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Crollo delle immatricolazioni di autobus in Piemonte: -30% nel 2020 Ma Torino regge

Torino segna solo -7,8%. L’elettrico è la seconda fonte di alimentazione nel trasporto persone. Nel capoluogo oltre il 40% dei mezzi appartiene alle categorie Euro 5 e 6. Trasporto merci, targhe giù del 19,5%

 

Tra chiusure, blocchi alla circolazione e restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ed economica in atto, il 2020 è stato un anno difficile anche per il mondo del trasporto merci e persone su strada. Lo storico brand Continental  ha realizzato un Osservatorio sui macro trend del trasporto pesante con l’obiettivo di fornire una panoramica del settore sia a livello nazionale, sia a livello locale. Per capire quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del comparto dei mezzi pesanti in Piemonte, l’Osservatorio ha analizzato i dati relativi alle nuove immatricolazioni, ai tipi di alimentazione, all’anzianità e alle categorie Euro* del parco circolante in Regione e nelle singole province.

 

Immatricolazioni trasporto persone: Piemonte -30%, Torino solo -7,8%

Nel 2020 in Italia le immatricolazioni di mezzi pesanti per il trasporto merci con oltre 16t sono state 19.616, il 14,2% in meno rispetto al 2019. Peggiora leggermente la situazione in Piemonte, regione che registra -23,5% e passa da 1.850 a 1.415 nuove targhe. Torino segna 595 nuove registrazioni e chiude il 2020 a -19,5%.

 

Nel trasporto persone, le immatricolazioni di autobus di oltre 3,5t in Italia sono passate da 4.935 del 2019 a 3.404 del 2020 (-31%). In questo caso il calo del Piemonte è in linea con la media nazionale e tocca il 30%, con 224 nuovi bus immatricolati. Tra le province, Torino fa registrare la diminuzione più lieve con 166 registrazioni e solo un -7,8%.

 

Alimentazione autobus: bene l’elettrico

Lo scorso anno, il parco circolante di autocarri merci in Italia ha raggiunto le 4.221.718 unità. La quasi totalità di questi sono alimentati a gasolio (91,6%); i rimanenti sono a benzina (4,6%), a metano (2,2%), a benzina e gas liquido (1,2%), ibridi ed elettrici (0,1% ognuno). Stesso schema in Piemonte: sul podio gasolio, benzina e metano (91,42%, 4,81% e 1,84%), mentre ibrido ed elettrico ben al di sotto dell’1% (0,14% e 0,10%). A Torino benzina e metano salgono a 5,3% e 3%, con ibrido ed elettrico entrambi allo 0,2%.

 

Il parco autobus nel nostro Paese registra nel 2020 99.883 unità. Anche in questo contesto la maggioranza dei mezzi in circolazione sono a gasolio (93,7%), seguiti però dal metano (4,8%). Sotto l’1% rimangono l’elettrico, il benzina, benzina e gas liquido e l’ibrido. Il gasolio regna anche in Piemonte (92,3%) seguito dal metano (5,7%). L’elettrico è la terza fonte di alimentazione e supera benzina e ibrido (1,2% vs 0,5% e 0,1%). Nel capoluogo salgono le quote di autobus a metano e a batteria (8,6% e 1,9%) e rimangono sotto l’1% quelli ibridi e a benzina (0,2% e 0,5%).

 

A Torino solo un autocarro su 9 ha più di 30 anni

La fascia di anzianità maggiormente rappresentata all’interno del parco circolante italiano di mezzi pesanti per il trasporto merci è quella da 10 a 15 anni (18,9%), seguita dai 15-20 anni (17,9%) e 20-30 anni (15,7%). Anche il Piemonte segue la stessa graduatoria con la preponderanza della fascia 10-15 anni che arriva al 20,4%. Il 12% del parco è sopra i 30 anni di età e il 20,6% sotto i 5.

A Torino la percentuale di autocarri di massimo 5 anni di età sale a 22,2%, e quella dei mezzi più anziani scende all’11,9%.

 

Considerando il parco autobus nel nostro Paese, emerge che quelli più recenti (da 0 a 5 anni) sono il 19,4% del totale, mentre quelli più vecchi, di oltre 20 anni, il 25,7%. Nella fascia intermedia da 5 a 20 anni, si colloca la maggior parte del parco circolante. In Regione l’incidenza della fascia più recente si abbassa al 18,1%, mentre quella dei veicoli più datati scende al 18,9%. Il distacco tra le due fasce è lieve anche nel capoluogo dove il 19,2% del parco è di massimo 5 anni e il 18,6% oltre i 20.

 

A Torino oltre il 40% di bus è Euro 5 o 6

Dall’analisi della categoria Euro dei mezzi pesanti per trasporto merci in circolazione a livello nazionale emerge un’importante presenza di veicoli molto recenti (Euro 5 ed Euro 6), che corrisponde al 31,8% del totale; ciò nonostante, quelli più vecchi (Euro 0, Euro 1 ed Euro 2) continuano a coprire una quota superiore (33,3%). Al contrario in Piemonte gli autocarri Euro 0,1 e 2 sono il 29,9%, al di sotto della quota di Euro 5 e 6 (33,3%). Anche a Torino le classi più inquinanti (28,9%) sono meno di quelle più giovani (34,8%).

 

In Italia la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 si attesta al 38,2%. Vi è però ancora in circolazione un’ampia quota di categorie più vecchie, ed Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 arrivano al 38,6% del totale. In Regione il 37,3% del parco è Euro 5 e 6 mentre le classi più inquinanti dalla 0 alla 2 si fermano al 23,8%. Percentuali simili a Torino dove le categorie 5 e 6 superano il 40% e quelle più obsolete che si stanziano al 24,6%.

 

Regione, Magliano: in Piemonte 500 siti da bonificare:

“quale impegno dalla Giunta Regionale per restituirli alla comunità?”


