AMBIENTE- Pagina 73

Circoscrizione 6, parte la raccolta degli oli alimentari esausti

A partire dalle prossime settimane il territorio della Circoscrizione 6 di Torino sarà coinvolto nella sperimentazione di un servizio promosso da Amiat Gruppo Iren per la raccolta stradale degli oli alimentari esausti.

Saranno posizionati circa 50 contenitori per la raccolta in aree agevoli al conferimento da parte dei cittadini: l’elenco completo con indirizzo è disponibile nel volantino predisposto per promuovere l’operazione che sarà distribuito nelle prossime settimane e consultabile sul sito internet di Amiat. I contenitori saranno corredati di cartellonistica adesiva che spiegherà la loro funzione e riporteranno sulla superficie un numero di telefono per eventuali segnalazioni di contenitore pieno.

Gli utenti potranno conferire residui degli oli alimentari esausti per uso domestico (es. l’olio da frittura) utilizzando contenitori usa e getta – come ad esempio le bottiglie di plastica usate – riponendo l’intera bottiglia chiusa all’interno del contenitore.

L’olio raccolto verrà trasportato presso uno stabilimento di trasformazione di MPoli srl, la società che svolge il servizio per conto Amiat Gruppo Iren. Il rifiuto verrà trasformato in materia prima secondaria utilizzata direttamente dall’azienda come base per la produzione sperimentale di sapone o rivenduta ad operatori che la utilizzeranno per la produzione di biocombustibili, lubrificanti e materie prime per la cosmesi.

Il recupero dell’olio esausto ha una doppia valenza, ambientale ed economica. Infatti, se conferito in modo non appropriato (ad esempio se gettato nello scarico del lavandino), può generare danni di diverso tipo: se gettato negli scarichi, può causare seri problemi alle condutture, se disperso nella rete fognaria può pregiudicare il corretto funzionamento dei depuratori; infine, se liberato nel sottosuolo, l’olio deposita un film sottilissimo attorno alle particelle di terra e impedisce l’assunzione delle sostanze nutritive. Nel caso raggiunga le falde acquifere, è sufficiente 1 solo litro per compromettere la potabilità di 1 milione di litri di acqua.

Dal punto di vista economico, il recupero dell’olio consente la creazione di prodotti ad elevato valore aggiunto come combustibili ecologici per autotrazione e per la produzione di energia, saponi, lubrificanti vegetali per macchine agricole generando così un circolo virtuoso.

Il servizio che partirà nella Circoscrizione 6 si aggiunge a quello già attivo presso i Centri di Raccolta Amiat e nella Circoscrizione 2, presso Cascina Gaione, dove i cittadini possono versare all’interno dei fusti presenti i loro oli, gettando poi negli appositi cassoni i contenitori di risulta utilizzati per il trasporto.

 

Tornano in vigore le misure antismog

Da mercoledì 15 settembre 2021 entrano  in vigore le misure antismog concordate e decise a livello di bacino padano dalle Regioni con il ministero dell’Ambiente, varate con un provvedimento della Giunta regionale piemontese e adottate dalla Città di Torino con una delibera approvata dalla Giunta Comunale.

Con la delibera vengono introdotte alcune importanti novità sulle limitazioni del traffico. Sono stati in primo luogo uniformati gli orari di blocco, con un unico intervallo compreso tra le ore 8 e le ore 19 valido sia per le limitazioni strutturali che per quelle emergenziali, da adottare per i veicoli adibiti al trasporto persone e per quelli adibiti al trasporto merci.

Novità anche in merito alle esenzioni, che sono state ridotte con l’introduzione del sistema Move-In (MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti) attivo dallo scorso 30 luglio. L’adesione al sistema da parte dei cittadini è volontaria, e comporta l’applicazione di una diversa articolazione delle limitazioni strutturali della circolazione per gli autoveicoli più inquinanti. In base alla categoria emissiva del veicolo corrisponderà un tetto massimo di chilometri che potranno essere percorsi annualmente sull’intero territorio dei comuni che partecipano all’iniziativa, ad esclusione dei periodi di attivazione delle misure temporanee in previsione di situazioni di accumulo critico degli inquinanti. Raggiunto il tetto massimo di percorrenza assegnato, il mezzo non potrà più circolare nelle aree soggette a limitazioni sino al termine dell’anno di adesione al servizio (maggiori informazioni su Move-In sono disponibili sul sito della Regione Piemonte).

