AMBIENTE- Pagina 5

Torino, Chieri, Ivrea, Rivoli e Città metropolitana al lavoro in bici

Settimana europea della mobilità, il 18 settembre 

Chieri, Ivrea, Rivoli e Torino oltre a Città metropolitana sono le Amministrazioni pubbliche che hanno aderito anche quest’anno alla Settimana europea della mobilità, la campagna di sensibilizzazione più importante della Commissione europea sulla mobilità urbana sostenibile per promuove il cambiamento comportamentale a favore della mobilità attiva, del trasporto pubblico e di altre soluzioni di trasporto pulite e intelligenti.

Quest’anno la settimana si svolge dal 16 al 22 settembre e sono molte le iniziative in programma sul nostro territorio.

In particolare giovedì 18 settembre la Città metropolitana di Torino con Città di Torino e Legambiente Piemonte aderisce al “Giretto d’Italia” per sensibilizzare i dipendenti delle Pubbliche amministrazioni a raggiungere in bici o con mezzi di micromobilità elettrica la sede di lavoro.

Saranno cinque i punti tappa a Torino che rileveranno i passaggi tra le 7,30 e le 9.30 del mattino: non solo un monitoraggio, ma un modo per dare valore a chi ogni giorno sceglie modalità di spostamento meno impattanti: i punti tappa saranno allestiti in corso Inghilterra 7; lungo Dora Savona/corso Regio Parco; via Nizza/ corso Marconi (via Baretti); corso Francia /corso Principi d’Acaja; corso Vinzaglio/ corso Matteotti.

Al “Giretto d’Italia“ hanno aderito anche le Città di Rivoli, di Santena e di Nichelino.

Tre invece i punti identificati per la CiclOfficina a Torino: dalle 8 alle 9.30 al Campus Luigi Einaudi, dalle 10.30 alle 12.00 al Politecnico di Torino e dalle 13.00 alle 14.30 davanti alla sede di Città metropolitana.

Il “Giretto d’Italia” rientra anche in AMICI, progetto di cooperazione transfrontaliera finanziato dal programma Interreg Alcotra Italia Francia dedicato a sperimentare soluzioni concrete di mobilità sostenibile.

Nei giorni della settimana europea della mobilità, la Città metropolitana raccoglierà questionari interni compilati dai dipendenti di corso Inghilterra per perfezionare i piani casa-lavoro, incoraggiando scelte quotidiane più sostenibili anche nella dimensione organizzativa.

Ad Ivrea tra le iniziative previste nella settimana dellamobilità , anche una giornata senza auto domenica 21 settembre, in concomitanza con lo Sport City Day. In questa occasione, saranno istituite aree pedonali nel tratto di Lungo Dora e nel Borghetto mentre venerdì 19 ore 18 si terrà la presentazione del Piano di Mobilità Sostenibile e sarà esaminato lo studio “Termometro della mobilità sostenibile eporediese”, commissionato al mobility manager Paolo Ruffino per offrire una fotografia di partenza utile a definire strategie, a medio e lungo termine, condivise con cittadini e stakeholder nel corso di incontri dedicati.

A Chieri il 16 settembre al cinema Splendor a proiezione del documentario “I muli in montagna, un’alternativa” mentre venerdi 19 alle ore 17 si terrà “A piccoli passi – Il bosco Turriglie” una passeggiata gratuita con merenda.

Montagna: investire sull’agricoltura produttiva e multifunzionale, ma anche sui servizi sociali e scolastici

