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Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione dell’Assessore Andrea Tronzano
“Il Piano regionale delle attività estrattive (più conosciuto come PRAE) è uno strumento che serve al territorio, perché regola, tutela e salvaguarda sia l’ambiente che ci circonda, sia le aziende estrattive che operano al suo interno”
Come Amministrazione regionale tuteliamo l’ambiente e il nostro territorio e il PRAE è uno strumento che ci aiuta in tal senso, oltre a creare sviluppo, occupazione, stabilità e certezze. Quando però non ci sono argomenti concreti con i quali contrapporsi alla linea di chi governa è facile sparare a zero, mistificare la realtà e ripetere come un mantra una versione dei fatti sperando che questa diventi realtà. E’ un modo di fare politica che non mi appartiene e che non dovrebbe costituire il bagaglio culturale di persone che sono chiamate ad amministrare. La quantità di disinformazione che abbiamo letto sui giornali in questi giorni portata avanti dal PD su un tema importante come quello ambientale è spiacevole. Noi siamo persone serie che cercano di tenere insieme interessi compatibili: tutela ambientale e sviluppo dell’occupazione.
Il Piano regionale delle attività estrattive (più conosciuto come PRAE) è uno strumento che serve al territorio, perché regola, tutela e salvaguarda sia l’ambiente che ci circonda, sia le aziende estrattive che operano al suo interno. Il tema è semplice: il Piano consente di monitorare, tutelare i corsi d’acqua, di ripulirli per evitare pericoli, e di fare in modo che le cave, da strumento operativo aziendale, diventino luoghi di rinaturazione. Basta vedere lungo l’Asse del Po ciò che è stato realizzato.
Inoltre, per quanto riguarda il tema dei volumi estraibili, non dobbiamo dimenticare che “volume estraibile” non è sinonimo di “volume effettivamente estratto”. Come più volte ribadito, le nuove autorizzazioni saranno rilasciate solo laddove i volumi già autorizzati risultino in procinto di esaurirsi.
Il Prae è uno strumento di programmazione territoriale introdotto dalla Legge Regionale 26 del 2016, voluta dall’allora Giunta Chiamparino, che però poi, stranamente, vista la sua importanza, non vi diede corso. Il lavoro da fare è immane, un percorso delicato e complicato e se si parte con pregiudizi è impossibile portarlo a compimento; noi stiamo lavorando senza “tifare” per nessuno, ma solo per l’ambiente coniugato in modo sostenibile allo sviluppo. Stiamo colmando un vuoto operativo.
Abbiamo fatto decine di riunioni con tutti i soggetti coinvolti, persino, per rispetto istituzionale e per il principio che ci guida di leale collaborazione, con i consiglieri stessi del PD. Peccato che in quelle occasioni non siano state sollevate tante obiezioni. E sapete perché? Perché in quegli incontri come amministrazione abbiamo privilegiato il confronto e l’informazione. Un’attività che abbiamo svolto per mesi e che è assolutamente tracciabile.
Certo, il Piano prima di essere approvato definitivamente necessita della massima condivisione. Se vi sono aspetti da chiarire, saranno chiariti, ma nella logica con cui il piano è stato realizzato: tutela e salvaguardia dell’ambiente in primis e confronto e dialogo con le aziende del comparto. Fare terrorismo culturale su questi temi, più che aumentare il livello di attenzione, provoca paura e questo di sicuro non aiuta il territorio ad avere regole chiare e precise.
Mi piacerebbe un confronto leale, scevro da qualsiasi logica di parte, ma da quanto leggo sarà difficile. Mi aspetto però, con il conforto dei tecnici, che alla fine il lavoro paghi e che finalmente la nostra regione possa dotarsi di uno strumento utile che vada a vantaggio dei piemontesi, delle amministrazioni pubbliche e del settore estrattivo, che crea migliaia di occupati.
