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L’ALESSANDRINA DI ADOZIONE DEBORAH CHIESA SI AGGIUDICA IL DECIMO TROFEO MA.BO. DA 25.000$ DI TORINO

di Manuela Savini

Con sabato si è conclusa la X edizione del torneo ITF da 25mila dollari di Torino, disputato sui campi del Nord Tennis Sport Club. Ai cancelli di partenza delle qualificazioni si sono presentate 44 atlete, delle quali 8 hanno conquistato il main draw. Nel tabellone principale, composto da 32 atlete, la testa di serie n. 1 è stata assegnata alla giocatrice bulgara Isabella Shinikova (n. 289 WTA ), mentre la n. 2 è stata attribuita all’italiana Georgia Brescia (n. 203 WTA). Per entrambe, però, il torneo è terminato molto prima delle aspettative: Shinikova ha perso al secondo turno contro la romana Giorgia Marchetti (n. 575 WTA) che poi ha perso nei quarti contro la finalista messicana, testa di serie n.8 del tabellone, Renata Zarazua (n. 263 WTA); mentre Brescia è stata sconfitta al primo turno in tre set dall’italiana, finalista e vincitrice del torneo, Deborah Chiesa (foto), che ha cosi raggiunto anche la sua migliore classifica in carriera (n. 430 WTA).

 

Alle qualificazioni hanno preso parte 28 atlete italiane di cui 10 provenienti da Torino e provincia e precisamente: Camilla Diez, Ginevra Peiretti, Sara Guglielminotti (foto), Michele Alexandra Zmau (foto), Jessica Bertoldo (foto), Federica Di Sarra, Camilla Priuli, Harriet Hamilton (foto), Alessia Tagliente e Sofia Ragona. Purtroppo nessuna giocatrice torinese è riuscita a qualificarsi per il tabellone principale: soltanto la ventunenne Michele Zmau (n. 909 WTA), tesserata per il Circolo della Stampa di Torino, ha quasi raggiunto le qualificazioni perdendo al terzo turno contro la bolognese Stefania Rubini (n.484 WTA), che quindi si è conquistata, assieme all’altra giocatrice italiana di Lucca, Anna Giulia Remondina (n. 567 WTA), l’accesso al main draw del torneo.

Nel tabellone principale, delle undici italiane, due sono state le atlete tesserate in Piemonte: Anastasia Grymalska (foto), attualmente n. 485 e già n. 213 nel 2014 nel ranking WTA, allenata dal tecnico Stefano Dolce sui campi dell’USD Tennis Beinasco e Deborah Chiesa, nata a Trento, che è tesserata per Canottieri Casale ASD in provincia di Alessandria. L’avventura di Grymalska nel torneo si è fermata agli ottavi, dopo avere sconfitto al primo turno la testa di serie n. 3 del tabellone, Katarzyna Piter (n. 224 WTA), mentre Chiesa ha forse coronato un sogno, andando a vincere un torneo da 25mila dollari partendo dal primo turno, senza essere neppure testa di serie. Chiesa dopo aver eliminato la n. 2 del tabellone, Brescia, in un match partito male (36 63 60), ha poi battuto la spagnola Burillo (61 46 61), la toscana Remondina (62 60), l’austriaca Hives in semifinale (63 76), prima di approdare in finale e giocarsela contro la messicana Zarazua (foto).

Nella finale, dopo due ore e trentadue minuti di gioco, la giocatrice “piemontese” ha avuto la meglio con il punteggio di 63 26 75. Il primo set è stato giocato punto a punto nella fase iniziale, con uno strappo decisivo dell’azzurra da metà frazione, grazie alle solite accelerazioni di rovescio. Nel secondo set, la sudamericana ha cambiato marcia riducendo la percentuale di errori e chiudendo il set all’ottavo gioco. Nel terzo set dopo una partenza sprint di Zarazua (avanti 2-0), Chiesa ha reagito portandosi avanti 4-2 e servizio, salvo poi non capitalizzare il vantaggio e restituire il break (4-3). L’italiana non si è scoraggiata, reagendo e portandosi sul 5-3 e servizio, concretizzato con il miglior colpo dell’incontro, un rovescio bimane lungo linea che ha lasciato letteralmente immobile l’avversaria. Zarazua non è stata a guardare ed ha saputo approfittare dei pochi momenti di insicurezza di Chiesa, riducendo le distanze (5-5), dopo aver annullato anche un match point. Seppure, in questa fase, Zarazua sembrasse essere la favorita verso la volata finale, Chiesa ha dimostrato la crescita operata in stagione andando nuovamente a condurre sul 6-5 e chiudendo la sfida nel dodicesimo gioco, per il 7-5 finale.

