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IO PROPRIO IO: PEPPE POETA

Incontrare il capitano della FIAT AUXILIUM CUS TORINO è sicuramente qualcosa di importante sia per il valore della carica in sé e sia per il valore del giocatore stesso.

Ma nell’approccio iniziale si scopre fin da subito che il sorriso e la disponibilità del ragazzo Peppe… non sono fittizie. Può dare la sensazione che debba essere la solita routine del ruolo dover sostenere interviste ma, a ben vedere, il mondo che lui vive ogni giorno lo condiziona in positivo e gli dà la carica istintiva per rendere luminosa la propria realtà. “Eccolo” è la prima parola che pronuncia al suo arrivo e lo fa come lo si dice ad un amico ad un appuntamento. E’ sorprendente la sua disponibilità dopo allenamento e massaggio per riprendere al top con la sua schiena, e non si può non apprezzarne la qualità della persona. Il suo racconto sembra essere quello di un predestinato anche se lui lo considera come normale. Inizia a 6 anni e procede in tutta la trafila che lo conduce dalle giovanili alle nazionali, ma sa che tutto questo è conosciuto e sa che il suo passato è noto, e credo che la sua volontà sia di osservare il presente e sognare sempre il futuro. Sembra un personaggio di Oscar Wilde, sempre proiettato in avanti con una luminosità particolare che emana intorno a sé voglia di vivere. Tra i suoi ricordi curiosi, troviamo che un politico famoso avrebbe fatto di tutto per averlo a giocare nella sua squadra del cuore a Roma, ma non se ne fece nulla, ma forse, oltre ai molteplici riconoscimenti individuali, alcune esperienze lo aiutano a continuare quel percorso di crescita individuale che ancora oggi lo rende sempre protagonista. Ad un certo punto della carriera vola in Spagna a giocare da “straniero” e in quel luogo prova l’esperienza del “coccolato” ma responsabilizzato perché se sei in un luogo e non sei indigeno, devi giustificare con i fatti la tua presenza e questo ti costringe ad essere sempre concentrato. Il mondo spagnolo cestistico sembra più appassionato allo spettacolo che al risultato in sé, ma questo per lui non è fondamentale, in quanto per lui l’impegno è sempre identico.

Nel basket attuale lui si trova bene, è molto fisico, molto veloce con tanto atletismo in più e in quanto tale l’errore è sempre dietro l’angolo ma non è possibile paragonarlo a quello di tempo fa e ogni epoca fa storia a sé. Quando si parla con lui la sensazione del ragazzo giovane la si ha se non si pensa alla sua carriera che lo vede impegnato sulla scena di alto livello da tanti anni e che quindi lo rende “uomo” di esperienza sportiva, ma la sua quotidianità sembra essere sempre al massimo.

E’ disponibile al dialogo con i compagni ed è parte integrante del nucleo della squadra. Per lui Italiani o stranieri non “fa” differenza: è sempre pronto a collaborare in qualsiasi modo per il bene della squadra. Si impersonifica subito nel mondo in cui è immerso: i tifosi sono per lui parte importante, li sprona e li segue in tutto il mondo social che per lui è un aspetto fondamentale per mantenere il contatto con chi durante le partite soffre per chi gioca.

L’abbiamo visto in partite in cui il cuore supera il dolore, e non è certo lo stipendio lo stimolo ad andare realmente contro la sofferenza, ma è l’animo di chi vive un sogno in maniera positiva ed elegante. Già, elegante. Esiste un’eleganza forzata (come la ricerca di abiti sgargianti o ammennicoli assurdi) o chi ce l’ha naturale. Peppe la cerca nei particolari innati, come il suo numero di maglia, scelto sempre per la sua eleganza di forma, prima il numero 6 poi il 3 e adesso 8: una progressione che però ha un disegno sempre ricorrente che può permettere di comporre con pochi segni aggiunti o tolti sempre lo stesso disegno. Un’eleganza che si ritrova nella non volontà di esternare i successi individuali che sa però di essersi guadagnato nel corso degli anni. La mancanza di arroganza non significa remissività ma è la consapevolezza dei forti. I risultati sono in bacheca e sotto gli occhi di tutti e il pubblico conosce il passato, ma non si vive là dietro… e lui ha ancora un sogno nel cassetto che non è ancora stato aperto e che desidererebbe tanto schiudere: vincere di squadra.

Sì, la soddisfazione di raggiungere un importante traguardo con la squadra in cui giochi tutti insieme è in effetti una enorme ricompensa nel lavoro sportivo che svolgi. I successi personali, gli sponsor che da anni lo gratificano per il suo lavoro, le persone che incontra alla sera o in giro per la città lo spronano a valutare come il suo lavoro di cestista vada oltre al palleggiare ma a regalare emozioni e questo lo rende particolarmente consapevole della sua abilità come uomo cestista e della sua profondità umana come uomo “comune”.

La voglia di vincere qualcosa con la squadra è un segnale solo delle persone forti, che vogliono vincere non solo per qualcuno (per sé, per la carriera, per gli sponsor, …) ma CON qualcuno, ed è il massimo per chi sceglie uno sport come il basket, un vero sport di squadra, dove da soli non si può fare tutto.

