franco tosi- Pagina 16

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Oggi al Cinema

la la filmLe trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

Allied – Un’ombra nascosta – Drammatico. Regia di Robert Zemeckis, con Brad Pitt e Marion Cotillard. Nella Casablanca in pieno conflitto mondiale, già tanto cara a Ingrid Bergman e a Humphrey Bogart, s’incrociano Marianne Beausejour, legata alla resistenza francese e avvenente spia pronta a fare l’occhio dolce al allied film2perfido tedesco, e Max Vatan, comandante d’aviazione di origine canadese e al servizio dell’Intelligence inglese. Avventure e amore tra i due, il trasferimento a Londra, un matrimonio e una bambina partorita sotto i bombardamenti. Ma ad un certo punto della storia iniziano gli indizi e i dubbi e forse non tutto è come sembra. Film perfetto, secondo i sacrosanti canoni dello spionaggio, tensioni e necessità di indagare (anche da parte dello spettatore), il Brad che comincia a far intravedere le rughe e gli anni, la Cotillard magnifica come sua abitudine. Durata 124 minuti. (Massaua, Eliseo Rosso, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Animali notturni – Drammatico. Regia di Tom Ford, con Amy Adams, Jake Gyllenhaal e Aaron Taylor-Johnson. A Susan, affermata mercante d’arte di Los Angeles, viene un giorno recapitato un pacco, un libro dal contenuto violento che l’ex marito le ha dedicato. Immersa nella lettura che s’accompagna ai ricordi di un loro passato, spinta a riconsiderare le scelte compiute, Susan avverte che un’altra vicenda s’allinea alla sua, dolorosa e crudele, capace di interferire e di sovrapporsi alla sua personale. Taylor-Johnson s’è aggiudicato recentemente il Golden Globe come miglior attore non protagonista. Dall’acclamato regista di “A single man”. Durata 115 minuti. (Classico)

 

Arrival – Fantascienza. Regia di Denis Villeneuve, con Amy Adams e Jeremy Renner. Louise Banks, ARRIVAL FILMlinguista di chiara fama, guida con il fisico Donnelly un gruppo di studiosi per instaurare un linguaggio, attraverso simboli scritti, e un rapporto con gli alieni occupanti di un oggetto misterioso proveniente dall’universo e atterrato nel Montana. Successo a Venezia, la Adams in odore di Oscar: e il regista è uno dei migliori nomi in circolazione nel panorama cinematografico di oggi, qualsiasi generi tocchi (“La donna che canta”, “Prisoners”, “Sicario”, in attesa di “Blade Runner 2049”). Insomma, una garanzia. Durata 116 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, F.lli Marx sala Chico, Greenwich sala 1, Ideal, The Space, Uci anche V.O.)

 

assassin-creed-filmAssassin’s Creed – Avventura. Regia di Justin Kurzel, con Michael Fassbender e Marion Cotillard. Un’occasione per riunire il regista e gli interpreti di “Macbeth”, qui Fassbender in veste anche di coproduttore. Tratto dall’omonimo videogioco, il film è la storia del criminale Callum Lynch, segretamente salvato da una condanna a morte da un’organizzazione che è la moderna reincarnazione dell’Ordine dei Templari. È costretto da costoro a utilizzare l’Animus, un macchinario cui sovrintende la scienziata Sophia e che gli permette di rivivere i ricordi di un suo antenato, Aguillar de Nerha, un Assassino, vissuto nella Spagna del XV secolo. Durata 115 minuti. (Uci)

 

Captain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Eliseo blu)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gaston Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Salas i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Uno spunto interessante, uno svolgimento condotto con partecipazione: spiace per la grande povertà della forma, la regia scarna, i luoghi comuni, e il presepe di piccoli personaggi chiusi in macchiette in troppe occasioni. Coppa Volpi veneziana al protagonista (di certo sopravvalutata). Durata 118 minuti. (Classico)

 

Il cliente – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti. Due cliente-filmconiugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller, un dramma di sogni e di disfacimenti morali e familiari. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: se la donna ne esce duramente colpita non soltanto nel corpo ma soprattutto nello spirito per poi poco a poco quietamente rappacificarsi, da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’aggressore, una esplicita vendetta in cui non vuole coinvolgere la polizia. Un capolavoro di ferma scrittura, di analisi, di descrizione dei piccoli, impercettibili fatti quotidiani, delle emozioni positive e negative che possono attraversare l’animo umano. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 2)

 

collateral-filmCollateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non riesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)

 

Dopo l’amore – Drammatico. Regia di Joachim Lafosse, con Berenice Bejo e Cédric Kahn. Dopo 15 anni di vita in comune, Marie e Boris si stanno separando. La casa dove vivono con le loro due bambine è stata acquistata da lei, ma è lui che l’ha interamente ristrutturata. Sono costretti alla convivenza, dal momento che Boris non può permettersi un’altra sistemazione. E quando arriva la resa dei conti, nessuno dei due è disposto a mediare sul contributo che ritiene di aver dato alla vita coniugale. Durata 100 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Fallen – Fantasy. Regia di Scott Hicks, con Addison Timlin, Harrison Gilbertson e Jeremy Irvine. La fallen filmdiciassettenne Lucinda è accusata di un crimine che non ha commesso e per questo è rinchiusa in riformatorio. Qui incontra due giovani mentre inizia ad avere strane visioni che le faranno scoprire il suo passato e la vera natura dei due ragazzi. Durata 91 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

florence1-filmFlorence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York anni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con (ben altra) grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Prodotto di tutto rispetto, con qualche pennellata di limpido divertimento, gradevole nella descrizione di una società immersa nei tanti vizi e nelle piccole virtù: ma ogni cosa sembra essere presentata e detta sopra le righe, a cominciare dall’interpretazione della Streep, per una volta priva di certe minime sfaccettature che l’hanno sempre resa grande, donna affetta senza mezze misure da protagonismo, macchietta a tutto tondo, folle ed eccessivamente sognatrice. Se dovessimo scegliere la punta di diamante dell’intero film indicheremmo senz’altro il ritrattino del suo accompagnatore al pianoforte, l’eccellente, sbalordito e divertito Simon Helberg, dimenticato dalla cinquina degli Oscar. Durata 111 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Mark Rylance e Ruby Barnhill. Ultimo script della creatrice di “E.T.”, Melissa Mathison, scomparsa lo scorso anno all’età di 65 anni, tratto dal romanzo di Roald Dahl (autore ancora tra l’altro della “Fabbrica di cioccolato”), è la storia della piccola Sofia rapita in una notturna Londra dall’orfanotrofio in cui è cresciuta e della sua amicizia con il gigante (ma non troppo) buono – interpretato da Rylance, premio Oscar per “Il ponte delle spie” – che presto lei aiuterà nel proprio lavoro, ovvero catturare i sogni positivi e belli per trasmetterli ai bambini mentre dormono. Durata 117 minuti. (Uci)

 

La La Land – Musical. Regia di Damien Chazelle, con Ryan Gosling e Emma Stone. La storia di due la la filmragazzi in cerca di sogni realizzati e di successo, lui, Sebastian, è un pianista jazz, lei, Mia, un’aspirante attrice che continua a fare provini. Si incontrano a Los Angeles e si innamorano. Musica e canzoni, uno sguardo al passato, al cinema di Stanley Donen e Vincent Minnelli senza tener fuori il francese Jacques Demy, troppo presto dimenticato. E’ già stato un grande successo ai Globe, sette nomination sette premi, e adesso c’è la grande corsa agli Oscar, dove la storia fortemente voluta e inseguita dall’autore di “Whiplash” rischia di sbaragliare alla grande torri gli avversari: 14 candidature. Durata128 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale (V.O.), Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho e Harpo, Reposi, The Space, Uci)

 

lion2-filmLion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Eliseo Blu, Romano sala 2)

 

Il medico di campagna – Commedia. Regia di Thomas Lilli, con François Cluzet e Marianne Denicourt. Jean Pierre ha dedicato tutta la vita alla sua professione, senza risparmiarsi. Quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello, si rende conto che un mondo sta per finire, con i sacrifici, con la passione, con gli amici; e non sarà facile per lui accettare appieno la vicinanza e le interferenze di una giovane collega che non ha davvero l’intenzioni di mettersi da parte. Durata 102 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, Massimo 1)

 

Nebbia in agosto – Drammatico. Regia di Kai Wessel, con Sebastian Kock. Nella Germania dei primi anni Quaranta, il giovane Ernst, orfano di madre, sano e ribelle, finisce nell’ospedale psichiatrico di Kaufbeuren, dove viene praticato il programma dell’eutanasia che sopprime gli adulti e i bambini colpiti da malattie mentali. Cadrà anche lui vittima di quegli orrori. Durata 126 minuti. (Romano sala 3)

 

oceania-filmOceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà basta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, Uci)

 

ORA LEGALE FILML’ora legale – Commedia. Interpretazione e regia di Ficarra e Picone, con Leo Gullotta e Tony Sperandeo. Votazioni per l’elezione del sindaco a Pietrammare. Ma le cose vanno davvero male se quello in carica è maneggione e colluso e quello candidato i comizi li pronuncia al grido di “Onestà, onestà”. Persino il parroco, prima convinto di un cambiamento radicale, diviene avversario senza se e senza ma quando il vincitore gli impone di pagare l’IMU sulla chiesa che lui ha trasformato in albergo. Durata 90 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Proprio lui? – Commedia. Regia di John Hamburg, con James Franco e Bryan Cranston. I guai arrivano quando Ned, padre iperprotettivo, fa visita alla figlia a Stanford e conosce il giovane fidanzato Laird: miliardario della Silicon Valley, con ogni migliore intenzione ma fuori dalle regole, sboccato, contrario a qualsiasi educazione. È chiaro che il vecchio genitore faccia di tutto per mandare a monte il matrimonio. Durata 111 minuti. (Ideal, Reposi, Uci)

 

Qua la zampa! – Commedia. Regia di Lasse Hallstrom, con Dennis Quaid. Tratto dal romanzo di W. Bruce Cameron “Dalla parte di Bailey”, il mondo e gli umani visti dall’universo canino, ovvero attraverso una serie di reincarnazione un cane viene in contatto con più persone riuscendo a migliorare il loro sguardo sulla vita. Nell’edizione sui nostri schermi la voce del simpatico amico dell’uomo è di Gerry Scotti. Durata 120 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Riparare i viventi – Drammatico. Regia di Katell Quillévéré, con Tahar Rahim, Anne Dorval e Emmanuelle Seigner. Mentre un ragazzo di diciassette anni, surfista, è vittima di un grave incidente e viene ricoverato nell’ospedale di Le Havre, la sua vita legata a un respiratore, a Parigi Claire è in attesa di un trapianto di cuore. La vita di un ospedale, le vite in bilico, i timori e le speranze, le angosce di due genitori, un infermiere che sembra legare le differenti storie. Tratto dal romanzo omonimo di Maylid de Kerangal. Durata 103 minuti. (Romano)

 

Silence – Drammatico. Regia di Martin Scorsese, con Andrew Garfield, Adam Driver e Liam Neeson. silence2Ambientato nella prima metà del XVII secolo. Due giovani sacerdoti gesuiti, padre Rodrigues e padre Garrupe, si recano nel lontano Giappone per svolgere opera di evangelizzazione e alla ricerca di chi li ha istruiti e guidati, il padre Ferreira. Incontrano una terra dove i cristiani sono perseguitati, costretti ad abiurare la propria fede o a subire il martirio. I dubbi, le certezze che cominciano a non essere più tali, la presenza/assenza di un Dio che non interviene o non cancella il Male, la solitudine: al termine, un ritrovato padre Ferreira che già s’è allontanato dalla Chiesa troverà un fertile terreno nelle debolezze di Rodrigues, che più di tutti ha lottato e creduto nel proprio apostolato. Durata 161 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala 1, Uci)

