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La Scuola di Cucina Lorenzo De’ Medici approda al nuovo Mercato Centrale di Torino

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Per tutti gli amanti del cibo un’esperienza nuova, coinvolgente e innovativa

Da quest’anno la Scuola di Cucina Lorenzo de Medici, prima scuola del Mercato Centrale di Firenze ha deciso di porre le sue radici anche all’interno del nuovo Mercato Centrale di Torino, per poter così offrire a tutti gli amanti del cibo un’esperienza nuova, coinvolgente e innovativa avvicinando il pubblico torinese anche ai sapori della calda cucina toscana.

 

La Scuola di Cucina Lorenzo De’ Medici, nasce dalla costola dell’Istituto Lorenzo De’ Medici, fondato quarantasei anni fa a Firenze, oggi punto saldo e autorevole nel panorama dell’istruzione universitaria internazionale, che ospita ogni anno circa tremila studenti provenienti da oltre cento paesi. Ponte vivo tra contesti, lingue e background molteplici, l’istituto rappresenta un luogo di incontro, di crescita, di ritrovo e soprattutto di scoperta. Uno dei suoi obiettivi cardine è quello di incoraggiare e promuovere il contatto con il territorio, sottolineando l’aspetto italiano e locale e facendolo dialogare -all’interno dei vari insegnamenti che propone- con istanze di portata mondiale.

 

L’iniziale offerta dell’Istituto Lorenzo De’ Medici è stata incentrata principalmente su corsi di lingua, letteratura e cultura italiana, utilizzati come massimo veicolo di espressione culturale e fin da subito pienamente integrati all’interno di tutte le attività svolte dalla scuola. Nel corso del tempo si sono affiancati anche corsi nell’ambito delle scienze umane, del restauro, del business, della comunicazione e del marketing, dell’oreficeria, del graphic design, del fashion design, dell’interior e del product design, fino al compimento e alla realizzazione di una vera e propria scuola di cucina volta a trasmettere -sempre attraverso l’arte della comunicazione- le basi, ma soprattutto la passione per le tradizioni gastronomiche e culinarie del nostro Paese.

 

Sono proprio le capacità di intuire e valorizzare le risorse dell’Italia e della nostra cultura (in particolare della regione Toscana) e l’amore per la storia del nostro Paese e per i suoi meravigliosi saperi -e sapori- antichi e artigianali, che hanno accompagnato e guidato tutte le scelte dell’Istituto nelle persone di Fabrizio e Carla Guarducci: ultima fra tutte quella di creare (così come già a Firenze) un’altra Scuola di Cucina all’interno del nuovo Mercato Centrale di Torino, nella splendida cornice del Centro Palatino, inserito nel quartiere storico di Porta Palazzo, una zona attualmente in piena riqualificazione.

 

Attraverso corsi unici nel loro genere e a stretto contatto con veri e propri “Artigiani del Gusto”, la Scuola di Cucina Lorenzo De’ Medici, si pone l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo, della cultura e della tradizione nonché della formazione che si può ricevere attraverso questo potente mezzo di comunicazione che è la cucina e tutto il suo universo.

 

Sono infatti proprio le materie prime ed i loro produttori ad entrare in maniera consistente all’interno dei corsi di cucina, a Firenze, come a Torino. Tutti coloro che prenderanno parte ai diversi corsi, avranno modo di apprendere -grazie anche al diretto contatto con il Mercato Centrale e ai suoi produttori- i procedimenti, l’attenzione per la qualità di ogni singolo ingrediente utilizzato, fino ad arrivare a conoscere nella sua più completa totalità, il prodotto più sano e genuino.

 

L’offerta formativa è pensata per raccontare e insegnare a tutti gli amanti e agli appassionati del buon cibo, un nuovo stile di vita che ponga al centro il gusto e la passione, la genuinità dei prodotti, la convivialità dello stare insieme e la comunicazione dei nostri chef. Una filosofia volta a conquistare le persone e che permetta a tutti di appassionarsi e apprezzare il cibo in modo differente, acquisendo una diversa consapevolezza alimentare che rimarrà anche dopo la fine di ogni singolo percorso formativo.

