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“Decrescita felice” nella Cultura? Con la ghigliottina si produce paralisi

Il convegno conclusivo degli Stati generali della cultura in Piemonte svoltosi ieri al teatro Carignano di Torino per iniziativa della Regione Piemonte e su proposta del Comitato “Emergenza Cultura”è stato un evento molto positivo. Gli Stati generali possono rappresentare davvero una svolta significativa perché hanno radiografato da vicino la multiforme realtà culturale subalpina al disopra di ogni prevedibile aspettativa.Dal saluto iniziale del presidente Sergio Chiamparino che ha ricordato come la gestione della politica culturale piemontese abbia avuto diverse gestioni politiche,citando quella di Gian Piero Leo,al saluto dell’assessore Antonella Parigi che ha affermato con vigore che “la cultura deve far soprattutto cultura”, al di là delle pur opportune ricadute turistiche, si possono infatti registrare prese di posizione interessanti.

teatro

Chi opera nel campo della cultura, come chi scrive ,da molti decenni ed ha conosciuto tutti gli assessori alla cultura dal 1975 in poi non può non prendere atto con favore che l’evento segna una svolta rispetto ai periodi duri in cui la lesina è sembrata essere -doverosamente- la linea su cui attestarsi,in tempi di crisi. Siamo sempre stati d’accordo con Chiamparino quando ,come sindaco di Torino, diceva che tra un asilo e la cultura ,avrebbe scelto l’asilo,ma sicuramente non si può fare cultura con i fichi secchi,anche se molte realtà culturali si sono abituate a non dipendere dall’erogazione dei finanziamenti pubblici,cercando di reggersi sulle proprie gambe.

 

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Va infatti detto che c’è stata una stagione in cui certo parassitismo, poi neanche molto qualificato culturalmente ,è stato premiato in modo discutibile.Non c’è neppure bisogno di evocare un fortunato premio letterario,per rendersene conto.La relazione introduttiva di Paola Casagrande,direttore della cultura,turismo e sport della Regione è stata ricca di elementi molto concreti,primo tra i quali l’illustrazione del sito facciamoculturismo.it che mette tra l’altro in rete i bandi ,anche europei, e un indirizzario comune tra le istituzioni culturali che avranno l’opportunità di rapportarsi tra di loro. Il MATURITA STUDENTESSAdirettore ha evidenziato il supporto che la Regione può offrire alle istituzioni culturali piemontesi,un supporto che, in passato, è spesso mancato.Luca Dal Pozzolo,direttore dell’Osservatorio Culturale del Piemonte ,nella sua relazione ha offerto motivi di informazione e di riflessione molto importanti.Dal Pozzolo ha posto in evidenza un fatto quasi sottaciuto,ma assai rilevante : la difficoltà di dialogo tra istituzioni culturali e mondo scolastico.E’ una specie di incomunicabilità che,salvo le eccezioni come il liceo d’Azeglio di Torino e poche altre realtà scolastiche piemontesi,dura da molti anni. Questo fosso va colmato al più presto soprattutto nell’interesse dei giovani. Il Centro “Pannunzio” ebbe per decine di anni un rapporto talmente privilegiato con il mondo della scuola che nel suo statuto venne affermata, a partire dagli Anni 80 ,la particolare attenzione verso le istituzioni scolastiche del territorio oltre, com’è naturale,al rapporto storico con l’Università .

 

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Da parecchio tempo quel fluire di giovani per i quali venivano organizzati convegni,seminari,cicli di lezioni è molto diminuito. C’è da domandarsi il perché. Infatti solo eventi in orario di lezione riescono a attrarre, nel modo più sbagliato, l’attenzione dei giovani. Occorre invece riuscire a riprendere il dialogo al di fuori dell’orario di lezione,dimostrando che internet e la musica non comprendono tutto o quasi il possibile orizzonte giovanile.Le istituzioni culturali sono un elemento fondamentale di REGIONE PALAZZOmediazione tra scuola e territorio,come affermava tanti anni fa il sociologo Filippo Barbano. Dal Pozzolo ha inoltre evidenziato la necessità di certezze nei tempi della erogazione di eventuali contributi ad eventi importanti. Senza queste certezze le realtà più fragili economicamente sono gravemente penalizzate e le iniziative in cantiere costrette a snaturarsi rispetto ai progetti iniziali. A questo proposito potremmo citare esempi relativi al 2015 che lasciano perplessi, come un convegno su Valdo Fusi a cui venne negato un contributo regionale,dopo lo svolgimento dell’evento in ottobre, con una mail spedita nel pomeriggio del 31 dicembre. Inoltre,riprendendo il discorso dell’assessore Parigi, è stato evidenziato come non si possa pensare alla cultura solo in funzione del turismo. E’ una scelta che va oltre certe posizioni emerse,ad esempio, durante la Giunta Cota, malgrado l’apertura a tutto campo dell’assessore Coppola. Forse andrebbe anche evidenziato come le istituzioni culturali non debbano essere necessariamente delle imprese che perseguono il profitto perché l’ associazionismo fondato sul volontariato che non persegue per statuto fini di lucro, merita il rispetto che gli deriva dalla nobiltà-la parola è grossa,ma non è fuori posto – di un impegno in nome di ideali, in tempi in cui essi sembrano essersi appannati.

 

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Va altresì detto che scelte come il Polo del ‘900 vadano allargate e non possano rimanere una riserva indiana limitata a realtà con la quasi identica matrice politico-culturale. A tutt’oggi, l’associazione Venezia Giulia- Dalmazia,inserita all’ultima ora nel Polo, non vi ha trovato effettiva ospitalità.Una con reg lascarisnota poco gradevole è il fatto che tra i consiglieri regionali presenti fin dal mattino si siano notati solo il vicepresidente Nino Boeti, attento da sempre ai temi culturali e il presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale Daniele Valle che ha chiuso il convegno insieme all’assessore Parigi. Forse altri consiglieri hanno preferito mischiarsi al folto pubblico che ha riempito il teatro. Il convegno ha registrato relazioni e interventi dei maggiori e più autorevoli esponenti interessati alla cultura piemontese ,ma non sempre, com’era naturale che accadesse ,c’è stata una visione d’insieme dei reali problemi del settore.Il fatto però che si sia aperto un confronto a tutto campo rappresenta invece un punto di arrivo inaspettato,ma soprattutto un punto di partenza. Da ieri ,forse, è lecita una rinata speranza. I lavori degli Stati Generali sono una risposta molto seria e concreta all’inconcludenza del Movimento 5 stelle torinese che riesce ad esprimersi solo con dei no, rivelandosi incapace di ogni proposta positiva nel campo della cultura e, più in generale, dell’amministrazione. La “decrescita felice” anche in campo culturale ? Ghigliottinando esperienze e persone non si produce altro che la paralisi e l’arretramento.

Pier Franco Quaglieni

direttore del Centro “Pannunzio

Volontari, tutte le facce di una missione: pura, fragile e preziosa

consiglio lascarisPuro, fragile e prezioso come un diamante. È la metafora che, nella Giornata internazionale del Volontariato, ha fatto da sfondo al convegno “Le sfaccettature del volontariato”, svoltosi lunedì 5 dicembre a Palazzo Lascaris, sede dell’Assemblea legislativa piemontese.L’evento è stato organizzato dal Consiglio regionale del volontariato in collaborazione con il Comitato volontariato 4.0 e il Centro servizi per il volontariato di Torino. “Oggi è più che mai necessario che le istituzioni sostengano il volontariato – ha sottolineato la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino portando il saluto dell’Assemblea – perché è sempre più colonna portante della società italiana e della democrazia”. “È fondamentale – ha ribadito più volte il vicepresidente del Consiglio regionale del volontariato Claudio Eba -chetratto fondamentale e irrinunciabile del volontariato rimanga la gratuità. Diversamente, rischierebbe di snaturarsi”. “Se il volontariato vuole continuare a essere un’esperienza ricca e arricchente – gli ha fatto eco Maria Paola Tripoli del Comitato volontariato 4.0 – non deve avere prezzo. Ne sono convinti gli oltre 6,63 milioni di volontari italiani, pari a un cittadino su otto e al 12% della popolazione”. Pierantonio Minelli di Telefono Amico ha evidenziato che una delle principali caratteristiche del volontariato è “la capacità di andare contro corrente perché interviene làcon reg lascaris dove gli altri sono tentanti di chiudere gli occhi, fa emergere realtà e problemi che sarebbe comodo ignorare e sa coniugare passione civile e solidarietà”.Franco Bagnarol del Movimento di volontariato italiano (Movi) ha ripercorso la biografia e la filosofia del fondatore Luciano Tavazza, secondo cui “educare alla corresponsabilità, a un’etica alta, alla solidarietà, gratuità e al dono è una scelta politica d’impegno nel cambiamento di ciò che può e deve essere cambiato”. Silvio Magliano del Centro servizi per il volontariato di Torino ha sottolineato, da una parte, il ruolo fondamentale dei Centri servizi per la sopravvivenza delle associazioni di medie e piccole dimensioni e, dall’altra, la riluttanza delle associazioni a farsi rappresentare. L’assessore regionali alle Politiche sociali Augusto Ferrari, presidente del Consiglio regionale del volontariato, ha concluso i lavori ricordando “l’importanza del volontariato per creare connessioni e occasioni di cooperazione per le politiche d’inclusione” ed esortando “a vigilare, a livello nazionale, affinché la nuova legge non concorra a disperdere l’anima più autentica del volontariato e le sue esperienze più virtuose e a riuscire, a livello regionale, a rendere sempre più fecondo il ruolo attivo del volontariato nella programmazione delle politiche sociali”.

www.cr.piemonte.it

(foto: il Torinese)

 

 

Anche se con errori, il successo di Andrea De Sica alla sua opera prima

Ultime proiezioni del TFF e poi le premiazioni

Ultime battute per il Torino Film Festival, poi il verdetto della giuria capitanata dal direttore della fotografia Christopher Doyle. Ultime battute nel bene e nel male, nel mediocre e nell’insulso, in un’edizione che per nessun titolo ci ha fatto sussultare sulla sedia, come era successo in anni precedenti. Per carità, ben lontani dal fare tabula rasa, ma a chi scrive non pare proprio che tra opere prime e seconde, dagli States alla Cambogia, dall’Italia all’Argentina alla Serbia e oltre, la commissione selezionatrice abbia saputo scovare il capolavoro. Magari non per un lavoro inconcluso o poco approfondito, ma perché soltanto quel capolavoro non esisteva. Se volete, le cinque palline o gli altrettanti asterischi che i paludati quotidiani cartacei di casa nostra affibbiano alle pellicole eccelse qui, quest’anno, non li troverete.

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E’ davvero difficile legittimare con un qualunque significato del termine “cinema” Las Lindas che, firmato dalla giovanissima Melisa Liebenthal, porta dall’Argentina un coretto di ragazzotte che, ritornando ad un loro recente passato e guardando al presente, ritagliando dall’ammasso dei ricordi le foto, i filmini, le suggestioni, il fascino di questa o quell’amica, chiacchierano davanti la macchina presa e suddividono il mondo in belle e bruttine. Trucchi, abiti nuovi e vecchi, le scarpe della mamma con il tacco un po’ più alto, finché si può si resiste, poi si scappa via davanti all’insignificante riempito soltanto di un vuoto chiacchiericcio lungo 77’. Da cancellare. Di poco più in alto, il cambogiano Turn left turn right diretto dal trentatreenne Douglas Seok, nato a Chicago e stabilitosi a Seul, un susseguirsi di un quotidiano più o meno suggestivo in dodici tracce tra immagini e variopinti brani musicali. Come se ascoltaste un CD. Una ragazzina dai lunghi capelli, i suoi giri in motorino negli ingorghi della città, la visita alle rovine di un tempio, la perdita di lavori che le darebbero una piccola tranquillità, tra un albergo e un ristorante, gli spezzoni televisivi che immaginerebbero un successo personale, la madre che la spinge al matrimonio e che ogni mattina deve accompagnare nel triste quanto angusto laboratorio di sartoria, i ricordi dell’infanzia, il rapporto ultimo con un padre che sta morendo: immagini sovrapposte, brani e brani nella testa della ragazza, il tutto a costruire una storia che stenta a prendere concretezza.

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Forse solidamente più vicino alle nostre corde, s’apprezzano i meccanismi da thriller politico che nella Mécanique de l’ombre del belga Thomas Kruithof, alla sua opera prima, invischiano un contabile, un uomo come tanti a lungo disoccupato ed ex alcolista che ha i tratti e la tragicità inattesa di François Cluzet (“Quasi amici”), meccanismi forse già visti altre volte – siamo dalle parti della Conversazione di Coppola – ma certo qui ottimamente sceneggiati, un uomo che accetta di lavorare per una misteriosa organizzazione che gli chiede di trascrivere delle intercettazioni telefoniche. Diverrà vittima di un pericoloso intrigo politico dalle varie facce, tra doppio gioco e menzogne, in giravolte che segnano la forza del film e soprattutto di un regista che forse per gli anni a venire dovremo tenere d’occhio.

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Come pure convince, pur se ci si trova del tutto contrari ad un mondo che vomita facce della peggior specie, il francese Les derniers parisiens dell’esordiente coppia Hamè Bourokba/Ekouè Labitey, membri del gruppo rap La Rumeur, attivo dal 1997 e già incorso in patria in un processo per diffamazione della polizia. La vicenda di due fratelli che nel cuore di Pigalle cercano di strapparsi un piccolo bar, l’uno secondo le regole della legge e l’altro circondandosi di tipi poco raccomandabili e pronto a spiccare il volo con serate con tanto di sponsor e di grande seppur discutibilissima immagine. Un quadro da rinnegare ma vero, reso estremamente vitale, teso nei tanti spostamenti della macchina da presa che tallona vicinissima i personaggi, senza un attimo di tregua, immediato a fotografare tutto il marciume che sta dentro e intorno a quelle quattro mura.

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I figli della notte del giovane Andrea De Sica, il figlio di Manuel (cui il film è dedicato) e nipote del grande Vittorio, era l’unico rappresentante italiano in concorso. Una bella scommessa con quei nomi alle spalle. Ma poi, è vero che ciascuno deve volare con le proprie ali. Pur con degli errori, all’inizio. Girato nei pressi di Dobbiaco, con una sceneggiatura che avrebbe ancora avuto il bisogno di qualche sguardo di padre amoroso, propone un gruppo di giovani, mettendone a fuoco un paio, imprigionati tra corridoi e stanze silenziosi di un grande collegio, di quelli che il domani vorrà preparare alla guida della classe dirigente del nostro paese, di quelli che i genitori abbandonano, tralasciano, con cui accampano falsi motivi, affidandoli alle sole loro forze. Il risultato sarà il cinismo, la rinuncia frettolosa a qualche ideale appena coltivato. Altri li hanno preceduti, soffocando lo sforzo personale, chi cerca la rivoluzione e la rinuncia alle imposizioni, rimarrà sconfitto. L’attacco di De Sica è ottimo, s’impone quella zona nera dentro cui è costruito l’intero film, i personaggi di Giulio e di Edoardo hanno una loro forza di convinzione, l’amicizia e la ribellione e il pericolo tutto quanto è ben raccontato: ma mentre ci avviciniamo al finale, pare che qualcosa non abbia più spessore e hai l’impressione che il giovane regista di tanto nome abbia improvvisamente e senza ragione imboccato un’altra strada. Pur confermandosi un’opera che ci fa ben sperare per il prossimo futuro.

Elio Rabbione

Oggi al cinema

Le trame dei film nei cinema di Torino / A cura di Elio Rabbione

 

america-pastor-filmAmerican Pastoral – Drammatico. Regia di Ewan McGregor, con Ewan McGregor, Jennifer Connelly e Dakota Fenning. Tratto dal romanzo di Philip Roth, è la storia di Seymour Levov, detto “lo svedese”, un uomo cui la vita ha regalato tutto, il successo non soltanto sportivo, una fortunata carriera come imprenditore, una moglie ex reginetta di bellezza, una famiglia di cui andare fieri. Il classico americano self-made man. Fino al giorno in cui questo mondo perfetto – siamo nel 1968 – scoppia e va in frantumi, allorché la figlia sedicenne, che appartiene ad un gruppo terroristico, fa esplodere un ufficio governativo procurando la morte di un uomo. Durata 108 minuti. (Centrale, anche V.O.)

