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Susa, giardino a cielo aperto con Agriflor

Domenica 16 maggio, dalle 9 alle 19, Via Palazzo di Città, nel cuore della cittadina piemontese, si trasformerà in un giardino a cielo aperto ospitando le eccellenze floreali dei migliori vivaisti piemontesi e alcune specialità dei piccoli produttori agroalimentari

SUSA SI FA “GREEN” CON LA PRIMA EDIZIONE DI AGRIFLOR

Dopo aver conquistato Torino, diventando un irrinunciabile appuntamento mensile, il mercatino di Agriflor arriva a Susa con la promessa di riempire di colori e profumi il centro della cittadina piemontese.

Saranno intorno alla trentina infatti i vivaisti e i piccoli produttori che metteranno in mostra le proprie eccellenze floreali e agroalimentari, domenica 16 maggio, dalle 9 alle 19 nella centralissima Via Palazzo di Città, per una giornata all’insegna di fiori, piante e bellezza.

Come avvenuto tutte le edizioni torinesi, Agriflor sarà organizzata in totale sicurezza, con il controllo delle temperature, ingressi scaglionati e contingentati e con la garanzia e il controllo del giusto distanziamento tra i banchi e tra le persone per evitare assembramenti.

Nata da un’idea di Società Orticola del Piemonte, già organizzatrice di Flor a Torino e di numerosi eventi floreali in tutta Italia, Agriflor è un’occasione molto importante per i florovivaisti e i piccoli produttori piemontesi di mettere in mostra le proprie varietà ed eccellenze, in una situazione estremamente complessa per le loro attività a causa delle limitazioni imposte alle loro attività nell’ultimo anno e mezzo.

Saranno variegate le bellezze “floreali”, provenienti esclusivamente dal Piemonte, che si potranno ammirare e odorare girando per i banchi di Agriflor: dalle aromatiche ai bonsai, dalle rose alle peonie fino a una grande varietà di coloratissime orchidee. Un piccolo focus sarà poi dedicato alle piante di montagne, con protagonisti alcuni vivaisti della Val di Susa come, per esempio, il vivaio Piantagrane di Susa.

Un vero e proprio tripudio di colori per allietare il pubblico amante della natura e delle piante. Insieme alla proposta florovivaistica, Agriflor ospiterà anche alcune eccellenze agroalimentari piemontesi con i prodotti tipici del nostro territorio, come i formaggi, il miele, vino, grappe e genepy, ma anche le farine e i biscotti.

Dal reale al virtuale, sempre sotto il segno dei fiori. Per scoprire il sempre più ampio e rigoglioso mondo florovivaistico di FLOR, infatti, tutti gli appassionati potranno continuare a collegarsi su eflor (www.eflor.it) la prima piattaforma floreale italiana che mette in contatto gli amanti del verde con gli esperti del settore e i florovivaisti.

Un luogo di incontro virtuale dove sarà possibile “visitare” i vivai, ammirare le foto delle piante, conoscere tutte le loro caratteristiche, scambiarsi opinioni “green”, chiedere suggerimenti e, naturalmente, acquistare fiori di ogni tipo ma anche oggettistica per il giardinaggio, libri, sementi e prodotti naturali, decorazioni per la casa e il giardino.

Ad Agriflor aprile sarà presente un banco eflor dove poter ritirare le piante ordinate sulla piattaforma e fare quattro chiacchiere con gli organizzatori per avere suggerimenti e farsi indirizzare verso la pianta migliore per le proprie esigenze.

Organizzato da Società Orticola del Piemonte, Agriflor Susa ha ricevuto il patrocinio della Città di Susa.

Valorizzare le strade di montagna

Promuovere la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico con l’obiettivo di mantenere le stesse in condizioni ottimali, favorendo così lo sviluppo del turismo outdoor.

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la Proposta di legge di Paolo Bongioanni (FdI) “Interventi per la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico”. L’emendamento di Sarah Disabato (M5s) ha anche aggiunto “ambientale e paesaggistico”.

