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Verso l’autonomia energetica: quali sfide? La Regione fa il punto

“Verso l’autonomia energetica: quali sfide per le Regioni”, questo il titolo del convegno, moderato da Sandro Baraggioli, presidente di Confservizi Piemonte e Valle d’Aosta, organizzato da Regione Piemonte, che si è svolto  a Torino, presso Combo, e che ha visto la partecipazione dell’assessore all’energia di Regione Piemonte, Matteo Marnati, gli interventi dell’assessore all’Ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro e di Vesa Terävä, Capo Unità European Green Deal, Segretariato Generale della Commissione Europea, del  Direttore Ambiente Energia e Territorio di Regione Piemonte, Stefania Crotta e a seguire l’intervento del professor Fabrizio Pirri, del Politecnico di Torino e del Direttore Ambiente Energia e Territorio di Regione Piemonte, Stefania Crotta.

Obiettivo del convegno analizzare le politiche di investimento e declinare gli interventi possibili, con uno sguardo alle politiche europee.

«Oggi per noi è un momento molto importante – ha esordito l’assessore all’Energia e Innovazione della Regione Piemonte, Matteo Marnati – per delineare gli scenari, che ci mettono di fronte a sfide complesse, con gli obiettivi al 2030 e al 2050. Quando si parla di ambiente non ci si riferisce ad un unico ambito ma a qualcosa di complesso e complessivo. Dobbiamo trovare soluzioni che coniughino ambiente, economia e aspetto sociale, e per fare questo dobbiamo lavorare insieme. La tecnologia ha fatto passi da gigante, ma la transizione ecologica richiede tempo e lavoro di squadra. Dobbiamo dunque puntare sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico. Abbiamo una realtà industriale importante, siamo pronti con progetti e stiamo aspettando la pubblicazione dei decreti da parte del Governo. Fondamentale resta il confronto costruttivo con le altre regioni perché dalla collaborazione e dal confronto possono nascere nuove idee».

«La rivoluzione culturale avviata qualche anno fa è giunta all’apice del proprio moto e la sostenibilità ambientale è ormai alla base di qualsiasi decisone politica e amministrativa – ha dichiarato Fabio Scoccimarro, Assessore Protezione Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Il compito delle regioni deve essere proprio il coordinamento tra gli attori in campo e le categorie sociali. In questo senso il Friuli-Venezia Giulia ha messo in atto un programma di attività e iniziative con l’ambizioso obiettivo del raggiungimento della neutralità del Green Deal europeo con almeno 5 anni di anticipo rispetto al 2050. Ma questi obiettivi hanno bisogno della condivisione dei territori adiacenti, perché l’ambiente non conosce confini ed è per questo che prossimamente organizzeremo gli Stati Generali dello Sviluppo sostenibile dell’Alto Adriatico ed Europa Centrale al fine di avviare una sempre più forte collaborazione con gli stati e regioni vicine».

Le politiche energetiche dell’Unione Europea sono state delineate da Vesa Terävä, Capo Unità European Green Deal, Segretariato Generale della Commissione Europea, che ha illustrato le azioni messe in campo, dall’adozione della commissione europea del pacchetto “Fit for 55” al REPower Eu, ovvero il piano della Commissione Europea per risparmiare energia, produrre energia pulita, diversificare il nostro approvvigionamento energetico.

Una panoramica sul sistema energetico regionale e sulle principali politiche e azioni regionali è stata fatta dal Direttore Ambiente Energia e Territorio di Regione Piemonte, Stefania Crotta. I finanziamenti del Programma Regionale Fesr 21-27 ha come priorità la transizione ecologica e la resilienza, cui sono dedicati 435 milioni di euro di cui 263 milioni riguardano interventi di efficienza energetica e promozione dell’utilizzo di fonti rinnovabili a beneficio di soggetti pubblici e imprese. La sfida alla transizione ecologica richiede il raggiungimento di target connessi a obiettivi: promuovere l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas effetto serra; parimenti promuovere le energie rinnovabili, sviluppare sistemi, reti e impianti di stoccaggio energetici intelligenti al di fuori della rete transeuropea dell’energia, promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza. E ancora promuovere la transizione verso un’economia circolare ed efficiente sotto il profilo delle risorse e rafforzare la protezione e la preservazione della natura, la biodiversità e le infrastrutture verdi anche nelle aree urbane e ridurre tutte le forme di inquinamento.

