CRONACA- Pagina 105

Scontro tra due camion, un morto in autostrada

È un autotrasportatore piemontese l’uomo  deceduto sulla A22 in territorio modenese. Era residente a Cuneo ma originario dell’Albania. Il camion che guidava si è scontrato con un altro mezzo pesante. Dopo lo schianto quando i soccorritori sono intervenuti sul posto per estrarlo dalle lamiere non hanno potuto fare altro che constatarne la morte. L’incidente non è collegato al maxi tamponamento avvenuto sempre sulla A22, in territorio modenese, alcune ore prima.

Partita a Torino e in Piemonte la giornata di raccolta del farmaco

Iniziativa benefica che durerà fino al 12 febbraio prossimo

 

È iniziata oggi la GRF giornata di raccolta del farmaco, che durerà fino a lunedì 12 febbraio. Nelle farmacie che espongono la locandina dell’iniziativa è chiesto ai cittadini di donare uno o più farmaci ai bisognosi.

A Torino e provincia il fabbisogno espresso dagli enti benefici è di 137.148 confezioni di farmaci (con un aumento di 31.324 confezioni rispetto al 2023), che andranno ad aiutare 42.855 assistiti, 13860 persone in più rispetto al 2023. Le richieste di farmaci e le persone assistite sono aumentate del 30% a livello regionale.

Le farmacie coinvolte a Torino e provincia sono 311 e i farmaci raccolti sosterranno 64 realtà benefiche del territorio. Durante l’edizione del 2023 sono state raccolte 39365 confezioni, pari a un valore di 324.453 euro, che hanno aiutato 28995 persone in condizioni di povertà sanitaria assistite da 61 enti.

Nel Piemonte la raccolta di confezioni di farmaci nel 2023 è stata di 66514, in 567 farmacie, pari a un valore di 554325 euro. I medicinali raccolti hanno contribuito a aiutare 60.180 persone supportate da 153 realtà socio assistenziali del territorio regionale.

L’iniziativa è possibile grazie al sostegno di oltre 19 mila farmacisti, titolari e non, che ospitano la GRF e la sostengono con erogazioni liberali. Quest’anno saranno impegnati 25 mila volontari.

MARA MARTELLOTTA

Museo Lavazza, nuova stagione al via con “il mondo alla rovescia”

Il Museo Lavazza, il museo d’impresa tra i più innovativi d’Italia, si trova all’interno del complesso di Nuvola Lavazza, Headquarters del Gruppo e permette ai visitatori d’intraprendere un viaggio sensoriale ed emotivo nella cultura globale del caffè, intrecciando il racconto della storia della famiglia Lavazza, giunta alla quarta generazione, con la storia industriale italiana del XX secolo.

Una tazzina di caffè interattiva, un ricco impianto multimediale e testi evocativi, accompagnano i visitatori nelle 5 sale del Museo, Casa Lavazza, La Fabbrica, La piazza, L’atelier e Universo, permettendo una fruizione personalizzata e immersiva per vivere una coffee experience davvero unica. Tutti i percorsi si concludono nell’area Testing in cui i Coffelier del Museo Lavazza prepareranno specialità di coffee design, incluse nel percorso museale.

Riparte a pieno ritmo l’attività del Museo Lavazza con un calendario 2024 ricco di eventi.

Il Museo Lavazza oltre al consueto calendario appuntamenti fatto di visite guidate a partenza fissa nei week end, le Domeniche in famiglia, con i laboratori dedicati alle bambine e i bambini, le Domeniche in Aurora, con visite dedicata alla scoperta dell’area Archeologica e del quartiere, e le visite guidate in lingua inglese, per i turisti internazionali, oltre a tutto ciò il Museo organizza anche degli eventi speciali.

Il 13 febbraio, Il Mondo alla Rovescia, è l’appuntamento del martedi grasso del Museo Lavazza.

Per realizzare questo laboratorio si son fatti ispirare dalla tradizione classica del Carnevale, quella del “sovvertimento” prima di un periodo di austerità Si è deciso quindi  di realizzare un laboratorio in cui viene sovvertito l’ordine naturale delle visite al Museo Lavazza, tra assaggi al buio, aromi di caffè ed esperienze tattili, il museo diventa un luogo da esplorare e da leggere in maniera nuova e inedita.