“Le strade storiche di montagna generano un notevole indotto per i Comuni all’interno dei quali sorgono: si tratta di itinerari spettacolari in luoghi impervi, creati dalla forza degli uomini e utilizzate fin da tempi antichi” ha spiegato Bongioanni. Il provvedimento, diventato legge regionale, prevede che venga istituito un apposito Catasto regionale e che siano realizzati progetti di manutenzione, recupero e promozione. Sono previsti interventi in capo alla Regione, volti a valorizzare le stesse strade e i soggetti competenti a gestire e regolamentare la fruibilità di tali itinerari. Sugli undici articoli insisteva una trentina di emendamenti, presentati sia dai Gruppi di Maggioranza che di Opposizione, presentati anche per cercare il più possibile la convergenza tra le varie forze politiche.

La prima Commissione aveva licenziato l’emendamento alla norma finanziaria 2021-2023, che stanzia per l’anno 2021 1,5 milioni (500 mila per spese correnti e 1 milione per spese in conto capitale) a sostegno della valorizzazione delle strade di montagna di interesse turistico.

La legge intende avviare interventi e progetti dedicati alle strade storiche di montagna che vanno dalla promozione del loro valore culturale, ambientale e turistico, alla loro mappatura, la loro gestione ordinaria, la realizzazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, la riqualificazione delle strutture ricettive o degli edifici e dei manufatti di pregio storico che insistono su tali itinerari, la promozione dei servizi turistico-sportivi correlati alla loro fruizione.

Nel corso delle varie sedute consiliari dedicate all’esame e all’approvazione della Pdl, i Gruppi di maggioranza (sono intervenuti Alberto PreioniValter MarinMauro Fava e Paolo Demarchi della Lega, e Paolo Ruzzola di Fi) hanno sostenuto la proposta, necessaria per il rilancio dell’economia e dell’agricoltura nelle Terre Alte. Pur apprezzando l’iniziativa, l’opposizione ha espresso alcune critiche. Per Monica Canalis (Pd), la legge sarebbe appiattita solo sul turismo, senza guardare ai risvolti culturali e soprattutto a quelli della tutela ambientale. La stessa ha chiesto di valutarne l’efficacia anche alla luce del Regolamento che verrà redatto. Promuovere e proteggere all’interno di un gusto equilibrio, è quanto ha chiesto con i suoi emendamenti il M5s con Sarah Disabato, preoccupata che gli eventuali ampliamenti delle strade possano snaturare il senso della loro conservazione.

“Quando si parla di ampliamento delle strade lo si intende limitato alla messa in sicurezza di  quelle esistenti, non va inteso con riferimento a strade nuove” ha ribadito più volte Bongioanni.

È stato fatto specifico cenno alle vie del sale tra Piemonte e Liguria, che erano terre di passaggio di pastori, pellegrini, mulattieri, commercianti e viaggiatori che dal Ponente ligure e dalla vicina Provenza raggiungevano, tramite i passi alpini, il Piemonte ed il Nord Europa dando vita a fitte reti di scambi. A queste si sono affiancate le scenografiche ex militari, accompagnate nel loro sviluppo da fortificazioni e opere di ingegneria.

L’arte di Go Goals together per un futuro più sostenibile

Con la mostra Go Goals togetherdal 27 maggio al 17 luglio, l’artista Sabrina Rocca affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall’ONU nell’Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals.

Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all’interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d’uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l’impegno collettivo.

Aperta da Martedì – Domenica dalle 10 alle 19 su appuntamento scrivendo una mail a gogoalstogether@gmail.com

Organizzazione Nazioni Unite ONU, Viale Maestri del Lavoro 10,, Torino (TO)

Arrivano le ecoisole smart a Borgo Vittoria e Madonna di Campagna

Parte in questi giorni la campagna informativa di Amiat Gruppo Iren per l’attivazione del nuovo sistema di raccolta differenziata ad accesso controllato tramite “Ecoisole Smart” nella porzione dei due quartieri Borgo Vittoria e Madonna di Campagna a sud di corso Grosseto.

L’avvio del nuovo servizio interesserà un totale di oltre 50 mila torinesi residenti nell’area compresa tra corso Grosseto, corso Venezia, via Verolengo, corso Toscana e corso Potenza.

