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Furgone travolge auto: morta una quindicenne

Una ragazza di 15 anni è morta a Cavaglietto, nel Novarese, mentre viaggiava in auto:  la vettura è stata travolta da un furgone. La madre della giovane, che  era alla guida della vettura, è stata trasportata in elicottero in codice rosso all’ospedale di Novara. È in stato di choc, ma illeso, il conducente del furgone.  La  dinamica dell’incidente è al vaglio degli accertamenti delle forze dell’ordine.

Linea Aosta-Ivrea-Torino: pigiati come sardine

Il consigliere Alberto Avetta (Pd) : “Bene i milioni per l’elettrificazione tra Aosta e Ivrea. Ora programmiamo il raddoppio dei binari. Resta il tema del rapporto tra il Piemonte e la Valle d’Aosta: attenzione che la diversa tariffazione da parte della Valle d’Aosta non penalizzi i piemontesi.”

«Ieri mattina abbiamo voluto condividere con i pendolari l’esperienza del treno delle 7,42 da Ivrea a Torino. Un modo per toccare con mano i disagi e disservizi, che i pendolari da mesi denunciano e documentano, per testimoniare la nostra vicinanza a chi ogni giorno è costretto a subire questa odissea per andare a lavorare o studiare, e per ribadire ancora una volta alla Regione Piemonte che non si può più tollerare un trasporto pubblico locale ridotto in queste condizioni»: lo affermano il consigliere regionale Alberto Avetta ed il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Salizzoni, che alla stazione di Ivrea sono saliti sul treno Aosta-Ivrea-Torino, scendendo poi a Porta Susa.

«Se uno vuole avere una precisa definizione del termine “sovraffollamento”, basta che salga sul treno Ivrea-Torino, davvero il posto giusto per prendere il Covid19-commenta Mauro Salizzoni-quanto ho visto  è inaccettabile dal punto di vista sanitario. Per fortuna i pendolari sono responsabili e adoperano tutti la mascherina, ma le condizioni in cui sono costretti a viaggiare costituiscono una fonte di pericolo, peraltro senza controlli adeguati».

«L’Europa e il Governo investono più di 30 miliardi del PNRR sulla mobilità sostenibile, e in gran  parte sono destinati al trasporto ferroviario, non a caso proprio il tratto Aosta-Ivrea sarà elettrificato-aggiunge Alberto Avetta –Ora dobbiamo pensare al prossimo passo infrastrutturale, ovvero il raddoppio dei binari. Resta però urgente il tema del rapporto tra il Piemonte e la Valle d’Aosta, le cui criticità finiscono per compromettere la qualità del servizio sulla linea Aosta-Ivrea-Torino. Non è più un mistero che la Valle d’Aosta stia pensando ad una tariffazione diversa per i treni di sua competenza, oltre alla soppressione delle stazioni intermedie che solo temporaneamente siamo riusciti a scongiurare. Ma la tariffazione diversa sarebbe la batosta finale sui canavesani”.

 

No green pass davanti al Palagiustizia

Ieri un centinaio di lavoratori ‘No Green Pass’ di Gtt, Gruppo Torinese Trasporti, e Avio, con il movimento ‘Piazze Italiane’, gruppo che protesta contro l’obbligo di certificazione, hanno manifestato di fronte al  Palazzo di Giustizia di Torino. I lavoratori chiedono di rimuovere quella che definiscono  “ingiustizia e discriminazione”, per poter tornare a lavorare.

Prenotazioni per la terza dose di vaccino della fascia 60-79 anni

DA OGGI PRENOTAZIONE SUL PORTALE ILPIEMONTETIVACCINA.IT PER LE TERZE DOSI DELLA FASCIA 60-79 ANNI

Per ottimizzare i tempi ed evitare le code, da oggi tutti i cittadini di età compresa tra i 60 e i 79 anni che hanno già completato il percorso vaccinale da almeno 6 mesi (ad eccezione dei soggetti affetti da patologie gravi) hanno la possibilità di prenotare un appuntamento per la dose addizionale, la cosiddetta “terza dose”, attraverso il portale www.ilPiemontetivaccina.it (è possibile selezionare e scegliere sia giorno e ora per la somministrazione della dose aggiuntiva che l’hub in cui recarsi).
Resta sempre valida, fino al 31 ottobre, anche la possibilità di accesso diretto agli hub vaccinali.