Le limitazioni strutturali valide tutto l’anno riguardano il divieto di circolazione dalle ore 0.00 alle 24.00 tutti i giorni (festivi compresi) dei veicoli adibiti al trasporto di persone (categoria M1, M2, M3) e dei veicoli adibiti al trasporto merci (categoria N1, N2, N3) con omologazione inferiore o uguale all’Euro 2 per i veicoli alimentati a benzina e diesel, con omologazione inferiore o uguale a Euro 1 per i veicoli alimentati a GPL e metano.
Dal 15 settembre 2021 al 15 aprile 2022 si aggiungeranno: il divieto di circolazione veicolare dalle ore 8.00 alle 19.00 nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, dei veicoli dotati di motore diesel adibiti al trasporto persone (categoria M1, M2, M3) e adibiti al trasporto merci (categoria N1, N2, N3) con omologazione uguale a Euro 3 ed Euro 4; il divieto di circolazione veicolare dalle ore 0.00 alle 24.00 tutti i giorni (festivi compresi) di tutti i ciclomotori e i motocicli adibiti al trasporto di persone o merci (categoria L1, L2, L3, L4, L5, L6, L7) con omologazione inferiore o uguale a Euro 1. Si ricorda inoltre che per tutti i mezzi a motore vige sempre il divieto di sostare con il motore acceso.

Sono previste ulteriori misure strutturali non legate alla circolazione veicolare: obbligo di utilizzare pellets certificato e divieto di abbruciamento di materiale vegetale ad eccezione unicamente delle deroghe conseguenti a situazioni di emergenza fitosanitaria disposte dalla competente autorità.

In merito alle misure emergenziali, a partire dal 1 marzo 2021 è stato introdotto dalla Regione Piemonte un nuovo meccanismo di attivazione: il nuovo semaforo scatterà sulle previsioni di superamento del valore limite giornaliero di PM10, calcolate con un sistema modellistico integrato di valutazione e previsione meteo. Le limitazioni emergenziali entreranno in vigore il giorno successivo a quello di controllo – stabilito nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì – e permarranno fino al giorno di controllo seguente.

Il livello arancio, da applicare in caso di previsione per la media giornaliera del superamento della soglia di 50 mcg/mc per tre giorni consecutivi, farà scattare il blocco dei veicoli diesel con omologazione uguale a Euro 3 ed Euro 4 adibiti al trasporto persone (categoria M1, M2, M3) e al trasporto merci (categoria N1, N2, N3) anche il sabato e nei giorni festivi, dalle ore 8.00 alle 19.00; il divieto di circolazione si estenderà ai veicoli adibiti al trasporto persone (categoria M1, M2, M3) dotati di motore diesel con omologazione uguale a Euro 5, dalle ore 8.00 alle 19.00 di tutti i giorni (festivi compresi).
Saranno inoltre applicate ulteriori misure non legate alla circolazione: divieto di utilizzo di stufe e caminetti a legna che non sono in grado di rispettare i valori emissivi previsti per la classe 5 stelle; divieto assoluto di combustioni all’aperto; introduzione del limite a 18°C per le temperature negli edifici; divieto di spandimento dei liquami zootecnici, dei letami e dei materiali ad essi assimilati; divieto di distribuzione di fertilizzanti, ammendanti e correttivi contenenti azoto.

Il livello rosso si attiverà nel caso di previsione per la media giornaliera del superamento del valore di di 75 mcg/mc (pari ad 1,5 volte il valore limite giornaliero) per tre giorni consecutivi. A fermarsi saranno anche i veicoli adibiti al trasporto merci (categorie N1, N2, N3) dotati di motore diesel con omologazione uguale a Euro 5, dalle ore 8.00 alle 19.00 di tutti i giorni (sabato e festivi compresi).

Sono previste diverse esenzioni alla circolazione dei veicoli in casi particolari. L’elenco completo sarà disponibile sulla pagina web www.comune.torino.it/emergenzaambientale, che riporterà anche l’elenco delle strade cittadine esentate dai blocchi.

Il sito web della Città e i canali social istituzionali informeranno tempestivamente i cittadini in merito all’applicazione dei livelli di allerta, che verranno comunicati anche dall’ufficio stampa alle testate d’informazione.

