SPORT- Pagina 427

IL POLITECNICO DI TORINO TORNA A PEDALARE

poli biciNuove sfide attendono il Team studentesco Policumbent del Politecnico di Torino: il record italiano di 116,19 km/h stabilito nel settembre 2015 da Andrea Gallo sul prototipo PulsarR è stato infatti solo il punto di partenza per un percorso di crescita che gli studenti e i loro tutor stanno portando avanti con serietà ed entusiasmo. L’obiettivo è diventare, entro il 2018, i più veloci in Europa (record 133,78 km/h) e al mondo (record 139,45 km/h), con il supporto dei partner aziendali che continuano a collaborare con la squadra.

 

Lo scorso ottobre il Team ha reclutato 28 nuovi studenti che si sono affiancati a 4 “veterani” e al ciclista Andrea Gallo, coordinati da Paolo Baldissera e da Cristiana Delprete del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale. La squadra ha avviato un doppio percorso parallelo: da un lato migliorare PulsaR per portarlo al suo potenziale massimo nel 2016 e dall’altra sviluppare da zero un nuovo progetto da realizzare e mettere a punto nel biennio 2017-2018. “I nostri compagni che hanno partecipato alla scorsa edizione dello Speed Challenge in Nevada ci hanno trasmesso molte informazioni essenziali in termini di esperienza e cura dei dettagli. Per questo abbiamo valutato che PulsaR avesse ancora del potenziale da esprimere migliorando alcuni dettagli costruttivi e aggiungendo alcune parti essenziali per il corretto funzionamento della ventilazione interna e dell’aerodinamica complessiva”, racconta Danilo, uno studente del Team, che aggiunge: “Stiamo inoltre implementando e sperimentando alcune soluzioni tecniche che anticipano ciò che è già a progetto per il prossimo prototipo, come ad esempio il sistema di visione digitale camera-bike, indispensabile per eliminare il policarbonato anteriore e garantire la massima estensione laminare allo strato limite dell’aria sulla superficie”.

Il nuovo progetto è ancora coperto da riservatezza, ma i risultati delle simulazioni fluidodinamiche promettono molto bene. “Abbiamo prima messo a punto i modelli di simulazione sulla base delle misurazioni in pista su PulsaR e successivamente abbiamo disegnato e calcolato oltre venti versioni della nuova carena. Stiamo ormai limando gli ultimi dettagli, ma la resistenza aerodinamica è stata abbassata oltre ogni aspettativa e, se sapremo rispettare le specifiche di progetto in fase di costruzione, il prossimo veicolo avrà tutto il potenziale per superare i 140 km/h con le gambe di Andrea”, spiega Matteo, studente dell’ultimo anno che fa parte del gruppo aerodinamico della squadra. Attualmente si stanno definendo i sottosistemi di trasmissione e telaio, per poter avviare la costruzione dal prossimo autunno.

 

Dopo le modifiche apportate su PulsaR durante l’inverno, i primi test su circuito si sono svolti a partire dalla fine di maggio e hanno confermato i miglioramenti previsti. La velocità massima sullo stesso tracciato è salita da 86 a 95 km/h e ci sono ancora margini di miglioramento in fase di implementazione. Proiettando questo incremento sulle velocità raggiunte in Nevada l’anno scorso, dove le condizioni ambientali e dell’asfalto sono più favorevoli, si potrebbero superare i 125 km/h. Qualche km/h in più potrebbe aggiungerlo inoltre lo stesso Gallo, forte dell’esperienza accumulata e di una preparazione più specifica per il tipo di prova oltre che motivato a guadagnarsi l’ambito “cappellino” delle 80 miglia orarie (128.75 km/h). Anche sull’andatura regolare si è guadagnato molto, abbassando da 6:03 a 5:33 il giro più veloce sul circuito, per una media di 85.5 km/h a soli 163 battiti cardiaci. Un incremento più che significativo, al punto che il Team comincia a pensare ad un futuro tentativo di record dell’ora con questo tipo di veicoli, per sfidare il primato di 92.439 km di percorrenza dello svizzero Francesco Russo.

Il prossimo test si svolgerà sul circuito di Balocco sabato 27 agosto prossimo.

Conclusi i test, si sta riverniciando il prototipo. Quindi, un gruppo di studenti partirà alla volta di Battle Mountain, dove, dal 12 al 17 di settembre, PulsaR cercherà di brillare ancora una volta durante il World Human Powered Speed Challenge.

