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La Quinta Commissione, presente l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati e il presidente Sergio Bartoli (nella foto), nella seduta di ieri ha licenziato a maggioranza il Piano Rifiuti Speciali presentato dalla Giunta regionale che verrà discusso nell’Aula del Consiglio regionale nelle prossime settimane.
La Commissione ha poi ascoltato l’audizione del presidente dell’Autorità Rifiuti Piemonte che ha riferito ai Commissari sulla scelta di ingrandire l’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti, già operativo al Gerbido da diversi anni e bisognoso di lavori di ristrutturazione, per far fronte al trattamento dei rifiuti urbani dei prossimi anni.
Il presidente dell’Autorità ha spiegato che sono stati valutati gli altri siti proposti dai sindaci di Asti e Ghemme (No) ma che non rispettavano i parametri richiesti. Oggi in Piemonte c’è una produzione di 162 chili l’anno di rifiuti indifferenziati per abitante da smaltire. L’obiettivo è di arrivare a 90 chili entro il 2035, ma verosimilmente arriveremo soltanto a 107 chili per abitante a quella data perché i rifiuti pro capite aumentano anche con il calo degli abitanti. È necessario lavorare sulla raccolta differenziata.
Diversi consiglieri di M5s, Avs, Pd, Sue, Fi, Lega hanno rivolto domande per avere chiarimenti sui lavori necessari all’inceneritore, il metodo di trasporto dei rifiuti da altre zone del Piemonte, le compensazioni dovute ai Comuni.
Nel 2024 il Piemonte sesto nella raccolta RAEE
Nel 2024 la regione Piemonte ha raccolto 23.648 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche (RAEE). È quanto emerge dal Rapporto regionale realizzato dal Centro di Coordinamento RAEE, l’organismo che sintetizza i risultati ufficiali conseguiti da tutti i sistemi collettivi che si occupano del ritiro presso i centri di raccolta comunali e i luoghi di raggruppamento organizzati dalla distribuzione e dalla gestione dei rifiuti tecnologici in Italia.
Il risultato si dimostra in crescita del 2% rispetto al 2023 seppure leggermente inferiore all’andamento emerso a livello nazionale ( +2,5%). Questo non impedisce alla regione Piemonte di conquistare un posto nella classifica nazionale che la fa salire al sesto posto fra le regioni più virtuose per volumi complessivi.
Un andamento simile avviene anche per il reddito pro capite che, in forza di un incremento del 2,2% sale a 5,5 kg per abitante. Il valore è al di sotto della media italiana (6.07kg/ab) ma consente alla regione di passare dal quattordicesimo al tredicesimo posto nella graduatoria italiana.
A livello di singoli raggruppamenti nei quali vengono suddivisi e raccolti i RAEE, il rapporto evidenzia chela crescita dei volumi regionali è l’esito del miglioramento in pressoché tutti i raggruppamenti. Fa eccezione solo TV e monitor (R3) la cui raccolta risulta in calo del 17,1% ma in modo similare all’andamento nazionale con un – 10,9%. Questa diminuzione è da considerarsi fisiologica dopo le perturbazioni del mercato digitale dovute allo switch off del segnale digitale.
A trainare la raccolta complessiva sono piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo (R4), la cui raccolta registra il 9,1% pari a 471 tonnellate aggiuntive, per un totale di 5634 tonnellate avviate a corretto riciclo. Segue freddo e clima (R1) la cui raccolta registra un +4,7% per un totale di 7619 tonnellate, 344 in più rispetto al 2023. Cresce invece del 2,4% la raccolta di grandi bianchi R2, per un totale di 7702 tonnellate, mentre sorgenti luminose R5 segna il +3,3 % per un totale di 127 tonnellate.