 

I babysitter – Commedia. Regia di Giovanni Bognetti, con Diego Abatantuono, Francesco Mandelli e Paolo Ruffini. L’ex sceneggiatore di “Belli di papà” si cimenta adesso con la notte brava del giovane Andrea, cui un padre dai troppi impegni affida il proprio ragazzino piuttosto vivace. Ma che succede se la villa di famiglia si può prestare benissimo a fare da sfondo alla festa di compleanno di Andrea? Durata 90 minuti. (Uci)

Café Society – Commedia. Regia di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve allen woodyCarrell e Blake Lively. Bobby, trentenne neyworkese e rampollo di una squinternata famiglia ebraica, dove circolano pure componenti malavitosi, corre a Hollywood per entrare a servizio dello zio, apprezzato agente di divi e divette. Si innamorerà della giovane segretaria di studio. Ma c’è già un altro nel suo cuore e le cose inevitabilmente si ingarbuglieranno. Uno sguardo al vecchio cinema, gli amori, le battute di Woody a raffica, tutto secondo i canoni di un autore giunto bulimicamente al suo 47° film. Durata 97 minuti. (Romano sala 3)

 

Che vuoi che sia – Commedia. Diretto e interpretato da Edoardo Leo, con Anna Foglietta e Rocco Papaleo. Una coppia come tante nell’Italia di oggi, le difficoltà economiche non permettono la decisione di un figlio. L’ideona è di proporre al grande popolo della rete una raccolta fondi che venga a ricoprire le spese per un amplesso con la moglie. Grande successo dell’iniziativa: e poi? Durata 104 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Doctor Strange – Fantastico. Regia di Scott Derrickson, con Benedict Cumberbacht, Tilda Swinton e Mad Mikkelsen. Un medico newyorkese, all’apice del successo, vede compromessa la propria professione da un incidente d’auto, per cui la forza e l’abilità delle sue mani non sono più quelle di un tempo. In un antico monastero del Nepal, dove decide di recarsi, l’uomo di scienza convertito ad un ruolo del tutto mistico, fa il suo incontro con un Maestro, detto l’Antico, cui sta a cuore la protezione della Terra da forze negative. Alla nuova scuola prevarranno arti marziali e autocontrollo, per una lotta comune contro il Male. Un vecchio eroe dei fumetti Marvel rispolverato per l’occasione. Durata 115 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Fai bei sogni – Drammatico. Regia di Marco Bellocchio, con Valerio Mastandrea, Roberto Herlitzka, Piera Degli Esposti e Berenice Bejo. Dal bestseller di Massimo Gramellini, giornalista tra i più sogni-filmapprezzati in Italia, celebre per il suo “Buongiorno” lanciato dalla prima pagina della “Stampa”, volto televisivo del Circo Barnum firmato Fazio e oggi pure in autonomia (riempitiva da rimpicciolimento spazi). Un romanzo che è la perdita della madre da parte di un bambino di soli nove anni, una perdita che ha condizionato la vita di un uomo oltre i quarant’anni. Durata 134 minuti. (Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Lux sala 2, Massimo 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Frantz – Drammatico. Regia di François Ozon, con Pierre Niney e Paula Beer. All’origine un testo teatrale, cui seguì nel ’32 un film di Lubitsch; oggi l’autore di “8 donne e un mistero” e di “Potiche” riprende il tema sottolineando le pagine del pacifismo. In un piccolo villaggio della Germania appena uscita dalla Grande Guerra, il giovane Adrien si reca in visita alla famiglia del ragazzo del titolo per chiedere a tutti il perdono per la morte che lui stesso ha causato in guerra. Non ne ha il coraggio, ma la presenza della fidanzata del defunto (la Beer è stata premiata a Venezia con il “Mastroianni” per questa interpretazione) lo spingerà verso una confessione: spetterà ad Anna accettare o no un nuovo futuro. Anche un omaggio all’antico bianco e nero. Eccellente la prova degli attori, ma sono soprattutto la delicatezza e l’esattezza che Ozon mette in ogni momento della storia a incantare. Durata 113 minuti. (Romano sala 3)

 

genius-filmGenius – Drammatico. Regia di Michael Grandage, con Colin Firth, Jude Law, Laura Linney e Nicole Kidman. Nella New York della fine degli anni Venti, l’incontro e l’amicizia tra lo scrittore Thomas Wolfe e l’editor Maxwell Perkins, che già aveva fiutato giusto tra le pagine di Scott Fitzgerald e di Hemingway grazie ad un talento non comune. Tanto lo scrittore è stravolto di esuberanza nel carattere e in una scrittura che si porta appresso numeri impensabili di pagine, quanto Max è di poche parole, amante della vita familiare, di calmi sguardi paterni, di aggiustamenti, di desiderio di sfrondare quel troppo scrivere. Wolfe morì appena trentottenne, e i rapporti tra i due alla fine s’incrinarono parecchio, accusato l’editor di aver stravolto con tutte le rigacce lanciate sul foglio quel che più di impetuosamente genuino c’era nello scrittore. Bello il soggetto, interessante per quanto scarnifica di quel rapporto, ma la passione è altra cosa, sia quella delle immagini e dei dialoghi sia quanto quella che lo spettatore vede crescere in sé. Il tutto scardinato da una sempre più incartapecorita Kidman, che non riesce più a costruire uno straccio di personaggio, anche soltanto per brevi tocchi. Durata 104 minuti. (Massaua, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

In guerra per amore – Commedia. Diretto e interpretato da Pif, con Miriam Leone e Andrea Di Stefano. L’autore/interprete di “La mafia uccide solo d’estate” immagina questa volta che Arturo, un candido ragazzo newyorkese di origini siciliano, per chiedere la mano dell’innamorata Flora al padre debba catapultarsi nella terra d’origine: dove, siamo in pieno 1943, c’è la guerra e lo sbarco delle truppe a stelle e strisce ampiamente appoggiato dai boss mafiosi. Durata 99 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Lux sala 3, Massimo sala 1, Reposi, The Space, Uci)

Io, Daniel Blake – Drammatico. Regia di Ken Loach, con Dave Johnson, Hayley Squires, Natalie Ann Jamieson. Un carpentiere di Newcastle, ormai sessantenne, è costretto un giorno a chiedere un sussidio statale per una grave crisi cardiaca. Il medico gli ha proibito di lavorare e Daniel si ritrova a rivolgersi all’assistenza pubblica, ormai privatizzata, per un riconoscimento di invalidità. La macchina burocratica inglese lo costringerà a cercare lavoro, per aprirgli una lunga strada di umiliazioni e di ricorsi. Ancora un esempio del cinema politico e della rabbia di Loach, un “teorema” svolto dal regista con l’abituale metodica professionalità, la dimostrazione che c’è sempre l’occasione per trovare qualcosa nel mondo britannico, e non solo, che ti manda il sangue alla testa: ma questa volta Loach, forse per una sceneggiatura troppo “lineare” e “inevitabile”, non soddisfa come in tante altre prove del passato. Premiato a Cannes con la Palma d’oro. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Chico e Harpo, Romano sala 1)

 

Inferno – Azione. Regia di Ron Howard, con Tom Hanks, Felicity Jones e Omar Sy. Arrivati alla terza inferno-filmpuntata, ormai gli intrighi di Dan Brown, la spettacolarizzazione di Howard e il faccione di Hanks/Robert Langdon, prezioso professore di simbologia ad Harvard che invecchia con saggezza sono una vera garanzia. A tutto questo s’aggiungano le cornici di Firenze Venezia Istanbul, gli enigmi che hanno inizio con la Sala dei Cinquecento e con l’affresco del Vasari, il capolavoro del Poeta, gli amici e i nemici che indossano differenti maschere, un virus letale di cui vorrebbe servirsi un pazzo per dare un taglio netto alla sovrappopolazione: molto, moltissimo materiale perché il pubblico, già prodigo verso il “Codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, corra al cinema. Durata 121 minuti. (Greenwich sala 1, The Space, Uci)

 

Knight of cups – Drammatico. Regia di Terrence Malick, con Christian Bale, Cate Blanchett, Natalie Portman e Jude Law. Tra i set di Hollywood e le strade di Los Angeles e le luci di Las Vegas, la storia di Rick suddivisa in capitoli che prendono il titolo dalle carte dei tarocchi, uno sceneggiatore alla ricerca di se stesso, della propria famiglia, di un amore autentico facendo soprattutto i conti con le relazioni femminili che hanno occupato la sua vita. Riuscirà a mettere ordine in se stesso o sarà un continuo ricominciare nelle sacche di un tempo? Durata 118 minuti. (Eliseo blu)

 

Kubo e la spada magica – Animazione. Regia di Travis Knight. Kubo nasconde sotto la benda nera kubouna cicatrice e un occhio che non ha più e accudisce la madre malata. Ogni giorno scene in città a raccontare storie fantastiche, come quella di suo padre, un eroico samurai di cui nessuno ha più avuto notizie, e a guadagnare qualche soldo. Il ritorno a casa, alle prime ombre della notte, nasconde le insidie che gli tendono il vecchio nonno che con le odiose zie vorrebbe cavargli l’altro occhio: Kubo dovrà difendersi, mentre andrà alla ricerca della spada magica di suo padre come del proprio passato. Durata 101 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Lettere da Berlino – Drammatico. Regia di Vincent Perez, con Emma Thomson, Daniel Bruhl e Brendan Gleeson. Tratto dal romanzo “Ognuno muore solo” di Hans Fallada, viene narrata la vicenda vera di Anna e Otto Hampel e della loro rivolta, silenziosa e pressoché anonima, al regime hitleriano, della loro esecuzione nel 1943. Hanno perso il loro unico figlio sul fronte francese e da quel giorno disseminano per le strade di Berlino cartoline che chiedono ai concittadini di ribellarsi. L’interpretazione di un massiccio Gleason vale da sola il prezzo del biglietto, per il resto una trasposizione diligentemente corretta e poco più. Durata 97 minuti. (Eliseo Grande)

 

Masterminds – I geni della truffa – Commedia. Regia di Jared Hess, con Zach Galifianakis. Progetto inizialmente offerto a Jim Carrey, è il resoconto in chiave comica di una rapina, tra le strade degli States, che vede coinvolto David dalla vita monotona e desideroso di darle una spinta più che clamorosa, la sua collega Kelly per cui nutre una vera e propria cotta più un gruppo di (divertenti) balordi con cui dare l’assalto a 17 milioni di dollari. Durata 94 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Non si ruba a casa dei ladri – Commedia. Regia di Carlo Vanzina, con Massimo Ghini, Vincenzo Salemme, Manuela Arcuri e Stefania Rocca. La guerra di un comune cittadino contro un politico disonesto, Antonio contro Simone. Una denuncia non servirebbe a nulla, si sa, la burocrazia, gli intrallazzi, gli appoggi: allora Antonio mette su una piccola banda di cittadini fregati come lui ed escogita, una volta scoperto il conto in Svizzera dell’avversario, una bella truffa ai suoi danni. Durata 93 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Ouija – L’origine del male – Regia di Mike Flanagan, con Elizabeth Reaser, Henry Thomas e Doug Jones. Metà degli anni Sessanta, una madre con le sue due figlie attira nella propria casa di Los Angeles uno spirito maligno. Quando la ragazza più giovane verrà posseduta dall’implacabile entità, la famiglia dovrà ostacolare i suoi poteri pur di ricacciare lo spirito e riguadagnare la propria salvezza. Durata 98 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Pets – Vita da animali – Animazione. Regia di Chris Renaud e Yarrow Cheney. Dai realizzatori di “Cattivissimo me”, per dare una risposta a quel dubbio più che possibile che può colpire i proprietari di animali: che cosa fanno gli animali domestici quando i padroni sono fuori casa? E inoltre. la tranquillità di un terrier sconvolta dall’arrivo di un enorme cagnone dal pelo arruffato, la vita e le insidie per le stravedi New York, un coniglio feroce che guida un drappello di animali in rivolta, un amore pronto a guidare tutti verso la salvezza. Durata 87 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

La ragazza del mondo – Drammatico. Regia di Marco Danieli, con Michele Riondino e Sara ragazza-mondo-filmSerraiocco. Libero è appena uscito di prigione per spaccio, crede in una propria riabilitazione e incontra Giulia, giovane testimone di Geova. L’amore che nascerà tra i due ragazzi porterà la ragazza a rompere ogni rapporto con tutti. Durata 104 minuti. (Nazionale 2)

 

La ragazza del treno – Thriller. Regia di Tate Taylor, con Emily Blunt, Justin Theroux, Haley Bennett e Rebecca Ferguson. Ricavato dal bestseller di Paula Hawkins, mutato il panorama di periferia essendoci trasportati da Londra a New York, come chi ha letto l’avvincente romanzo ben sa (con la propria diversa triplice visuale femminile, con la sua bella dose di andirivieni temporali che ingarbugliano all’inizio ma che poi spianano una felice – per il lettore – strada alla conclusione) è la storia di Rachel, divorziata e alcolista, che ogni mattina, nella finzione di continuare ad avere un lavoro, passa con il treno dinanzi ad una casa in cui vive una coppia, da lei subito idealizzata. Poi c’è Anna, per cui Rachel è stata lasciata, che ora vive con Tom, l’ex di Rachel, non lontano da quella casa, e ancora Megan, la donna idealizzata ma forse da riconsiderare, che un giorno scompare. Rachel è legata a quella vicenda di tradimenti, amnesie, sparizioni e crudeltà più di quanto non immagini. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, F.lli Mark sala Chico, Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La ragazza senza nome – Drammatico. Regia di Jean-Pierre e Luc Dardenne, con Adele Haenel, Olivier Gourmet e Jérémie Renier. In un sobborgo di Liegi, la giovane Jenny Lavin svolge la propria attività di medico. Una sera, oltre un’ora l’orario di chiusura, qualcuno bussa alla sua porta ma lei decide di non aprire. Poche ore dopo, nelle vicinanze, viene ritrovato il corpo di una donna di colore, un’immigrata: Jenny si sente colpevole di quella morte e, nonostante tutti quanti si rifiutino di pensare ad un suo più debole coinvolgimento morale, Jenny prende a indagare in prima persona, rendendosi impopolare e coinvolgendo carriera e incolumità. Durata 113 minuti. (Nazionale 1)

 

Saint Amour – Commedia. Regia di Benoit Delepine e Gustave Kervern, con Gérard Depardieu, Benoit Poelvoorde e Chiara Mastroianni. Bruno, allevatore di bestiame, partecipa al Salone dell’Agricoltura a Parigi, accompagnato dal padre. Anche il vino rientra tra i loro interessi: decidono di fare un vero tour, attraverso la campagna francese. Sarà l’occasione per andare alla scoperta delle strade del vino come pure di riscoprire se stessi, iniziando da ciò che li accomuna. Durata 101 minuti. (Classico, Uci)

 

Sing Street – Commedia musicale. Regia di John Carney. Nella Dublino degli anni Ottanta, la vita, l’amore, la band, il successo del giovane Conor. Durata 104 minuti. (Ambrosio sala 2)

 

Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia – Animazione. Regia di Greg Tiernan e Conrad Vernon. In un supermercato, gli alimenti esposti sono ben felici se la clientela li acquisterà, ben lontani dal sapere quel che sta loro per succedere… Abbiamo come è giusto catalogato il film nel settore “animazione” ma certe notizie del web stanno lì ad avvisarci che questa volta non è proprio pane per i denti dei più piccoli, abituali fruitori del genere. Durata 89 minuti. (The Space, Uci)

 

sette-minuti-film7 minuti – Drammatico. Regia di Michele Placido, con Ottavia Piccolo, Ambra Angiolini, Violante Placido e Fiorella Mannoia. Tratto dal testo teatrale di Stefano Massini, il film narra del passaggio di un’azienda tessile italiana nelle mani di una nuova proprietà estera, che esclude i licenziamenti ma pone un’unica richiesta: quanti lavorano all’interno della fabbrica dovranno rinunciare a sette minuti della pausa pranzo. Toccherà al consiglio di fabbrica avallare o no la richiesta. Durata 92 minuti. (Eliseo rosso, Greenwich sala 2, Uci)