I biglietti sono acquistabili su https://www.ticketlandia.com/m/event/ilmondoallarovescia

Morto sul lavoro. Paolo Capone, UGL: “tragedia che doveva essere evitata”



“In un cantiere edile di Rivoli, nel Torinese, un operaio di 65 anni ha perso la vita-in base alla ricostruzioni-in seguito a una terribile caduta. Siamo in presenza di una tragedia inaccettabile di fronte alla quale non è possibile restare inermi. A nome dell’UGL esprimo il cordoglio ai familiari della vittima e auspico che le Forze dell’Ordine e gli uomini dell’ispettorato per la sicurezza sui luoghi di lavoro, facciano piena luce sulle cause di tale incidente. Questo ennesimo dramma sul lavoro ci ricorda quanto sia importante la prevenzione. Ribadiamo, pertanto, l’importanza di puntare sulla diffusione di una cultura della sicurezza sul lavoro. In proposito, crediamo che iniziare fin dalla scuola un percorso di formazione volto a una maggiore comprensione dei rischi possa salvare molte vite. Per invertire la drammatica tendenza ormai giornaliera delle cosiddette morti bianche, chiediamo inoltre al Governo di continuare a investire sul sistema dei controlli, implementando l’organico degli enti ispettivi e rafforzando le sanzioni a carico di chi non rispetta le norme di sicurezza”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale UGL in merito all’incidente mortale sul lavoro avvenuto in provincia di Torino.

Qualità dell’aria, livello 1 (arancio) confermato fino a mercoledì 7 febbraio

 

Confermato fino a mercoledì 7 febbraio compreso (prossimo giorno di controllo) il livello 1 (arancio) delle limitazioni emergenziali.

I dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Operaio sulla gru muore cadendo da 30 metri

Tragico incidente sul lavoro nel  Torinese.

Un  operaio originario del Bellunese, è morto  in via Battisti a Rivoli.  Si tratta di Giovanni Corona,  66 anni, dipendente di un’azienda di gru.

E’ caduto da un’altezza di 27 metri. A nulla sono valsi i soccorsi.

(foto archivio)

Tifoso schiaffeggia giovane arbitro

Al termine della partita del campionato regionale Under 14 tra le squadre di Gozzano e Baveno, nell’impianto sportivo di Gargallo, un tifoso dei rossoblu ha dato uno schiaffo al direttore di gara, minorenne anche lui (15 anni) come i calciatori. L’arbitro ha chiesto  l’intervento dei carabinieri e al Pronto Soccorso gli è stata riscontrata una contusione alla zona mandibolare guaribile in cinque giorni.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Barriera di Milano: criminalità, esercito e polizia. “La sicurezza passa dalla coesione sociale”

Uno dei temi caldi del dibattito politico torinese, la questione della sicurezza nel quartiere Barriera di Milano,  è stata affrontata in Consiglio Comunale in occasione della discussione di un’interpellanza generale (primo firmatario: Silvio Viale – +Europa & Radicali Italiani), presentata per sapere quali siano le modalità della presenza dell’Esercito, la collaborazione con il Corpo di Polizia Municipale e le prospettive future per la città.

LA DISCUSSIONE IN SALA ROSSA

L’assessora Gianna Pentenero ha precisato che in più occasioni il sindaco Stefano Lo Russo ha chiesto al ministro Piantedosi – ad esempio durante la riunione in Prefettura dello scorso 29 novembre – una maggiore attenzione alla sicurezza in alcune aree della nostra città, non solo a Barriera di Milano.

L’intervento a Barriera di Milano – ha spiegato l’assessora – fa parte del progetto “Strade Sicure”, che dal 2008 prevede il coinvolgimento dell’Esercito Italiano a supporto – mai in sostituzione – delle forze dell’ordine in alcuni luoghi sensibili della città (a Torino, sono 8, ha detto). È un’attività programmata nell’ambito delle riunioni del Cosp che si tengono ogni settimana in Prefettura – ha precisato.

Ha quindi annunciato che il prossimo 14 febbraio ci sarà un incontro con i commercianti di piazza Foroni per fare il punto sulla situazione.

Nel dibattito in aula, il consigliere Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) ha detto di avere scoperto solo ora che il presidio di piazza Foroni viene replicato in altre zone della città, nei cosiddetti “punti sensibili”, che vorrebbe conoscere. L’Esercito in Barriera, per il consigliere, è utile dal punto di vista mediatico, ma rimane una soluzione spot. Può servire nei punti sensibili della città – ha dichiarato – ma una camionetta e quattro militari nei mercati non sono una soluzione adeguata nel lungo termine, ha concluso, non condividendo l’entusiasmo di chi crede sia la soluzione migliore.