Se gli si chiede se sia dura questa vita di cestista sorride e dice che non ha mai affrontato “veri” sacrifici, perché tutto quello che ha “fatto” lo ha sempre “fatto” perché quello che “faceva e fa” è quello che gli piace, fin da bambino. Il bambino Peppe non ha dovuto “costruire” il sogno di diventare un giocatore, lo è diventato fin da subito e il sogno di tanti per lui è diventato splendida realtà in maniera naturale. Ed è questo che lo rende unico: è naturale, è quello che si vede, è disponibile e con il suo sorriso può rendere semplice ogni cosa.

L’eleganza non è solo nei modi, non è solo in questo almeno; l’eleganza è nel rendere bello e semplice ciò che altri rendono complesso e difficile: caro Peppe da Battipaglia, vero argonauta del Basket, il tuo sorriso e la tua disponibilità ti rendono unico, ed è forse questa innata qualità di semplicità (che è solo dei grandi) che il pubblico delle gradinate adora, e che, visti i tuoi sogni, “sogna” insieme a te che tu vinca con la tua squadra della FIAT AUXILIUM CUS Torino…

Grazie Peppe Poeta, elegante artista del basket: a presto!

Paolo Michieletto

 

Io proprio io: Valerio Mazzola

E’ sempre un piacere incontrare un sorriso, ed un sorriso timido ma sincero è qualcosa di più. Valerio Mazzola si presenta come un ragazzone forte e deciso, ma nei suoi occhi si illuminano sprazzi di una intelligenza di qualità differente dal comune corroborata da un’attenzione al mondo non comune. E’ un ragazzo che sa di essere fortunato e di questo ne è consapevole in maniera ragionata, e cerca forse di vivere al meglio questo momento che sta realizzando nella nostra città come giocatore di serie A nella squadra locale di Basket della FIAT Auxilium Cus Torino.

Abbiamo provato a scoprire nel suo passato le tracce di questo basket che è ora la sua professione, ma sarete stupiti di incontrare come principale una passione che ancora oggi è nel suo cuore: il calcio. E fino a 14 anni l’obiettivo era quello di diventare un calciatore e forse la sfortuna di un infortunio che fino ai 17 anni lo ha bloccato nel giocare a calcio si è trasformato in una sliding – door che apre il suo pertugio verso il basket. Per chi non lo conoscesse, ora Valerio è un giovanotto…alto quanto una persona normale che sale su una sedia, e immaginarlo come calciatore può sembrare strano ma si sa, al cuor non si comanda… . E andare allo stadio fin da piccolo lo esalta come poche cose sanno fare.

E allora comincia a frequentare alla veneranda età di 18 anni squadre “parrocchiali” di basket, ma, si può ben immaginare, la classe non è acqua e non può fare da raccattapalle alle partite di quelli bravi per molto. Ed è quello che fa: con umiltà e dignità si ritrova dopo poco a giocare con quelli per cui recuperava i palloni. La dote di buon ragazzo gli deve essere congenita e un sorriso passa nei suoi occhi quando ci dice che forse uno dei motivi che lo ha “convinto” ad andare sul parquet e non sui campi da calcio potrebbe essere stata anche sua mamma… . Il calcio è uno sport in cui l’abbigliamento che usi, estate inverno e primavera e anche autunno…, tende un pochino a sporcarsi tanto, e lei forse in un momento di illuminazione gli ha chiesto uno sport meno “fangoso” e con meno roba da lavare… . Sicuramente non è solo questo il motivo, ma Valerio sembra proprio avere un cuore buono, … e credo che il motivo della mamma non sia così indifferente.

Però è sì un bravo ragazzo, ma è determinato e forte. Non si spaventa di iniziare a giocare quando tutti gli altri sono già lì da diversi anni. Parte dalla gavetta, gioca nella sua squadra di età, in quella dei “grandi” e dopo allenamento resta ancora un po’ per migliorarsi ulteriormente. Quanto poco si possa vedere di chi raggiunge un risultato! Tutti gli “scarsi” si vantano di infortuni che hanno bloccato la loro carriera, mentre i “grandi” si rimboccano le maniche e corrono il doppio! E tutti a dire che sei stato fortunato, e può darsi, ma la fortuna entra se tu le apri la porta e Valerio sembra averle costruito un portone di altri tempi.

Si accorge che quello che prima era un ripiego incredibilmente (forse solo per lui, mentre altri avevano già intuito le sue qualità) può diventare una professione. Da Ferrara dove inizia a giocare “professionalmente” si ritrova a Montegranaro e condivide la propria vita con una ragazza che studia Ingegneria, … e che tutte le mattine si alza per andare in facoltà e che quando rientra studia e si ritrova ad addormentarsi sui libri. Osserva il suo mondo e capisce che se dall’alto gli hanno donato un talento non è corretto lasciarselo sfuggire, e riconoscendo la fatica altrui apprezza ogni singolo momento della sua vita sportiva, che è si faticosa, sicuramente impegnativa e non priva di aspetti non belli, ma insomma, definirla bella è sicuramente restrittiva. All’inizio questo girare da nomade in alberghi, questa vita sempre un po’ in valigia con amici poco al seguito ma con compagni di squadra molto importanti con cui condividere quasi tutti i momenti della giornata gli sembra difficile. Ma l’intelligenza si intravvede in chi sa apprezzare la vita e piano piano si accorge che la fortuna è in arrivo e la insegue a tutta forza.