Il professor Fabrizio Pirri docente presso il Politecnico di Torino e Direttore del Centro per le Tecnologie Sostenibili per il Futuro dell’Istituto Italiano di Tecnologia ha sottolineato che «la crescita della popolazione mondiale a oltre sette miliardi di persone ha aumentato il consumo di energia e ci ha portato ad un quasi esaurimento delle risorse naturali. Le tecnologie per la produzione di energia rinnovabile da sole, acqua e vento, per la produzione di idrogeno e di biocombustibili sono diventate strategiche per il futuro, soprattutto in un continente come l’Europa povero di materie prime. Queste tecnologie sono già ad un buon stadio di sviluppo nei laboratori di ricerca e in alcune aziende. Ci aspettiamo adesso uno sforzo congiunto di pubblico e privato per portare le soluzioni ad un livello sostenibile dal punto di vista economico per un ingresso massiccio sul mercato».

La giornata di lavori è proseguita con tre sessioni tematiche sui temi – “L’autonomia energetica nelle comunità sostenibili”, “L’idrogeno verde come driver della transizione energetica” e “La transizione energetica per la competitività del sistema produttivo”, sui quali si sono confrontati i vari portatori di interesse sia del mondo privato che delle istituzioni e della ricerca.

Ecco le startup a impatto ambientale e sociale

PRESENTAZIONE DEL REPORT 

Martedì 4 ottobre ore 17:30

Il team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM), con base al Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, presenterà gli aspetti essenziali della ricerca condotta sulle startup a significativo impatto sociale e ambientale in Italia.

L’evento si terrà su Zoommartedì 4 ottobre alle ore 17.30.

Il Report approfondisce aspetti quali il quadro giuridico aggiornato sulle Startup Innovative a significativo impatto sociale e ambientale (SIaVS, Società Benefit e B Corp), la loro crescita negli ultimi due anni, la distribuzione territoriale, i ricavi e il numero di dipendenti e gli esempi di maggior successo di startup a significativo impatto sociale e ambientale in Italia.

Sarà il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco ad aprire l’evento di presentazione del Report. Nella prima parte dell’evento il professore Paolo Landoni, direttore della Ricerca, professore di innovazione e imprenditorialità del Politecnico di Torino, Davide Vigliarolo, vicedirettore della ricerca, e Alessandro Laspia, vicedirettore della ricerca, presenteranno gli aspetti essenziali del Report, commentando le novità legislative e i dati emersi dall’analisi annuale delle startup a significativo impatto sociale e ambientale.

 

A seguire, alcuni imprenditori delle migliori startup, Nicolò Barbano, Head of Marketing di XFarm Technologies,  Paolo Cavallini, Finance Director di Energy Dome, e Michela Crivellente, Co-Founder e CEO di Bit Mobility, presenteranno le proprie aziende, i problemi che cercano di risolvere e le innovazioni apportate al proprio settore.

 

 

Per partecipare all’evento è necessario registrarsi qui: 

https://polito-it.zoom.us/webinar/register/WN_t–2rgYGSOu5CkMHszvbXw

 

Il Report pubblico sarà disponibile a partire dal giorno successivo all’evento e scaricabile gratuitamente a questo link: https://socialinnovationmonitor.com/report/

La ricerca è stata condotta dal team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM) e grazie al supporto di AshokaAssobenefitBTO ResearchFondazione Social Venture GDAgreenlanceInnovUpInstillaItalian Tech AllianceLenovysLifegate WayMolten Rock Digital Agency e Social Innovation Teams (SIT).

Per maggiori informazioni è possibile mandare un’e-mail a sim@polito.it

Inquinamento, Regioni a confronto: “Ma si tenga conto dei problemi economici legati alla crisi energetica”

Si è tenuto in videoconferenza l’incontro tra gli Assessori regionali all’Ambiente nell’ambito dei lavori dell’Accordo di Bacino padano, che ha visto la partecipazione degli assessori Gianpaolo Bottacin (Veneto), Raffaele Cattaneo (Lombardia), Matteo Marnati (Piemonte) e Irene Priolo (Emilia-Romagna), per fare il punto sulle misure per la qualità dell’Aria, già avviate in Piemonte dallo scorso 15 settembre, anche alla luce della grave crisi energetica e della conseguente crisi socioeconomica, che avrà riflessi duraturi nel tempo.