I 60-79enni che finora in Piemonte hanno concluso il ciclo vaccinale sono oltre 680 mila. Di questi, 164 mila potranno accedere alla terza dose già tra ottobre e novembre, avendo ricevuto l’ultima dose da almeno 6 mesi come previsto dalle disposizioni ministeriali.


RICHIAMO PER JOHNSON&JOHNSON

Coloro che rientrano in una delle categorie autorizzate ad oggi per la dose “booster” di vaccino antiCovid, la cosiddetta “terza dose”, e hanno ricevuto il monodose Johnson&Johnson da almeno 6 mesi riceveranno il richiamo con Pfizer. Si tratta in particolare degli over60. Per le altre fasce d’età vaccinate con J&J si attendono invece al momento le indicazioni da parte dell’autorità sanitaria nazionale.

DOPO 40 MILA VACCINI IL VALENTINO VA IN STAND BY COME HUB VACCINALE E RESTA PRONTO IN CONFIGURAZIONE OSPEDALIERA

Alla luce dell’avanzamento della campagna vaccinale, che ad oggi vede meno la necessità di specifici Open day e visto anche l’abbassamento delle temperature che implicherebbe un elevato costo di riscaldamento, l’hub del Valentino di Torino viene messo in stand by come centro vaccinale e resta pronto in configurazione ospedaliera, qualora dovesse essere necessario (al momento in Piemonte si conferma una bassa occupazione dei posti letto per Covid e la situazione è sotto controllo, per cui ci si augura che questa ipotesi non debba verificarsi).

Attraverso l’hub del Valentino dal 4 giugno ad oggi, in 21 weekend di attività, oltre all’Open day della vigilia di Ferragosto, sono state vaccinate quasi 40 mila persone, grazie al supporto dell’AOU Città della Salute di Torino e dell’Asl Città di Torino.


SITUAZIONE NEGLI AEROPORTI

Per fare il punto sulla situazione negli aeroporti piemontesi e valutare eventuali criticità, soprattutto per gli arrivi dai Paesi in cui si riscontra al momento un incremento importante del contagio, verrà convocata nei prossimi giorni una riunione straordinaria da parte della Regione Piemonte con tutti gli interlocutori coinvolti.

Macai, servizio di spesa online con consegna veloce, arriva a Torino

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Macai, azienda italiana che effettua servizio di spesa online, ha aperto il suo primo dark store a Torino, in zona centro storico.

Il modello di Macai si basa sulla presenza capillare di dark stores (supermercati a tutti gli
effetti, ma chiusi al pubblico) nei centri cittadini, tramite i quali porta la spesa a casa delle
persone entro 30 minuti.

La consegna viene effettuata da una squadra di rider, che arriva a casa dei clienti con
biciclette o motorini elettrici.

Il primo dark store torinese permetterà a Macai di raggiungere clienti nelle zone di Cenisia,
Cit-Turin, San Paolo, Quadrilatero, Crocetta, Santa Rita, San Salvario, Borgo Filadelfia
e il centro storico.

La seconda apertura, prevista per inizio dicembre, completerà la copertura del comune di
Torino.

Gli utenti possono scaricare l’app gratuita Macai da App Store e Google Play Store, e creare
il proprio carrello virtuale tra oltre 3.000 prodotti: frutta, verdura, gelato, pasta, detersivi e
tutto ciò che troverebbero in un tradizionale supermercato.

Nei prossimi mesi l’offerta salirà fino a 7.500 prodotti, per garantire una scelta sempre più
vasta ai propri clienti e per posizionarsi come un vero e proprio supermercato, ma con i
vantaggi dell’online.

Questo nuovo modo di fare la spesa mira a ridurre l’inquinamento dovuto agli spostamenti in
auto e nei mezzi pubblici, a far risparmiare tempo prezioso ai clienti e a promuovere prodotti
nuovi e del territorio.

La consegna in 30 minuti conclude un servizio innovativo che mette al proprio centro la
soddisfazione dei cittadini.

Macai è nata a maggio 2021, ed è attualmente presente a Milano e Torino. Nei prossimi
mesi si espanderà in tutto il nord Italia, e successivamente nel centro e sud.