A caldo l’atleta italiana, al suo primo titolo in una rassegna da 25.000$, ha esternato la sua grande soddisfazione con queste parole: “Non ci credo ancora e sono molto contenta della conclusione. Avevo iniziato la settimana con un po’ di paura visto l’accoppiamento di primo turno contro Georgia Brescia, seconda testa di serie e giocatrice contro la quale non avevo mai vinto. Il successo contro di lei mi ha dato ulteriore fiducia, incrementata ancora grazie al percorso compiuto in tabellone principale. Oggi il match è stato duro, contro un’avversaria ostica che ha ribattuto punto su punto. Sono stata abile a mantenermi tranquilla nel momento decisivo e chiudere 7-5 al terzo. Continuo a lavorare per crescere. L’obiettivo stagionale era di vincere un 15.000 $ e sono andata oltre con tale affermazione. Ora punterò a salire ancora in classifica mondiale e giocare con la stessa intensità nelle prossime manifestazioni internazionali. Un anno speciale, il 2017, con la promozione in A1 con la Canottieri Casale e questa bella vittoria“.

Sotto il profilo organizzativo, soddisfazione da parte del direttore del torneo, Barbara Garbaccio e del presidente del Circolo, Luca Politi: “Il livello del torneo si alza stagione dopo stagione ed è nostra intenzione continuare ad investire, compatibilmente con il prolungamento della concessione comunale che scadrà nel 2019. Il salto all’organizzazione di un 60.000 $ è ipotizzabile nell’arco dei prossimi tre anni, supportati dai nostri sponsor e dalla passione che ha sempre contraddistinto il nostro operato“.

Nel doppio, la vittoria è andata alla coppia brasiliana-spagnola, Paula Cristina Goncalves (n. 724 nel ranking di doppio)/Estrella Cabeza-Candela (n. 1054) che ha sconfitto in finale la coppia spagnola, testa di serie n. 4, Irene Burillo Escorihuela (n. 472)/Yyonne Cavalle-Reimers (n. 438) con il punteggio di 57 60 10-8.

Juve, arriva Douglas Costa. E la società trasloca al J-Village

“La Juve? è una grande squadra e mi è sempre piaciuto vederla giocare. Quando è arrivata l’opportunità, l’ho colta al volo.   Il gioco della Juventus è di altissimo livello e per quanto riguarda la Champions credo che la finale sia sempre difficile. Ma io sono qui per aiutare e per aggiungere quel che manca”. Così  il brasiliano Douglas Costa, in arrivo dal Bayern Monaco e presentato oggi alla stampa in maglia bianconera.

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Apre oggi i battenti la nuova sede del club bianconero, all’interno del J-Village presso l’Allianz Stadium. La società sportiva lascia così gli storici uffici di corso Galileo Ferraris. Ne dà notizia il sito web del club. “Il nuovo Quartier Generale bianconero, che conta su una superficie di 4.370 metri quadrati, è una sede nuova, moderna, funzionale – scrive il sito  – e fa parte di un progetto che guarda al futuro, della Juventus e non solo”.