Contaminati, non bonificati, potenzialmente nocivi: tra i siti censiti dall’Anagrafe Regionale compaiono la “ex Oma ed ex Chimica Industriale” di Rivalta di Torino, la “Ex Interchim” di Ciriè, la “ex Lerifond” di Givoletto, la “ex Ghia” di Torino e centinaia di altri. Che cosa intende fare, in merito, la Giunta Cirio? Sul tema, che ha a che fare con la salute dei piemontesi. il mio Question Time in Consiglio Regionale.

Siti contaminati. Siti che necessitano di bonifica. Siti potenzialmente pericolosi per la salute dei piemontesi: i luoghi con queste caratteristiche sono cinquecento sul territorio piemontese e il dato, registrato dall’apposita Anagrafe Regionale dei Siti da Bonificare, cresce anno dopo anno.

Altre Regioni si stanno muovendo per affrontare efficacemente, sui rispettivi territori, il tema dei siti da bonificare. La Lombardia, per esempio, ha promosso un bando per l’avvio dei processi di bonifica e di rigenerazione dei siti. E la Regione Piemonte? Che cosa intende fare in merito? Lo chiederò in Consiglio Regionale con un QUestion Time appena presentato a Palazzo Lascaris. In particolare, chiederò informazioni su quali altre azioni intenda mettere in campo questa Giunta, oltre all’impiego delle risorse statali stanziate, per bonificare i siti contaminati e tutelare la salute dei cittadini.

Con la DGR del 16/07/2021 n. 3550 la Regione ha assegnato 4,6 milioni di euro di risorse statali per la realizzazione di interventi di bonifica dei siti della “ex Lerifond” di Givoletto, della “ex Oma ed ex Chimica Industriale” di Rivalta di Torino e della “Ex Interchim” di Ciriè. Il trasferimento delle risorse finanziarie per l’esecuzione degli interventi sarà operato direttamente dallo Stato alle Amministrazioni comunali. Favorire gli interventi di recupero delle aree dismesse, abbandonate o sottoutilizzate oggi compromesse da inquinamento è fondamentale anche per restituire tali aree alla comunità.

Dei 500 siti con procedimento attivo sul territorio regionale, circa 100 si trovano a Torino; circa il 47% dei siti censiti in Anagrafe insiste sul territorio della Città Metropolitana di Torino, il 14% è in Provincia di Novara, il 13% in Provincia di Alessandria, il 6% nelle Province di Biella e di Vercelli, il 5% nelle Province di Asti, di Cuneo e del Verbano-Cusio-Ossola: Oltre il 50% delle cause di inquinamento riscontrate sul territorio regionale è riconducibile alla presenza di sostanze contaminanti attribuibili alla cattiva gestione di impianti e strutture. Le altre principali cause di inquinamento sono riconducibili alla presenza di sostanze inquinanti dovuta alla scorretta gestione di rifiuti (oltre il 20%), eventi accidentali (17%) e, in ultimo, sversamenti accidentali su suolo e acque (8%).

Per legge i siti inquinanti devono essere bonificati a spese del responsabile dell’inquinamento, non sempre però facilmente individuabile: per tutelare la salute dei cittadini in queste situazioni è dunque fondamentale l’intervento delle Istituzioni.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

C’è il bando per la rottamazione di stufe e caldaie a biomassa

Qualità dell’aria

Il bando, aperto  il 20 luglio, è destinato ai cittadini piemontesi. L’Assessore Marnati: “L’obiettivo è quello di contribuire a migliorare la qualità dell’aria e a incrementare l’efficienza energetica”. La misura ha una copertura di 8 milioni 961mila euro.

Otto milioni e 961mila euro per la concessione di contributi a fondo perduto ai cittadini residenti in Piemonte, per la rottamazione di vecchi generatori a biomassa e l’acquisto di nuovi, certificati e innovativi.

“Obiettivo del bando – spiega l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati – è quello di contribuire al miglioramento della qualità dell’aria e all’incremento dell’efficienza energetica. Il bando rientra nell’ambito delle misure previste dal Piano Regionale di Qualità dell’Aria ed è in linea con l’accordo di programma sottoscritto con le altre regioni del Bacino Padano proprio per contrastare le emissioni in atmosfera di impianti a biomassa legnosa ormai vecchi”.

La misura ha una copertura finanziaria garantita da risorse della Regione Piemonte e del Ministero della Transizione Ecologica.

Il bando è stato aperto il 20 luglio. Beneficiari i cittadini residenti in Piemonte che hanno ottenuto l’attestazione di contributo da “Conto termico” al momento della presentazione della domanda; sono ammessi al contributo gli interventi che prevedono la rottamazione di stufe e termocamini o caldaie, per riscaldamento domestico, a biomassa legnosa che hanno una potenza al focolare inferiore a 35 kWt e la loro sostituzione con nuovi generatori caratterizzati da basse emissioni e alta efficienza.

In particolare, è previsto un contributo di 1500 euro per l’acquisto di stufe e termocamini appartenenti alla classe 5 Stelle, 3000 euro per l’acquisto di caldaie, appartenenti sempre alla classe 5 Stelle. Il contributo, a fondo perduto, verrà riconosciuto, fino all’esaurimento delle risorse disponibili, in aggiunta al finanziamento conseguito con il “Conto termico”.

Ulteriori informazioni sono reperibili ai seguente link:

https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/sostituzione-generatori-alimentati-biomassa-legnosa

https://www.finpiemonte.it/bandi/dettaglio-bando/sostituzione-generatori-biomassa-legnosa

Le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 9 di martedì 20 luglio 2021

 

Qualità dell’aria, le proposte della Consulta per l’Ambiente

Sono un milione e mezzo gli autoveicoli circolanti a Torino e provincia, senza contare i veicoli commerciali

La cattiva qualità dell’aria che respiriamo ha molteplici cause, nelle quali si fondono aspetti legati all’effetto serra globale e a fonti di inquinamento, per così dire, autoctone. Una sinergia malevola, per la quale però si può e si deve cominciare a fare qualcosa, perché se un albero impiega molti anni a dare frutti, è un motivo in più per non aspettare a piantarlo.