 

Sing – Animazione. Regia di Garth Jennings. Una esausta porcellina, madre di 25 maialini, un gorilla, un topo, un timidissimo elefante, tutti partecipano ad un debuttanti allo sbaraglio, un nostrano X Factor per intenderci, messo in piedi dal koala Buster Moon al fine di mettere in salvo dal fallimento il proprio teatro. Durata 110 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Split – Thriller. Regia di M. Night Shyamalan, con James McAvoy. La storia di Kevin, uno psicopatico split filmche unisce in sé 23 diverse personalità, che si alternano nella mente e nel corpo, in cura da una psicologa che non ha compreso come in lui stia sempre più prendendo importanza la ventiquattresima, la Bestia, la più pericolosa, che tende a sovrastare ogni altra. Un giorno Kevin rapisce tre ragazze. L’autore del “Sesto senso” e di “The village” gioca con i differenti generi, dal thriller al soprannaturale, dal dramma psicologico allo studio medico, non dimenticando Lynch o il viso e la risata del Nicholson di “Shining”. Durata 116 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Romano)

 

The Founder – Commedia. Regia di John Lee Hancock, con Michael Keaton e Laura Dern. Con un passato di commesso viaggiatore di scarso successo, nel 1954, di fronte alla ristretta attività dei fratelli Dick e Mac McDonald a San Bernardino in California, un povero chiosco di hamburger confezionatore di spuntini veloci per altrettanto pubblico frettoloso e dal poco spendere, il signor Ray Kroc pensa di allargare, in qualità di socio, l’attività dei pionieri su scala nazionale. Sappiamo tutti com’è andata a finire, successo successo successo, unendo artigianato e voglia di sperimentazione unita a una fragorosa mania di grandezza. Un avventura americana, una sfida e il sogno sempre ricercato, un’altra bella prova per il resuscitato Keaton, già pedina vincente di titoli quali “Birdman” e “Il caso Spotlight”. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 3, Ideal, Uci)

 

xXx – Il ritorno di Xander Cage – Azione. Regia di D.J. Caruso, con Vin Diesel, Toni Collette e Samuel L. Jackson. Xander, dato per morto in un incidente, in realtà è più vivo che mai, pronto a recuperare il “Vaso di Pandora” che fa pure gola al suo nemico Xiang. Per gli appassionati di dei muscoli di Diesel e del suo faccione sempre un po’ a corto di espressioni accettabili. Durata 110. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

Oggi al Cinema

allied film2Le trame dei film nelle sale  di Torino 

A cura di Elio Rabbione

 

Allied – Un’ombra nascosta – Drammatico. Regia di Robert Zemeckis, con Brad Pitt e Marion Cotillard. Nella Casablanca in pieno conflitto mondiale, già tanto cara a Ingrid Bergman e a Humphrey Bogart, s’incrociano Marianne Beausejour, legata alla resistenza francese e avvenente spia pronta a fare l’occhio dolce al perfido tedesco, e Max Vatan, comandante d’aviazione di origine canadese e al servizio dell’Intelligence inglese. Avventure e amore tra i due, il trasferimento a Londra, un matrimonio e una bambina partorita sotto i bombardamenti. Ma ad un certo punto della storia iniziano gli indizi e i dubbi e forse non tutto è come sembra. Film perfetto, secondo i sacrosanti canoni dello spionaggio, tensioni e necessità di indagare (anche da parte dello spettatore), il Brad che comincia a far intravedere le rughe e gli anni, la Cotillard magnifica come sua abitudine. Durata 124 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Animali notturni – Drammatico. Regia di Tom Ford, con Amy Adams, Jake Gyllenhaal e Aaron Taylor-Johnson. A Susan, affermata mercante d’arte di Los Angeles, viene un giorno recapitato un pacco, un libro dal contenuto violento che l’ex marito le ha dedicato. Immersa nella lettura che s’accompagna ai ricordi di un loro passato, spinta a riconsiderare le scelte compiute, Susan avverte che un’altra vicenda s’allinea alla sua, dolorosa e crudele, capace di interferire e di sovrapporsi alla sua personale. Taylor-Johnson s’è aggiudicato recentemente il Golden Globe come miglior attore non protagonista. Dall’acclamato regista di “A single man”. Durata 115 minuti. (Classico, Massimo sala 2 V.O.)

 

Arrival – Fantascienza. Regia di Denis Villeneuve, con Amy Adams e Jeremy Renner. Louise Banks, linguista di chiara fama, guida con il fisico Donnelly un gruppo di studiosi per instaurare un ARRIVAL FILMlinguaggio, attraverso simboli scritti, e un rapporto con gli alieni occupanti di un oggetto misterioso proveniente dall’universo e atterrato nel Montana. Successo a Venezia, la Adams in odore di Oscar: e il regista è uno dei migliori nomi in circolazione nel panorama cinematografico di oggi, qualsiasi generi tocchi (“La donna che canta”, “Prisoners”, “Sicario”, in attesa di “Blade Runner 2049”). Insomma, una garanzia. Durata 116 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 1, Ideal, The Space, Uci anche V.O.)

 

Assassin’s Creed – Avventura. Regia di Justin Kurzel, con Michael Fassbender e Marion Cotillard. assassin-creed-filmUn’occasione per riunire il regista e gli interpreti di “Macbeth”, qui Fassbender in veste anche di coproduttore. Tratto dall’omonimo videogioco, il film è la storia del criminale Callum Lynch, segretamente salvato da una condanna a morte da un’organizzazione che è la moderna reincarnazione dell’Ordine dei Templari. È costretto da costoro a utilizzare l’Animus, un macchinario cui sovrintende la scienziata Sophia e che gli permette di rivivere i ricordi di un suo antenato, Aguillar de Nerha, un Assassino, vissuto nella Spagna del XV secolo. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Captain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Eliseo blu)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gaston Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Salas i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Uno spunto interessante, uno svolgimento condotto con partecipazione: spiace per la grande povertà della forma, la regia scarna, i luoghi comuni, e il presepe di piccoli personaggi chiusi in macchiette in troppe occasioni. Coppa Volpi veneziana al protagonista (di certo sopravvalutata). Durata 118 minuti. (Classico)

 

Il cliente – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti. Due cliente-film2coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller, un dramma di sogni e di disfacimenti morali e familiari. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: se la donna ne esce duramente colpita non soltanto nel corpo ma soprattutto nello spirito per poi poco a poco quietamente rappacificarsi, da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’aggressore, una esplicita vendetta in cui non vuole coinvolgere la polizia. Un capolavoro di ferma scrittura, di analisi, di descrizione dei piccoli, impercettibili fatti quotidiani, delle emozioni positive e negative che possono attraversare l’animo umano. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 1)

 

collateral-filmCollateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non riesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Greenwich sala 2, Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)

 

Dopo l’amore – Drammatico. Regia di Joachim Lafosse, con Berenice Bejo e Cédric Kahn. Dopo 15 anni di vita in comune, Marie e Boris si stanno separando. La casa dove vivono con le loro due bambine è stata acquistata da lei, ma è lui che l’ha interamente ristrutturata. Sono costretti alla convivenza, dal momento che Boris non può permettersi un’altra sistemazione. E quando arriva la resa dei conti, nessuno dei due è disposto a mediare sul contributo che ritiene di aver dato alla vita coniugale. Durata 100 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Florence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York florence1-filmanni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con (ben altra) grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Prodotto di tutto rispetto, con qualche pennellata di limpido divertimento, gradevole nella descrizione di una società immersa nei tanti vizi e nelle piccole virtù: ma ogni cosa sembra essere presentata e detta sopra le righe, a cominciare dall’interpretazione della Streep, per una volta priva di certe minime sfaccettature che l’hanno sempre resa grande, donna affetta senza mezze misure da protagonismo, macchietta a tutto tondo, folle ed eccessivamente sognatrice. Se dovessimo scegliere la punta di diamante dell’intero film indicheremmo senz’altro il ritrattino del suo accompagnatore al pianoforte, l’eccellente, sbalordito e divertito Simon Helberg, pronto per noi a entrare nella cinquina degli Oscar. Durata 111 minuti. (Ambrosio sala 3, Greenwich sala 3)

 

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Mark Rylance e Ruby Barnhill. Ultimo script della creatrice di “E.T.”, Melissa Mathison, scomparsa lo scorso anno all’età di 65 anni, tratto dal romanzo di Roald Dahl (autore ancora tra l’altro della “Fabbrica di cioccolato”), è la storia della piccola Sofia rapita in una notturna Londra dall’orfanotrofio in cui è cresciuta e della sua amicizia con il gigante (ma non troppo) buono – interpretato da Rylance, premio Oscar per “Il ponte delle spie” – che presto lei aiuterà nel proprio lavoro, ovvero catturare i sogni positivi e belli per trasmetterli ai bambini mentre dormono. Durata 117 minuti. (Classico – sabato e domenica -, Uci)

 

lion2-filmLion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 2, Uci)

 

Il medico di campagna – Commedia. Regia di Thomas Lilli, con François Cluzet e Marianne Denicourt. Jean Pierre ha dedicato tutta la vita alla sua professione, senza risparmiarsi. Quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello, si rende conto che un mondo sta per finire, con i sacrifici, con la passione, con gli amici; e non sarà facile per lui accettare appieno la vicinanza e le interferenze di una giovane collega che non ha davvero l’intenzioni di mettersi da parte. Durata 102 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

Mister Felicità – Commedia. Regia di Alessandro Siani, con Alessandro Siani, Diego Abatantuono e Carla Signoris. Martino, disoccupato cronico, vive alle spalle della sorella ma ad un certo punto riesce a inventarsi un’occupazione, sostituendosi ad un “mental coach”, un guru del pensiero positivo. La sua prima assistita sarà Arianna, una campionessa di pattinaggio in crisi in seguito a una caduta. Durata 101 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

peregrineMiss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Uci)

 

Nebbia in agosto – Drammatico. Regia di Kai Wessel, con Sebastian Kock. Nella Germania dei NEBBIA AGOSTO FILMprimi anni Quaranta, il giovane Ernst, orfano di madre, sano e ribelle, finisce nell’ospedale psichiatrico di Kaufbeuren, dove viene praticato il programma dell’eutanasia che sopprime   gli adulti e i bambini colpiti da malattie mentali. Cadrà anche lui vittima di quegli orrori. Durata 126 minuti. (Massimo sala 1)

 

Oceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà basta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