Rifiuti e ambiente, Marazzato alla Milano Design Week

Il ‘Gruppo’ , leader nelle bonifiche e soluzioni ambientali, ha presentato in anteprima mondiale i primi materiali edili per arredo urbano e pavimentazione ottenuti con geopolimeri da fanghi di dragaggio e segagione.

Si è conclusa con pieno successo la ‘Milano Design Week’, evento-satellite diffuso su tutto il capoluogo lombardo del ‘Salone del Mobile’, che ha visto la partecipazione del ‘Gruppo Marazzato’ – azienda piemontese leader nelle bonifiche e nella gestione e smaltimento di rifiuti industriali liquidi e solidi dal 1952 – con un proprio spazio specifico all’interno dell’originale mostra ‘RoGuiltlessplastic’ a firma di Rossana Orlandi, ospitata dal 4 al 12 Settembre scorsi presso il ‘Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci’, parte di un progetto internazionale atto a creare consapevolezza sulle tematiche del riutilizzo e del riciclo dei rifiuti.
“Un’utile e stimolante occasione di confronto in cui abbiamo avuto il piacere di condividere le esposizioni del TrashFormation Village, un villaggio visionario dedicato a design, architettura, arte, tecnologia, sport e musica insieme al Politecnico di Torino, che ringraziamo per la preziosa opportunità offertaci”, esordisce soddisfatta Eleonora Longo, Coordinatrice del ‘Centro Ricerca e Sviluppo’ di cui il noto brand vercellese si è recentemente dotato per ampliare nonché approfondire i propri interessi sul tema della ricerca finalizzata a nuove soluzioni per l’ambiente.
“In quel contesto – prosegue – ci è stato possibile presentare in anteprima al grande pubblico il frutto di un progetto nato un paio d’anni fa con il Politecnico di Torino dal titolo ‘Geopolimeri di fanghi di dragaggio e segagione’, consistente nella realizzazione di prototipi di piastrelle per pavimentazione urbana derivati da inerti, per produzione su scala industriale. È stato affascinante vedere i nostri manufatti sperimentali accanto a installazioni, sculture di noti artisti e architetti. Per la prima volta il mondo del design apre al rifiuto, cercandone una nuova dimensione estetica funzionale al completamento e arricchimento insieme di una delle fasi più significative dell’economia circolare: quella legata all’attenzione per il prodotto finale. Abbiamo riscontrato in loco grande attenzione da parte dei visitatori, ricevuto molteplici richieste e soprattutto inaugurato tutta una serie di relazioni umane e professionali che ci incoraggiano nel proseguire con maggiore entusiasmo, impegno e investimento nel cammino sin qui intrapreso”, conclude l’Ingegnere che coordina le attività del polo torinese di ricerca e sviluppo targato ‘Gruppo Marazzato’.

Allarme siccità, fiumi al minimo Pioggia forse a metà settimana

La siccità  preoccupa soprattutto nel sud del Piemonte

Molte  vallate cuneesi e torinesi sono  in condizioni di carenza idrica “estrema”, se  si considerano i 6 mesi di primavera ed estate.

E’ quanto emerge dal rapporto mensile di Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) dopo il terzo agosto più secco degli ultimi 65 anni, peggio solo  il 1961 e il 1962 e sulla stessa linea di 1991 e 2011.

I livelli dei corsi d’acqua sono normali solo nei  bacini di Toce, Cervo. Orco e Dora Baltea, , ma con tendenza al deficit idrico.

 Gli  invasi montani con capienza superiore al milione di metri cubi hanno riserve  al 50%. Nel sud Piemonte in  agosto è mancato l’80% delle piogge, nella zona centro-settentrionale il 50-60%. Ai minimi termini la portata di diversi fiumi: il calo della Bormida a Cassine (Alessandria) al 31 agosto era dell’88%, la Stura di Demonte a Fossano (Cuneo) – 85%. il Pellice a Villafranca Piemonte -80%., il Varaita a Rossana (Cuneo) – 66%. Si attendono piogge  solo per metà  settimana.

(foto Fabio Liguori)

Earthink, il primo festival delle arti performative in Italia dedicato alla sostenibilità

Da Sabato 11 a Domenica 19 Settembre si tiene a Torino la X edizione di Earthink Festival, il primo festival delle arti performative in Italia dedicato alla sostenibilità.

