alimentazione

Alimentazione: sensibilità al lattosio. Che fare?

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Risponde il dr. Christian Lenzi

 

Domanda del paziente

Salve dottore, da anni ho a che fare con problemi di intolleranze alimentari. Ho fatto diversi test e credo che il risultato più attendibile riguardi la mia sensibilità intestinale al lattosio. Cosa mi consiglia? Come devo comportarmi con gli alimenti in cui è presente il lattosio? Grazie, Diego.

 

Risposta

Buongiorno Diego, la ringrazio per aver condiviso con me la sua situazione. Purtroppo, latte vaccino e derivati possono essere facilmente causa di disturbi che, però, troppo spesso vengono imputati a possibili intolleranze anche là dove di intolleranza vera e propria non si possa parlare. Non so che tipo di test ha già svolto, quindi cerco di fornirle alcune informazioni generali.

Consiglierei sicuramente di rivolgersi ad un nutrizionista per poter fare un’anamnesi completa che valuti la sintomatologia in atto. In questo sarà possibile consigliarle se abbia senso andare ad indagare una possibile intolleranza oppure no. Solo dopo, suggerirei di fare un test specifico. Per individuare possibili intolleranze alimentari esistono specifici esami sierologici (esami del sangue), cutanei (prick test) e del respiro (breath test, per l’intolleranza al lattosio). Si tratta di test specialistici validati scientificamente mentre altri, proposti in qualche farmacia o negozio di prodotti naturali, secondo gli esperti possono offrire risultati meno affidabili. Una frequente strategia confermativa è la cosiddetta dieta di esclusione (di cui le parlo più avanti).

Spesso i pazienti in studio mi chiedono: l’intolleranza al lattosio resta per sempre? Esiste una forma primaria, che permane tutta la vita, ed una forma secondaria (ad esempio dopo infezioni acute all’intestino), che invece tende a scomparire. L’intolleranza al lattosio è determinata da una parziale o totale assenza nell’intestino dell’enzima lattasi, condizione irreversibile che determina un’intolleranza al lattosio permanente. In alcuni casi, come in caso di gastroenterite o assunzione di antibiotici, possono verificarsi fenomeni temporanei di intolleranza.

Tenendo conto degli studi più autorevoli fatti fino ad ora, non possiamo parlare di una reale predisposizione genetica alle intolleranze, così come non esiste una fascia di età o un sesso biologico maggiormente colpita. L’intolleranza può manifestarsi in qualunque momento della nostra vita. Sicuramente ambiente, malattie, stress e alterazione del microbiota possono giocare un ruolo chiave. Uno stile di vita sano e equilibrato aiuta a mantenerci in salute.

Vengo quindi alla sua domanda: come gestire al meglio l’intolleranza al lattosio dal punto di vista alimentare? Innanzitutto, bisogna consumare solo alcuni tipi di formaggio, ovvero quelli stagionati almeno 6 mesi come il parmigiano, il pecorino, il provolone e il grana, perché, grazie al processo di stagionatura a cui vengono sottoposti, i formaggi stagionati sono quasi totalmente privi di lattosio. Anche lo yogurt, fonte preziosa di nutrienti fondamentali per la nostra salute, può essere consumato senza grandi problemi, meglio se al naturale e non aromatizzato, dato che al suo interno sono presenti batteri che digeriscono parzialmente il lattosio. Resta inteso, tuttavia, che consumare yogurt senza lattosio garantisce una maggiore tranquillità.

La letteratura scientifica che riguarda l’intolleranza al lattosio dimostra che circa 1 mese dopo l’eliminazione dal regime alimentare quotidiano degli alimenti contenenti lattosio si può provare a reintrodurli a piccole dosi, spesso con successo, grazie a una dieta di rotazione. Questa prevede di consumarli nel pasto quotidiano in minime quantità 2 giorni a settimana, intervallando ciascuno con 2 o 3 giorni di privazione degli alimenti a rischio: se non si manifestano sintomi negativi si può gradualmente aumentarne il consumo continuando a fare attenzione, in ogni caso, a evitare gli eccessi.

