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Emergenza clima. Il Bilancio del 2021 dell’Osservatorio CittàClima

Il  2021 anno da codice rosso per il clima in Italia. Nella Penisola registrati 187 fenomeni meteorologici che hanno provocato danni nei territori con nove vittime

Legambiente: “Numeri sempre più preoccupanti. Il Governo approvi il piano nazionale di adattamento, in modo da fissare le priorità di intervento e indirizzare le risorse nazionali e del PNRR verso azioni davvero utili per la messa in sicurezza e la riqualificazione delle città e dei territori italiani”

 

La mappa del rischio climatico: http://www.cittaclima.it

È tempo di bilanci per il 2021, un anno in cui si sono accesi nuovamente i riflettori sul clima grazie alla Cop26 di Glasgow, ma anche in cui si sono manifestati, in maniera sempre più lampante e frequente, gli effetti dei cambiamenti climatici, con fenomeni meteorologici estremi come alluvioni, ondate di calore, trombe d’aria, grandinate e piogge intense. In Italia nel 2021 sono ben 187 gli eventi che hanno provocato impatti nei territori e causato la morte di nove persone. Nello specifico si sono verificati 97 casi di allagamenti da piogge intense46 casi di danni da trombe d’aria13 casi di frane causate da piogge intense, 11 casi di esondazioni fluviali9 di danni da siccità prolungata, 8 casi di danni alle infrastrutture e 3 di danni al patrimonio storico da piogge intense. Molti gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni anche alle infrastrutture. Rispetto al 2020 nell’ultimo anno in aumento i danni da grandinate intense (17 rispetto ai 9 nel 2020) e le frane da piogge intense (13 rispetto alle 10 nel 2020), mentre allo stesso livello record i dati sugli allagamenti (97 nel 2021 e 102 nel 2020).

Tra le città più colpite nel corso di quest’anno svetta al primo posto Roma con 9 eventi estremi, seguita da Napoli con 5, Catania con 4, Palermo e Milano con 2. A livello regionale, nello stesso periodo di tempo considerato, la Sicilia e la Lombardia sono in testa alla classifica con 30 e 23 eventi estremi. Rilevanti anche i casi della Campania con 16 eventi, del Veneto e della Sardegna con 14 eventi, del Lazio con 13 eventi, del Piemonte con 12 e della Liguria con 11.

È quanto emerge in sintesi dalla fotografia di fine anno scattata dall’Osservatorio CittàClima di Legambiente, realizzato in collaborazione con Unipol e con il contributo scientifico di Enel Foundation, che traccia un bilancio complessivo sugli eventi estremi che hanno colpito l’Italia nel 2021, oltre che offrire un quadro aggiornato di quanto avvenuto dal 2010 ad oggi.                                                                                                                      Un anno da codice rosso per il clima, segnato da un’estate che ha registrato temperature record in Europa (in Italia a Siracusa l’11 agosto si sono toccati i 48,8 gradi), ma anche da piogge intense, forte siccità, violente trombe d’aria e il passaggio del funesto medicane Apollo.

“Anche il 2021 è stato un anno con impatti terribili in tutto il mondo e nel nostro Paese. – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Proprio questi numeri ci ricordano quanto le città italiane abbiano bisogno di urgenti interventi di adattamento a un clima che rende piazze, strade e linee ferroviarie sempre più pericolose durante le piogge di forte intensità e le case sempre più invivibili durante le ondate di calore. La nostra richiesta al Governo per il nuovo anno è che finalmente si approvi il piano nazionale di adattamento climatico, come hanno fatto tutti gli altri grandi Paesi europei, con chiare priorità di intervento in modo da indirizzare le risorse nazionali e i 2,5 miliardi di euro previsti dal PNRR verso interventi davvero utili di messa in sicurezza e la riqualificazione delle città e dei territori italiani”.

“Il caldo anomalo di questi giorni, figlio di un clima “ormai impazzito” rientra a pieno titolo tra gli eventi estremi che colpiscono Piemonte e Valle d’Aosta – dichiara Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Fino a 20 gradi in montagna, zero termico in altissima quota, ecosistema in forte crisi.

Il cambiamento climatico minaccia anche i nostri impianti sciistici; nella gran parte delle nostre montagne è atteso, rispetto a ora, un aumento di temperatura tra i 2 e i 3°C per il 2050.

Lo evidenziamo con la nostra campagna estiva “Carovana dei Ghiacciai”, che raccoglie in modo scientifico i dati che descrivono la scomparsa dei fragili giganti delle nostre vette.

Lo faremo nuovamente nei prossimi mesi, col dossier “Nevediversa”, che evidenza la fragilità del turismo invernale e di come le previsioni di sciabilità nei comprensori alpini siano piuttosto preoccupanti; negli scenari peggiori la pratica dello sci risulterebbe in estinzione a fine secolo.

