AL PALAGIUSTIZIA

Condannati i genitori che frustavano i figli con i cavi elettrici

Condannati a 3 anni e sei mesi di carcere: questa la pena per  i genitori egiziani accusati per maltrattamenti sui figli. Li avevano sottoposti a punizioni corporali violente, ed erano accusati anche di averli frustarli con il filo elettrico sulle mani e sotto i piedi, di averli legati alla sedie e costretti a frequentare la scuola araba e a portare il velo. I figli avevano 10 e i 18 anni all’epoca dei fatti, e ora sono stati affidati a una comunità. saranno  risarciti di diecimila euro ciascuno. Una delle figlie, che aveva confidato a un’insegnante la situazione, aveva fatto scattare le indagini.

Condannata la “madre modello” che maltrattava i sette figli

toga tribunaleLa “madre modello” che maltrattava i figli è stata condannata a 1 anno e 10 mesi per maltrattamenti nei confronti dei sette figli. La donna, alcuni fa, era stata presentata in tv come una madre perfetta, ma Il giudice monocratico Diamante Minucci ha accolto la pena richiesta dal pm Marco Sanini, assolvendola invece  dall’accusa di maltrattamenti al consorte. Il  marito, parte civile nel processo e rappresentato dall’avvocato Anna Ronfani aveva denunciato la moglie. Secondo la denuncia da parte dell’uomo, che ha prodotto anche  video delle violenze, i problemi sarebbero sorti nel 2013, dopo la nascita dell’ultimo bimbo: “momento di particolare stress per la mia cliente”, ha detto in udienza l’avvocato difensore della donna, Elena Negri.

No Tav, 38 condanne al maxi processo

tribunaleSi è concluso  con 38 condanne il maxi processo d’appello ai militanti No Tav  in relazione agli scontri in Valle di Susa dell’estate del 2011, al cantiere della Torino-Lione. Sono di 4 anni e 6 mesi di carcere le condanne confermate inflitte in primo grado. Gli imputati erano  47 e insieme al pubblico, hanno commentato la sentenza nella maxi aula 1 del PalaGiustizia urlando slogan. “Viene riconosciuta la legittimità dell’operato delle forze dell’ordine in occasione degli scontri  di cui ci siamo occupati e, soprattutto, non è stata riconosciuta agli imputati l’attenuante di avere agito per  motivi di valore sociale, contro la quale mi ero battuto duramente”, commenta all’Ansa il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo.

(foto: il Torinese)

Processo Eternit, il 24 luglio si decide

ETERNIT FABBRICA

Entro quella data il giudice dell’udienza preliminare Federica Bompieri dovrà decidere se accogliere la richiesta della Procura di Torino,  formulata dai pubblici ministeri Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace di rinvio a giudizio per omicidio volontario di Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario della multinazionale

 

Si avvicina venerdì 24 luglio. Entro quella data il giudice dell’udienza preliminare Federica Bompieri dovrà decidere se accogliere la richiesta della Procura di Torino,  formulata dai pubblici ministeri Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace di rinvio a giudizio per omicidio volontario di Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario della multinazionale Eternit.  Afeva di Cavagnolo e Casale, l’Associazione familiari vittime amianto, in un comunicato spiega di essere fiduciosa “che tale richiesta sia accolta, infatti la Corte di Cassazione, con la sentenza del 19 novembre 2014 non ha assolto l’imputato, ma ha dichiarato prescritto il reato di disastro ambientale doloso”.

 

Massimo Iaretti

Processo Eternit, si decide il 14 luglio

Stephan Schmidheiny dovrà venire processato per omicidio volontario nel procedimento Eternit bis, oppure la sua posizione verrà archiviata

 

ETERNIT FABBRICASarà un caso ma la data in cui il giudice dell’udienza preliminare Federica Bompieri dovrà decidere se Stephan Schmidheiny dovrà venire processato per omicidio volontario nel procedimento Eternit bis, oppure la sua posizione verrà archiviata, è di quelle che contano nella storia dell’umanità. Infatti la serie di udienze per arrivare alla decisione del magistrato si chiuderà proprio il 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia e, quindi, dell’avvio di quella rivoluzione che ha cambiato le sorti dell’umanità. La decisione del Gup verrà presa dopo un breve intervento dell’avvocato Di Amato, difensore del multimilionario svizzero,  che chiuderà così la serie delle schermaglie giuridiche. Nell’udienza di martedì 16, i scena sono stati ancora gli avvocati Alleva e Di Amato che hanno “replicato alla replica” della procura che si era avuta nell’udienza precedente. Alleva, in particolare ha insistito nuovamente sul principio del ne bis in idem, in virtù del quale un imputato non può essere processato due volte per lo stesso reato.  Poi è stata contestata la produzione di consulenze da parte della pubblica accusa, ma su questo punto il gup si è già espresso pronunciando una ordinanza di ammissione. Adesso, terminata la parte dello “scontro” in aula, seguirà un periodo di riflessione per il giudice che dovrà poi pronunciarsi sul provvedimento che chiuderà questa fase, o addirittura il processo.  Su quali sono le prospettive in vista del 14 luglio interviene Esther Gatti, che patrocina la parte civile dei Comuni di Casale Monferrato, Ozzano, Rosignano, Cella Monte e Ponzano: “La copiosissima attività di indagine della Procura della Repubblica di Torino, risulta certamente idonea a sostenere l’accusa in giudizio, nonostante le questioni sollevate dalle difese dell’imputato”. Dunque non c’è che attendere il 14 luglio.

