“Dev’essere severamente punito, deve andare effettivamente in carcere e restarci quanto basta”, chi infligge sofferenza e morte agli animali, “questi nostri fratelli più piccoli e senza voce”. É quanto ha detto l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, intervenendo in diretta – sia con un collegamento che con un messaggio scritto – alla manifestazione organizzata da Stefano Fuccelli, presidente del Partito animalista europeo, e da tutti i manifestanti che oggi, davanti a Montecitorio, hanno chiesto l’inasprimento delle pene per i reati a danno degli animali. In memoria di Angelo, il cane impiccato, seviziato e ucciso nel giugno scorso da quattro ragazzi di Sangineto (Cosenza): un delitto orribile che ormai rappresenta tutti gli altri orribili delitti perpetrati contro gli animali. Messaggio rilanciato anche attraverso un video-appello su YouTube al link https://youtu.be/xtrqj40ziAc.
“L’uccisione di Angelo – spiega l’on. Brambilla – è diventata il simbolo dell’inadeguatezza del sistema. Inadeguatezza, innanzitutto, di una giustizia lenta a muoversi quando si tratta di punire l’uccisione di un animale compiuta con crudeltà. Inadeguatezza, inoltre, di una politica che non capisce, o fa finta di non capire, che gli animali vanno tutelati come esseri senzienti. Chi uccide un animale – ricorda – rischia al massimo due anni di reclusione, quindi lo sappiamo: i responsabili della barbarie non andranno in carcere. E allora? La soluzione del problema – dice la lettera a ai manifestanti – sta nel palazzo davanti ai vostri occhi. Per mandare in galera chi ha torturato e ucciso Angelo a Sangineto, Pilù a Pescia, Moro a Breno, basterebbe discutere ed approvare le modifiche al codice penale che ho proposto nel progetto di legge AC 3005, datato 1 aprile 2015. Da quando è stato stampato e annunciato, quel progetto giace, immoto, tra le altre carte della commissione Giustizia. Ed io non posso approvarmelo da sola. Ecco perché – sottolinea l’ex ministro – oggi protesto insieme a voi, davanti a Montecitorio: neppure io ne posso più di governi insensibili e di Camere distratte, anch’io vorrei vedere in galera chi ha seviziato e ucciso Angelo e gli altri “Angeli” in tutto il Paese. Facciamoci pure sentire fino al cielo, ma domani ricordatevi di scrivere ai deputati e ai senatori e di mantenere alta la pressione, senza mollare mai. Lo farò anch’io, in ogni sede, in ogni situazione, finché la legge non riconoscerà agli animali lo status di esseri senzienti, portatori di diritti, e non punirà adeguatamente chi li maltratta o li uccide con efferatezza, fino a quando l’ingiustizia non sarà riparata e la disperazione non diventerà speranza”.