 

accountent-filmThe Accountant – Thriller. Regia di Gavin O’Connor, con Ben Affleck, Anna Kendrich e J.K. Simmons. Christian Wolff, genio matematico, lavora sotto copertura in un piccolo studio come contabile per il crimine organizzato. Accetta di seguire gli affari di un nuovo cliente, una società di robotica dove si sono scoperti ammanchi per milioni di dollari. Non appena Christian inizia a intravedere i responsabili e la soluzione, parecchie persone sono tragicamente coinvolte. Durata 128 minuti. (Greenwich sala 2, Uci)

 

Trolls – Animazione. Regia di Mike Mitchell e Walt Dorn. Poppy (qui con la voce di Elisa) a fianco di Branch partirà per un’avventura oltre il mondo a lei conosciuto, ovvero una missione alquanto rischiosa per salvare i suoi amici dal cattivissimo Bergen. Ancora un avventura dai creatori di Shrek per le creature animati dai coloratissimi capelli. Durata 96 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

Oggi al cinema

Le trame dei film nei cinema di Torino 

A cura di Elio Rabbione

 

pastoral1American Pastoral – Drammatico. Regia di Ewan McGregor, con Ewan McGregor, Jennifer Connelly e Dakota Fenning. Tratto dal romanzo di Philip Roth, è la storia di Seymour Levov, detto “lo svedese”, un uomo cui la vita ha regalato tutto, il successo non soltanto sportivo, una fortunata carriera come imprenditore, una moglie ex reginetta di bellezza, una famiglia di cui andare fieri. Il classico americano self-made man. Fino al giorno in cui questo mondo perfetto – siamo nel 1968 – scoppia e va in frantumi, allorché la figlia sedicenne, che appartiene ad un gruppo terroristico, fa esplodere un ufficio governativo procurando la morte di un uomo. Durata 108 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Massimo sala 2)

 

I babysitter – Commedia. Regia di Giovanni Bognetti, con Diego Abatantuono, Francesco Mandelli e Paolo Ruffini. L’ex sceneggiatore di “Belli di papà” si cimenta adesso con la notte brava del giovane Andrea, cui un padre dai troppi impegni affida il proprio ragazzino piuttosto vivace. Ma che succede se la villa di famiglia si può prestare benissimo a fare da sfondo alla festa di compleanno di Andrea? Durata 90 minuti. (Uci)

cafe-society-filmCafé Society – Commedia. Regia di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carrell e Blake Lively. Bobby, trentenne neyworkese e rampollo di una squinternata famiglia ebraica, dove circolano pure componenti malavitosi, corre a Hollywood per entrare a servizio dello zio, apprezzato agente di divi e divette. Si innamorerà della giovane segretaria di studio. Ma c’è già un altro nel suo cuore e le cose inevitabilmente si ingarbuglieranno. Uno sguardo al vecchio cinema, gli amori, le battute che piovono come se piovesse, tutto secondo i canoni di Woody, giunto bulimicamente al suo 47° film. Durata 97 minuti. (Romano sala 1)

 

Cicogne in missione – Animazione. Regia di Nichola Stoller e Doug Sweetland. Se una volta le cicogne portavano i bambini alle famiglie, oggi tutto è affidato ad una azienda specializzata e il motore è un sito di vendite on line. Junior con la voce del nuovo divo Federico Russo), il miglior impiegato dell’azienda, sta per ricevere una produzione quando per sbaglio attiva la Macchina Fabbrica-Bambini dando vita a una bimba non autorizzata. Prima che qualcuno se ne accorga, Junior con l’aiuto dell’amica Tulip (ha la voce di Alessia Marcuzzi) dovrà consegnare il prezioso fagotto. Durata 90 minuti. (Uci)

 

Doctor Strange – Fantastico. Regia di Scott Derrickson, con Benedict Cumberbacht, Tilda Swinton e Mad Mikkelsen. Un medico newyorkese, all’apice del successo, vede compromessa la propria professione da un incidente d’auto, per cui la forza e l’abilità delle sue mani non sono più quelle di un tempo. In un antico monastero del Nepal, dove decide di recarsi, l’uomo di scienza convertito ad un ruolo del tutto mistico, fa il suo incontro con un Maestro, detto l’Antico, cui sta a cuore la protezione della Terra da forze negative. Alla nuova scuola prevarranno arti marziali e autocontrollo, per una lotta comune contro il Male. Un vecchio eroe dei fumetti Marvel rispolverato per l’occasione. Durata 115 minuti. (Ideal, Lux sala 3, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

frantz-filmFrantz – Drammatico. Regia di François Ozon, con Pierre Niney e Paula Beer. All’origine un testo teatrale, cui seguì nel ’32 un film di Lubitsch; oggi l’autore di “8 donne e un mistero” e di “Potiche” riprende il tema sottolineando le pagine del pacifismo. In un piccolo villaggio della Germania appena uscita dalla Grande Guerra, il giovane Adrien si reca in visita alla famiglia del ragazzo del titolo per chiedere a tutti il perdono per la morte che lui stesso ha causato in guerra. Non ne ha il coraggio, ma la presenza della fidanzata del defunto (la Beer è stata premiata a Venezia con il “Mastroianni” per questa interpretazione) lo spingerà verso una confessione: spetterà ad Anna accettare o no un nuovo futuro. Anche un omaggio all’antico bianco e nero. Eccellente la prova degli attori, ma sono soprattutto la delicatezza e l’esattezza che Ozon mette in ogni momento della storia a incantare. Durata 113 minuti. (Romano sala 3, Massimo sala 3 V.O.)

 

In guerra per amore – Commedia. Diretto e interpretato da Pif, con Miriam Leone e Andrea Di Stefano. L’autore/interprete di “La mafia uccide solo d’estate” immagina questa volta che Arturo, un candido ragazzo newyorkese di origini siciliano, per chiedere la mano dell’innamorata Flora al padre debba catapultarsi nella terra d’origine: dove, siamo in pieno 1943, c’è la guerra e lo sbarco delle truppe a stelle e strisce ampiamente appoggiato dai boss mafiosi. Durata 99 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Groucho, Lux sala 2, Massimo sala 1, Reposi, The Space, Uci)

Io, Daniel Blake – Drammatico. Regia di Ken Loach, con Dave Johnson, Hayley Squires, Natalie Ann Jamieson. Un carpentiere di Newcastle, ormai sessantenne, è costretto un giorno a chiedere un sussidio statale per una grave crisi cardiaca. Il medico gli ha proibito di lavorare e Daniel si ritrova a rivolgersi all’assistenza pubblica, ormai privatizzata, per un riconoscimento di invalidità. La macchina burocratica inglese lo costringerà a cercare lavoro, per aprirgli una lunga strada di umiliazioni e di ricorsi. Ancora un esempio del cinema politico e della rabbia di Loach, un “teorema” svolto dal regista con l’abituale metodica professionalità, la dimostrazione che c’è sempre l’occasione per trovare qualcosa nel mondo britannico, e non solo, che ti manda il sangue alla testa: ma questa volta Loach, forse per una sceneggiatura troppo “lineare” e “inevitabile”, non soddisfa come in tante altre prove del passato. Premiato a Cannes con la Palma d’oro. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 3, Centrale V.O., Eliseo Grande, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2)

 

Inferno – Azione. Regia di Ron Howard, con Tom Hanks, Felicity Jones e Omar Sy. Arrivati alla terza puntata, ormai gli intrighi di Dan Brown, la spettacolarizzazione di Howard e il faccione di inferno-filmHanks/Robert Langdon, prezioso professore di simbologia ad Harvard che invecchia con saggezza sono una vera garanzia. A tutto questo s’aggiungano le cornici di Firenze Venezia Istanbul, gli enigmi che hanno inizio con la Sala dei Cinquecento e con l’affresco del Vasari, il capolavoro del Poeta, gli amici e i nemici che indossano differenti maschere, un virus letale di cui vorrebbe servirsi un pazzo per dare un taglio netto alla sovrappopolazione: molto, moltissimo materiale perché il pubblico, già prodigo verso il “Codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, corra al cinema. Durata 121 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, The Space, Uci)

 

reacher-filmJack Reacher – Punto di non ritorno – Regia di Edward Zieck, con Tom Cruise e Robert Duvall. Personaggio inventato dallo scrittore Lee Child (il cinema aveva già considerato quattro anni fa “La prova decisiva”), Reacher è un ex maggiore della polizia militare, fuori di ogni inquadramento. Una nuova vicenda, questa volta tra Afghanistan e le gerarchie militari di Washington che hanno affibiato una accusa di spionaggio alla collega Susan Turner, colpevole d’aver messo il naso in certe questioni poco pulite. Durata 118 minuti. (Ideal, Uci)

Kubo e la spada magica – Animazione. Regia di Travis Knight. Kubo nasconde sotto la benda nera una cicatrice e un occhio che non ha più e accudisce la madre malata. Ogni giorno scene in città a raccontare storie fantastiche, come quella di suo padre, un eroico samurai di cui nessuno ha più avuto notizie, e a guadagnare qualche soldo. Il ritorno a casa, alle prime ombre della notte, nasconde le insidie che gli tendono il vecchio nonno che con le odiose zie vorrebbe cavargli l’altro occhio: Kubo dovrà difendersi, mentre andrà alla ricerca della spada magica di suo padre come del proprio passato. Durata 101 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, The Space, Uci)

 

Lettere da Berlino – Drammatico. Regia di Vincent Perez, con Emma Thomson, Daniel Bruhl e Brendan Gleeson. Tratto dal romanzo “Ognuno muore solo” di Hans Fallada, viene narrata la vicenda vera di Anna e Otto Hampel e della loro rivolta, silenziosa e pressoché anonima, al regime hitleriano, della loro esecuzione nel 1943. Hanno perso il loro unico figlio sul fronte francese e da quel giorno disseminano per le strade di Berlino cartoline che chiedono ai concittadini di ribellarsi. L’interpretazione di un massiccio Gleason vale da sola il prezzo del biglietto, per il resto una trasposizione diligentemente corretta e poco più. Durata 97 minuti. (Eliseo blu)

 

neruda-filmNeruda – Drammatico. Regia di Pablo Larraìn, con Luis Gnocco, Alfredo Castro e Gael Garcìa Bernal. Il governo di Videla, nel Cile del 1948, incarica un poliziotto di inseguire e catturare lo scrittore Pablo Neruda, in fuga con la moglie. Tra realtà e poesia, un’opera che pone ancora una volta l’attenzione sul talento dell’autore di “Tony Manero”, del “Club” e del prossimo “Jackie”, presentato e premiato a Venezia. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Non si ruba a casa dei ladri – Commedia. Regia di Carlo Vanzina, con Massimo Ghini, Vincenzo casa-ladri-filmSalemme, Manuela Arcuri e Stefania Rocca. La guerra di un comune cittadino contro un politico disonesto, Antonio contro Simone. Una denuncia non servirebbe a nulla, si sa, la burocrazia, gli intrallazzi, gli appoggi: allora Antonio mette su una piccola banda di cittadini fregati come lui ed escogita, una volta scoperto il conto in Svizzera dell’avversario, una bella truffa ai suoi danni. Durata 93 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Ouija – L’origine del male – Regia di Mike Flanagan, con Elizabeth Reaser, Henry Thomas e Doug Jones. Metà degli anni Sessanta, una madre con le sue due figlie attira nella propria casa di Los Angeles uno spirito maligno. Quando la ragazza più giovane verrà posseduta dall’implacabile entità, la famiglia dovrà ostacolare i suoi poteri pur di ricacciare lo spirito e riguadagnare la propria salvezza. Durata 98 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

La pelle dell’orso – Drammatico. Regia di Marco Segato, con Marco Paolini e Leonardo Mason. Tratto dal romanzo omonimo di Matteo Righetto e dedicato alla memoria di Carlo Mazzacurati, ambientato nel paesaggio dolomitico degli anni Cinquanta, è la storia del riscatto di un uomo osteggiato da un intero paese e della maturità del proprio figlio. Una scommessa fatta nel bar dove tutti si ritrovano, ovvero l’uccisione di un grande orso che sta seminando il terrore nell’intera zona, li farà cambiare entrambi. Durata 92 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Pets – Vita da animali – Animazione. Regia di Chris Renaud e Yarrow Cheney. Dai realizzatori di “Cattivissimo me”, per dare una risposta a quel dubbio più che possibile che può colpire i proprietari di animali: che cosa fanno gli animali domestici quando i padroni sono fuori casa? E inoltre. la tranquillità di un terrier sconvolta dall’arrivo di un enorme cagnone dal pelo arruffato, la vita e le insidie per le stravedi New York, un coniglio feroce che guida un drappello di animali in rivolta, un amore pronto a guidare tutti verso la salvezza. Durata 87 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Qualcosa di nuovo – Commedia. Regia di Cristina Comencini, con Paola Cortellesi, Micaela Ramazzati e Edoardo Valdarnini. Lucia e Maria, due amiche da sempre reduci da relazioni con il sesso forte un po’ squinternate e infelici: poi una notte Maria, la più disinvolta, si porta a letto il liceale Luca, appena lasciato dalla fidanzatina, con l’aggiunta che il ragazzo ha alzato troppo il gomito e il mattino successivo scambia Lucia per Maria, costruendo con quest’ultima un rapporto dove davvero l’eros non trova posto. Malintesi, equivoci amatori senza fine. Comencini ha tratto il film dalla sua commedia “La scena”, le interpreti teatrali erano Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti. Durata 93 minuti. (Ambrosio sala 2, Uci)

 

La ragazza del treno – Thriller. Regia di Tate Taylor, con Emily Blunt, Justin Theroux, Haley ragazza-treno-filmBennett e Rebecca Ferguson. Ricavato dal bestseller di Paula Hawkins, mutato il panorama di periferia essendoci trasportati da Londra a New York, come chi ha letto l’avvincente romanzo ben sa (con la propria diversa triplice visuale femminile, con la sua bella dose di andirivieni temporali che ingarbugliano all’inizio ma che poi spianano una felice – per il lettore – strada alla conclusione) è la storia di Rachel, divorziata e alcolista, che ogni mattina, nella finzione di continuare ad avere un lavoro, passa con il treno dinanzi ad una casa in cui vive una coppia, da lei subito idealizzata. Poi c’è Anna, per cui Rachel è stata lasciata, che ora vive con Tom, l’ex di Rachel, non lontano da quella casa, e ancora Megan, la donna idealizzata ma forse da riconsiderare, che un giorno scompare. Rachel è legata a quella vicenda di tradimenti, amnesie, sparizioni e crudeltà più di quanto non immagini. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, F.lli Mark sala Chico, Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La ragazza senza nome – Drammatico. Regia di Jean-Pierre e Luc Dardenne, con Adele Haenel, Olivier Gourmet e Jérémie Renier. In un sobborgo di Liegi, la giovane Jenny Lavin svolge la propria attività di medico. Una sera, oltre un’ora l’orario di chiusura, qualcuno bussa alla sua porta ma lei decide di non aprire. Poche ore dopo, nelle vicinanze, viene ritrovato il corpo di una donna di colore, un’immigrata: Jenny si sente colpevole di quella morte e, nonostante tutti quanti si rifiutino di pensare ad un suo più debole coinvolgimento morale, Jenny prende a indagare in prima persona, rendendosi impopolare e coinvolgendo carriera e incolumità. Durata 113 minuti. (Nazionale 1)

 

Saint Amour – Commedia. Regia di Benoit Delepine e Gustave Kervern, con Gérard Depardieu. Benoit Poelvoorde e Chiara Mastroianni. Bruno, allevatore di bestiame, partecipa al Salone dell’Agricoltura a Parigi, accompagnato dal padre. Anche il vino rientra tra i loro interessi: decidono di fare un vero tour, attraverso la campagna francese. Sarà l’occasione per andare alla scoperta delle strade del vino come pure di riscoprire se stessi, iniziando da ciò che li accomuna. Durata 101 minuti. (Classico, Uci)

 

Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia – Animazione. Regia di Greg Tiernan e Conrad Vernon. In un supermercato, gli alimenti esposti sono ben felici se la clientela li acquisterà, ben lontani dal sapere quel che sta loro per succedere… Abbiamo come è giusto catalogato il film nel settore “animazione” ma certe notizie del web stanno lì ad avvisarci che questa volta non è proprio pane per i denti dei più piccoli, abituali fruitori del genere. Durata 89 minuti. (The Space, Uci)