Anni 2020… la gestione dello sport nel futuro

Il mondo dello sport è in continua evoluzione, anche se sembra però che a questa evidenza molti non sappiano farsene una ragione. Parlo dell’acquisizione sul campo dei diritti per svolgere un campionato di qualsiasi categoria vincendo un campionato di categoria inferiore oppure del suo contrario, perdere la categoria e discendere negli abissi della retrocessione. Tutto ciò era romantico se consideriamo e valutiamo lo sport per quello che in passato era considerato, cioè uno svago, un passatempo da praticare quando si era giovani e poi si andava a lavorare. Purtroppo il tempo è passato (o forse per fortuna…) e ora gli svagati del calcio, del basket, del tennis…etc… guadagnano cifre non sempre iperboliche ma comunque molto alte se paragonate a lavoratori “comuni”. Si dirà che la loro carriera è breve, che devono capitalizzare in fretta e tante buone ragioni consimili, ma in realtà, quello che molti ignorano, chi per vera ignoranza e chi per convenienza da strumentalizzare, è che l’atleta, in un modo o nell’altro, troverà un nuovo impiego in un’altra squadra, mentre altre sono le realtà (altrimenti dette “persone” e non risorse umane…) che si troveranno in difficoltà. Un’impresa sportiva, intesa come azienda, non ha solo gli atleti, anzi! Ha gli impianti da gestire con personale adeguato, ha le segreterie da mettere in funzione, uffici stampa, addetti agli atleti, magazzinieri, staff medici e persone addette alle biglietterie, addetti allo stadio o ai palazzetti e molteplici altre figure in funzione dell’ambiente e del livello raggiunto.

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Tutte queste persone lavorano grazie all’azienda che “gioca” in serie A… o altro livello che sia. Mettere in piedi tutto questo meccanismo ha costi elevati (se lo si vuole fare in regola) ed è necessario che chi investe non debba temere di buttare tutto in un attimo per un rigore sbagliato o un tiro libero finito sul ferro. Salire di livello crea entusiasmo, ma la strutturazione necessita di tempo. E se la piazza non risponde, tutte queste persone non lavoreranno più, in questo ambito almeno. Il diritto sportivo è romantico, giustifica passioni ma non considera i “drammi” che questo causa, e la parola non è usata abusandola. Le grandi città o le grandi piazze in generale come bacino di utenza garantiscono pubblico, attenzione dei media, sponsor, ma nonostante questo anche qui si fatica a costruire. Se a tutto questo si aggiunge ancora l’incognita di restare a questi livelli si comprenderà la difficoltà a realizzare qualcosa di particolarmente bello. Lo sport è gioia, sofferenza, entusiasmo e agonismo, ma deve essere anche spettacolo, altrimenti il pubblico non si muoverà per vederlo. E se è solo tecnica piacerà a pochi. Quando uno sport non ha pubblico, il perché c’è sempre, che lo si voglia o meno. Ma se è la paura di perdere a non permettere lo spettacolo o l’ingresso di volti nuovi magari dal mondo dei vivai sportivi, è evidente come non sarà lungi il tempo in cui a tale “non-spettacolo” si recheranno solo gli appassionati tifosi, che in ogni tempo e luogo sono sempre un sottoinsieme degli appassionati dello sport in sé.

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Lo sport ha costi e persone che vivono grazie allo sport stesso e non dovrebbe più essere permesso di “rischiare” la qualità della vita di chi ci lavora solo in funzione delle capacità degli atleti o rischiare il “posto” a causa degli infortuni che possono subire, o scatti “emotivi” degli atleti stessi che danneggeranno la loro azienda. Lo sport ha bisogno di aziende, impianti e di manager forti che garantiscano sicuramente i giocatori, ma soprattutto i volti oscuri dei lavoranti veri dello sport, di quelli che hanno un lavoro grazie ai giocatori di quella squadra, mentre i giocatori di quella squadra non hanno il lavoro grazie agli “oscuri”…  Per proteggere loro, per tutti quelli che mettono “in campo” la loro opera quotidiana e di cui nessuno mai parla, il vero progetto è: per tutti lo sport, ma per quello professionistico, in quanto tale, solo ai professionisti. Il mondo dello sport non può fare a meno di una piazza sportiva come quella della nostra città. Si possono dire tante cose su altre città con passati più “storici”, ma nel panorama delle diverse discipline sportive, con più vittorie ad alto livello in ogni ambito sportivo Torino non invidia nessuno. Gli spazi per praticare “la qualità” sportiva sono addirittura in surplus rispetto alla necessità. L’antidiluviana concezione dello sport come diritto sportivo è ormai in pieno contrasto con le necessità economiche e fiscali con le quali il mondo dello sport odierno deve fare i conti!  Un progetto sano dovrebbe prevedere aziende in grado di garantire posti di lavoro “agli oscuri” per più tempo. Altrimenti la precarietà di cui tutti lamentano nella quotidianità del lavoro “normale” dovrebbe (e in realtà è!) diventare la condizione unica non di chi gioca sul prato verde o sul parquet ma di tutti coloro che vendono anche le bibite allo stadio (se ci sarà la partita) o i parcheggi intorno allo stadio (se si giocherà una partita) o anche solo delle magliette souvenir (se ci sarà ancora quella squadra…).