La nuova raccolta prevede, nello specifico, la sostituzione delle attuali attrezzature stradali con nuovi cassonetti “smart” utilizzabili solo dai residenti tramite una personale tessera elettronica. Si tratta di un altro tassello per incrementare sul territorio cittadino l’estensione della raccolta domiciliare con lo scopo di accrescere ulteriormente la percentuale di raccolta differenziata della Città.

I nuovi contenitori collocati su suolo pubblico costituiscono le cosiddette ecoisole, ognuna composta da 4 nuovi cassonetti con accesso controllato per la raccolta del vetro e degli imballaggi in metallo, degli imballaggi in plastica, del rifiuto organico e del residuo non recuperabile. La raccolta di carta e il cartone verrà invece gestita e potenziata tramite raccolta “porta a porta” con apposite attrezzature collocate nei cortili condominiali. In tutta l’area interessata verranno installate circa 200 nuove ecoisole.

Come da consuetudine l’attivazione del servizio viaggerà parallelamente e in stretta correlazione con le attività di comunicazione collegate. Nei prossimi giorni, quindi, tutte le utenze interessate – domestiche, commerciali o produttive – riceveranno nella cassetta postale, a cura degli incaricati Amiat Gruppo Iren, materiale informativo dedicato.

A seguire, gli addetti consegneranno porta a porta gratuitamente a ogni famiglia lo starter kit per la raccolta domiciliare composto da una biopattumiera, sacchi per la raccolta del rifiuto organico, 2 rotoli di sacchi per il non recuperabile, un dépliant informativo e 2 tessere elettroniche.

Per consentire ai residenti di familiarizzare gradualmente con il nuovo sistema, inoltre, nella fase di avvio del servizio, i cassonetti elettronici saranno mantenuti ad accesso libero, per poter conferire i rifiuti senza l’uso della tessera.

Dal 29 settembre, si procederà con la chiusura dei contenitori e si potrà accedere ai cassonetti solo tramite la propria Ecocard. Per limitare i possibili disagi e rendere più semplice il passaggio da accesso libero ad accesso tramite tessera, nel periodo di transizione operatori incaricati Amiat Gruppo Iren saranno a disposizione presso le diverse isole ecologiche per aiutare i cittadini a utilizzare le nuove attrezzature.

 

Infine, per chiarire qualsiasi dubbio del cittadino e permettere agli utenti non trovati e/o non identificati a Tari durante il passaggio porta a porta di ritirare tessere e starter kit, dal 3 giugno al 31 luglio e dal 2 settembre al 16 ottobre verrà attivato anche un punto info distributivo presso la “Casa delle Associazioni Madonna di Campagna” via Stradella 205 A.

Per ulteriori dettagli e aggiornamenti si invita a visitare il sito www.amiat.it e a seguire la relativa pagina Facebook dedicata “Porta a Porta Torino: nuove attivazioni”.

Il docufilm “Sulle tracce dei cambiamenti climatici” tra i finalisti di OFF

Sarà trasmesso mercoledì 12 maggio alle 20.30 sul canale YouTube di Montagna Italia

TORINO – I ghiacciai delle Alpi marittime sempre più in ritirata, le alte temperature in montagna che danneggiano le api e mettono a rischio diverse specie, come i ragni, le lepri e le farfalle, mentre più a valle le piogge torrenziali provocano danni all’agricoltura e alle attività produttive. Sono gli eventi vissuti attraverso il racconto di testimoni diretti, come gestori di rifugi, ricercatori e guide alpine, protagonisti di “Sulle tracce dei cambiamenti climatici”, il docufilm promosso dalla Regione Piemonte e realizzato da Paolo Ansaldi, finalista della kermesse ambientale OFF, Orobie film festival, e che sarà trasmesso in streaming mercoledì 12 maggio alle 20.30 sul canale You Tube dell’associazione Montagna Italia. La proiezione del film avverrà alla stessa ora nel cinema Capitol di Bergamo, sede del festival. Un viaggio attraverso interviste, fotografie ed itinerari che mostra come i cambiamenti climatici abbiano già modificato profondamente il nostro ambiente di vita, e in particolare quello montano.

Il docufilm è stato realizzato nell’ambito del progetto Cclimatt, che si occupa di approfondire le tematiche legate al cambiamento climatico nell’area transfrontaliera che comprende i Parchi nazionali Mercantour ed Ecrins in Francia e, per l’Italia, dell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime, del Parco fluviale Gesso e Stura e l’area delle Colline del Barolo ricadente nel Sito Unesco Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e del Monferrato. Un progetto che rientra nel più generale Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia “Alcotra”.