Coldiretti Torino ha espresso soddisfazione per l’approvazione definitiva in Senato del disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, un provvedimento che riporta la montagna al centro dell’agenda del Paese con interventi su sanità, scuola, connettività, mobilità e attività agrosilvopastorali. Proprio su questi temi Coldiretti ha organizzato due incontri di approfondimento lunedì 22 e martedì 30 settembre prossimi. Il primo è promosso da Donne Coldiretti Torino e si intitola “Fare impresa agricola al femminile nelle aree interne e nelle valli alpine”, dedicato al gap tra città e montagna nei servizi sociali, sanitari e scolastici, oltre alle imprese, un gap che pesa soprattutto sulle imprenditrici agricole. Il secondo appuntamento ha come titolo “La città incontra l’agricoltura di montagna”, un seminario per la promozione del rapporto metropolitano tra il capoluogo sabaudo e i sistemi agricoli delle vallate torinesi. Con la nuova legge sono destinati 200 milioni di euro annui nel periodo compreso tra il 2025-2027 per lo sviluppo delle montagne italiane, Fosmit, per Sanità, Scuola, Agricoltura, Mobilità, Servizi digitali e Turismo, oltre a misure contro lo spopolamento e incentivi per il personale che opera in montagna. Il via libera al provvedimento risponde alla necessità di maggiori innovazioni e infrastrutture, valorizzando il ruolo degli imprenditori agricoli nel presidio del patrimonio idrico e boschivo, nella prevenzione di incendi e dissesti, negli aiuti al turismo sostenibile. L’approvazione della legge rappresenta un’opportunità per ridurre la dipendenza energetica dall’estero con la gestione sostenibile dei boschi e la produzione di energia rinnovabile da legno e biomasse.
Per Coldiretti sarà ora decisivo che i provvedimenti di attuazione della legge sostengano concretamente l’agricoltura e il lavoro in montagna, rafforzando le indennità compensative, tutelando prati e pascoli, sostenendo filiere lattiero casearie e carni DOP/IGP, favorendo il ricambio generazionale e assicurando servizi essenziali e connettività. Fondamentale anche la semplificazione delle procedure tra Stato, Regione e Comuni montani, ma è anche centrale l’investimento nei servizi che permettono agli agricoltori di rimanere a vivere e lavorare in montagna alla pari di chi abita in città.

“Questa legge rappresenta un segnale importante per gli agricoltori che operano in territorio alpino – osserva il presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici – si riconosce il ruolo centrale nelle attività agrosilvopastorali di montagna per rilanciare un territorio che non accetta più la commiserazione, ma vuole occasioni concrete di rilancio. L’agricoltura di montagna sta facendo passi da gigante verso la multifunzionalità e l’innovazione. Non si produce più solo cibo, ma le aziende producono servizi per le vallate e la stessa Città di Torino. Dobbiamo avviare una stagione di confronto sul piano locale per dare all’agricoltura di montagna un futuro di rilancio economico, e questa nuova legge andrà applicata nel Torinese, con progetti concreti, anche per colmare il divario di servizi tra valli e capoluogo”.

Mara Martellotta

A Torino da lunedì 15 settembre di nuovo in vigore le misure antismog

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Tornano in vigore da lunedì prossimo 15 settembre le misure antismog, già concordate e decise a livello di bacino padano dalle Regioni con il Ministero dell’Ambiente.

Alle limitazioni strutturali valide tutto l’anno che riguardano il divieto di circolazione dalle ore 0.00 alle 24.00 tutti i giorni (festivi compresi) dei veicoli adibiti al trasporto di persone (categoria M1, M2, M3) e dei veicoli adibiti al trasporto merci (categoria N1, N2, N3) con omologazione inferiore o uguale all’Euro 2 per i veicoli alimentati a benzina e diesel, con omologazione inferiore o uguale a Euro 1 per i veicoli alimentati a GPL e metano, dal 15 settembre 2025 al 15 aprile 2026 si aggiungono:

– il divieto di circolazione veicolare dalle ore 8.00 alle 19.00 nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, dei veicoli dotati di motore diesel adibiti al trasporto persone (categoria M1, M2, M3) e adibiti al trasporto merci (categoria N1, N2, N3) con omologazione uguale a Euro 3 ed Euro 4;
– il divieto di circolazione veicolare dalle ore 0.00 alle 24.00 tutti i giorni (festivi compresi) di tutti i ciclomotori e i motocicli adibiti al trasporto di persone o merci (categoria L1, L2, L3, L4, L5, L6, L7) con omologazione inferiore o uguale a Euro 1.

TORINO CLICK

Un aiuto per ridurre il consumo di suolo: ecco i fondi regionali

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Passo decisivo della Regione Piemonte nella lotta al consumo di suolo con la messa a disposizione dei Comuni e delle Province di oltre 12 milioni di euro per progetti di rinaturalizzazione di suoli degradati nei centri abitati nell’ambito di politiche più complesse di rigenerazione urbana.