Gli assessori hanno ricordato gli sforzi compiuti, in un lavoro coordinato a partire dal 2005 e come da tempo ci sia un’azione comune delle quattro Regioni attraverso la sottoscrizione dell’Accordo e i provvedimenti conseguenti sul traffico, sugli impianti di riscaldamento e le emissioni in agricoltura. Un lavoro che ha portato ad un miglioramento progressivo della qualità dell’aria.

A riguardo, hanno manifestato la necessità di tenere in equilibrio le esigenze di natura ambientale e di miglioramento della qualità dell’aria con quella di natura economico-sociale, in un momento di difficoltà grave per famiglie, enti e imprese. Proprio in considerazione di tale preoccupazione, le Regioni del bacino padano hanno concordato di chiedere congiuntamente al Governo centrale di prevedere misure straordinarie che consentano nel contesto della crisi e della conseguenza della condanna europea di poter alleggerire la pressione sui cittadini.

Inoltre, hanno segnalato la propria preoccupazione in vista dell’emanazione della nuova Direttiva sulla qualità dell’aria e hanno chiesto al Governo un impegno, nei confronti della Commissione Europea per rappresentare la specificità della situazione italiana in particolare del Bacino Padano.

 

“Puliamo il mondo”, a Volpiano due appuntamenti per bambini e adulti


Per i cittadini il ritrovo è sabato 1 ottobre alle 15 all’Oasi Francescana

Per «Puliamo il mondo», l’iniziativa di Legambiente finalizzata a rimuovere i rifiuti abbandonati per rendere migliore il territorio, a Volpiano sono in programma due appuntamenti: venerdì 30 settembre tocca ai bambini delle classi quinte della scuola primaria, mentre sabato 1 ottobre l’invito rivolto a tutta la cittadinanza è di ritrovarsi alle 15 all’Oasi Francescana di via Leinì.

Green Communities, finanziato progetto pinerolese

IL PROGETTO PNRR GREEN COMMUNITIES DI UNIONE MONTANA VALLI CHISONE GERMANASCA, CITTA’ DI PINEROLO E  UNIONE MONTANA DEL PINEROLESE FINANZIATO PER 4 MILIONI DI EURO

 

Il progetto GREEN COMMUNITIES redatto da Acea Pinerolese Industriale per l’Unione Montana Valli Chisone e Germanasca, Unione Montana del Pinerolese e Città di Pinerolo è stato finanziato con quasi 4 milioni di euro dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e 300.000 euro in autofinanziamento.

Il progetto è uno dei tre del Piemonte secondo la graduatoria pubblicata oggi dal Nucleo PNRR Stato-Regioni del Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il progetto di Green Community coinvolge l’Unione Montana Valli Chisone e Germanasca, l’Unione Montana del Pinerolese e la Città di Pinerolo.

Numerosi i filoni di attività finanziati: dalla gestione integrata e certificata del Patrimonio agro-forestale, alla gestione integrata e certificata delle risorse idriche con la realizzazione di serbatoi di emergenza in quota, produzione di energia dalle fonti rinnovabili, sviluppo di un turismo sostenibile capace di valorizzare le produzioni locali, mobilità sostenibile con percorsi ciclabili per valorizzare il turismo a due ruote e con la mobilità green collegare i maggiori siti di pregio storico, culturale, ambientale, efficientamento energetico di edifici pubblici quali la piscina di Valle a Perosa Argentina, l’ecomuseo delle miniere nel Comune di Prali o il mattatoio di valle a Pomaretto, programmi Zero Waste per promuovere investimenti in tal senso da parte delle strutture ricettive e ristorative, mobilità sostenibile con l’acquisto di pulmini elettrici per creare una rete strutturata di collegamento a impatto zero tra i comuni, installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto delle strutture della Scuola Agraria Malva, sviluppo di un modello di azienda agricola sostenibile che sia anche energeticamente indipendente attraverso la produzione e l’uso di energia da fonti rinnovabili nei settori elettrico, termico e dei trasporti.

