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Carburanti puliti per l’aviazione

ACCORDO TRA MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILI (MIMS) E POLITECNICO DI TORINO

 

L’analisi svolta da due Dipartimenti dell’Ateneo torinese (DENERG e DIGEP) proporrà nuove misure di regolazione nel settore dei carburanti di nuova generazione

Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) e il Politecnico di Torino hanno sottoscritto un importante accordo di collaborazione della durata di tre anni volto ad analizzare e promuovere l’utilizzo di nuovi carburanti sostenibili nel settore dei trasporti, con specifico riferimento al settore dell’aviazione. L’obiettivo è quello di definire, in collaborazione con ENAC, una roadmap nazionale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del settore, la sua integrazione nelle iniziative Internazionali (UN-ICAO) ed europee, e il monitoraggio dello stato di avanzamento delle politiche di settore e della loro implementazione.

In particolare, sul piano tecnologico-industriale, sarà analizzato e monitorato lo stato di sviluppo dei processi nel settore dei biofuels per aviazione (Sustainable Aviation Fuels – SAF), lo sviluppo di possibili scenari per la definizione di una roadmap per l’introduzione a larga scala dei SAF, la valutazione, in ottica del pacchetto europeo Fit for 55 (che contiene proposte legislative per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green Deal), del potenziale di decarbonizzazione del settore, nonché l’analisi dell’evoluzione della normativa tecnica del settore. Sul piano economico, l’analisi riguarderà l’evoluzione dei costi di produzione dei SAF, nonché lo studio di eventuali proposte di policy o regolatorie per favorirne la diffusione e l’utilizzo.

La collaborazione, coordinata per il Politecnico dal professor David Chiaramonti del Dipartimento di Energia (DENERG) e realizzata con il coinvolgimento di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione (DIGEP) diretti dal professor Carlo Cambini, si svilupperà attraverso lo studio delle misure di regolazione nel settore dei carburanti sostenibili per aviazione, sia da un punto di vista tecnico-industriale, sia di policy/regolamentazione ed economico. Il Politecnico metterà a disposizione le proprie competenze multidisciplinari e favorirà l’interazione con soggetti e strutture (accademiche e industriali, nazionali e internazionali) cui lo stesso partecipa o con cui stabilmente collabora e supporterà il Ministero nei rapporti con i principali stakeholders nazionali e internazionali.

“La progressiva decarbonizzazione del settore aereo – nota il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini è un processo complesso che sta mobilitando le imprese del settore, gli enti regolatori e i Ministeri di moltissimi Paesi, in un’ottica di cooperazione internazionale. Con questo accordo il nostro Paese sarà in grado di elaborare e avanzare nei diversi consessi internazionali dove si definiscono le regole comuni proposte basate su solide analisi tecnico-economiche, nonché di definire gli interventi necessari per accompagnare nella trasformazione in atto un settore cruciale per l’economia del Paese”.

 

Secondo il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco: “Il progetto di collaborazione con il MIMS è un importante passo avanti per studiare nuovi strumenti di policy a supporto della decarbonizzazione del settore dei trasporti in primis, così come dell’intero sistema economico Italiano, temi centrali nell’agenda dei prossimi anni del nostro Ateneo e del supporto che intendiamo dare allo sviluppo sostenibile del nostro Paese”.

Tutti gli eventi per i 100 anni del parco del Gran Paradiso

12 agosto

Ceresole Reale

Una festa per l’acqua sorgente di vita

Parlando di risorse naturali è d’obbligo onorare l’acqua. Per questo il Parco ha deciso di dedicare ad essa l’evento centrale dell’estate, quello del weekend di Ferragosto. A Ceresole l’acqua è un simbolo sotto più punti di vista: qui esiste un famoso lago artificiale sorto per la produzione di energia idroelettrica, ma il territorio comprende anche numerosi laghi alpini, serbatoi di acqua naturale derivante dalla regressione dei ghiacciai, luoghi di intensa vita per piccoli animali la cui sopravvivenza è stata minacciata da specie non autoctone. La giornata prevede quindi eventi in cui verrà raccontato come il Parco sia riuscito a riportare questi laghi ad ecosistemi naturali, in stretta connessione con gli ambienti circostanti e i relativi habitat per specie emblematiche dell’alta quota.

