Hanno chiesto “Un parco per la città e per il quartiere senza muri e recinti” le associazioni animaliste e ambientaliste, tra cui Enpa, Lac, Lav e Oipa, che oggi a Torino hanno manifestato in corteo per protestare contro il progetto di affidare il parco Michelotti a Zoom, che intende aprire una fattoria didattica con animali. Circa 300 persone sono partite da piazza XVIII dicembre, davanti alla vecchia Porta Susa, fino ad arrivare in corso Cadore. Contro il nuovo “zoo”, le associazioni hanno presentato anche un ricorso al Tar.
Anche il Movimento animalista, rappresentato dal presidente nazionale on. Michela Vittoria Brambilla e dal coordinatore regionale avv. Lorenzo Bellino, ha partecipato con la sua delegazione.
Nel mirino la giunta del sindaco Appendino e dei Cinque stelle, accusati di essere “capaci solo di fare promesse elettorali” e di “fare tornare indietro la città” perché stanno portando a compimento il progetto di concedere ai privati l’area dove fino a trent’anni fa sorgeva il vecchio zoo, affinché ne aprano un altro. “Chiediamo alla giunta Appendino di rispettare i patti elettorali e la parola data agli elettori”, dicono dalle associazioni. Nel loro programma, infatti, i pentastellati avevano promesso di “definire precise misure atte a sfavorire la detenzione a qualsiasi titolo di animali selvatici ed esotici in strutture fisse o temporanee”, proponendosi di tutelare l’ambiente “come bene di tutti” e di “migliorare la vivibilità degli spazi verdi e degli spazi comuni”. Tutto questo, sostengono gli animalisti, a Torino è stato seppellito sotto il peso degli interessi economici e del lucroso progetto di una società privata che punta ad attrarre mezzo milione di visitatori l’anno esibendo animali detenuti. “Una vergogna”, sostengono le associazioni animaliste che sfilano al grido di: “Prima Fassino, ora Appendino, stessa vergogna per Torino!”.
“E’ inaccettabile – osserva l’on. Brambilla – che ai giorni nostri ci sia ancora chi pensa di aprire zoo, luoghi crudeli e di prigionia, che spogliano gli animali della loro dignità. Torino ha ben altre attrattive e non ha certo bisogno di condannare alla sofferenza creature meravigliose, per di più “regalando” ai privati un’area pubblica. Gli animali devono vivere nel loro ambiente naturale. Chi se ne dimentica e non tiene in alcun conto le loro sofferenze, non offende solo la natura ma anche il sentimento della maggioranza degli italiani”.