Il programma estivo del Circolo all’Armida. Ogni martedì dal 27 giugno al 18 luglio
La Fondazione Circolo dei lettori va al fiume per l’estate. Anche quest’anno tra fine giugno e luglio, il Circolo dei lettori è in riva al Po, alla Terrazza del Circolo Canottieri Armida per quattro incontri sulla salvezza del mondo. Si intitola Terra, casa comune della vita il ciclo estivo che, dalle sponde torinesi del primo fiume italiano, invita a riflettere sulla crisi, i cambiamenti e le transizioni che dobbiamo mettere in atto per siglare un new deal ambientale con la nostra unica casa. A partire dal 27 giugno, per quattro martedì, molti angoli e diversi punti di vista approfondiscono temi legati alla terra e alla vita, quattro dialoghi tra saggisti, giornalisti, studiosi.
Si inizia con l’incontro tra il giornalista Jaime D’Alessandro e la reporter Mariangela Pira, a partire dai rispettivi saggi Immaginare l’immaginabile (Bollati Boringhieri) e Effetto domino (Chiarelettere), un confronto sull’umanità, legata da un tutto intrinseco e irrimediabile, la nostra casa comune. Il secondo appuntamento mette al centro le nostre abitudini alimentari: Alberto Grandi, autore per Aboca di Storie delle nostre paure alimentari e Fabio Ciconte, che ha scritto L’ipocrisia dell’abbondanza pubblicato da Laterza, si domandano se l’ossessione collettiva per il cibo e le abitudini sul suo consumo rispondano o meno alla domanda su cosa e come mangiamo. Il terzo episodio è dedicato agli animali, tutti, i domestici e quelli più esotici o altre specie a rischio estinzione, tutti sempre più protagonisti del nostro immaginario e umanizzati: Franco Marcoaldi, autore di Baldo Ribaldo e In Breve (La nave di Teseo) e Animali in versi (Einaudi) discute con la scrittrice Ilaria Gaspari e il curatore di Torino Spiritualità Armando Buonaiuto domandandosi se, al contrario, gli animali possano farci recuperare la nostra animalità. All’Armida, società di canottieri, nel periodo di Terra, casa comune della vita sarà esposta la gondola proveniente dalla Peschiera dei Giardini della Reggia di Venaria, un prestito da La Venaria Reale. All’acqua e alla discussione intorno al bene più prezioso della vita è dedicato l’appuntamento conclusivo del ciclo estivo della Fondazione Circolo dei lettori: Simone Regazzoni, autore di Oceano (Ponte alle Grazie) dialoga con Stefano Fenoglio, autore di Uomini e Fiumi (Rizzoli) discutendo dell’idrosfera, della sua centralità per la vita, dell’urgenza di salvarla.
Il programma completo e come prenotarsi:
martedì 27 giugno h 18
SIAMO TUTTI INTRINSECAMENTE COLLEGATI
con Jaime D’Alessandro, Immaginare l’immaginabile (Bollati Boringhieri), Mariangela Pira, Effetto domino(chiarelettere), modera Francesca RossoSiamo tutti intrinsecamente e irrimediabilmente legati. Quel che accade in paesi all’apparenza distanti continua a ripercuotersi a cascata su tutti gli altri, in un effetto domino. Un confronto sulla nostra umanità, su quello che siamo davvero dopo questi anni, di quello che avremmo potuto diventare se avessimo preso sul serio la strana primavera di idee nata dalla clausura forzata, di quello che ci attende avvicinandoci a grandi passi verso una crisi climatica che cambierà molto, se non tutto, la vecchia «normalità».
martedì 4 luglio h 18
SEI ANCORA QUELLO CHE MANGI?
con Alberto Grandi, Storie delle nostre paure alimentari (Aboca), Fabio Ciconte, L’ipocrisia dell’abbondanza (Laterza), modera Simona De CieroLa centralità del cibo nella nostra epoca è indiscussa, a volte trascende nell’ossessione. Ci sono le persone onnivere, vegane, vegetariane, le crudiste e le pescetariane. C’è chi mangia poco, chi tanto, chi a intermittenza. I mass media sono pieni di discorsi sul cibo biologico e su quello sintetico; sulle intolleranze e sulla dieta mediterranea; di Master Chef e Quattro Ristoranti; di tutorial e ticktock. Ma tutto questo turbinio di informazioni in cui siamo immersi ci dice davvero cosa e come mangiamo?