 

Al mattino

escursione guidata lungo il sentiero del Grand Ru; attività con i ricercatori del Parco in occasione della Giornata della Biodiversità al lago Pellaud

 

Al pomeriggio

a Bruil, spettacolo teatrale sul tema della montagna e suoi misteri e laboratorio creativo per i bambini; tavola rotonda sui cambiamenti climatici e la biodiversità con Enrico Camanni  e i ricercatori del Parco in frazione Pellaud

 

In serata

Proiezione e musica dal vivo in frazione Chanavey

 

 

13 agosto

RHÊMES-SAINT-GEORGES

La festa della segale

A Rhemes-Saint-Georges verrà ripreso il discorso avviato a Valprato Soana, ma affrontando la conoscenza della segale, un cereale millenario che fertilizza il suolo e resiste al freddo e alla siccità. Durante l’evento si terrà incontro sul tema dei cereali nell’alimentazione e nutrizione degli sportivi, ma si potranno anche scoprire i segreti della panificazione partecipando ai laboratori presso il forno del villaggio e naturalmente non mancheranno le degustazioni di prodotti tipici. Saranno inoltre organizzate escursioni guidate nella zona.

 

 

Al mattino

panificazione al forno del villaggio; escursioni guidate e degustazioni di prodotti tipici

 

Al pomeriggio

a Maison Pellissier, incontro sul tema dei cereali nell’alimentazione e nutrizione degli sportivi

 

 

14 agosto

VILLENEUVE

Il festival del vino doc valdostano – aspettando i “barmé”

Affrontando il tema del cibo e dei frutti della terra non si poteva tralasciare l’argomento vino. Questo elisir di ebbrezza, gioia e amicizia ha accompagnato le civiltà dalle popolazioni più antiche fino a oggi, i miti e le poesie del mondo classico. Le coltivazioni dei vigneti in montagna sono estreme e decisamente caratteristiche, così come i vini prodotti dalle aziende che per la loro qualità, sono entrate nel circuito degli operatori della rete tutelata e promossa dal Parco. Il 14 agosto, Villeneuve ospiterà il Festival del vino D.O.C. valdostano di montagna e dei prodotti gastronomici D.O.P. della Valle d’ Aosta, inserendosi così nel calendario delle celebrazioni per i 100 anni del PNGP.

 

Al pomeriggio

Festival del vino doc valdostano e mercatino dei prodotti tipici; escursioni guidate

 

Dalle 18

Spettacolo teatrale dedicato al tema del vino e degustazioni guidate nei Barmé

 

 

19 agosto

Introd

Spazi d’ascolto: concerto per paesaggio sonoro e strumento solista

Un appuntamento che richiama l’attenzione sui suoni della natura. Ad Introd si terrà infatti un concerto che integra i suoni del Parco Nazionale Gran Paradiso, registrati e mixati in un paesaggio sonoro dinamico e coinvolgente, con i suoni della musica, eseguita da Silvia Chiesa, grande interprete della musica contemporanea internazionale. Per entrare nell’atmosfera del concerto, l’evento sarà anticipato da un’escursione al crepuscolo accompagnata da una guida del Parco che affronterà il tema del silenzio come condizione per l’ascolto della natura: i canti degli uccelli, l’aria e gli insetti volatori, gli animali notturni.