Per Giuseppe Catizone (Lega), l’Esercito è un buon punto di partenza, è un primo passo. Dichiarando la propria soddisfazione, ha chiarito che, per lui, i militari potrebbero stare in ogni angolo della città: non è militarizzazione, ma presidio del territorio. Servono però – ha ribadito – interventi strutturali da parte dell’Amministrazione, per riqualificare il territorio, con maggiore attenzione e più interventi da parte del Comune per quelle che sono le sue competenze. Non possono certo bastare i militari – ha concluso.

Nadia Conticelli (PD) ha auspicato che la presenza dei militari si trasformi presto in presenza delle forze dell’ordine, confidando nella normalizzazione di quel quartiere. Che in Barriera non ci sia sicurezza – ha evidenziato – è un luogo comune abusato, mentre serve restituire un’immagine di normalità. Per questo, secondo la capogruppo, la presenza dell’Esercito deve essere solo temporanea: Barriera di Milano non può essere una prigione a cielo aperto, serve riappropriarsi del territorio. Devono riaprire i negozi – ha aggiunto – e gli abitanti devono viverci in condizioni adeguate, anche dal punto di vista economico. E servono – ha spiegato – azioni di riqualificazione per il commercio di prossimità e attività culturali dei e per i giovani, ridando opportunità d’incontro tra fasce sociali e d’età diverse.

Andrea Russi (M5S) ha valutato positivamente la presenza dell’Esercito nelle nostre strade, a valle di un protocollo per la sicurezza integrata siglato nel 2019, ma deve essere un tassello di un’iniziativa più vasta. Servono – ha sostenuto, augurandosi un ritorno alla normalità – iniziative educative di aiuto per anziani e giovani, educativa di strada e azioni di controllo: altrimenti, si spostano solo i problemi.

Il problema è cresciuto negli ultimi 20 anni e ci sono grosse responsabilità politiche – ha denunciato Fabrizio Ricca (Lega) – ma ora finalmente con il nuovo Governo c’è stato un cambio di passo. Ringrazio il ministro Piantedosi – ha dichiarato – che nei prossimi tre anni invierà ulteriori 240 agenti di forze dell’ordine e 50 militari a Torino.

Anche noi abbiamo a cuore i problemi di sicurezza – ha affermato Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) – ma i reati sono in calo e le questioni vanno affrontate con serietà. Le responsabilità – ha spiegato – sono di chi gestisce i flussi migratori, creando povertà e discriminazione, e criminalizza tutte le droghe. L’esercito – ha concluso – non è la soluzione.

Simone Fissolo (Moderati) ha ricordato che il Governo Conte 2 ha riconfermato l’operazione Strade Sicure per ripristinare la legalità e “i Moderati non sono contrari” – ha detto, anche se – ha aggiunto – l’Esercito non è la soluzione, ma deve andare di pari passo con le politiche sociali.

La situazione della sicurezza a Torino rimane problematica in tanti quartieri, ad esempio ai Murazzi, secondo Pierlucio Firrao (Torino Bellissima), e servono prevenzione e sensibilizzazione, ma anche più forze dell’ordine.

La presenza dei militari a Barriera di Milano è una soluzione corretta, che sancisce il fallimento totale delle politiche migratorie – ha rimarcato Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia). I militari e le forze dell’ordine – ha aggiunto – sono sinonimo di sicurezza, di Stato, di una vita civile.

Per Domenico Garcea (Forza Italia) l’Esercito è una risposta concreta e tangibile del Governo a migliaia di sollecitazioni provenienti da Torino Nord, che va sostenuta da tutti i Gruppi consiliari, per promuovere la sicurezza e rendere la città più sicura e vivibile.

La presenza dei militari indica uno stato emergenziale – ha dichiarato Ferrante De Benedictis – ma serve a far sentire la presenza dello Stato e a presidiare il territorio.

Nella replica, l’assessora Gianna Pentenero ha ribadito che la sicurezza non è una questione di “appartenenza” o di “tifoseria”, ma è un “ragionamento complessivo”. Ha quindi spiegato che nel 2023 ci sono stati 102 servizi interforze (6 da inizio gennaio di quest’anno), progettati insieme alla Prefettura nel Cosp – Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

La sicurezza – ha concluso l’assessora – non riguarda soltanto l’ordine pubblico, ma anche progetti di riqualificazione urbana, coesione sociale e interventi infrastrutturali, anche nei mercati, che la Città sta portando avanti. Serve anche maggiore presenza della sanità pubblica – ha aggiunto – per contrastare le dipendenze.