Frequentare un corso organizzato dalla Scuola di Cucina Lorenzo De’ Medici significa quindi vivere un’esperienza unica nel suo genere grazie soprattutto alla grande professionalità dell’insegnamento e alla sede prestigiosa e innovativa quale è quella del Mercato Centrale, a stretto contatto con le materie prime ed i produttori, veri artigiani del gusto e fonte inesauribile di ispirazione e di cultura dei sapori. Lo scenario del Mercato Centrale offre infatti la possibilità di iniziare il percorso didattico a diretto contatto con i produttori presenti che collaborano nell’insegnare a comunicare l’attenzione per le grandi materie prime, attraverso l’olfatto, la vista, il tatto, l’assaggio ed i rapporti che si instaurano con i consumatori, finalmente messi l’uno di fronte all’altro, in una comunicazione costruttiva di valori, di tradizioni e di storia italiana e regionale.

I corsi della scuola sono tenuti da chef professionisti in una cucina altamente tecnologica designed by 

Arclinea ed equipaggiata con elettrodomestici dalle prestazioni professionali firmati Franke. Le otto postazioni (che ospitano ciascuna due persone) sono attrezzate con strumentazioni innovative e prodotti di ultima generazione che grazie all’eccellenza qualitativa e funzionale assicurata da Franke supporteranno gli aspiranti chef in tutte le operazioni di preparazione dei piatti: lavelli in acciaio inox, miscelatori, piani cottura a induzione, forni ad alto risparmio energetico e microonde, nonché tablet e accessori completi a disposizione di ciascun allievo.

 

Proprio per sottolineare l’importanza e lo stretto legame tra la scuola e il “buon cibo”, durante ogni corso verrà data attenzione ai prodotti di qualità, approfondendo i processi di produzione, gli aspetti e le proprietà nutritive di ogni singolo alimento utilizzato. La cultura della materia prima e l’alta professionalità degli chef della scuola offriranno un’esperienza completa e unica agli allievi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sarà possibile seguire ogni singola fase delle ricette, dalla preparazione fino alla realizzazione dell’impiattamento. L’assaggio finale e la degust

azione dei piatti preparati saranno l’occasione ideale per confrontarsi e commentare insieme i risultati ottenuti intorno al tavolo dello chef.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La linea guida di tutta l’offerta formativa della scuola di cucina è di trasmettere, al di là delle nozioni tecniche e delle abilità manuali nella preparazione dei piatti, un modo di essere, uno stile di vita che si concentra anche sui rapporti umani, vivendo veri e propri momenti di approfondimento gastronomico, volti anche alla scoperta di aneddoti e curiosità sui sapori e sulle tradizioni della cultura regionale e nazionale. Per ottenere questo risultato è indispensabile avere prima di tutto una consapevolezza alimentare, spesso data erroneamente per scontata: imparare ad apprezzare e gustare i cibi, conoscerne le proprietà salutari e i loro effetti sul metabolismo, conoscere quello che c’è dietro al prodotto, la sua storia, la sua tradizione e il procedimento seguito per ottenerlo.

 

 

 

 

 

 

Entrare nella Scuola di Cucina Lorenzo De’ Medici significa quindi non solo apprendere unicamente il “come realizzare” una ricetta, ma permette di capire “cosa c’è dietro” ad essa, attraverso la cultura mediterranea che la caratterizza ed il suo bagaglio di stili e saperi tramandati di generazione in generazione. La meta da raggiungere, durante la stimolazione della curiosità dell’allievo, è vivere e superare le proprie aspettative, culinarie – e perché no – anche umane, così da apprendere i valori del mangiar bene e del viver bene e di uno stile di vita sano e consapevole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il "Principe" cerca Giverso!