 

Al pomeriggio

escursione crepuscolare con guida del Parco verso Croix de Bouque

 

Alla sera

concerto con Silvia Chiesa nell’ambito del Festival Spazi d’Ascolto

 

 

 

 

www.pngp.it/100anni

L’uomo e la montagna in mostra a Sauze d’Oulx

Jahan Pari fa il pane in un villaggio iraniano, un pastore si riposa sui monti Zagros, la patata delle Ande e le saline peruviane, un cacciatore della Mongolia con l’aquila dei monti Altai e poi i nomadi tibetani, i villaggi e le montagne in Cina, Indonesia e Vietnam, gli uomini delle renne e le slitte nella neve in Russia, i paesaggi del Marocco e del Ciad.
C’è l’Africa ma soprattutto c’è molta Asia e Sud America nelle fotografie di Carla e Giorgio Milone, compagni nella vita e nella passione per girare nei luoghi più remoti e sperduti del mondo con la macchina fotografica al collo. Sessant’anni di viaggi e di emozioni per scoprire angoli di mondo che possono ancora stupire per la loro bellezza. Quasi sempre luoghi lontani dal turismo di massa e dalle località famose, luoghi nei quali i due fotografi ci sono tornati anche più volte per studiare e approfondire la cultura indigena e la presenza dell’uomo. Si resta affascinati davanti agli scatti fotografici degli autori. Le immagini, gli sguardi, i colori, i paesaggi parlano più di qualsiasi parola scritta. Viaggi, ricordi e fotografie si possono ammirare nella mostra “ L’uomo e la montagna” allestita nella sala conferenze dell’Ufficio del Turismo di Sauze d’Oulx, fino al 4 settembre, ingresso libero.

Carla e Giorgio Milone, autori di diverse pubblicazioni fotografiche e narrative, alcune delle quali presentate al museo Mao di Torino, ci portano là dove “il viaggio, qualunque viaggio, è solo l’inizio di infinite storie e ogni fotografia è l’inizio di una storia”.
Lo stretto rapporto tra l’uomo e la montagna è l’anima della rassegna che fa scoprire, per esempio, come una parete di roccia si trasformi in un rifugio in un villaggio dell’Iran oppure mette in risalto le singolari somiglianze esistenti tra i paesi dell’Alto Atlante Marocchino e i villaggi himalayani fino agli scenari abitati dai nomadi oltre gli Urali, nella tundra tra pietraie e mulattiere, tra riti ancestrali e silenziose preghiere.
Filippo Re

Recupero fauna selvatica: in arrivo i fondi

I Cras del Piemonte, i Centri di recupero della fauna selvatica, per l’anno 2022 potranno contare su una dotazione finanziaria di 100 mila euro complessivi per il rimborso di una parte delle spese sostenute nel 2021.

Lo ha stabilito oggi la Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e cibo, approvando la delibera a favore delle strutture che appartengono alla rete regionali: Cras della L.I.P.U. di Asti con sede a Tigliole; Cras di Bernezzo (CN); Cras Centro Cicogne e Anatidi di Racconigi (CN); Cras Dr. Uberto Calligarich di San Bernardino Verbano (VB).

Per l’assessore all’Agricoltura si tratta di garantire anche per questo anno il sostegno per il ruolo fondamentale che ricoprono sul territorio piemontese attraverso le attività di soccorso, cura e degenza della fauna selvatica in difficoltà.

Comune Rivalta, Tav: “Il progetto va migliorato per la tutela del territorio”

Ora più che mai è necessario proseguire il confronto e la discussione costruttiva con RFI per elaborare il miglior progetto possibile per la città.

A ribadirlo ancora una volta, sia al Prefetto di
Torino che al Commissario straordinario, è stata l’amministrazione comunale di Rivalta,
intervenuta il 22 luglio scorso al secondo incontro dell’Osservatorio tecnico per la realizzazione
dell’asse ferroviario Torino-Lione.

Questo perché, come emerso durante l’incontro e come riportato nella newsletter
dell’Osservatorio consultabile al link https://www.otinord.it/allegati/6993.pdf, «per quanto
riguarda la nuova linea Avigliana–Orbassano, in forza dell’Ordinanza del Commissario
Straordinario del 5 maggio scorso, RFI ha avviato la progettazione definitiva dell’intervento».