Un’opportunità per un ripensamento complessivo dell’offerta: puntare sul turismo dolce invernale e la diversificazione degli investimenti, con strategie innovative che inneschino percorsi di rinaturalizzazione di ambienti fortemente artificializzati e recuperino un rapporto più equilibrato con l’ambiente.

 

I casi più rilevanti del 2021 – Oltre ai dati dell’Osservatorio CittàClima ci sono le immagini e i video a raccontare gli impatti, sempre più violenti, degli eventi meteorologici estremi in Italia nell’ultimo anno. Come quelle dello scorso 26 luglio della grandinata sull’A1 nel tratto fra Parma e Fiorenzuola, con l’autostrada chiusa e centinaia di auto distrutte; o del 16 settembre dell’allagamento dell’aeroporto di Malpensa, con decine di persone evacuate e messe in salvo con i gommoni. E ancora il 4 ottobre con il verificarsi, a causa delle incessanti piogge, delle esondazioni del torrente Letimbro (in zona Santuario di Savona), e dell’Erro a Pontinvrea (SV), con negozi, scantinati e abitazioni allagate. Momento in cui viene registrato un nuovo record pluviometrico nazionale con 496 mm in 6 ore, poi superato nelle stesse ore a pochi chilometri di distanza, a Rossiglione (GE) dove viene segnato un primato europeo con 740,6 mm di pioggia caduti in dodici ore. A preoccupare è stata poi la costa orientale della Siciliaa Siracusa l’11 agosto si è registrato il record europeo di 48,8 °C; il 10 settembre, l’isola di Pantelleria (TP) è stata colpita da una tromba d’aria che ha provocato due vittime e il 5 ottobre, una forte perturbazione caratterizzata da venti record, ha causato danni al centro storico di Catania, con diversi feriti.

Ancor più grave è quanto avvenuto tra il 24 ed il 29 ottobre con 5 eventi estremi che hanno interessato questa zona, dovuti al medicane Apollo che ha provocato la devastazione di intere aree con fiumi di acqua e fango, provocando la morte di 3 persone, a Scordia e Gravina di Catania. Incredibili i dati cumulati di pioggia registrati in 48 ore: in particolar modo i comuni di Linguaglossa (CT) con 494 mm e Lentini (SR) con 290 mm, arrivando a registrare una quantità di pioggia pari ad un terzo di quella annuale. Strade inagibili e trasformate in fiumi a Catania, venti che sulla costa hanno raggiunto i 100 km/h con intense mareggiate che hanno isolato per ore Augusta (SR). A Misterbianco (CT), per lo smottamento di fango e detriti provenienti dal Monte Cardillo, sono state fatte evacuare quattro famiglie. A Modica (RG), il 17 novembre, un uomo è rimasto vittima di una violenta tromba d’aria. Un anno difficile anche per il sud Sardegna che il 14 novembre ha registrato conseguenze gravi per l’ondata di maltempo: un anziano è stato trovato morto nella sua auto ribaltata, non lontano dalla provinciale 73 a Sant’Anna Arresi (CI). A Villa San Pietro (CA) sono invece state recuperate con l’elicottero cinque persone rimaste isolate per l’acqua alta, mentre Pirri e numerose zone dell’area metropolitana di Cagliari sono state completamente allagate.

Numeri complessivi dal 2010 ad oggi – In questo report di fine anno, Legambiente ha anche aggiornato i dati dal 2010 ad oggi. Nella Penisola, dal 2010 ad oggi sono stati 1.181 i fenomeni meteorologici che hanno provocato danni nel territorio italiano con 637 Comuni dove si sono registrati eventi con impatti rilevanti, l’8% del totale. Ma ancora più rilevante è il tributo che continuiamo a pagare in termini vite umane e di feriti, 264 le persone vittime del maltempo dal 2010 ad oggi. A questo si aggiunge, come monitorato dal CNR, l’evacuazione di oltre 27mila persone, a causa di eventi quali frane ed alluvioni tra il 2016 ed il 2020, che diventano 320mila se si considerano gli eventi avvenuti dal 1971. Le Regioni più colpite dal 2010 ad oggi da eventi estremi sono Sicilia e Lombardia, “in testa” in questa non felice classifica (rispettivamente con 144 e 124 eventi) anche per quanto avvenuto nel 2021 (30 e 23). Ma rilevanti sono gli impatti avvenuti nel 2021 in Campania con 16 eventi, in Veneto e Sardegna con 14 e Lazio con 13. Così come dal 2010 in Lazio (111), Puglia (94), Emilia-Romagna (86), Toscana (80), Veneto e Campania (78).