ORA LEGALE FILML’ora legale – Commedia. Interpretazione e regia di Ficarra e Picone, con Leo Gullotta e Tony Sperandeo. Votazioni per l’elezione del sindaco a Pietrammare. Ma le cose vanno davvero male se quello in carica è maneggione e colluso e quello candidato i comizi li pronuncia al grido di “Onestà, onestà”. Persino il parroco, prima convinto di un cambiamento radicale, diviene avversario senza se e senza ma quando il vincitore gli impone di pagare l’IMU sulla chiesa che lui ha trasformato in albergo. Durata 90 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Passengers – Fantascienza. Regia di Morten Tyldum, con Jennifer Lawrence e Chris Pratt. La nave spaziale “Avalon” sta viaggiando, un lunghissimo viaggio, verso una colonia lontana, a bordo passengers-filmcinquemila ospiti. Addormentati, programmati a risvegliarsi 120 anni dopo. 90 anni prima dell’arrivo, due di loro, Aurora e Jim, lei una giornalista newyorkese alla ricerca di un nuovo spunto per il suo prossimo romanzo, lui ingegnere meccanico di Denver, per un guasto si risvegliano, unici e soli, si innamorano. Non soltanto avventure solitarie e no nello spazio senza confini, anche inquietudini filosofiche e quesiti morali, imposizioni e libertà, il desiderio di stare con qualcuno o il suo rifiuto, l’amore e il tempo, l’azzeramento dei tanti progetti e la noia, la realtà quotidiana e la sua cancellazione, in un viaggio pericoloso e senza prospettive. Durata 116 minuti. (Greenwich sala 3, Reposi, Uci)

 

Qua la zampa! – Commedia. Regia di Lasse Hallstrom, con Dennis Quaid. Tratto dal romanzo di W. Bruce Cameron “Dalla parte di Bailey”, il mondo e gli umani visti dall’universo canino, ovvero attraverso una serie di reincarnazione un cane viene in contatto con più persone riuscendo a migliorare il loro sguardo sulla vita. Nell’edizione sui nostri schermi la voce del simpatico amico dell’uomo è di Gerry Scotti. Durata 120 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Rogue One: A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Gareth Edwards, con Diego Luna, Forest Whitaker, Mads Mikkelsen e Felicity Jones. Un gruppo di eroi in missione per sottrarre i piani della più potente arma di distruzione di massa mai ideata dall’Impero Galattico, la Morte Nera. Primo film della serie “Star Wars Anthology”, una collezione di film a se stanti ambientati nell’universo di “Guerre stellari”. Durata 143 minuti. (Ideal, Reposi, Uci)

 

Silence – Drammatico. Regia di Martin Scorsese, con Andrew Garfield, Adam Driver e Liam Neeson. silence1Ambientato nella prima metà del XVII secolo. Due giovani sacerdoti gesuiti, padre Rodrigues e padre Garrupe, si recano nel lontano Giappone per svolgere opera di evangelizzazione e alla ricerca di chi li ha istruiti e guidati, il padre Ferreira. Incontrano una terra dove i cristiani sono perseguitati, costretti ad abiurare la propria fede o a subire il martirio. I dubbi, le certezze che cominciano a non essere più tali, la presenza/assenza di un Dio che non interviene o non cancella il Male, la solitudine: al termine, un ritrovato padre Ferreira che già s’è allontanato dalla Chiesa troverà un fertile terreno nelle debolezze di Rodrigues, che più di tutti ha lottato e creduto nel proprio apostolato. Durata 161 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala 1, The Space, Uci)

 

Sing – Animazione. Regia di Garth Jennings. Una esausta porcellina, madre di 25 maialini, un gorilla, un topo, un timidissimo elefante, tutti partecipano ad un debuttanti allo sbaraglio, un nostrano X Factor per intenderci, messo in piedi dal koala Buster Moon al fine di mettere in salvo dal fallimento il proprio teatro. Durata 110 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Le stagioni di Louise – Animazione. Regia di Jean-François Laguionie. Al termine della stagione balneare, un’anziana donna perde l’ultimo treno che la porterebbe in città. Decide di vivere sulla spiaggia, in compagnia di un cane, in attesa venga a riprenderla. Durata 75 minuti. (Centrale)

 

Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Romano sala 3)

 

The Founder – Commedia. Regia di John Lee Hancock, con Michael Keaton e Laura Dern. Con un passato di commesso viaggiatore di scarso successo, nel 1954, di fronte alla ristretta attività dei film founderfratelli Dick e Mac McDonald a San Bernardino in California, un povero chiosco di hamburger confezionatore di spuntini veloci per altrettanto pubblico frettoloso e dal poco spendere, il signor Ray Kroc pensa di allargare, in qualità di socio, l’attività dei pionieri su scala nazionale. Sappiamo tutti com’è andata a finire, successo successo successo, unendo artigianato e voglia di sperimentazione unita a una fragorosa mania di grandezza. Un avventura americana, una sfida e il sogno sempre ricercato, un’altra bella prova per il resuscitato Keaton, già pedina vincente di titoli quali “Birdman” e “Il caso Spotlight”. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

xXx – Il ritorno di Xander Cage – Azione. Regia di D.J. Caruso, con Vin Diesel, Toni Collette e Samuel L. Jackson. Xander, dato per morto in un incidente, in realtà è più vivo che mai, pronto a recuperare il “Vaso di Pandora” che fa pure gola al suo nemico Xiang. Per gli appassionati di dei muscoli di Diesel e del suo faccione sempre un po’ a corto di espressioni accettabili. Durata 110. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, The Space, Uci anche in 3D)

Il liberale Zanone

zanone 2Si è tenuto ieri , nel primo anniversario della sua morte, un ricordo di Valerio Zanone promosso dalla Fondazione Burzio e ospitato nell’Aula Magna della Scuola di Applicazione per ricordare chi fu anche ministro per la Difesa. In questa occasione la Fondazione ha ristampato il saggio di Zanone “Il liberalismo moderno” pubblicato dalla Utet nella “Storia delle idee politiche, economiche,sociali” curata da Luigi Firpo. Hanno parlato tre personaggi importanti,l’ex direttore del “Corriere della Sera” Stefano Folli, il nipote di Benedetto Croce Piero Craveri, l’ex ministro Domenico Siniscalco. Salvo la noiosa tiritera di Craveri che ha divagato, pur leggendo, sia rispetto a Zanone sia rispetto al suo saggio, i due ottimi interventi di Folli e di Siniscalco hanno reso il dovuto omaggio al liberale Zanone, per quanto vada rilevata l’assenza della famiglia all’unico ricordo torinese programmato, ma forse chissà che la proverbiale litigiosità liberale non ci riservi qualche sorpresa con altre iniziative. E’ stato invece un fatto positivo che certi “eredi” torinesi di Zanone non si siano sentiti. Un anno fa ai funerali è stato un po’ penoso  ascoltarli  nel tentativo  di appropriarsi di un’eredità che appartiene non solo ai liberali, quelli veri, ma ma anche  alla cultura politica  italiana  più in generale. Nessun uomo di cultura venne invitato a ricordare Zanone ai suoi funerali in Comune.

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Prima dei relatori è intervenuto il capo di Gabinetto della Sindaca di Torino Paolo Giordana che ha fatto un discorso che è andato molto oltre il semplice saluto.Si è colta in Giordana una conoscenza approfondita  dei temi della cultura liberale di notevole spessore. Ci si aspettava  un qualcosa di rituale,invece, abbiamo ascoltato un intervento di alto livello e di sicura pregnanza culturale.
Folli mi ha citato in chiusura del suo intervento e quindi non parlerò della sua relazione tutta giocata sull’ossimoro zanoniano Giolitti-Gobetti, volto a conciliare lo statista di Dronero con il giovane torinese che aveva aperto una collaborazione con Gramsci:un’operazione quasi esclusivamente intellettuale,non essendo possibile trovare una sintesi politica tra Giolitti e Gobetti.
Vorrei invece soffermarmi sulla relazione,molto brillante e spesso  illuminante per capire l’economia mondiale dei tempi d’oggi, di Domenico Siniscalco che non conoscevo di persona,se non per quanto mi dissero Franco Reviglio e Sergio Ricossa. Non l’avevo mai ascoltato e debbo dire che in passato ho perso molto.

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pliSiniscalco ,parlando del saggio di Zanone ,lo ha contestualizzato negli Anni 70
torinesi(il saggio uscì nel 1972 ), descrivendo quel mondo  politico-culturale. Per Siniscalco quel mondo si identificava con la Fiat ,il PCI ,i sindacati,”La Stampa”,la Juventus con una DC fortemente impegnata a sinistra con Donat Cattin. Siniscalco cita anche le frange di “Lotta continua” e i terroristi che colpivano manager, avvocati, giornalisti, poliziotti . Forse ha solo tralasciato la Chiesa del Cardinale Pellegrino che esercitò sicuramente un ruolo dopo la fine della lunga presenza sulla cattedra di San Massimo del Cardinale Maurilio Fossati. A fianco di questo blocco predominate c’era un “mondo laico,non comunista e non cattolico,parzialmente azionista…”. In questo blocco Siniscalco  colloca Zanone e lo stesso Firpo ,curatore della monumentale storia in sei volumi editi dalla Utet ,vi appartiene a pieno titolo. Siniscalco mette in evidenza il Centro “Einaudi” animato da Zanone e una parte della Facoltà di Economia e Commercio con Castellino, Ricossa,Reviglio e Monti  che allora insegnava a Torino, prima di passare alla Bocconi. In effetti era proprio così.

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Senza inquadrarlo in quel tempo,spesso fatto di demagogia e di contestazione studentesca ed operaia violenta, il saggio di Zanone  non può essere compreso appieno nel suo tentativo di trovare comunque agganci , persino in sede storica, tra liberalismo e socialismo. Giustamente Siniscalco ha parlato di un”saggio politico”.E senza fare riferimento a quel clima che si respirava all’Università nelle facoltà umanistiche non si può comprendere l’intera opera curata da Firpo e che dà spazio anche a politici (e non studiosi veri ) che sostengono nelle loro farneticazioni ideologiche l’esistenza di un solo totalitarismo novecentesco,quello nazista e fascista,un tesi storicamente aberrante. Lo storico delle idee Firpo accolse tutti nella sua opera, ma non credo  che ciò  fosse per dimostrarsi liberale e tollerante,quanto piuttosto per non discostarsi troppo dal plumbeo clima che si respirava allora. Firpo uomo tollerante è cosa molto difficile, se non zanone-craxi-1000x600impossibile. Chi lo ha conosciuto da vicino lo sa bene. Mi resta un dubbio: perché Siniscalco non abbia citato il gruppo formatosi nel 1967/68 del Centro “Pannunzio”. C’erano persone importanti: Arrigo  Olivetti, Mario Soldati, Gaetano Zini Lamberti, Alessandro Passerin d’Entrèves, Paolo Greco,Piero Pieri, Alda Croce, Mario Fubini… Non c’era solo chi scrive in compagnia di  alcuni compagni di università. Io non sono certo un giudice imparziale, ma credo che il Centro “Pannunzio”abbia pur contato qualcosa -come hanno riconosciuto in molti –  nella storia della cultura non solo torinese (basterebbe citare la sua coraggiosa posizione sul terrorismo a fianco di Carlo Casalegno) ma per l’economista Siniscalco quel mondo  liberale si identificava nel giovane Zanone che sicuramente seppe fare moltissimo e assai bene e che io considero comunque un amico-maestro.