Una metafora citata  durante la riunione delle commissioni Viabilità e Ambiente, coordinata da Roberto Malanca, che ha visto la presentazione di un documento della Consulta comunale per l’Ambiente ( http://consulte.comune.torino.it/ambienteverde/wp-content/uploads/sites/4/2021/07/2021-aria-Proposte-per-migliorare-la-qualita%CC%80-dellaria.pdf ) , contenente alcune proposte operative.  Il traffico automobilistico è una delle principali fonti di CO2 e PM10,  nell’area metropolitana torinese sono censite 1,5 milioni di autoveicoli  – dei quali un terzo diesel –  e un suv consuma in 9 mesi la quantità di aria che un essere umano consuma in una vita intera. Ma il blocco  dei veicoli obsoleti in caso di “sforamento” dei limiti non è molto efficace. Anche perché, spiega la consulta,  ad esempio un Diesel Euro 6 comunque autorizzato a circolare produce solo 9 microgrammi/chilometro di polveri sottili in meno rispetto ad un Euro 5 invece bloccato.

Le polveri sottili, poi, sono costituite anche dall’erosione di asfalto, pneumatici e freni. Per questo la Consulta propone, a fronte di superamenti dei livelli di inquinamento consentiti dalla legge, alcuni provvedimenti  graduabili, come la riduzione del limite di velocità da 50 a 30 km/h ( l’accelerazione fra i 30 e i 50 km è fortemente inquinante, il blocco dei motori di grossa cilindrata a cominciare da quelli turbo e poi, secondo necessità, fino alle piccole cilindrate. Inoltre, diminuire da 80 a 60 km/h la velocità degli autotreni  in  tangenziale, prolungando i tempi di percorrenza di pochi minuti, porterebbe al risparmio di un terzo delle emissioni di CO2. L”adozione di auto elettriche può migliorare la situazione, ma a condizione che l’energia dalle stesse utilizzata non derivi da combustibili fossili. In più, la Consulta per l’Ambiente caldeggia la creazione di nuove rotonde sulle principali direttrici di traffico urbano, propugnando anche modalità di guida più virtuose, ad esempio riducendo le accelerazioni.


Ovviamente, non si tratta solo di intervenire sul traffico automobilistico, la Consulta pone anche la questione del rinnovo degli impianti di riscaldamento, di grande impatto sulla qualità dell’aria, e del loro controllo, oltre ad una limitazione delle temperature erogate, spesso troppo elevate, a partire dagli edifici pubblici. Parallelamente, occorrerebbe limitare l’uso dei condizionatori, che rinfrescano piacevolmente gli ambienti esterni ma scaricano enormi quantità di aria calda all’esterno, contribuendo non poco alla bolla di calore che avvolge le nostre città. E visto che anche il termovalorizzatore del Gerbido incide sulla qualità dell’aria, la Consulta propone la sua chiusura alla scadenza del contratto in vigore, parallelamente ad azioni per la riduzione della quantità di rifiuti prodotti e per ottimizzarne raccolta differenziata  (a Torino è passata in quindici anni dal 36 a circa il 51%, con un +8% nell’ultimo quinquennio) e il conseguente riciclo. Un problema questo che si intreccia con il tema delle discariche ancora in funzione e di quelle chiuse ma che ancora creano problemi ambientali (il regolare post mortem di una discarica si aggira sui trent’anni).

 

Claudio Raffaelli   CittAgorà

Sostenibilità al centro dell’ innovazione: accordo quinquennale tra il Gruppo Lavazza e il Politecnico

Si amplia la collaborazione tra Lavazza e Politecnico con la definizione di progetti condivisi di partnership in ambito di attività di ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione e per attività di didattica e formazione. 

Porre la sostenibilità al centro della strategia di innovazione: è questa la sfida alla base dell’accordo quinquennale siglato tra il Gruppo Lavazza e il Politecnico di Torino, che prevede attività nelle aree di Ingegneria e dell’Architettura e Design. Il Gruppo e l’Ateneo, che già da tempo collaborano su numerosi progetti, intendono ampliare le attività congiunte fin qui svolte attivando una collaborazione strategica a lungo termine relativa a generazione di idee, progetti di ricerca, studi di prefattibilità e attività formativa.

L’obiettivo è quello di implementare, attraverso l’attività di Ricerca e Sviluppo, una revisione in chiave sostenibile del prodotto, del packaging e dell’esperienza del consumo del caffè, con un programma di innovazione dei prodotti e dei processi e un piano concreto e misurabile di riduzione dei relativi impatti ambientali.

“Nell’ottica di attuazione dell’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, ma anche in linea con il piano Next Generation EU, la sostenibilità rappresenta ormai il filo conduttore di gran parte delle attività di ricerca del Politecnico di Torino in tutti gli ambiti” – ha dichiarato Guido SaraccoRettore del Politecnico di Torino – “In particolare, nel rinnovare una collaborazione storica come quella tra il nostro Ateneo e un gruppo industriale come Lavazza, da sempre sensibile a queste tematiche, ci è sembrato particolarmente significativo porre la sostenibilità come linea guida per tutti i processi di innovazione su cui andremo a lavorare congiuntamente. Nel percorso verso la sostenibilità, infatti, è ancora più fondamentale il collegamento tra ricerca, territorio e imprese: solo costruendo un rapporto stretto tra tutti questi attori è possibile realizzare il progetto di cambiamento che auspichiamo per i prossimi anni”.