 

sette-minuti-film7 minuti – Drammatico. Regia di Michele Placido, con Ottavia Piccolo, Ambra Angiolini, Violante Placido e Fiorella Mannoia. Tratto dal testo teatrale di Stefano Massini, il film narra del passaggio di un’azienda tessile italiana nelle mani di una nuova proprietà estera, che esclude i licenziamenti ma pone un’unica richiesta: quanti lavorano all’interno della fabbrica dovranno rinunciare a sette minuti della pausa pranzo. Toccherà al consiglio di fabbrica avallare o no la richiesta. Durata 92 minuti. (Eliseo rosso, Greenwich sala 2, The Space, Uci)

 

accountent-filmThe Accountant – Thriller. Regia di Gavin O’Connor, con Ben Affleck, Anna Kendrich e J.K. Simmons. Christian Wolff, genio matematico, lavora sotto copertura in un piccolo studio come contabile per il crimine organizzato. Accetta di seguire gli affari di un nuovo cliente, una società di robotica dove si sono scoperti ammanchi per milioni di dollari. Non appena Christian inizia a intravedere i responsabili e la soluzione, parecchie persone sono tragicamente coinvolte. Durata 128 minuti. (Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Trolls – Animazione. Regia di Mike Mitchell e Walt Dorn. Poppy (qui con la voce di Elisa) a fianco di Branch partirà per un’avventura oltre il mondo a lei conosciuto, ovvero una missione alquanto rischiosa per salvare i suoi amici dal cattivissimo Bergen. Ancora un avventura dai creatori di Shrek per le creature animati dai coloratissimi capelli. Durata 96 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

Oggi al cinema

Le trame dei film nei cinema di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

Alla ricerca di Dory – Animazione. Regia di Andrew Stanton e Angus MacLean. Una festa per i piccoli, e non soltanto. A tredici anni dal successo planetario di “Alla ricerca di Nemo”, ecco che oggi è la pesciolina Dory a prendere il sopravvento sulla terna dei protagonisti di un tempo, mentre nuovi caratteri marini s’aggiungono. In una lunga traversata tra Australia e California, Dory cercherà di accettare quella smemoratezza che la perseguita, anche con l’aiuto di vecchie conoscenze, dallo squalo balena Destiny che causa la miopia va a sbattere da ogni parte al polpo Hank, nervoso quanto basta, a Bailey, beluga migliore di tutti. Durata 97 minuti. (Uci)

 

pastoral1American Pastoral – Drammatico. Regia di Ewan McGregor, con Ewan McGregor, Jennifer Connelly e Dakota Fenning. Tratto dal romanzo di Philip Roth, è la storia di Seymour Levov, detto “lo svedese”, un uomo cui la vita ha regalato tutto, il successo non soltanto sportivo, una fortunata carriera come imprenditore, una moglie ex reginetta di bellezza, una famiglia di cui andare fieri. Il classico americano self-made man. Fino al giorno in cui questo mondo perfetto – siamo nel 1968 – scoppia e va in frantumi, allorché la figlia sedicenne, che appartiene ad un gruppo terroristico, fa esplodere un ufficio governativo procurando la morte di un uomo. Durata 108 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Massimo sala 2, Uci)

 

I babysitter – Commedia. Regia di Giovanni Bognetti, con Diego Abatantuono, Francesco Mandelli e Paolo Ruffini. L’ex sceneggiatore di “Belli di papà” si cimenta adesso con la notte brava del giovane Andrea, cui un padre dai troppi impegni affida il proprio ragazzino piuttosto vivace. Ma che succede se la villa di famiglia si può prestare benissimo a fare da sfondo alla festa di compleanno di Andrea? Durata 90 minuti. (The Space, Uci)

Bad Moms – Mamme molto cattive – Commedia. Regia di Jon Lucas e Scott Moore, con Kristen Bell e Mila Kunis. Moglie e madre, stressata dai doveri della casa e dell’ufficio, intercetta inaspettatamente due nuove amiche con cui condividere in allegria ogni loro responsabilità. Un’evasione tutta al femminile diretta dalla coppia tutta maschile che già aveva inventato l’irriverente “Notte da leoni”. Durata 101 minuti. (The Space)

 

Café Society – Commedia. Regia di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve cafe-society-filmCarrell e Blake Lively. Bobby, trentenne neyworkese e rampollo di una squinternata famiglia ebraica, dove circolano pure componenti malavitosi, corre a Hollywood per entrare a servizio dello zio, apprezzato agente di divi e divette. Si innamorerà della giovane segretaria di studio. Ma c’è già un altro nel suo cuore e le cose inevitabilmente si ingarbuglieranno. Uno sguardo al vecchio cinema, gli amori, le battute che piovono come se piovesse, tutto secondo i canoni di Woody, giunto bulimicamente al suo 47° film. Durata 97 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo blu, Romano sala 3)

 

Cicogne in missione – Animazione. Regia di Nichola Stoller e Doug Sweetland. Se una volta le cicogne portavano i bambini alle famiglie, oggi tutto è affidato ad una azienda specializzata e il motore è un sito di vendite on line. Junior con la voce del nuovo divo Federico Russo), il miglior impiegato dell’azienda, sta per ricevere una produzione quando per sbaglio attiva la Macchina Fabbrica-Bambini dando vita a una bimba non autorizzata. Prima che qualcuno se ne accorga, Junior con l’aiuto dell’amica Tulip (ha la voce di Alessia Marcuzzi) dovrà consegnare il prezioso fagotto. Durata 90 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Doctor Strange – Fantastico. Regia di Scott Derrickson, con Benedict Cumberbacht, Tilda Swinton e Mad Mikkelsen. Un medico newyorkese, all’apice del successo, vede compromessa la propria strange-filmprofessione da un incidente d’auto, per cui la forza e l’abilità delle sue mani non sono più quelle di un tempo. In un antico monastero del Nepal, dove decide di recarsi, l’uomo di scienza convertito ad un ruolo del tutto mistico, fa il suo incontro con un Maestro, detto l’Antico, cui sta a cuore la protezione della Terra da forze negative. Alla nuova scuola prevarranno arti marziali e autocontrollo, per una lotta comune contro il Male. Un vecchio eroe dei fumetti Marvel rispolverato per l’occasione. Durata 115 minuti. (Ideal, Lux sala 3, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Frantz – Drammatico. Regia di François Ozon, con Pierre Niney e Paula Beer. All’origine un testo teatrale, cui seguì nel ’32 un film di Lubitsch; oggi l’autore di “8 donne e un mistero” e di “Potiche” riprende il tema sottolineando le pagine del pacifismo. In un piccolo villaggio della Germania appena uscita dalla Grande Guerra, il giovane Adrien si reca in visita alla famiglia del ragazzo del titolo per chiedere a tutti il perdono per la morte che lui stesso ha causato in guerra. Non ne ha il coraggio, ma la presenza della fidanzata del defunto (la Beer è stata premiata a Venezia con il “Mastroianni” per questa interpretazione) lo spingerà verso una confessione: spetterà ad Anna accettare o no un nuovo futuro. Anche un omaggio all’antico bianco e nero. Eccellente la prova degli attori, ma sono soprattutto la delicatezza e l’esattezza che Ozon mette in ogni momento della storia a incantare. Durata 113 minuti. (Romano sala 3)

 

guerra-amore-film2In guerra per amore – Commedia. Diretto e interpretato da Pif, con Miriam Leone e Andrea Di Stefano. L’autore/interprete di “La mafia uccide solo d’estate” immagina questa volta che Arturo, un candido ragazzo newyorkese di origini siciliano, per chiedere la mano dell’innamorata Flora al padre debba catapultarsi nella terra d’origine: dove, siamo in pieno 1943, c’è la guerra e lo sbarco delle truppe a stelle e strisce ampiamente appoggiato dai boss mafiosi. Durata 99 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Groucho, Lux sala 2, Massimo sala 1, Reposi, The Space, Uci)

Io, Daniel Blake – Drammatico. Regia di Ken Loach, con Dave Johnson, Hayley Squires, Natalie Ann Jamieson. Un carpentiere di Newcastle, ormai sessantenne, è costretto un giorno a chiedere un sussidio statale per una grave crisi cardiaca. Il medico gli ha proibito di lavorare e Daniel si ritrova a rivolgersi all’assistenza pubblica, ormai privatizzata, per un riconoscimento di invalidità. La macchina burocratica inglese lo costringerà a cercare lavoro, per aprirgli una lunga strada di umiliazioni e di ricorsi. Ancora un esempio del cinema politico e della rabbia di Loach, un “teorema” svolto dal regista con l’abituale metodica professionalità, la dimostrazione che c’è sempre l’occasione per trovare qualcosa nel mondo britannico, e non solo, che ti manda il sangue alla testa: ma questa volta Loach, forse per una sceneggiatura troppo “lineare” e “inevitabile”, non soddisfa come in tante altre prove del passato. Premiato a Cannes con la Palma d’oro. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Eliseo Grande, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2)

 

inferno-filmInferno – Azione. Regia di Ron Howard, con Tom Hanks, Felicity Jones e Omar Sy. Arrivati alla terza puntata, ormai gli intrighi di Dan Brown, la spettacolarizzazione di Howard e il faccione di Hanks/Robert Langdon, prezioso professore di simbologia ad Harvard che invecchia con saggezza sono una vera garanzia. A tutto questo s’aggiungano le cornici di Firenze Venezia Istanbul, gli enigmi che hanno inizio con la Sala dei Cinquecento e con l’affresco del Vasari, il capolavoro del Poeta, gli amici e i nemici che indossano differenti maschere, un virus letale di cui vorrebbe servirsi un pazzo per dare un taglio netto alla sovrappopolazione: molto, moltissimo materiale perché il pubblico, già prodigo verso il “Codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, corra al cinema. Durata 121 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux sala 1, Massaua, The Space, Uci)

 

reacher-filmJack Reacher – Punto di non ritorno – Regia di Edward Zieck, con Tom Cruise e Robert Duvall. Personaggio inventato dallo scrittore Lee Child (il cinema aveva già considerato quattro anni fa “La prova decisiva”), Reacher è un ex maggiore della polizia militare, fuori di ogni inquadramento. Una nuova vicenda, questa volta tra Afghanistan e le gerarchie militari di Washington che hanno affibiato una accusa di spionaggio alla collega Susan Turner, colpevole d’aver messo il naso in certe questioni poco pulite. Durata 118 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Lettere da Berlino – Drammatico. Regia di Vincent Perez, con Emma Thomson, Daniel Bruhl e Brendan Gleeson. Tratto dal romanzo “Ognuno muore solo” di Hans Fallada, viene narrata la vicenda vera di Anna e Otto Hampel e della loro rivolta, silenziosa e pressoché anonima, al regime hitleriano, della loro esecuzione nel 1943. Hanno perso il loro unico figlio sul fronte francese e da quel giorno disseminano per le strade di Berlino cartoline che chiedono ai concittadini di ribellarsi. L’interpretazione di un massiccio Gleason vale da sola il prezzo del biglietto, per il resto una trasposizione diligentemente corretta e poco più. Durata 97 minuti. (Romano sala 1)

 

Mine – Azione. Regia di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, con Harrie Hammer, Tom Cullen e Clint Dyer. Al centro del deserto afghano, il militare Mike Stevens è bloccato, ad un soffio dalla morte: il suo piede sinistro poggia su una mina antiuomo, nessuna possibilità di movimento. Dovrà cercare di sopravvivere, nel fisico e nella mente, in attesa degli artificieri. Durata 106 minuti. (Greenwich sala 2)

 

neruda-filmNeruda – Drammatico. Regia di Pablo Larraìn, con Luis Gnocco, Alfredo Castro e Gael Garcìa Bernal. Il governo di Videla, nel Cile del 1948, incarica un poliziotto di inseguire e catturare lo scrittore Pablo Neruda, in fuga con la moglie. Tra realtà e poesia, un’opera che pone ancora una volta l’attenzione sul talento dell’autore di “Tony Manero”, del “Club” e del prossimo “Jackie”, presentato e premiato a Venezia. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Ouija – L’origine del male – Regia di Mike Flanagan, con Elizabeth Reaser, Henry Thomas e Doug Jones. Metà degli anni Sessanta, una madre con le sue due figlie attira nella propria casa di Los Angeles uno spirito maligno. Quando la ragazza più giovane verrà posseduta dall’implacabile entità, la famiglia dovrà ostacolare i suoi poteri pur di ricacciare lo spirito e riguadagnare la propria salvezza. Durata 98 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Pets – Vita da animali – Animazione. Regia di Chris Renaud e Yarrow Cheney. Dai realizzatori di “Cattivissimo me”, per dare una risposta a quel dubbio più che possibile che può colpire i proprietari di animali: che cosa fanno gli animali domestici quando i padroni sono fuori casa? E inoltre. la tranquillità di un terrier sconvolta dall’arrivo di un enorme cagnone dal pelo arruffato, la vita e le insidie per le stravedi New York, un coniglio feroce che guida un drappello di animali in rivolta, un amore pronto a guidare tutti verso la salvezza. Durata 87 minuti. (Greenwich sala 3, Massaua, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Qualcosa di nuovo – Commedia. Regia di Cristina Comencini, con Paola Cortellesi, Micaela Ramazzati e Edoardo Valdarnini. Lucia e Maria, due amiche da sempre reduci da relazioni con il sesso forte un po’ squinternate e infelici: poi una notte Maria, la più disinvolta, si porta a letto il liceale Luca, appena lasciato dalla fidanzatina, con l’aggiunta che il ragazzo ha alzato troppo il gomito e il mattino successivo scambia Lucia per Maria, costruendo con quest’ultima un rapporto dove davvero l’eros non trova posto. Malintesi, equivoci amatori senza fine. Comencini ha tratto il film dalla sua commedia “La scena”, le interpreti teatrali erano Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti. Durata 93 minuti. (Ambrosio sala 2, Uci)

 

La ragazza senza nome – Drammatico. Regia di Jean-Pierre e Luc Dardenne, con Adele Haenel, Olivier Gourmet e Jérémie Renier. In un sobborgo di Liegi, la giovane Jenny Lavin svolge la propria attività di medico. Una sera, oltre un’ora l’orario di chiusura, qualcuno bussa alla sua porta ma lei decide di non aprire. Poche ore dopo, nelle vicinanze, viene ritrovato il corpo di una donna di colore, un’immigrata: Jenny si sente colpevole di quella morte e, nonostante tutti quanti si rifiutino di pensare ad un suo più debole coinvolgimento morale, Jenny prende a indagare in prima persona, rendendosi impopolare e coinvolgendo carriera e incolumità. Durata 113 minuti. (Nazionale 1)

 

Saint Amour – Commedia. Regia di Benoit Delepine e Gustave Kervern, con Gérard Depardieu. saint-amour-filmBenoit Poelvoorde e Chiara Mastroianni. Bruno, allevatore di bestiame, partecipa al Salone dell’Agricoltura a Parigi, accompagnato dal padre. Anche il vino rientra tra i loro interessi: decidono di fare un vero tour, attraverso la campagna francese. Sarà l’occasione per andare alla scoperta delle strade del vino come pure di riscoprire se stessi, iniziando da ciò che li accomuna. Durata 101 minuti. (Classico, Uci)

 

accountent-filmThe Accountant – Thriller. Regia di Gavin O’Connor, con Ben Affleck, Anna Kendrich e J.K. Simmons. Christian Wolff, genio matematico, lavora sotto copertura in un piccolo studio come contabile per il crimine organizzato. Accetta di seguire gli affari di un nuovo cliente, una società di robotica dove si sono scoperti ammanchi per milioni di dollari. Non appena Christian inizia a intravedere i responsabili e la soluzione, parecchie persone sono tragicamente coinvolte. Durata 128 minuti. (Eliseo rosso, Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