E’ una persona profonda e sa riconoscere chi lo ha aiutato: sceglie ad esempio di giocare con il numero 14 perché era il numero di Romeo Sacchetti che lo ha allenato e tanto ha contribuito nella sua vita. A Torino vorrebbe cambiare e prendere il 7 ma Luciano Vendemini (compianto) ha la prerogativa da sempre e allora aggiunge 7 al suo numero e usa il 21. Tra i giocatori che ricorda per particolari doti sportive lo ha da sempre impressionato Jobey Thomas con cui ha condiviso i colori di Montegranaro, e tra i suoi più importanti “aiuti” alla carriera il suo ricordo vola a Daniel Farabello che lo ha sempre sostenuto e consigliato nei primi momenti da professionista in quel di Ferrara. Per chi legge non è facile capire come si possa intravvedere un moto di ringraziamento nelle sue parole dalla emozione con cui pensa ai tempi (recenti) della sua storia e che selezionare un nome non sia facile, perché forse vorrebbe ringraziare tutti e credo che lo faccia sempre. Forse un rimpianto è per la Nazionale che gli è sfuggita per un infortunio che non gli ha permesso di salire al momento giusto sul treno per l’azzurro, e che forse meriterebbe di transitare nuovamente dalle sue parti

Valerio è però un ragazzo buono e vivo in tutti i sensi. Se possibile, con la giusta moderazione del professionista, uscire con gli amici è qualcosa di bello e se qualcuno lo riconosce per strada lo vedrete sorridere perché è bello che qualcuno voglia salutarti e fare una foto con te. Ma non sarà lui a chiedervelo. E’ troppo ben educato ma la gentilezza dell’animo trapela appena gli parlate un istante. Lui non promette mai come fanno tanti, ma garantisce il massimo impegno tutti i giorni, in quello che fa per onorare la fortuna che lui stesso sa di avere e sa di avere la responsabilità di mantenere. E’ splendido vedere un ragazzo così giovane (anche se gli eroi dello sport sembrano non avere età visti dalle tribune) con così tanta energia nella mente da erogare ai muscoli per rendere entusiasti i piccoli avventori degli spalti che dalle sue e altrui gesta molte volte fanno dipendere la propria “temporanea” felicità.

Ma ha ancora un sogno: il prato verde lo incanta sempre. Sarebbe bello immaginarlo calcare un manto erboso dove il suo sogno di trequartista possa prendere piede… magari tra qualche anno visto quanto di buono sta facendo con la palla a spicchi. E poi, proprio a Torino, qualcuno che si chiami Mazzola e abbia il nome che inizia per Vale… dovrebbe ricordare qualcosa.

Chissà, i suoi occhi si illuminano ancora per il calcio e sogna i suoi amici che sul campo di calcetto hanno continuato a giocare e forse giocano ancora. Ma il gigante gentile Valerio Mazzola, sui campi da basket ha molto da offrire al suo pubblico e a tutti coloro che apprezzano chi lavora per mantenere vivo il proprio sogno. A presto Valerio, e buon lavoro!

Paolo Michieletto

 

La Juve vince, ma il rigore di Dybala scatena le proteste rossonere

Su Premium Sport il tecnico rossonero Vincenzo Montella si scusa per le intemperanze dei milanisti nel fine partita: “Mi scuso per il parapiglia finale, c’era molta tensione e spero che da casa ci capiranno. In futuro dobbiamo trasmettere messaggi di maggiore serenità”. E’ stato infatti un rigore al 96′ di Dybala, per un presunto fallo di mano in area, la “pietra dello scandalo” che ha dato alla Juve la vittoria sul Milan per 2-1. Le reti nel primo tempo erano state messe a segno da Benatia per i bianconeri e da Bacca per il Milan. Ora la Juventus  è A  +11 sulla Roma

Allegri: “Il Milan? Squadra sorniona, non muore mai”

“Non  muore mai, il Milan: è una squadra sorniona, sembra che esca dalla partita e invece…”. E’ quanto l’ansa scrive, riportando le parole dell’allenatore bianconero Massimiliano Allegri, in attesa dell’anticipo di campionato contro i rossoneri. “Nonostante  tanti punti di differenza in classifica , con il Milan è sempre una gara equilibrata. Deulofeu  è bravo ad entrare in area e ad aprire le difese. I rossoneri hanno una grande velocità e tecnica, un gioco fisico a centrocampo”.
  

VINCE MILANO, MA TORINO CI HA CREDUTO FINO ALLA FINE

Di Manuela Savini

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Milano ha sempre condotto la partita anche quando alla fine del terzo quarto era aventi solo di un punto. Torino ha ben figurato vendendo cara la pelle e se ci fossero stati meno errori, forse,avrebbe potuto concretizzare meglio una situazione di quasi parità a meno di dieci minuti dalla fine dell’incontro. Nel complesso, comunque, prova positiva per Torino e conferma del dominio di Milano nel campionato. Con questa sconfitta Torino rimane nel gruppone di metà classifica a due punti da Reggio Emilia e a quattro da Sassari e Trentino, suo prossimo avversario.

Prossimo incontro in casa domenica 13 marzo alle ore 20.45 per la sfida Fiat Torino vs Dolomiti Energia Trentino

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CLASSIFICA (21a giornata): Milano 36; Avellino 26 e Venezia; Sassari, Trentino e Capo d’Orlando 24; Reggio Emilia 22; Brescia, Pistoia, Brindisi e Torino 20; Caserta 18; Cantù, Varese e Pesaro 14; Cremona 12.

 

Il coach Vitucci aveva avvisato i suoi ragazzi che contro Milano occorreva una prestazione da dieci e lode. Fiat Torino non ha giocato male, ma non abbastanza bene per vincere contro Milano che, grazie anche ad una panchina lunga, ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra solida e compatta anche quando si è trovata gli avversari ad un punto di distanza.