Terremoto, da Juve e Toro i messaggi sui social

toro juve juve toroParole di solidarietà ai terremotati anche da Juve e Toro. “Il mio pensiero alle vittime e a chi ha perso tutto in una notte: le parole servono a poco, cerchiamo di aiutare! #terremoto”.Così su Twitter il messaggio dell’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri. Un post di Leonardo Bonucci annuncia invece, una giornata di silenzio: “Sono molti – scrive il calciatore bianconero – i messaggi sul terremoto, ma io per oggi non farò attività sui social in segno di vicinanza e rispetto”, Un messaggio anche dal Torino FC, che posta su Facebook di essere “vicino alle popolazioni colpite dal terremoto e si stringe ai parenti delle vittime”.

(foto: il Torinese)

Chiellini: “Lazio squadra temibile”

LAZIO JUVE 22Giorgio Chiellini, difensore juventino, ai microfoni di Sky Sport: “La Lazio è una quadra temibile, il ritorno di Simone Inzaghi può aiutare a far riavvicinare i tifosi alla squadra. A noi, quindi, sabato non basterà una partita ‘sufficiente’, dovremo fare una grande prestazione. La Lazio è sempre stata un’ottima squadra e in questi anni ha sempre lottato per l’Europa: è arrivata anche tante volte quasi in fondo alle competizioni come la Coppa Italia. Ha una rosa di grande livello, il ritorno di De Vrij sicuramente aiuterà a sistemare qualche falla”.

Toro, solo contusione per Ljajic. Ma si ferma anche Ajeti

toro bandieraSi tratta di  una forte contusione, ma non di una lesione. Questo  il responso degli accertamenti effettuati al ginocchio sinistro dell’attaccante granata Ljajic, uscito in barella nel primo tempo dell’incontro  con il Milan. Il giocatore  dovrà camminare per qualche giorno con le stampelle,  non è però escluso che possa già scendere in campo domenica prossima contro il Bologna. Intanto nell’allenamento di questa mattina alla Sisport si è fermato Arlind Ajeti, per forti dolori al flessori della coscia destra: il difensore albanese sarà sottoposto agli esami per accertare il grado della lesione muscolare.

Allegri: “Il sesto scudetto? Da leggenda”

JUVE FIORENTINA2Soddisfatto Massimiliano Allegri, che commenta su Sky sport la vittoria bianconera sulla Fiorentina, nell’esordio di campionato. “La Juventus ha giocato e difeso bene nel primo tempo, anche in relazione al periodo della stagione. Higuain sta meglio, e stanno meglio anche tutti gli altri: sono arrivati cinque nuovi giocatori,  adesso cercheremo di diventare una squadra. Sono contento di come ci siamo difesi nel secondo tempo. Khedira? Si allena da poco, ma è talmente bravo a nascondere la fatica… Così come è stato bravo Higuain a segnare quel gol:  non è ancora in condizione ma non  appena prende il pallone, fa gol. Dobbiamo migliorarci e lavorare su noi stessi. Il sesto scudetto? Sarebbe leggenda, straordinario, ma ci sono la Coppa Italia e la Champions”.

In 10 mila per la festa della Juve a Villar Perosa

juve logo neroErano almeno 10 mila a Villar Perosa per accogliere la nuova Juventus . A poche ore  dall’inizio del campionato -sabato alle 20,45, allo ‘Stadium’ avviene il debutto stagionale con la Fiorentina – i tifosi bianconeri hanno dato vita a una festosa kermesse in onore della loro squadra, che quest’anno punta a vincere la Champions League. Sul campo la Juve A ha sconfitto (2-0) la ‘Primavera’ bianconera, poi la festosa invasione dei tifosi ha interrotto la partita dopo 12′ del secondo tempo. Il più acclamato Gonzalo Higuain, al suo primo gol juventino, di testa, su azione di calcio d’angolo. Applausi anche per il presidente Andrea Agnelli e gli altri calciatori.