“Per il Gruppo Lavazza oggi la sostenibilità è il detonatore del motore dell’innovazione, che si concretizza nell’uso responsabile delle risorse lungo tutta la filiera e l’approccio “Sustainable by design”, ossia ricercare, sviluppare, testare e attuare azioni per ridurre l’impatto degli imballaggi, delle macchine da caffè e dei processi produttivi sin dalla loro ideazione” – ha dichiarato Antonio Baravalle, CEO del Gruppo Lavazza –  Abbiamo quindi delineato la nostra Roadmap del packaging sostenibile che si propone di rendere l’intero portfolio packaging riutilizzabile, riciclabile e/o compostabile, e la partnership con il Politecnico di Torino, eccellenza internazionale, va proprio in questa direzione”.

L’implementazione della strategia di sostenibilità di Lavazza, quindi, vede impegnato il centro di Ricerca e Sviluppo del Gruppo Lavazza costituito da oltre 110 ingegneri e tecnologi alimentari che lavorano in modalità “open source” con partner di eccellenza in diversi settori.

Lo scopo della rinnovata partnership tra Gruppo Lavazza e Politecnico di Torino sarà conseguire importanti risultati strategici per l’azienda e per l’intero comparto, tra cui lo sviluppo di capsule di caffè innovative e sostenibili o sistemi di gestione e diagnostica da remoto o predittiva delle macchine da caffè.

Questa partnership storica ha già portato a importanti innovazioni, come ad esempio il nuovo pack riciclabile di Lavazza ¡Tierra! 180 g. È stata resa possibile la riciclabilità del packaging superando la tradizionale struttura del film flessibile per l’imballo del caffè e attraverso innovazioni che hanno portato a un’importante riduzione del carbon footprint, pari al 40% in meno rispetto al packaging tradizionale. L’attività di Ricerca e Sviluppo è stata infine messa a terra attraverso una serie di sperimentazioni dirette effettuate negli impianti industriali di selezione e riciclo.

Un altro esempio è il progetto realizzato da Lavazza con il Politecnico di Torino dove, grazie a un device con funzioni di intelligenza artificiale applicato alle macchine da caffè per bar e uffici, ha permesso di monitorare con precisione e in tempi molto rapidi il livello di qualità del caffè, consentendo di intervenire tempestivamente nei casi di necessità, e garantendo così una ancora maggiore qualità di prodotto e di servizio.

La partnership appena siglata prevede inoltre un importante impegno nelle attività di didattica, alta formazione e formazione permanente. Nell’ambito dell’accordo saranno implementati corsi di aggiornamento per i collaboratori Lavazza da parte di docenti universitari ed esperti. Allo stesso modo, i professionisti del Gruppo Lavazza contribuiranno all’attività didattica del Politecnico proponendo agli studenti attività formative sul campo per consentire loro l’importante contatto con il mondo imprenditoriale d’eccellenza.

L’estate è un Grand Tour, tanti itinerari tra natura e storia fino alla fine di ottobre

Al via dal 25 luglio fino alla fine di ottobre 2021 gli itinerari, i primi appuntamenti sono dedicati agli scorci del Lago Maggiore, l’arte sacra in Valle di Viù e la Valle di Susa dal Medioevo al Novecento

Ai nastri di partenza la nuova edizione di Grand Tour, il progetto di Abbonamento Musei che, giunta alla sua 13° edizione, quest’estate propone sedici itinerari in bus in Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia.

 

I primi appuntamenti. Si parte domenica 25 luglio con Scorci del Lago Maggiore: una giornata a Verbania, che ha già registrato il tutto esaurito, per scoprire nel settecentesco palazzo Viani-Dugnani il rinnovato Museo del Paesaggio. Il tour prosegue con una passeggiata lungo il viale delle magnolie dove si incontra Villa Giulia, costruita da Branca, inventore del famoso liquore. Il 1° agosto, la domenica successiva, è il momento di scoprire l’Arte sacra in Valle di Viù: la prima tappa sarà ad Usseglio, con il suo Museo Civico Alpino, mentre a Lemie ci si soffermerà sulla Confraternita, in prossimità della chiesa di San Michele Arcangelo, che offre una bellissima veduta sulla valle e un prezioso Oratorio con un ciclo di affreschi del ‘500. A Viù è prevista una visita al museo di Arte Sacra, con la preziosa cappella del SS. Nome di Gesù, tra reliquiari, messali settecenteschi e apparati d’altare. L’8 agosto, con l’itinerario In Valle di Susa, dal Medioevo al Novecento, si visiterà la Pinacoteca dedicata al pittore Giuseppe Augusto Levis, ospitata nelle sale dello storico palazzo di famiglia e recentemente riallestita. Il tour prosegue a Susa, dove i visitatori saranno immersi in un’originale visita al castello sulle tracce della contessa Adelaide, per conoscere la storia del palazzo dalle sue origini romane fino ai giorni nostri. Si conclude la giornata tra le preziose collezioni del Museo Diocesano, che ospita la mostra Il rinascimento europeo di Antoine de Lonhy.

 

Le altre proposte. In Valle d’Aosta sono previste tre visite ai castelli, in particolare a quelli di Verrès e Fénis, per gli interventi dell’architetto e studioso Alfredo d’Andrade, una giornata tra le vestigia romane e la vasta area megalitica di Aosta e il Castello di Aymavilles oggetto di un complesso restauro in fase di conclusione.

 

Nel torinese si potrà visitare il Castello Cavour a Santena con il parco, recentemente riaperto dopo un lungo restauro e ancora, per gli amanti dell’arte visiva, un focus è dedicato alla pittura divisionista di Pellizza da Volpedo, tra Volpedo e Tortona.

 

Gli itinerari biellesi sono dedicati  ai personaggi che hanno reso famosa questa zona del Piemonte, come Eugenia Menabrea, che contribuì a rafforzare il nome all’omonima birra, la famiglia Zegna, con la produzione di lane pregiate raccontata da Casa Zegna, Quintino Sella e il suo amore per l’arte, custodito dalle collezioni del Museo del Territorio Biellese.