La misura, presentata nella Sala Trasparenza del Grattacielo Piemonte dal presidente Alberto Cirio e dagli assessori all’Urbanistica Marco Gallo e alle Opere pubbliche e Difesa del suolo Marco Gabusi, si inserisce all’interno del Fondo nazionale per il contrasto al consumo di suolo 2023-2027, istituito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e destinato a tutte le Regioni italiane.

Si tratta di un’iniziativa che guarda al futuro con una prospettiva chiara: raggiungere entro il 2050 l’obiettivo europeo del “consumo di suolo zero”, traguardo ambizioso ma imprescindibile. Tra il 2022 ed il 2023 in Piemonte si sono consumati altri 533 ettari netti di suolo, per un totale di suolo occupato da superfici artificiali di 170.769 ettari, il 6,72 % dell’intero territorio, con conseguenze negative sull’ambiente, sulla sicurezza idrogeologica e sulla qualità della vita dei cittadini.

Il bando regionale, aperto dal 15 settembre al 13 novembre prossimi, inviterà le Amministrazioni locali e le Province a proporre progetti che possano restituire spazi verdi sicuri, accessibili e fruibili. Saranno infatti finanziati interventi di de-impermeabilizzazione di aree pubbliche da rinaturalizzare attraverso la realizzazione di un’area verde non più edificabile, capaci di migliorare il microclima cittadino, ridurre le isole di calore, favorire l’infiltrazione delle acque piovane e incrementare la biodiversità. Ci sarà anche un impatto diretto sulla sicurezza del territorio in quanto si contribuisce alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, tema sempre più urgente alla luce dei cambiamenti climatici.

Le risorse saranno distribuite in maniera equilibrata, in modo da coinvolgere sia i grandi centri urbani sia i piccoli Comuni. Una scelta che risponde alla volontà di rendere questa misura non soltanto uno strumento tecnico, ma un’opportunità diffusa e condivisa capace di migliorare la qualità ambientale e sociale dell’intero territorio regionale.

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«Affrontiamo le difficoltà delle persone con pragmatismo, ma senza mai dimenticare la tutela dell’ambiente – sottolinea il presidente Cirio – Ogni volta che abbiamo la possibilità di reperire risorse economiche per salvaguardare il territorio lo facciamo perché crediamo in un equilibrio tra la qualità della vita delle comunità e nella necessità di proteggere l’ambiente. Con questo intervento dimostriamo che sviluppo e sostenibilità possono camminare insieme: tuteliamo la bellezza del nostro territorio, perché il vero valore è consegnare alle future generazioni un Piemonte più verde, vivibile e competitivo».

«Con questo bando diamo una risposta concreta a una delle sfide più urgenti per il nostro territorio: arrestare il consumo di suolo e ripristinare gli equilibri naturali nelle nostre città – ha sostenuto l’assessore Gallo – Non si tratta soltanto di un intervento ambientale, ma di una vera e propria strategia per migliorare la qualità della vita nei centri urbani, aumentando gli spazi verdi e rafforzando la resilienza del Piemonte di fronte alle sfide climatiche».

Sulla stessa linea l’assessore Gabusi: «Il bando per la de-impermeabilizzazione di aree pubbliche rappresenta un tassello importante delle molteplici azioni che la Regione Piemonte sta portando avanti per la riduzione del rischio idrogeologico. Un impegno che rinnoviamo quotidianamente insieme agli enti locali, con l’obiettivo di rendere i nostri territori più sicuri e resilienti».

cs

Da fine settembre gli incontri della Regione con le Green communities

Inizierà a fine settembre la serie di incontri della Regione Piemonte con le 12 Green communities, realtà che hanno accesso a quasi 23 milioni di euro di finanziamenti del Fondo nazionale per le montagne e che rappresentano un importante e innovativo tassello della strategia per la montagna.