 

I rondoni pallidi che popolano Palazzo Madama: un incontro sulla biodiversità

In occasione della Notte dei Ricercatori

Venerdì 30 settembre 2022 ore 17

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

Piazza Castello, Torino

Palazzo Madama aderisce, venerdì 30 settembre 2022 alle ore 17, alla Notte dei Ricercatori con un approfondimento dedicato alla colonia di rondoni pallidi che popola le buche pontaie dell’edificio. I naturalisti Giovanni Boano, Marco Cucco e Irene Pellegrino accompagneranno i partecipanti alla scoperta delle caratteristiche e delle abitudini dei rondoni pallidi, che nella stagione estiva abitano le fenditure di Palazzo Madama.

Il rondone pallido è una specie migratrice che giunge alle nostre latitudini verso fine marzo e trascorre in volo la maggior parte della sua vita, nutrendosi di piccoli insetti e aracnidi. È una specie sinantropica che ha trovato nelle cavità dei manufatti delle nostre città il luogo adatto per nidificare. Questo aspetto la mette in pericolo quando l’uomo decide di restaurare i monumenti o di attuare delle misure per la lotta ai piccioni. Grazie agli studi condotti dal Museo di Storia Naturale di Carmagnola (TO) in collaborazione con l’Università di Lund in Svezia, si è scoperto che questi animali trascorrono l’inverno a sud del Sahel, dalla Costa d’Avorio al Cameron, e che, al di fuori del periodo riproduttivo, passa più del 99% del tempo in volo.

Durante l’evento saranno svelati i segreti della biologia riproduttiva dei rondoni, come gli incredibili accoppiamenti in volo, e del loro comportamento, come le migrazioni annuali dall’Africa all’Europa e ritorno. Saranno inoltre presentate alcune soluzioni che si possono adottare per salvaguardare questi affascinanti volatori.

Palazzo Madama appartiene a quella categoria di edifici definita “Monumento Vivo”: un edificio, antico o moderno, le cui caratteristiche architettoniche hanno determinato l’insediamento di colonie di rondoni, durante il periodo riproduttivo, e di altre specie di interesse conservazionistico. L’identificazione di colonie di rondoni nidificanti in un edificio permette di certificarlo come Monumento Vivo e di attuare le dovute tutele in caso di ristrutturazioni e restauri.

Giovanni Boano è stato direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola. Ha da sempre coltivato un grande interesse per gli studi faunistici e in particolare per gli Uccelli. Fra i suoi argomenti di ricerca preferiti si possono citare le garzaie, i rondoni, la dinamica di popolazioni e l’avifauna forestale. Ha pubblicato oltre 150 articoli scientifici e contributi a libri prevalentemente a carattere ornitologico, ma anche erpetologico ed entomologico. Ex Presidente del Gruppo Piemontese di Studi Ornitologici e membro del direttivo dell’Associazione Naturalistica Piemontese.

Marco Cucco è professore ordinario di Zoologia all’Università del Piemonte Orientale. Nel campo dell’ornitologia compie studi riguardanti l’etologia di diverse specie, ma anche la raccolta dati e relativo studio della distribuzione a larga scala (regioni Piemonte e Valle d’Aosta) delle specie di uccelli tramite il metodo degli Atlanti faunistici. Le ricerche zoologiche hanno riguardato l’ecologia di invertebrati, Chirotteri e uccelli e la genetica tramite analisi del DNA.

Irene Pellegrino è ricercatrice in zoologia all’Università del Piemonte Orientale. Si occupa in particolare dello studio tassonomico di specie di uccelli e di invertebrati di interesse conservazionistico o gestionale attraverso un approccio molecolare (filogeografia, genetica di popolazione, filogenesi e ibridazione). Parte della sua ricerca ornitologica si svolge anche attraverso il monitoraggio, i censimenti e l’inanellamento a scopo scientifico per indagini su etologia ed ecologia di alcune specie di interesse venatorio e conservazionistico.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione obbligatoria: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Uffi

Environmental, Social e Governance (ESG). La Misurazione della Sostenibilità

Si è svolta presso l’Aula Magna del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazionedell’Esercito, la conferenza dal titolo ESG – La Misurazione dellaSostenibilità” in collaborazione con ESG European Institute e Studio legale Improda.