Dati e numeri che, ancora una volta, dimostrano l’urgenza di intervenire per ridurre le emissioni di gas serra – che sono la causa dei cambiamenti climatici – e per limitare gli impatti nei territori e i rischi per la vita e la salute delle persone. Infatti, secondo i dati del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), le concentrazioni di CO2 hanno raggiunto le 416 ppm (unità di misura “parti per milione” utilizzata per esprimere la concentrazione di una sostanza presente in una miscela) in ogni parte del globo per diversi mesi nonostante i quasi due anni di pandemia ed i lockdown, causa Covid-19.

 

Tabella del numero di eventi estremi nelle Regioni (2010-2021 e 2021)

 

Regione Eventi estremi 2010-2021 Eventi estremi 2021
Sicilia 144 30
Lombardia 124 23
Lazio 111 13
Puglia 94 7
Emilia-Romagna 86 10
Toscana 80 10
Veneto 78 14
Campania 78 16
Piemonte 71 12
Calabria 65 5
Liguria 56 11
Marche 50 8
Sardegna 49 14
Friuli-Venezia Giulia 24 4
Basilicata 20
Trentino-Alto Adige 18 5
Abruzzo 16 1
Umbria 12 4
Molise 4
Valle d’Aosta 2

Fonte: Osservatorio Città Clima, Legambiente 2021

Tabella del numero di eventi estremi nei Comuni 2010-2021 e 2021

 

Comune Eventi estremi 2010-2021 Eventi estremi 2021
Roma 58 9
Bari 41
Agrigento 32 1
Milano 30 2
Ancona 22
Genova 22 1
Napoli 21 5
Palermo 16 2
Torre Annunziata (NA) 13
Catania 12 4

Fonte: Osservatorio Città Clima, Legambiente 2021

Fondazione CRT premia le idee innovative e sostenibili

Dalla TEDXTorino Conference al monitoraggio del territorio con i droni, dal recupero degli oggetti con la tecnica giapponese del kintsugi alla redistribuzione delle eccedenze alimentari nei mercati: 265 idee innovative nel segno della sostenibilità sociale e ambientale potranno essere realizzate con 3,57 milioni di euro di contributi della Fondazione CRT assegnati a istituzioni ed enti non profit con il bando “Ordinarie”.

 

Economia circolare, riduzione degli sprechi, valorizzazione delle risorse del territorio connotano le progettualità sostenute dalla Fondazione CRT per migliorare il benessere delle persone nel rispetto dell’ambiente e del tessuto sociale”, dichiara il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

 

Le idee sono il motore del cambiamento e Fondazione CRT aiuta a rendere concreti progetti per l’innovazione culturale e sociale coerente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”, afferma il Segretario Generale Massimo Lapucci.

 

Welfare e Territorio
122 contributi, per complessivi 1,34 milioni di euro della Fondazione CRT, sono destinati all’area Welfare e Territorio
In particolare, la Fondazione CRT sostiene il progetto “Kintsugi, una nuova sfida per il saluzzese” della Società cooperativa Armonia Impresa onlus di Revello (Cuneo) che coinvolge la comunità educante locale (insegnanti, allenatori sportivi, volontari, animatori) nell’antica arte giapponese del riparare e riunire i cocci creando “cicatrici d’oro”; “Fili di cotone: percorsi di sartoria ed empowerment femminile” del Vaso di Sarepta, organizzazione di volontariato di Torino, che propone gratuitamente a donne in situazione di vulnerabilità sociale 225 ore di laboratorio presso la sartoria sociale diecicentoLAB nel quartiere cittadino di San Donato. E ancora: “Banda Biscotti: ampliamento e riqualificazione verso una maggiore sostenibilità” della Cooperativa sociale “Il sogno” di Domodossola (Verbano-Cusio-Ossola), per un “upgrade” in chiave più sostenibile – attraverso la riduzione degli sprechi, l’uso di ricette a tutela degli animali, l’efficientamento del processo produttivo – del laboratorio di produzione dolciaria della Casa Circondariale e dell’Istituto di Istruzione di Polizia Penitenziaria “Salvatore Rap” di Verbania; la “Cucina Ecomora”, dell’Associazione Eco dalle città di Torino, per il recupero, la trasformazione e la redistribuzione delle eccedenze alimentari nei mercati urbani di Porta Palazzo, via Porpora, piazza Foroni, corso Cincinnato e Borgo Vittoria, con il coinvolgimento di richiedenti asilo stipendiati.
In ottica sviluppo del territorio, la Fondazione CRT sostiene l’indagine sui sistemi irrigui del Piemonte dell’Associazione d’irrigazione ovest Sesia di Vercelli. Inoltre, ha assegnato contributi per l’allestimento del Museo del Fungo nell’ex convento dei Frati Cappuccini di Ceva e per il ripristino e la valorizzazione della miniera di Nucetto, entrambi nel Cuneese.
Stanziate risorse anche per il progetto “Protezione Civile e Anagrafe Itinerante” a Torino, l’acquisto di un sistema UAS (drone) per il monitoraggio del territorio a Briga Alta (Cuneo), il miglioramento della Colonna Mobile del Coordinamento territoriale del volontariato di Protezione Civile di Cuneo.