Torino, 5 febbraio 2024

Animali microchippati: Piemonte al quarto posto

 IN ITALIA SONO 15,6 MILIONI (+1,5 MLN RISPETTO AL 2022). L’OIPA CHIEDE L’OBBLIGO ANCHE PER GATTI E FURETTI

Prima in classifica la Lombardia, seguita da Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Campania. Giù il Lazio

Sono 15.600.787 gli animali microchippati in Italia.  Al 4 febbraio risultano iscritti nelle Anagrafi regionali degli animali d’affezione 14.298.845 cani, 1.299.321 gatti e 2.621 furettiLo rende noto l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa). Un anno fa, al 4 febbraio 2023, erano 14.983.797, di cui 13.838.856 cani, 1.142.504 gatti e 2.437 furetti.

Le cifre sono estratte dalla banca dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione gestita dal Ministero della Salute, che viene alimentata e aggiornata almeno una volta al mese dalle Regioni e dalle Province autonome.

Come lo scorso anno, la Regione con più animali microchippati – 2.484.207 – è la Lombardia (2.014.516 cani, 468.689 gatti e 1002 furetti). La Regione con meno animali iscritti all’Anagrafe – 35.009 – è la territorialmente piccola Valle d’Aosta (28.830 cani e 6.179 gatti). Nella classifica delle Regioni con il maggior numero di animali domestici microchippati, secondo è il Veneto (1.648.410), seguito dall’Emilia Romagna (1.543.895), dal Piemonte (1.250.097) e dalla Campania (1.248.539). Impossibile stimare la percentuale di cani microchippati sul totale anche a causa del mancato rispetto dell’obbligo da parte di molti proprietari.

Dai dati del Ministero emerge come sia sceso il numero dei quattro zampe microchippati nel Lazio (soppiantato ora nella classifica dalla Campania): lo scorso anno era al 5° posto con 1.167.251 animali, mentre al 4 febbraio 2024 ne risultano 1.165.623.

La banca dati è uno strumento utile a conoscere l’anagrafe di provenienza di un cane smarrito: basta digitare il codice a 15 cifre del microchip nella stringa di ricerca. La lettura del microchip per ottenere il codice può essere svolta dai servizi veterinari delle Asl e dagli ambulatori veterinari privati muniti del lettore. Nel caso in cui la ricerca dell’identificativo non produca risultati, si può provare a ricercare il codice nelle singole Anagrafi Territoriali poiché le Regioni aggiornano i dati con differenti tempistiche.

L’Oipa suggerisce di far controllare il microchip almeno una volta l’anno poiché vi possono essere casi, anche se rari, di microchip guasti e dunque non leggibili.

Un quadro sui dati. Dalle cifre della banca dati ministeriale emerge chiaramente come siano ancora pochi i gatti microchippati, senza considerare i furetti, meno presenti nelle famiglie italiane, poiché non esiste alcun obbligo d’iscrizione alle Anagrafi territoriali per queste due specie. L’Oipa da tempo chiede che anche per gatti e furetti sia introdotto con legge nazionale l’obbligo di microchippatura, efficace strumento per combattere il randagismo.

«L’obbligo del microchip per i cani è un efficace metodo di lotta al randagismo sia per identificare i cani presenti sul territorio, sia per riportare in famiglia animali smarriti. Stessa funzione potrebbe avere per gatti e furetti», commenta il presidente dell’OipaMassimo Comparotto. «In Italia, la legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo (legge n.282/91) ha reso obbligatoria l’iscrizione di ogni cane all’anagrafe regionale, sia esso di proprietà privata o randagio, e questo è un chiaro ostacolo all’abbandono di un cane adottato da un canile. Occorrerebbe ora introdurre l’obbligo anche per gli altri animali d’affezione».

Per quanto riguarda i gatti, non essendo obbligatoria la loro microchippatura, a livello nazionale, l’Oipa informa che è online dal 2011 un’Anagrafe nazionale felina (Anf) gestita dall’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) che registra, su base volontaria dei richiedenti, i dati identificativi dei gatti con microchip. Tutti i proprietari di gatti possono rivolgersi a un medico veterinario aderente all’Anf per l’identificazione e la registrazione del gatto.

«In attesa dell’introduzione di un obbligo generale, ci appelliamo a tutte le Regioni affinché con proprie leggi introducano l’obbligo d’iscrizione all’Anagrafe degli animali d’affezione. Sarebbe un ulteriore stretta al fenomeno dell’abbandono e della sovrappopolazione degli animali chiusi in canili e gattili», conclude Comparotto.

Più sotto, la tabella con i dati della banca dati del Ministero della Salute (al 4.2.2024)

Clicca qui per leggere e scaricare la tabella con i dati della banca dati del Ministero della Salute al 4.2.2024

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BANCA DATI