Un programma ricco e accessibile quello di #VISIONARI, che offre spettacoli per qualsiasi fascia d’età. Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito, ma con prenotazione obbligatoria.

E’ possibile sostenere le attività del festival facendo una donazione libera all’Associazione Tékhné tramite Satispay, con la donazione ci permetterai di mantenere l’evento gratuito e accessibile a tutti, grazie!

 

I promotori dicono: “Per festeggiare i nostri primi 10 anni abbiamo deciso di invadere la città:
il centro, le periferie, le aree verdi, i teatri, i luoghi della cultura, gli spazi convenzionali e quelli capaci di stupirci!”

Arena esterna Imbarchino del Valentino – Viale Umberto Cagni, 37 Torino
General Store Scuola Holden – Paizza Borgo Dora, 49 Torino
Padiglione dell’Acqua SMAT – Corso XI Febbraio, 14 Torino
Housing Filanda – Via Beato G. Cafasso, 45 Torino
Parco del Meisino
Parco del Valentino

AmbientAzioni, il bando di Iren cerca progetti di sostenibilità

Al via AmbientAzioni, il bando del Comitato Territoriale Iren di Torino per sviluppare nuovi progetti

 

E’  sul sito www.irencollabora.it, il bando AmbientAzioni, promosso dal Comitato Territoriale Iren di Torino, che anche questanno si propone l’obiettivo di selezionare progetti di sostenibilità ambientale e sociale meritevoli di finanziamento.

Il bando si rivolge alle giovani e ai giovani tra i 18 e i 26 anni di età, invitando loro a proporre un progetto inerente a uno o più dei seguenti ambiti: il risparmio di risorse energetiche e idriche; la riduzione della produzione di rifiuti; la riduzione della produzione di CO2 e la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Il Bando si inserisce nellambito delle attività del Comitato territoriale di Torino che si propone di favorire la partecipazione della comunità locale nella realizzazione di iniziative di sostenibilità per generare una migliore qualità della vita ed è coerente con il nuovo concetto di multicircle economy sviluppato da Iren, nella quale le differenti aree di attività condividono il valore dell’utilizzoresponsabile delle risorse.

I progetti presentati devono rispondere ad una serie di requisiti: essere originali, dimostrare benefici per lacollettività, avere ricadute sul territorio della Città Metropolitana, poter essere replicati in altri contesti, essere immediatamente realizzabili e avere un costo direalizzazione non superiore ai 12.500 euro. In aggiunta a questi criteri, si sottolinea linvito a formulare iniziative chepossano mitigare gli effetti negativi della crisi generata dalCovid-19 e comunque che si possano realizzare anche in presenza di vincoli di distanziamento causati dalla emergenza sanitaria.

La partecipazione è gratuita e aperta a coloro che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 26 anni e siano residenti o studenti nell’area della Città Metropolitana di Torino.

La richiesta di partecipazione, compilata in tutte le sue parti, dovrà essere inviata entro e non oltre il 20 novembre 2021 tramite la piattaforma dei Comitati Territoriali Iren www.irencollabora.it, previo caricamento di tutto il materiale richiesto, seguendo le istruzioni previste.

Per maggiori informazioni www.irencollabora.it comitatiterritoriali.to@gruppoiren.it

La Giornata dell’aria e dei cieli puliti

Il 7 settembre ricorre la seconda Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione A/RES/74/212 del 19 dicembre 2019.  

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani celebra la giornata ed accoglie l’invito dell’ONU all’azione per allineare i nostri sforzi e rivendicare il nostro diritto all’aria pulita.

Il tema del 2021 è “Aria sana, pianeta sano” per dare la priorità alla necessità di aria sana per tutti, nell’ambito degli obiettivi di lotta al cambiamento climatico, della tutela della salute umana e planetaria, nonché degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

La pandemia che stiamo ancora attraversando ha insegnato che l’inquinamento è una questione sanitaria e la cronaca nazionale ci dimostra quanto possa essere pericoloso respirare aria inquinata.

Il Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) sulla qualità dell’aria in Europa, pubblicato il 23 novembre 2020, infatti,  stima che in Italia siano 52.300 le morti premature ogni anno causate da elevati livelli di particolato fine (PM2,5), 10.400 quelle dovute al biossido di azoto (NO2) e 3.000 quelle per l’ozono (O3). Un simile impatto sulla premorienza della popolazione è legato al mancato rispetto da parte del Nostro Paese dell’obbligo sancito dal combinato disposto dell’articolo 13 e dell’allegato XI della direttiva 2008/50/CE del 21 maggio 2008 del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla “qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa” per la cui violazione siamo stati condannati dalla Corte di giustizia europea con sentenza del 10 novembre 2020.