 

Fiat Torino, ancora priva del suo numero uno DJ White per problemi alla schiena, è scesa in campo con Wilson, Harvey, Wright, Washington e Mazzola, mentre Milano hanno risposto con Raduljica, Macvan, Cinciarini, Fontecchio, Abass.Il primo quarto della partita è stato fondamentalmente equilibrato con errori e buone azioni da entrambi le parti tanto che Torino ha chiuso avanti di due punti (18-20). Nel secondo quarto, Pascolo per Milano ha fatto la differenza, portando in vantaggio i padroni di casa. Momento di confusione e di scarsa incisività per Torino (4 canestri da tre su 11 e 0 da due punti su 2) che ha cercato di rimanere agganciata al match senza, tuttavia, riuscirci andando ariposo sotto di diciotto punti (43-35).

Dopo la pausa sono scesi in campo Washington, Harvey, Wilson, Wright e Mazzola per Torino. I ragazzi di Vitucci sono rimasti in scia nonostante si siano abbassate le percentuali dei tiri e ci siano stati ancora troppi errori ed azioni confuse. Washington, non ancora al meglio come all’inizio della stagione, mentre per Mazzola ancora un’ottima prestazione dopo quella contro Brindisi. Il terzo quarto si è chiuso con Milano avanti di 7 punti (56-49). Negli ultimi dieci minuti Torino, con Cucccarolo, ha forse avuto l’occasione per minare il dominio milanese ma non è stata in grado di ottimizzare le azioni di gioco. Quando si è fatta sotto di un punto, Milano ha ripreso il comando del gioco approfittando di due triple sbagliate dagli avversari (Wilson e Alibegovic) e del quinto fallo di Mazzola. A poco poi è servita la tripla di Harvey. Milano ha chiuso 81 a 74, ma Torino ci ha provato fino alla fine.

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Queste le formazioni:

 

FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8,Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18,Cuccarolo 14, Mazzola 21, Vitale 23, Crespi 33; All. Vitucci

MILANO: Mc Lean 14, Fontecchio 2, Hickman 17, Raduljica, Macvan 4, Pascolo 13, Cinciarini 5, Sanders 15, Abbass 11, Cerella; all. Repesa


Foto Ciamillo-Castoria/A. Gilardi

 

Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “L’avevo detto in settimana che avremmo dovuto fare una partita sopra le righe per 40 minuti per provare a vincere a Milano. A tratti l’abbiamo fatto ma non siamo mai veramente riusciti ad invertire in nostro favore l’inerzia del match. Il loro apporto dalla panchina è stato fondamentale ma definire con tale termine i suoi componenti è un eufemismo. In alcuni momenti abbiamo risentito dell’assenza di DJ White provando a forzare qualche azione. Forse avremmo potuto fare un po’ di più ma abbiamo giocato con orgoglio fino al termine. Ora dobbiamo pensare alle prossime sfide ripartendo con fiducia da quanto fatto questa sera”.

Coach Repesa: “Vincere è molto importante quando pensiamo ai ritmi alti stagionali che dobbiamo tenere. La dicono lunga in tal senso il viaggio a Caserta, poi quello a Vitoria. Non è quindi facile perchèspesso troviamo avversari più freschi. Per questo faccio i complimenti ai ragazzi. Crediamo che il problema accusato da Sanders non sia nulla di grave. Per Raduljica è diventato ostico giocare in casa perchè ad ogni errore si sentono rumori dal pubblico. Non vuole essere una scusa, ma la semplice realtà. Bravo Cerella che se pur rimasto a quota 0 punti ha chiuso con un plus-minus molto alto che vale tanto.”.

 

Foto: Fiat Torino Auxilium

 

8 MARZO, LE INIZIATIVE DELLA UISP TORINO

Donne e sport, è il tema al centro delle iniziative organizzate dalla  Uisp Torino in occasione dell’8 marzo

Lunedì 6 marzo  nella Sala Consiglio della Circoscrizione 8 di  corso Corsica 55 è stata presentata ,a Presidi  e Direttori delle Scuole, a  tutte le società del territorio e ai cittadini che vorranno intervenire  ,la “Carta Europea dei diritti delle donne nello sport” a fumetti.
La Carta Europea dei diritti delle donne nello sport è stata redatta  dalla Uisp nel 1985 e trasformata dal Parlamento Europeo nella  “Risoluzione delle Donne nello Sport” nel 1987, il 27 maggio del  2014  una nuova versione con  più articoli ,nell’ottobre 2015 vi ha aderito   anche il Comune di Torino
La rielaborazione a fumetti della Carta che rappresenta i 6 articoli, è  stata disegnata da Franziska, nome d’arte di Francesca Casano,  fumettista di 28 anni che ha reinterpretato i contenuti.

Con le tavole si cerca di rappresentare metaforicamente e con leggerezza  la cultura dello sport, che deve cambiare e dare spazio e diritti alle  donne. Dall’8 al 15 marzo presso il centro polisportivo Massari di via Massari  114 l’ Asd Sport di Borgata,ospiterà la mostra fotografica “Lo sport 
delle donne” .