Nel corso di una riunione con i rappresentanti di ciascuna Green Community e i vertici di Uncem l’assessore allo Sviluppo e promozione della montagna Marco Gallo ha anticipato che le visite sui territori saranno l’occasione per un confronto diretto con gli amministratori locali per rafforzare il monitoraggio dei piani operativi, accompagnare l’attuazione delle strategie, valorizzare le sinergie con altri strumenti di finanziamento, dal Pnrr al Fesr, dai fondi Alcotra alla cooperazione transfrontaliera.

I partecipanti alla riunione

«Le Green Communities non sono un semplice piano di finanziamenti, ma cantieri di futuro – commenta l’assessore Gallo – Abbiamo scelto di andare direttamente sui territori per ascoltare e sostenere gli amministratori locali perché questo percorso funzioni senza ostacoli e porti risultati concreti. Il Piemonte è stato tra le prime Regioni a investire con decisione in questa strategia, riconosciuta anche a livello nazionale come modello virtuoso. Ora il nostro compito è non lasciare i territori soli a gestire fondi che ora più che mai sono importanti per le nostre montagne».

Il giro degli incontri comincerà con le Green communities Maira Grana e Terre Del Monviso per proseguire con Sesia Green, Valli dell’Ossola, Sinergie in Canavese, Valchiusella “Di Acqua e di Pietra”, Renewable Community, Stoicheia, Unione Montana Valle Susa “Risorse di Oggi per Domani” e infine Valle Tanaro.

Le Green Communities piemontesi

Queste realtà costituiscono una rete di esperienze e progettualità concrete, nonché modello virtuoso che fanno del Piemonte la prima Regione italiana per risultati e finanziamenti attuati sulle rispettive realtà.

Ad oggi sono nel pieno della fase attuativa dei programmi operativi approvati e finanziati, con azioni che spaziano dai piani per la gestione sostenibile delle risorse idriche ai progetti di riforestazione e tutela della biodiversità, dalla mobilità dolce all’accoglienza di giovani e nuove famiglie. Non “strategie astratte”, ma azioni tangibili che rispondono a bisogni reali della popolazione.

Le Green Communities sono state costituite per promuovere la gestione sostenibile e integrata delle risorse naturali e per trasformare la montagna in un laboratorio di economia circolare, turismo esperienziale, tutela ambientale e nuove opportunità di lavoro. Rappresentano dunque strumenti efficaci di sviluppo per costruire un equilibrio urbano-rurale-montano integrato che coinvolga le molteplici componenti del territorio, attraverso la progettazione e l’attuazione di piani di sviluppo sostenibili.

Slow Food e Rete Comuni Sostenibili, sostenibilità e buona alimentazione

Due percorsi paralleli finalmente si incontrano. La Rete dei Comuni Sostenibili e Slow Food Italia hanno siglato una lettera d’intenti per intensificare e condividere un impegno che, in molti casi, si fonda sui medesimi e solidi valori, quali la sostenibilità ambientale, sociale e alimentare a partire dai territori e dai cittadini che li vivono e custodiscono.
La prima e importante occasione di collaborazione è stata la Guida dei Comuni sostenibili italiani 2025/2026, presentata allo scorso Salone Internazionale del Libro di Torino, dove figura un intervento di Raoul Tiraboschi, vicepresidente di Slow Food Italia, che ha anche preso parte all’iniziativa del Lingotto Fiere. Tra i principali obiettivi concreti condivisi troviamo la promozione delle rispettive esperienze ai propri aderenti. Quindi la promozione di buone pratiche tramite iniziative come campagne di sensibilizzazione su temi quali la lotta allo spreco alimentare, la promozione di regimi alimentari corretti e sostenibili e la tutela della biodiversità mediante scelte consapevoli.
Per quanto riguarda la Rete dei Comuni Sostenibili vi è  l’intenzione di impegnarsi a migliorare e integrare il set di indicatori per il monitoraggio della sostenibilità degli enti locali con parametri individuati insieme a Slow Food che, dal canto suo, è pronto a favorire la promozione della rete nella realtà dove sono presenti progetti Slow Food, favorendone l’incontro con le amministrazioni e proponendo l’esperienza del monitoraggio volontario della sostenibilità dei territori.  Un altro punto che è stato esaminato è quello dell’affiancamento agli enti locali nella partecipazione a percorsi progettuali con l’obiettivo di creare sistemi locali del cibo con opportune food policies, iniziative e processi legati all’educazione alimentare e, più in generale, al rapporto tra cibo e salute.