«Il lavoro di progettazione – ha spiegato il vicesindaco di Rivalta Agnese Orlandini – che vede
anche il supporto della consulenza di META, sarà lungo e complesso. Al momento si è riusciti a
prevedere la rimodulazione di un segmento della tratta, principalmente finalizzata alla
conservazione delle residenzialità e alla tutela del patrimonio di San Vittore». «Ma – aggiunge il
vicesindaco – restano ancora criticità importanti, soprattutto in merito alla realizzazione della duna,
alla cantierizzazione e alle interferenze con la viabilità oltre che alla mitigazione degli impatti
idrogeologici e ambientali». A oggi queste criticità non sono state ancora recepite dai tecnici di
RFI e Italfer che hanno il compito di redigere il progetto.

Considerazioni analoghe sono emerse anche in occasione della conferenza stampa organizzata
dall’Unione Montana Valle Susa ad Avigliana il 21 luglio, durante la quale è stata illustrata la nota
inviata alle Commissioni Trasporti di Camera e Senato, al Commissario, alla Regione Piemonte e a
Città Metropolitana. Il documento chiede una rivalutazione e un aggiornamento dei futuri
scenari di traffico, anche in funzione delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie di
distanziamento dei treni. Tale aggiornamento, alla luce dei nuovi scenari europei post pandemici
e bellici, consentirebbe una revisione delle conclusioni assunte dall’Osservatorio nel 2017, in
merito alla possibile saturazione della tratta esistente Avigliana–Orbassano e alla reale necessità
del potenziamento infrastrutturale previsto attraverso la realizzazione di una nuova tratta tra
Avigliana e Torino (la variante Collina Morenica).

Il 27 luglio, infine, si è svolta a Palazzo civico una Commissione consiliare congiunta Opere
pubbliche e Politiche del territorio aperta al pubblico, nella quale il consulente della società
META ha illustrato i percorsi migliorativi sulla progettazione intrapresi con RFI. In
quell’occasione l’amministrazione ha ribadito la volontà di perseguire nella richiesta di un
aggiornamento dei dati di scenario futuro in quanto ritiene doveroso, pur continuando a
interagire con il Commissario Straordinario ed RFI, lavorare per attenuare l’impatto dell’opera e
approfondire la necessità di una nuova linea.

Ridurre i costi energetici per usi pubblici e per l’industria del Turismo

Ridurre i costi energetici per usi pubblici e per l’industria del Turismo: è questo il lungimirante obiettivo che la Regione Piemonte con l’Assessore all’ambiente, energia, innovazione e ricerca Matteo Marnati e il Consigliere Valter Marin hanno voluto illustrare, incontrando gli operatori  e i Comuni delle Alte Valli Susa e Chisone, lunedi 1 agosto.

La soluzione può venire dal modello innovativo e il primo in Italia realizzato da Acea Pinerolese Energia(Acea Energie Nuove)  con le comunità energetiche condominiali e territoriali presentate nel corso dell’incontro dall’Amministratore Unico, Francesco Carcioffo.

La transizione energetica nelle stazioni sciistiche e nelle località turistiche delle montagne diventa un imperativo che interseca il risparmio, all’ambiente e alla sostenibilità.

Nel corso della mattinata l’Ing Carcioffo ha infatti presentato le enormi potenzialità delle Comunità energetiche condominiali per i condomìni e per le strutture di accoglienza turistica che possono così ridurre il consumo energetico da fonti fossili di oltre l’80%, grazie alla realizzazione di vere e propri strutture efficientate che attraverso cappotti, pareti ventilate o insuflaggio, l’utilizzo di infissi a doppio vetro, e grazie alla realizzazione di comunità energetiche a livello di condominio dove prende corpo l’autoproduzione e l’autoconsumo dell’energia fotovoltaica prodotta sul tetto per fornire l’elettricità per i singoli appartamenti e per alimentare una pompa di calore ad alta efficienza ed abbattere l’utilizzo del gas naturale, attualmente largamente usato per il riscaldamento residenziale.

Gli edifici montani che tipicamente necessitano di molta energia potranno più che dimezzare il fabbisogno di energia termica per riscaldarsi e ridurre di circa il 90% delle fonti fossili rispetto ad ante intervento.