Conto alla rovescia per la 30^ Turin Marathon Gran Premio La Stampa

turin marathonFervono i preparativi per l’edizione n. 30 della Turin Marathon Gran Premio La Stampa e a meno di due mesi, si correrà domenica 2 ottobre, si annuncia un ricco programma di eventi per festeggiare il traguardo del trentennale. La maratona inserita nel calendario internazionale AIMS, sarà valida per il 48° CISM Campionato del mondo delle Forze Armate di specialità, arriveranno atleti da ogni continente in rappresentanza di 133 Paesi e prova per il Campionato Interforze italiano. In questi giorni è stata effettuata la misurazione ufficiale del percorso, approfittando del clima vacanziero della città. Si tratta di un percorso molto veloce, la cui caratteristica principale sarà quella di permettere a tutti gli atleti di migliorare le proprie prestazioni sulla distanza. Saranno attraversati i Comuni di Torino, Moncalieri, Nichelino a cui quest’anno si aggiungerà anche il Comune di Beinasco. Restano confermati i capisaldi della manifestazione: partenza da piazza San Carlo e arrivo in piazza Castello. Ma le novità messe in campo dal Team Marathon sono veramente tante e verranno svelate un po’ alla volta. Lo slogan che accompagnerà la maratona è stato mutuato, non a caso, dalle Olimpiadi Invernali 2006 “Passion runs here”, per celebrare a 10 anni di distanza i Giochi Olimpici che hanno fatto conoscere il capoluogo piemontese. Per festeggiare il compleanno, la 42,195 km. sarà abbinata alle due new entry, la 30 km. e la Torino City Run di 8 km. La 30 km. è il simbolo dei 30 anni della gara e darà la possibilità di un allenamento lungo in vista delle numerose maratone autunnali e il percorso sarà affascinante e veloce. Il via sarà dato alle 10,30 da via Cuneo nel comune di Nichelino. La Torino City Run è la nuova nata in casa Team Marathon, una festa lunga 8 km. per tutti, dai più piccoli ai più grandi che partirà in coda alla maratona da piazza San Carlo. Sono aperte le iscrizioni sul sito www.teamarathon.it.

L’oro di Basile porta il Piemonte a Rio

Judo-Fabio-Basile-EJUE’ la 200^ medaglia d’oro italiana nella storia, quella di Fabio Basile che  ha vinto il primo oro dell’Italia ai Giochi di Rio 2016: ha battuto il coreano Baul An nella finale del judo 66 chilogrammi per ippon. Il campione  è nato a Rivoli il 7 ottobre 1994, Basile, atleta dell’esercito, è il primo italiano a salire sul gradino più alto del podio ai Giochi di Rio 2016. Il giovane olimpionico vive a Settimo Torinese, dove si allena, è alto 1,72 metri e pesa  66 kg (la sua categoria). Nella categoria Cadetti conquistò un oro, un argento e due bronzi tra europei e mondiali giovanili, e infine due terzi posti, ai Giochi del Mediterraneo 2013, a soli 19 anni, e agli ultimi Europei. Il judoka dopo la vittoria: “Queste emozioni non hanno parole, non capisco se è sogno o realtà, e mi pizzico per vedere se è vero. Non mi aspettavo di vincere ma man mano che andavo avanti con gli incontri ho sentito che era la giornata giusta”.

Giovanni Lodetti, tra il mito di Eupalla e la passione di “Ceramica”