The assassin – Drammatico. Regia di Hou Hsiao-Hsien, con Shu Qi e Chang Chen. Apprezzato esempio di un genere, il wuxia, ovvero il film di cappa e spada, tra tradizione orientale e spirito moderno. Nella Cina del IX secolo, un’epoca di prosperità è minacciata dai governatori della provincia corrotti e ambiziosi. Spetta all’”ordine degli assassini” eliminarli. La giovane Nie Yinniang, abilissima con la spada, dovrà uccidere Tian Ji’an, di cui da sempre è innamorata. Dovrà decidere se far prevalere le ragioni del cuore o quelle della lotta. Al film è stato assegnato il premio per miglior regia a Cannes nel 2015. Durata 120 minuti. (Classico, mercoledì 2 novembre)

 

Trolls – Animazione. Regia di Mike Mitchell e Walt Dorn. Poppy (qui con la voce di Elisa) a fianco di Branch partirà per un’avventura oltre il mondo a lei conosciuto, ovvero una missione alquanto rischiosa per salvare i suoi amici dal cattivissimo Bergen. Ancora un avventura dai creatori di Shrek per le creature animati dai coloratissimi capelli. Durata 96 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Reposi, The Space, Uci)

Oggi al cinema

Le trame dei film nei cinema di Torino 

A cura di Elio Rabbione

 

Alla ricerca di Dory – Animazione. Regia di Andrew Stanton e Angus MacLean. Una festa per i piccoli, e non soltanto. A tredici anni dal successo planetario di “Alla ricerca di Nemo”, ecco che oggi è la pesciolina Dory a prendere il sopravvento sulla terna dei protagonisti di un tempo, mentre nuovi caratteri marini s’aggiungono. In una lunga traversata tra Australia e California, Dory cercherà di accettare quella smemoratezza che la perseguita, anche con l’aiuto di vecchie conoscenze, dallo squalo balena Destiny che causa la miopia va a sbattere da ogni parte al polpo Hank, nervoso quanto basta, a Bailey, beluga migliore di tutti. Durata 97 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

america-pastor-filmAmerican Pastoral – Drammatico. Regia di Ewan McGregor, con Ewan McGregor, Jennifer Connelly e Dakota Fenning. Tratto dal romanzo di Philip Roth, è la storia di Seymour Levov, detto “lo svedese”, un uomo cui la vita ha regalato tutto, il successo non soltanto sportivo, una fortunata carriera come imprenditore, una moglie ex reginetta di bellezza, una famiglia di cui andare fieri. Il classico americano self-made man. Fino al giorno in cui questo mondo perfetto – siamo nel 1968 – scoppia e va in frantumi, allorché la figlia sedicenne, che appartiene ad un gruppo terroristico, fa esplodere un ufficio governativo procurando la morte di un uomo. Durata 108 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Massimo sala 1, The Space, Uci)

 

I babysitter – Commedia. Regia di Giovanni Bognetti, con Diego Abatantuono, Francesco Mandelli e Paolo Ruffini. L’ex sceneggiatore di “Belli di papà” si cimenta adesso con la notte brava del giovane Andrea, cui un padre dai troppi impegni affida il proprio ragazzino piuttosto vivace. Ma che succede se la villa di famiglia si può prestare benissimo a fare da sfondo alla festa di compleanno di Andrea? Durata 90 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

Bad Moms – Mamme molto cattive – Commedia. Regia di Jon Lucas e Scott Moore, con Kristen Bell e Mila Kunis. Moglie e madre, stressata dai doveri della casa e dell’ufficio, intercetta inaspettatamente due nuove amiche con cui condividere in allegria ogni loro responsabilità. Un’evasione tutta al femminile diretta dalla coppia tutta maschile che già aveva inventato l’irriverente “Notte da leoni”. Durata 101 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

bridegt-filmBridget Jones’s baby – Commedia. Regia di Sharon Maguire, con Renée Zellweger, Colin Firth e Patrick Dempsey. Nuova avventura, tra i soliti problemi di peso e il sonno perso per qualche ritocchino di troppo, per l’imbranatissima single ultraquarantenne, portabandiera di una buona parte dell’universo femminile. Scomparso il bel tenebroso Hugh Grant, Bridget si ritrova ancora una volta a fare i conti con l’aristocratico Colin e, nuovo acquisto e rimpiazzo, con il facoltoso Patrick (tirato fuori da “Grey’s Anatomy”), nella speranza di affibbiare un padre al pargolo che è in arrivo. Sembra che si torni al divertimento della prima puntata della serie, quella “del diario” e che si siano abbandonati “i pasticci” davvero enormi del seguito. A tutti i fan, provare per credere. Durata 122 minuti. (Reposi)

 

Café Society – Commedia. Regia di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carrell e Blake Lively. Bobby, trentenne neyworkese e rampollo di una squinternata famiglia ebraica, dove circolano pure componenti malavitosi, corre a Hollywood per entrare a servizio dello zio, apprezzato agente di divi e divette. Si innamorerà della giovane segretaria di studio. Ma c’è già un altro nel suo cuore e le cose inevitabilmente si ingarbuglieranno. Uno sguardo al vecchio cinema, gli amori, le battute che piovono come se piovesse, tutto secondo i canoni di Woody, giunto bulimicamente al suo 47° film. Durata 97 minuti. (Ambrosio sala 2, Centrale V.O., Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala 1)

 

cicogne-filmCicogne in missione – Animazione. Regia di Nichola Stoller e Doug Sweetland. Se una volta le cicogne portavano i bambini alle famiglie, oggi tutto è affidato ad una azienda specializzata e il motore è un sito di vendite on line. Junior con la voce del nuovo divo Federico Russo), il miglior impiegato dell’azienda, sta per ricevere una produzione quando per sbaglio attiva la Macchina Fabbrica-Bambini dando vita a una bimba non autorizzata. Prima che qualcuno se ne accorga, Junior con l’aiuto dell’amica Tulip (ha la voce di Alessia Marcuzzi) dovrà consegnare il prezioso fagotto. Durata 90 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, The Space, Uci)

 

Escobar – Drammatico. Regia di Andrea Di Stefano, con Benicio del Toro e Josh Hutcherson. Niente di meglio che una vacanza in Colombia per il giovane surfista canadese Rick, in mezzo a onde mozzafiato e lagune da favola. Ancor meglio se arriva l’amore con gli occhi della splendida Maria: finché un giorno la ragazza presenta il suo ragazzo allo zio, che di nome fa Pablo Escobar. Narcotrafficante, capace di far girare politica e economia del suo paese a proprio piacimento, ma anche padre premuroso nel raccontare favole ai figli, marito romantico verso una moglie cui dedica canzoni, cattolico oltre ogni dubbio che prega prima di una strage. La vita di Nick diverrà un incubo. Durata 120 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Frantz – Drammatico. Regia di François Ozon, con Pierre Niney e Paula Beer. All’origine un testo teatrale, cui seguì nel ’32 un film di Lubitsch; oggi l’autore di “8 donne e un mistero” e di “Potiche” riprende il tema sottolineando le pagine del pacifismo. In un piccolo villaggio della Germania appena uscita dalla Grande Guerra, il giovane Adrien si reca in visita alla famiglia del ragazzo del titolo per chiedere a tutti il perdono per la morte che lui stesso ha causato in guerra. Non ne ha il coraggio, ma la presenza della fidanzata del defunto (la Beer è stata premiata a Venezia con il “Mastroianni” per questa interpretazione) lo spingerà verso una confessione: spetterà ad Anna accettare o no un nuovo futuro. Anche un omaggio all’antico bianco e nero. Eccellente la prova degli attori, ma sono soprattutto la delicatezza e l’esattezza che Ozon mette in ogni momento della storia a incantare. Durata 113 minuti. (Nazionale sala 2)

daniel-filmIo, Daniel Blake – Drammatico. Regia di Ken Loach, con Dave Johnson, Hayley Squires, Natalie Ann Jamieson. Un falegname di Newcastle, ormai sessantenne, è costretto un giorno a chiedere un sussidio statale per una grave crisi cardiaca. Il medico gli ha proibito di lavorare e Daniel si ritrova a rivolgersi all’assistenza pubblica, ormai privatizzata, per un riconoscimento di invalidità. La macchina burocratica inglese lo costringerà a cercare lavoro, per aprirgli una lunga strada di umiliazioni e di ricorsi. Ancora un esempio del cinema politico e della rabbia di Loach. Premiato a Cannes con la Palma d’oro. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Eliseo, F.lli Marx sala Groucho, Romano, da venerdì 21 ottobre)

 

inferno-filmInferno – Azione. Regia di Ron Howard, con Tom Hanks, Felicity Jones e Omar Sy. Arrivati alla terza puntata, ormai gli intrighi di Dan Brown, la spettacolarizzazione di Howard e il faccione di Hanks/Robert Langdon, prezioso professore di simbologia ad Harvard che invecchia con saggezza sono una vera garanzia. A tutto questo s’aggiungano le cornici di Firenze Venezia Istanbul, gli enigmi che hanno inizio con la Sala dei Cinquecento e con l’affresco del Vasari, il capolavoro del Poeta, gli amici e i nemici che indossano differenti maschere, un virus letale di cui vorrebbe servirsi un pazzo per dare un taglio netto alla sovrappopolazione: molto, moltissimo materiale perché il pubblico, già prodigo verso il “Codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, corra al cinema. Durata 121 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Chico, Greenwich sala 1 V.O., Ideal, Lux sala 2, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

reacher-filmJack Reacher – Punto di non ritorno – Regia di Edward Zieck, con Tom Cruise e Robert Duvall. Personaggio inventato dallo scrittore Lee Child (il cinema aveva già considerato quattro anni fa “La prova decisiva”), Reacher è un ex maggiore della polizia militare, fuori di ogni inquadramento. Una nuova vicenda, questa volta tra Afghanistan e le gerarchie militari di Washington che hanno affibiato una accusa di spionaggio alla collega Susan Turner, colpevole d’aver messo il naso in certe questioni poco pulite. Durata 118 minuti. (Ideal, Lux sala 3, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Lettere da Berlino – Drammatico. Regia di Vincent Perez, con Emma Thomson, Daniel Bruhl e Brendan Gleeson. Tratto dal romanzo “Ognuno muore solo” di Hans Fallada, viene narrata la vicenda vera di Anna e Otto Hampel e della loro rivolta, silenziosa e pressoché anonima, al regime hitleriano, della loro esecuzione nel 1943. Hanno perso il loro unico figlio sul fronte francese e da quel giorno disseminano per le strade di Berlino cartoline che chiedono ai concittadini di ribellarsi. L’interpretazione di un massiccio Gleason vale da sola il prezzo del biglietto, per il resto una trasposizione diligentemente corretta e poco più. Durata 97 minuti. (Romano sala 2)

 

Mine – Azione. Regia di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, con Harrie Hammer, Tom Cullen e Clint Dyer. Al centro del deserto afghano, il militare Mike Stevens è bloccato, ad un soffio dalla morte: il suo piede sinistro poggia su una mina antiuomo, nessuna possibilità di movimento. Dovrà cercare di sopravvivere, nel fisico e nella mente, in attesa degli artificieri. Durata 106 minuti. (Lux sala 1, The Space, Uci)

 

Il missionario – La preghiera come unica arma – Regia di Marcelo Torcida, con Carlos Cabra e Carlos Echevarria. Juan è un adolescente pieno di rabbia, che mal sopporta i legami con la famiglia. Per la sua voglia di libertà non esita a mettersi nelle mani di spietati narcotrafficanti, precipitando sempre più in una vita dove gli incubi e la dura realtà della droga lo porteranno all’autodistruzione. Durata 90 minuti. (Uci)

 

neruda-filmNeruda – Drammatico. Regia di Pablo Larraìn, con Luis Gnocco, Alfredo Castro e Gael Garcìa Bernal. Il governo di Videla, nel Cile del 1948, incarica un poliziotto di inseguire e catturare lo scrittore Pablo Neruda, in fuga con la moglie. Tra realtà e poesia, un’opera che pone ancora una volta l’attenzione sul talento dell’autore di “Tony Manero”, del “Club” e del prossimo “Jackie”, presentato e premiato a Venezia. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Pay the ghost – Drammatico. Regia di Uli Edel, con Nicholas Cage. La storia di un professore il cui giovane figlio, durante una parata newyorkese di Halloween, scompare. Ad un anno di distanza inizia ad avvertire la presenza del figlio come pure scopre che ogni anno, coincidendo con la ricorrenza, un fantasma assetato di vendetta ricompare per rapire i bambini. Durata 90 minuti. (Uci)

 

Pets – Vita da animali – Animazione. Regia di Chris Renaud e Yarrow Cheney. Dai realizzatori di “Cattivissimo me”, per dare una risposta a quel dubbio più che possibile che può colpire i proprietari di animali: che cosa fanno gli animali domestici quando i padroni sono fuori casa? E inoltre. la tranquillità di un terrier sconvolta dall’arrivo di un enorme cagnone dal pelo arruffato, la vita e le insidie per le stravedi New York, un coniglio feroce che guida un drappello di animali in rivolta, un amore pronto a guidare tutti verso la salvezza. Durata 87 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Piuma – Regia di Roan Johnson, con Luigi Fedele e Blu Yoshimi. Nella vita di Cate e Ferro, alla vigilia della maturità, arriva inattesa una gravidanza che non coinvolge soltanto i diretti interessati ma anche le loro famiglie (quella “normale” del ragazzo, quella decisamente più squinternata di lei), la scuola, il gruppo di amici che hanno già programmato il sacrosanto viaggio dopo gli esami, il lavoro che sarà l’ultimo ad arrivare. In un modo o nell’altro, tra un sentimento di ribellione e uno di responsabilità, i due ragazzi dovranno trascorrere i fatidici nove mesi. Durata 98 minuti. (Eliseo blu, Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

qualcosa-nuovo-filmQualcosa di nuovo – Commedia. Regia di Cristina Comencini, con Paola Cortellesi, Micaela Ramazzati e Edoardo Valdarnini. Lucia e Maria, due amiche da sempre reduci da relazioni con il sesso forte un po’ squinternate e infelici: poi una notte Maria, la più disinvolta, si porta a letto il liceale Luca, appena lasciato dalla fidanzatina, con l’aggiunta che il ragazzo ha alzato troppo il gomito e il mattino successivo scambia Lucia per Maria, costruendo con quest’ultima un rapporto dove davvero l’eros non trova posto. Malintesi, equivoci amatori senza fine. Comencini ha tratto il film dalla sua commedia “La scena”, le interpreti teatrali erano Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti. Durata 93 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Massimo sala 2, The Space, Uci)

 

quando-hai-17-filmQuando hai 17 anni – Commedia drammatica. Regia di André Techiné, con Kacey Mottet Klein, Alexis Loret e Sandrine Kiberlein. Ambientata in Francia, la storia di due ragazzi, l’uno vive con la madre medico (il padre è in missione in Afghanistan, skype è di grande aiuto), l’altro è un magrebino, adottato da una famiglia di agricoltori. Il loro rapporto, all’inizio fatto di ostilità, via via lascerà il posto a sentimenti decisamente diversi. Durata 116 minuti. (Classico)

 

The assassin – Drammatico. Regia di Hou Hsiao-Hsien, con Shu Qi e Chang Chen. Apprezzato esempio di un genere, il wuxia, ovvero il film di cappa e spada, tra tradizione orientale e spirito moderno. Nella Cina del IX secolo, un’epoca di prosperità è minacciata dai governatori della provincia corrotti e ambiziosi. Spetta all’”ordine degli assassini” eliminarli. La giovane Nie Yinniang, abilissima con la spada, dovrà uccidere Tian Ji’an, di cui da sempre è innamorata. Dovrà decidere se far prevalere le ragioni del cuore o quelle della lotta. Al film è stato assegnato il premio per miglior regia a Cannes nel 2015. Durata 120 minuti. (Classico)

 

Le ultime cose – Drammatico. Regia di Irene Dionisio, con Fabrizio Falco e Roberto De Francesco. Una società in epoca di crisi, il Monte di Pietà (a Torino) come crocevia delle debolezze e delle indigenze di uomini e donne, piccoli delinquenti che di quella povertà vogliono profittare. Presentato a Venezia, successo per una documentarista passata qui per la prima volta nella finzione. Durata 85 minuti. (Centrale)

 