Il Rapporto realizzato dalla Procura di Napoli Nord e dall’Istituto Superiore di Sanità sulle insorgenze di malattie nella «Terra dei Fuochi» come tumore al seno, l’asma, varie forme di leucemie e le malformazioni congenite ha confermato il loro nesso di causalità, o concausalità, con lo smaltimento illegale dei rifiuti e con i roghi con cui quotidianamente la cittadinanza è costretta a convivere.

Ed ancora questa estate abbiamo assistito ad una vera e propria aggressione di intere aree geografiche con incendi dolosi. La devastazione subita dai nostri territori è impressionante, secondo le stime di Coldiretti su dati Effis sono stati registrati il 256% di incendi in più rispetto alla media storica del periodo 2008-2020 che hanno riguardato decine di migliaia di ettari di boschi e macchia mediterranea, con un pesantissimo costo in termini di vite umane, di campi, animali selvatici, pascoli, ecosistemi e in termini economici. Ener2Crowd.com, inoltre, ha quantificato l’incidenza degli incendi di questa estate sulla concentrazione di Co2 nell’aria in un aumento del 7%.

È una situazione allarmante.

Le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno ridotto il limite consentito di particolato di biossido di zolfo, ozono e biossido di azoto nell’aria portandolo da 70 a 20 microgrammi per metro cubo. Tale contenimento, se adottato da tutti gli stati, potrebbe ridurre la mortalità del 15% e ridurre l’incidenza delle malattie dovute a infezioni respiratorie, delle malattie cardiache e dei tumori al polmone.

Tali azioni volte alla diminuzione dell’inquinamento atmosferico contribuirebbero, inoltre, ad un calo nelle emissioni di gas che influiscono sui cambiamenti climatici. Fenomeni, quest’ultimi, ormai notoriamente legati alla nostra salute ed alla civiltà umana, sia perché accelerati dalle attività umane sia perché possono costituire una concreta causa di estinzione di massa del genere umano.

Uno studio del National Center for Climate Restorationaustraliano ha individuato nel 2050 l’anno dell’inizio dell’irreversibile collasso degli ecosistemi della Terra con l’aumento della temperatura globale di 3 gradi per raggiungere i 5 gradi nel 2100. In un simile scenario non sarà la Terra a rischiare concretamente la distruzione, ma l’umanità. La terra vive da quattro miliardi di anni, durante i quali ha attraversato fasi di surriscaldamento anche più drastici di quello a cui ci accingiamo ma mai lo ha fatto negli ultimi duecento mila anni da quando, cioè, esiste l’uomo sulla Terra.

La crisi climatica, dunque, non va affrontata come una questione solamente ambientale ma come una questione principalmente umanitaria.

È per questo motivo che riteniamo che ogni crimine perpetrato contro l’ambiente e gli ecosistemi debba considerarsi un crimine contro l’umanità e la pace.  

Il CNDDU sostiene vivamente l’introduzione dell’ecocidio nel novero dei crimini della giurisdizione della Corte penale internazionale per assicurare una fondamentale garanzia per la tutela ambientale e per le future generazioni.

Come riconosciuto dal Rapporto del segretario Generale dell’ONU UN SG A/73/419, infatti, il regime legislativo ambientale internazionale esistente è frammentato, incompleto, poco chiaro e poco reattivo, per cui urge un intervento legislativo armonizzato tra tutti gli Stati al fine di perseguire l’ecocidio nella più ampia scala possibile.

Le studentesse e gli studenti si apprestano ad affrontare il nuovo anno scolastico con le rinnovate incertezze dovute alla diffusione dei contagi avendo, oggi più che mai, bisogno di aria pulita nelle aule, nelle case, nelle città.

Le aule non hanno ricevuto interventi strutturali di adeguamento alle nuove esigenze anticontagio, né è stato ridotto il numero degli alunni, pertanto, ancora una volta, è affidato agli insegnanti il compito di assicurare la salubrità dell’aria nelle aule scolastiche attraverso la frequente areazione degli ambienti.