OFF, Orobie Film Festival, fa parte del circuito “Spirit of the mountain”, una serie di manifestazioni organizzate dall’associazione Montagna Italia e interamente dedicate al mondo delle terre alte. La premiazione si svolgerà giovedì 13 maggio.

«Quello dei cambiamenti climatici è un tema molto sentito dalla Regione Piemonte – ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – che ha adottato una strategia ad hoc, volta, fra l’altro, alla diminuzione dei gas climalteranti e inquinanti al fine di migliorare la qualità dell’aria. Promuovere la consapevolezza di questi argomenti in un pubblico sempre più ampio, attraverso il cinema, è un’arma in più per combattere gli effetti del riscaldamento globale».

 

 

Gli animalisti e la questione cinghiali

Il problema cinghiali esiste perché, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso e sino a pochi anni fa ci sono state immissioni a scopo venatorio. I cinghiali si sono moltiplicati in Italia col solo scopo di consentire a una minoranza di cacciatori di divertirsi sparando e uccidendo.

 

Ciò premesso appare evidente che chi ha creato il danno deve pagarne le conseguenze, anche in termini economici. Il risarcimento dei danni da cinghiale va di conseguenza attribuito interamente agli ATC, gli Ambiti Territoriali di Caccia. In questo modo sarebbe chi trae vantaggio dalla presenza di quella che agli occhi dei cacciatori è solo selvaggina a sopportare gli effetti collaterali negativi di immissioni praticate per decenni. In caso contrario, come avviene oggi, sarebbero gli stessi danneggiati a ripagare i propri danni attraverso le tasse, dirette e indirette, che gravano su tutti i cittadini onesti, ovviamente anche cittadini assolutamente contrari alla attivitá venatoria di sorta.
Il secondo punto da tenere ben fermo riguarda una constatazione sotto gli occhi di tutti: l’attuale sistema di controllo della popolazione dei cinghiali è risultato del tutto fallimentare visto che i danni non sono affatto diminuiti. Le proteste ‘a cielo aperto’ di questi giorni hanno lo scopo di attirare l’attenzione dei media (e conseguentemente della gente comune) sul falso problema. La pericolosa dannosità del cinghiale e non la folle è insensata politica praticata sino ad oggi. È una questione di giustizia. Chi urla più forte non ha giocoforza ragione. Semplicemente, urla. E coinvolge cittadini/spettatori che poco o nulla sanno al riguardo. Senza rispetto infine per nessuno.

Coordinamento animalista

Gli studenti diventano imprenditori green

Dalla caccia al tesoro “ecologica” per scoprire Torino al macchinario che produce energia per la palestra, dai cestini smart per la raccolta dei rifiuti ai coloranti e fertilizzanti ricavati dagli scarti della produzione del vino, dai box con abiti usati recuperati alla app per raccogliere gli scarti dei prodotti invenduti.

Sono 15 le mini-impese green piemontesi e genovesi che sono nate “in classe” con Green Jobs, iniziativa promossa da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT in Piemonte e a Genova che ha coinvolto circa 300 giovani delle scuole secondarie di secondo grado in un percorso per promuovere lo sviluppo delle conoscenze legate alla sostenibilità ambientale e l’acquisizione delle competenze trasversali legate all’imprenditorialità e alle professioni della green economy.

 

Nato nel 2015 in Lombardia da Fondazione Cariplo, Green Jobs si è esteso a livello nazionale grazie al coinvolgimento di altre Fondazioni di origine bancaria aderenti alla Commissione Sviluppo Sostenibile di ACRI.
I ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado di Torino, Nichelino, Genova e Chiavari hanno preso parte al percorso Green Jobs e oggi, davanti a una commissione formata da membri della comunità locale, della Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, hanno presentato i loro progetti riguardanti la sostenibilità e l’economia circolare in risposta alle sfide ambientali del loro territorio.