La vita possibile – Drammatico. Regia di Ivano De Matteo, con Margherita Buy e Valeria Golino. Una donna fugge con figlio da Roma, vittima della violenza del marito, e raggiunge un’amica single e attrice a Torino. La ricerca di un lavoro, forse una nuova vita, i nuovi incontri cercati o inaspettati, l’accettazione degli altri, gli equilibri ristabiliti. Dall’autore del riuscito “I nostri figli”. Durata 107 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

La verità sta in cielo – Drammatico. Regia di Roberto Faenza, con Riccardo Scamarcio, Maya Sansa e Greta Scarano. Il caso di Emanuela Orlandi, figlia di un funzionario della Città del Vaticano, nato con il rapimento della ragazzine giugno del 1983, le piste e i depistaggi, la Banda della Magliana, la sepoltura di Renatino De Pedis nella chiesa di Sant’Apollinare a Roma, il personaggio reale della sua fidanzata che cinquantenne decide di collaborare con la magistratura, l’indagine cinematografica di una giornalista anglo-italiana sulle tracce di Mafia Capitale. Durata 94 minuti. (Eliseo rosso, Reposi, Romano sala 3)

 

Oggi al cinema

inferno-filmLe trame dei film nei cinema di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

Abel il figlio del vento – Avventura. Regia di Gerardo Olivares e Omar Penker, con Jean Reno, Tobias Moretti e Manuel Camacho. Lukas, orfano di madre, vive tra le montagne del Tirolo e i suoi rapporti con il padre cacciatore non sono certo facili. Un giorno trova un aquilotto, scacciato dal suo nido, proverà a farlo crescere, anche con l’aiuto del guardaboschi Danzer. Durata 98 minuti. (Uci Lingotto)

 

Alla ricerca di Dory – Animazione. Regia di Andrew Stanton e Angus MacLean. Una festa per i piccoli, e non soltanto. A tredici anni dal successo planetario di “Alla ricerca di Nemo”, ecco che oggi è la pesciolina Dory a prendere il sopravvento sulla terna dei protagonisti di un tempo, mentre nuovi caratteri marini s’aggiungono. In una lunga traversata tra Australia e California, Dory cercherà di accettare quella smemoratezza che la perseguita, anche con l’aiuto di vecchie conoscenze, dallo squalo balena Destiny che causa la miopia va a sbattere da ogni parte al polpo Hank, nervoso quanto basta, a Bailey, beluga migliore di tutti. Durata 97 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

posto-filmAl posto tuo – Commedia. Regia di Max Croci, con Luca Argentero, Stefano Fresi e Ambra Angiolini. Luca e Rocco, direttorei creativi di due aziende produttrici di sanitari, il primo bello, single e sciupafemmine, l’altro sempre sovrappeso e sempre a dieta, sposato e con tre figli: quando diverrà effettiva la fusione delle aziende ci sarà posto per uno soltanto di loro. Nell’imminenza, la dirigenza impone che si scambino la vita e i ruoli, famiglie e case, comportamenti e abitudini, per una sola settimana. E il risultato? Durata 90 minuti. (Reposi, Uci)

 

Bad Moms – Mamme molto cattive – Commedia. Regia di Jon Lucas e Scott Moore, con Kristen Bell e Mila Kunis. Moglie e madre, stressata dai doveri della casa e dell’ufficio, intercetta inaspettatamente due nuove amiche con cui condividere in allegria ogni loro responsabilità. Un’evasione tutta al femminile diretta dalla coppia tutta maschile che già aveva inventato l’irriverente “Notte da leoni”. Durata 101 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Bridget Jones’s baby – Commedia. Regia di Sharon Maguire, con Renée Zellweger, Colin Firth e bridegt-filmPatrick Dempsey. Nuova avventura, tra i soliti problemi di peso e il sonno perso per qualche ritocchino di troppo, per l’imbranatissima single ultraquarantenne, portabandiera di una buona parte dell’universo femminile. Scomparso il bel tenebroso Hugh Grant, Bridget si ritrova ancora una volta a fare i conti con l’aristocratico Colin e, nuovo acquisto e rimpiazzo, con il facoltoso Patrick (tirato fuori da “Grey’s Anatomy”), nella speranza di affibbiare un padre al pargolo che è in arrivo. Sembra che si torni al divertimento della prima puntata della serie, quella “del diario” e che si siano abbandonati “i pasticci” davvero enormi del seguito. A tutti i fan, provare per credere. Durata 122 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Ccafe-society-filmafé Society – Commedia. Regia di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carrell e Blake Lively. Bobby, trentenne neyworkese e rampollo di una squinternata famiglia ebraica, dove circolano pure componenti malavitosi, corre a Hollywood per entrare a servizio dello zio, apprezzato agente di divi e divette. Si innamorerà della giovane segretaria di studio. Ma c’è già un altro nel suo cuore e le cose inevitabilmente si ingarbuglieranno. Uno sguardo al vecchio cinema, gli amori, le battute che piovono come se piovesse, tutto secondo i canoni di Woody, giunto bulimicamente al suo 47° film. Durata 97 minuti. (Ambrosio sala 2, Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Chico, Reposi, Romano sala 2, Uci)

 

caffe-filmCaffè – Drammatico. Regia di Cristiano Bortone, con Ennio Fantastichino, Dario Aita e Miriam Dalmazio. Un iracheno, emigrato in Belgio, cui dei teppisti rubano una antica caffettiera d’argento; un giovane barista romano che, licenziato, trova lavoro a Trieste presso un’industria importatrice di caffè; in Cina un manager di successo è incaricato di far ripartire una fabbrica abbandonata, ma l’azione potrebbe essere un pericolo per la popolazione e per le piantagioni di caffè della regione: tre storie, diverse e lontane tra loro, un minimo comune denominatore. Durata 110 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Deepwater – Inferno sull’oceano – Drammatico. Regia di Peter Berg, con Mark Wahlberg, Kate Hudson, John Malkovich e Kurt Russell. Film catastrofico, dove s’alternano con buon ritmo tragedia e analisi dei buoni e cattivi sentimenti, la cronaca crudele della catastrofe ecologica che sei anni fa rivoluzionò il Golfo del Messico, una piattaforma petrolifera, l’avidità dei petrolieri e la denuncia del disastro causato dalla BP, azione e tensione per un grande spettacolo. Durata 94 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

El abrazo de la serpiente – Drammatico. Regia di Ciro Guerra, con Jan Bijovoet e Nilbio Torres. Karamakate, sciamano amazzonico, vive lontano dalla sua gente: un giorno arriverà Evan, etnobotanico americano, alla ricerca di una misteriosa pianta allucinogena. Insieme partiranno per una ricerca che li porterà sino al cuore della foresta. Splendido bianco e nero, premio alla Quinzaine des Réalisateurs dello scorso anno a Cannes. Durata 125 minuti. (Classico V.O.)

 

Escobar – Drammatico. Regia di Andrea Di Stefano, con Benicio del Toro e Josh Hutcherson. Niente di meglio che una vacanza in Colombia per il giovane surfista canadese Rick, in mezzo a onde mozzafiato e lagune da favola. Ancor meglio se arriva l’amore con gli occhi della splendida Maria: finché un giorno la ragazza presenta il suo ragazzo allo zio, che di nome fa Pablo Escobar. Narcotrafficante, capace di far girare politica e economia del suo paese a proprio piacimento, ma anche padre premuroso nel raccontare favole ai figli, marito romantico verso una moglie cui dedica canzoni, cattolico oltre ogni dubbio che prega prima di una strage. La vita di Nick diverrà un incubo. Durata 120 minuti. (Greenwich sala 2)

 

Frantz – Drammatico. Regia di François Ozon, con Pierre Niney e Paula Beer. All’origine un testo teatrale, cui seguì nel ’32 un film di Lubitsch; oggi l’autore di “8 donne e un mistero” e di “Potiche” frantz-filmriprende il tema sottolineando le pagine del pacifismo. In un piccolo villaggio della Germania appena uscita dalla Grande Guerra, il giovane Adrien si reca in visita alla famiglia del ragazzo del titolo per chiedere a tutti il perdono per la morte che lui stesso ha causato in guerra. Non ne ha il coraggio, ma la presenza della fidanzata del defunto (la Beer è stata premiata a Venezia con il “Mastroianni” per questa interpretazione) lo spingerà verso una confessione: spetterà ad Anna accettare o no un nuovo futuro. Anche un omaggio all’antico bianco e nero. Durata 113 minuti. (Nazionale sala 2)

 

 

Go with me – Drammatico. Regia di Daniel Alfredson, con Anthony Hopkins, Julia Stiles e Ray Liotta. Un uomo viene in aiuto di Lilian, una donna che torna a casa nella sua città natale nel Pacifico nordoccidentale e si ritrova pedinata e molestata da un ex poliziotto che opera senza impunità nella piccola comunità ai confini del deserto. Durata 90 minuti. (Lux sala 3, Uci)

 

inferno-filmInferno – Azione. Regia di Ron Howard, con Tom Hanks, Felicity Jones e Omar Sy. Arrivati alla terza puntata, ormai gli intrighi di Dan Brown, la spettacolarizzazione di Howard e il faccione di Hanks/Robert Langdon, prezioso professore di simbologia ad Harvard che invecchia con saggezza sono una vera garanzia. A tutto questo s’aggiungano le cornici di Firenze Venezia Istanbul, gli enigmi che hanno inizio con la Sala dei Cinquecento e con l’affresco del Vasari, il capolavoro del Poeta, gli amici e i nemici che indossano differenti maschere, un virus letale di cui vorrebbe servirsi un pazzo per dare un taglio netto alla sovrappopolazione: molto, moltissimo materiale perché il pubblico, già prodigo verso il “Codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, corra al cinema. Durata 121 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 1 V.O., Ideal, Lux sala 2, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Lettere da Berlino – Drammatico. Regia di Vincent Perez, con Emma Thomson, Daniel Bruhl e Brendan Gleeson. Tratto dal romanzo “Qualcuno muore solo” di Hans Fallada, viene narrata la vicenda vera di Anna e Otto Hampel e della loro rivolta, silenziosa e pressoché anonima, al regime hitleriano, della loro esecuzione nel 1943. Hanno perso il loro unico figlio sul fronte francese e da quel giorno disseminano per le strade di Berlino cartoline che chiedono ai concittadini di ribellarsi. Durata 97 minuti. (Romano sala 1, The Space, Uci)

 

magnifici-filmI magnifici 7 – Western. Regia di Antoine Fuqua, con Denzel Washington, Ethan Hawke e Chris Pratt. Una volta Akira Kurosawa e John Sturges, oggi Fuqua a (ri)raccontarci il mito d’anta, con il magnate senza scrupoli che vuole impossessarsi di un intero villaggio e dell’appetitoso bacino minerario che gli sta intorno, promettendo ai poveri contadini un risarcimento ridicolo o una strage se non accetteranno. Ma qualcuno riuscirà a raccogliere un gruppo di criminali a difesa di uomini e cose. Durata 133 minuti. (Uci)

 

Mine – Azione. Regia di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, con Harrie Hammer, Tom Cullen e Clint Dyer. Al centro del deserto afghano, il militare Mike Stevens è bloccato, ad un soffio dalla morte: il suo piede sinistro poggia su una mina antiuomo, nessuna possibilità di movimento. Dovrà cercare di sopravvivere, nel fisico e nella mente, in attesa degli artificieri. Durata 106 minuti. (Greenwich sala 3, The Space, Uci)

 

neruda-filmNeruda – Drammatico. Regia di Pablo Larraìn, con Luis Gnocco, Alfredo Castro e Gael Garcìa Bernal. Il governo di Videla, nel Cile del 1948, incarica un poliziotto di inseguire e catturare lo scrittore Pablo Neruda, in fuga con la moglie. Tra realtà e poesia, un’opera che pone ancora una volta l’attenzione sul talento dell’autore di “Tony Manero”, del “Club” e del prossimo “Jackie”, presentato e premiato a Venezia. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Pets – Vita da animali – Animazione. Regia di Chris Renaud e Yarrow Cheney. Dai realizzatori di “Cattivissimo me”, per dare una risposta a quel dubbio più che possibile che può colpire i proprietari di animali: che cosa fanno gli animali domestici quando i padroni sono fuori casa? E inoltre. la tranquillità di un terrier sconvolta dall’arrivo di un enorme cagnone dal pelo arruffato, la vita e le insidie per le stravedi New York, un coniglio feroce che guida un drappello di animali in rivolta, un amore pronto a guidare tutti verso la salvezza. Durata 87 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

qualcosa-nuovo-filmQualcosa di nuovo – Commedia. Regia di Cristina Comencini, con Paola Cortellesi, Micaela Ramazzati e Edoardo Valdarnini. Lucia e Maria, due amiche da sempre reduci da relazioni con il sesso forte un po’ squinternate e infelici: poi una notte Maria, la più disinvolta, si porta a letto il liceale Luca, appena lasciato dalla fidanzatina, con l’aggiunta che il ragazzo ha alzato troppo il gomito e il mattino successivo scambia Lucia per Maria, costruendo con quest’ultima un rapporto dove davvero l’eros non trova posto. Malintesi, equivoci amatori senza fine. Comencini ha tratto il film dalla sua commedia “La scena”, le interpreti teatrali erano Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti. Durata 93 minuti. (Massaua, Massimo sala 1, The Space, Uci)

 

Quando hai 17 anni – Commedia drammatica. Regia di André Techiné, con Kacey Mottet Klein, Alexis Loret e Sandrine Kiberlein. Ambientata nel Sud della Francia, la storia di due ragazzi, l’uno vive con la madre medico (il padre è in missione in Afghanistan, skype è di grande aiuto), l’altro è un magrebino, adottato da una famiglia di agricoltori. Il loro rapporto sarà all’inizio fatto di ostilità che via via lasceranno il posto a sentimenti decisamente diversi. Durata 116 minuti. (Massimo sala 2)

 

The assassin – Drammatico. Regia di Hou Hsiao-Hsien, con Shu Qi e Chang Chen. Apprezzato esempio di un genere, il wuxia, ovvero il film di cappa e spada, tra tradizione orientale e spirito moderno. Nella Cina del IX secolo, un’epoca di prosperità è minacciata dai governatori della provincia corrotti e ambiziosi. Spetta all’”ordine degli assassini” eliminarli. La giovane Nie Yinniang, abilissima con la spada, dovrà uccidere Tian Ji’an, di cui da sempre è innamorata. Dovrà decidere se far prevalere le ragioni del cuore o quelle della lotta. Al film è stato assegnato il premio per miglior regia a Cannes nel 2015. Durata 120 minuti. (Classico)

 

Le ultime cose – Drammatico. Regia di Irene Dionisio, con Fabrizio Falco e Roberto De Francesco. Una società in epoca di crisi, il Monte di Pietà (a Torino) come crocevia delle debolezze e delle indigenze di uomini e donne, piccoli delinquenti che di quella povertà vogliono profittare. Presentato a Venezia, successo per una documentarista passata qui per la prima volta nella finzione. Durata 85 minuti. (Centrale)

 

Vado a scuola: il grande giorno – Drammatico. Regia di Pascal Plisson. Dopo il successo di “Vado a scuola”, il regista torna a raccontare i sogni e le speranze attraverso le storie di quattro giovani protagonisti, provenienti dai più disparati angoli del mondo. Per mesi, addirittura per anni, i quattro protagonisti del film aspettano, si preparano e si preoccupano. Sanno che questo giorno cambierà le loro vite per sempre. Durata 86 minuti. (Eliseo blu)

 

La vita possibile – Drammatico. Regia di Ivano De Matteo, con Margherita Buy e Valeria Golino. Una donna fugge con figlio da Roma, vittima della violenza del marito, e raggiunge un’amica single e attrice a Torino. La ricerca di un lavoro, forse una nuova vita, i nuovi incontri cercati o inaspettati, l’accettazione degli altri, gli equilibri ristabiliti. Dall’autore del riuscito “I nostri figli”. Durata 107 minuti. (Ambrosio sala 3)

 cinema sala

La verità sta in cielo – Drammatico. Regia di Roberto Faenza, con Riccardo Scamarcio, Maya Sansa e Greta Scarano. Il caso di Emanuela Orlandi, figlia di un funzionario della Città del Vaticano, nato con il rapimento della ragazzine giugno del 1983, le piste e i depistaggi, la Banda della Magliana, la sepoltura di Renatino De Pedis nella chiesa di Sant’Apollinare a Roma, il personaggio reale della sua fidanzata che cinquantenne decide di collaborare con la magistratura, l’indagine cinematografica di una giornalista anglo-italiana sulle tracce di Mafia Capitale. Durata 94 minuti. (Eliseo rosso, Reposi, Romano sala 3, The Space, Uci)