Se la sintomatologia tipica dell’intolleranza dovesse ricomparire, invece, sarà lo specialista a suggerirle una nuova sospensione o a decretare, in casi estremi, l’eliminazione definitiva del lattosio dalla sua alimentazione attraverso una dieta a eliminazione. Quest’ultima prevede l’esclusione di tutti gli alimenti contenenti lattosio per valutare il miglioramento della sintomatologia. In alternativa si usa l’enzima lattasi attraverso integratori alimentari, che consente di digerire il lattosio anche nei pazienti intolleranti.

Spero di esserle stato d’aiuto, se ha bisogno di altre informazioni resto a disposizione.

 

Dott. Christian Lenzi – Biologo Nutrizionista

Nutrizionista – Dott. Christian Lenzi

Vintage 1997, viaggio nel gusto nel cuore di Torino

ALIMENTAZIONE A PORTATA / In piazza Solferino, nel centro di Torino, spicca per eleganza e un buon gusto che richiama i tempi andati il ristorante stellato Vintage1997.

Il crudo

Aperto in orario 12.30-14.30 e 18.00-23.00 eccetto sabato a pranzo e domenica, propone soluzioni differenti per ogni esigenza. Durante la pausa pranzo potete godere di un piacevole break in compagnia dei colleghi, ad un prezzo contenuto di 24€, scegliendo fra tre menù differenti: di carne, di pesce e vegetariano o senza glutine. In alternativa sono sempre presenti i menù completi, proposti tipicamente a cena. Se invece amate la vita serale, potete optare per una ricercata merenda sinoira, dalle 18.00 alle 20.00, innaffiata da dell’ottimo vino al calice, alla bottiglia o alla “damigiana”, per un costo di 20€.

Noi abbiamo scelto di lasciarci coccolare dal punto di vista enogastronomico a 360°, optando per la soluzione più tradizionale: la cena.

Quattro sono i menù degustazione presenti. Noi ci siamo lasciati conquistare dagli squisiti piatti alla carta. Gli amuse bouche, fra i quali spicca per originalità il Gianduiotto salato alle arachidi, introducono le prime portate della cena: il Crudo di Pesce del “Vintage1997” e l’Insalata calda di gamberi e calamari, su salsa di tonno e carciofini, rughetta e scorza di limone. Menzione speciale per il Crudo, un tripudio di colori e sapori e una gioia per il palato, oltre che per gli occhi.
La nostra avventura enogastronomica prosegue con il Risotto con spinacini, curcuma e riccioli di fegato grasso, accostamento inusuale e indubbiamente

ben riuscito. Siamo stati accompagnati per tutta la cena dall’ottimo Rosé Brut Champagne (Dany Fèvre), che ha ceduto il posto al Passito di Pantelleria (Cantine Pellegrino) e al Barolo chinato (Fratelli Alessandria) al momento del dessert.
In chiusura abbiamo scelto i Sorbetti di frutta fresca prodotti al momento, freschi e dissetanti, e il Tortino al cioccolato Sur del Lago 72% con sorbetto di lamponi.

Il risotto

Un’esperienza sicuramente piacevole per il palato, in cui siamo stati guidati dalla gentilezza e dall’esperienza del padrone di casa, il Signor Umberto.

Tips della Dietista

Il sorbetto

Per non rinunciare alla convivialità, al piacere di un’esperienza enogastronomica di alto livello, ma nemmeno alle regole del dolce mangiar sano vi consiglio, per un pasto equilibrato:
Il Crudo di Pesce del “Vintage1997”
Il Risotto con gamberi e carpaccio di gamberi rossi
Se non potete rinunciare a concludere con una nota di dolcezza, optate per i Sorbetti di frutta fresca prodotti al momento. E ricordatevi di abbondare con la porzione di verdura al prossimo pasto!

Vittoria Roscigno

 

Vittoria Roscigno, classe 1995, laureata con lode in Dietistica  presso l’Università degli studi di Torino e con il massimo dei voti nella Magistrale in Scienze dell’Alimentazione presso l’Università degli studi di Firenze. Ha conseguito i titoli di “Esperta in nutrizione sportiva” e “Nutrition expert” mediante due corsi annuali e sta attualmente frequentando un Master di II livello in Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Università degli studi di Pavia. Lavora in qualità di dietista presso le strutture Humanitas Gradenigo e Humanitas Cellini, oltre a svolgere attività di libera professione a Torino e Rivara.

“Che la scienza e la buona forchetta siano sempre con te”.

 

Sito: vittoriaroscigno.it
Instagram: @dietistavittoriaroscigno