CRONACA- Pagina 1192

Tv a rischio nelle valli alpine

Le valli alpine e appenniniche vedono a rischio la TV. Che nelle case resterà senza segnale in quelle zone coperte da ripetitori di proprietà degli Enti locali.

E la colpa non è di certo di Comuni, Unioni, Comunità. Da oggi, 3 gennaio, verso il definitivo cambio delle frequenze, viene adottato un nuovo sistema di collegamento e trasmissione dei segnali TV che rischia di comportare gravi discriminazioni per i residenti nei Comuni di montagna, dove i ripetitori non sono di proprietà delle reti televisive (RAI in primis).

“In diverse aree del Paese il rischio concreto è che le Unioni e i Comuni, o le Comunità montane, debbano far fronte a spese insostenibili per interventi di adattamento dei ripetitori al nuovo sistema – spiegano Marco Bussone, Presidente Uncem nazionale, e Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte – Negli ultimi giorni di dicembre, a fronte delle comunicazioni da parte delle sedi locali MISE di revoca dell’autorizzazione rilasciata agli Enti locali per l’installazione di impianti televisivi DVB-T per garantire il servizio pubblico che RAI peraltro non ha mai assicurato in alta montagna e nelle valli laterali, gli Enti locali montani hanno manifestato l’interesse alla prosecuzione con i medesimi impianti dell’esercizio attualmente svolto con la ripetizione del Mux-RAI contenente anche Rai1, Rai2, Rai3. Questo è il primo passo per non perdere la TV nelle valli. Ma non basta, purtroppo”. Gli Enti hanno richiesto di garantire, in attesa del rilascio della nuova autorizzazione, la copertura del servizio ai cittadini utenti interessati senza interruzioni temporali. Solo successivamente all’eventuale assegnazione di nuove frequenze sarà possibile quantificare i costi per gli interventi di adeguamento agli impianti esistenti. “Il rischio concreto è che vi siano a breve costi ingenti, a carico degli Enti, per il servizio pubblico cittadini a cui non potrà più essere garantita la visione della trasmissioni RAI – sottolineano Bussone e Colombero – Per adeguare un impianto servono almeno 15 mila euro. E vi sono Enti che ne hanno più di dieci di proprietà. Serve un intervento politico del Governo, Mise e Ministero della Digitalizzazione in particolare, per ricercare soluzioni che non impattino sugli enti locali, che non hanno certamente le disponibilità economiche per far fronte ad adempimenti peraltro non dipendenti dalla propria volontà”.

Mentre Mise e Ministero della Digitalizzazione erogano contributi per la sostituzione dei televisori, il problema delle aree montane non è certo l’apparecchio televisivo, più o meno smart. Quanto invece lo sono i ripetitori, che devono essere adeguati. Uncem ha chiesto con urgenza un supporto operativo e finanziario ai due Ministeri, per non lasciare senza TV chi vive nei territori montani.

Migliora il bimbo di un mese malato di Covid

Il quadro polmonare del bimbo di appena un mese malato di Covid ricoverato al Regina Margherita è migliorato e i medici incominciano ad essere ottimisti sulle sue condizioni generali. Anche gli altri bambini colpiti dal virus e ricoverati nell’ospedale torinese sono sottoposti alle nuove terapie  per il Covid, compresi  gli anticorpi monoclonali.

Arrestato dopo essersi introdotto in un poligono di tiro

Tentato furto a San Silvestro

 

Venerdì sera, poco dopo le 21, gli agenti della Squadra Volante e del Commissariato Madonna di Campagna intervengono in via Sansovino dove è stato segnalato un tentativo di furto a un poligono di tiro ubicato nella via.

Una volta all’interno della struttura, mentre ispezionano l’area, i poliziotti odono dei rumori e trovano la persona, in precedenza ripresa dalle immagini del sistema di videosorveglianza, nascosta al buio dietro il tronco di un albero. L’uomo, un cittadino centrafricano di 53 anni con precedenti di polizia viene fermato e arrestato per tentato furto.

Dall’analisi delle immagini emerge come l’uomo aveva rovistato nei cassetti, messo a soqquadro gli ambienti e tentato di forzare un armadio contenente materiale vario e munizioni per armi soft-air.