Alla presenza di personalità del mondo dell’impresa, della culturae di una rappresentanza di Ufficiali frequentatori, il  Comandante dell’Istituto di Formazione, Generale di Divisione Mauro D’Ubaldi, nel suo indirizzo di saluto ha sottolineato come la misurazione della sostenibilità rappresenta un passaggio fondamentale per realizzare effettive ed efficaci azioni di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

La giornalista Chiara Pacilli ha moderato l’evento nel corso del quale sono intervenuti il Presidente della Fondazione Città Italia e CEO Studio Legale Improda, Alberto Improda, il Manager Avio e Vice Presidente ESG European Institute, Letizia Macrì, l’ArtExpert e Direttore del Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea, Carolyn Christov-Bakargiev, il Presidente IREN e ESG European Institute, Luca Dal Fabbro, il Presidentedell’Unione Industriali di Torino, Giorgio Marsiaj, il Presidentedella Camera di Commercio di Torino e Vice PresidenteFederazione Mondiale delle Camere di Commercio, Dario Gallina, e il già direttore del Piano Strategico di Torino, Paolo Verri.

Nel corso della conferenza è stata messa in luce come la misurazione delle performance ESG sia fondamentale per sviluppare un’economia ed un’industria più sostenibile. Oggi per valutare un’impresa o un investimento non basta più guardare aisoli dati finanziari. Sempre più spesso le decisioni di investimentoe le valutazioni sui piani aziendali non si basano esclusivamentesu parametrifinanziari”, ma tengono conto anche dei fattori“extra-finanziariovvero dei fattori ESG (Environmental, Social and Governance), che giocano un ruolo fondamentale neldeterminare la strategia di sostenibilità di un investimento nelmedio-lungo periodo

Dietro l’acronimo ESG ci sono tre termini molto chiari: Environmental, Social e Governance: si tratta di tre dimensionifondamentali per verificare, misurare, controllare e sostenerel’impegno in termini di sostenibilità di una impresa o di unaorganizzazione o di uno Stato. Il processo di definizione degliobiettivi e della misurazione dei fattori ESG è avviato ma ancorain grande evoluzione.      

L’intervento si colloca nell’ambito degliIncontri Culturali a Palazzo Arsenale“, progetto educativo rivolto principalmente agliUfficiali frequentatori, e rappresenta un tradizionale strumentoformativo della Scuola di Applicazione dell’Esercito.

Al via il progetto europeo GigaGreen, guidato dal Politecnico di Torino

Per realizzare la futura gigafactory sostenibile

 

Il progetto è finanziato con quasi 4,7 milioni di euro dall’Unione Europea nell’ambito del programma quadro per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe, finalizzato allo sviluppo di processi di produzione di celle sostenibili e sicure per le batterie agli ioni di litio.

 

L’iniziativa è sostenuta da un consorzio multidisciplinare di 16 partner che comprende centri di ricerca, università, società di consulenza, fornitori di materiali e produttori di celle di 8 paesi europei

 

Prende il via GIGAGREEN, un progetto guidato dal Politecnico di Torino e finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma quadro per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe con l’obiettivo di sviluppare processi di produzione di celle per batterie sostenibili e sicure, facendo così dell’Europa un leader globale della produzione di batterie agli ioni di litio.

Per 48 mesi GIGAGREEN, formato da altri 16 partner provenienti da 8 diversi paesi europei – oltre al Politecnico anche Sustainable Innovations, ABEE, Solvionic, Leclanche, Nanomakers, Università di Parma, Università Politecnica di Valencia, Sintef, Inegi Porto, Cic Energigune, Arlanxeo, Alphanov, Manz Italy, CETIM e Johnson Matthey – lavorerà per realizzare la gigafactory sostenibile del futuro, posizionando l’Europa all’avanguardia del mercato globale nella catena del valore delle batterie agli ioni di litio, fondamentali per la prossima generazione di veicoli elettrici.

Il gruppo di Elettrochimica del Politecnico di Torino coordina il progetto e sfrutterà la sua linea pilota per realizzare alcuni piccoli prototipi oltre alla caratterizzazione e testing

Il Politecnico di Torino è la prima università italiana ad avere una piccola linea pilota utile allo sviluppo delle linee di produzione di celle a ioni di litio che sono utilizzate nelle gigafactory europee. Inoltre, tale linea supporterà anche la formazione di nuove figure professionali cosi richieste a livello europeo: infatti secondo le ultime stime

saranno necessari 800.000 nuovi lavoratori nel settore.

Per rispondere a questa necessità di formazione, il Politecnico di Torino ha ideato un percorso ad hoc sull’energy storage con corsi specifici di formazione. Progetti come GIGAGREEN daranno l’opportunità a molti studenti e studentesse di arrivare preparati/e all’appuntamento con la transizione elettrica dei prossimi anni.