Fin qui l’aspetto abitativo e di accoglienza turistica, ma il concept presentato da Acea, vede un livello di coinvolgimento sovraterritoriale e di realizzazione di Comunità energetiche territoriali che mettano a sistema le strutture di accoglienza turistiche efficientate, esse stesse Comunità energetiche su scala di edificio, che si possono unire in diversi cluster con le varie impiantistiche di produzione di energia rinnovabile prodotta sul territorio (fotovoltaico, eolico e idroelettrico) esistenti, da censire e implementabili in futuro per dare vita alla prima Stazione Sciistica Rinnovabile e quasi totalmente autonoma sul fronte energetico.

Acqua, vento, sole e biomasse, tipicamente abbondanti sulle vette alpine, possono così diventare nello scenario presentato da Acea, i tre gregari di una transizione energetica d’alta quota e un industria turistica tendente allo zero emission e a basso impatto energetico. Questi tre elementi naturali possono diventare anche una fonte di sviluppo di una economia delle energie rinnovabili che si affianca a quella del turismo per servirla e aiutare gli operatori ad abbattere di molto i costi energetici, ma creando al contempo un ulteriore indotto e fonte di lavoro nelle aree alpine.

 

“I grandi scenari energetici in evoluzione in Europa – ha dichiarato Matteo Marnati Assessore all’ambiente, energia, innovazione e ricerca della Regione Piemonte – ci impongono di trovare formule alternative per abbattere l’aumento dei costi dell’energia e ridurre la dipendenza dalle fonti combustibili come il gas. Le comunità energetiche diventano protagoniste per andare incontro a queste esigenze e soddisfare esigenze ambientali, sociali ed economiche. La Regione Piemonte punterà molto sulla costituzione delle comunità energetiche ambendo a diventare la regione più virtuosa a livello nazionale.

“Prima importante riunione con Sindaci, presidenti Unioni Montane Comuni Olimpici Via Lattea e Alta Valle Susa, operatori ed imprese del territorio – ha detto il Consigliere Regionale Valter Marinper illustrare una eccezionale opportunità di costituire più comunità energetiche finalizzate ad una decisa riduzione dei costi energetici che puntino all’autoconsumo. Industria del Turismo green che punta sulle energie rinnovabili”

Rinnovabili, risparmio e comunità energetiche ad alta quota sono un volano di crescita per le nostre montagne – ha detto l’ing. Carcioffo AU di Acea Energie Nuove (Acea Pinerolese energia Srl ) – questo il concetto che abbiamo presentato a livello preliminare come possibilità di studio da realizzare sul territorio delle alte valli. Un’idea lungimirante, quella proposta nel corso dell’evento realizzato e voluto dalla Regione Piemonte a Cesana, che può diventare un volano di business, sostenibilità e riduzione dei costi energetici, attraverso l’esportazione del concetto di comunità energetiche in montagna, luogo dove il fare comunità è da sempre un elemento fondante per la crescita. Un’opportunità nuova per dare risalto a questa vocazione territoriale e per rilanciare le montagne.”

 

Sul trenino nelle miniere di Prali

Felpa, giacca a vento, caschetto, scarpe da ginnastica e via sul trenino alla scoperta della miniera di talco più grande d’Europa, quella di Prali, in Val Germanasca, vallata alpina a una settantina di chilometri da Torino.