martedì 11 luglio h 18
GLI ANIMALI CI GUARDANO
con Franco Marcoaldi, Baldo e Ribaldo e In breve (La nave di Teseo), Ilaria Gaspari, modera Armando BuonaiutoGli animali (cani e gatti, galline, maiali, coccodrilli e pantegane, cinghiali, orsi e tartarughine, zanzare, e chi più ne ha più ne metta) fanno ormai totalmente parte della nostra vita sociale, del dibattito pubblico, dei momenti privati. Ed è lampante quanto siano sempre più presenti nella quotidianità, di fatti e di parole, in una maniera e con un peso diverso rispetto al passato – non più solo utilitaristico, per intenderci. E se, invece di affibbiare a loro la nostra umanità, riuscissimo a ricordarci, anche solo guardandoli, della nostra animalità?
martedì 18 luglio h 18
FILOSOFIA DELL’ACQUA
con Simone Regazzoni, Oceano (Ponte alle Grazie), Stefano Fenoglio, Uomini e fiumi (Rizzoli), modera Giorgia MarinoSi chiama Blu Marble la prima foto della Terra scattata dallo spazio, dall’equipaggio dell’Apollo 17 nel 1972. Questo emozionante scatto rende ancora più chiaro quanta parte del nostro pianeta sia ricoperta di acqua (per il 70%). Che rapporto c’è tra la vita (la sua origine e la sua sopravvivenza) e, appunto, l’acqua? Tutti gli esseri viventi sono immersi in una sfera d’acqua, l’idrosfera: fondamentale è quindi conoscere il ciclo che la regola. Così come è ormai doveroso affrontare la questione dell’inquinamento e del surriscaldamento delle acque, della morte dei coralli, della plastica che minaccia la vita dei viventi acquatici (e anche la nostra).
tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero
con prenotazione obbligatoria su torino.circololettori.it
info incontri 011 8904401 I info@circololettori.it
prenotazioni aperitivo e cena 011 6699219
OLTRE 4000 KM DI RETE ELETTRICA AEREA IN PIEMONTE
Ispezionati in elicottero 300 elettrodotti
Investiti ogni anno circa 50 milioni di euro per il monitoraggio e la manutenzione della rete elettrica italiana
Terna ha concluso le attività di monitoraggio della rete elettrica in Piemonte. Grazie all’utilizzo degli elicotteri della flotta aziendale, sono stati ispezionati oltre 4000 km di linee aeree nelle varie province, di cui oltre 900 km solo nell’area di Torino, per un totale di 300 elettrodotti a 60, 132, 220 e 380 kV.
Il costante monitoraggio e la manutenzione dei propri asset è una priorità per la società guidata da Giuseppina Di Foggia che per queste attività investe complessivamente ogni anno circa 50 milioni di euro.
L’ispezione aerea consente di verificare l’eventuale presenza di anomalie su conduttori e sostegni al fine di garantire la piena efficienza del servizio, permettendo di analizzare circa 240 km di linee in una sola giornata contro i 15 km delle ispezioni a terra che restano comunque uno strumento fondamentale per l’individuazione di eventuali anomalie che dall’alto non sono riscontrabili. Entro la fine del 2023 Terna avrà sorvolato e ispezionato, con tecnologia infrarosso, circa 70.000 Km di elettrodotti in alta tensione, effettuando un’analisi completa della rete regionale.
Per poter eseguire queste attività di monitoraggio, la società che gestisce la rete elettrica nazionale si è dotata di sette elicotteri caratterizzati dai nomi di particolari esemplari dell’avifauna italiana come il Gheppio, l’Assiolo, il Cuculo, la Ghiandaia, la Cicogna, il Nibbio e il Falco. Tutti i velivoli sono equipaggiati con una tecnologia all’avanguardia, gestita direttamente dal personale a bordo, che consente la visualizzazione in tempo reale dei dati.
