada di sequestrare un kg di hashish, 330 g di Amnesia, in dosi che sembravano caramelle e cioccolatini, e oltre 1000 € in contanti.
Amnesia è una droga che crea rapida dipendenza e amnesie. Tale droga si ottiene spruzzando metadone, eroina e altre sostanze chimiche sulla marijuana che ne potenziano la pericolosità.
L’hashish sequestrata riporta la dicitura “gelato”, per distinguerla dalle altre sul mercato della droga, per qualità e provenienza.

Cane anti – esplosivi fiuta le armi, sequestrare tre pistole e un fucile

Due arresti e una denuncia

Nell’ambito dei controlli del territorio disposti dal Comando Provinciale di Torino, i carabinieri hanno eseguito due arresti e una denuncia per possesso illegale e ricettazione di tre pistole e un fucile.
A Settimo Torinese, nell’hinterland torinese, i carabinieri hanno arrestato un italiano di 48 anni, residente a Settimo Torinese, per detenzione illegale di armi. L’uomo ha nascosto una pistola sul posto di lavoro ma il cane anti – esplosivi del Nucleo Cinofili Carabinieri di Volpiano l’ha trovata. La perquisizione nell’azienda specializzata nel recupero di rottami in ferro e metallici in cui l’arrestato lavora ha permesso di trovare la pistola Beretta, calibro 7,65 e 38 proiettili calibro 7,65, rubata nell’aprile del 2019 a Torino. A seguito dell’intervento, l’uomo è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Venaria e Chivasso, per ricettazione e detenzione illegale d’arma comune da sparo.
A Rivalta di Torino, nell’hinterland torinese, un italiano di 49 anni, di Rivalta, è stato arrestato perché nella sua carrozzeria sono state ritrovate, grazie al fiuto del cane anti – esplosivi, due pistole Beretta, calibro 9 e calibro 7.65, munite del relativo munizionamento. Le armi non sono registrate in Banca Dati. Il carrozziere è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di detenzione illegale di armi.
A Lanzo Torinese, sempre nell’hinterland torinese, un italiano di 42 anni è stato denunciato dai carabinieri della Stazione di Lanzo per il possesso di un fucile ad avancarica privo di marca, modello e matricola e mai denunciato alla competente autorità amministrativa.
Le pistole e il fucile saranno inviati al Ris di Parma per verificare se siano state utilizzate per commettere reati.

Misure anticovid, tanti servizi agli sportelli postamat

Prelievi di denaro, pagamenti di bollettini premarcati e  ricariche telefoniche e Postepay tra le principali operazioni

 In ottemperanza ai provvedimenti in materia di contenimento del virus e di distanziamento interpersonale per la tutela della salute dei cittadini, Poste Italiane offre l’opportunità di utilizzare numerosi servizi attraverso la rete dei 202 ATM Postamat distribuiti sull’intero territorio provinciale. Gli ATM Postamat sono disponibili a Torino e in diversi Comuni della Provincia.

Nel contribuire ad estendere e consolidare la presenza capillare di Poste Italiane per soddisfare le esigenze delle comunità locali anche le più piccole, gli sportelli ATM Postamat rappresentano un ulteriore canale di accesso ai servizi che si affianca alla rete fisica degli Uffici Postali e a quella online tramite APP e dal sito www.poste.it.

Gli ATM Postamat consentono di effettuare operazioni di prelievo di denaro contante, pagamento di bollettini di conto corrente premarcati, ricariche telefoniche e di carte Postepay, ma anche operazioni informative quali estratto conto, saldo e lista de movimenti.
I nuovi ATM Postamat di ultima generazione sono disponibili sette giorni su sette ed in funzione 24 ore su 24 e possono essere utilizzati dai correntisti BancoPosta titolari di carta Postamat-Maestro e dai titolari di carte di credito dei maggiori circuiti internazionali, oltre che dai possessori di carte Postepay.

Gli ATM Postamat sono inoltre disponibili per i possessori di Carta Libretto, la carta di prelievo collegata al Libretto Postale Ordinario o Smart. I pensionati che hanno richiesto l’accredito della pensione sul Libretto Postale possono infatti prelevare presso gli ATM Postamat della provincia fino ad un massimo di 600 euro al giorno e 2.500 euro al mese. Infine nelle 2 ore successive al prelievo sono coperti da un’assicurazione gratuita fino ad un massimo annuo di 700 euro in caso di furto di contante.

Gli sportelli ATM Postamat sono anche dotati di monitor digitale ad elevata luminosità e di dispositivi di sicurezza, tra i quali una soluzione anti-skimming capace di prevenire la clonazione di carte di credito e un sistema di macchiatura delle banconote.

Per conoscere l’ATM Postamat più vicino è possibile consultare il sito di Poste Italiane all’indirizzo www.poste.it o tramite l’APP Ufficio Postale.

A loro insaputa erano titolari di quattro bar

A seguito di un esposto presentato da alcuni cittadini, con il quale veniva segnalata la presenza di numerosi di avventori all’interno di un esercizio commerciale sito in via Romagnano durante il periodo di “zona rossa”,  gli agenti del  Comando Sezione 4, San Donato – Campidoglio – Parella, hanno effettuato un sopralluogo per verificare la veridicità di quanto indicato.

 

Durante l’ispezione, oltre alla presenza di slot machine non autorizzate, i ‘civich’ hanno riscontrato la presenza di una banconista minorenne priva di  regolare contratto di lavoro e di qualsiasi altro atto che ne giustificasse la presenza all’interno del locale.

 

Alcune irregolarità riscontrate sulla persona indicata in ‘SCIA’, come preposta alla somministrazione, hanno fatto scattare un’attività di indagine sui titolari del bar, due egiziani intestatari di altrettante società per la somministrazione di alimenti e bevande.