“ Tra i grandi obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, rientra a pieno titolo quello dell’alimentazione – affermano Valerio Lucciarini De Vincenzi e  Benedetta Squittieri, presidente della Rete dei Comuni Sostenibili – In Europa e in Italia tale obiettivo è declinato attraverso una serie di azioni per l’educazione alimentare, la lotta allo spreco di cibo, il biologico e le filiere corte, la salvaguardia delle produzioni locali, la protezione della biodiversità. I comuni sono particolarmente impegnati su questo fronte, dalle mense scolastiche agli Orti urbani, dall’acqua pubblica alla valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche, fino al turismo sostenibile. La rete dei Comuni sostenibili esalta queste buone pratiche e ha creato anche una Guida dei Comuni Sostenibili, per narrare tutte queste iniziative.  L’intesa che abbiamo siglato con Slow Food Italia rappresenta un nuovo importante strumento che mettiamo a disposizione degli enti aderenti alla rete e ne trarranno beneficio sia il sistema di monitoraggio della sostenibilità  sia la possibilità di condivisione reciproca di buone pratiche territoriali”.

“I Comuni sono i nostri interlocutori privilegiati per un cambiamento diffuso e urgente che si muove dal basso. Slow Food, di fronte alle trasformazioni che stanno avvenendo,vuole fare la sua parte come movimento globale del cibo. Insieme a tutti coloro che credono com enti nella partecipazione democratica nella crescita in consapevolezza della società civile, possiamo essere ambasciatori con la Rete dei Comuni Sostenibili di buone pratiche e percorsi che, in questi anni, hanno testimoniato che un altro sistema alimentare è possibile, oltre che urgente – dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – I sistemi del cibo che da quasi quaranta anni promuoviamo, locali, diffusi, orizzontali, sono capaci  di generare circuiti virtuosi basati sulle relazioni. I Presidi, l’Arca del Gusto, i Mercati della Terra, gli orti di comunità  e scolastici, gli itinerari Slow Food Travel, la ristorazione collettiva, sono tutti strumenti concreti capaci di proiettarsi verso un futuro di pace e prosperità collettivo, che è diritto di tutti e tutte, come il cibo buono, pulito e giusto che lo nutre”.

Mara Martellotta

Crisi climatica ed eventi meteo estremi: allarme ghiacciai in Piemonte

In crescita gli eventi meteo estremi: +27,8% rispetto al 2024. Torino la provincia più colpita.

In Piemonte i ghiacciai continuano a ritirarsi rapidamente, con conseguenze dirette sull’instabilità dei versanti: crolli in quota, collassi di morene e colate di fango e detriti diventano sempre più frequenti. È quanto accade nei bacini glaciali della Bessanese e della Ciamarella, nelle Alpi Graie, segnati sia dalla crisi climatica sia dall’aumento degli eventi meteo estremi in quota, aggravati dall’innalzamento dello zero termico.

Il doppio allarme arriva dalla campagna Carovana dei ghiacciai, approdata per la sua quinta tappa in Piemonte, e dai nuovi dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente.

Eventi meteo estremi in aumento

Tra gennaio e agosto 2025 in Piemonte si sono registrati 23 eventi meteo estremi, il 27,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2024 (18 casi). La provincia di Torino è la più colpita, con 10 episodi. I fenomeni più ricorrenti sono allagamenti dovuti a piogge intense (8), esondazioni e frane (5 ciascuno). Effetti visibili anche in alta quota, come dimostrano le ferite ancora aperte nelle Valli di Lanzo (TO).

Proprio qui, a un anno dall’alluvione del 4-5 settembre che colpì diversi comuni, tra cui Balme e in particolare il Pian della Mussa, Carovana dei ghiacciai ha fatto tappa per riportare l’attenzione sul tema della fusione glaciale e dell’instabilità montana.