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“Ogni principe appare in un universo quasi del tutto estraneo agli altri, quando in realtà anch’egli ama inoltrarsi nel suo avventuroso mondo fantastico, nel viaggio in solitaria, verso lidi segreti e curiosi da attraversare…

Luoghi regali che rispettino il suo essere e dove il buon Re Carlo Alberto osava sostare, tra eleganti figure e palazzi illuminati di storica bellezza, e dove il tempo osava trascorrere tra stupore, arte e musica. Fu così che il Principe straniero cominciò ad addentrarsi in quel di Torino, nel cammino di una ricerca accurata, quella che delizia lo spirito che incentiva l’amore e dove il cuore si innalza ispirato dai contorni e dallo stile più elegante.

E’ con sguardo trasognato, tra antichi giardini e portici di inesorabile bellezza che si accende in lui la sua Musa verso il pellegrinare romantico di quella ricerca…: l’amore. Amore che trova proprio in questa città così reale, tra le braccia di una fanciulla torinese, incredula di un incontro così imprevedibile e affascinante. Egli con lei si svaga , accarezza quella sua anima borghese , tra mezzogiorni in belle pasticcerie con gianduiotti , bignole e serate in feste mondane .  Evviva i bôgianen… sì  dice bene il Principe mentre con sguardo felice si accinge a godere del gusto , del tepore di questa terra, per lui lontana, ma estremamente simile al suo fascino e si inebria dell’amore della sua graziosa amata. Nel cammino mattutino di un sollazzo delicato e gioioso,  gustando gianduiotti di eccellente qualità , rimane affascinato dalla gioielleria che lo porterà ad esaudire e a conclamare il pegno del suo amore per lei, un simbolo ineccepibile.  La sua scoperta si chiama GIOIELLERIA GIVERSO e porta l’eleganza regale di un gusto tradizionale ma estremamente innovativo… Fonte di ispirazione questa sua per lui, che lo spinge ad entrare e ad ammirare le proposte illuminanti che la famiglia Giverso gli mostra.
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Comincia così la più fantastica delle storie d’amore e quella sua minuziosa ricerca per l’eccellenza dedicata a quel delicato cuore di fanciulla torinese, che mai avrebbe immaginato di incontrare in lidi così lontani se pur sempre sognati…”. Forse dovrebbe essere così descritta, pari ad una fiaba di altri tempi, la meravigliosa storia che Giverso Gioielli e il suo staff ci raccontano di aver vissuto. Una fiaba a ciel sereno che però corrisponde alla realtà più odierna e più palpabile. Non capita tutti i giorni di avere un Principe come cliente. Un Principe (il cui nome non si può ovviamente rivelare per ovvie regole di privacy ) che sceglie Giverso per coronare la sua romantica storia d’amore, e per potersi far deliziare delle sue sublimi pietre preziose , come diamanti di eccellente qualità e gemme colorate , le più dedicate e sontuose per l’occasione. Il Principe che fidanza una torinese e nel periodo più appropriato dell’anno come questo, non può che avvalorare ulteriormente la maestria di questi orafi e la qualità del loro design che tanto si sposa con un gusto di così raffinata nobiltà e stile. La gioielleria Giverso ha per l’occasione una pietra eccezionale da mostrare al suo Principe: lo Zaffiro blu. Egli decide di confermare la proposta per la costruzione di un gioiello disegnato appositamente per lui e da l’ordine di procedere alla sua creazione. Non da ieri il blu dello zaffiro ha ispirato sentimenti e pensieri di purezza e perfezione. L’antico popolo dei Persiani amava definire lo Zaffiro “lazvard”, letteralmente: “che ha il colore del cielo sereno”, e sosteneva che la terra fosse appoggiata su un enorme Zaffiro, il cui