Domenica 12 apertura straordinaria della piscina al femminile, tutte le  donne potranno nuotare liberamente dalle 10,20 alle 12 e a partire dalle  13 seguirà un buffet e una piccola festa. Per  accedere alla piscina  occorre avere la tessera UISP. Domenica 12 marzo il Palazzetto dello Sport di Volpiano ospita il 7° trofeo della Mimosa organizzato dalla Uisp Volley Piemonte. Si tratta di 
un torneo inusuale, dove si privilegia il ruolo delle donne: si gioca a  pallavolo con un team 4 donne e 2 uomini e a calcetto, 3 donne e 2 uomini.

Toro stravince con super-Belotti. Juve pari a Udine

I Granata vincono in rimonta  per 3-1 sul Palermo grazie alla tripletta di super Belotti ,  in fuga nella classifica dei marcatori. Nel primo tempo il tiro da  20 metri di Rispoli ha messo in difficoltà il Torino che nell’ultima parte dell’incontro ha segnato con  due gol di testa e un destro al volo  sulla punizione calciata da Ljajic. Tre gol in soli 7 minuti. Ora il Toro supera la Sampdoria e si riporta vicino all’8^ posto in classifica a 3 punti dalla Fiorentina.

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Massimiliano Allegri dichiara su Premium dopo l’1-1 della Juventus in casa dell’Udinese: “Abbiamo guadagnato un punto sulla Roma, venivamo da un periodo impegnativo, dove abbiamo giocato partite molto importanti e oggi abbiamo trovato una Udinese che ha pareggiato con grandi meriti. Se certe partite non puoi vincerle non devi perderle. I friulani ci hanno raddoppiato sempre, invitandoci a giocare la palla sopra, anche se avremmo dovuto comunque muoverla con più tranquillità. Siamo stati un po’ frettolosi, ma è comunque un punto importante per la classifica. E con una vittoria non avremmo  comunque ritenuto chiuso il discorso Scudetto“.

ALLO SPORTING CLUB LE BANDIERE, CONCLUSA LA PRIMA TAPPA DELLO SLAM NAZIONALE DI PADEL

L’accogliente e bella struttura dello Sporting Club Le Bandiere a Colturano (MI) ha ufficialmente aperto la stagione 2017 di padel ospitando la prima tappa dello Slam, circuito nazionale più importante al quale partecipano i migliori giocatori d’Italia e giunto, ormai, alla sua terza edizione sotto l’egida della Federazione italiana tennis (FIT).

Dal 20 al 26 febbraio sui campi del prestigioso circolo, si sono affrontate oltre settanta coppie di giocatori provenienti da tutta Italia e tesserati in venticinque circoli diversi. Per la prima volta in una tappa dello Slam, i giocatori hanno preso parte al torneo della propria categoria. Cinque, dunque, sono stati complessivamente i tabelloni redatti dal giudice arbitro, di cui tre con conclusione delle sezioni intermedie: uno di terza ed uno di quarta categoria maschile, i cui rispettivi vincitori si sono qualificati per il “main draw” Open con i giocatori più forti di prima e seconda categoria; uno intermedio ed uno Open, entrambi femminili. L’introduzione dei tabelloni a sezioni intermedie (come già avviene per il tennis), voluta dal Comitato nazionale padel della Fit da quest’anno, allungherà le giornate di torneo, ma consentirà ai giocatori meno esperti di iscriversi ad un torneo dello Slam senza incontrare al primo turno avversari di categoria superiore. Lo Sporting Club Le Bandiere ha così fatto da apripista ed è stato chiamato ad un impegno ed uno sforzo organizzativo non indifferente che ha saputo affrontare egregiamente, venendo incontro alle esigenze dei giocatori fuori regione e garantendo a tutti orari adeguati di gioco. Un ottimo risultato, dunque, sotto tutti i punti di vista e grande apprezzamento e soddisfazione anche da parte dei giocatori. Successi come questo non possono che aiutare la crescita del padel in Italia.

 

Al torneo Open si sono iscritti quasi tutti i top players italiani: in campo maschile erano presenti Rocafort, Spector, Toccini, Albertini, Lopez, Cattaneo, Cervellati, Verginelli, Aristotele, Palmieri, Tinti, Fanti, Serafino, Gutierrez (n. 37 del circuito internazionale WPT), Pupillo (Stefano), Viola, Rossi (Lorenzo), Orecchio, Spizzica ed i forti giocatori di casa Trevisan, Severini, Cremona e Carrara, mentre tra i grandi assenti i fratelli Capitani, Burzi, Sarmiento, Pupillo (Alessandro), Sinisi, Bruno, Girodat, Planas; in ambito femminile, invece, erano presenti Testud (già n. 7 al mondo di tennis WTA), Celata, Papacena, Lombardi, Camorani, Maderna, Tommasi, Grimaldi, Pollacci e Campagna, mentre assenti erano le nazionali Moroni e La Monaca.

Nel tabellone Open maschile (prima e seconda categoria) ha vinto la coppia romana Toccini/Rocafort contro quella milanese Lopez/Cattaneo (6-4 6-4) disputando un match combattuto, ma sempre ben controllato dai romani; anche nel tabellone femminile è prevalsa la forte coppia romana già campionessa italiana, Celata/Testud, contro quella milano-bolognese Maderna/Camorani (6-3 6-1), che a sorpresa e con merito in semifinale ha sconfitto la testa di serie numero uno, Papacena/Lombardi, coppia romana incontrastata nel 2016.

La coppia ligure-friuliano Bona/Da Ponte si è aggiudicata la vittoria nel tabellone intermedio femminile (6-2 6-3 sulla coppia milanese Beltrami/Ciarrocchi); mentre nel tabellone di terza categoria maschile, si sono imposti Pozzoni/Zanini su Bosio/Falleni, entrambe coppie milanesi ed, in quello di quarta categoria maschile, Rivera/Sciutto su Marchisio/Rizzitiello.