 

La next generation è qui, adesso, e parla ‘green’: formare skills imprenditoriali, in particolare in ambiti strategici come la sostenibilità e l’ambiente, è un’importante promessa di futuro per i giovani che saranno i protagonisti di domani per lo sviluppo del Paese – dichiara Massimo Lapucci, Segretario Generale di Fondazione CRT –. Per questo Fondazione CRT, in collaborazione con altri players del territorio, sostiene un’iniziativa come Green Jobs, che porta in classe nuove sfide in linea con le priorità per i prossimi anni dell’Europa e delle Nazioni Unite”.

 

La Fondazione Compagnia di San Paolo, con la Missione Educare per Crescere Insieme dell’Obiettivo Persone, promuove iniziative volte a potenziare nei giovani le competenze cognitive, culturali, socio-emotive adeguate a sviluppare il loro protagonismo e orientare in modo proattivo il loro futuro. – afferma Alberto Anfossi Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo – In questo progetto, capace di realizzare un ecosistema educativo innovativo con le scuole, i territori e il mondo del lavoro green, i ragazzi e le ragazze hanno potuto mettersi in gioco sui temi della green economy e della sostenibilità ambientale, in modo particolarmente apprezzabile in un contesto come l’attuale che certamente non favorisce il lavoro in gruppo e la nascita di nuove idee di tipo collaborativo”.

 

I ragazzi di Green Jobs accompagnati da Junior Achievement Italia e da InVento Innovation Lab, hanno percorso tutte le tappe del progetto: dall’incontro di presentazione dell’iniziativa, all’hackaton “on life” con il lancio delle sfide ambientali coerenti con gli Obiettivi dell’Agenda 2030 e la definizione della prima bozza del progetto, fino allo sviluppo del progetto stesso con l’approfondimento delle tematiche di sostenibilità ambientale ed economica e le costruzione di una struttura imprenditoriale.
Green Jobs ha aiutato i ragazzi ad acquisire le soft skill sempre più richieste dal settore della green economy, come la capacità di lavorare in gruppo, di adottare un approccio multisettoriale per la risoluzione di problemi complessi e di sviluppare una comunicazione efficace.

 

Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT hanno deciso di riconoscere alle scuole vincitrici e partecipanti un premio a fronte dell’impegno e della capacità di proporre soluzioni innovative e sostenibili coerenti con l’Agenda ONU 2030. Il premio potrà essere utilizzato per sostenere le attività didattiche e il consolidamento delle innovazioni nei processi di insegnamento e apprendimento.
Tutte le classi partecipanti quest’anno si incontreranno il 13 maggio in occasione dell’evento nazionale in cui le ragazze e i ragazzi di Green Jobs potranno confrontarsi su tematiche riguardanti il futuro del pianeta con esperti della sostenibilità e imprenditori che hanno trasformato idee innovative in realtà green.

“La Commissione europea fa marcia indietro e apre la porta ai nuovi OGM”

Caro direttore, Slow Food è seriamente preoccupata dalle conclusioni dello studio commissionato alla Commissione europea sulle “nuove tecniche genomiche” (NGT), che di fatto apre le porte alla deregolamentazione di nuovi OGM, ignorando il principio di precauzione.

 

«Con il Green Deal e la strategia Farm to Fork, la Commissione europea si è impegnata ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare veramente sostenibile. Proponendo adesso di rivedere le regole in materia di OGM, la Commissione decide di non investire in sistemi agroecologici che portano benefici agli agricoltori, alle comunità locali e all’ambiente», afferma Marta Messa, direttore di Slow Food Europa. Ancora una volta, quindi, vediamo prevalere gli interessi dell’agroindustria a discapito di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della libertà dei contadini di piccola scala di decidere in materia di sementi. 

 

La presa di posizione di Slow Food

Nel 2018, la Corte di giustizia europea aveva stabilito che l’esclusione dei nuovi OGM dalla direttiva Ue sugli OGM “comprometterebbe l’obiettivo di protezione perseguito dalla direttiva e non rispetterebbe il principio di precauzione che essa cerca di attuare”. La Commissione europea sta ora pericolosamente contestando la sentenza. Se i nuovi OGM non saranno sottoposti a test di sicurezza, si determinerà un vuoto nella tracciabilità ed etichettatura, e questa è una notizia preoccupante per i cittadini europei, che potrebbero ritrovarsi nel piatto i nuovi OGM senza informazioni in etichetta e senza esercitare il proprio diritto a scegliere, e per gli agricoltori e gli allevatori, per i quali garantire nuovi alimenti senza OGM diventerà sempre più difficile e costoso.