 

Spazio anche alla provincia Granda, con un tour tra Cuneo e il Castello di Rocca de’ Baldi, sulle tracce di Papa Pio VII, e il Castello Grinzane Cavour con il nuovissimo Museo in vigna, un originale percorso tra i filari della vigna del Conte.

 

Gli appuntamenti del Grand Tour, diventati ormai una tradizione nell’estate piemontese e non solo, si uniscono all’ultimo progetto di Abbonamento Musei L’arte con chi ne fa parte, che dallo scorso maggio mette al centro delle visite i personaggi più rappresentativi dei vari musei aderenti: imprenditori, nobildonne, architetti e artisti che hanno contribuito alla creazione o all’ampliamento dei musei che si visiteranno, diventano così lo spunto per visite guidate alle collezioni o alle dimore storiche che li ospitano. Per approfondire la storia di alcuni dei personaggi incontrati nei percorsi sono già disponibili dieci podcast della serie L’arte con chi ne fa parte, scaricabili gratuitamente dalle principali piattaforme.

Le prenotazioni ai percorsi sono possibili tramite il sito www.lineaverdeviaggi.it

Per l’adesione non è richiesto alcun pass vaccinale; in ottemperanza alle regole anti-Covid, i posti sul bus sono limitati.
Le tariffe di partecipazione prevedono una riduzione per gli abbonati. Chi ha ancora un voucher del 2020 di Linea Verde potrà usarlo per le nuove gite del programma. Per informazioni: www.abbonamentomusei.it

Abbonamento Musei è la carta all you can visit che dà libero accesso all’offerta culturale di un’intera regione, ogni volta che lo si desidera, 365 giorni l’anno: un’iniziativa unica in Italia, con oltre 450 realtà, fra musei, residenze reali, castelli, giardini e fortezze diffuse sul territorio a beneficio degli abbonati, veri e propri ambasciatori del cultural lifestyle, che mette al centro la cultura e la socialità che la cultura porta con sé.

Nato a Torino e in Piemonte nel 1995 e curato dall’Associazione omonima, in più di vent’anni Abbonamento Musei ha raggiunto un grandissimo successo commerciale e di popolarità, coinvolgendo più di 300mila abbonati: il numero degli ingressi l’anno, che nel 2019 ha superato (complessivamente) quota 1.000.000, racconta più di ogni altro dato l’efficacia e la funzione sociale del progetto.

 

Dal 2015 Abbonamento Musei ha ampliato il suo circuito, arrivando prima in Lombardia e nel 2019 in Valle d’Aosta. La tessera è considerata dagli utenti e dagli addetti ai lavori lo strumento migliore per accedere ai circuiti museali e stimolare l’esplorazione del territorio con gite fuori porta e visite, per vivere a 360° un’intera regione.

 

Nel 2020, convinta dell’importanza di costituire un tramite tra pubblico ed enti museali anche durante l’emergenza sanitaria, l’associazione ha dato vita al progetto AMplify, l’informazione di Abbonamento Musei nato per conoscere da vicino le istituzioni culturali tra novità, consigli utili e cose belle. Un canale di informazione tramite il sito, la newsletter e i social, con novità, approfondimenti, collaborazioni, notizie inedite: un racconto vivace e periodico a favore degli abbonati e, insieme, di tutte le persone che hanno voglia di informarsi e scoprire il mondo delle istituzioni culturali e delle loro proposte.

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Associazione Abbonamento Musei

www.abbonamentomusei.it

Nelle mense scolastiche cibi sempre più bio!

REGIONE E UNIONCAMERE PIEMONTE INSIEME PER PROMUOVERE L’USO DEI PRODOTTI BIO NELLE MENSE SCOLASTICHE

Attivato lo sportello BioDesk e coinvolte le fattorie didattiche per iniziative di informazione ed educazione alimentare al biologico

Per promuovere il consumo di prodotti biologici e sostenibili per l’ambiente il Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali ha istituito un fondo per ridurre i costi a carico dei beneficiari del servizio di mensa scolastica biologica e per realizzare iniziative di informazione e di promozione nelle scuole.

Le mense scolastiche svolgono una funzione cruciale nell’educazione alimentare delle nuove generazioni e per questo possono avere un ruolo strategico sia per le pubbliche amministrazioni, sia per le famiglie, come scelta di investimento sulla salute dei bambini e sull’ambiente, ancor di più se collegato alla strategia Green Deal che, tra le varie azioni, comprende anche il rendere i sistemi alimentari più sostenibili.

Il fondo ministeriale vale in tutto 5 milioni di euro, di cui l’86% per rimborsare le stazioni appaltanti sulla base dei pasti bio somministrati e il 14% per la realizzazione delle attività di informazione e comunicazione sul tema.

Al fine di gestire la parte di fondo destinata al Piemonte (circa 100.000 euro totali per l’anno 2020/2021) e visto l’interesse e il peso crescente per il settore biologico in Piemonte, la Direzione Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte e Unioncamere Piemonte hanno sottoscritto a marzo 2020 un Accordo di collaborazione.

La collaborazione ha lo scopo di valorizzare la sinergia tra l’Assessorato regionale Agricoltura e Cibo e l’esperienza maturata nell’ambito dell’informazione scolastica dalla rete delle Camere di Commercio che, ormai da diversi anni, su incarico del Ministero, portano avanti il progetto “Latte nelle scuole”. Per raggiungere questo obiettivo, Unioncamere Piemonte si avvale dell’attività del Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Torino, organismo strumentale specializzato nella gestione globale delle problematiche inerenti la sicurezza alimentare, la nutrizione, le analisi e l’etichettatura dei prodotti alimentari.