 

Massimo Iaretti

Eternit, Guariniello cancella l'ombra del "ne bis in idem"

La prossima udienza preliminare davanti al Gup è prevista per martedì

 

eternit bandiereVenne il giorno delle repliche e la procura di Torino è scesa in campo per cancellare l’ombra del ne bis in idem dal procedimento Eternit bis. L’udienza preliminare di ieri, giovedì, ha visto i pubblici ministeri Gianfranco Colace e Raffaele Guariniello contestare punto punto su quanto era stato affermato nella precedente seduta dai difensori di Stephan Schmidheiny, gli avvocati Alleva e Di Astolfo. In particolare Guariniello ha citato dottrina e sentenze, anche delle Sezioni Unite della Cassazione per dimostrare che i due processi, Eternit uno e due, non sono la ripetizione dello stesso capo d’accusa e per rafforzare tale tesi ha anche utilizzato le motivazioni della sentenza di Cassazione che aveva annullato i due pronunciamenti del Tribunale e della Corte d’appello di Torino per intervenuta prescrizione del reato di disastro. La prossima udienza preliminare davanti al Gup è prevista per martedì, con una breve replica della difesa.  Poi il magistrato potrebbe anche riservarsi sulla decisione se il processo si farà o meno.

 

Massimo Iaretti

Processo al finto colpo di frusta: fruttava anche 20 mila euro

L’organizzazione si avvaleva della complicità di carrozzerie, studi medici e legali

 

TRIBUNALE 1Una vera e propria banda truffava le assicurazioni denunciando incidenti fasulli. Secondo una testimonianza al processo in corso (pm Paolo Toso) l’espediente di fingere di aver subito il cosiddetto colpo di frusta si rivelava un business vero e proprio, tanto da fruttare illecitamente fino a 20 mila euro”. Gli imputati nel procedimento al palagiustizia sono 90. Di questi 46 avevano patteggiato e 10 erano stato condannati in rito abbreviato. L’organizzazione si avvaleva della complicità di carrozzerie, studi medici e legali.

De Luca a processo: "Le cesoie ripristinano la legalità"

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La sua frase rase riportata in tempo reale su Twitter dalla casa editrice Feltrinelli che pubblica le opere dello scrittore

 

Lo scrittore Erri De Luca oggi in tribunale a Torino è stato interrogato come imputato per istigazione a delinquere per le due interviste rilasciate sulla questione Tav, in relazione al suo incitamento a “sabotare”il cantiere di Chiomonte. Applausi del pubblico – presente anche il cantautore Gianmaria Testa – quando De Luca ha detto: “Le cesoie servono a tagliare le reti. E se si tratta di reti posizionate illegalmente, allora le cesoie ripristinano la legalità”. Frase riportata in tempo reale su Twitter dalla casa editrice Feltrinelli che pubblica le opere dello scrittore.

 

(Foto: il Torinese)

Stamina, udienza preliminare

tribunale“Questa udienza preliminare sarà molto importante per capire le ragioni degli imputati”, ha dichiarato all’Ansa il pm Raffaele Guariniello

 

Si è tenuta al palagiustizia di Torino l’udienza preliminare del processo Stamina. Al cospetto del al gup Giorgio Potito, i 13 imputati, tra cui il “guru” di Stamina Foundation Davide Vannoni:  l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, esercizio abusivo della professione medica e violazione delle norme sulla privacy.

 

L’udienza si è chiusa  con 30 richieste di costituzione a parte civile, tra cui alcuni pazienti, gli Spedali Civili di Brescia, la Regione Lombardia, l’Ordine dei medici di Torino, Medicina democratica e diverse  associazioni di consumatori. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 15 novembre.

 

Alcune famiglie dei pazienti in cura con il metodo Stamina precisano in un comunicato la loro posizione: “non è contro Stamina, vogliamo ribadire i diritti calpestati dei malati e chiamare in causa, quale responsabile civile, l’azienda Ospedaliera di Brescia affinché risponda del comportamento tenuto nella vicenda”.

 

“Questa udienza preliminare sarà molto importante per capire le ragioni degli imputati”, ha dichiarato all’Ansa il pm Raffaele Guariniello.

 

(Foto: il Torinese)