                                                                                  Pier Franco Quaglieni

Oggi al Cinema

Le trame dei film nelle sale di Torino 

A cura di Elio Rabbione

 

allied film2Allied – Un’ombra nascosta – Drammatico. Regia di Robert Zemeckis, con Brad Pitt e Marion Cotillard. Nella Casablanca in pieno conflitto mondiale, già tanto cara a Ingrid Bergman e a Humphrey Bogart, s’incrociano Marianne Beausejour, legata alla resistenza francese e avvenente spia pronta a fare l’occhio dolce al perfido tedesco, e Max Vatan, comandante d’aviazione di origine canadese e al servizio dell’Intelligence inglese. Avventure e amore tra i due, il trasferimento a Londra, un matrimonio e una bambina partorita sotto i bombardamenti. Ma forse non tutto è come sembra. Durata 124 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Animali notturni – Drammatico. Regia di Tom Ford, con Amy Adams, Jake Gyllenhaal e Aaron Taylor-Johnson. A Susan, affermata mercante d’arte di Los Angeles, viene un giorno recapitato un pacco, un libro dal contenuto violento che l’ex marito le ha dedicato. Immersa nella lettura che s’accompagna ai ricordi di un loro passato, spinta a riconsiderare le scelte compiute, Susan avverte che un’altra vicenda s’allinea alla sua, dolorosa e crudele, capace di interferire e di sovrapporsi alla sua personale. Taylor-Johnson s’è aggiudicato recentemente il Golden Globe come miglior attore non protagonista. Dall’acclamato regista di “A single man”. Durata 115 minuti. (Classico)

 

Assassin’s Creed – Avventura. Regia di Justin Kurzel, con Michael Fassbender e Marion Cotillard. assassin-creed-filmUn’occasione per riunire il regista e gli interpreti di “Macbeth”, qui Fassbender in veste anche di coproduttore. Tratto dall’omonimo videogioco, il film è la storia del criminale Callum Lynch, segretamente salvato da una condanna a morte da un’organizzazione che è la moderna reincarnazione dell’Ordine dei Templari. È costretto da costoro a utilizzare l’Animus, un macchinario cui sovrintende la scienziata Sophia e che gli permette di rivivere i ricordi di un suo antenato, Aguillar de Nerha, un Assassino, vissuto nella Spagna del XV secolo. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

fantastic-filmCaptain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Eliseo blu)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gaston Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Salas i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Uno spunto interessante, uno svolgimento condotto con partecipazione: spiace per la grande povertà della forma, la regia scarna, i luoghi comuni, e il presepe di piccoli personaggi chiusi in macchiette in troppe occasioni. Coppa Volpi veneziana al protagonista (di certo sopravvalutata). Durata 118 minuti. (Classico)

 

Il cliente – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti. Due cliente-film2coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller, un dramma di sogni e di disfacimenti morali e familiari. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: se la donna ne esce duramente colpita non soltanto nel corpo ma soprattutto nello spirito per poi poco a poco quietamente rappacificarsi, da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’aggressore, una esplicita vendetta in cui non vuole coinvolgere la polizia. Un capolavoro di ferma scrittura, di analisi, di descrizione dei piccoli, impercettibili fatti quotidiani, delle emozioni positive e negative che possono attraversare l’animo umano. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Collateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non collateral-filmriesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Greenwich sala 1, Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)

 

È solo la fine del mondo – Drammatico. Regia di Xavier Dolan, con Marion Cotillard, Nathalie Baye, Gaspard Ulliel, Vincent Cassel e Lea Seydoux. Trasposizione cinematografica del testo (per molti versi autobiografico) di Jean-Luc Lagarce messo in scena da noi al Piccolo di Milano. Louis, autore teatrale di successo, fa il suo ritorno in famiglia per annunciare la sua morte imminente. La madre, il fratello violento, la cognata fragile e sottomessa, la sorella sono lì a riceverlo. Ma le atmosfere di nevrosi, di risentimenti, di insinuanti invidie, che il giovane aveva abbandonato anni prima, ritornano in tutto eguali. Film irritante, importante, antinatalizio, sezionato nelle azioni, nei sentimenti, negli sguardi e nei piccoli gesti sino all’inverosimile, assolutamente da vedere. Gran Premio della Giuria a Cannes. Durata 95 minuti. (Nazionale sala 2)

 

florence1-filmFlorence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York anni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con (ben altra) grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Prodotto di tutto rispetto, con qualche pennellata di limpido divertimento, gradevole nella descrizione di una società immersa nei tanti vizi e nelle piccole virtù: ma ogni cosa sembra essere presentata e detta sopra le righe, a cominciare dall’interpretazione della Streep, per una volta priva di certe minime sfaccettature che l’hanno sempre resa grande, donna affetta senza mezze misure da protagonismo, macchietta a tutto tondo, folle ed eccessivamente sognatrice. Se dovessimo scegliere la punta di diamante dell’intero film indicheremmo senz’altro il ritrattino del suo accompagnatore al pianoforte, l’eccellente, sbalordito e divertito Simon Helberg, pronto per noi a entrare nella cinquina degli Oscar. Durata 111 minuti. (Ambrosio sala 2, Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Greenwich sala 2)

 

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Mark Rylance e Ruby Barnhill. Ultimo script della creatrice di “E.T.”, Melissa Mathison, scomparsa lo scorso anno all’età di 65 anni, tratto dal romanzo di Roald Dahl (autore ancora tra l’altro della “Fabbrica di cioccolato”), è la storia della piccola Sofia rapita in una notturna Londra dall’orfanotrofio in cui è cresciuta e della sua amicizia con il gigante (ma non troppo) buono – interpretato da Rylance, premio Oscar per “Il ponte delle spie” – che presto lei aiuterà nel proprio lavoro, ovvero catturare i sogni positivi e belli per trasmetterli ai bambini mentre dormono. Durata 117 minuti. (Classico, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Lion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e lion2-filmNicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 1, Uci)

 

Il medico di campagna – Commedia. Regia di Thomas Lilli, con François Cluzet e Marianne Denicourt. Jean Pierre ha dedicato tutta la vita alla sua professione, senza risparmiarsi. Quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello, si rende conto che un mondo sta per finire, con i sacrifici, con la passione, con gli amici; e non sarà facile per lui accettare appieno la vicinanza e le interferenze di una giovane collega che non ha davvero l’intenzioni di mettersi da parte. Durata 102 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Massimo sala 2)

 

Mister Felicità – Commedia. Regia di Alessandro Siani, con Alessandro Siani, Diego Abatantuono e Carla Signoris. Martino, disoccupato cronico, vive alle spalle della sorella ma ad un certo punto riesce a inventarsi un’occupazione, sostituendosi ad un “mental coach”, un guru del pensiero positivo. La sua prima assistita sarà Arianna, una campionessa di pattinaggio in crisi in seguito a una caduta. Durata 101 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

peregrineMiss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Uci)

 

Oceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà basta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Passengers – Fantascienza. Regia di Morten Tyldum, con Jennifer Lawrence e Chris Pratt. La nave passengers-filmspaziale “Avalon” sta viaggiando, un lunghissimo viaggio, verso una colonia lontana, a bordo cinquemila ospiti. Addormentati, programmati a risvegliarsi 120 anni dopo. 90 anni prima dell’arrivo, due di loro, Aurora e Jim, lei una giornalista newyorkese alla ricerca di un nuovo spunto per il suo prossimo romanzo, lui ingegnere meccanico di Denver, per un guasto si risvegliano, unici e soli, si innamorano. Non soltanto avventure solitarie e no nello spazio senza confini, anche inquietudini filosofiche e quesiti morali, imposizioni e libertà, il desiderio di stare con qualcuno o il suo rifiuto, l’amore e il tempo, l’azzeramento dei tanti progetti e la noia, la realtà quotidiana e la sua cancellazione, in un viaggio pericoloso e senza prospettive. Durata 116 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Paterson – Commedia drammatica. Regia di Jim Jarmusch, con Adam Driver e Golshifteh Farahani. Un film intimista, sulla poesia e su chi la coltiva. Ambientato a Paterson, piccola cittadina del New Jersey; ma anche un poema dello scrittore William Carlos Williams s’intitola “Paterson” e ancora Paterson è il nome del protagonista, un gentile, sognatore conducente di autobus, legatissimo alla giovane moglie, artista, con una chitarra in mano e il desiderio di un qualche successo, abitudini e routine precise al cronometro, che nelle pause del lavoro butta giù poesie, raccogliendo immagini sulle cose semplici, di normale quotidianità. Emozioni allo stato puro da un poeta della cinepresa. Durata 115 minuti. (Massimo sala 1)

 

poveri-ricchi-filmPoveri ma ricchi – Commedia. Regia di   Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Enrico Brignano, Anna Mazzamauro e Lucia Ocone. La famiglia Tucci, ovvero mozzarellari doc e volgari quel tanto che basta, capofamiglia con consorte e un paio di figli, un cognato nullafacente nel dna, la nonna che è innamorata persa di Al Bano. Una vincita da 100 milioni di euro li spingerà a trasformarsi nei nuovi ricchi con annesso desiderio di seguirne le orme: ma presto si accorgeranno che i nuovi ricchi non significano rubinetteria d’oro o chili di gioielli o ristoranti e alberghi senza risparmio di stelle. Durata 97 minuti. (Uci)

 

Rogue One: A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Gareth Edwards, con Diego Luna, Forest Whitaker, Mads Mikkelsen e Felicity Jones. Un gruppo di eroi in missione per sottrarre i piani della più potente arma di distruzione di massa mai ideata dall’Impero Galattico, la Morte Nera. Primo film della serie “Star Wars Anthology”, una collezione di film a se stanti ambientati nell’universo di “Guerre stellari”. Durata 143 minuti. (Ideal, Reposi, Uci)

 

Silence – Drammatico. Regia di Martin Scorsese, con Andrew Garfield, Adam Driver e Liam Neeson. silence filmAmbientato nella prima metà del XVII secolo. Due giovani sacerdoti gesuiti, padre Rodrigues e padre Garrupe, si recano nel lontano Giappone per svolgere opera di evangelizzazione e alla ricerca di chi li ha istruiti e guidati, il padre Ferreira. Incontrano una terra dove i cristiani sono perseguitati, costretti ad abiurare la propria fede o a subire il martirio. I dubbi, le certezze che cominciano a non essere più tali, l’assenza di un Dio che non interviene o non cancella il Male, la solitudine: al termine, un ritrovato padre Ferreira che già s’è allontanato dalla Chiesa come si comporterà con i suoi confratelli, troverà un fertile terreno nelle loro debolezze? Durata 161 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, F.lli Marx sala Groucho e Harpo, Reposi, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Sing – Animazione. Regia di Garth Jennings. Una esausta porcellina, madre di 25 maialini, un gorilla, un topo, un timidissimo elefante, tutti partecipano ad un debuttanti allo sbaraglio, un nostrano X Factor per intenderci, messo in piedi dal koala Buster Moon al fine di mettere in salvo dal fallimento il proprio teatro. Durata 110 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 3, Romano sala 3)

 

film founderThe Founder – Commedia. Regia di John Lee Hancock, con Michael Keaton e Laura Dern. Con un passato di commesso viaggiatore di scarso successo, nel 1954, di fronte alla ristretta attività dei fratelli Dick e Mac McDonald a San Bernardino in California, un povero chiosco di hamburger confezionatore di spuntini veloci per altrettanto pubblico frettoloso e dal poco spendere, il signor Ray Kroc pensa di allargare, in qualità di socio, l’attività dei pionieri su scala nazionale. Sappiamo tutti com’è andata a finire, successo successo successo, unendo artigianato e voglia di sperimentazione unita a una fragorosa mania di grandezza. Un avventura americana, una sfida e il sogno sempre ricercato, un’altra bella prova per il resuscitato Keaton, già pedina vincente di titoli quali “Birdman” e “Il caso Spotlight”. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Ideal, The Space, Uci)

Oggi al Cinema

film cinemaassassin-creed-filmLe trame dei film

nei cinema di Torino 

 

A cura di Elio Rabbione

 

 