 

Ricerca e Istruzione
Per l’Area Ricerca e Istruzione sono stati approvati 106 contributi per complessivi 1,8 milioni di euro, di cui 800 mila euro per gli Atenei.
Per promuovere la divulgazione scientifica la Fondazione CRT sostiene la TEDXTorino Conference, che a febbraio 2023 porterà in città il format di talk internazionale sul tema “Un incondizionato amore per l’essere umano” e la 37a edizione dei GiovedìScienza organizzati dall’Associazione CentroScienza.
In ambito formativo viene rinnovato il sostegno al Master biennale in giornalismo “Giorgio Bocca” e a Master Mësté, il progetto della Fondazione Cecilia Gilardi Onlus per giovani interessati alle professioni artigiane di eccellenza.
La Fondazione CRT continua a investire anche nel sistema degli atenei del Piemonte e della Valle d’Aosta e nelle attività di ricerca degli enti del territorio. Particolare attenzione è dedicata alle progettualità sul disagio mentale sviluppate dall’Università degli Studi di Torino per un maggior benessere psicofisico delle persone: gli studi sulla gestione e il trattamento della depressione resistente alle cure e il supporto neuropsichiatrico online per adolescenti con anoressia nervosa, entrambi a cura del Dipartimento di Neuroscienze, e il progetto del Dipartimento di Giurisprudenza sull’effetto della pandemia da COVID-19 sul benessere dell’infanzia e dell’adolescenza in Piemonte.

 

Arte e Cultura
La Fondazione CRT ha assegnato 37 contributi per 431 mila euro a sostegno di festival letterari, cinematografici e progetti di videomapping come “Città dinamica” in piazza San Carlo a Torino; il Glocal Film Festival per promuovere la cinematografia piemontese; la kermesse “Librinfesta” ad Alessandria, mix di incontri con celebri autori italiani di libri per bambini e ragazzi, laboratori e workshop per scuole e insegnanti, dirette ed eventi con grandi ospiti. Assegnati contributi anche per il Festival dell’Illustrazione Di-Se di Domodossola (Verbano-Cusio-Ossola), grande festa dedicata al disegno e al mondo dell’illustrazione con incontri, mostre, laboratori, workshop, talk, performance, street sketch e disegni dal vivo; il progetto “PIO V – 450” ad Alessandria per celebrare i 450 anni dalla morte di San Pio V, Papa domenicano di origine piemontese, attraverso la valorizzazione dei luoghi legati alla sua vita. E ancora: “Contemporanea Film Festival. Sguardi di donne verso nuove prospettive”, manifestazione internazionale di cinema e arti visive curata da Distretto Cinema e concentrata sulle nuove prospettive femminili; “Raccolti Festival”, ideato e curato dalla Bottega Miller di Vercelli, che prevede incontri con protagonisti del panorama culturale italiano, eventi, laboratori creativi e proposte musicali.

Snam e Sagat insieme per la prima fuel cell hydrogen-ready in Italia nell’Aeroporto di Torino

Prende avvio un altro progetto del Torino Green Airport

 

SAGAT SpA, Società di Gestione dell’Aeroporto di Torino, e il gruppo Snam, attraverso la controllata Renovit specializzata in soluzioni di efficienza energetica, hanno sottoscritto un term sheet per la realizzazione di un sistema di fuel cell hydrogen-ready in assetto cogenerativo da 1,2 MW di potenza presso l’Aeroporto di Torino.

La cella a combustibile, studiata e sviluppata dalla Business Unit Hydrogen di Snam in partnership con la società americana Fuel Cell Energy, è la prima di questa tipologia e di queste dimensioni in Italia in grado di essere alimentata con percentuali variabili di idrogeno in blending con gas naturale per la generazione combinata di energia elettrica e termica. La fuel cell sarà installata presso lo scalo di Torino, primo in Italia ad implementare una soluzione di questo genere, nel secondo trimestre del 2023.

“L’idrogeno – ha dichiarato Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam – avrà un ruolo chiave nel perseguimento dell’obiettivo delle zero emissioni nette in molteplici settori, incluse le infrastrutture aeroportuali e portuali. Con questo accordo, forniamo all’aeroporto di Torino una soluzione energetica efficace e innovativa in grado di abbattere da subito le emissioni e di integrare quantitativi crescenti di idrogeno per il raggiungimento della neutralità carbonica”.