L’analisi della raccolta per singole province mostra che tutti migliorano la propria performance a eccezione di Asti, la cui raccolta registra la flessione del 5,1% e scenda a 1077 tonnellate. L’incremento più elevato spetta alla provincia di Vercelli, la cui raccolta aumenta del 13% rispetto al 2023, per un totale di 1463 tonnellate. Segue Biella, con +4% per un totale di 785 tonnellate, crescono del 2,9% le province di Verbano Cusio Ossola e Novara. Alessandria migliora del 2,2%, seguita da Cuneo con l’1,8% e Torino con il +1%, per un totale di 10 mila 387 tonnellate, valore che incide per il 44% sui volumi regionali avviati a riciclo.
Mara Martellotta
Roma – Si è svolto presso il Ministero dell’Ambiente l’incontro tra il Ministro Gilberto Pichetto e il Consigliere Regionale del Piemonte Sergio Bartoli, Presidente della V Commissione Ambiente, per affrontare le problematiche legate alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
“L’incontro è stato proficuo e costruttivo. Ho voluto rappresentare al Ministro l’urgenza di adottare misure concrete per garantire un futuro alle Comunità Energetiche Rinnovabili” – ha dichiarato Bartoli.
All’incontro hanno partecipato anche tecnici esperti nella costituzione di Comunità Energetiche, tra cui il dott. Gaetano Chiantia e il dott. Edoardo Petrarulo, presidente del Consiglio Comunale di Beinasco. La loro presenza ha permesso di arricchire il confronto con competenze tecniche e con una visione concreta delle criticità operative che le CER stanno affrontando.
La situazione critica delle CER in Piemonte
Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una risorsa preziosa per la sostenibilità e l’autoconsumo energetico. Tuttavia, in Piemonte, nonostante la costituzione di quasi un centinaio di CER, molte sono attualmente in stallo. La causa principale è la mancanza di strumenti finanziari adeguati: il sistema bancario non dispone di prodotti dedicati, costringendo le comunità a ricorrere a finanziamenti ordinari, spesso caratterizzati da tassi elevati e garanzie onerose.
“Questa criticità sta compromettendo la sostenibilità economica delle CER, mettendo a rischio non solo i progetti già avviati, ma anche la possibilità di accedere ai fondi europei. Non possiamo permetterci di perdere tempo” – ha aggiunto Bartoli.
Le proposte avanzate dal Consigliere Bartoli:
1. Coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti – Utilizzare questa istituzione finanziaria pubblica per offrire finanziamenti a condizioni più favorevoli, vista la rilevanza strategica delle CER per la transizione energetica del Paese.
2. Garanzie degli Enti Locali – Consentire agli enti locali di fornire fideiussioni sui finanziamenti, riducendo il rischio per le banche e favorendo tassi di interesse più sostenibili.
Il Consigliere Bartoli ha ribadito la necessità di un intervento immediato:
“Ringrazio il Ministro Pichetto per la disponibilità e per il tempo prezioso che mi ha dedicato. Sono fiducioso che il Ministro comprenda la necessità di un intervento concreto per sbloccare la situazione delle CER e garantire il loro pieno sviluppo, evitando il rischio di perdere importanti fondi europei.”
Una giornata per riconnettersi con la natura
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Caro direttore,
gradirei richiamare la vostra attenzione sul tema delle aree industriali dismesse e non utilizzate. Anziché abbandonarle al degrado ed all’incuria, si potrebbe assegnare loro la priorità quando si tratta di realizzare nuove opere, pubbliche o private che siano, per cercare di ridurre al minimo l’erosione dei suoli e l’impatto ambientale, contemperando sviluppo economico, necessità della collettività e rispetto dell’ambiente. Sarebbe opportuno che ogni amministrazione comunale le censisse.
A mio avviso, occorrerebbe sensibilizzare maggiormente non solo la cittadinanza, ma anche i pubblici amministratori sulla necessità del loro riutilizzo, nell’immediato o in un futuro prossimo, per altre finalità. Tra gli esempi concreti di cui ho diretta conoscenza: l’area ex Mecaplast di Beinasco, l’area ex Sandretto di Collegno, l’area ex Manifattura Moncalieri di Torino e l’area ex ThyssenKrupp di Torino. Chissà quante realtà analoghe esistono al di fuori di Torino e del suo hinterland!