Alps – Drammatico. Regia di Yorgos Lanthimos, con Ariane Labed, Aggeliki Papoulia, Johnny Vekris e Aris Servetalis. Un’infermiera, un paramedico, una ginnasta e il suo allenatore hanno creato un servizio a pagamento, che consiste nel sostituirsi a persone morte su commissione dei parenti, degli amici o dei colleghi del deceduto, in uno strano rapporto che cancella il sentimento di calore umano e quasi raggiunge la più esplicita freddezza. La società si chiama Alps, ilalps-film paramedico che ne è il capo si fa chiamare Mont Blanc. Anche se i membri di Alps operano sotto un regime di ferrea disciplina imposto dal capo, qualcuno all’interno pensa di ribellarsi. Dal regista greco di “The Lobster”, applaudito a Cannes e oggi in corsa ai Golden Globe per il miglior film straniero. Durata 93 minuti. (Classico)

 

Amore e inganni – Commedia. Regia di Whit Stillman, con Kate Beckinsale e Xavier Samuel. Tratto da”Lady Susan” di Jane Austen. La storia di una scaltra vedova che, nel desiderio di venire a conoscenza di certi pettegolezzi che giorno dopo giorno prendono a circolare nell’alta società, si reca a Churchill, in una elegante tenuta proprietà della famiglia del marito. Soggiorno che sarà pure occasione per assicurarsi un buon nuovo consorte e un altrettanto buon partito che faccia la felicità della figlia. Ospiti della casa, tra gli altri invitati, saranno due gentiluomini forse adatti alle aspettative di milady. Durata 94 minuti. (Romano sala 3)

 

Assassin’s Creed – Avventura. Regia di Justin Kurzel, con Michael Fassbender e Marion Cotillard. assassin-creed-filmUn’occasione per riunire il regista e gli interpreti di “Macbeth”, qui Fassbender in veste anche di coproduttore. Tratto dall’omonimo videogioco, il film è la storia del criminale Callum Lynch, segretamente salvato da una condanna a morte da un’organizzazione che è la moderna reincarnazione dell’Ordine dei Templari. È costretto da costoro a utilizzare l’Animus, un macchinario cui sovrintende la scienziata Sophia e che gli permette di rivivere i ricordi di un suo antenato, Aguillar de Nerha, un Assassino, vissuto nella Spagna del XV secolo. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

fantastic-filmCaptain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Eliseo blu, Massimo 2)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gaston Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Sala i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Coppa Volpi veneziana al protagonista. Durata 118 minuti. (Classico)

 

cliente-filmIl cliente – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti. Due coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’uomo in cui non vuole coinvolgere la polizia. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile, in gara come miglior film straniero ai Golden Globe. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 1)

 

collateral-filmCollateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non riesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Greenwich sala 1, Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)

 

È solo la fine del mondo – Drammatico. Regia di Xavier Dolan, con Marion Cotillard, Nathalie Baye, Gaspard Ulliel, Vincent Cassel e Lea Seydoux. Trasposizione cinematografica del testo (per molti versi autobiografico) di Jean-Luc Lagarce messo in scena da noi al Piccolo di Milano. Louis, autore teatrale di successo, fa il suo ritorno in famiglia per annunciare la sua morte imminente. La madre, il fratello violento, la cognata fragile e sottomessa, la sorella sono lì a riceverlo. Ma le atmosfere di nevrosi, di risentimenti, di insinuanti invidie, che il giovane aveva abbandonato anni prima, ritornano in tutto eguali. Film irritante, importante, antinatalizio, sezionato nelle azioni, nei sentimenti, negli sguardi e nei piccoli gesti sino all’inverosimile, assolutamente da vedere. Gran Premio della Giuria a Cannes. Durata 95 minuti. (Nazionale sala 2)

 

florence1-filmFlorence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York anni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Altra nomination per la Streep? Possibili riconoscimenti per un Grant in stato di grazia, capacissimo di tener testa con grande bravura alla diva di tanto calibro? Durata 111 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Greenwich sala 2)

 

Fuga da Reuma Park – Commedia. Regia di Morgan Bertacca, con Aldo, Giovanni e Giacomo e Silvana Fallisi. La fuga dei tre comici novantenni, la notte di Natale, dalla casa di riposo dove sono stati abbandonati e dalle grinfie dell’infermiera bionda e giunonica che li sorveglia. Abbandonati dai figli, magari in sedia a rotelle e con flebo, magari con una memoria che comincia a fare un po’ di ruggine, non hanno nulla da perdere: perché non salire su una barca, imboccare i Navigli milanesi e andarsene giù già fino a Rio de Janeiro? Durata 90 minuti. (The Space, Uci)

 

passenge-filmIl GGG – Il Grande Gigante Gentile – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Mark Rylance e Ruby Barnhill. Ultimo script della creatrice di “E.T.”, Melissa Mathison, scomparsa lo scorso anno all’età di 65 anni, tratto dal romanzo di Roald Dahl (autore ancora tra l’altro della “Fabbrica di cioccolato”), è la storia della piccola Sofia rapita in una notturna Londra dall’orfanotrofio in cui è cresciuta e della sua amicizia con il gigante (ma non troppo) buono – interpretato da Rylance, premio Oscar per “Il ponte delle spie” – che presto lei aiuterà nel proprio lavoro, ovvero catturare i sogni positivi e belli per trasmetterli ai bambini mentre dormono. Durata 117 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

lion2-filmLion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Centrale V.O., Eliseo Grande, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2, Uci)

 

Il medico di campagna – Commedia. Regia di Thomas Lilli, con François Cluzet e Marianne Denicourt. Jean Pierre ha dedicato tutta la vita alla sua professione, senza risparmiarsi. Quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello, si rende conto che un mondo sta per finire, con i sacrifici, con la passione, con gli amici; e non sarà facile per lui accettare appieno la vicinanza e le interferenze di una giovane collega che non ha davvero l’intenzioni di mettersi da parte. Durata 102 minuti. (F.lli Marx sala Groucho, Massimo sala 3)

 

Mister Felicità – Commedia. Regia di Alessandro Siani, con Alessandro Siani, Diego Abatantuono e Carla Signoris. Martino, disoccupato cronico, vive alle spalle della sorella ma ad un certo punto riesce a inventarsi un’occupazione, sostituendosi ad un “mental coach”, un guru del pensiero positivo. La sua prima assistita sarà Arianna, una campionessa di pattinaggio in crisi in seguito a una caduta. Durata 101 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Greenwich sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

peregrineMiss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Massaua, Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Natale a Londra – Dio salvi la Regina – Commedia. Regia di Volfango De Biasi, con Lillo e Greg, Nino Frassica, Paolo Ruffini. Due fratelli pasticcioni nella capitale inglese con l’idea del colpo del secolo: rapire i cani della Regina e chiederne il riscatto. Al loro fianco un ristoratore che continua a portarsi la Sicilia nel cuore, una chef stellata più che apprezzabile, il suo sotto chef toscanaccio indomito, sullo sfondo la Brexit. Durata 89 minuti. (Uci)

 

Oceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà oceania-filmbasta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Passengers – Fantascienza. Regia di Morten Tyldum, con Jennifer Lawrence e Chris Pratt. La nave spaziale “Avalon” sta viaggiando, un lunghissimo viaggio, verso una colonia lontana, a bordo cinquemila ospiti. Addormentati, programmati a risvegliarsi 120 anni dopo. 90 anni prima dell’arrivo, due di loro, Aurora e Jim, lei una giornalista newyorkese alla ricerca di un nuovo spunto per il suo prossimo romanzo, lui ingegnere meccanico di Denver, per un guasto si risvegliano, unici e soli, si innamorano. Non soltanto avventure solitarie e no nello spazio senza confini, anche inquietudini filosofiche e quesiti morali, imposizioni e libertà, il desiderio di stare con qualcuno o il suo rifiuto, l’amore e il tempo, l’azzeramento dei tanti progetti e la noia, la realtà quotidiana e la sua cancellazione, in un viaggio pericoloso e senza prospettive. Durata 116 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Paterson – Commedia drammatica. Regia di Jim Jarmusch, con Adam Driver e Golshifteh Farahani. Un film intimista, sulla poesia e su chi la coltiva. Ambientato a Paterson, piccola cittadina del New Jersey; ma anche un poema dello scrittore William Carlos Williams s’intitola “Paterson” e ancora Paterson è il nome del protagonista, un gentile, sognatore conducente di autobus, legatissimo alla giovane moglie, artista, con una chitarra in mano e il desiderio di un qualche successo, abitudini e routine precise al cronometro, che nelle pause del lavoro butta giù poesie, raccogliendo immagini sulle cose semplici, di normale quotidianità. Emozioni allo stato puro da un poeta della cinepresa. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 3, Massimo sala 1)

 

poveri-ricchi-filmPoveri ma ricchi – Commedia. Regia di   Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Enrico Brignano, Anna Mazzamauro e Lucia Ocone. La famiglia Tucci, ovvero mozzarellari doc e volgari quel tanto che basta, capofamiglia con consorte e un paio di figli, un cognato nullafacente nel dna, la nonna che è innamorata persa di Al Bano. Una vincita da 100 milioni di euro li spingerà a trasformarsi nei nuovi ricchi con annesso desiderio di seguirne le orme: ma presto si accorgeranno che i nuovi ricchi non significano rubinetteria d’oro o chili di gioielli o ristoranti e alberghi senza risparmio di stelle. Durata 97 minuti. (The Space, Uci)

 

Rogue One: A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Gareth Edwards, con Diego Luna, Forest Whitaker, Mads Mikkelsen e Felicity Jones. Un gruppo di eroi in missione per sottrarre i piani della più potente arma di distruzione di massa mai ideata dall’Impero Galattico, la Morte Nera. Primo film della serie “Star Wars Anthology”, una collezione di film a se stanti ambientati nell’universo di “Guerre stellari”. Durata 143 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Sing – Animazione. Regia di Garth Jennings. Una esausta porcellina, madre di 25 maialini, un gorilla, un topo, un timidissimo elefante, tutti partecipano ad un debuttanti allo sbaraglio, un nostrano X Factor per intenderci, messo in piedi dal koala Buster Moon al fine di mettere in salvo dal fallimento il proprio teatro. Durata 110 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 sully-2passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Chico, Romano sala 1)

Oggi al Cinema

Le trame dei film nelle sale di Torino 

A cura di Elio Rabbione

 

alps-filmAlps – Drammatico. Regia di Yorgos Lanthimos, con Ariane Labed, Aggeliki Papoulia, Johnny Vekris e Aris Servetalis. Un’infermiera, un paramedico, una ginnasta e il suo allenatore hanno creato un servizio a pagamento, che consiste nel sostituirsi a persone morte su commissione dei parenti, degli amici o dei colleghi del deceduto, in uno strano rapporto che cancella il sentimento di calore umano e quasi raggiunge la più esplicita freddezza. La società si chiama Alps, il paramedico che ne è il capo si fa chiamare Mont Blanc. Anche se i membri di Alps operano sotto un regime di ferrea disciplina imposto dal capo, qualcuno all’interno pensa di ribellarsi. Dal regista greco di “The Lobster”, applaudito a Cannes e oggi in corsa ai Golden Globe per il miglior film straniero. Durata 93 minuti. (Classico)

 