Il talco, quel prezioso minerale che viene impiegato in vari settori, dal cosmetico al chimico, dall’alimentare al farmaceutico, abbondava in queste valli e in parte c’è ancora, e per evitare che la chiusura delle miniere ne cancellasse per sempre la memoria è stato realizzato un grande progetto museale. L’obiettivo è quello di valorizzare il lavoro in miniera e di accendere i riflettori sulla cultura e sulla storia di un’intera valle, dalla religione alla cultura valdese, dalla lingua occitana all’economia familiare. Tutto ciò è diventato realtà nell’Ecomuseo delle miniere e della Valle Germanasca. Per andare all’avventura sotto terra e per scoprire segreti e curiosità legati alla vita dei minatori e all’estrazione del talco più puro d’Europa bisogna andare a Prali ed esplorare due miniere, la miniera Gianna e la miniera Paola percorrendo, su un trenino e in parte a piedi, quasi due chilometri di gallerie e cunicoli, senza naturalmente correre alcun pericolo. Tutto è organizzato alla perfezione e la prenotazione è obbligatoria. Il trenino sferraglia nelle gallerie di Prali in assoluta sicurezza. È lo stesso trenino che un tempo portava il “Bianco delle Alpi”, una varietà di talco assai pregiata, e oggi trasporta i visitatori.
All’uscita delle gallerie, al termine del tour, è interessante dare un’occhiata al museo che mette in vetrina gli strumenti utilizzati dai minatori e descrive le condizioni di vita degli stessi lavoratori. Il lavoro minerario ha in passato trasformato radicalmente il modo di vivere degli abitanti e l’ambiente della Val Germanasca. Nelle gallerie venivano impiegati centinaia di minatori, oltre 350, e la miniera di Prali era la più grande d’Europa. Per oltre un secolo e mezzo la coltivazione del talco ha dato un lavoro ai valligiani, un’occupazione stabile e ben pagata, anche se dura e pericolosa, ma pur sempre una valida alternativa all’emigrazione in cerca di fortuna e lavoro. Molti minatori ci lasciavano le penne, non tanto per incidenti in galleria o vittime di esplosioni ma a causa della respirazione della polvere di talco che invadeva i polmoni. Ci si ammalava di silicosi polmonare e molti minatori morivano prima dei settanta anni. Le miniere di Prali sono chiuse dal 1995 ma il talco resiste in valle. Con poche decine di minatori al lavoro e con sistemi più moderni e più sicuri, la vicina miniera di Rodoretto continua a produrre talco pregiato, ogni anno almeno 30.000 tonnellate. La visita nelle gallerie di Prali dura quasi due ore. Le miniere sono visitabili da marzo a novembre, solo su prenotazione. Per informazioni contattare l’Ecomuseo Miniere di Prali, telefono 0121-806987 – info@ecomuseominiere.it. È aperto tutti i giorni tranne il martedì con orario 9,30 -12,30 / 13,30-17,00. E’ obbligatoria la mascherina FFP2. Il biglietto costa 16 euro, ridotto 13,50, scuole 11 euro, gratis 3-5 anni e Abbonamento Torino Musei.      Filippo Re

Torino è nella top ten delle “città fotovoltaiche del 2021”

Roma, Brescia e Treviso sono le prime tre province italiane ad aggiudicarsi il premio di “città fotovoltaiche” del 2021

Ecco come si è chiuso il 2021 per il solare in ltalia e quali sono le prospettive future

Elmec Solar presenta la quinta edizione del Barometro del Fotovoltaico in Italia che mette in evidenza le 10 province d’Italia che si sono distinte per maggior numero di installazioni fotovoltaiche nel corso del 2021. L’analisi mostra che a dicembre 2021 sono 1.061.083 il totale degli impianti collocati nel BelPaese contro i 935.961 dell’anno precedente, con una percentuale di aumento pari a +13% in un solo anno. E il trend è in costante crescita.

 Il 2021 si chiude con dati incoraggianti per l’Italia che ha raggiunto un installato complessivo di oltre 1 milione di impianti su tutto il territorio nazionale, per l’esattezza 1.061.031.
Questa è la prima evidenza emersa dalla quinta edizione del Barometro del Fotovoltaico di Elmec Solar, l’azienda di Brunello (VA) del gruppo Elmec che si occupa di installare e manutenere impianti fotovoltaici residenziali e industriali. Con questa nuova edizione, Elmec Solar ha voluto stilare la classifica delle 10 province italiane più virtuose in termini di approvvigionamento sostenibile; in altre parole, si tratta delle città che hanno installato il maggior numero di impianti fotovoltaici nel corso del 2021.
Oltre a stilare la classifica delle “10 città fotovoltaiche del 2021”, Elmec Solar, offre nel suo periodico Barometro del fotovoltaico una panoramica sullo stato attuale delle rinnovabili in Italia e le prospettive per il futuro.