L’implementazione di questa soluzione – ha commentato Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport – rappresenta il progetto di punta del nostro programma di sostenibilità Torino Green Airport, annunciato a luglio scorso e che raggruppa tutte le iniziative di sostenibilità dello scalo, volte alla riduzione dei consumi e delle emissioni ambientali, confermando il nostro impegno concreto in questa direzione. In Snam abbiamo trovato il partner giusto per la realizzazione di un progetto innovativo, che concorre da subito alla creazione della domanda di energia pulita come l’idrogeno e altri vettori gassosi da fonte rinnovabile certificata, passaggio fondamentale per avviare concretamente la transizione energetica del Paese. Tale progetto, inoltre, ci permetterà di anticipare il nostro obiettivo di azzeramento delle emissioni rispetto al 2050”.

Il sistema di fuel cell è in grado di produrre fino a 1,2 MWh di energia elettrica e 840 kWh di calore ogni ora e potrà essere alimentato con idrogeno miscelato, fino al 40% in volume, con gas naturale. Rispetto alla cogenerazione tradizionale, l’utilizzo della fuel cell alimentata a gas naturale garantisce il sostanziale annullamento delle emissioni di particolato e un risparmio di emissioni di CO2 pari a 1.630 tonnellate all’anno, equivalenti a 1 milione di viaggi in auto sulla tratta Torino centro-aeroporto. L’alimentazione della fuel cell tramite idrogeno e biometano consente l’ulteriore abbattimento di emissioni climalteranti.

La soluzione di cogenerazione proposta dal gruppo Snam è stata selezionata a valle di una procedura indetta da SAGAT nello scorso mese di aprile e consentirà all’Aeroporto di Torino di autoprodurre energia elettrica, termica e frigorifera a parziale copertura dei propri fabbisogni energetici, attualmente pari a 17.000 MWh per l’energia elettrica e 8.714 MWh per l’energia termica. Implementare una fuel cell hydrogen-ready permetterà così allo scalo di aderire ai più elevati standard di efficienza e sostenibilità ambientale, in linea con il proprio obiettivo di dare la massima accelerazione alla riduzione delle emissioni nette prima del 2050. Già oggi il 100% dell’energia elettrica fornita all’Aeroporto di Torino è proveniente da fonti rinnovabili certificate ed il progetto consentirà fin da subito di migliorarne ulteriormente l’efficienza energetica.

Il valore del contratto oggetto di affidamento ammonterà a circa 14 milioni di euro.

L’iniziativa è parte della strategia di Snam nello sviluppo di tecnologie e soluzioni integrate per la transizione energetica, in particolare l’efficienza energetica e l’idrogeno, in grado di favorire la decarbonizzazione dell’industria e dell’intero sistema economico.

Con questa soluzione Torino Airport conferma la centralità dell’impegno assunto verso la sostenibilità per il proprio sviluppo e per quello di tutta l’industria: l’obiettivo del settore aeroportuale di azzerare le proprie emissioni può infatti essere raggiunto solo grazie a strategie di collaborazione, che consentano una condivisione dei traguardi raggiunti e un’innovazione costante, in un’ottica di crescita mai per questo semplicisticamente competitiva. Oggi tutti i principali operatori aeroportuali e vettori aerei sono fortemente impegnati ad introdurre impianti ed aeromobili di ultima generazione che stanno contribuendo a ridurre rumore, emissioni e consumi

Smog, e’ tornato il semaforo verde

Con le rilevazioni odierne di Arpa Piemonte, il semaforo anti smog nel torinese torna verde

Da giovedì 30  finisce così il blocco dei veicoli diesel fino agli Euro 5.

Il provvedimento coinvolge  i 33 comuni dell’agglomerato di Torino, compresa la città. Da oggi  e fino al giorno della nuova rilevazione rimangono  in vigore solo le limitazioni permanenti: fermi per tutto il giorno (compresi i giorni festivi) gli autoveicoli Euro 0 e Euro 1 (tutte le alimentazioni: benzina, diesel, metano, gpl) per il trasporto persone o merci, per benzina e diesel il divieto è esteso agli Euro 2. Circolazione vietata anche per ciclomotori e motocicli Euro 0 e Euro 1 (divieto dalle 0 alle 24 di tutti i giorni) e per i veicoli diesel Euro 3 e Euro 4, per il trasporto di persone o merci, per i quali lo stop è in vigore dal lunedì al venerdì con orario dalle 8 alle 19.

 

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con relative limitazioni al traffico veicolare, verranno comunicate nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10.