La pandemia ha impedito la realizzazione di alcune attività di informazione e comunicazione “in campo” previste nel 2020 ma nel corso dello stesso anno è stato creato uno sportello on line denominato BioDeskper fornire informazioni diprimo orientamento alle amministrazioni comunali, agli istituti scolastici e ai soggetti eroganti servizio di mensa scolastica, relative ai requisiti, incluse le percentuali minime di utilizzo di prodotti biologici, nonché le specifiche tecniche necessarie per qualificare il servizio di refezione scolastica come mensa biologica, e per definire criteri di premialità, da inserire nella documentazione di gara idonei a favorire il consumo di prodotti biologici sostenibili per l’ambiente e a ridurre lo spreco alimentare.

Dal punto di vista dell’educazione alimentare, entro la fine del 2021 verranno realizzate delle attività divulgative rivolte agli insegnanti ed agli alunni delle scuole primarie con il coinvolgimento delle fattorie didattiche biologiche, attraverso la produzione di una serie di video, da divulgare alla scuole nel corso dell’a.s. 2021/2022.

I video, che simuleranno un tour virtuale di alcune fattorie didattiche bio, racconteranno il comparto dell’agricoltura biologica, considerando differenti filiere, dal campo fino alla vendita dei prodotti freschi o trasformati al consumatore, con il coinvolgimento di esperti nutrizionisti ed agronomi. Oltre ai video verranno realizzati anche prodotti ludico – informativi aventi ad oggetto le varie filiere dell’agricoltura biologica, differenti per bambini della scuola primaria (classi I, II e III) e per bambini della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado (classi IV e V e classi I, II e III).

Promuovere il consumo di prodotti di qualità, biologici e sostenibili nell’ambito della ristorazione collettiva e educare – soprattutto i più giovani – a un’alimentazione consapevole, sana e equilibrata sono i principali obiettivi dell’accordo che abbiamo siglato con l’Assessorato Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, in collaborazione con il Laboratorio chimico della Camera di commercio di Torino. Il progetto ‘Iniziative di informazione e di educazione alimentare in materia di agricoltura biologica’ rientra perfettamente tra le missioni delle Camere di commercio quali, ad esempio, sostenere il settore dell’agricoltura nelle sue trasformazioni sociali ed economiche e promuovere una cultura del cibo di eccellenza e rispettoso dell’ambiente” ha commentato il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

La Regione Piemonte sta portando avanti insieme ad Unioncamere Piemonte questo importante progetto di educazione al cibo biologico partendo proprio dai più giovani e con l’intento di sensibilizzare un numero maggiore di Comuni nella scelta delle ditte di ristorazione che introducono prodotti biologici per i pasti somministrati nelle mense scolastiche. Per accrescere la sensibilità ad una alimentazione sana e la conoscenza dei cibi biologici partiamo dalle scuole con l’aiuto degli insegnanti e l’intervento dei nutrizionisti e degli agricoltori impegnati nelle produzioni bio, ovvero oltre 2500 produttori certificati in Piemonte a garanzia del consumatore. Inoltre sottolineo il ruolo educativo e di comunicazione svolto dalle nostre fattorie didattiche attraverso le quali diamo testimonianze dirette e concrete delle diverse filiere agroalimentari”, ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa.

 

Per maggiori informazioni e dati: https://www.lab-to.camcom.it/progetto-bio/

Siti inquinati, nuove risorse per la bonifica di tre aree nel Torinese

La Giunta regionale ha approvato l’accordo di programma con Ministero, Città Metropolitana di Torino e Comuni di Ciriè, Givoletto e Rivalta di Torino per il trasferimento delle risorse dallo Stato ai Comuni per avviare gli interventi di messa in sicurezza. Marnati: “Promessa mantenuta. Riportiamo territori inquinanti ad una situazione di salubrità”

Più di 4 milioni e mezzo di euro per la bonifica di tre siti inquinati: la Giunta ha approvato l’Accordo di Programma tra Regione Piemonte, Ministero della Transizione Ecologica, Città Metropolitana di Torino e i comuni di Cirié, Givoletto e Rivalta di Torino per l’assegnazione di risorse finanziarie dallo Stato ai Comuni per la realizzazione degli interventi di bonifica.

Le risorse ammontano a 4 milioni e 636mila euro, di cui 1 milione e 800mila euro sono destinati alla “ex Lerifond” di Givoletto, 1 milione 840.841 euro alla “ex Oma ed ex Chimica Industriale” di Rivalta di Torino e 995.481 euro sono destinati agli interventi di bonifica alla “Ex Interchim” di Ciriè.

“Promessa mantenuta – afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – Riportiamo territori inquinanti ad una situazione di salubrità. É importante risanare spazi contaminati per ridare loro una nuova vita. Il nostro impegno per il miglioramento dell’ambiente continua senza sosta”.

Sul sito di Givoletto la situazione di contaminazione ambientale deriva in gran parte dalla presenza di scarti dell’attività di produzione di leghe di alluminio e gli interventi sono finalizzati alla messa sicurezza del sito.

A Cirié gli interventi sono mirati a bonifica delle acque sotterranee, attraverso la realizzazione di impianti di bonifica e attività di impermeabilizzazione.

A Rivalta di Torino gli interventi sono individuati nell’ambito di una progettazione per fasi, la prima delle quali prevede opere di difesa spondale sul Torrente Sangone per evitare fenomeni di erosione nel corso degli eventi di piena che possano portare al dilavamento di rifiuti e alla diffusione di contaminazione di idrocarburi.

Nei prossimi mesi si ci saranno altri interventi su più siti orfani presenti sul territorio regionale, con l’avvio di un programma di bonifica per il quale il Ministero della Transizione Ecologica ha adottato un decreto che destina risorse finanziarie per circa 7 milioni di euro.