Focus ghiacciai: dati allarmanti

Le osservazioni in quota di Carovana dei ghiacciai, insieme agli studi di CNR-IRPI e ARPA Piemonte, confermano la rapida contrazione:

  • Ghiacciaio della Bessanese: dalla metà dell’800 (1,75 km²) si è ridotto a 0,3 km². Solo tra il 2010 e il 2023 ha perso 3,9 milioni di m³ di ghiaccio, con un abbassamento medio di 1 metro l’anno. Tra gli episodi più significativi il crollo del 2023 allo spigolo Murari.

  • Ghiacciaio della Ciamarella: 150 anni fa occupava 1,18 km², oggi si è dimezzato (0,5 km²). Dal 2010 al 2023 ha perso 8,1 milioni di m³ di ghiaccio.

Nel complesso, i ghiacciai piemontesi sono tutti in arretramento: dai 56 km² del 1959, la superficie è scesa a 30 km² nel 2007 e a soli 22 km² nel 2024 (ARPA Piemonte).

Il bacino Bessanese: un laboratorio a cielo aperto

Il Piemonte ospita anche un’importante area sperimentale: il bacino glaciale della Bessanese, vicino al rifugio Gastaldi (2656 m). Qui CNR-IRPI, ARPA Piemonte e Fondazione Glaciologica Italiana conducono ricerche multidisciplinari su fusione glaciale, frane, morene, temperatura di rocce e detriti e biodiversità.

Questo “laboratorio naturale”, inserito nel Dynamic Ecological Information Management System e parte della rete dei Rifugi Sentinella, è anche un luogo di divulgazione scientifica grazie alla “Saletta del Presente”, realizzata con CAI e Museo della Montagna di Torino.

Le voci dei protagonisti

  • Vanda Bonardo (Legambiente/Cipra Italia): “La tappa piemontese di Carovana dei ghiacciai ben sintetizza quanto ormai sta accadendo in alta quota a causa della crisi climatica e degli impatti degli eventi meteo estremi e quanto sia importante monitorare l’ambiente montano e i ghiacciai per comprenderne meglio i rischi e capire come fruire di questi luoghi…”

  • Marta Chiarle (CNR-IRPI/Fondazione Glaciologica Italiana): “Il bacino glaciale della Bessanese si contraddistingue per una grande varietà di forme e processi geologici e geomorfologici… A queste quote il permafrost controlla molti dei processi geomorfologici in atto: questo spiega la sensibilità del bacino al riscaldamento climatico e l’importanza di monitorare la temperatura di rocce e detriti”.

  • Secondo Barbero (Arpa Piemonte): “Se fondamentale è lo studio attivo della criosfera… altrettanto importanti sono le campagne di informazione e sensibilizzazione… Registriamo quindi un aumento della frequenza e dell’intensità dei processi di dissesto alle quote più elevate che in alcuni casi possono anche impattare sui territori di valle con l’inevitabile aumento dell’esposizione al rischio per infrastrutture e insediamenti”.

La sesta edizione di Carovana dei ghiacciai

Dopo l’anteprima di agosto sull’Adamello, l’edizione 2025 si è svolta tra il 17 agosto e il 2 settembre lungo l’arco alpino, con tappe in Svizzera, Lombardia, Alto Adige, Germania e infine Piemonte.

Tra i testimonial, la giornalista Milena Boccadoro, che sottolinea: “Monitorare, far conoscere, diffondere informazioni sul loro stato di salute così come fa da anni ormai Carovana dei ghiacciai di Legambiente sia molto importante…”.

La petizione

Con Carovana dei ghiacciai 2025, Legambiente rilancia la petizione online “Una firma per i ghiacciai” per chiedere al Governo azioni concrete, a partire dai 7 interventi del Manifesto per una governance dei ghiacciai.
👉 Firma qui