Amore e inganni – Commedia. Regia di Whit Stillman, con Kate Beckinsale e Xavier Samuel. Tratto da”Lady Susan” di Jane Austen. La storia di una scaltra vedova che, nel desiderio di venire a conoscenza di certi pettegolezzi che giorno dopo giorno prendono a circolare nell’alta società, si reca a Churchill, in una elegante tenuta proprietà della famiglia del marito. Soggiorno che sarà pure occasione per assicurarsi un buon nuovo consorte e un altrettanto buon partito che faccia la felicità della figlia. Ospiti della casa, tra gli altri invitati, saranno due gentiluomini forse adatti alle aspettative di milady. Durata 94 minuti. (Romano sala 3)

 

aquarius-filmAquarius – Drammatico. Regia di Kleber Mendonça Filho, con Sonia Braga. Una lunga storia (suddivisa in tre capitoli), dove nella Recife degli anni Ottanta, Clara vive in una casa sul mare, accudisce ai suoi capelli cortissimi frutto di una chemio che l’ha salvata da un tumore al seno, festeggia il compleanno della vecchia zia Lucia, donna del tutto libera e vittima con il carcere della dittatura. In un tempo più vicino a noi, con i suoi lunghi capelli, vive nella casa sul mare che un’impresa immobiliare vorrebbe acquistare e demolire per costruire al suo posto l’ennesimo grattacielo. Tutti gli inquilini hanno già accettato, solo Clara resiste. In quelle stanze vivono ancora i suoi ricordi, i suoi libri, la sua musica, il profumo di antichi amori. Tutti insistono perché acconsenta, anche i figli, ma lei resiste con ogni forza. Durata 140 minuti. (Nazionale sala 2)

 

fantastic-filmCaptain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Eliseo blu, Massimo 2)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gaston Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Sala i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Coppa Volpi veneziana al protagonista. Durata 118 minuti. (Classico)

 

È solo la fine del mondo – Drammatico. Regia di Xavier Dolan, con Marion Cotillard, Nathalie Baye, Gaspard Ulliel, Vincent Cassel e Lea Seydoux. Trasposizione cinematografica del testo (per molti versi autobiografico) di Jean-Luc Lagarce messo in scena da noi al Piccolo di Milano. Louis, autore teatrale di successo, fa il suo ritorno in famiglia per annunciare la sua morte imminente. La madre, il fratello violento, la cognata fragile e sottomessa, la sorella sono lì a riceverlo. Ma le atmosfere di nevrosi, di risentimenti, di insinuanti invidie, che il giovane aveva abbandonato anni prima, ritornano in tutto eguali. Film irritante, importante, antinatalizio, sezionato nelle azioni, nei sentimenti, negli sguardi e nei piccoli gesti sino all’inverosimile, assolutamente da vedere. Gran Premio della Giuria a Cannes. Durata 95 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Florence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York florence1-filmanni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Altra nomination per la Streep? Possibili riconoscimenti per un Grant in stato di grazia, capacissimo di tener testa con grande bravura alla diva di tanto calibro? Durata 111 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, F.lli Marx sala Groucho, Greenwich sala 1, The Space, Uci)

 

fuga-reuma-filmFuga da Reuma Park – Commedia. Regia di Morgan Bertacca, con Aldo, Giovanni e Giacomo e Silvana Fallisi. La fuga dei tre comici novantenni, la notte di Natale, dalla casa di riposo dove sono stati abbandonati e dalle grinfie dell’infermiera bionda e giunonica che li sorveglia. Abbandonati dai figli, magari in sedia a rotelle e con flebo, magari con una memoria che comincia a fare un po’ di ruggine, non hanno nulla da perdere: perché non salire su una barca, imboccare i Navigli milanesi e andarsene giù già fino a Rio de Janeiro? Durata 90 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

passenge-filmIl GGG – Il Grande Gigante Gentile – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Mark Rylance e Ruby Barnhill. Ultimo script della creatrice di “E.T.”, Melissa Mathison, scomparsa lo scorso anno all’età di 65 anni, tratto dal romanzo di Roald Dahl (autore ancora tra l’altro della “Fabbrica di cioccolato”), è la storia della piccola Sofia rapita in una notturna Londra dall’orfanotrofio in cui è cresciuta e della sua amicizia con il gigante (ma non troppo) buono – interpretato da Rylance, premio Oscar per “Il ponte delle spie” – che presto lei aiuterà nel proprio lavoro, ovvero catturare i sogni positivi e belli per trasmetterli ai bambini mentre dormono. Durata 117 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Lion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Centrale V.O., Eliseo rosso, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Il medico di campagna – Commedia. Regia di Thomas Lilli, con François Cluzet e Marianne Denicourt. Jean Pierre ha dedicato tutta la vita alla sua professione, senza risparmiarsi. Quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello, si rende conto che un mondo sta per finire, con i sacrifici, con la passione, con gli amici; e non sarà facile per lui accettare appieno la vicinanza e le interferenze di una giovane collega che non ha davvero l’intenzioni di mettersi da parte. Durata 102 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Massimo sala 3)

 

Miss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, peregrineAsa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Natale a Londra – Dio salvi la Regina – Commedia. Regia di Volfango De Biasi, con Lillo e Greg, Nino Frassica, Paolo Ruffini. Due fratelli pasticcioni nella capitale inglese con l’idea del colpo del secolo: rapire i cani della Regina e chiederne il riscatto. Al loro fianco un ristoratore che continua a portarsi la Sicilia nel cuore, una chef stellata più che apprezzabile, il suo sotto chef toscanaccio indomito, sullo sfondo la Brexit. Durata 89 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Non c’è più religione – Commedia. Regia di Luca Miniero, con Alessandro Gassman, Claudio Bisio e Angela Finocchiaro. Ovvero non è più (infelicemente) tempo di presepi, quelli per intenderci cui papà e mamma ci hanno abituati parecchi anni fa. Oggi al posto del bue c’è il lama, la Madonna è buddista, il Bambino musulmano. Il mondo cambia, è già cambiato. Poi c’è il sindaco Bisio, l’italiano Gassman convertito per amore all’Islam, la monaca Finocchiaro attaccata come l’edera alle vecchie tradizioni. Il tutto su un’isoletta persa nel mare del sud Italia. Dal regista, premiatissimo al botteghino, di “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al Nord”. Riuscirà a ripetere, con i temi “difficili” di integrazione, amicizia, volemose bbbene?Durata 91 minuti. (Reposi, Uci)

 

oceania-filmOceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà basta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche 3D)

 

passengers-filmPassengers – Fantascienza. Regia di Morten Tyldum, con Jennifer Lawrence e Chris Pratt. La nave spaziale “Avalon” sta viaggiando, un lunghissimo viaggio, verso una colonia lontana, a bordo cinquemila ospiti. Addormentati, programmati a risvegliarsi 120 anni dopo. 90 anni prima dell’arrivo, due di loro, Aurora e Jim, lei una giornalista newyorkese alla ricerca di un nuovo spunto per il suo prossimo romanzo, lui ingegnere meccanico di Denver, per un guasto si risvegliano, unici e soli, si innamorano. Non soltanto avventure solitarie e no nello spazio senza confini, anche inquietudini filosofiche e quesiti morali, imposizioni e libertà, il desiderio di stare con qualcuno o il suo rifiuto, l’amore e il tempo, l’azzeramento dei tanti progetti e la noia, la realtà quotidiana e la sua cancellazione, in un viaggio pericoloso e senza prospettive. Durata 116 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Paterson – Commedia drammatica. Regia di Jim Jarmusch, con Adam Driver e Golshifteh Farahani. Un film intimista, sulla poesia e su chi la coltiva. Ambientato a Paterson, piccola cittadina del New Jersey; ma anche un poema dello scrittore William Carlos Williams s’intitola “Paterson” e ancora Paterson è il nome del protagonista, un gentile, sognatore conducente di autobus, legatissimo alla giovane moglie, artista, con una chitarra in mano e il desiderio di un qualche successo, abitudini e routine precise al cronometro, che nelle pause del lavoro butta giù poesie, raccogliendo immagini sulle cose semplici, di normale quotidianità. Emozioni allo stato puro da un poeta della cinepresa. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 3, Massimo sala 1)

 

poveri-ricchi-filmPoveri ma ricchi – Commedia. Regia di   Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Enrico Brignano, Anna Mazzamauro e Lucia Ocone. La famiglia Tucci, ovvero mozzarellari doc e volgari quel tanto che basta, capofamiglia con consorte e un paio di figli, un cognato nullafacente nel dna, la nonna che è innamorata persa di Al Bano. Una vincita da 100 milioni di euro li spingerà a trasformarsi nei nuovi ricchi con annesso desiderio di seguirne le orme: ma presto si accorgeranno che i nuovi ricchi non significano rubinetteria d’oro o chili di gioielli o ristoranti e alberghi senza risparmio di stelle. Durata 97 minuti. (Massaua, Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Rogue One: A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Gareth Edwards, con Diego Luna, Forest Whitaker, Mads Mikkelsen e Felicity Jones. Un gruppo di eroi in missione per sottrarre i piani della più potente arma di distruzione di massa mai ideata dall’Impero Galattico, la Morte Nera. Primo film della serie “Star Wars Anthology”, una collezione di film a se stanti ambientati nell’universo di “Guerre stellari”. Durata 143 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

snowden-filmSnowden – Biografico. Regia di Oliver Stone, con Joseph Gordon-Levitt, Melissa Leo, Zachary Quinto e Tom Wilkinson. In una stanza d’albergo di Hong Kong, Snowden sta con un paio di giornalisti e una documentarista in attesa di poter rendere pubbliche le rivelazioni riguardanti i dati trafugati alla Agenzia Nazionale per la Sicurezza al fine di smascherare il sistema di intercettazioni che coinvolge il mondo intero. Come sottoracconto, Stone torna agli anni giovanili del protagonista, in un ampio flashback, dalla richiesta di arruolamento nelle forze speciali al percorso che attraversa Cia e Nsa, alle missioni in Giappone e alle Hawaii, alla condanna come spia e traditore del proprio paese: ma anche con un suo largo seguito di simpatizzanti, che vedono in lui un paladino delle libertà. Durata 134 minuti. (Lux sala 1)

 

Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Romano sala 1)

Oggi al Cinema

Le trame dei film nelle sale  di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

amore-inganni-filmAmore e inganni – Commedia. Regia di Whit Stillman, con Kate Beckinsale e Xavier Samuel. Tratto da”Lady Susan” di Jane Austen. La storia di una scaltra vedova che, nel desiderio di venire a conoscenza di certi pettegolezzi che giorno dopo giorno prendono a circolare nell’alta società, si reca a Churchill, in una elegante tenuta proprietà della famiglia del marito. Soggiorno che sarà pure occasione per assicurarsi un buon nuovo consorte e un altrettanto buon partito che faccia la felicità della figlia. Ospiti della casa, tra gli altri invitati, saranno due gentiluomini forse adatti alle aspettative di milady. Durata 94 minuti. (Romano sala 1)

 

Aquarius – Drammatico. Regia di Kleber Mendonça Filho, con Sonia Braga. Una lunga storia (suddivisa in tre capitoli), dove nella Recife degli anni Ottanta, Clara vive in una casa sul mare, accudisce ai suoi capelli cortissimi frutto di una chemio che l’ha salvata da un tumore al seno, festeggia il compleanno della vecchia zia Lucia, donna del tutto libera e vittima con il carcere della dittatura. In un tempo più vicino a noi, con i suoi lunghi capelli, vive nella casa sul mare che un’impresa immobiliare vorrebbe acquistare e demolire per costruire al suo posto l’ennesimo grattacielo. Tutti gli inquilini hanno già accettato, solo Clara resiste. In quelle stanze vivono ancora i suoi ricordi, i suoi libri, la sua musica, il profumo di antichi amori. Tutti insistono perché acconsenta, anche i figli, ma lei resiste con ogni forza. Durata 140 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Captain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del fantastic-filmnord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 2, Massimo 2)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gastçn Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Sala i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Coppa Volpi veneziana al protagonista. Durata 118 minuti. (Classico, anche V.O.)