L’elenco completo delle misure antismog, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina: www.comune.torino.it/emergenzaambiental

2022 Anno dello Sviluppo sostenibile della Montagna

ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU DICHIARA IL 2022 ANNO INTERNAZIONALE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA MONTAGNA. UNCEM: UNA GRANDE NOTIZIA A VENT’ANNI DAL 2002. CELEBREREMO 70 ANNI DI UNCEM IN UN ANNO SPECIALE

Il 2022 sarà l'”Anno internazionale dello Sviluppo sostenibile della Montagna”. Lo ha stabilito  l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Una notizia e una scelta importantissime, secondo Uncem. L’Anno internazionale cade esattamente a vent’anni dal precedente, il 2002. Il 2022 sarà peraltro anche quello dei 70 anni di Uncem. Che dunque celebrerà il “compleanno” in un anno speciale.

“L’ONU – si legge nella nota ufficiale diffusa – inviterà tutti gli Stati membri, il sistema delle Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali e regionali e le parti interessate, tra cui la società civile, il settore privato e il mondo accademico, a osservare l’Anno al fine di aumentare la consapevolezza delle problematiche connesse”. Il rappresentante del Kirghizistan, introducendo la Risoluzione in materia, ha affermato che le montagne sono l’habitat di specie uniche di flora e fauna e che i paesi di montagna costituiscono tipi unici di ecosistemi e i problemi che devono affrontare a causa del cambiamento climatico sono specifici. Pertanto, l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, così come lo sviluppo sostenibile in questi paesi, richiedono l’attuazione di una serie speciale di misure che rispondano alle loro esigenze. La Risoluzione invita tutti gli Stati membri e le organizzazioni internazionali e regionali e altre parti interessate a osservare l’Anno internazionale per aumentare la consapevolezza dell’importanza dello sviluppo sostenibile della montagna. La proclamazione dell’Anno internazionale dello sviluppo sostenibile delle montagne non solo riconosce la necessità di preservare il sistema di supporto vitale globale indispensabile per la sopravvivenza dell’ecosistema globale, ma fornisce anche una solida base per ulteriori lavori sostanziali sullo sviluppo della montagna, avendo così un vero significato globale per il futuro dell’umanità, ha detto.

“È una grande notizia per tutti, per tutti gli Stati – evidenzia Marco Bussone, Presidente Uncem – Alla proposta del Kirghizistan nella Risoluzione ha lavorato intensamente l’Italia. E voglio ringraziare in modo speciale Rosa Laura Romeo, alla guida della Mountain Partnership della FAO, della quale Uncem fa parte, che ha agito con un’azione diplomatica importantissima per raggiungere la votazione della Risoluzione all’Assemblea ONU. Nel 2022 potremo avviare una serie di iniziative e analisi, politiche e opportunità a caratura internazionale. Con tutti gli Stati che faranno la loro parte. Italia ed Europa sono certo guideranno il percorso e i processi. Uncem farà la sua parte nel settantesimo di fondazione, che abbiamo aperto con l’Assemblea nazionale che si conclude oggi”.

Smog: diesel euro5, blocco confermato fino a mercoledì 29

Non migliora la qualità dell’aria e restano confermate fino a mercoledì 29 dicembre le misure anti smog.

In base alle nuove rilevazioni, Arpa Piemonte ha confermato il semaforo rosso che prevede il blocco per veicoli diesel, sia auto che vetture commerciali, fino alla categoria Euro 5, dalle 8 alle 19.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con relative limitazioni al traffico veicolare, verranno comunicate nelle giornate di mercoledì, venerdì e lunedì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10.

L’elenco completo delle misure antismog, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina: www.comune.torino.it/emergenzaambie

Gruppo Marazzato in crescita a difesa dell’ambiente

Gruppo Marazzato L’impresa fondata nel 1952 da Lucillo Marazzato oggi conta 284 dipendenti, 8 sedi, mezzi di ultima generazione e un fatturato 2021 che si attesta a quota 57,5 milioni di euro.

Gruppo Marazzato cresce, e diventa grande impresa. L’azienda leader italiana nelle soluzioni per l’ambiente, inclusi servizi ecologici, bonifiche e gestione della filiera dei rifiuti industriali, nata come ditta individuale nel dopoguerra il 17 Maggio 1952 e via via evolutasi sino a diventare solida PMI, oggi conta più di 280 dipendenti, 8 sedi e un parco mezzi d’opera costantemente aggiornato.

È con queste solide premesse che l’azienda si appresta nel 2022 a tagliare l’ambito traguardo dei settant’anni. Negli ultimi cinque anni, la realtà fondata dall’indimenticato Lucillo Marazzato ha raggiunto obiettivi importanti, a cominciare dal fatturato, che dai 33 milioni del 2016 ha toccato quota 57,5 milioni di euro.