Inoltre, al termine delle attività di monitoraggio in volo, seguono successive verifiche dei dati raccolti tramite l’elaborazione da parte di un sistema informativo di tipo DSS (Decision Support System) che supporta in modo proattivo la catena decisionale del processo di mantenimento degli impianti proponendo azioni di monitoraggio, manutenzione e sostituzione asset con tempistiche di intervento che seguono una policy predefinita.
Per la gestione di questa strumentazione altamente tecnologica, decine di professionisti provenienti dalle Unità Impianti di Terna dislocate su tutto il territorio nazionale sono stati sottoposti ad un periodo di addestramento nel polo formativo della Società, allestito per l’occasione con tutte le strumentazioni di bordo dell’elicottero per le varie simulazioni, al termine del quale hanno ottenuto la qualifica di “specialista di ispezione eliportata IR”.
Si estende alla Circoscrizione 2 la raccolta di prossimità degli oli vegetali di provenienza domestica. Prende il via oggi, infatti, il posizionamento di oltre 70 cassonetti a Mirafiori Nord, Mirafiori Sud e Santa Rita: i contenitori, di colore blu, verranno collocati da Amiat in altrettanti luoghi individuati di concerto con la Città e la Circoscrizione, nell’ambito dell’Accordo siglato tra la Città di Torino, Amiat Gruppo Iren e CONOE (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti).
Il progetto di estensione della raccolta di prossimità ha preso avvio nel mese di aprile nella Circoscrizione 8, dove sono già stati attivati oltre 50 punti di raccolta, ed è disponibile anche nella Circoscrizione 6. Il servizio verrà poi esteso a tutta la città, aggiungendosi a quello già attivo presso i Centri di raccolta Amiat, dove è possibile conferire gli oli vegetali esausti all’interno dei fusti presenti.
Nei punti di raccolta collocati sul territorio, invece, l’olio vegetale esausto, precedentemente filtrato da impurità ed eventuali residui di cibo per ottimizzare il processo di trasformazione da rifiuto a risorsa, dovrà essere raccolto in bottiglie ben chiuse che dovranno essere conferite direttamente all’interno degli appositi contenitori. Sarà possibile smaltire olio di oliva e di semi vari usati per frittura, oli di conservazione dei cibi in scatola o in vetro e oli vegetali deteriorati o scaduti.
Prosegue inoltre la campagna di comunicazione congiunta di Città, CONOE e Amiat, “Trasforma un rifiuto in risorsa” che, attraverso l’affissione di manifesti e la distribuzione di opuscoli informativi sta accompagnando il progetto, con l’obiettivo di informare i cittadini e di sensibilizzarli anche alla corretta gestione degli oli vegetali esausti.
Per maggiori informazioni: https://www.amiat.it/servizi/raccolta-oli-vegetali-esausti
Al via la settimana del controllo dei cinghiali negli alpeggi delle vallate torinesi. Dopo le molte segnalazioni di margari che al loro arrivo in alpeggio hanno avuto l’amara sorpresa di trovarsi i prati distrutti dalle “rumate” dei cinghiali, da domani scatta l’intervento dei selecontrollori aderenti all’”Associazione di protezione civile per la salvaguardia e gestione della fauna”.
L’attività inizia ieri in contemporanea in 10 alpeggi di valli diverse dove sono stati segnalate le devastazioni maggiori. Saranno effettuati appostamenti notturni per diminuire il numero dei cinghiali e ridurre così i danni ai preziosi prati di montagna che, con le loro erbe selvatiche particolari, donano al latte i sapori caratteristici dei formaggi d’alpeggio.
Gli interventi si svolgeranno in valle Dora Baltea, val Chiusella, bassa valle Orco, Valli di Lanzo e in diverse località dell’alta valle di Susa e continueranno in base alle necessità manifestate dagli allevatori.