Il progetto propone un piano di ricerca strutturato per sviluppare e scalare nuovi processi di produzione di elettrodi e componenti di celle che seguono un approccio Design to Manufacture (DtM) basato sui dati per raggiungere gli obiettivi prefissati di ottimizzazione della flessibilità delle fabbriche, scalabilità dei processi e sostenibilità complessiva delle linee di produzione.

In questo senso, il progetto si occuperà della ricerca di processi di produzione degli elettrodi che garantiscano le massime prestazioni, velocità di produzione, sicurezza ed efficienza dei costi con il minimo impatto ambientale e consumo energetico nella progettazione della cella, facilitando anche il riutilizzo e il disassemblaggio. L’approccio DtM, supportato da soluzioni digitali come i Digital Twins, consentirà lo sviluppo di concetti facilmente scalabili e automatizzati che risolvono le esigenze della prossima generazione di gigafactory di celle europee.

In sintesi, GIGAGREEN rappresenterà un punto di svolta per l’industria manifatturiera delle celle dell’UE, poiché si ritiene che i suoi risultati contribuiscano a una transizione graduale tra gli attuali metodi di lavorazione – ottimizzati da approcci per tentativi e non pronti per una produzione di massa flessibile – e la fabbrica di celle agli ioni di litio del futuro, basata su tecnologie più ecologiche, più economiche, più sicure, migliori, più pulite, digitalizzate e flessibili.

Grazie ai progressi apportati da GIGAGREEN, l’industria dell’UE sarà in grado di utilizzare rapidamente i risultati relativi alla lavorazione ad acqua dopo il 2026, in modo da migliorare immediatamente le prestazioni e la competitività dell’industria grazie a materiali progettati e migliorati per funzionare e per essere lavorati in tali condizioni, e aprire la strada verso le tecniche di lavorazione degli elettrodi a secco come prossima rivoluzione tecnologica nella produzione degli ioni di litio.

Attualmente, la capacità produttiva globale di celle è di 60 GWh, principalmente nei paesi asiatici come Cina, Giappone e Corea. Con l’incremento della domanda di mercato di batterie per veicoli elettrici, che si prevede aumenterà significativamente nel tempo fino a 247 GWh nel 2054. Per questo motivo la capacità di produzione di celle deve tenere il passo e si stima che l’Europa potrebbe acquisire 250 miliardi di euro all’anno entro il 2025 se sviluppasse rapidamente ed efficacemente un’industria di produzione di celle di successo da zero. L’aumento della capacità di innovazione della catena di valore delle batterie a celle dell’UE, grazie all’adozione di elettrodi a base d’acqua e a secco, può posizionare le gigafactory europee all’avanguardia del mercato globale, grazie al valore aggiunto apportato dai principi della DtM, attirando così nuovi investimenti e generando posti di lavoro.

GIGAGREEN è uno dei tanti progetti del partenariato BATT4EU che lavorano per la creazione di un panorama di ricerca e sviluppo UE, in grado di generare sinergie efficaci tra gli attori del mercato delle batterie e di contribuire al trasferimento della produzione di celle dall’Asia all’Europa. Uno dei vantaggi iniziali dei Paesi dell’UE è la loro vicinanza agli impianti di assemblaggio dei veicoli e la solida catena di fornitura automobilistica costruita negli ultimi 20 anni.

Le innovazioni apportate dal progetto avranno un impatto diretto sul miglioramento degli ecosistemi di innovazione nei paesi dell’UE, riducendo al contempo i costi di produzione e migliorando di conseguenza il posizionamento di questi paesi nella competizione per la collocazione di nuovi impianti di produzione di celle avanzate.

“GIGAGREEN ci darà certamente la possibilità di sviluppare nuove competenze – spiega la professoressa Silvia Bodoardo, coordinatrice del progetto – uniche nel contesto nazionale, nella produzione di celle, di formare giovani leve pronte a lavorare nelle nascenti gigafactories che speriamo presto insediate nel nostro territorio.