Differenziata: Amiat, Città di Torino e CONAI lanciano la nuova campagna di comunicazione

“FACCIAMO LA DIFFERENZIATA”

 

Con un esplicito gioco di parole che invita ad adottare comportamenti corretti nella gestione dei rifiuti, ma anche a ‘metterci la faccia’ senza sottrarsi al proprio dovere, Amiat Gruppo Iren, Città di Torino e CONAI lanciano la nuova campagna di sensibilizzazione ambientale sulla raccolta differenziata a Torino.

 

Il messaggio è chiaro: il contributo di tutti i cittadini è fondamentale per ottenere risultati positivi in termini di quantità e qualità di rifiuti differenziati, a vantaggio dell’ambiente e del territorio in cui viviamo.

La campagna è declinata su quattro soggetti, uno per ciascuna delle quattro frazioni principali (vetro e lattine, imballaggi in plastica, carta e cartone e rifiuti organici), tutti accomunati da fattezze umane che rimandano ad un viso (la faccia di cui si parla nel claim) composto ciascuno da rifiuti. Il risultato è molto gradevole alla vista anche grazie all’utilizzo di colori molto accesi che incorniciano i soggetti creando una composizione spiritosa che genera curiosità e attenzione. Obiettivo finale è il coinvolgimento del pubblico, che si deve tradurre in comportamento attivo e partecipazione da parte di tutti i cittadini.

La campagna introduce anche un altro slogan, che vuole essere contemporaneamente constatazione e monito: “Torino differenzia”. Lo stesso è associato ad un logo realizzato appositamente e composto dal simbolo del riciclo, cui vengono aggiunte le corna del toro, da sempre simbolo della Città di Torino.

I canali sui quali viene declinata la campagna sono molteplici: affissioni statiche e dinamiche in vari formati, spazi sulle principali testate locali, post sponsorizzati sui social media di Gruppo (Facebook e Instagram) e stencil sui marciapiedi in corrispondenza di alcune ecoisole.

Completano il communication mix due video: il primo è una declinazione della campagna e serve a rafforzare il messaggio di sensibilizzazione sulle buone pratiche; il secondo è un tutorial sul corretto utilizzo delle ecoisole. Entrambi saranno pubblicati sul canale Youtube di Gruppo e facilmente raggiungibili dal sito di Amiat sul quale – per l’occasione – è stata realizzata una landing page dedicata all’intera campagna.

La campagna “FACCIAMO LA DIFFERENZIATA” resterà on air per l’intero mese di luglio.

Questa campagna di comunicazione trasmette con un linguaggio accattivante un invito incredibilmente serio: mettersi in gioco in prima persona per adottare buone pratiche ambientali”  afferma l’Assessore all’Ambiente della Città di Torino Alberto Unia “Le importanti percentuali di raccolta differenziata raggiunte sono il segno tangibile dell’impegno quotidiano dei cittadini torinesi, ma è necessario che tutti siano ancora più sensibilizzati sul tema per contribuire a migliorare la qualità dei rifiuti raccolti e per prendersi cura del territorio.”

“Per Amiat è molto importante coinvolgere i cittadini rendendoli parte attiva, con l’obiettivo di ottenere livelli di raccolta differenziata sempre migliori” ha dichiarato Christian Aimaro Presidente di Amiat Gruppo Iren “Tutti infatti dobbiamo concorrere al bene comune che comporta vantaggi sia per la collettività che per l’ambiente. La campagna che presentiamo oggi ci consente di trasmettere messaggi di grande responsabilità e senso civico con un linguaggio e una grafica accattivante e facilmente comprensibile”.

Sensibilizzare all’importanza della raccolta differenziata fa parte da sempre dei compiti istituzionali di CONAI” ha dichiarato Luca Piatto, Responsabile Rapporti con il Territorio CONAI “così come affiancare le realtà territoriali nelle iniziative per migliorare le loro performance ambientali. Del resto, i cittadini, se differenziano correttamente i rifiuti, rappresentano il primo anello della catena del riciclo, che permette ai materiali di imballaggio di trovare una seconda vita, salvaguardando l’ambiente. Anche per questo siamo felici di essere a Torino oggi per presentare “Facciamo la differenziata”.

 

Total Italia e Blu Way per lo sviluppo del biometano liquefatto

 Total Italia e Blu Way hanno inaugurato oggi l’inizio della distribuzione di BIOMETANO LIQUEFATTO sulle stazioni del circuito BLU.

 

L’evento si è tenuto nei giorni scorsi su una delle stazioni del network BLU WAY a San Maurizio Canavese (TO), a distanza di poche settimane dall’avviamento dell’impianto di BIO INDUSTRIA di Verolanuova (Brescia), nel quale viene prodotto il biometano liquefatto destinato alle stazioni di Blu Way grazie a Total Italia.

Il progetto si colloca in un più ampio disegno strategico che accomuna BLU WAY e Total Italia e che si pone l’obiettivo di contribuire sensibilmente alla riduzione dell’intensità media di carbonio emessa dai prodotti energetici utilizzati.

Il programma presentato oggi si pone come particolarmente innovativo nel mercato: in primo luogo perché BLU WAY sarà il primo operatore in Italia ad assumere l’impegno di distribuire una quota minima percentuale di biometano liquefatto sulle stazioni del proprio network e in secondo luogo perché Total Italia, attraverso la definizione e l’applicazione di un disciplinare certificato, implementerà un sistema di controllo e monitoraggio della filiera di approvvigionamento del prodotto atto a garantire una verifica puntuale dei quantitativi di bio-metano liquido consegnati ed il rispetto delle quote minime di prodotto di origine bio sulle diverse stazioni di servizio.