Un grande balzo in avanti trainato principalmente da due grandi direttrici: quella della divisione bonifiche, passata dai 3,5 milioni di euro del 2016 ai circa 20 del 2021, e quella della piattaforma polifunzionale di Azzurra Srl, società del Gruppo che gestisce l’impianto di stoccaggio e smaltimento solidi e liquidi.

La struttura di Villastellone, nel torinese, è passata infatti da un volume lordo di 6 milioni nel 2018 ai 9,5 milioni del 2019 per proseguire la propria ascesa anche nell’ultimo biennio, con la messa a regime del ‘Centro Ricerca e Sviluppo’ grazie anche ad azzeccate partnership con realtà di primo piano quali il Politecnico di Torino.

Molteplici i risultati conseguiti nel 2021 dall’impresa contraddistinta dal marchio con l’elefantino dal naso all’insù, a cominciare dal ‘Best Managed Companies’ assegnatole per la seconda volta dalla nota agenzia di rating internazionale ‘Deloitte’ tra le primarie e più solide realtà industriali italiane, e il ‘Premio Industria Felix’ che ne certifica ulteriormente l’efficienza nellagestione.

L’incremento del personale si è diviso equamente tra operativi e tecnici, al fine di aumentare le risorse umane atte a proseguire nella strada della crescita costante e sostenibile che contraddistingue il nostro asset e la modalità con cui siamo abituati a fare impresa. Guardiamo al nuovo anno e al 70° Anniversario ormai alle porte con gratitudine al passato per il percorso sin qui compiuto per aprirci in modo solido e fiducioso al nuovo mondo che avanza impegnandoci sempre più in formazione, cultura d’impresa, innovazione e divulgazione grazie ai benefici della tecnologia Blockchain applicata alla filiera del rifiuto”, chiosano i fratelli Alberto, Davide e Luca Marazzato, terza generazione di imprenditori alla guida dell’azienda di famiglia dopo il nonno Lucillo e il padre Carlo, oggi il più grande collezionista europeo di mezzi storici pesanti del Novecento con oltre 250 esemplari perfettamente restaurati.

Riqualificazione fiumi e laghi, al via il bando 2022

Quasi tre milioni di euro dalla Regione per ridurre i rischi idraulici e preservare lo stato ecologico di fiumi e laghi piemontesi. Il presidente Cirio e l’assessore all’Ambiente Marnati: “Interventi fondamentali per affrontare le criticità e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici”

Per il quinto anno consecutivo la Regione stanzia fondi per riqualificare fiumi e laghi del Piemonte: dal 2018 ad oggi sono stati erogati circa 9 milioni di euro per realizzare 46 interventi tra i quali figurano, ad esempio, l’adeguamento di opere idrauliche con dispositivi per la risalita della fauna ittica, la gestione conservativa della vegetazione perifluviale, il recupero di aree umide come risorgive, rami laterali e lanche, che hanno interessato 3 laghi, 30 corsi d’acqua e un canale di particolare valore naturalistico. Un’attenzione sempre più crescente quella della Regione che di anno in anno ha destinato a questo specifico capitolo somme via via più cospicue passando da poco più di 1 milione e 300mila euro, messi a bando nel 2018, ai 2 milioni e 900mila euro stanziati per il bando 2022. Solo con il bando del 2021 sono stati finanziati 13 progetti, per un totale di 2 milioni 871mila euro, che hanno coinvolto 30 Comuni, una Provincia (quella di Asti) e 3 Parchi.

“Le azioni di riqualificazione fluviale e lacuale – commentano il presidente della Regione, Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – si inseriscono tra gli strumenti di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici e sono uno strumento di attuazione del Piano di Tutela delle Acque recentemente approvato dal Consiglio regionale in revisione e in aggiornamento alla precedente versione datata 2007. Si tratta di interventi fondamentali per affrontare le criticità di fiumi e laghi e per prevenire quanto sta accadendo, anche nella nostra regione, per effetto dei cambiamenti climatici”.

Obiettivi degli interventi sono quelli di ridurre l’inquinamento dei nutrienti di origine agricola, migliorare la continuità longitudinale, come ad esempio con la realizzazione di passaggi per pesci o la demolizione di dighe; migliorare le condizioni idromorfologiche e adottare misure per aumentare l’efficienza idrica.

Beneficiari dei finanziamenti Comuni, in forma singola o associata, Province, Città Metropolitana, gli Enti gestori delle aree naturali protette e dei siti della rete Natura 2000.

Le domande dovranno essere presentate entro le ore 12 del 5 maggio 2022.