Per l’avvio dell’anno scolastico invitiamo le studentesse e gli studenti a riflettere sull’importanza di respirare aria pulita per sensibilizzare la loro attenzione sulle scelte quotidiane di tutta la comunità che possano compromettere tale diritto. Dopo un confronto peer to peer, potranno realizzare un “piano strategico per l’aria pulita per il cielo blu della propria città” da inviare alle autorità comunali che possano recepirne le proposte.

Concludiamo con un monito molto significativo del professor Telmo Pievani (Dipartimento di biologia dell’Università degli studi di Padova): Serve un’azione politica che azzeri il debito ambientale che stiamo lasciando ai nostri figli.

Ispirandoci a quanto sopra lanciamo per la giornata due hashtags: azzera il debito ambientale ed ecocidio crimine contro l’umanità.

#azzeraildebitoambientale

#ecocidiocriminecontrolumanità

prof.ssa Veronica Radici

CNDDU

Greenpeace in piazza a difesa dell’Amazzonia

In vista della Giornata mondiale dell’Amazzonia, che si celebra il 5 settembre, volontarie e volontari di Greenpeace si sono mobilitati anche a Torino in Piazza Carignano, come in molte altre città d’Italia, in difesa della foresta pluviale più importante del Pianeta.


Ai passanti è stato proposto un quiz per sondare la loro conoscenza sulle cause degli incendi e della deforestazione che mettono in pericolo l’Amazzonia. Dalle risposte è emerso come, spesso, i torinesi non siano pienamente consapevoli che gli incendi in Amazzonia sono legati anche ai nostri consumi. Eppure, ogni due secondi, nel mondo un’area di foresta grande come un campo da calcio viene rasa al suolo, soprattutto allo scopo di produrre soia per mangimi e per fare spazio a pascoli di bovini. Ciò accade in particolare in Sudamerica, dove gli incendi sono spesso dolosi. Nell’Amazzonia brasiliana, fra gennaio e luglio di quest’anno sono stati dati alle fiamme oltre ottomila chilometri quadrati.

“La grave perdita di biodiversità va di pari passo con le violazioni dei diritti umani.
Per oltre una settimana a Brasilia seimila persone appartenenti a numerosi Popoli Indigeni del Brasile hanno deciso di attendere insieme l’esito del giudizio della Corte suprema federale brasiliana sul futuro delle terre indigene protette del Paese. Mentre l’Amazzonia brucia, coloro che da sempre sono i custodi della foresta vengono cacciati dalle loro terre”, spiega Martina Borghi, responsabile campagna foreste di Greenpeace Italia.

La distruzione delle foreste è una minaccia per tutti. Ad esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) avverte che il rischio di epidemie aumenta quando gli equilibri naturali sono alterati dalla deforestazione, perché si moltiplicano le occasioni di entrare in contatto con virus e batteri patogeni che dagli animali possono trasmettersi agli esseri umani compiendo un salto di specie (spillover). Insomma, ciò che mangiamo sta facendo ammalare il nostro Pianeta, ma minaccia anche la nostra salute.

Contro i roghi organizzazione, prevenzione, gestione forestale

Organizzazione, prevenzione, gestione forestale. Sono le tre parole chiave del nuovo dossier Uncem sul “post-incendi”, nell’estate segnata dai roghi e dalla distruzione di foreste come mai prima. Un documento di trenta pagine e dieci punti, realizzato dall’Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani, con le proposte al Governo, al Parlamento alle Regioni su come gestire le emergenze ambientali nelle Alpi e negli Appennini.

Il dossier in Pdf è scaricabile qui: https://uncem.it/wp-content/uploads/2021/08/UNCEM-incendi-e-post-emergenza-pianificazione-forestale-ago2021.pdf