 

Ambiente e sostenibilità per il futuro del territorio

La rigenerazione sostenibile, come e perché

Convegno a Terra Madre Salone del Gusto, allo stand della Regione Piemonte. L’assessore all’Ambiente Marnati: «La strategia regionale per lo sviluppo sostenibile traccia la strada che ci porterà ad un Piemonte virtuoso e attento alle tematiche ambientali ed energetiche»

“La rigenerazione sostenibile, come e perché”: questo il titolo del convegno conclusivo di Terra Madre Salone del Gusto, iniziativa, a cura di Regione Piemonte, Università di Scienze Gastronomiche e Ministero della Transizione Ecologica in collaborazione con Università di Torino e del Piemonte Orientale e Politecnico di Torino nell’ambito del Progetto Pass (Piemonte e Accademia per lo Sviluppo Sostenibile), per ragionare sulla necessità di uno sviluppo sostenibile e per condividere strategie, piani e programmi che Regione Piemonte sta mettendo in atto.

«Sul tema della sostenibilità – ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – i fari sono puntati da tempo; noi come Regione abbiamo presentato la nostra strategia di sviluppo sostenibile che traccia la strada che il Piemonte vuole intraprendere. E non si tratta di un “documento” calato dall’alto ma elaborato sull’ascolto di tutti, specialmente i più giovani. Una strada, quella tracciata dalla Strategia, già tuttavia imboccata con il nuovo piano di tutela delle acque, il piano energetico ambientale e quello dei rifiuti. L’ambiente e la sostenibilità sono ormai temi al centro dell’attenzione di tutti, balzati ancor di più all’attenzione collettiva con la recrudescenza degli effetti dei cambiamenti climatici che quest’anno hanno inciso pesantemente sull’agricoltura e quindi sull’economia della nostra regione. Una crisi climatica ma anche una crisi energetica e noi vogliamo portare ad una maggiore autonomia».

«In Piemonte abbiamo molte eccellenze – ha proseguito – Dobbiamo averne cura, migliorarle e puntare su di esse e, in parallelo, dobbiamo puntare sull’innovazione. Quel che occorre per cambiare passo è “lavorare” sul piano culturale ed economico, un lavoro che deve vederci tutti coinvolti, dalle istituzioni ai cittadini. Per parte nostra, il nostro compito è quello di scaricare a terra tutti i progetti, preservare e migliorare il nostro territorio».

Al convegno, moderato dal direttore della testata Il Gusto, sono intervenuti il presidente del Consiglio di amministrazione dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Fondatore di Slow Food, Carlo Petrini e la presidente del Comitato di Coordinamento della Rete nazionale delle Università per lo Sviluppo sostenibile, Patrizia Lombardi.

Agriturist Piemonte: buona affluenza, costi triplicati  

Complessivamente abbiamo registrato un buon andamento per quanta riguarda le presenze nelle aziende agrituristiche della nostra Regione” dice Lorenzo Morandi presidente di Agriturist Piemonte “con un ritorno di turisti stranieri abbastanza soddisfacente”.

In Piemonte prosegue Morandi “si è riscontrato, in generale, un incremento degli ospiti suddivisi più o meno equamente tra italiani ed europei. Cominciano a ritornare in numeri abbastanza significativi anche turisti americani, canadesi e altri extra europei”.

Recuperate e, in alcuni casi superate, le presenze degli anni pre pandemici, con una durata dei soggiorni di circa tre giorni fino a una settimana. A frenare gli entusiasmi è l’aumento esponenziale dei costi: le bollette in un anno sono praticamente triplicate, i costi di Gpl per le cucine sono cresciuti dal 200 al 300% e anche quelli delle altre materie prime hanno subito incrementi quasi insostenibili.

Come tutte le attività imprenditoriali, quella dell’ospitalità nelle aziende agricole si confronta costantemente con il mercato e subisce le ripercussioni dell’aumento esponenziale dei costi delle merci dovuti alla guerra in Ucraina, ma anche alla grave, prolungata carenza idrica. Gli agriturismi sono principalmente aziende agricole dove l’ospitalità è un’attività accessoria a quella di coltivazione o allevamento e pertanto si vedono doppiamente penalizzati dall’impennata dei costi.

 

Agriturist, Associazione Nazionale per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio, prima associazione di agriturismo in Italia, è stata costituita dalla Confagricoltura nel 1965, per promuovere e tutelare l’agriturismo, i prodotti nazionali dell’enogastronomia regionale, l’ambiente (ha ottenuto per questo, nel 1987, il riconoscimento ministeriale di Associazione ambientalista), il paesaggio e la cultura rurale.