 

 

Oggi al cinema

Le trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

Abel il figlio del vento – Avventura. Regia di Gerardo Olivares e Omar Penker, con Jean Reno, Tobias Moretti e Manuel Camacho. Lukas, orfano di madre, vive tra le montagne del Tirolo e i suoi rapporti con il padre cacciatore non sono certo facili. Un giorno trova un aquilotto, scacciato dal suo nido, proverà a farlo crescere, anche con l’aiuto del guardaboschi Danzer. Durata 98 minuti. (Greenwich sala 2, Massaua, Uci)

 

Alla ricerca di Dory – Animazione. Regia di Andrew Stanton e Angus MacLean. Una festa per i piccoli, e non soltanto. A tredici anni dal successo planetario di “Alla ricerca di Nemo”, ecco che oggi è la pesciolina Dory a prendere il sopravvento sulla terna dei protagonisti di un tempo, mentre nuovi caratteri marini s’aggiungono. In una lunga traversata tra Australia e California, Dory cercherà di accettare quella smemoratezza che la perseguita, anche con l’aiuto di vecchie conoscenze, dallo squalo balena Destiny che causa la miopia va a sbattere da ogni parte al polpo Hank, nervoso quanto basta, a Bailey, beluga migliore di tutti. Durata 97 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

posto-filmAl posto tuo – Commedia. Regia di Max Croci, con Luca Argentero, Stefano Fresi e Ambra Angiolini. Luca e Rocco, direttorei creativi di due aziende produttrici di sanitari, il primo bello, single e sciupafemmine, l’altro sempre sovrappeso e sempre a dieta, sposato e con tre figli: quando diverrà effettiva la fusione delle aziende ci sarà posto per uno soltanto di loro. Nell’imminenza, la dirigenza impone che si scambino la vita e i ruoli, famiglie e case, comportamenti e abitudini, per una sola settimana. E il risultato? Durata 90 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

ben-hur-filmBen Hur – Storico. Regia di Timur Bekmambetov, con Jack Houston e Morgan Freeman. Ancora una volta sullo schermo – ma il preciso punto di riferimento continua a essere il tocco Kolossal di William Wyler del ’59 con i suoi insuperati 11 Oscar – la vicenda di Giuda Ben Hur, prima amico fraterno e poi acerrimo nemico di Messala, conquistatore romano di Israele. La vita felice, la schiavitù, la sete di vendetta, la corsa delle bighe, i lebbrosi, la crocifissione, un copione tutto conosciuto a memoria ma che forse vale la pena di ripassare, nel bene e nel male. Sullo sfondo, tra l’altro, Matera, set perfetto. Durata 150 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Blair Witch – Horror. Regia di Adam Wingard, con Wes Robinson e Corbin Reid. Un gruppo di ragazzi scomparsi in un bosco, unica testimonianza una videocassetta, amici e parenti che si mettono alla loro ricerca, verità sconosciute e misteri, la presenza vendicativa di una strega che quel bosco lo aveva abitato secoli addietro. Durata 90 minuti. (Uci)

 

bridegt-filmBridget Jones’s baby – Commedia. Regia di Sharon Maguire, con Renée Zellweger, Colin Firth e Patrick Dempsey. Nuova avventura, tra i soliti problemi di peso e il sonno perso per qualche ritocchino di troppo, per l’imbranatissima single ultraquarantenne, portabandiera di una buona parte dell’universo femminile. Scomparso il bel tenebroso Hugh Grant, Bridget si ritrova ancora una volta a fare i conti con l’aristocratico Colin e, nuovo acquisto e rimpiazzo, con il facoltoso Patrick (tirato fuori da “Grey’s Anatomy”), nella speranza di affibbiare un padre al pargolo che è in arrivo. Sembra che si torni al divertimento della prima puntata della serie, quella “del diario” e che si siano abbandonati “i pasticci” davvero enormi del seguito. A tutti i fan, provare per credere. Durata 122 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Café Society – Commedia. Regia di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carrell e Blake Lively. Bobby, trentenne neyworkese e rampollo di una squinternata famiglia ebraica, dove circolano pure componenti malavitosi, corre a Hollywood per entrare a servizio dello zio, apprezzato agente di divi e divette. Si innamorerà della giovane segretaria di studio. Ma c’è già un altro nel suo cuore e le cose inevitabilmente si ingarbuglieranno. Uno sguardo al vecchio cinema, gli amori, le battute che piovono come se piovesse, tutto secondo i canoni di Woody, giunto bulimicamente al suo 47° film. Durata 97 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Harpo, Reposi, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Deepwater – Inferno sull’oceano – Drammatico. Regia di Peter Berg, con Mark Wahlberg, Kate Hudson, John Malkovich e Kurt Russell. Film catastrofico, dove s’alternano con buon ritmo tragedia e analisi dei buoni e cattivi sentimenti, la cronaca crudele della catastrofe ecologica che sei anni fa rivoluzionò il Golfo del Messico, una piattaforma petrolifera, l’avidità dei petrolieri e la denuncia del disastro causato dalla BP, azione e tensione per un grande spettacolo. Durata 94 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Domani – Documentario. Diretto e interpretato da Cyril Dion e Melanie Laurent. Uno studio del 2012 da parte della rivista “Nature” ribadiva che il nostro pianeta non può più sostenere lo sfruttamento delle proprie risorse e minaccia la possibile estinzione del genere umano entro il 2100: la coppia di registi/attori hanno compiuto un viaggio in dieci diversi paesi per capire quanto questa minaccia sia veramente possibile. Durata 118 minuti. (Greenwich sala 3)

 

El abrazo de la serpiente – Drammatico. Regia di Ciro Guerra, con Jan Bijovoet e Nilbio Torres. Karamakate, sciamano amazzonico, vive lontano dalla sua gente: un giorno arriverà Evan, etnobotanico americano, alla ricerca di una misteriosa pianta allucinogena. Insieme partiranno per una ricerca che li porterà sino al cuore della foresta. Splendido bianco e nero, premio alla Quinzaine des Réalisateurs dello scorso anno a Cannes. Durata 125 minuti. (Classico V.O.)

 

Escobar – Drammatico. Regia di Andrea Di Stefano, con Benicio del Toro e Josh Hutcherson. Niente di meglio che una vacanza in Colombia per il giovane surfista canadese Rick, in mezzo a onde mozzafiato e lagune da favola. Ancor meglio se arriva l’amore con gli occhi della splendida Maria: finché un giorno la ragazza presenta il suo ragazzo allo zio, che di nome fa Pablo Escobar. Narcotrafficante, capace di far girare politica e economia del suo paese a proprio piacimento, ma anche padre premuroso nel raccontare favole ai figli, marito romantico verso una moglie cui dedica canzoni, cattolico oltre ogni dubbio che prega prima di una strage. La vita di Nick diverrà un incubo. Durata 120 minuti. (Romano sala 3)

 

L’estate addosso – Commedia. Regia di Gabriele Muccino, con Brando Pacitto, Joseph Haro, film-estateMatilda Lutz e Taylor Frey. Anni Novanta. Con l’aiuto delle note e delle parole soprattutto di Jovanotti, all’indomani della maturità, i giovani Maria e Marco, antipaticissimi l’uno all’altra, si ritrovano a viaggiare insieme alla volta di San Francisco. Lì incontreranno ad attenderli Matt e Paul, coppia gay: con loro scopriranno la loro giovinezza, fatta di pregiudizi e di inaspettati innamoramenti. Durata 103 minuti. (Uci)

 

Frantz – Drammatico. Regia di François Ozon, con Pierre Niney e Paula Beer. All’origine un testo teatrale, cui seguì nel ’32 un film di Lubitsch; oggi l’autore di “8 donne e un mistero” e di “Potiche” riprende il tema sottolineando le pagine del pacifismo. In un piccolo villaggio della Germania appena uscita dalla Grande Guerra, il giovane Adrien si reca in visita alla famiglia del ragazzo del titolo per chiedere a tutti il perdono per la morte che lui stesso ha causato in guerra. Non ne ha il coraggio, ma la presenza della fidanzata del defunto (la Beer è stata premiata a Venezia con il “Mastroianni” per questa interpretazione) lo spingerà verso una confessione: spetterà ad Anna accettare o no un nuovo futuro. Anche un omaggio all’antico bianco e nero. Durata 113 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Indivisibili – Drammatico. Regia di Edoardo De Angelis, con Angela e Marianna Fontana e con Peppe Servillo. Nel paesaggio desolato, fisicamente e moralmente, di Castelvolturno e della Terra dei Fuochi, due sorelle, Viola e Daisy, siamesi, si esibiscono a matrimoni e a feste di paese, con buon sostentamento della famiglia. La prima più passiva, la seconda capace di far crescere dentro di sé grossi desideri: quando un medico dirà che un’operazione è possibile a renderle libere e autonome, anche Viola si lascerà trasportare dai sogni. Durata 96 minuti. (Massimo sala 2, Uci)

 

Io prima di te – Commedia (tra sospiri e lacrime). Regia di Thea Sharrock, con Sam Caflin e Emilia Clarke. Sospiri e lacrime, ovvero preparate i fazzoletti. Ovvero siamo di fronte a uno di quei soggetti che senza tema di smentita scottano e molto. Alla radice il romanzo scritto (furbescamente?) da Jojo Moyes, bestseller per cuori d’antan o forse giustamente più sensibili. Lei, di famiglia modesta, carattere splendidamente esuberante, lui biondo ricco bellone manager, su sedia a rotelle a seguito di tragico incidente. Saprà lei ridargli un po’ di felicità e magari distoglierlo da pensieri che proprio non collimano con quelli di una vita normale? Il tocco della regista non scivola sul versante strappalacrime nella parte finale: e questo è già un grosso suo merito. Il pubblico, da che parte si schiererà? Apertissimo un dibattito mi piace/non mi piace. Durata 110 minuti. (Ideal, Uci)

 

magnifici-filmI magnifici 7 – Western. Regia di Antoine Fuqua, con Denzel Washington, Ethan Hawke e Chris Pratt. Una volta Akira Kurosawa e John Sturges, oggi Fuqua a (ri)raccontarci il mito d’anta, con il magnate senza scrupoli che vuole impossessarsi di un intero villaggio e dell’appetitoso bacino minerario che gli sta intorno, promettendo ai poveri contadini un risarcimento ridicolo o una strage se non accetteranno. Ma qualcuno riuscirà a raccogliere un gruppo di criminali a difesa di uomini e cose. Durata 133 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

Ma Loute – Commedia. Regia di Bruno Dumont, con Fabrice Luchini, Valeria Bruni Tedeschi e Juliette Binoche. Nella Francia del 1910, due ragazzi intrecciano una storia d’amore che sconvolgerà le rispettive famiglie, i Bréfort (traghettatori) e i Van Petegem (ricchi borghesi degenerati): il tutto mentre un ispettore di polizia e il suo assistente indagano su alcune misteriose sparizioni. Durata 122 minuti. (Classico)

 

Mine – Azione. Regia di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, con Harrie Hammer, Tom Cullen e Clint Dyer. Al centro del deserto afghano, il militare Mike Stevens è bloccato, ad un soffio dalla morte: il suo piede sinistro poggia su una mina antiuomo, nessuna possibilità di movimento. Dovrà cercare di sopravvivere, nel fisico e nella mente, in attesa degli artificieri. Durata 106 minuti. (Greenwich sala 1 V.O., Lux sala 3, Massaua, The Space, Uci)

 

Pets – Vita da animali – Animazione. Regia di Chris Renaud e Yarrow Cheney. Dai realizzatori di “Cattivissimo me”, per dare una risposta a quel dubbio più che possibile che può colpire i proprietari di animali: che cosa fanno gli animali domestici quando i padroni sono fuori casa? E inoltre. la tranquillità di un terrier sconvolta dall’arrivo di un enorme cagnone dal pelo arruffato, la vita e le insidie per le stravedi New York, un coniglio feroce che guida un drappello di animali in rivolta, un amore pronto a guidare tutti verso la salvezza. Durata 87 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

quando-hai-17-filmQuando hai 17 anni – Commedia drammatica. Regia di André Techiné, con Kacey Mottet Klein, Alexis Loret e Sandrine Kiberlein. Ambientata nel Sud della Francia, la storia di due ragazzi, l’uno vive con la madre medico (il padre è in missione in Afghanistan, skype è di grande aiuto), l’altro è un magrebino, adottato da una famiglia di agricoltori. Il loro rapporto sarà all’inizio fatto di ostilità che via via lasceranno il posto a sentimenti decisamente diversi. Durata 116 minuti. (Massimo sala 1)

 

sogno-francesco-filmIl sogno di Francesco – Drammatico. Regia di Renaud Fely e Artaud Louvet, con Elio Germano, Jérémie Renier e Alba Rohrwacher. Dopo il rifiuto di Innocenzo III ad approvare la regola che il Santo d’Assisi gli aveva presentato, ecco che all’interno del gruppo di frati si fa strada una differente visione: Francesco vorrebbe ribadire il proprio “pauperismo” e mantenere quella intransigenza che sin dall’inizio è stata la sua regola, l’amico Elia auspica un compromesso che spiani la strada ad un immediato assenso da parte del Pontefice. Durata 88 minuti. (Ambrosio sala 2, Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Se permetti non parlarmi di bambini – Commedia. Regia di Ariel Winograd, con Maribek Verdù e Diego Peretti. Un padre separato e tutto il suo amore per la figlioletta: peccato che la nuova fiamma non voglia proprio sentire di prole. Non rimarrà che nascondere l’esistenza della piccola alla nuova intrusa. Un successo del cinema argentino. Durata 110 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

The assassin – Drammatico. Regia di Hou Hsiao-Hsien, con Shu Qi e Chang Chen. Apprezzato esempio di un genere, il wuxia, ovvero il film di cappa e spada, tra tradizione orientale e spirito moderno. Nella Cina del IX secolo, un’epoca di prosperità è minacciata dai governatori della provincia corrotti e ambiziosi. Spetta all’”ordine degli assassini” eliminarli. La giovane Nie Yinniang, abilissima con la spada, dovrà uccidere Tian Ji’an, di cui da sempre è innamorata. Dovrà decidere se far prevalere le ragioni del cuore o quelle della lotta. Al film è stato assegnato il premio per miglior regia a Cannes nel 2015. Durata 120 minuti. (Classico)

 

film-trafficantiTrafficanti – Commedia. Regia di Todd Philips, con Jonah Hill e Miles Teller. Il regista della fortunatissima terna di “Una notte da leoni” mantiene anche in quest’ultima opera tutto il divertimento di buone radici goliardiche che l’hanno reso celebre. Qui aggiunge inoltre una buona amarezza “seriosa”, facendo incontrare, durante un funerale, due vecchi amici. L’uno, dall’avvenire ottimamente avviato, spingerà l’altro ad entrare in quel mercato delle armi – con contratti a suon di dollari con il Pentagono – che si prospetta quantomai fortunato e che vede i propri redditizi panorami in Iraq, Albania e Afghanistan. Da una storia vera. Durata 114 minuti. (Uci)

 

Le ultime cose – Drammatico. Regia di Irene Dionisio, con Fabrizio Falco e Roberto De Francesco. Una società in epoca di crisi, il Monte di Pietà (a Torino) come crocevia delle debolezze e delle indigenze di uomini e donne, piccoli delinquenti che di quella povertà vogliono profittare. Presentato a Venezia, successo per una documentarista passata qui per la prima volta nella finzione. Durata 85 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

La vita possibile – Drammatico. Regia di Ivano De Matteo, con Margherita Buy e Valeria Golino. Una donna fugge con figlio da Roma, vittima della violenza del marito, e raggiunge un’amica single e attrice a Torino. La ricerca di un lavoro, forse una nuova vita, i nuovi incontri cercati o inaspettati, l’accettazione degli altri, gli equilibri ristabiliti. Dall’autore del riuscito “I nostri figli”. Durata 107 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Rosso)

