La Gotica Rotunda, è uno stile calligrafico nato in Italia nel XII sec., quasi in contrapposizione con l’incredibile sviluppo degli aguzzi stili gotici che si andavano affermando in Europa settentrionale.
Qui la tipica spigolosità della Gotica Textura, fu sostituita da forme più dolci ed arrotondate che ne permettevano una perfetta leggibilità.
La sua tipica ritmicità aulica gli conferirà un’armonia che verrà trasferita anche nei primi punzoni tipografici, diverra’ lo stile più utilizzato per la vergatura degli “antifonari”, ovvero grandi libri musicali posti in Chiesa al centro del coro.
Aspettiamo quindi tutti gli appassionati come sempre sulla piattaforma gratuita ZOOM.
Incontro introduttivo gratuito
12 MARZO 2021
ore 17.30
Abbecedario – minuscolo
17 MARZO ore 17.30
19 MARZO ore 17.30
24 MARZO ore 17.30
26 MARZO ore 17.30
Prezzo del corso: 75€
Per info e prenotazioni: education@officinadellascrittura.it
Torino, città nella quale Filippo Juvarra ebbe un ruolo di primo piano per quasi 20 anni e che conserva la più grande collezione al mondo di opere juvarriane presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino con il nome di “ Corpus juvarrianum “, dedica al grande architetto messinese la mostra “ Filippo Juvarra regista di corti e capitali dalla Sicilia al Piemonte all’Europa”.
Per prenotazioni:
In piedi dietro un malandato muricciolo, su cui siede un omino con cappello e un ragazzo se ne sta sdraiato a pancia in giù, quattro giovani soldati in divisa osservano il mare e le vele (due belle grandi in primo piano e una appena accennata in lontananza) che danzano nell’aria pungolate dal vento.
Una rivoluzione en plein air” ospitata, all’interno delle “Cannoniere”, fino al prossimo 6 giugno. Curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da “ViDi” (Visit Different) in collaborazione con il “Forte di Bard”, la mostra presenta ottanta opere che perfettamente testimoniano l’evoluzione di un movimento nato a Firenze nella seconda metà dell’Ottocento (1855-1867) da parte di giovani artisti che, soliti a riunirsi nelle sale del celebre “Caffè Michelangiolo”, diedero vita ad una corrente fondamentale per la nascita della pittura moderna italiana. I “Macchiaioli”. Ribelli giurati al sistema accademico, votati al verismo più immediato e alla ricerca della luce come macchia di colore – accostato, distinto o sovrapposto – e così definiti per la prima volta in un articolo della “Gazzetta del Popolo” del 1862 in occasione di un’esposizione fiorentina, ma con significato tutt’altro che benevolo, che tuttavia il gruppo decise di adottare senza problemi, in quanto incarnava alla perfezione la filososofia delle loro opere.
A seguire le opere del veronese Vincenzo Cabianca, del fiorentino pittore – patriota e docente di italiano Raffaello Sernesi e del pisano Odoardo Borrani, fino alla poetica “Scena romantica” di Cristiano Banti, in cui permangono allusive tracce della formazione scolastica ricevuta all’Accademia di Belle Arti di Siena. E infine i dipinti a tema storico, con i soldati di Giovanni Fattori; toccante anche il suo “Soldato che legge una lettera al campo” del 1874. Così come quelli firmati dai protagonisti del gruppo dopo gli anni Sessanta, quando “la ricerca macchiaiola perde l’asprezza delle prime prove e acquisisce uno stile più disteso, aperto alla più pacata tendenza naturalista che andava diffondendosi in Europa”. A chiudere la mostra, una riflessione sull’eredità lasciata dalla pittura di “Macchia”.
I grandi pionieri delle avanguardie, geniali e provocatori,troppo spesso sono stati emulati e banalizzati da una miriade di pseudo-artisti che si sono limitati a ripetere ciò che non deve essere ripetibile, ma solo un invito a nuove possibilità creative, avviando una specie di ”Accademia delle Avanguardie” .

I depositi del
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