Si sente male e muore mentre lavora nei campi

DAL PIEMONTE – Un passante lo ha trovato morto ieri in un fosso nelle campagne di Borgo Ticino, nel Novarese. Ormai il 64enne era privo di vita e  il personale del 118  non ha potuto che constatarne la morte. Sono intervenuti i carabinieri di Arona per ricostruire l’accaduto. L’uomo stava lavorando in un terreno di sua proprietà e ha avuto un malore.

Covid, il bollettino di martedì 4 gennaio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 20.453 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 18.309dopo test antigenico), pari al 19,6% di104.228 tamponi eseguiti, di cui 88.753 antigenici. Dei 20.453 nuovi casi gli asintomatici sono 14.733 (72,%).

I casi sono così ripartiti: 17.048 screening, 2.655 contatti di caso, 750 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 533.902, così suddivisi su base provinciale: 44.794 Alessandria, 25.556 Asti, 18.427 Biella, 73.636 Cuneo, 41.649 Novara, 277.768 Torino, 18.457 Vercelli, 19.567 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.430 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 9.608 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.411(+57 rispetto a ieri).

I ricoverati in terapia intensiva sono 117(+rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 97.332

I tamponi diagnostici finora processati sono 11.991.763(+104.228 rispetto a ieri), di cui 2.757.860 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 12.093

Sono 212 di oggi, i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.093 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.602 Alessandria, 731Asti, 451 Biella, 1.489 Cuneo, 968 Novara, 5.793 Torino, 558 Vercelli, 384 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 117 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

422.949 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 422.949 (+5.033 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 33.850 Alessandria, 20.652 Asti, 13.935 Biella, 59.925 Cuneo, 33.880 Novara, 224.728 Torino, 15.149 Vercelli, 15.829 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.646 extraregione e 3.355 in fase di definizione.

A Torino una manifestazione per la liberazione di Julian Assange

Martedì  4 Gennaio, a partire dalle ore 18 in Piazza Castello e in concomitanza con Roma e Reggio Emilia, il collettivo Italiani per Assange scende in piazza per chiedere a gran voce la liberazione di Julian Assange.  La data non è casuale ma cade nella ricorrenza della sentenza di primo grado che aveva bloccato l’estradizione di Assange dal Regno Unito agli Stati Uniti.

 

Il giornalista e attivista australiano è in un carcere del Regno Unito dal 2019. Il suo crimine? Aver rivelato crimini di guerra.

Formalmente l’accusa è quella di aver violato i termini della libertà su cauzione conseguenti ad accuse di stupro provenienti da due donne svedesi e successivamente in merito a una richiesta di estradizione proveniente dagli Stati Uniti che lo accusa di spionaggio.

In realtà, quello contro Julian Assange è un vero e proprio caso di persecuzione da quando Wikileaks, l’organizzazione informativa da lui fondata, ha rivelato crimini di guerra perpetrati dagli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan.

 

Wikileaks è un’organizzazione che dal 2006 riceve e divulga in modo anonimo documenti coperti da segreto di stato. Nel 2010, Bradley Manning, che oggi ha cambiato nome e identità e che da qui in poi chiamerò Chelsea, allora analista dell’esercito americano in missione a Baghdad, invia una serie di documenti all’organizzazione di Assange. Wikileaks pubblica un video intitolato Collateral Murder, visibile ancora oggi sul sito di Repubblica, che mostra tutta la barbarie di cui i soldati americani sono capaci. Chelsea Manning commette l’errore di rivelare ciò che ha fatto ad Adrian Lamo. Lamo è un hacker, un così detto black hat, ovvero un cyber criminale che buca i sistemi per il suo tornaconto personale. L’uomo è quanto di più lontano dagli attivisti che lottano per la libertà di stampa e la condivisione di risorse del web in modo gratuito. Non perde e tempo e denuncia Manning che viene arrestata subito dopo.

 

Julian Assange verrà invece arrestato con un sotterfugio. Due donne svedesi lo accusano di stupro. Non ci sono evidenze sulla violenza ma poiché in Svezia un rapporto anche consensuale ma senza l’uso di preservativo può essere considerato violenza sessuale, ecco che parte una richiesta di estradizione nel Regno Unito, dove all’epoca dei fatti Assange si trovava per una conferenza. Incarcerato e poi costretto ai domiciliari, l’uomo si rifugia nell’ambasciata dell’Equador a Londra ottenendone asilo politico. È il 2012 e Assange trascorrerà 7 anni in condizioni che le Nazioni Unite definiranno disumane.

