Piano rifiuti, in Regione voce alle associazioni

Questo il commento del presidente della Quinta Commissione, Angelo Dago, al termine delle consultazioni della Quinta Commissione sulla proposta di deliberazione 268 riguardante il Piano rifiuti. Alla seduta, svoltasi nell’Aula di Palazzo Lascaris, ha partecipato l’assessore regionale Matteo Marnati.Sono stati auditi, Sergio Capelli di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Barbara Ruffino, professore associato del Politecnico di Torino, Gabriele Muzio, direttore tecnico di Confapi Piemonte, Oscar Brunasso di Pronatura e Luca Salvai del Consorzio Acea e sindaco di Pinerolo.

Molte le osservazioni dei consultati, stimolate anche dalle domande dei consiglieri: Giorgio Bertola (Europa verde), Valter Marin (Lega), Domenico Rossi (Pd), Silvana Accossato(Luv), Sean Sacco (M5s).

In particolare Brunasso ha trovato poco ambizioso il target di produzione dei rifiuti individuato nel Piano e non in linea con l’andamento dei precedenti piani. I dati di progettazione, poi, risalgono al 2019, anche se sono disponibili dati più recenti, probabilmente a causa della notevole durata temporale necessaria alla predisposizione del documento.

Un Piano, come affermato da Capelli, che avrebbe obiettivi in taluni casi inferiori a quelli già raggiunti dal territorio. Il rappresentante di Legambiente ha pure sottolineato l’importanza della raccolta differenziata porta a porta, possibilmente non esternalizzata e non basata sulle ecoisole. Una tipologia di raccolta che può aumentare la sua efficacia se associata alla tariffazione puntuale. Le ecoisole – spiega Brunasso – riducono il personale ma non consentono un facile controllo su cosa viene conferito e possono incentivare l’abbandono esterno dei rifiuti.

Per Salvai è necessario affrontare il problema della non omogenea gestione a livello locale e delle conseguenze di una liberalizzazione del mercato dello smaltimento dei rifiuti.

Ruffino ha sottolineato la problematica della capacità degli impianti di ricevere i materiali provenienti dalla raccolta differenziata e della qualità stessa di questi materiali.

Il principio “Chi inquina paga” è stato evocato da Muzio, che ha anche parlato di una gestione a livello locale lasciata alla singola interpretazione dei vari consorzi. L’esponente di Confapi ha pure elencato le diverse filiere che possono presentare criticità e, dove il Piemonte ha carenze dal punto di vista impiantistico come quella dei rifiuti sanitari. Preoccupazioni anche dalle filiere degli imballaggi e dei rifiuti tessili.

Secondo il rappresentante di Legambiente, piuttosto che creare un nuovo impianto di termovalorizzazione è meglio aprire una nuova linea dove c’è quello di Gerbido. Ma bisognerebbe utilizzarlo in modo corretto secondo la normativa europea, rifacendosi alla quale, tuttavia, non ci sarebbe bisogno di un secondo inceneritore.

Per il rappresentante di Pronatura, sarebbe importante un riscontro in bolletta della raccolta virtuosa differenziata.

 

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