 

Dalle verifiche effettuate, si è appurato che i due uomini avrebbero fittiziamente dato in gestione ad altre persone alcuni bar della zona compresa tra San Donato/Parella e Madonna di Campagna, ma in realtà continuavano a gestirli percependo affitti in contanti, senza peraltro redigere alcuna documentazione o fatturazione dell’avvenuto incasso. Dalle indagini svolte sulle due Società, a seguito della raccolta di sommarie informazioni delle persone coinvolte, è emerso che nei documenti inviati agli uffici preposti per l’autorizzazione di inizio attività sarebbero stati indicati nominativi di persone che, in alcuni casi, erano all’oscuro di tutto, mentre altri, in cambio di denaro, prestavano il loro nome per la compilazione dei documenti, ma di fatto non svolgevano il ruolo in essi indicato.

 

Nello specifico, oltre al bar dal quale è partita l’indagine, si tratta di altri tre esercizi commerciali ubicati in via Sobrero, via Giachino e via Borsi.

 

I titolari delle due società sono stati denunciati ai sensi dell’art. 483 e 110 del Codice Penale, per ‘Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico’ e, contestualmente, sono state inviate le segnalazioni all’Ispettorato del Lavoro, al nucleo Grandi Evasori della Guardia di Finanza e agli uffici Comunali, per i provvedimenti di competenza.

 

Inoltre, sono stati contestati verbali amministrativi per violazione dell’ art. 5 comma 3 e 21 L.R.38/06, ‘non aggiornamento dei requisiti’, art. 5 comma 1 L.R.9/16 ‘collocazione di videogiochi ove proibito’, art. 6 D.lvo 193 del 6/11/07 ‘mancanza HACCP’, art. 2 comma 4 e 18 regolamento COSAP ‘omessa voltura’,  art. 2 comma 1 D.lvo 33/20 e art 4 comma 1 DPCM 3/20  ‘mancata indicazione presenza utenti all’interno’.

 

Addio al dottor Castagneto, dedico’ la vita alla ricerca sul cancro

 

Se n’è andato a 70 anni, in punta di piedi, Bruno Castagneto.

 

Lo ha portato via il Covid-19, davvero un destino paradossale per un medico che ha combattuto per tutta la vita contro il cancro, in corsia e in studio. Era accaduto anche a Pier Giacomo Betta, già direttore della Struttura di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Alessandria e presidente della sezione provinciale della Lega italiana per la lotta contro i tumori , portato via anch’egli da un un brutto male. Conoscevo il dottor Castagneto da vent’anni circa, quando una sera venne al Consiglio di circoscrizione del Valentino- Sant’Anna, presieduto da Vincenzo Lumello, dove avevamo costituito una Commissione Amianto, da cui sarebbe derivato il mio impegno negli anni successivi, sino al 2013-2014 in Lilt. Allora Bruno, orgogliosamente genovese di origine, ma a Casale dall’inizio degli anni Ottanta, era medico presso la Struttura operativa complessa di Oncologia del Santo Spirito diretta da Mario Botta. Con lui decidemmo di dare vita, sentito il dottor Betta, alla delegazione di Casale Monferrato della Lilt, Bruno referente medico-scientifico ed io coordinatore e consigliere provinciale dell’associazione. L’obiettivo era di sensibilizzare la ricerca, in particolare quella clinica, per contrastare il mesotelioma pleurico, per Casale vera e propria moderna peste. Il dottor Castagneto, infatti, è stato, come ha giustamente ricordato Mario Botta in queste ore che hanno seguito la sua prematura scomparsa, un punto di riferimento nel gruppo degli oncologi casalesi con numerosi protocolli di ricerca su farmaci diventati poi fondamento delle terapie. E tra Bruno e me è nata un’amicizia fatta di tantissimi colloqui, di lunghe telefonate soprattutto serali, per discutere le iniziative da mettere in atto per sensibilizzare all’interno ed all’esterno le persone sull’importanza dell’informazione, della prevenzione, della diagnosi precoce. L’opera meritoria di Afeva, delle Organizzazioni Sindacali, con i processi di Torino contro Schmidheiny ha messo in luce a tutti che l’amianto è un killer silenzioso, ma ancora nei primi anni Duemila non era così, c’era chi negava (brutto e schifoso vizio in negazionismo nel nostro Paese). Accanto a noi in Lilt  c’erano tante persone che si sono impegnate: mi piace ricordare in questo doloroso momento soprattutto Patrizia Guaschino, Valeria Luparia, Vincenzo Lumello, Giancarlo Gatti, Federico Capello, gli ultimi due, purtroppo, anch’essi prematuramente scomparsi. Di Bruno posso ricordare tante, tantissime cose, tanti, tantissimi meriti del lungo periodo che ci ha visti collaborare sino a quando nel 2007 passò dall’ospedale di Casale Monferrato a quello di Novi Ligure, dove diventò responsabile della Struttura di Oncologia, ma su due voglio fissare la memoria. Il primo è la creazione del Cermes, il Centro di ricerca medico-clinica sul mesotelioma pleurico all’ospedale Santo Spirito, il secondo la stesura del protocollo che diede vita all’attuale Banca biologica sul mesotelioma presso l’Ospedale di Alessandria (grazie alla collaborazione con il dottor Betta) oggi diventata una importante realtà scientifica. Con Bruno se ne va non solo un grande Uomo, un grande Medico, ma anche un caro Amico, una persona che pur amando la sua Genova, la sua Liguria, aveva apprezzato in tanti anni Casale ed il Monferrato, terra cui ha dato tanto ma, purtroppo, non ha ricevuto altrettanto.

Massimo Iaretti