Il torneo è andato benissimo – dichiara Francesco Busa, proprietario dello Sporting Club Le Bandiere – C’è stato grande entusiasmo ed un livello di gioco molto alto rispetto a quanto visto lo scorso anno quando esordimmo col nostro centro sportivo. Quest’anno abbiamo notato l’ingresso di tanti giocatori di tennis che logicamente hanno alzato l’asticella. In questo nuovo circuito la Federazione ha messo un montepremi molto più alto rispetto al passato ma noi, come club, abbiamo voluto dare un ulteriore contributo restituendo ai giocatori che hanno raggiunto i quarti di finale le spese dell’alloggio.”

 

Da quest’anno tutte le tappe dello Slam avranno un montepremi fornito dalla Fit di 3170 euro, mentre quello previsto al Master finale sarà di 8900 euro. Il successo ottenuto con la prima tappa è di buon auspicio per le altre sette, dove è pensabile che il numero degli iscritti possa ancora aumentare. Il livello di gioco ed il numero di tesserati in Italia non è ancora paragonabile a quelli della Spagna, ma è senza dubbio in netta crescita. Oggi i tesserati padel nel nostro Paese sono circa tremila ed in tre soli anni si è passati da ventinove ad oltre quattrocento campi.

 

In Piemonte, invece, i tesserati di padel nel 2016 erano poco meno di trecento; nel 2017 questo numero è destinato ad aumentare grazie alle diverse iniziative organizzate a livello agonistico ed amatoriale, rispettivamente, dalla federazione e dai circoli. A dimostrare la crescita del padel nella nostra regione e l’impegno dei club, basti pensare che dai cinque campi del 2015, oggi si contano circa trenta campi, di cui solo una quindicina a Torino e nella prima cintura. L’interesse e la passione per questo sport sta crescendo velocemente ed i risultati, in termini di livello di gioco, si vedono già nel fatto che diversi giocatori piemontesi prendano parte a competizioni fuori dai propri confini regionali, per mettersi alla prova con le altre realtà nazionali.

Per la prima volta in un torneo dello Slam, infatti, allo Sporting Club Le Bandiere erano presenti quattro coppie torinesi, di cui tre maschili ed una femminile. In campo maschile, i torinesi (tutti di seconda categoria) hanno preso parte al tabellone Open, ma gli unici ad andare oltre il primo turno sono stati Leonik/De Barros (coppia argentino-brasiliana, ma “torinese d’adozione”), che dopo aver sconfitto la coppia milanese Menati/Pagnuzzato, ha sfiorato l’impresa contro la coppia romana Pupillo/Viola, testa di serie n. 6, arrendendosi al terzo set (6-0 6-7 6-3). La coppia Motta/Raspino ha, invece, dovuto arrendersi contro un’altra coppia romana, Rossi/Rossi, disputando un ottimo e combattuto secondo set, ma rimpiangendo di non essere riusciti ad entrare in partita nel primo (6-2 7-5). L’ultima coppia torinese, Del Grosso/Cannavera, è stata decisamente meno fortunata nel sorteggio avendo incontrato al primo turno il nazionale e giovane talento Cervellati in coppia con Scala: partita a senso unico dove, senza tuttavia sfigurare, la coppia piemontese è riuscita a conquistare pochi games (6-1 6-2). In campo femminile, la coppia Savini/Dolce non è andata oltre il primo turno del tabellone Open, perdendo contro la coppia qualificata (e poi vincitrice) del tabellone intermedio, Bona/Da Ponte. Senza dubbio una brutta partita per le torinesi che non saputo esprimere il loro gioco abituale, ma anche una bella e solida prestazione da parte delle avversarie che hanno meritato la vittoria (6-1 7-5). Unica nota dolente è stato l’infortunio per la neo giocatrice (ed ex tennista 2.5) Dolce, che nonostante lo stop forzato, non vede l’ora di presentarsi nuovamente ai cancelli di partenza delle prossime tappe del circuito Slam.

 MS

Foto di steph.it

TORNA IL SORRISO IN CASA FIAT TORINO CON UNA BELLA VITTORIA

Di Manuela Savini

Dopo la pausa per la Final Eight di Coppa Italia, Fiat Torino è tornata in campo dimostrando grande cuore e carattere. Contro Brindisi, i ragazzi del coach Vitucci hanno dato tutti “quel 10% in più” che il mister aveva loro chiesto per riscattare le ultime due deludenti prestazioni e per rispetto verso i tifosi in casa. 

In classifica, grazie a questa vittoria Torino tiene il passo con il gruppo di metà classifica a due punti dalla zona in quarta posizione, ma deve stare attenta alle squadre dirette inseguitrici perché in questa stagione la classifica è molto corta. Proibiti, quindi, altri passi falsi come quello contro Cremona di quindici giorni fa. Milano è ormai volata via in solitaria, ma le altre sono alla portata della squadra torinese. Domenica prossima scontro fuori casa contro la capolista. Sarà dura, ma i ragazzi sono pronti a dare il massimo. Prossimo incontro fuori casa domenica 5 marzo alle ore 20.45 per la sfida EA7 Emporio Armani Milano vs Fiat Torino

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CLASSIFICA (20a giornata): Milano 34; Avellino 26; Venezia 24; Sassari, Reggio Emilia, Trentino e Capo d’Orlando 22; Brescia, Pistoia e Torino 20; Caserta e Brindisi 18; Cantù e Pesaro 14; Varese e Cremona 12.