A San Raffaele Cimena torna Sentiero Verde

Riprendono sabato 6 settembre a San Raffaele Cimena gli appuntamenti di “Sentiero Verde 2025”, il calendario annuale delle iniziative dell’associazione Camminare lentamente, patrocinato dalla Regione Piemonte e dalla Città metropolitana di Torino, con un piacevole itinerario di 6,5 km con 300 metri di dislivello positivo nelle pianure e nelle colline chivassesi. Partendo da via Moie, abbandonate le ultime case della Piana, l’itinerario scelto inizialmente seguirà il percorso e le indicazioni della millenaria Via Francigena nel tratto tra Torino e Chivasso. Con un percorso tortuoso su stradine sterrate fra i campi si raggiungerà la sponda destra del Po all’interno del Parco degli Argini. Si seguirà poi il corso del Po tra campi e risaie, fino ad un’ampia svolta verso destra. Da qui il percorso si riavvicinerà alla collina e sarà possibile visitare la Tenuta Cimena dell’azienda agricola Pochettino, dove si coltiva con passione il Riso San Raffaele, che unisce tradizione e qualità. La Tenuta Cimena, immersa nel Parco del Po Torinese, è anche sede della fattoria didattica “Happy farm-Ponies Rice”. Dalla Tenuta Cimena si raggiungerà poi l’ex strada statale 590, che sarà attraversata e abbandonata dopo poche centinaia di metri, per prendere a destra via Fasella e iniziare una ripida salita su asfalto. Ad una curva si proseguirà a destra nel bosco e si raggiungerà il sentiero di collegamento tra la zona degli Abruzzi e il Bosco della Croce, tra i sentieri numero 97 e numero 96 della Collina Torinese. La salita nel bosco si addolcirà man mano e si apriranno suggestivi punti panoramici sulle Alpi e sulla pianura chivassese e vercellese. Si arriverà poi al Parco della Rimembranza, in cima alla collina del borgo Alto, il nucleo più antico del Comune di San Raffaele, sviluppatosi a partire dal X secolo attorno al castello. All’arrivo a San Raffaele Alto i partecipanti potranno immergersi nell’atmosfera del Moon Festival tra musica, performance, arte, luce e paesaggio. Il rientro alpunto di partenza a San Raffaele Cinema sarà possibile con le navette gratuite del Moon Festival. Si consigliano scarpe da trekking o con suola antiscivolo. Il ritrovo dei partecipanti è fissato a San Raffaele Cimena in piazzale Bosio (via delle Moie) almeno 15 minuti prima della partenza dei due gruppi, che sono in programma alle 15 e alle 17.

Per iscriversi e partecipare alla passeggiata gratuita occorre compilare il google form https://forms.gle/iaTSwAzn6W4WwrAy5
Per informazioni si possono chiamare i numeri telefonici 349-7210715 o 380-6835571, scrivere a camminarelentamente2@gmail.com o consultare il sito Internetwww.camminarelentamente.it

Comitato Torino Respiera e il ricorso contro il Governo sullo smog

Le Regioni del Nord Italia dichiarano la loro incapacità a gestire la qualità dell’aria 

Il commento del Comitato Torino Respira

Tre delle quattro regioni del “bacino padano”, Piemonte, Lombardia e Veneto, hanno deciso di presentare ricorso alla Corte Costituzionale contro il Governo nazionale che a giugno ha approvato la legge che delega il governo al recepimento della nuova Direttiva Europea sulla qualità dell’aria.

In quella legge il Governo ha detto chiaramente che la responsabilità diretta del rispetto della normativa sulla qualità dell’aria è delle Regioni e che lo Stato interviene solo in modo complementare, nel caso in cui le Regioni non siano in grado di raggiungere i risultati previsti dai propri piani sulla qualità dell’aria, o sia necessario un coordinamento con gli organi dello Stato. In realtà questa è già la situazione prevista dalla legislazione vigente fin dal 2010, che le Regioni hanno sempre accettato, arrivando solo nel 2023, nel caso del Piemonte, a chiedere l’intervento dello Stato.

Al di là delle questioni di legittimità costituzionale, colpisce il passaggio centrale della delibera con la quale la Regione ha motivato il suo ricorso, dicendo che il Governo: “… omette di considerare la strutturale inadeguatezza, acclarata dall’esperienza degli ultimi quindici anni nella vigenza del sistema di tutela previsto dal d.lgs. n. 155 del 2010, dei livelli regionali e locali a garantire nel territorio del c.d. “bacino padano” il raggiungimento degli standard di qualità dell’aria imposti dall’Unione europea,…”.

In pratica la Regione Piemonte ammette dopo quindici anni di non essere in grado di gestire il problema dello smog, né da sola né tantomeno in collaborazione con le altre regioni del bacino padano e con gli enti locali.