 

Nel 2019 è arrestato nuovamente e portato nella prigione di Belmarsh, definita, per le condizioni rigide, la Guantanamo britannica.

 

Ho provato a riassumere in poche righe una storia tanto complicata quanto incredibile che Stefania Maurizi ha magistralmente raccontato nel suo ultimo libro “Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e Wikileaks.” A chi pensa che questa vicenda non riguardi tutti noi, consiglio vivamente la lettura. Non solo Maurizi ripercorre le tappe di una storia che mina la libertà di stampa e quel giornalismo d’inchiesta che mette alla luce abusi e soprusi. La giornalista spiega come mai l’Italia ha visto Berlusconi al potere per venti anni e qual è l’ingerenza di servizi segreti esteri come la Cia nella politica del nostro paese.

 

 

 

Nella prefazione all’edizione italiana, Ken Loach scrive: “Questo è un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo. È la storia di un giornalista imprigionato e trattato con insostenibile crudeltà per aver rivelato crimini di guerra; della determinazione dei politici inglesi e americani di

distruggerlo; e della quieta connivenza dei media in questa mostruosa ingiustizia”.

 

Come al solito, dobbiamo studiare il passato, soprattutto quello recentissimo, per comprendere il presente e questo libro è uno squarcio su un muro di omertà che contribuisce a calpestare un diritto fondamentale dell’essere umano: la libertà di parola.

 

I Mambassa, storico gruppo di Bra, cantavano: “Voi non sparate sul cronista, nessuno lo verrà a sapere”. Chiedere a gran voce la liberazione di Julian Assange è il nostro modo per proteggere il cronista.

Loredana Barozzino

I funerali di Francesco Forte, ministro ed economista

Aveva 92 anni Francesco Forte, economista, docente universitario ed ex ministro delle Finanze e degli affari europei nei governi Fanfani e Craxi, morto l’altro ieri. Entrato nel Psli nel ’50, ha aderito al Psi, dopo la svolta riformista. Fu responsabile economico del Partito socialista e nel 1982, quando divenne ministro. “Ci lascia un grande intellettuale, un maestro. Un amico da oltre 40 anni. Il più bravo di tutti”, ha detto Renato Brunetta. I funerali martedì 4 gennaio nella chiesa di piazza Benefica a Torino alle 11,45.

Superata quota 8 milioni di dosi di vaccini

RIPRESE LE VACCINAZIONI AL MAXI-HUB VALENTINO DI TORINO

In Piemonte è stata superata la quota di 8 milioni di vaccini somministrati: con le 37.012 persone vaccinate ieri dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 8.020.368 dosi.

In particolare, 2.330 persone hanno ricevuto la prima dose, 4.232 la seconda, 30.450 la terza.

Complessivamente, ad oggi le terze dosi somministrate sono 1.453.409.

“Ieri abbiamo tagliato un altro traguardo importante e continuiamo a correre grazie all’enorme sforzo di tutta la nostra macchina vaccinale e dell’intero sistema sanitario, a cui siamo profondamente grati”, sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi.

RIPRESE LE VACCINAZIONI AL MAXI-HUB VALENTINO DI TORINO

Sono riprese questa mattina le vaccinazioni nel maxi-hub vaccinale del Valentino di Torino, che può effettuare fino a 2.000 somministrazioni al giorno.

La gestione è curata dall’azienda ospedaliero universitaria Città della Salute in collaborazione con l’Asl Città di Torino. Un centinaio i sanitari che vi prestano servizio.