 

I nuovi OGM potrebbero essere potenzialmente dannosi per l’ambiente e la sovranità alimentare dei piccoli agricoltori. Senza una regolamentazione rigorosa potrebbero verificarsi gravi danni agli ecosistemi e alla biodiversità, poiché non si potrebbero prendere misure contro la diffusione incontrollata di nuovi organismi OGM nell’ambiente. L’agricoltura e la produzione alimentare che si basano su fonti prive di OGM non potrebbero più essere protette.

 

«La strategia Farm to Fork ha inteso rafforzare molto il ruolo dell’agroecologia per una vera transizione ecologica e l’apertura ad una tecnologia genetica che pone infiniti dubbi non sembra oggi coerente con gli auspici di poco meno di un anno fa. Inoltre, la strategia mira a fornire ai consumatori una migliore informazione in modo che i cittadini possano fare scelte consapevoli e contribuire alla transizione verso sistemi alimentari più sostenibili. Deregolamentare i nuovi OGM significherebbe che questi non avrebbero più l’obbligo di essere etichettati, in completa contraddizione con gli obiettivi della strategia Farm to Fork. Esortiamo gli Stati membri a difendere il principio di precauzione, la sicurezza dei cittadini, la libertà di scelta degli agricoltori e la biodiversità», conclude Messa.

 

 

Un po’ di storia

La tecnologia dell’ingegneria genetica si è evoluta dall’introduzione delle prime colture geneticamente modificate (GM) più di 20 anni fa. È emerso un insieme di nuove tecniche GM che gli scienziati chiamano collettivamente “editing genetico”. Il gene editing permette agli ingegneri genetici di modificare i geni esistenti piuttosto che aggiungere geni da altre specie. Queste nuove tecnologie sono anche chiamate “new breeding techniques” dall’industria agro biotecnologica, “innovative tecniche genomiche” dal Consiglio dell’Ue o “nuove tecniche genomiche” dalla Commissione europea. Slow Food chiama queste nuove tecniche di ingegneria genetica “nuovi OGM” poiché, secondo la sentenza della Corte di giustizia europea, si tratta legalmente e tecnicamente di tecniche di modificazione genetica, e quindi presentano gli stessi rischi.

Nel 2018, la Corte di giustizia europea (CGUE) ha stabilito che i nuovi OGM devono essere regolamentati come OGM secondo i regolamenti dell’Ue, quindi seguendo il principio di precauzione. La sentenza della Corte di giustizia europea significa che la nuova generazione di colture e semi GM deve passare attraverso controlli di sicurezza, un processo di autorizzazione ed essere etichettata prima di essere immessa sul mercato, per garantire agli agricoltori, ai produttori di cibo e ai consumatori il diritto di sapere se un prodotto alimentare contiene organismi GM o meno.

Slow Food ha da tempo una posizione contraria agli OGM per i rischi che presentano per la biodiversità, per le minacce che pongono ai mezzi di sussistenza degli agricoltori locali e per il fatto che sono incompatibili con un sistema agricolo basato sull’agroecologia. Inoltre, i prodotti delle tecniche genomiche sono coperti da brevetti di proprietà di una manciata di multinazionali. I brevetti sulle sementi hanno conseguenze economiche negative per il settore agricolo, compresa la monopolizzazione e la concentrazione del mercato delle sementi. L’agricoltura GM favorisce lo sviluppo di monocolture intensive, ponendo una crescente minaccia alla sopravvivenza delle sementi tradizionali e delle stesse comunità rurali, che sono sempre più private dei loro mezzi di produzione e di sostentamento.

L’Ue deve attuare pienamente la sentenza della Corte di giustizia europea del 2018 e garantire che i nuovi OGM siano soggetti ai controlli di sicurezza di base e ai requisiti di autorizzazione. Il 30 marzo 2021 è stata inviata una lettera al vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans nella quale si mette in guardia dai rischi della deregolamentazione dei nuovi OGM.