Gli uffici regionali sono a disposizione per ogni informazione e per orientare le amministrazioni che intendono proporre la candidatura.

Smog alle stelle: tutti i diesel fermi eccetto gli Euro 6

Arpa, Agenzia regionale per l’ambiente ha confermato il livello Rosso del semaforo antismog per Torino e i 32 comuni contigui. Attivo anche il livello arancione con blocco  fino agli Euro diesel 4 per i comuni delle zone definite dal Protocollo operativo per l’attuazione delle misure urgenti antismog: sono 43 centri tra pianura e collina e i sette capoluoghi di provincia piemontesi.
Restano in vigore le misure dei giorni scorsi: sino a lunedì 27 dicembre – anche  Natale e Santo Stefano – non possono viaggiare  i veicoli diesel fino a Euro 5 compresi quelli con dispositivo Move In, ovvero circoleranno solo gli Euro diesel 6. Lunedì poi saranno ricontrollati i livelli di Pm10 e dai risultati si deciderà se proseguire o meno con i blocchi.

Il Politecnico inventa il  labirinto che imprigiona il rumore

Pannelli antirumore a struttura labirintica inventati da sei studenti dell’Alta Scuola Politecnica dei Politecnici di Milano e di Torino

 Pannelli antirumore basati su metamateriali “labirintici” in grado di assorbire le onde sonore trasmesse nell’ambiente. Questa nuova tecnologia, progettata da sei studenti dell’Alta Scuola Politecnica (ASP), il programma internazionale riservato ai migliori studenti del Politecnico di Milano e del Politecnico di Torino, promette un’importante attenuazione del rumore, ottenuta grazie alla struttura interna dei pannelli. Tali strutture, definite “metamateriali” perché superano le potenzialità dei materiali convenzionali, hanno dalle proprietà acustiche innovative. Le loro prestazioni non sono dovute ai componenti con cui sono prodotti, ma alla loro forma geometrica labirintica, riproducibile facilmente. I settori di applicazione sono vari, dall’edilizia all’automotive, fino agli impieghi domestici.

Leonardo Bettini, Venus Hasanuzzaman Kamrul, Emanuele Musso, Fabio Nistri, Davide Piciucco e Matteo Zemello sono i sei studenti dell’ASP che hanno ideato il pannello. Le strutture labirintiche presenti all’interno fanno riflettere più volte l’onda acustica, che lentamente si riduce fino ad auto cancellarsi. È come se il rumore acustico si “perdesse” all’interno del labirinto. Queste strutture sono in grado di smorzare più tipologie di rumore: dai suoni a media frequenza, tipici del parlato e di alcuni strumenti musicali, fino a quelli a bassa frequenza, causati dai motori.

Il lavoro ha dimostrato che i metamateriali labirintici hanno un elevato potenziale, in quanto la loro struttura leggera, poco ingombrante e fabbricata al 100% tramite la stampa 3D, rende possibile la costruzione di prodotti acustici con plastiche di scarto, senza compromettere le performance del pannello, ma riuscendo ad abbattere i costi finali. Un possibile settore d’impiego potrebbe essere quello dell’aeronautica. L’applicazione del pannello nella fusoliera di un aereo consentirebbe sia di isolare i passeggeri all’interno dal rumore esterno, sia di ridurre l’inquinamento acustico ambientale provocato dal velivolo.

Il progetto è stato testato e validato al Dipartimento Energia-DENERG “Galileo Ferraris” del Politecnico di Torino, con il supporto dei professori Federico Bosia, Louena Shtrepi e Antonio Gliozzi. Inoltre è stato coinvolto come partner industriale Phononic Vibes, impresa nata nel 2018 come spin-off del Politecnico di Milano. Il progetto proseguirà nell’ambito del percorso di ricerca europeo FET – Boheme, coordinato dall’Università di Trento e in cui sono coinvolti tra gli altri, il Politecnico di Torino, l’Imperial College di Londra e il Politecnico Federale di Zurigo (ETH).

ASP

L’Alta Scuola Politecnica (ASP) è un percorso biennale di eccellenza, parallelo alla Laurea Magistrale, avviato nell’autunno del 2004 dai Politecnici di Milano e di Torino. Ogni anno ASP seleziona, sulla base di merito e capacità individuali, 150 giovani di talento (90 al Politecnico di Milano e 60 al Politecnico di Torino) tra gli studenti che hanno terminato il percorso di laurea triennale nei tempi previsti, e che si iscrivono a un corso di Laurea Magistrale del Politecnico di Milano o di Torino. Gli studenti ASP formano una community proveniente da circa 20 paesi diversi; più di un terzo di loro sono donne. La lingua ufficiale di ASP è l’inglese.