Questi interventi coordinati e mirati per ridurre i danni in alpeggio rientrano nella convenzione firmata lo scorso 4 aprile tra Coldiretti Torino e l’associazione che raggruppa 190 selecontrollori formati e abilitati al controllo notturno in sicurezza.
«I nostri allevatori – sottolinea il presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici – hanno il diritto di lavorare senza vedersi distrutti quei prati che hanno curato perché dessero l’erba migliore con l’arrivo della stagione estiva. Ridurre i cinghiali anche in montagna è un nostro obiettivo per salvaguardare la pastorizia, attività radicata nella storia delle Alpi incentrata proprio sulla cura di quelle erbe che i cinghiali in sovrannumero stanno distruggendo. La convenzione con l’Associazione selecontrollori permette questi interventi coordinati su nostra segnalazione».
Gli stessi allevatori possono chiamare l’associazione per richiedere interventi mirati segnalando i danni agli uffici di zona Coldiretti. Gli stessi agricoltori possono anche richiedere l’intervento di tutor selecontrollori abilitati con il corso organizzato sempre da Coldiretti e che ha abilitato 120 operatori compresi agricoltori che possono operare in autodifesa sui propri terreni o intervenire su terreni di colleghi all’interno dei propri distretti di gestione faunistica.
Gli operatori intervengono dopo attenti sopralluoghi per determinare il punto d’appostamento più efficace e soprattutto più sicuro per l’incolumità di persone, animali domestici e fabbricati arrecando il minimo disturbo al resto della fauna selvatica. Il selecontrollo è un’attività di abbattimento che si svolge senza muoversi dal punto prescelto; non utilizza battute e cani e non causa praticamente nessun disturbo: l’operatore spara un colpo solo dopo avere individuato attraverso termocamera e visore a infrarossi il cinghiale da prelevare. L’attesa può anche essere effettuata all’alba e al tramonto in questi casi senza necessità di strumenti di visione notturna. Nel caso l’operatore ravvisi una qualunque forma di pericolo per l’incolumità delle persone o la possibilità che lo sparo causi apprensione e allarme, ha l’obbligo di rinunciare all’intervento.
I danni da cinghiali in alpeggio
I cinghiali che vivono in montagna escono di notte dai ripari diurni nelle zone di bosco fitto con ontani bassi, rododendri, felci, roveti, per scalzare la cotica erbosa. Lo fanno infilando il grifo sotto le radici delle zolle per ribaltarle.
Il grifo è la parte terminale del muso che è allungato e sul quale scaricano tutta la loro forza per fare leva dal basso verso l’alto. La punta del grifo è costituita da materia cornea durissima. Il muso del cinghiale funziona, quindi, come una vanga.
L’odorato delle narici poste nel grifo è eccezionale: possono fiutare un lombrico anche a 25 cm sottoterra stando a mezzo metro sopra l’erba.
Quello provocato dalle “rumate” è un tipico danneggiamento di questo periodo dell’anno ed è causato principalmente da branchi femmine con i piccoli. Le femmine in allattamento o appena dopo l’allattamento hanno bisogno di un forte apporto proteico. Lo stesso vale per i piccoli che hanno terminato lo svezzamento. Le proteine ricercate dal cinghiale in montagna sono soprattutto di origine animale e derivano soprattutto da larve di coleottero, larve di ditteri, lombrichi, piccoli di talpa e arvicola delle nevi.
I prati stabili di montagna sono quelli che ospitano le comunità di larve più numerose e quindi sono i più battuti dai cinghiali che ricercano anche i campi di patate o segale, gli orti, i bordi delle strade perché in questi punti la terra è smossa ed è più facile da scalzare oltre ad essere concimata e quindi ad attirare le larve e i lombrichi con la sua sostanza organica.