riflesso blu dava il colore al cielo, tanto da far chiamare la pietra anche “l’occhio del cielo”. Un’antica fiaba poi ci racconta che i figli del re di Serendip (per l’appunto) furono mandati in viaggio per sperimentare la realtà del mondo. Per questo i giovani principi, viaggiando, scoprirono cose meravigliose, tra queste una miniera di zaffiri. Dalla leggenda nasce l’origine del concetto inglese “Serendipity”, ossia fortuna strepitosa di trovare inaspettatamente cose di valore…come anche l’amore! Anticamente questa gemma proveniva esclusivamente dalle miniere dello Sri Lanka, ancora oggi la fonte mineraria di zaffiri più importante al mondo. L’area di maggior produzione si trova, infatti, nella parte sud orientale della grande isola cingalese a circa 60 km da Ratnapura (“città delle gemme”). Grandi valori quindi come concetti di estrema virtù e sentimento legano questa preziosissima gemma blu alla veridicità di un dono assai significativo come l’anello di fidanzamento. Il Principe lo scelse nell’epoca più antica per la sua innamorata e ancora oggi , con Giverso lo innalza come primaria preferenza per la sua innamorata.
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Come lui però altri futuri mariti potranno scegliere questa magica gemma per dare voce ai sentimenti e ai concetti più veri ed essenziali che li legano alle loro spose. Allo Zaffiro, svariate sono le altre pietre preziose che si possono abbinare, ma i Diamanti si sposano assai divinamente con questa pietra davvero spettacolare. Un Diamante Giverso è assoluto ed esalta l’unicità più significativa. La perfezione della realizzazione delle proporzioni, dona al gioiello una luce davvero insuperabile, per il suo taglio, la sua qualità e non solo. Rammentiamo che l’azienda Giverso si impegna a reperire i diamanti e le pietre preziose della qualità più elevata, garantendo la completa integrità della filiera nel rispetto dei diritti dell’Uomo e della sostenibilità ambientale: dalla miniera al cliente. “E’ molto importante, dice Giverso, conoscere la provenienza e le modalità di estrazione delle materie che animano il nostro lavoro, per questo motivo ci riforniamo direttamente dalle miniere che conosciamo e che si avvalgono di manodopera locale garantendo i più elevati standard ambientali e sociali, solo dai Paesi che aderiscono al Kimberley Process Certification Scheme”. Nulla di più nobile per un Principe, che cerca virtù in ogni sua scelta. Non a caso il Principe entra oggi dalla porta principale dell’ingresso di Giverso Gioielli. Lo fa con elegante umiltà, e non per sfoggiare con supponenza il suo manto di ermellino ne ammennicoli di lustro, ma per valorizzare e testimoniare con  limpidezza l’autenticità più ineccepibile della qualità riscontrata, per il garbo dimostratogli e per l’accoglienza alla loro filosofia. Ingredienti fondamentali che solo un gusto sinceramente e altamente aristocratico e condito di stile può percepire. Lui si innamora anche dell’originalità di Giverso che si fonde con la tradizione ma anche con l’innovazione più all’avanguardia. Per questo il Principe decide oggi di donare la sua fiducia a Giverso Gioielli, affidandogli il compito di rendere felice la sua innamorata. Un premio per loro assolutamente meritato e capace non solo di diffondere gusto e eccellenza a tutti coloro che avranno la capacità di apprezzare le sue creazioni e la sua etica vincente, ma assolutamente in grado di donare all’amore l’incentivo primario, al fine di coronare lo stesso alla più autentica delle dichiarazioni più spettacolari per la vita. Buon fidanzamento, Principe, e grazie per aver scelto l’eccellenza Giverso “made in Italy” e nella nostra città!