 

Cosa dice lo studio della Commissione?

il 29 aprile la Commissione europea ha pubblicato il suo atteso studio sulle nuove tecniche genomiche , richiesto dal Consiglio dell’Ue nel novembre 2019. Lo studio conclude che:

– “I prodotti NGT e le loro applicazioni potrebbero fornire benefici alla società dell’Ue e affrontare importanti sfide” tra cui “la resilienza e la sostenibilità nel sistema agroalimentare”;

– Per permettere ai nuovi OGM di contribuire alla sostenibilità, “dovrebbe essere previsto un meccanismo appropriato per valutare i loro benefici”;

– Le attuali regole dell’Ue sugli OGM non sono adatte allo scopo.

 

Lo studio conclude poi che è necessaria una nuova politica che regoli i nuovi OGM. Questo è profondamente preoccupante in quanto implica che la Commissione sta cercando di indebolire i principi che attualmente regolano gli OGM e l’editing genetico. Il commissario Stella Kyriakides, capo del dipartimento Salute dell’Ue, afferma che “le nuove tecniche genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola, in linea con gli obiettivi della nostra strategia Farm to Fork”

Riaprono alle visite il parco e il Castello di Pralormo

 

Sabato 8 e domenica 9 maggio 2021

(a seguire tutte le domeniche fino al 31 ottobre)

 

Consolata Pralormo racconta: ‘’Per tutto il mese di aprile ho ammirato in solitudine lo strabiliante spettacolo della fioritura dei miei tulipani. Per condividerne con voi la bellezza ho pensato di omaggiare a tutti i visitatori che verranno al Castello sabato 8 e domenica 9  maggio, alcuni bulbi di tulipano. Sono proprio i bulbi che, nel mese di aprile, erano fioriti nel nostro parco e che potranno fiorire nei vostri terrazzi e giardini!

 

Messer Tulipano ora cede il passo a ‘’Madamigella Orchidea’’!

 

Il parco e le sue curiosità

 

Nell’antica serra francese, bellissima costruzione del XIX secolo in ferro e vetro proveniente da Parigi, fra una bellissima collezione di felci particolari e il profumatissimo gelsomino, regna indisturbata ‘’Madamigella Orchidea’’.

Tra le varietà di orchidee fiorite si ammirano la Cypripedium (detta anche scarpetta di Venere), la Phalaenopsis,  la Cymbidium e la straordinaria varietà ‘’Vanda’’ (che si è naturalizzata dopo 7 anni sul muro della serra) la cui particolarità è quella di non avere la terra ma di ricevere nutrimento solo tramite la nebulizzazione delle radici.

 

Inoltre, da sabato 8 maggio, una NOVITA’ all’interno della serra!

Quest’ultima infatti ospita l’esposizione di una serie di acquerelli dell’artista e scrittrice cinese Kwong Kuen Shan tratti dal suo libro ‘’Il gatto e l’orchidea’’.
Questa idea è nata anche per omaggiare Lunetta, la gatta castellana che, chi ci segue sui social, ha già conosciuto!

Gli acquerelli illustrano i gatti e la saggezza del loro comportamento, ma raccontano anche della bellezza e dell’energia silenziosa dei fiori e, in particolare, delle orchidee.

In Cina il significato dei fiori, le cui radici risalgono a migliaia di anni fa, è strettamente legato alla cultura, alla religione e ai miti. Molti sarebbero dotati di grande saggezza, e alcuni di essi sono divenuti parole chiave che evocano concetti, simboli di vita, esempi di virtù.

Le illustrazioni sono accompagnate da proverbi, poesie, pensieri e citazioni da classici popolari cinesi che aiutano a guardare i fiori con occhi nuovi e che animano bei sentimenti, riflessioni e stupore. Come accade ai gatti raffigurati, che sembrano affascinati dai fiori tra i quali si muovono.

 

 

Con Free2Move eSolutions accelera la transizione all’e-mobility

 Si è svolta a Parigi la conferenza stampa di presentazione di Free2Move eSolutions, la joint venture tra Stellantis (attraverso la sua società FCA Italy S.p.A.), ed Engie EPS il cui obiettivo è supportare e favorire la transizione all’e-mobility, offrendo soluzioni elettriche innovative e su misura sia per i clienti privati sia per quelli aziendali.