Dal 2022 aprirà i primi dark stores anche all’estero, in paesi del sud, centro ed est Europa.
Contatti:

Informazioni generali e collaborazioni: info@macaiapp.com
Supporto per gli ordini: supporto@macaiapp.com
Scopri dove consegniamo: https://macaiapp.com/info.html#dove-consegniamo
https://macaiapp.com

Appendino e Raggi si incontrano a Torino

Oggi pranzo in un ristorante torinese per le ex sindache di Torino e Roma Chiara Appendino e Virginia Raggi

“Oggi una piacevolissima visita a Torino.
Credo che con Virginia Raggi – ha scritto su Facebook l’ex sindaca di Torino – sia stato il primo pranzo senza guardare l’orologio. Abbiamo parlato a lungo delle nostre esperienze e di quanto amministrare una Città sia, in ogni caso, tra i più grandi onori che si possano vivere”.

Sei donne nella Giunta di Lo Russo

Questa la Giunta del nuovo sindaco di Torino Stefano Lo Russo:  

 

Michela Favaro, vicesindaca, Paolo Mazzoleni con delega all’Urbanistica, Gabriella Nardelli al Bilancio, Rosanna Purchia alla Cultura. Per il Pd nella giunta Chiara Foglietta, Gianna Pentenero e Mimmo Carretta; gli altri assessori sono Francesco Tresso (Torino Domani), Paolo Chiavarino (Lista civica Lo Russo Sindaco), Carlotta Salerno (Moderati), Jacopo Rosatelli (Sinistra Ecologista). In tutto, compresa la vicesindaca, le donne sono 6. Tre gli assessori del Pd, quattro gli esterni.

I carabinieri scoprono condominio della droga

Rivoli. Operazione antidroga dei Carabinieri, sequestrati oltre 2, 4 kg di marijuana

Rivoli, 25 ottobre.  I carabinieri sequestrano oltre due chili di marijuana, pronta da immettere sul mercato.

In Cascine Vica, nel Comune di Rivoli i carabinieri della locale Compagnia, in collaborazione con il Nucleo Cinofili, durante un’operazione finalizzata al contrasto dello di droga, hanno controllato tre diverse abitazioni site nello stesso condominio.

È finito in manette un 28enne italiano, già noto alle forze dell’ordine, in quanto all’interno del suo appartamento, sita al terzo piano dello stabile, sono stati rinvenuti 2 kg di marijuana, materiale per il confezionamento della sostanza e 2.200 euro in contanti, probabile incasso della vendita della droga.

In un’altra abitazione, al primo piano, i carabinieri hanno trovato 400 grammi di marijuana e hanno denunciato a piede libero uno spacciatore di 61 anni. Infine, un 43enne, residente al quinto piano, è stato segnalato alla Prefettura quale assuntore in quanto trovato in possesso di un grammo di hashish.

Vittime e incidenti sul lavoro legati al Covid, Piemonte quarto in Italia

MORTI SUL LAVORO PER COVID IN ITALIA: LA MAPPA DELLE REGIONI PIU’ A RISCHIO IN 21 MESI DI PANDEMIA. LE “ZONE ROSSE” RIMANGONO LOMBARDIA, CAMPANIA, LIGURIA, ABRUZZO, MOLISE E PUGLIA.

 

SONO 762 LE VITTIME SUL LAVORO PER COVID DA GENNAIO 2020 A SETTEMBRE 2021. + 2 % RISPETTO AL MONITORAGGIO DI AGOSTO 2021. SONO INVECE 181.636 LE DENUNCE DI INFORTUNIO SUL LAVORO LEGATE AL CORONAVIRUS IN ITALIA. CRESCIUTE DELLO 0,9 % DA FINE AGOSTO (1.644 CASI IN PIÙ).

 

La geografia dell’emergenza Covid sul lavoro rimane pressoché invariata: Lombardia, Campania, Liguria, Abruzzo, Puglia e Molise sono le zone rosse del Paese, ovvero quelle con il più alto rischio di mortalità per Covid sul lavoro rispetto alla popolazione occupata, in 21 mesi di pandemia.

 

È questo il primo e più significativo risultato che emerge nell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sull’emergenza sanitaria nel Paese sulla base di dati Inail.

Un’elaborazione dettagliata quella realizzata dagli esperti dell’Osservatorio mestrino che vede ancora una volta il rischio di mortalità meno elevato in Trentino Alto Adige, Basilicata, Sardegna, Toscana, Calabria e Veneto (vedi tabelle allegate).