Monica Di Maria di Alleri

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Guarda il video:

#Adv GIVERSO GIOIELLI, storica gioielleria in Torino (78, corso Bramante Torino – www.giversogioielli.it) ancor prima…

Pubblicato da Il Torinese su Martedì 12 marzo 2019

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Thomas Time: “La spada della speranza”

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Thomas Vaniglie è un ragazzo che vive a Torino con i suoi genitori adottivi; fin da piccolo ha sempre conosciuto le condizioni che lo hanno portato lì. Tutti lo chiamano Thomas Time per via di una voglia a forma di doppia “t” che ha sulla gamba. È però un ragazzo “spezzato”, perché a causa della sua situazione non riesce a farsi amicizie e a scuola è costantemente preso di mira dai bulli in maniera molto pesante. Durante una vacanza estiva le cose cambiano, e Thomas scopre molte verità che lo conducono ad affrontare una meravigliosa avventura. Thomas all’inizio è riluttante, ma in seguito accetta la missione in quanto unico discendete di un ordine di guerrieri appartenenti a un mondo parallelo, chiamato Noth World. Thomas scopre così sentimenti ed emozioni che non conosceva e che lo trasformeranno in modo radicale. Imparerà ad avere fiducia in se stesso e nell’amicizia, scoprirà la storia della sua gente nativa e soprattutto potrà sentire i suoi genitori vicini per la prima volta.

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L’autore

Mi chiamo Alessandro Casamatti, sono nato a Parma il diciassette luglio del 1999, vivo a Viarolo (PR) dove frequento il Liceo di Scienze Umane. Fin da piccolo il mio sogno è sempre stato quello di scrivere romanzi, perché la mia più grande passione è leggere grandi autori sia del passato: Franz Kafka o J.R.R. Tolkien che contemporanei: Khaled Hosseini e J.K. Rowling, mi immergo sempre nelle loro storie che sono diventate per me una vastissima fonte d’ispirazione. Grazie a questi grandi autori, ho deciso di voler diventare scrittore e l’anno scorso il desiderio di pubblicare un libro è diventato realtà quando la casa editrice BookSprint Edizioni ha pubblicato il mio primo romanzo: “Il Giocattolo Dei Ricordi”.

 

CAPITOLO 1- IL TROVATELLO

 

Nel 1986 i coniugi Lorenzo e Giovanna Vaniglie, venticinque anni lui e ventitré lei, erano appena andati a vivere insieme in una graziosa casa su 2 piani, in via Po a pochi passi dal giardino reale. Lorenzo lavorava come architetto presso il cantiere di una ditta chiamata Yard Ware, era specializzato nella costruzione di palazzi commerciali. Era un ragazzo alto quasi un metro 1e 90 cm, aveva le braccia piene di peli neri, come i capelli e gli occhi. Inoltre i capelli erano molto lunghi e neri, legati con una fascia. Giovanna invece era un po’ più bassa, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, dovunque andasse teneva la mano attaccata alla tracolla della borsa, era un’ottima cuoca e anche una grande esperta di letteratura. Stava cercando di laurearsi in letteratura, perché voleva diventare una famosa scrittrice di romanzi fantasy e ne stava già buttando giù uno. Non avevano figli maschi, avevano solo una figlia di nome Alessia di 2 anni, molto vivace e iperattiva. Lorenzo aveva un fratello maggiore di nome Federico che faceva l’avvocato, il fratello però credeva nell’esistenza del soprannaturale e dei fantasmi, perché credeva di averne visto uno da piccolo ed è per questo che possiede una tavola Ouija e foto di persone defunte su tutte le pareti e ogni sera prima di addormentarsi cerca di parlare con i defunti e inoltre crede di poter vedere il futuro. Solo a casa è così al lavoro si comporta come se niente fosse. Lorenzo non voleva che la figlia passasse troppo tempo con suo fratello, per paura che venisse influenzata dalla sua strana abitudine. Solo una volta Alessia era rimasta sola con lo zio Federico, perché i genitori dovevano lavorare e non c’era nessuna babysitter disponibile, dopo solo quella volta Alessia aveva iniziato ad avere incubi ogni notte, cosi Lorenzo decise di tenere lontano la nipote dallo zio, il quale l’aveva influenzata con una fantomatica visione di lei insieme a qualcun altro più piccolo che lui denominò come il suo futuro fratello, dopo quella volta Alessia cominciò a svegliarsi nel cuore della notte piangendo, e Giovanna capì che era per colpa di quello che lo zio le aveva raccontato.

 

Leggi anche: https://www.booksprintedizioni.it/autore/alessandro-casamatti

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