 

verita-filmLa verità sta in cielo – Drammatico. Regia di Roberto Faenza, con Riccardo Scamarcio, Maya Sansa e Greta Scarano. Il caso di Emanuela Orlandi, figlia di un funzionario della Città del Vaticano, nato con il rapimento della ragazzine giugno del 1983, le piste e i depistaggi, la Banda della Magliana, la sepoltura di Renatino De Pedis nella chiesa di Sant’Apollinare a Roma, il personaggio reale della sua fidanzata che cinquantenne decide di collaborare con la magistratura, l’indagine cinematografica di una giornalista anglo-italiana sulle tracce di Mafia Capitale. Durata 94 minuti. (Eliseo blu, Reposi, Romano sala 1, The Space, Uci)

 

Un padre, una figlia – Drammatico. Regia di Cristian Mungiu, con Adrian Titieni e Maria-Victoria Dragus. Premio alla regia al Festival di Cannes nel maggio scorso. Qui, nella Romania di oggi, narra di Eliza, brillante negli studi, e di suo padre, medico di sani principi in una piccola città, certo del successo di lei sino a spingerla a frequentare una prestigiosa università inglese. Ma nelle ore che precedono l’esame di maturità la ragazza subisce un’aggressione. Durata 128 minuti. (Nazionale sala 2)

Oggi al cinema

film cinemaLe trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

Abel il figlio del vento – Avventura. Regia di Gerardo Olivares e Omar Penker, con Jean Reno, Tobias Moretti e Manuel Camacho. Lukas, orfano di madre, vive tra le montagne del Tirolo e i suoi rapporti con il padre cacciatore non sono certo facili. Un giorno trova un aquilotto, scacciato dal suo nido, proverà a farlo crescere, anche con l’aiuto del guardaboschi Danzer. Durata 98 minuti. (Massaua, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Alla ricerca di Dory – Animazione. Regia di Andrew Stanton e Angus MacLean. Una festa per i piccoli, e non soltanto. A tredici anni dal successo planetario di “Alla ricerca di Nemo”, ecco che oggi è la pesciolina Dory a prendere il sopravvento sulla terna dei protagonisti di un tempo, mentre nuovi caratteri marini s’aggiungono. In una lunga traversata tra Australia e California, Dory cercherà di accettare quella smemoratezza che la perseguita, anche con l’aiuto di vecchie conoscenze, dallo squalo balena Destiny che causa la miopia va a sbattere da ogni parte al polpo Hank, nervoso quanto basta, a Bailey, beluga migliore di tutti. Durata 97 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, Ideal, Lux sala 2, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

posto-filmAl posto tuo – Commedia. Regia di Max Croci, con Luca Argentero, Stefano Fresi e Ambra Angiolini. Luca e Rocco, direttorei creativi di due aziende produttrici di sanitari, il primo bello, single e sciupafemmine, l’altro sempre sovrappeso e sempre a dieta, sposato e con tre figli: quando diverrà effettiva la fusione delle aziende ci sarà posto per uno soltanto di loro. Nell’imminenza, la dirigenza impone che si scambino la vita e i ruoli, famiglie e case, comportamenti e abitudini, per una sola settimana. E il risultato? Durata 90 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

ben-hur-filmBen Hur – Storico. Regia di Timur Bekmambetov, con Jack Houston e Morgan Freeman. Ancora una volta sullo schermo – ma il preciso punto di riferimento continua a essere il tocco Kolossal di William Wyler del ’59 con i suoi insuperati 11 Oscar – la vicenda di Giuda Ben Hur, prima amico fraterno e poi acerrimo nemico di Messala, conquistatore romano di Israele. La vita felice, la schiavitù, la sete di vendetta, la corsa delle bighe, i lebbrosi, la crocifissione, un copione tutto conosciuto a memoria ma che forse vale la pena di ripassare, nel bene e nel male. Sullo sfondo, tra l’altro, Matera, set perfetto. Durata 150 minuti. Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Blair Witch – Horror. Regia di Adam Wingard, con Wes Robinson e Corbin Reid. Un gruppo di ragazzi scomparsi in un bosco, unica testimonianza una videocassetta, amici e parenti che si mettono alla loro ricerca, verità sconosciute e misteri, la presenza vendicativa di una strega che quel bosco lo aveva abitato secoli addietro. Durata 90 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Bridget Jones’s baby – Commedia. Regia di Sharon Maguire, con Renée Zellweger, Colin Firth e Patrick Dempsey. Nuova avventura, tra i soliti problemi di peso e il sonno perso per qualche ritocchino di troppo, per l’imbranatissima single ultraquarantenne, portabandiera di una buona parte dell’universo femminile. Scomparso il bel tenebroso Hugh Grant, Bridget si ritrova ancora una volta a fare i conti con l’aristocratico Colin e, nuovo acquisto e rimpiazzo, con il facoltoso Patrick (tirato fuori da “Grey’s Anatomy”), nella speranza di affibbiare un padre al pargolo che è in arrivo. Sembra che si torni al divertimento della prima puntata della serie, quella “del diario” e che si siano abbandonati “i pasticci” davvero enormi del seguito. A tutti i fan, provare per credere. Durata 122 minuti. (Greenwich sala 1 V.O., Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

cafe-society-filmCafé Society – Commedia. Regia di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carrell e Blake Lively. Bobby, trentenne neyworkese e rampollo di una squinternata famiglia ebraica, dove circolano pure componenti malavitosi, corre a Hollywood per entrare a servizio dello zio, apprezzato agente di divi e divette. Si innamorerà della giovane segretaria di studio. Ma c’è già un altro nel suo cuore e le cose inevitabilmente si ingarbuglieranno. Uno sguardo al vecchio cinema, gli amori, le battute che piovono come se piovesse, tutto secondo i canoni di Woody, giunto bulimicamente al suo 47° film. Durata 97 minuti. (Ambrosio, Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala2, The Space, Uci)

 

El abrazo de la serpiente – Drammatico. Regia di Ciro Guerra, con Jan Bijovoet e Nilbio Torres. Karamakate, sciamano amazzonico, vive lontano dalla sua gente: un giorno arriverà Evan, etnobotanico americano, alla ricerca di una misteriosa pianta allucinogena. Insieme partiranno per una ricerca che li porterà sino al cuore della foresta. Splendido bianco e nero, premio alla Quinzaine des Réalisateurs dello scorso anno a Cannes. Durata 125 minuti. (Classico V.O.)

 

L’era glaciale: in rotta di collisione – Animazione. Regia di Mike Thurmeier e Galen T. Chu. Scordatevi la teoria del Big Bang. L’origine dell’universo è merito della ghianda dello scoiattolo-topo Scrat, causa di una cascata di meteoriti sul nostro pianeta. A salvare la situazione ci penseranno gli amici Sid, Manny, Diego e il resto del branco, tutti in fuga verso Geotopia. Durata 100 minuti. (Uci)

 

Escobar – Drammatico. Regia di Andrea Di Stefano, con Benicio del Toro e Josh Hutcherson. Niente di meglio che una vacanza in Colombia per il giovane surfista canadese Rick, in mezzo a onde mozzafiato e lagune da favola. Ancor meglio se arriva l’amore con gli occhi della splendida Maria: finché un giorno la ragazza presenta il suo ragazzo allo zio, che di nome fa Pablo Escobar. Narcotrafficante, capace di far girare politica e economia del suo paese a proprio piacimento, ma anche padre premuroso nel raccontare favole ai figli, marito romantico verso una moglie cui dedica canzoni, cattolico oltre ogni dubbio che prega prima di una strage. La vita di Nick diverrà un incubo. Durata 120 minuti. (Romano sala 1)

 cinema sala

L’estate addosso – Commedia. Regia di Gabriele Muccino, con Brando Pacitto, Joseph Haro, Matilda Lutz e Taylor Frey. Anni Novanta. Con l’aiuto delle note e delle parole soprattutto di Jovanotti, all’indomani della maturità, i giovani Maria e Marco, antipaticissimi l’uno all’altra, si ritrovano a viaggiare insieme alla volta di San Francisco. Lì incontreranno ad attenderli Matt e Paul, coppia gay: con loro scopriranno la loro giovinezza, fatta di pregiudizi e di inaspettati innamoramenti. Durata 103 minuti. (Uci)

 

Frantz – Drammatico. Regia di François Ozon, con Pierre Niney e Paula Beer. All’origine un testo teatrale, cui seguì nel ’32 un film di Lubitsch; oggi l’autore di “8 donne e un mistero” e di “Potiche” riprende il tema sottolineando le pagine del pacifismo. In un piccolo villaggio della Germania appena uscita dalla Grande Guerra, il giovane Adrien si reca in visita alla famiglia del ragazzo del titolo per chiedere a tutti il perdono per la morte che lui stesso ha causato in guerra. Non ne ha il coraggio, ma la presenza della fidanzata del defunto (la Beer è stata premiata a Venezia con il “Mastroianni” per questa interpretazione) lo spingerà verso una confessione: spetterà ad Anna accettare o no un nuovo futuro. Anche un omaggio all’antico bianco e nero. Durata 113 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Nazionale sala 1, Uci)

 

Indivisibili – Drammatico. Regia di Edoardo De Angelis, con Angela e Marianna Fontana e con Peppe Servillo. Nel paesaggio desolato, fisicamente e moralmente, di Castelvolturno e della Terra dei Fuochi, due sorelle, Viola e Daisy, siamesi, si esibiscono a matrimoni e a feste di paese, con buon sostentamento della famiglia. La prima più passiva, la seconda capace di far crescere dentro di sé grossi desideri: quando un medico dirà che un’operazione è possibile a renderle libere e autonome, anche Viola si lascerà trasportare dai sogni. Durata 96 minuti. (Eliseo blu, Massimo sala 1, Uci)

 

Io prima di te – Commedia (tra sospiri e lacrime). Regia di Thea Sharrock, con Sam Caflin e Emilia Clarke. Sospiri e lacrime, ovvero preparate i fazzoletti. Ovvero siamo di fronte a uno di quei soggetti che senza tema di smentita scottano e molto. Alla radice il romanzo scritto (furbescamente?) da Jojo Moyes, bestseller per cuori d’antan o forse giustamente più sensibili. Lei, di famiglia modesta, carattere splendidamente esuberante, lui biondo ricco bellone manager, su sedia a rotelle a seguito di tragico incidente. Saprà lei ridargli un po’ di felicità e magari distoglierlo da pensieri che proprio non collimano con quelli di una vita normale? Una buona chiave per i giovani attori che aspirano al successo. E il pubblico, da che parte si schiererà? Apertissimo un dibattito mi piace/non mi piace. Durata 110 minuti. (Ideal, Uci)

 

film jasonJason Bourne – Azione. Regia di Paul Greengrass, con Matt Damon, Alicia Vikander, Vincent Cassel, Tommy Lee Jones. A dirigere chi, per la “vicenda Bourne”, ha già retto con la solida professionalità i precedenti “Supremacy” e “Ultimatum”: il che è una sicurezza. Un Damon sempre alla ricerca della propria memoria, con tra le mani questa volta dei file che potrebbero in qualche modo spiegargli la morte violenta del padre. Menzogne e mezze verità, perfidi dirigenti della CIA e un immancabile killer che ha la feroce ruvidezza di Cassel, un’ambigua agente dei Servizi Segreti in vena di far carriera, che ha i tratti un po’ spenti della nuova star Wikander, pronta a lasciare aperta la porta che fa ben sperare in altra/e avventura/e. Forse spiace, nel divertimento generale e nel caos che ne deriva, che Greengrass e sceneggiatori abbiano privilegiata la grancassa e abbiano messo la sordina al disordine mentale e interiore del protagonista. Durata 123 minuti. (Ideal)

 

I magnifici 7 – Western. Regia di Antoine Fuqua, con Denzel Washington, Ethan Hawke e Chris Pratt. Una volta Akira Kurosawa e John Sturges, oggi Fuqua a (ri)raccontarci il mito d’anta, con il magnate senza scrupoli che vuole impossessarsi di un intero villaggio e dell’appetitoso bacino minerario che gli sta intorno, promettendo ai poveri contadini un risarcimento ridicolo o una strage se non accetteranno. Ma qualcuno riuscirà a raccogliere un gruppo di criminali a difesa di uomini e cose. Durata 133 minuti. (Greenwich sala 1 V.O., Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Questi giorni – Drammatico. Regia di Giuseppe Piccioni, con Margherita Buy, Filippo Timi, Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina Le Caselle e Marta Gastini. In una città di provincia, le sensazioni, l’amicizia, le abitudini di quattro universitarie. Una nuova occasione, ancora una volta il tema del viaggio, per stare insieme, una di loro deve andare a Belgrado per una proposta di lavoro. Forse è il momento di lasciar affiorare quei segreti che sino ad ora sono rimasti nascosti. In concorso alla Mostra di Venezia. Durata 120 minuti. (Romano sala 3)

 

sde-permetti-filmSe permetti non parlarmi di bambini – Commedia. Regia di Ariel Winograd, con Maribek Verdù e Diego Peretti. Un padre separato e tutto il suo amore per la figlioletta: peccato che la nuova fiamma non voglia proprio sentire di prole. Non rimarrà che nascondere l’esistenza della piccola alla nuova intrusa. Un successo del cinema argentino. Durata 110 minuti. (Ambrosio sala 2, Uci)

 

The assassin – Drammatico. Regia di Hou Hsiao-Hsien, con Shu Qi e Chang Chen. Apprezzato esempio di un genere, il wuxia, ovvero il film di cappa e spada, tra tradizione orientale e spirito moderno. Nella Cina del IX secolo, un’epoca di prosperità è minacciata dai governatori della provincia corrotti e ambiziosi. Spetta all’”ordine degli assassini” eliminarli. La giovane Nie Yinniang, abilissima con la spada, dovrà uccidere Tian Ji’an, di cui da sempre è innamorata. Dovrà decidere se far prevalere le ragioni del cuore o quelle della lotta. Al film è stato assegnato il premio per miglior regia a Cannes nel 2015. Durata 120 minuti. (Classico)

 

film-trafficantiTrafficanti – Commedia. Regia di Todd Philips, con Jonah Hill e Miles Teller. Il regista della fortunatissima terna di “Una notte da leoni” mantiene anche in quest’ultima opera tutto il divertimento di buone radici goliardiche che l’hanno reso celebre. Qui aggiunge inoltre una buona amarezza “seriosa”, facendo incontrare, durante un funerale, due vecchi amici. L’uno, dall’avvenire ottimamente avviato, spingerà l’altro ad entrare in quel mercato delle armi – con contratti a suon di dollari con il Pentagono – che si prospetta quantomai fortunato e che vede i propri redditizi panorami in Iraq, Albania e Afghanistan. Da una storia vera. Durata 114 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Le ultime cose – Drammatico. Regia di Irene Dionisio, con Fabrizio Falco e Roberto De Francesco. Una società in epoca di crisi, il Monte di Pietà (a Torino) come crocevia delle debolezze e delle indigenze di uomini e donne, piccoli delinquenti che di quella povertà vogliono profittare. Presentato a Venezia, successo per una documentarista passata qui per la prima volta nella finzione. Durata 85 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

La vita possibile – Drammatico. Regia di Ivano De Matteo, con Margherita Buy e Valeria Golino. Una donna fugge con figlio da Roma, vittima della violenza del marito, e raggiunge un’amica single e attrice a Torino. La ricerca di un lavoro, forse una nuova vita, i nuovi incontri cercati o inaspettati, l’accettazione degli altri, gli equilibri ristabiliti. Dall’autore del riuscito “I nostri figli”. Durata 107 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Rosso, Massimo sala 2)

 

Un padre, una figlia – Drammatico. Regia di Cristian Mungiu, con Adrian Titieni e Maria-Victoria Dragus. Premio alla regia al Festival di Cannes nel maggio scorso. Qui, nella Romania di oggi, narra di Eliza, brillante negli studi, e di suo padre, medico di sani principi in una piccola città, certo del successo di lei sino a spingerla a frequentare una prestigiosa università inglese. Ma nelle ore che precedono l’esame di maturità la ragazza subisce un’aggressione. Durata 128 minuti. (Nazionale sala 2)