Il Biometano liquefatto viene realizzato grazie al processo di recupero di effluenti zootecnici e sottoprodotti agricoli, risorse preziose per produrre in modo sostenibile energia rinnovabile e biocarburante di nuova generazione. Dalla digestione anaerobica, il processo di trasformazione delle materie prime in biogas e digestato, si ottengono due prodotti molto importanti per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile: fertilizzanti bio, ricchi di sostanze organiche vitali per il nutrimento del suolo, e un digestato liquido di alta qualità. Utilizzato sui campi, invece del tradizionale liquame, minimizza lo spandimento e ne riduce l’impatto ambientale.

La riduzione stimata di emissioni di CO2 su un mezzo alimentato a biometano liquefatto, rispetto ad un Euro VI Diesel, arriva fino all’80%, mentre quella verso un mezzo alimentato a GNL fossile fino al 65%, questo senza considerare i significativi impatti sulla riduzione di NOx (ossido d’azoto) e polveri sottili. (*)

Filippo Redaelli, Amministratore Delegato Total Italia ha dichiarato: “Siamo lieti di concretizzare oggi il progetto con BLU WAY di Rete Spa, le cui basi sono state poste alcuni mesi fa grazie ad una partnership per lo sviluppo e la promozione dell’offerta di GNL nel nostro Paese. Total Italia, in linea con gli obiettivi della Compagnia, sta realizzando diversi progetti in funzione dell’obiettivo climatico net zero e questo è un altro importante tassello della nostra offerta multi energetica. Ci auguriamo di poter presto dare ulteriori notizie di questo progetto ambizioso e che ci vede, insieme, protagonisti della creazione di economia sostenibile a partire dal rispetto del nostro ambiente”.

Teseo Bastia, Amministratore Delegato Rete S.p.A.: “il nostro Gruppo ha creduto molti anni fa nel gas naturale liquido quale soluzione concreta e pragmatica per offrire un’alternativa ai combustibili tradizionali. Da qui è iniziato il processo di rinnovamento del nostro Gruppo in un’ottica di diversificazione e innovazione dell’offerta, che ha visto la nascita del progetto BLU nel 2018, recentemente confluito in BLU WAY pochi mesi fa. Siamo orgogliosi, oggi, di poter essere ancora una volta protagonisti di un percorso ambizioso e innovativo, attraverso il quale il nostro Gruppo dimostra di voler creare un nuovo modello di distribuzione attraverso la proposizione di carburanti ecosostenibili”.

Marco Lucà, Amministratore Delegato Blu Way S.r.l.: “L’obiettivo che si pone Blu Way è quello di poter rifornire i mezzi sulle stazioni del proprio network con biometano al 100%, nell’ottica di avere una filiera sempre più virtuosa e di garantire un’economia circolare reale. Come primo passo di questa “roadmap” Blu Way ha scelto di distribuire una quota percentuale di biometano sulle proprie stazioni a marchio BLU LNG, certificando in modo puntuale ed accurato tutto il processo con un innovativo sistema di monitoraggio sviluppato grazie alla collaborazione con TotalEnergies. Vogliamo attraverso questo progetto contribuire attivamente e concretamente allo sviluppo di una filiera virtuosa che possa portare in futuro alla decarbonizzazione dei trasporti”.

(*) Fonte: Freight Leaders Council (un’associazione che riunisce aziende leader della filiera della logistica, dai produttori ai caricatori, dagli operatori ai trasportatori) nel ‘Quaderno 28’, realizzato con il supporto di Mirumir-ConferenzaGnl e con il contributo di esperti e associazioni (tra cui Assogasliquidi-Federchimica, Wec, Ref-e, Conftrasporto, Anita, Assocostieri, Assarmatori, Ngv Italy).

 

Cosa c’è da sapere

Total Italia
Presente in Italia da oltre sessant’anni, il Gruppo oggi presidia, attraverso Total Italia SpA tutte le attività di distribuzione carburanti (avio e per il settore competizione), lubrificanti, GNL, fluidi e solventi speciali, colonnine di ricarica elettrica.
AS 24 Italia srl è la filiale Europea dedicata al Veicolo Pesante per la vendita di carburanti e servizi dedicati all’autotrasporto con una rete Europea di oltre 1000 stazioni in 28 Paesi. Total E&P Italia SpA è la filiale della Divisione Upstream del Gruppo Total, che opera il campo petrolifero di Tempa Rossa in Basilicata. Le altre filiali del Gruppo, Hutchinson e Gasket nel settore dei materiali, Saft nel settore delle batterie e Sunpower nel settore dei pannelli solari, sono presenti nel territorio nazionale e rappresentano un elemento importante della offerta portata ai nostri Clienti.

TotalEnergies
TotalEnergies è una Compagnia multi-energetica che produce e commercializza energie su scala globale: petrolio e biocarburanti, gas naturale e gas green, energie rinnovabili ed energia elettrica. I nostri 105.000 dipendenti si impegnano per un’energia sempre più conveniente, pulita, affidabile e accessibile al maggior numero di persone possibile. Presente in oltre 130 paesi, TotalEnergies pone lo sviluppo sostenibile, in tutte le sue dimensioni, al centro dei suoi progetti e operazioni per contribuire al benessere delle popolazioni.

Blu Way
Il progetto Blu nasce nel 2017 quando RETE S.p.A., storica società con sede a Torino e leader nel settore della distribuzione carburanti con un network di oltre 60 stazioni di proprietà, decide di costituire una specifica Business Unit nella quale far convergere tutte le attività legate allo sviluppo di carburanti alternativi, con particolare riferimento al Metano Liquido e al Biometano. Con l’obiettivo di dare continuità a questo progetto e di garantirgli un ulteriore slancio, nasce nel 2021 Blu Way s.r.l., società del Gruppo RETE S.p.A. nella quale convergono le attività di Blu, attuali e future. Il progetto Blu e gli investimenti che ne accompagnano l’introduzione, sono il risultato di una programmazione che arriva da lontano: il target è quello di promuovere nuovi combustibili, basati sull’innovazione tecnologica e sullo sviluppo di forme di mobilità alternative ed ecosostenibili.