I danni di questo tipo diminuiscono in estate per tornare in autunno quando i cinghiali devono acquisire proteine e grassi per la riserva di grasso invernale. Ma da alcuni anni anche in autunno sono presenti nuove cucciolate con le esigenze già descritte sopra per piccoli e femmine in allattamento.
In una notte, un branco medio di 5-6 femmine con una ventina di piccoli può rumare un intero pascolo azzerando la produzione di erba per almeno un paio di estati. Quando si ripristina da solo, il pascolo non ha più la stessa composizione di erbe e la stessa capacità nutritiva faticosamente raggiunte con secoli di “coltivazione” da parte degli agricoltori. Il pascolo si impoverisce e la qualità dei nutrienti si impoverisce: ne risente la qualità del latte dei formaggi tipici d’alpeggio, con danno economico enorme per gli allevatori.
Esperti internazionali del settore si ritroveranno a Torino per confrontarsi sugli ultimi sviluppi di questa disciplina, tra cui la fusione termonucleare per la produzione di energia elettrica, i plasmi astrofisici e le possibili applicazioni industriali
dal 21 al 23 giugno 2023
Castello del Valentino – Viale Mattioli 39, Torino
Apertura 21 giugno ore 14,00 con i docenti Paolo Fino (Direttore Dipartimento DISAT del Politecnico di Torino), Bruno Panella (professore emerito del Dipartimento DENERG del Politecnico di Torino) e Stefano Lo Russo (Sindaco della Città di Torino)
Oltre cinquanta studiosi, tra i massimi esperti internazionali della Fisica dei Plasmi, provenienti da 15 Paesi e tre Continenti, si riuniranno a Torino, presso il Castello del Valentino, sede storica del Politecnico di Torino, nei giorni 21-23 giugno 2023, per discutere di problemi di frontiera e di come armonizzare la ricerca in un settore che ha enorme impatto in numerosi ambiti applicativi.
Tra gli studiosi che verranno a Torino, Kunioki Mima, dell’University di Osaka in Giappone, molto noto per i suoi studi sulla turbolenza nei plasmi; François Waelbroeck, direttore dell’Istituto per gli Studi sulla Fusione dell’Università del Texas a Austin, USA; Amita Das, dell’Istituto Indiano di Tecnologia a Delhi; Sergei Bulanov, che ha conseguito risultati di grande rilievo presso il Laboratorio Extreme Light Infrastructure di Praga (Repubblica Ceca), dedicato allo studio dell’interazione di fasci di luce laser intensa con i plasmi; e molti altri ancora. Il presidente del Comitato Scientifico Organizzatore della Conferenza è Francesco Porcelli, professore di Fisica della Materia presso il Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT del Politecnico di Torino.
I plasmi sono gas ionizzati, cioè composti da particelle cariche: nuclei atomici elettricamente positivi ed elettroni liberi. Particelle elettricamente cariche sono in grado di interagire tra di loro anche a grandi distanze mediante forze elettromagnetiche. Per questo motivo, è possibile organizzare su grandi scale il comportamento collettivo di queste particelle, utilizzando, per esempio, campi magnetici. È questo uno degli schemi utilizzati per confinare un plasma di isotopi di idrogeno (Deuterio, Trizio) e poterlo quindi riscaldare fino alle temperature necessarie per innescare reazione di fusione termonucleare. Infatti, la fusione termonucleare controllata per la produzione di energia elettrica è forse, attualmente, il principale ambito applicativo della Fisica del Plasma.
A questo proposito, è importante sottolineare che, malgrado risultati importanti conseguiti negli ultimi anni, la realizzazione di un reattore commerciale per lo sfruttamento dell’energia da fusione nucleare appare ancora molto lontana. Soluzioni che parevano scontate verso la fine del XX secolo non sembrano più attuabili, ed è pertanto necessario ripartire da capo. In questo senso, un rinnovato dialogo tra discipline fisiche vicine può favorire la ricerca di soluzioni alternative.