“Perché quel fuoco sui versanti non è solo un’emergenza della montagna – spiega Marco Bussone, Presidente Uncem, autore del dossier – Non è solo un problema che riguarda venti o trenta o cento piccoli Comuni della periferia dell’impero. Non sono solo dei boschi che bruciano con il fuoco che spinto dal vento si avvicina alle case e si mangia le ultime baite e gli alpeggi in quota. Le drammatiche settimane vissute nell’estate 2021 sono un ennesimo campanello d’allarme sulle quotidiane sfide dei cambiamenti climatici che toccano Appennini e  Alpi, sulla natura che ha un corso incontrollato e che ci vede poco attenti, sul bosco che svolge delle funzioni che ora non sono più, ma anche su temi sociali, antropologici e istituzionali sui quali aprire gli occhi”.
Uncem lo scriveva nel dicembre 2017 per i grandi incendi delle valli di Susa (famose per la TAV e non solo) e anticipava di fatto quello che in troppi non hanno capito negli ultimi anni. Chi l’Italia è un Paese forestale, fatto di oltre 11 milioni di ettari di bosco. E con questa consapevolezza le Istituzioni, centrali e locali, devono muoversi. Nel fare le leggi, nel definire stanziamenti, nell’approntare strategie e politiche. “Nell’investire 1 miliardo di euro per attuare la Strategia forestale nazionale, che sugli incendi boschivi è chiarissima nelle azioni da mettere in campo“, sottolinea il Presidente nazionale Uncem.
Qualche numero. Il 2019 per l’Italia non era  stato un anno drammatico per quanto riguarda gli incendi boschivi, con numeri di eventi registrati in linea con la media dell’ultimo decennio (4.351) e superfici invece decisamente minori della media (36.034 ettari).Tuttavia, due soli anni prima, nel 2017, gli incendi boschivi sono risultati di gravità molto maggiore, con 7.846 eventi e ben 162.363 ettari coinvolti. Nel decennio in corso, rispetto a quelli precedenti, è calata la superficie media bruciata (72.621 ettari/anno rispetto agli oltre 147.000 del decennio 1980- 1989), segno di una migliorata capacità organizzativa del sistema AIB nel suo complesso, ma il fenomeno risulta ancora molto preoccupante, specialmente nel contesto del cambiamento climatico in atto. I numeri di questa estate sono decisamente diversi. +256%. Tanto sono aumentati i roghi rispetto a un anno fa. Regione più colpita è stata la Calabria. 1 miliardo di euro il costo complessivo degli incendi, tra spegnimento, bonifica, ricostruzione. 400 gli incendi di grande dimensione, che hanno colpito cioè aree di oltre 30 ettari). 5400 gli ettari bruciati in una settimana nel solo Aspromonte, zona simbolo degli incendi dell’estate 2021.
Gli incendi di questi ultimi mesi – in particolare tra luglio e agosto 2021 nelle Regioni appenniniche – dalla Toscana alla Calabria – e in Sicilia e in Sardegna hanno fatto spalancare la bocca con sorpresa a troppe donne e a troppi uomini delle Istituzioni. Sorpresi e non pronti. Troppi non sapevano che siamo un Paese di foreste. Un Paese forestale. Con oltre il 35% di superficie forestale.”Uncem prova a offrire nel dossier gli strumenti che possano essere utili per leggi connesse al post-emergenza incendi boschivi – sottolineano Bussone con i Vicepresidenti Uncem Francesco Benedetti, Flavio Cera, Vincenzo Luciano – all’organizzazione del sistema di allarme ed estinzione nelle Regioni; alla valorizzazione del capitale sociale e umano sui territori per tutelare e gestire il capitale naturale. Dieci punti per lavorare su coesione e impegno degli Enti territoriali. Dagli AIB agli Accordi di Foresta, sino alle Green Communities e alle opportunità della Strategia forestale nazionale per gestire il patrimonio di boschi del nostro Paese. E per dire che la montagna, se non è viva, forte di comunità, si incendia e frana. Siamo un Paese forestale. E di Montagne“.

Negli uffici postali di Torino la nuova carta ricaricabile Postepay Green

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Anche quest’estate è disponibile presso i 420 uffici postali torinesi la nuova carta di pagamento ricaricabile Postepay Green, realizzata in collaborazione con Visa, dedicata ai ragazzi da 10 a 17 anni e prodotta in materiale biodegradabile (composta per l’82% da acido polilattico di origine biologica) all’insegna della sostenibilità.

La gestione della nuova carta è ottimizzata dall’App Postepay, che consente di soddisfare sia le esigenze dei figli che quelle dei genitori: i giovani possono fare acquisti e pagamenti quotidiani in autonomia, in modalità fisica e digitale, o scambiare piccole somme di denaro con i propri amici; i genitori, invece, possono utilizzare l’App per personalizzare l’uso della carta Green in base alle necessità di spesa del momento.