Ritengo che questo sia un tema importantissimo nell’ambito del concetto di sviluppo sostenibile che, dal livello locale a quello globale, si afferma di voler perseguire, fissando scadenze e stilando elenchi di obiettivi da raggiungere.
Vi ringrazio per la gentile attenzione e vi auguro un buon lavoro.
Walter Nicolosi
Rispetto ai 170 già attivi dal 2019, i nuovi appezzamenti presentano una specificità: ciascuno dispone infatti di 50 metri quadrati di orto e 25 di food forest, una soluzione NBS (Nature based Solutions) che include alberi emergenti, alberi da frutto, arbusti e piante rampicanti, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria, favorire la biodiversità e mitigare le isole di calore. Per garantire una crescita ottimale e creare nuovi micro-corridoi ecologici gli alberi e gli arbusti sono stati messi a dimora dal 2023, con alcuni cantieri partecipati. Gli appezzamenti sono inoltre separati da siepi lineari composte da lamponi, ribes, cassis e dieci diverse varietà di rose damascene, utilizzabili per sciroppi e confetture.
Le nuove assegnazioni contribuiranno a ridurre la lunga lista di attesa formata da oltre mille persone interessate a gestire un orto urbano nella realtà di Mirafiori, divenuta negli anni un vivace luogo di incontro e di socialità attorno all’agricoltura urbana.
I nuovi orti sono parte del progetto “Ecosistema Agroforestale Urbano”, incentrato sulla sostenibilità e sul miglioramento ambientale, che interessa due realtà torinesi – Orti Generali e Cascina Falchera – situate ai due estremi della città, e realizzato grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “Simbiosi. Insieme alla natura per il futuro del Pianeta”. Altri cento orti, facenti sempre parte del progetto guidato da Orti Generali, sono stati recentemente inaugurati nell’hub di innovazione sociale e ambientale del quartiere Falchera, anch’essi racchiusi da una fascia di mitigazione a food forest di 2000 piante che protegge le coltivazioni.
“L’inaugurazione dei nuovi orti al Parco Piemonte rappresenta un passo importante per la Città di Torino – ha commentato l’assessore Tresso – che continua a investire sul verde per un miglioramento della qualità della vita. Orti Generali si conferma un progetto virtuoso di rigenerazione del territorio e dimostra come l’orticoltura e l’agricoltura urbana partecipativa possano avere un impatto positivo sulla biodiversità e sulla partecipazione delle comunità locali”.
Nato nel 2010 da un percorso partecipativo di comunità, Orti Generali si è evoluto nel 2018 con la concessione da parte della Città di 5 ettari di terreno all’interno del Parco Piemonte. Da area in abbandono con una residua attività agricola, grazie a un innovativo modello di impresa sociale lo spazio è stato trasformato in luogo di aggregazione e di condivisione di pratiche, esperienze e competenze legate alla coltivazione urbana. Oggi il parco ospita 270 orti, una fattoria didattica e un pascolo con tre mucche scozzesi; per preservare e valorizzare il carattere pubblico del parco circa due terzi dell’area sono stati destinati a spazi verdi condivisi, dove incontrarsi e socializzare attorno a un grande chiosco in cui, oltre alla trasformazione delle materie prime degli orti, vengono offerti servizi culturali, sociali, educativi e formativi. Nel 2023 il progetto ha vinto il Premio Nazionale del Paesaggio del Ministero della Cultura, un importante riconoscimento che ne ha attestato il valore nel panorama di iniziative di rigenerazione urbana e sostenibilità ambientale.
Misure antismog: livello 0 (bianco) fino a venerdì 28

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.
L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale
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