“In Italia negli ultimi 10 anni si è passati da poco più di 50 megawatt di potenza installata a circa poco più di 60 megawatt” afferma Alessandro Villa Amministratore Delegato di Elmec Solar e Membro del Consiglio di Italia Solare. “Il valore totale delle rinnovabili in Italia rappresenta circa il 16,3 % di cui, una buona fetta (più o meno il 40%), è occupata dall’idroelettrico che è un settore storico in italia e la cui crescita è rimasta costante nel tempo.  D’altra parte invece, Il fotovoltaico rappresenta il 35% che, a sua volta, si traduce in una percentuale pari al 6,7% del totale del valore delle rinnovabili in Italia mentre, il restante, è occupato dall’eolico”. La strada intrapresa è quella giusta, ma serve fare sempre di più per un progressivo allontanamento dai combustibili fossili che sono ancora molto utilizzati e rappresentano fonte di inquinamento”.

Secondo la rielaborazione da parte di Elmec Solar dei dati pubblicati da Italia Solare, sono 10 le province d’Italia che hanno installato il maggior numero di impianti fotovoltaici a tutto il 2021. Le 10 province sono rispettivamente: Roma (40.559 impianti), Brescia (33.330 impianti), Treviso (32.773 impianti), Padova (30.939 impianti), Vicenza (26.949 impianti), Torino (25.838 impianti) , Bergamo (23.371 impianti) , Verona (23.331 impianti), Venezia (23.007 impianti) e Milano (22.340 impianti).
Complessivamente, sono stati installati in Italia circa 80.000 impianti fotovoltaici nel corso del 2021, con una crescita costante nell’arco dei mesi: a marzo 2021 erano 950.160 gli impianti totali installati sul suolo italiano, a giugno 2021 968.711 (+18.551), a settembre 2021 989.687 (+20.976) e a dicembre 2021 1.016.083 (+ 26.393).

Di seguito la classifica delle 10 province italiane che hanno installato il maggior numero di impianti fotovoltaici a tutto il  2021.

CLASSIFICA PROVINCIA Numero totale di impianti a dicembre 2021
1 Roma 40.559
2 Brescia 33.330
3 Treviso 32.773
4 Padova 30.939
5 Vicenza 26.949
6 Torino 25.838
7 Bergamo 23.371
8 Verona 23.331
9 Venezia 23.007
10 Milano 22.340
                                                                       
Fotografia di un’Italia sempre più rinnovabile: il parere della Elmec Solar di Brunello             
In Italia ci sono diversi documenti che fissano gli obiettivi da raggiungere in tema di rinnovabili entro il 2030: il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) e la Strategia nazionale di lungo termine sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
A livello pratico, per raggiungere gli obiettivi del 2030, si dovrebbero installare circa 70 GW di rinnovabili nei prossimi 10 anni, il che significa installare circa 7 GW all’anno.
La missione per incrementare in questo decennio (2020-2030) il parco fotovoltaico di 30-50 GW è certamente impegnativa, ma non impossibile. Oggi giorno risulta più problematico l’approvvigionamento dei materiali, i produttori di pannelli fotovoltaici, ma non solo, sono in difficoltà e si fa sempre più fatica a soddisfare le crescenti richieste del mercato.Per centrare gli obiettivi del 2030, è dunque necessario aumentare la velocità di installazione dei nuovi impianti fotovoltaici a seconda dello scenario di riferimento. Riassumendo quindi gli obiettivi, la capacità globale di energia elettrica da fonti rinnovabili è più che raddoppiata del 2010 e nel 2020 arrivando quasi ai 3.000 gigawatt ora di produzione annua; si tratta di una tendenza che, con molte  probabilità, continuerà ad aumentare negli anni a venire raggiungendo una produzione stimata di 6.000 gigawatt entro il 2029. Questi numeri segnano un evidente successo verso uno  sviluppo sempre più sostenibile nel mondo dell’energia ma, per poter restare sulla cresta dell’onda, è necessaria una ancor maggiore consapevolezza da parte di tutti che è importante andare in questa direzione.
Direzione che, tra l’altro, gioverebbe anche alle finanze visti i rapidissimi tempi di rientro (3-6 anni) di un investimento sul fotovoltaico. Tenendo conto oltretutto della capacità di produzione di energia pulita e garantita per una media di 30-50 anni a seconda della tecnologia installata. È necessario un cambio di paradigma. Abbiamo bisogno di trovare una direzione e mettere in campo azioni concrete. Gli obiettivi dell’agenda 2030 richiedono l’impegno di ognuno. Siamo tutti responsabili.