 

E, ancora una volta, il Veneto che anche dopo 21 mesi di emergenza sanitaria risulta essere la regione con il minor rischio di mortalità tra le regioni con il più alto numero di occupati. Infatti, rispetto ad un’incidenza media nazionale pari a 33,3, il Veneto fa registrate un indice di 15,6. Ben lontano dai più preoccupanti valori di Lombardia (43,8) e Lazio (34,6). Tra gli indici più preoccupanti si rilevano quelli di Molise (75,7), Campania (60,7), Abruzzo (53,2) e Liguria (46,6) Puglia (44,2).

 

I NUMERI DELLE VITTIME REGIONE PER REGIONE.

Da gennaio 2020 a settembre 2021 si contano 762 decessi. Nel mese di settembre si sono registrate 15 vittime del Covid, facendo rilevare un incremento della mortalità pari al 2%.

“Importante sottolineare, come precisato dall’Inail, che di questi 15 casi, solo 2 decessi sono relativi a settembre, mentre gli altri rientrano nella casistica dei mesi passati – precisa Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – Questo a testimonianza del fatto che le vaccinazioni, il comportamento sempre più consapevole dei lavoratori e il diffuso utilizzo dei dispositivi di protezione, hanno contribuito certamente in modo efficace al calo dei contagi e dei decessi”.

 

Intanto spetta ancora alla Lombardia la maglia nera per il maggior numero di vittime sul lavoro per Covid con il 25,6% delle denunce (193 decessi), seguita da: Campania (98 decessi), Lazio (81 decessi), Piemonte (59), Puglia (54), Emilia Romagna (49 decessi), Sicilia (43), Veneto (33), Liguria (28 decessi), Abruzzo (26), Toscana (25), Marche (21), Friuli Venezia Giulia (10), Umbria (9), Molise, Calabria e Sardegna (8), Provincia autonoma di Trento (3), Valle d’Aosta, Basilicata e Provincia Autonoma di Bolzano (2).

Gli uomini rappresentano oltre l’82,9% delle vittime. La fascia d’età maggiormente colpita è quella che va dai 50 ai 64 anni con il 71,8% dei casi di morte.

 

Sul fronte della mortalità per settore, l’88% delle denunce di morti sul lavoro per Covid appartiene all’Industria e Servizi. E in questa macroarea produttiva continua ad emergere il triste primato del settore Sanità e Assistenza Sociale con il 22,7% delle denunce con esito mortale; seguono con il 13,1% il settore Trasporti e Magazzinaggi e con il 11,6% dei casi le Attività Manifatturiere (lavorazione prodotti chimici, farmaceutica, stampa, ind. alimentare…); con il 10,5% invece si trova il settore dell’Amministrazione Pubblica e Difesa (attività degli organi preposti alla sanità es. Asl, legislativi, esecutivi), con il 10,1% quello del Commercio e con il 7% quello delle Costruzioni.

 

In 21 mesi di pandemia e di emergenza, insieme ai settori più coinvolti per numero di morti e infortuni, si consolidano anche i dati sul podio delle professioni più colpite, che sono e rimangono le stesse anche a fine settembre 2021.

 

Al primo posto gli impiegati, addetti alla segreteria e agli affari generali (con il 10,2% dei decessi sul lavoro per Covid), al secondo posto i tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti) con il 9,8% dei casi totali. Seguono conduttori di veicoli a motore (8%), i medici (5,2%). E ancora: operatori sociosanitari (3,9%), il personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli) (3,3%).

 

I NUMERI DEGLI INFORTUNI

Le denunce di infortunio totali legate al contagio COVID19 da gennaio 2020 settembre 2021 sono 181.636. L’incremento registrato a fine settembre rispetto a fine agosto è dello 0,9% (1.644 infortuni in più, di cui però solo 596 riferibili a settembre, i restanti casi invece sono a ricondurre ai mesi precedenti del 2021 e addirittura del 2020). L’incidenza delle denunce di infortunio rilevate nel mese di settembre dall’inizio della pandemia è dello 0,3%.

 

Le donne le più contagiate degli uomini: sono quasi il 70% del totale. La fascia d’età maggiormente coinvolta è quella tra i 50 e i 64 anni.