lodetti2Un fiume di soldi passa dalle casse di una società all’altra nel gran bazar del pallone che vede i giocatori cambiare casacca a suon di milioni in questi afosi giorni d’estate. Il calcio giocato offre solo qualche scampolo d’amichevole o dei tornei dove la posta in gioco mobilita ben poche energie da parte dei protagonisti in maglietta, “braghe”corte e scarpe bullonate. Quelle che un tempo erano le “bandiere” dei vari club, giocatori “attaccati alla maglia” fino ai limiti della propria carriera pedatoria, non esistono più, tolta qualche rarissima eccezione ( come nel caso del romanista Francesco Totti che D’Alema ha definito “una risorsa per il paese”, precisando che “in dieci minuti può cambiare le sorti di una partita perchè la classe è intatta e non si rottama con l’età” ). Oggi Gonzalo Higuaín, bomber e  leader del Napoli diventa juventino per la “modica” cifra di 94 milioni e Paul Pogba, il perno della Juventus del dopo-Pirlo ( che il Milan, a suo tempo, aveva scaricato ), s’avvia oltre Manica, in direzione di Manchester dove vestirà all’Old Trafford  la maglia dei “red devils” dello United. Costo dell’operazione? Si parla di oltre cento milioni. Forse sarebbe il caso di tornare al tempo in cui, più che i soldi, erano le passioni e l’influenza – per dirla alla Brera – della dea Eupalla, protettrice del calcio e del bel gioco, a muovere la sfera di cuoio tra i  ventidue uomini sullodetti3 campo. Una di queste storie è certamente quella di Giovanni Lodetti, grande mediano del Milan ai tempi di Rivera, classe 1942,lodigiano di Caselle Lurani, che sostiene da sempre che “i giocatori di oggi sono troppo viziati” e che “è meglio il calcio delle periferie”. E lui, che correva come un dannato sui campi, con quel mento sporgente che gli valse il soprannome di “Basléta“, sostenuto dalla passionaccia di giocare al calcio, è stato tra quelli coerenti a questo modo di interpretare la vita sportiva. Non che i soldi facessero schifo, anzi. Soprattutto per chi, in famiglia, ne aveva visti pochi. In una intervista, ricordando la sua prima partita da professionista con la maglia rossonera, raccontò: “ Il primo choc è stato dopo l’esordio in A, a Ferrara. 3-0 per noi. E martedì, all’Arena, Maldini mi mette in mano il mio primo premio-partita, 180 mila lire. Diciotto fogli rosa, tant’è che li chiamavano salmoni, grandi come mezzo tovagliolo. Per paura che in tram me li rubassero sono andato a piedi dall’Arena al Corvetto e prima di cena li ho consegnati a mio padre, che guadagnava 45mila al mese. Li ha presi, li ha contati lisciandoli sul tavolo, dopo il sesto già mia mamma piangeva. E alla fine papà m’ha detto “brao Gioannin” e se li è messi in tasca. Un po’ ci sono rimasto male, speravo che almeno un deca ma lo lasciasse, ma mi è passata subito”.  Una “vita da mediano”, quella del figlio di un falegname, con una mamma che gli ripeteva “ el dané dana”, il danaro danna, quasi  fosse un modo per consolarsi di essere poveri. Grazie a quei polmoni  inesauribili che spinsero Liedholm a soprannominarlo “Bikila”, come l’atleta etiope che vinse a piedi nudi la maratona alle Olimpiadi del ’60 a Roma, Lodetti – con il Milan di Gipo Viani, Nils Liedholm e Nereo Rocco – vinse due scudetti (1962, 1968), due coppe dei Campioni (1963, 1969), una coppa Intercontinentale (1969), una coppa delle Coppe (1968) e con la maglia azzurra della Nazionale (17 presenze, 2 gol) fu campione d’Europa nel 1968. Poi, per ragioni di mercato, venne ceduto ai lodetti4blucerchiati della Sampdoria e, quattro anni dopo, al Foggia per terminare, nel 1978, la sua carriera da professionista con il Novara in serie C.  Una carriera di tutto rispetto, che il “Basléta” interpretò con lo spirito di sempre, portandosi da solo la sua valigia anche quando era appesantita dalle amarezze come nei giorni del rientro anticipato dai Mondiali di Messico ’70, rimasti nella memoria per il 4-3 alla Germania e per i sei minuti di Rivera nella finale (persa) con il Brasile di Pelè. La storia è nota. Convocato per il mondiale messicano, Lodetti venne sacrificato dal c.t. Valcareggi quando già si trovava in ritiro con il resto della squadra. La vicenda è curiosa: lo juventino Anastasi si infortunò durante la preparazione e il selezionatore chiamò due possibili sostituti, ovvero Prati (Milan) e Boninsegna (Inter). Non riuscendo a decidere quale dei due tenere, li confermò entrambi, ma a quel punto fu Lodetti a dover tornare a casa e la proposta di passare comunque l’estate in Messico per una vacanza gratis con la sua famiglia venne sdegnosamente rifiutata con un comprensibile moto d’orgoglio. In aggiunta, a far più male, al ritorno in Italia, il Milan lo cedette senza nemmeno avvertirlo. E’ ancora Lodetti a commentare:“ Allora non c’erano procuratori e nemmeno il sindacato dei giocatori. Ti cedevano e basta. Dal Milan alla Samp voleva dire non giocare più per gli scudetti, né per le coppe, ma per salvarsi magari all’ultima domenica. Mi è cascato il mondo addosso anche se poi, alla Samp, mi sono trovato bene”. Ma la parte più bella della storia, quella che servirebbe ancora oggi a tanti, inizia proprio dalla fine della carriera, dal giorno dell’addio ai campi. E’ in quel momento che la passione, nata sul campetto dell’oratorio, dietro la chiesa di Caselle Lurani, nella Bassa lodigiana, si rifiutò di andare in “pensione”. Così, una mattina, mentre guardava dei ragazzi giocare a calcio nel parco di Trenno ( ora parco Aldo Animasi,ndr), nei pressi di San Siro, vide che la squadra che perdeva aveva un giocatore in meno. “Avevo smesso da poco, era ora di dire basta, a 36 anni”, racconta Lodetti. “Non resisto e vado dietro al loro portiere: “Scusa, mi fate entrare?” Quello si volta e mi dice, a bruciapelo:”Ma dai, qui siamo tutti giovani”. Insisto: “Gioco anche in porta”. Alla fine uno mi fa segno di entrare e dopo un po’ mi dice “Sai che sei buono? No, dico sul serio. Come ti chiami?”. Allora gli racconto che ho fatto tornei aziendali. Avevo un giubbotto con scritto “Ceramica”e gli dico “Mi chiamo Ceramica“. Mi hanno guardato un po’ strano ma mi hanno accettato e da quel momento, per più di vent’anni,  ogni sabato mattina “Ceramica” se n’è andato al parco di Trenno a giocare, a divertirsi di nuovo: passa Ceramica, tira Ceramica, bravo lodetti1Ceramica. Solo due anni dopo un tizio mi ha smascherato“. Un uomo in bici, in su con gli anni, l’aveva squadrato per bene e poi aveva detto “ Hei, ragazzi, ma lo sapete chi è quello lì? È uno che giocava nel Milan. E’ il Lodetti. Un giorno l’ho visto cancellare Bobby Charlton”.  Finito l’anonimato è continuata la passione. “ A mia moglie dicevo che andavo a giocare a tennis, sennò stava in pensiero. Le scarpe da calcio numero 42 coi tacchetti di gomma me le portavano a Trenno. Solo quando mi sono incrinato quattro costole ha capito che non giocavo a tennis“. Questa è la storia di Giovanni Lodetti, che giocava a calcio con Gianni Rivera e con i ragazzini. Una di quelle storie che ricordano ancora le immagini nelle foto in bianco e nero, dove i contrasti erano più netti e visibili mentre oggi , nel bagliore dei flash e nell’orgia mediatica, si fa fatica a raccapezzarsi. Ancora oggi Lodetti, a chi gli chiede quale sia la differenza tra il calcio dei suoi tempi e quello di oggi, risponde citando “ il controllo telefonico di Cattozzo”, un tecnico del Milan che telefonava a casa dei giocatori alle 22.45. “ Se non rispondevi, multa. Invece a quell’ora o anche più tardi molti oggi escono di casa per andare in discoteca. Io ci ho messo quasi due anni a farmi una 600, Niang aveva la Ferrari appena arrivato al Milan. Ma non so se sono felici, hanno tutto in apparenza ma non la passione“.