“Come cittadine e cittadini attenti al tema dello smog e dei suoi effetti sulla salute ci eravamo accorti da parecchio tempo che le Regioni del nord Italia non erano in grado di gestire il problema, e l’abbiamo sostenuto con forza in tutte le sedi possibili. Colpisce il fatto che oggi la Regione Piemonte lo dica in modo così chiaro, dopo che il Presidente Cirio ha più volte declamato il successo dei piani e delle azioni regionali, che sono sempre state palesemente insufficienti”, così commenta Roberto Mezzalama, Presidente di Torino Respira, che aggiunge: “Trovo gravemente irresponsabile però che questa ammissione venga fatta dopo ben quindici anni dall’avere ricevuto la delega ad occuparsi del problema dello smog e dopo essere stati quindi indirettamente responsabili della morte prematura e del peggioramento dello stato di salute di migliaia di persone in tutta la Regione. Credo anche che questo debba aprire una riflessione più generale sulla foga con la quale le Regioni hanno per molto tempo chiesto più competenze e più autonomia, foga alla quale in genere non ha fatto seguito la volontà di pagare il prezzo politico delle scelte necessarie.”

Comitato Torino Respira

www.torinorespira.it/

Il verde che purifica

Non solo belle e decorative, ma anche utili e protettive. Le piante sono una risorsa magnifica per la salvaguardia della nostra salute, sono in grado di catturare infatti alcune sostanze dannose per il nostro organismo, eliminare cattivi odori, come quello delle sigarette, mantenendo l’aria di casa salubre. La loro funzione ornamentale, come le notevoli proprietà balsamiche   che aromatizzano i nostri ambienti, fanno di questi organismi vegetali dei fedeli compagni che ricambiano cure e attenzioni con apprezzabili cortesie che favoriscono la salute. Anche la Nasa si è interessata a questo tema confermando la capacità di alcune piante di eliminare fino al 73% delle sostanze tossiche presenti nell’aria. Ogni pianta svolge un compito specifico nella sua azione depurativa per esempio l’Azalea, pianta dai meravigliosi colori originaria del Giappone e della Cina, filtra la formaldeide. L’Edera, il vivace rampicante verde, assorbe l’odore lasciato da pitture e inchiostri, ma anche il benzene contenuto nei detersivi. Inoltre è una pianta che arreda moltissimo soprattutto se si ha spazio per farla crescere ed espandere sulle pareti. L’Anthurium, dalle foglie a forma di cuore e fiori colorati e bianchi, può rimuovere una importante dose di ammoniaca ma anche di toluene (impiegato per il trattamento di vernici e colle) e xilene (solvente per gomme e cuoio). Il Ficus Benjamin, molto utilizzato negli appartamenti ma anche negli uffici oltre che per la sua piacevolezza anche per la sua facilità nella cura, è tra i migliori agenti nella rimozione degli allergeni provocati dalla presenza di mobili e tappeti. L’Aloe Vera, pianta africana facilissima da coltivare: poca acqua e tanta luce, è in grado di eliminare ben il 60% del benzene contenuto in vari prodotti in uso quotidianamente come i detergenti chimici. Non dimentichiamo inoltre le sue proprietà medicinali, è infatti un antinfiammatorio, un cicatrizzante, un idratante ma anche un antibatterico e gastro protettivo. Il Falangio, molto resistente e indicato per chi non ha propriamente il pollice verde, filtra anche l’ossido di carbonio oltre al benzene e alla formaldeide. La Palma di Bamboo, piccola e graziosa pianta che produce piccoli fiori e frutti, è molto utile per combattere le esalazioni di trielina, un pericoloso agente cancerogeno spesso usato nei prodotti sintetici per il lavaggio a secco e nei solventi. Infine la Dracaena, conosciuta come il Tronchetto della Felicità, oltre a filtrare l’aria dalle sostanze nocive già citate, è abile a ridurre l’ansia, la tristezza e lo stress. E’ molto utile anche contro il mal di testa e il bruciore agli occhi e grazie alla sua capacità di assorbire anidride carbonica mentre emette ossigeno ha effetti positivi sulla concentrazione e sulla produttività.

Maria La Barbera