“La riapertura del super hub del Valentino, che sarà a disposizione di Torino, ma anche del nostro Piemonte, è innanzitutto un buon segnale di una Regione attenta e previdente – ha sottolineato il presidente Alberto Cirio -. La struttura è stata allestita nella prima fase della pandemia per garantire posti letto con ossigeno, qualora fosse stato necessario per nuove ondate. Posti letto tutt’ora presenti all’interno delle moderne tende d’emergenza di proprietà della Regione che si trovano nel V Padiglione del Valentino e che possono entrare in funzione in 24 ore, se ci fosse l’esigenza di alleggerire gli ospedali. Ci auguriamo ovviamente che questo non sia necessario e intanto usiamo questo spazio, come fatto nei mesi scorsi, per correre con le vaccinazioni. Un maxi hub da 2000 somministrazioni al giorno che concorrerà a potenziare la nostra macchina vaccinale e a raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti di 50 mila vaccinazioni al giorno”.

Dal Pnrr 41 milioni per sei Comuni della Città Metropolitana

Il presidente della Regione Cirio: “Premiata la capacità progettuale dei Comuni.

Queste risorse consentiranno di implementare e potenziare su molti interventi le risorse già messe in campo dalla Regione”.

 

Oltre 41 milioni di euro, a valere sui fondi del PNRR, per la città metropolitana di Torino. E’ quanto ha comunicato il Ministero dell’Interno, con una nota del 31 dicembre scorso, riconoscendo la bontà di ben 14 progettualità che i Comuni hanno presentato al bando previsto dalla legge di bilancio 2020, le cui domande scadevano il 4 giugno dello scorso anno, a sostegno di investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.

“Sono risorse importanti che premiano, ancora una volta, la capacità progettuale dei Comuni piemontesi. Accanto alle risorse del PNRR alcuni interventi verranno cofinanziati dagli Enti locali, consentendo così di implementare e potenziare su molti interventi le risorse già messe in campo dalla Regione Piemonte – sottolinea il presidente Alberto Cirio -. Complimenti ai Comuni per questo importante lavoro”.

Ecco, nel dettaglio, le risorse:

– Carmagnola € 5.000.000,00 per 1 intervento;

– Chieri € 5.000.000,00 per 1 intervento;

– Giaveno € 1.412.381,70 per 2 interventi;

– Ivrea € 4.999.361,00 per 6 interventi;

– Pinerolo € 4.617.358,00 per 2 interventi;

– Torino € 20.000.000,00 per 2 interventi.

Da Fondazione CRT 20 nuove ambulanze

Venti nuove ambulanze per il servizio sanitario di emergenza in Piemonte e Valle d’Aosta sono state acquistate con i contributi della Fondazione CRT, che ha messo a disposizione 1 milione di euro per le organizzazioni di volontariato vincitrici del bando “Missione Soccorso”. 

 

Il sistema sanitario, sottoposto a una pressione enorme in questo periodo, può contare su venti nuovi mezzi di soccorso: una sicurezza in più per le persone in difficoltà, e un supporto per tutti i medici, gli operatori e i volontari, che stanno facendo uno sforzo straordinario per superare l’emergenza”, affermano il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia e il Segretario Generale Massimo Lapucci.

 

Salgono così a 563 le ambulanze entrate in servizio dal 2002 a oggi con i contributi della Fondazione CRT per oltre 28 milioni di euro complessivi.

 

Questi i 20 enti che hanno ricevuto 50.000 euro ciascuno per l’acquisto di nuove ambulanze: 1 nell’Alessandrino (il Comitato di Cassine della CRI); 1 nell’Astigiano (la Pubblica Assistenza Croce Verde Asti); 2 nel Biellese (Croce Blu Italia e Pubblica Assistenza Croce Bianca Biellese); 4 nel Cuneese (la Confraternita di Misericordia di Cuneo e i 3 Comitati della CRI di Borgo San Dalmazzo, Peveragno e Racconigi per la sede di Paesana); 2 nel Novarese (la Pubblica Assistenza Gruppo Volontari Ambulanza del Vergante e la Pubblica Assistenza Novara Soccorso); 8 nel Torinese (i 5 Comitati della CRI di Beinasco, Carmagnola, Mappano, Moncalieri e Piossasco; la Pubblica Assistenza Croce Bianca di Orbassano; l’Associazione Croce Verde Torino sezione di Venaria Reale; la Pubblica Assistenza Croce Verde Villastellone sezione di Santena); 1 nel Vercellese (Associazione Pubblica Assistenza Croce di Santa Lucia); 1 in Valle d’Aosta (Volontari del Soccorso della Valpelline).