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In un PalaRuffini come al solito gremito di tifosi, Fiat Torino èscesa in campo decisa a riscattare le due ultime brutte prestazioni. E nonostante e un avvio di gara in salita, la squadra torinese èriuscita a rimanere sempre in partita ed a capovolgere il risultato nel momento di maggiore sofferenza, quando Brindisi era in volata verso la vittoria finale.

 

Privo di Dj White per un problema alla schiena, il coach Vitucciha optato per un quintetto inedito composto da Wilson, Harvey, Washington, Mazzola e Wright. Per Brindisi, invece, sono scesi in campo Cardillo, M’Baye, Carter, Scott e Moore. Prima volta da titolare, quindi, per Mazzola che ha così commentato una delle sue più belle prestazioni in gialloblù: “Quando il coach mi ha detto che sarei entrato in quintetto a causa del problema alla schiena di DJ White mi sono reso conto che sarebbe stata la mia occasione. Non potevo perderla per dimostrare quanto valgo ed il potenziale di cui dispongo. L’assenza di White si è fatta sentire e tutti abbiamo dato un 10% in più per cercare di colmarla. La mia bella serata non sarebbe però servita a nulla se non avessimo vinto. Sono contento di essere stato in prima linea e decisivo nell’ultimo quarto, quando i momenti e le azioni valgono doppio”.

 

Il primo quarto si è chiuso con Torino sotto di 3 punti (20-23) e con Wilson come il migliore in campo con 9 punti. Nel secondo quarto, con cuore e un’ottima difesa a zona, Fiat Torino è passatain vantaggio per la prima volta, anche se ha chiuso il primo tempo indietro di un punto (43-44). 

Nel terzo quarto, Brindisi ha avuto l’occasione per mettere al sicuro la vittoria portandosi avanti di 13 punti. In quest’occasione di ragazzi di Vitucci sono stati bravi a non mollare ed a credere nelle proprie potenzialità. Le triple di Mazzola, le giocate sicure di Wilson ed i primi punti dell’esordiente Cuccarolo sono stati decisivi per rimanere agganciati al risultato, impedendo lo strappo di Brindisi. Il terzo quarto si è chiuso con Fiat Torino a meno 4punti (64-68).

Come in tante altre occasioni, negli ultimi dieci minuti entrambe le formazioni si sono giocate il risultato finale. Questa volta Fiat Torino è stata più lucida degli avversari ed ha saputo portarsi avanti e gestire il vantaggio. A poco più di un minuto e mezzo dalla fine, Torino era avanti di cinque punti, grazie ad una tripla di Goss sul ferro ed un canestro da due di Wright (88-83). Il finale è stato da mozzafiato: a 14 secondi dalla fine il risultato era di 88-86per Torino. Washington è andato in lunetta segnando uno dei due punti a disposizione (89-86). A dieci secondi, Brindisi ha avutopossesso palla in attacco ed ha realizzato due punti grazie alla lunetta di Goss. A 8 secondi dal fischio fiale, Wright ha segnato uno su due tiri liberi, a seguito del fallo subito in attacco (90-88), ma i ragazzi di Fiat Torino hanno potuto tirare il fiato ed esultaresoltanto quando il tiro da tre punti di Goss è andato sul ferro,regalando la vittoria a Torino. Finale sofferto dunque e due punti importanti conquistati con grande cuore e grinta.

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Queste le formazioni:

FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8,Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18,Cuccarolo 14, Mazzola 21, Vitale 23, Crespi 33; All. Vitucci

 

BRINDISI: Agbelese 10, Scott 21, Carter 5, Goss 11, Cardillo 2, Moore 10, Invidia, Donzelli 7, M’Baye 19, Joseph 3, Sgobba, Spanghero; all. Sacchetti.

 

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Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “Un’ottima vittoria, questa sera. Così la reazione avuta rispetto alla scorsa partita e contro una squadra che gioca bene come Brindisi. Abbiamo sofferto l’assenza di White, diventata cosa certa questa mattina, e prodotto tutti uno sforzo importante quando il match stava prendendo una brutta piega. Ci siamo riusciti in parte grazie alla difesa a zona ed in parte in virtù della coesione messa in campo. Non avevo dubbi su questo e considero Cremona un episodio molto brutto, ma solo un episodio. Un risultato importante quello colto questa sera al Ruffini, anche in virtù degli score che sono arrivati dagli altri campi. Le quote salvezza e play-off sono destinate a subire un incremento. Noi dovremo stare attenti e guardarci indietro per tenere lontana la zona pericolo, poi vedremo cosa riusciremo a fare in prospettiva. Inizialmente oggi tutti volevano dare un po’ di più e siamo stati un po’ fuori asse. Il focus doveva essere maggiormente difensivo ma siamo stati bravi nel secondo tempo a ribattere la loro forza offensiva. Un campionato nel complesso bello ma insidioso, con l’equilibrio sempre in primo piano. Considero 10 vittorie e 10 sconfitte un buon record. Molte squadre si sono rinforzate in questo periodo, noi abbiamo deciso di continuare a puntare sul gruppo iniziale facendone crescere le unità. Belle risposte questa sera da Wilson, Mazzola, Poeta che ha giocato d’esperienza nelle fasi calde e Cuccarolo, che ha dato il proprio contributo quando è stato chiamato in causa”.