 

È solo la fine del mondo – Drammatico. Regia di Xavier Dolan, con Marion Cotillard, Nathalie Baye, Gaspard Ulliel, Vincent Cassel e Lea Seydoux. Trasposizione cinematografica del testo (per molti versi autobiografico) di Jean-Luc Lagarce messo in scena da noi al Piccolo di Milano. Louis, autore teatrale di successo, fa il suo ritorno in famiglia per annunciare la sua morte imminente. La madre, il fratello violento, la cognata fragile e sottomessa, la sorella sono lì a riceverlo. Ma le atmosfere di nevrosi, di risentimenti, di insinuanti invidie, che il giovane aveva abbandonato anni prima, ritornano in tutto eguali. Film irritante, importante, antinatalizio, sezionato nelle azioni, nei sentimenti, negli sguardi e nei piccoli gesti sino all’inverosimile, assolutamente da vedere. Gran Premio della Giuria a Cannes. Durata 95 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Florence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York florence1-filmanni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Altra nomination per la Streep? Possibili riconoscimenti per un Grant in stato di grazia, capacissimo di tener testa con grande bravura alla diva di tanto calibro? Durata 111 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Greenwich sala 1, The Space, Uci)

 

Fuga da Reuma Park – Commedia. Regia di Morgan Bertacca, con Aldo, Giovanni e Giacomo e Silvana Fallisi. La fuga dei tre comici novantenni, la notte di Natale, dalla casa di riposo dove sono stati abbandonati e dalle grinfie dell’infermiera bionda e giunonica che li sorveglia. Abbandonati dai figli, magari in sedia a rotelle e con flebo, magari con una memoria che comincia a fare un po’ di ruggine, non hanno nulla da perdere: perché non salire su una barca, imboccare i Navigli milanesi e andarsene giù già fino a Rio de Janeiro? Durata 90 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Lion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e lion2-filmNicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Centrale V.O., F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Il medico di campagna – Commedia. Regia di Thomas Lilli, con François Cluzet e Marianne Denicourt. Jean Pierre ha dedicato tutta la vita alla sua professione, senza risparmiarsi. Quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello, si rende conto che un mondo sta per finire, con i sacrifici, con la passione, con gli amici; e non sarà facile per lui accettare appieno la vicinanza e le interferenze di una giovane collega che non ha davvero l’intenzioni di mettersi da parte. Durata 102 minuti. (Massimo)

 

Miss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, peregrineAsa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci anche 3D)

 

Natale a Londra – Dio salvi la Regina – Commedia. Regia di Volfango De Biasi, con Lillo e Greg, Nino Frassica, Paolo Ruffini. Due fratelli pasticcioni nella capitale inglese con l’idea del colpo del secolo: rapire i cani della Regina e chiederne il riscatto. Al loro fianco un ristoratore che continua a portarsi la Sicilia nel cuore, una chef stellata più che apprezzabile, il suo sotto chef toscanaccio indomito, sullo sfondo la Brexit. Durata 89 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

religione-filmNon c’è più religione – Commedia. Regia di Luca Miniero, con Alessandro Gassman, Claudio Bisio e Angela Finocchiaro. Ovvero non è più (infelicemente) tempo di presepi, quelli per intenderci cui papà e mamma ci hanno abituati parecchi anni fa. Oggi al posto del bue c’è il lama, la Madonna è buddista, il Bambino musulmano. Il mondo cambia, è già cambiato. Poi c’è il sindaco Bisio, l’italiano Gassman convertito per amore all’Islam, la monaca Finocchiaro attaccata come l’edera alle vecchie tradizioni. Il tutto su un’isoletta persa nel mare del sud Italia. Dal regista, premiatissimo al botteghino, di “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al Nord”. Riuscirà a ripetere, con i temi “difficili” di integrazione, amicizia, volemose bbbene?Durata 91 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Chico, Greenwich sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Oceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà oceania-filmbasta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche V.O.)

 

Paterson – Commedia drammatica. Regia di Jim Jarmusch, con Adam Driver e Golshifteh Farahani. Un film intimista, sulla poesia e su chi la coltiva. Ambientato a Paterson, piccola cittadina del New Jersey; ma anche un poema dello scrittore William Carlos Williams s’intitola “Paterson” e ancora Paterson è il nome del protagonista, un gentile, sognatore conducente di autobus, legatissimo alla giovane moglie, artista, con una chitarra in mano e il desiderio di un qualche successo, abitudini e routine precise al cronometro, che nelle pause del lavoro butta giù poesie, raccogliendo immagini sulle cose semplici, di normale quotidianità. Emozioni allo stato puro da un poeta della cinepresa. Durata 115 minuti. (Eliseo blu, Massimo sala 1)

 

Poveri ma ricchi – Commedia. Regia di Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Enrico Brignano, Anna Mazzamauro e Lucia Ocone. La famiglia Tucci, ovvero mozzarellari doc e volgari quel tanto che basta, capofamiglia con consorte e un paio di figli, un cognato nullafacente nel dna, la nonna che è innamorata persa di Al Bano. Una vincita da 100 milioni di euro li spingerà a trasformarsi nei nuovi ricchi con annesso desiderio di seguirne le orme: ma presto si accorgeranno che i nuovi ricchi non significano rubinetteria d’oro o chili di gioielli o ristoranti e alberghi senza risparmio di stelle. Durata 97 minuti. (Massaua, Eliseo rosso, Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Rogue One: A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Gareth Edwards, con Diego Luna, Forest rogue-one-filmWhitaker, Mads Mikkelsen e Felicity Jones. Un gruppo di eroi in missione per sottrarre i piani della più potente arma di distruzione di massa mai ideata dall’Impero Galattico, la Morte Nera. Primo film della serie “Star Wars Anthology”, una collezione di film a se stanti ambientati nell’universo di “Guerre stellari”. Durata 143 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Groucho e Chico, Ideal anche 3D, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci anche V.O. e 3D)

 

Snowden – Biografico. Regia di Oliver Stone, con Joseph Gordon-Levitt, Melissa Leo, Zachary Quinto e Tom Wilkinson. In una stanza d’albergo di Hong Kong, Snowden sta con un paio di giornalisti e una documentarista in attesa di poter rendere pubbliche le rivelazioni riguardanti i dati trafugati alla Agenzia Nazionale per la Sicurezza al fine di smascherare il sistema di intercettazioni che coinvolge il mondo intero. Come sottoracconto, Stone torna agli anni giovanili del protagonista, in un ampio flashback, dalla richiesta di arruolamento nelle forze speciali al percorso che attraversa Cia e Nsa, alle missioni in Giappone e alle Hawaii, alla condanna come spia e traditore del proprio paese: ma anche con un suo largo seguito di simpatizzanti, che vedono in lui un paladino delle libertà. Durata 134 minuti. (Lux sala 3)

 

sully-2Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 3, Massaua, Eliseo rosso, F.lli Marx sala Chico, Romano sala 3, The Space, Uci)

“Decrescita felice” nella Cultura? Con la ghigliottina si produce paralisi

Il convegno conclusivo degli Stati generali della cultura in Piemonte svoltosi ieri al teatro Carignano di Torino per iniziativa della Regione Piemonte e su proposta del Comitato “Emergenza Cultura”è stato un evento molto positivo. Gli Stati generali possono rappresentare davvero una svolta significativa perché hanno radiografato da vicino la multiforme realtà culturale subalpina al disopra di ogni prevedibile aspettativa.Dal saluto iniziale del presidente Sergio Chiamparino che ha ricordato come la gestione della politica culturale piemontese abbia avuto diverse gestioni politiche,citando quella di Gian Piero Leo,al saluto dell’assessore Antonella Parigi che ha affermato con vigore che “la cultura deve far soprattutto cultura”, al di là delle pur opportune ricadute turistiche, si possono infatti registrare prese di posizione interessanti.

teatro

Chi opera nel campo della cultura, come chi scrive ,da molti decenni ed ha conosciuto tutti gli assessori alla cultura dal 1975 in poi non può non prendere atto con favore che l’evento segna una svolta rispetto ai periodi duri in cui la lesina è sembrata essere -doverosamente- la linea su cui attestarsi,in tempi di crisi. Siamo sempre stati d’accordo con Chiamparino quando ,come sindaco di Torino, diceva che tra un asilo e la cultura ,avrebbe scelto l’asilo,ma sicuramente non si può fare cultura con i fichi secchi,anche se molte realtà culturali si sono abituate a non dipendere dall’erogazione dei finanziamenti pubblici,cercando di reggersi sulle proprie gambe.

 

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Va infatti detto che c’è stata una stagione in cui certo parassitismo, poi neanche molto qualificato culturalmente ,è stato premiato in modo discutibile.Non c’è neppure bisogno di evocare un fortunato premio letterario,per rendersene conto.La relazione introduttiva di Paola Casagrande,direttore della cultura,turismo e sport della Regione è stata ricca di elementi molto concreti,primo tra i quali l’illustrazione del sito facciamoculturismo.it che mette tra l’altro in rete i bandi ,anche europei, e un indirizzario comune tra le istituzioni culturali che avranno l’opportunità di rapportarsi tra di loro. Il MATURITA STUDENTESSAdirettore ha evidenziato il supporto che la Regione può offrire alle istituzioni culturali piemontesi,un supporto che, in passato, è spesso mancato.Luca Dal Pozzolo,direttore dell’Osservatorio Culturale del Piemonte ,nella sua relazione ha offerto motivi di informazione e di riflessione molto importanti.Dal Pozzolo ha posto in evidenza un fatto quasi sottaciuto,ma assai rilevante : la difficoltà di dialogo tra istituzioni culturali e mondo scolastico.E’ una specie di incomunicabilità che,salvo le eccezioni come il liceo d’Azeglio di Torino e poche altre realtà scolastiche piemontesi,dura da molti anni. Questo fosso va colmato al più presto soprattutto nell’interesse dei giovani. Il Centro “Pannunzio” ebbe per decine di anni un rapporto talmente privilegiato con il mondo della scuola che nel suo statuto venne affermata, a partire dagli Anni 80 ,la particolare attenzione verso le istituzioni scolastiche del territorio oltre, com’è naturale,al rapporto storico con l’Università .