 Marco Travaglini

 

Dove fare sport in agosto con Uisp

uispLa Uisp non si ferma mai, neppure ad agosto. Per molti, le vacanze sono un’occasione per potersi dedicare a tutto tondo ad uno sport outdoor. Piscina, volley, calcio, corsa, tennis, vela, pesca, survival, addirittura equitazione, scherma medievale e golf sono le attività più gettonate, ma ad agosto periodo vacanziero per antonomasia, c’è qualche impianto aperto? Certo per i tesserati Uisp c’è un variegato ventaglio di proposte. Iniziamo da Torino: nel capoluogo per prendere refrigerio e/o praticare divertenti attività acquatiche ci sono a disposizione la Sisportdi via Olivero 32, l’Acquatica di corso Galileo Ferraris 60, il centro nuoto di Nichelino di via Cernobyl 32. Per tirare i 4 classici calci al pallone ci sono gli impianti del Centrocampo di via Petrella 40, la polisportiva Campus di via Pietro Cossa 293/12, centro sportivo Lingotto via Ventimiglia 195/a. I patiti del beach volley potranno sfidarsi a interminabili set sui campi del centro sportivo Lingotto di via Ventimiglia 195/a. Correre nei parchi o in collina in compagnia si può. Il gruppo #TorinoCorre offre molte occasioni, per gli aggiornamenti seguire la pagina Facebook dedicata. Non mancano neppure le attività originali. Il centro nautico di Levante e Charter di vela organizzano corsi di vela, pesca sportiva e gite. Infine, due attività creative e coreografiche: la scherma medievale e lo sport avventura/sopravvivenza. Il primo viene proposto dalla Compagnia dell’orso nero di Pessione nel campo sportivo di via Adamello e il survivor al Salgari Campus di corso Chieri 60. Anche nelle altre province si possono frequentare impianti aperti. A Borgaro la vasca estiva di via XX Settembre propone nuoto e attività di fitness. In provincia di Cuneo ci sono ben 3 piscine per cercare la frescura: a Fossano, Montà e Saluzzo. In Valle di Susa si nuota a Rivalta al centro Oasi di Laura di Vicuna, si gioca a tennis in quel di Bardonecchia al tennis Chamois e alla polisportiva sports club di Bardonecchia, si va a cavallo al Melograno di Collegno, si pratica golf a Druento e all’Oasi Maen di Valtournanche (Ao) si organizzano campi di atletica leggera per ragazzi dai 10 anni di età. A Novara il centro sportivo Alcarotti di via Pajetta 8 propone palestra, piscina, corsi di fitness, solarium e centro solarium. …E vi sembra poco?