A seguito del closing dell’operazione avvenuto lunedì 3 maggio, si è svolto il primo Consiglio d’Amministrazione della joint venture in cui è stata confermata la composizione del Board of Directors di Free2Move eSolutions. Sei i membri, guidati dall’Executive Chairman Carlalberto Guglielminotti (proveniente da Engie EPS e Young Global Leader 2020 del World Economic Forum) e dal CEO Roberto Di Stefano, proveniente da Stellantis.

Gli altri membri del Consiglio d’Amministrazione sono Brigitte Courtehoux (CEO di Free2Move Brand e membro del Global Executive Committee di Stellantis) e Davide Mele (Deputy Chief Operating Officer Enlarged Europe) di Stellantis, con Luigi Michi (precedentemente Head of Strategy and System Operation in Terna e Executive Vice President in Enel) e Giovanni Ravina (Chief Innovation Officer) che rappresenta Engie EPS.

Dall’impianto Vehicle-to-Grid (V2G) di Mirafiori, a Torino, molto rappresentativo della collaborazione che lega dal 2017 prima FCA (e quindi Stellantis) con Engie EPS, Carlalberto Guglielminotti e Roberto Di Stefano hanno annunciato l’avvio dell’attività della nuova società, creata per accelerare la diffusione della mobilità elettrica, completando il portafoglio di prodotti di Free2Move con una serie di offerte al 100 per cento dedicate all’e-mobility.

Come illustrato sul sito della nuova società lanciato oggi (www.esolutions.free2move.com), le attività, i progetti e i prodotti offerti da Free2Move eSolutions sono numerosi e diversificati. Si passa dalla easyWallbox – ricarica domestica plug&play di semplice installazione, adatta ad un uso privato – alla eProWallbox, un dispositivo di ricarica intelligente, flessibile e connesso che funziona fino a 22 kW e consente agli utenti e ai gestori di flotte il controllo in modo semplice e da remoto attraverso una piattaforma digitale.

La ePublic è perfetta per l’installazione all’aperto in ambienti pubblici e semi-pubblici, mentre la eFleet – fornendo ricarica rapida e servizi V2G ad automobili, bus e camion elettrici con un unico prodotto – porta la flessibilità al massimo.

I prodotti eFast consentiranno la ricarica rapida – fino a 100 chilometri in meno di 30 minuti – coniugando innovazione tecnologica e sostenibilità utilizzando second-life-battery provenienti dal settore automobilistico: sono la soluzione ideale per stazioni di servizio, hotel, edifici commerciali e piccole flotte di veicoli elettrici.

E ancora ePost CityWay, la rivoluzionaria soluzione brevettata di ricarica rapida che sfrutta le infrastrutture esistenti di tram e filobus per offrire ricarica in contesti urbani dove la trasformazione della rete e delle opere civili sono impossibili. Fino ad arrivare ad abbonamenti mensili a canone fisso per ricaricare i veicoli elettrici a casa e su strada, con offerte calibrate alle abitudini di ricarica del consumatore, e che permettono di utilizzare energia 100% sostenibile e usufruire dei contributi statali disponibili.

Durante la conferenza stampa, Carlalberto Guglielminotti ha affermato che “Free2Move eSolutions è il punto di incontro tra il mondo dell’energia e quello dell’automotive. Infatti, combina il know-how di Engie EPS, player globale delle microreti e delle tecnologie per l’accumulo di energia, e l’esperienza di Stellantis, uno dei gruppi leader internazionali dell’automotive. Con Free2Move eSolutions la mobilità elettrica sarà per tutti: affrontiamo sfide tecnologiche complesse per rendere semplice la mobilità elettrica e consentire alle future generazioni di muoversi e vivere in armonia con il pianeta”.

L’amministratore delegato Roberto Di Stefano ha spiegato che “Free2Move eSolutions non vuole essere un fornitore tradizionale, un semplice venditore di servizi legati alla mobilità. Vuole invece diventare qualcosa di più, accelerare la transizione energetica e divenire il punto di riferimento nel settore: un partner globale che interagisce a stretto contatto con i clienti, cioè con chiunque utilizza un mezzo di trasporto elettrico o elettrificato per muoversi”.