Anche per le denunce di infortunio, così come visto per i decessi, è l’Industria e Servizi il macrosettore più colpito con il 96,9% dei casi. Così accade anche per il settore più coinvolto nell’emergenza, ovvero quello della “Sanità e Assistenza Sociale” che fa registrare anche dopo 21 mesi di pandemia (quindi a fine settembre 2021) il più elevato numero di denunce (il 65,1% del totale). A seguire troviamo: il settore dell’Amministrazione Pubblica (vale a dire: attività degli organismi preposti alla Sanità – Asl – e amministratori regionali, provinciali e comunali) con il 9,2% delle denunce; il settore dei Servizi di Vigilanza, Attività di Pulizia, Fornitura di Personale (4,4% delle denunce); Trasporto e Magazzinaggio (3,8%) e le Attività Manifatturiere (3,1% delle denunce).

 

Nella classifica delle professioni, poi, si confermano anche a fine settembre 2021 in cima alla graduatoria i tecnici della salute con il 37,4% delle denunce di infortuni. Sono loro i lavoratori che hanno subito maggiormente le conseguenze della pandemia. Seguiti dagli operatori sociosanitari OSS (assistenti nelle case di riposo) con il 18,2% delle denunce; dai medici (8,5%), e dagli operatori socioassistenziali (nelle strutture ospedaliere) 6,9%. E ancora dal 4,7% del personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli); dal 4,6% di impiegati amministrativi; dal 2,3% del personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli.

 

Sempre la Lombardia in testa alla graduatoria delle denunce di infortunio legate al Covid con il 25,2% del totale nazionale. Seguono: Piemonte 13%, Veneto 10,6%, Emilia Romagna 8,4%, Lazio 6,7%, Campania 5,9%, Toscana 5,4%, Liguria (3,9%), Puglia 3,8%, Sicilia 3,2%, Friuli Venezia Giulia 2,5%, Marche 2,4%, Provincia Autonoma di Trento, Abruzzo, Provincia Autonoma di Bolzano e Sardegna 1,6%, Umbria e Calabria 0,8%, Valle D’Aosta e Basilicata 0,5% e Molise 0,3%.

 

 

Torino, 120 assunzioni di Poste Italiane

In provincia di Torino, Poste Italiane  da inizio anno ha effettuato 120 assunzioni che si sommano ai 188 inserimenti del 2020.

Di queste, 52 risorse state selezionate dal mercato e andranno a rafforzare l’organico degli Uffici Postali della provincia di Torino, tra operatori di sportello e specialisti consulenti finanziari, mentre altri 68 sono state inserite nella filiera logistico postale, avendo già lavorato in passato con Poste Italiane come portalettere o addetti allo smistamento con uno o più contratti a tempo determinato e per una durata complessiva di almeno 9 mesi.

Tra le nuove risorse assunte da Poste Italiane in provincia di Torino uno  di loro è Domenico Gallo, attualmente in servizio presso il Centro di Distribuzione di Corso Tazzoli.

“ Ho trentacinque anni e finalmente posso fare dei progetti per il futuro” ci dice Domenico “ arrivo da esperienze da autotrasportatore, idraulico e imbianchino ma quando finalmente è arrivata questa occasione non ci potevo credere.”

E poi continua a raccontare “Ho sempre lavorato con contratti a tempo determinato, ma ora finalmente posso fare progetti e alla mattina mi sveglio felice”

Il piano di stabilizzazioni delle risorse destinatarie di precedenti contratti a tempo determinato con Poste Italiane segue gli accordi sindacali del 13 giugno 2018, dell’8 marzo e del 18 luglio 2019 nonché le successive intese in materia e, in particolare, quella del 22 dicembre 2020 che ha previsto 250 stabilizzazioni totali distribuite in 44 province in tutta Italia. Tali stabilizzazioni, infatti, si aggiungono alle 144 stabilizzazioni già effettuate lo scorso anno in provincia di Torino.

Le politiche attive concordate con le Organizzazioni Sindacali contribuiscono a realizzare in modo efficace le strategie delineate nel piano industriale “2024 Sustain & Innovate”, in particolare per quanto riguarda la nuova organizzazione del recapito, con l’obiettivo di trasformazione da operatore incentrato sulla corrispondenza tradizionale a primario player del crescente mercato dei pacchi e leader nel segmento B2C.