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Wilson (Fiat Torino): “La più bella partita da quando sono a Torino. Sapevo che avrei dovuto dare di più a causa dell’assenza forzata di DJ e ci sono riuscito. Non abbiamo avuto tanto tempo per pensare alle soluzioni alternative ma siamo stati bravi a trovarle. Ora guardiamo avanti, da martedì, con il focus sul match contro Milano, la vera big del campionato. Vogliamo fare bella figura e ci concentreremo per dare il massimo in una sfida che tutti noi sentiamo”.

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Coach Sacchetti: “Non posso certo essere contento, per il risultato e per la prestazione. Ci è mancata intensità, quella che avevamo avuto in Coppa Italia contro Milano. E questa non era certo una partita da oratorio, bensì di campionato e con due punti in palio. Già nel primo quarto eravamo molli, nonostante il risultato favorevole. Solo il terzo è da salvare ma dovevamo aspettarci la reazione di Torino, che ha fatto quello che doveva fare”.

 

Foto: Fiat Torino Auxilium

Trionfo ai campionati nazionali UISP per la pattinatrice piemontese Lucrezia Beccari

Al Pala Tazzoli di Torino si sono svolte dal 23 al 26 febbraio le competizioni del Trofeo e del Campionato nazionale UISP in molte categorie maschili e femminili. Il campionato Novice – Girone Nero ha visto il ritorno definitivo della campionessa italiana cadetti élite 2016, la tredicenne Lucrezia Beccari che, dopo la grave rottura della rotula che l’ha tenuta lontana dal ghiaccio per tre mesi, ha conquistato, nella sua seconda gara della stagione, il primo posto, imponendosi sia nel programma corto pattinato sul “Notturno” di Grieg, sia nel libero sulla colonna sonora di “Quinto elemento”. L’atleta piemontese è allenata e coreogafata da Edoardo De Bernardis e, nella gara di Torino, ha nuovamente inserito due tripli flip, confermando il proprio talento e mantenendo saldamente il primo posto nel ranking della categoria Elite Novice Advanced. La Beccari ha affrontato questa competizione come ultimo test prima dei prossimi Campionati italiani di Aosta nei quali la pattinatrice mira ad inserire anche il triplo lutz e il triplo loop.

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Rivedere Lucrezia pattinare – ha affermato De Bernardis, allenatore della Beccari e coreografo di livello internazionale – rappresenta per me una grande gioia. Sono soddisfatto di essere riuscito a riportarla sul ghiaccio e a farle recuperare la forma ed eseguire tutti questi elementi in un solo mese di allenamento, una soddisfazione ancora maggiore di quella che ho provato nell’insegnarle tutti i salti tripli. Per Lucrezia, dopo la frattura scomposta della rotula che l’ha bloccata per mesi e che l’ha costretta a portare a lungo il gesso, era difficile riprendere e tornare ad essere la pattinatrice che ha conquistato giurie e pubblico un anno fa. Grazie alla sua determinazione e al suo carattere d’acciaio è riuscita a farlo“. L’Ice Club Torino asd, diretto dall’allenatrice Claudia Masoero, ha conquistato altri successi e medaglie nella quattro giorni torinese sia nel Trofeo che Campionato. Nel Trofeo – categoria Orsetti maschile Nikita Dossena ha conquistato il primo posto ed Ekaterina Cociu il bronzo nella categoria Pulcini, nella Debuttanti maschile oro per Raffaele Zich, campione italiano esordiente 2016, e argento per Luca Giaccone, nel Trofeo Interpretativo B il secondo posto è andato a Carola Lorenzino. Nel Trofeo Primavera 2006 – Girone Nero la medaglia d’oro è andata a Giulia Barucchi e il bronzo ad Alessia Prudente, mentre nel Primavera 2006 – Girone Rosso Gioia Cascini si è aggiudicata un altro primo posto, davanti ad altre due atlete dell’Ice Club, Carola Ferrati e Irene Arsale. Nel Trofeo Primavera 2005 – Girone Rosso l’italorussa Masha Grott ottiene un’altra medaglia d’oro e l’oro va anche a Viola Fois nella categoria Debuttanti 2004 – Girone Nero, e a Rebecca Pinardi nella Debuttanti 2004 – Girone Rosso, in cui ha preceduto Anna Zito, medaglia d’argento. Nelle Debuttanti 2003 – Girone Rosso la medaglia di bronzo va ad Alessandra Deloi. Nel Campionato nazionale UISP – Debuttanti 2004 hanno conquistato rispettivamente il secondo e il terzo posto Victoria Nobile e Desire’ Podda, nei Debuttanti Maschile terzo posto per Giorgio Rossetti, mentre nei Cadetti maschile si afferma ancora una volta, dopo il successo di Roma di qualche settimana fa, Paolo Balestri, mentre nella stessa categoria Marco Capitanio ottiene un  buon terzo posto.Nel Campionato Cadetti femminile Ginevra Barra Bajetto ha conquistato il terzo posto. Nel Trofeo – Categoria Novice – Girone Nero Sara Carli si è classificata alle spalle di Lucrezia Beccari, vincendo la medaglia d’argento. Tutta sotto i colori dell’Ice Club Torino la Categoria Novice – Girone Rosso del Trofeo: oro per Milena Re, argento per Chiara Marchetti, bronzo per Beatrice Boretto.

M.Tr.

(La foto a destra è di Luca Tonegutti)