 

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Da parecchio tempo quel fluire di giovani per i quali venivano organizzati convegni,seminari,cicli di lezioni è molto diminuito. C’è da domandarsi il perché. Infatti solo eventi in orario di lezione riescono a attrarre, nel modo più sbagliato, l’attenzione dei giovani. Occorre invece riuscire a riprendere il dialogo al di fuori dell’orario di lezione,dimostrando che internet e la musica non comprendono tutto o quasi il possibile orizzonte giovanile.Le istituzioni culturali sono un elemento fondamentale di REGIONE PALAZZOmediazione tra scuola e territorio,come affermava tanti anni fa il sociologo Filippo Barbano. Dal Pozzolo ha inoltre evidenziato la necessità di certezze nei tempi della erogazione di eventuali contributi ad eventi importanti. Senza queste certezze le realtà più fragili economicamente sono gravemente penalizzate e le iniziative in cantiere costrette a snaturarsi rispetto ai progetti iniziali. A questo proposito potremmo citare esempi relativi al 2015 che lasciano perplessi, come un convegno su Valdo Fusi a cui venne negato un contributo regionale,dopo lo svolgimento dell’evento in ottobre, con una mail spedita nel pomeriggio del 31 dicembre. Inoltre,riprendendo il discorso dell’assessore Parigi, è stato evidenziato come non si possa pensare alla cultura solo in funzione del turismo. E’ una scelta che va oltre certe posizioni emerse,ad esempio, durante la Giunta Cota, malgrado l’apertura a tutto campo dell’assessore Coppola. Forse andrebbe anche evidenziato come le istituzioni culturali non debbano essere necessariamente delle imprese che perseguono il profitto perché l’ associazionismo fondato sul volontariato che non persegue per statuto fini di lucro, merita il rispetto che gli deriva dalla nobiltà-la parola è grossa,ma non è fuori posto – di un impegno in nome di ideali, in tempi in cui essi sembrano essersi appannati.

 

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Va altresì detto che scelte come il Polo del ‘900 vadano allargate e non possano rimanere una riserva indiana limitata a realtà con la quasi identica matrice politico-culturale. A tutt’oggi, l’associazione Venezia Giulia- Dalmazia,inserita all’ultima ora nel Polo, non vi ha trovato effettiva ospitalità.Una con reg lascarisnota poco gradevole è il fatto che tra i consiglieri regionali presenti fin dal mattino si siano notati solo il vicepresidente Nino Boeti, attento da sempre ai temi culturali e il presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale Daniele Valle che ha chiuso il convegno insieme all’assessore Parigi. Forse altri consiglieri hanno preferito mischiarsi al folto pubblico che ha riempito il teatro. Il convegno ha registrato relazioni e interventi dei maggiori e più autorevoli esponenti interessati alla cultura piemontese ,ma non sempre, com’era naturale che accadesse ,c’è stata una visione d’insieme dei reali problemi del settore.Il fatto però che si sia aperto un confronto a tutto campo rappresenta invece un punto di arrivo inaspettato,ma soprattutto un punto di partenza. Da ieri ,forse, è lecita una rinata speranza. I lavori degli Stati Generali sono una risposta molto seria e concreta all’inconcludenza del Movimento 5 stelle torinese che riesce ad esprimersi solo con dei no, rivelandosi incapace di ogni proposta positiva nel campo della cultura e, più in generale, dell’amministrazione. La “decrescita felice” anche in campo culturale ? Ghigliottinando esperienze e persone non si produce altro che la paralisi e l’arretramento.

Pier Franco Quaglieni

direttore del Centro “Pannunzio

Volontari, tutte le facce di una missione: pura, fragile e preziosa

consiglio lascarisPuro, fragile e prezioso come un diamante. È la metafora che, nella Giornata internazionale del Volontariato, ha fatto da sfondo al convegno “Le sfaccettature del volontariato”, svoltosi lunedì 5 dicembre a Palazzo Lascaris, sede dell’Assemblea legislativa piemontese.L’evento è stato organizzato dal Consiglio regionale del volontariato in collaborazione con il Comitato volontariato 4.0 e il Centro servizi per il volontariato di Torino. “Oggi è più che mai necessario che le istituzioni sostengano il volontariato – ha sottolineato la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino portando il saluto dell’Assemblea – perché è sempre più colonna portante della società italiana e della democrazia”. “È fondamentale – ha ribadito più volte il vicepresidente del Consiglio regionale del volontariato Claudio Eba -chetratto fondamentale e irrinunciabile del volontariato rimanga la gratuità. Diversamente, rischierebbe di snaturarsi”. “Se il volontariato vuole continuare a essere un’esperienza ricca e arricchente – gli ha fatto eco Maria Paola Tripoli del Comitato volontariato 4.0 – non deve avere prezzo. Ne sono convinti gli oltre 6,63 milioni di volontari italiani, pari a un cittadino su otto e al 12% della popolazione”. Pierantonio Minelli di Telefono Amico ha evidenziato che una delle principali caratteristiche del volontariato è “la capacità di andare contro corrente perché interviene làcon reg lascaris dove gli altri sono tentanti di chiudere gli occhi, fa emergere realtà e problemi che sarebbe comodo ignorare e sa coniugare passione civile e solidarietà”.Franco Bagnarol del Movimento di volontariato italiano (Movi) ha ripercorso la biografia e la filosofia del fondatore Luciano Tavazza, secondo cui “educare alla corresponsabilità, a un’etica alta, alla solidarietà, gratuità e al dono è una scelta politica d’impegno nel cambiamento di ciò che può e deve essere cambiato”. Silvio Magliano del Centro servizi per il volontariato di Torino ha sottolineato, da una parte, il ruolo fondamentale dei Centri servizi per la sopravvivenza delle associazioni di medie e piccole dimensioni e, dall’altra, la riluttanza delle associazioni a farsi rappresentare. L’assessore regionali alle Politiche sociali Augusto Ferrari, presidente del Consiglio regionale del volontariato, ha concluso i lavori ricordando “l’importanza del volontariato per creare connessioni e occasioni di cooperazione per le politiche d’inclusione” ed esortando “a vigilare, a livello nazionale, affinché la nuova legge non concorra a disperdere l’anima più autentica del volontariato e le sue esperienze più virtuose e a riuscire, a livello regionale, a rendere sempre più fecondo il ruolo attivo del volontariato nella programmazione delle politiche sociali”.

www.cr.piemonte.it

(foto: il Torinese)

 

 

Anche se con errori, il successo di Andrea De Sica alla sua opera prima

Ultime proiezioni del TFF e poi le premiazioni

Ultime battute per il Torino Film Festival, poi il verdetto della giuria capitanata dal direttore della fotografia Christopher Doyle. Ultime battute nel bene e nel male, nel mediocre e nell’insulso, in un’edizione che per nessun titolo ci ha fatto sussultare sulla sedia, come era successo in anni precedenti. Per carità, ben lontani dal fare tabula rasa, ma a chi scrive non pare proprio che tra opere prime e seconde, dagli States alla Cambogia, dall’Italia all’Argentina alla Serbia e oltre, la commissione selezionatrice abbia saputo scovare il capolavoro. Magari non per un lavoro inconcluso o poco approfondito, ma perché soltanto quel capolavoro non esisteva. Se volete, le cinque palline o gli altrettanti asterischi che i paludati quotidiani cartacei di casa nostra affibbiano alle pellicole eccelse qui, quest’anno, non li troverete.

turn-off-film

E’ davvero difficile legittimare con un qualunque significato del termine “cinema” Las Lindas che, firmato dalla giovanissima Melisa Liebenthal, porta dall’Argentina un coretto di ragazzotte che, ritornando ad un loro recente passato e guardando al presente, ritagliando dall’ammasso dei ricordi le foto, i filmini, le suggestioni, il fascino di questa o quell’amica, chiacchierano davanti la macchina presa e suddividono il mondo in belle e bruttine. Trucchi, abiti nuovi e vecchi, le scarpe della mamma con il tacco un po’ più alto, finché si può si resiste, poi si scappa via davanti all’insignificante riempito soltanto di un vuoto chiacchiericcio lungo 77’. Da cancellare. Di poco più in alto, il cambogiano Turn left turn right diretto dal trentatreenne Douglas Seok, nato a Chicago e stabilitosi a Seul, un susseguirsi di un quotidiano più o meno suggestivo in dodici tracce tra immagini e variopinti brani musicali. Come se ascoltaste un CD. Una ragazzina dai lunghi capelli, i suoi giri in motorino negli ingorghi della città, la visita alle rovine di un tempio, la perdita di lavori che le darebbero una piccola tranquillità, tra un albergo e un ristorante, gli spezzoni televisivi che immaginerebbero un successo personale, la madre che la spinge al matrimonio e che ogni mattina deve accompagnare nel triste quanto angusto laboratorio di sartoria, i ricordi dell’infanzia, il rapporto ultimo con un padre che sta morendo: immagini sovrapposte, brani e brani nella testa della ragazza, il tutto a costruire una storia che stenta a prendere concretezza.

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Forse solidamente più vicino alle nostre corde, s’apprezzano i meccanismi da thriller politico che nella Mécanique de l’ombre del belga Thomas Kruithof, alla sua opera prima, invischiano un contabile, un uomo come tanti a lungo disoccupato ed ex alcolista che ha i tratti e la tragicità inattesa di François Cluzet (“Quasi amici”), meccanismi forse già visti altre volte – siamo dalle parti della Conversazione di Coppola – ma certo qui ottimamente sceneggiati, un uomo che accetta di lavorare per una misteriosa organizzazione che gli chiede di trascrivere delle intercettazioni telefoniche. Diverrà vittima di un pericoloso intrigo politico dalle varie facce, tra doppio gioco e menzogne, in giravolte che segnano la forza del film e soprattutto di un regista che forse per gli anni a venire dovremo tenere d’occhio.

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Come pure convince, pur se ci si trova del tutto contrari ad un mondo che vomita facce della peggior specie, il francese Les derniers parisiens dell’esordiente coppia Hamè Bourokba/Ekouè Labitey, membri del gruppo rap La Rumeur, attivo dal 1997 e già incorso in patria in un processo per diffamazione della polizia. La vicenda di due fratelli che nel cuore di Pigalle cercano di strapparsi un piccolo bar, l’uno secondo le regole della legge e l’altro circondandosi di tipi poco raccomandabili e pronto a spiccare il volo con serate con tanto di sponsor e di grande seppur discutibilissima immagine. Un quadro da rinnegare ma vero, reso estremamente vitale, teso nei tanti spostamenti della macchina da presa che tallona vicinissima i personaggi, senza un attimo di tregua, immediato a fotografare tutto il marciume che sta dentro e intorno a quelle quattro mura.

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I figli della notte del giovane Andrea De Sica, il figlio di Manuel (cui il film è dedicato) e nipote del grande Vittorio, era l’unico rappresentante italiano in concorso. Una bella scommessa con quei nomi alle spalle. Ma poi, è vero che ciascuno deve volare con le proprie ali. Pur con degli errori, all’inizio. Girato nei pressi di Dobbiaco, con una sceneggiatura che avrebbe ancora avuto il bisogno di qualche sguardo di padre amoroso, propone un gruppo di giovani, mettendone a fuoco un paio, imprigionati tra corridoi e stanze silenziosi di un grande collegio, di quelli che il domani vorrà preparare alla guida della classe dirigente del nostro paese, di quelli che i genitori abbandonano, tralasciano, con cui accampano falsi motivi, affidandoli alle sole loro forze. Il risultato sarà il cinismo, la rinuncia frettolosa a qualche ideale appena coltivato. Altri li hanno preceduti, soffocando lo sforzo personale, chi cerca la rivoluzione e la rinuncia alle imposizioni, rimarrà sconfitto. L’attacco di De Sica è ottimo, s’impone quella zona nera dentro cui è costruito l’intero film, i personaggi di Giulio e di Edoardo hanno una loro forza di convinzione, l’amicizia e la ribellione e il pericolo tutto quanto è ben raccontato: ma mentre ci avviciniamo al finale, pare che qualcosa non abbia più spessore e hai l’impressione che il giovane regista di tanto nome abbia improvvisamente e senza ragione imboccato un’altra strada. Pur confermandosi un’opera che ci fa ben sperare per il prossimo futuro.

Elio Rabbione