La Conferenza di Torino si inserisce in questo contesto. Infatti, oltre che di fusione nucleare, a Torino si discuterà di plasmi astrofisici, di fenomeni nella magnetosfera terrestre, di interazione tra plasmi e fasci laser, di applicazioni industriali dei plasmi, di propulsione spaziale, di turbolenza e di fenomeni di base nei plasmi. L’enfasi sarà posta sullo scambio creativo di conoscenze in Fisica del Plasma, come metodo di pensiero per favorire la nascita di idee di innovazione radicale in gruppi di lavoro costituiti da persone di cultura scientifica e tecnica affine.
Il Consiglio comunale ha approvato una Mozione presentata da Valentina Sganga (M5S) che impegna il sindaco e la giunta a prendere in esame l’installazione di un Climate Clock in un luogo centrale e frequentato della nostra città, per sensibilizzare la cittadinanza sul tema del riscaldamento globale e a favorire comportamenti e scelte responsabili e sostenibili.
Il Climate Clock è un progetto nato per installare un orologio climatico con due numeri indicanti: in rosso quanto tempo manca agli attuali tassi di emissioni per bruciare il “bilancio di carbonio” globale, vale a dire la quantità di CO2 che può ancora essere rilasciata nell’atmosfera limitando il riscaldamento globale a 1,5°C sopra i livelli preindustriali; in verde la percentuale di energia mondiale fornita al momento da fonti rinnovabili. Oggi orologi climatici sono installati a New York, Berlino, Seoul, Roma e Glasgow.
In una prima fase si ipotizza l’inserimento di un orologio climatico nel sito web della Città di Torino.
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Al via la terza edizione Next Generation Mobility. Nel giorno d’apertura della manifestazione torinese MaaS ed eVTOL al centro del dibattito
Antonio Ledda, presidente della Commissione Urbanistica, Trasporti e Mobilità della Città di Torino ha parlato del piano regolatore che accompagnerà quello di mobilità. Nel Trasporto pubblico locale è previsto il cambio del 70% della flotta, i binari del tram aumenteranno di 30 km, con due nuove linee, i bus saranno ecologici ed ecosostenibili, è programmato il prolungamento della linea 1 della metropolitana e la costruzione della linea 2. Infine è previsto un potenziamento delle piste ciclabili. Sul portale torinocambia.it sono presenti tutti i programmi futuri.
A NGM non si parla solo di Torino e di Piemonte. Nel corso della IV Conferenza Nazionale su Urban Air Mobility e Advanced Air Mobility, Arianna Censi, assessora alla Mobilità del Comune di Milano ha ricordato che le Olimpiadi del 2026 saranno un primo banco di prova reale in Italia per la mobilità eVTOL.
Prima che i nostri cieli si riempiano di “auto volanti” dovranno passare ancora anni se non decenni: secondo l’Ingegnere aerospaziale, pilota, Sergio Barlochetti arriveremo al 2025 prima che la tecnologia e la regolamentazione ci permetterà di pilotare auto volanti.
A fargli eco Paolo Arpellino, Head of Business Development di ITA Airways: “Dimenticate gli aereo-taxi alla Blade Runner, le prospettive immediate sono un po’ diverse. Si tratterà di velivoli con pilota e che con gli eVTOL avranno emissioni zero e un impatto acustico e di vibrazioni assai ridotto e saranno pensati per utilizzare gli eliporti già presenti. Il concetto importante e urgente è quello di ecosistema, se si vuole dare un futuro a UAM e AAM: al centro c’è il service provider, come una compagnia aerea o un operatore di elicotteri o di business jet, ma servono poi tutti gli altri stakeholder. Quindi Enti certificatori, controllo del traffico aereo, gli eliporti e vertiporti – strutture che andranno create nell’ottica dei veivoli elettrica – i produttori di batterie e i fornitori d’energia, i servizi digitali integrati e poi la filiera della manutenzione e del riciclo”
Next Generation Mobility 2023 è una manifestazione patrocinata dal Comune di Torino, dalla Città Metropolitana di Torino e dalla Regione Piemonte e con la collaborazione dell’ Unione Industriali di Torino.