Giachino: “i ragazzi di Greta e la Tav che non inquina”

Caro Direttore,
Sono padre di tre figli e sì che ogni tanto occorre avere il coraggio di porre domande scomode ai figli. Le domande scomode che i giornali torinesi non hanno posto ai ragazzi di FridayForFuture riuniti per alcuni giorni nel Campus universitario a parlare di clima e che ieri erano in Valle nel corso dell’attacco dei Notav al cantiere di S. Didero con 12 poliziotti feriti .  Inutilmente ho inviato comunicati ai giornali sostenendo che 1/3 dell’inquinamento è causato dal trasporto su strada e che quindi non parlare del trasporto su rotaia e della TAV era profondamente sbagliato.
I giornali sono stati importantissimi nella mia vita e nella Mia formazione . Ho letto Direttori di giornali polemizzare con leader politici e ottenendo risposte e correzioni di linea . Ieri a S. Didero han perso non solo i NoTav violenti….
La TAV insieme a tante altre cose darà una mano a costruire un mondo e a un clima migliore . Il 40% di coloro che muoiono prima causa inquinamento è dovuto dalle polveri sottili generate dal trasporto su strada .
4 anni fa lanciai la battaglia per salvare l’opera ora proseguo per accelerare i lavori e fare la mia parte affinché tra 10-20 anni la metà del trasporto passeggeri e merci vada su rotaia e non inquini.

Mino Giachino
Sitav

Il Gruppo Iren cresce nella produzione energetica green

Con Iren Green Generation – società dedicata allo sviluppo degli asset rinnovabili – e vengono acquisiti ulteriori due progetti ready to build per una capacità complessiva di 30MW

 Iren S.p.A. ha sottoscritto gli accordi vincolanti per l’acquisizione – attraverso la società interamente controllata Iren Green Generation – di autorizzazioni e dei diritti sui terreni per lo sviluppo di due impianti fotovoltaici di potenza complessiva pari a 29,9 MWp siti nel sud Italia per una produzione di circa 50 GWh all’anno.

La costituzione di Iren Green Generation, la nuova area di business del Gruppo dedicata allo sviluppo degli asset rinnovabili, conferma la direzione intrapresa dal Piano Industriale Iren@2030 con l’obiettivo di raggiungere una nuova capacità rinnovabile installata di 2,2 GW in arco piano.

Il prezzo di acquisizione delle autorizzazioni è pari a complessivi 6,1 milioni di euro e gli impianti, una volta in esercizio, genereranno un EBITDA complessivo medio atteso di circa 2,2 milioni di euro all’anno.

Aumentare la produzione di energia rinnovabile grazie all’installazione di nuovi impianti è un obiettivo strategico per Iren – afferma Luca Dal Fabbro Presidente di Iren –ed assume un valore rilevante anche per l’intero Paese, nell’ottica di riduzione della dipendenza da fonti fossili sempre più costose e scarse e come azione concreta per ridurre le emissioni inquinanti”.

La recente acquisizione – commenta Gianni Vittorio Armani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Iren – è un ulteriore passo avanti nel rafforzare il posizionamento del Gruppo nel settore strategico delle rinnovabili e che ci rende sempre più confidenti di accelerare il raggiungimento dei target previsti nel Piano industriale”.