Paolo Michieletto

 

Nuoto per Salvamento, Campionati Italiani di Categoria e World Games

I Campionati Italiani di Categoria di nuoto per salvamento si sono conclusi ieri sera allo Stadio del Nuoto di Roma al termine di quattro intensi giorni di gare. I nuotatori piemontesi tornano a casa con 21 titoli nazionali, 17 medaglie d’argento, 16 di bronzo e 6 record italiani di categoria. L’ultimo è arrivato ieri pomeriggio e a stabilirlo è stato Cristian Barbati nei 100 manichino pinne della categoria Junior. Cristian, classe 1999 tesserato per la Rari Nantes Torino, ha fermato il cronometro sul tempo di 47”03, migliorando il precedente primato nazionale di 38 centesimi. Si è trattato del suo secondo titolo della rassegna, dopo il primo posto nei 200 super lifesaver di ieri. Da ricordare, inoltre, che Cristian Barbati fa parte degli atleti selezionati per la nazionale giovanile che parteciperà agli Europei Youth di settembre. L’articolo completo sull’ultima giornata di gare a questo link: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20170713204911&area=6&menu=agonismo&read=salvamento

Archiviati con soddisfazione i Campionati Italiani di Categoria, il nuoto per salvamento piemontese guarda ora agli imminenti appuntamenti internazionali, che vedranno in gara diversi atleti del nostro Comitato Regionale. Questi ultimi rappresentano l’eccellenza di un movimento che nei giorni scorsi a Roma ha dimostrato una volta di più il suo ottimo “stato di forma”, dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Tanti nuotatori di tutte le categorie sono saliti sul podio a livello individuale e di staffetta, conquistando allo stesso tempo punti preziosi per le classifiche di società. Classifiche che hanno visto nelle rispettive top 10 molte squadre piemontesi. Terminati i Campionati Italiani è quindi tempo di pensare ai World Games, in programma dal 20 al 30 luglio a Breslavia, in Polonia. La manifestazione venne organizzata per la prima volta nel 1981 a Santa Clara, negli Stati Uniti, e si svolge ogni quattro anni; è destinata principalmente alle discipline che non fanno parte del programma olimpico. Tra queste c’è il nuoto per salvamento, le cui gare sono in calendario il 21 e 22 luglio. La squadra azzurra sarà in collegiale dal 17 luglio a Milano e mercoledì 19 partirà alla volta di Breslavia.

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Fanno parte della spedizione azzurra anche i piemontesi Cristina Leanza (Aquatica Torino), Laura Pranzo (CN Nichelino), Sasha Andrea Bartolo (Swimming Club Alessandria), Federico Gilardi e Jacopo Musso (Rari Nantes Torino). Di loro soltanto Cristina ha partecipato ai Campionati Italiani di Categoria, tornando a casa con l’argento dei 50 manichino e il bronzo dei 100 percorso misto, oltre che con il bronzo della 4×50 mista. Laura, Sasha, Federico e Jacopo, protagonisti in stagione con titoli nazionali e record mondiali, hanno invece proseguito la loro preparazione in contesti non agonistici.

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Gli altri atleti convocati nella nazionale che parteciperà ai World Games sono Silvia Meschiari (Fiamme Oro Roma), Serena Nigris (Orizzonti Soc Coop Udine), Federica Volpini (Fiamme Oro Roma), Daniele Sanna (In Sport Rane Rosse) e Andrea Vittorio Piroddi (Fiamme Oro Roma). Compongono lo staff il commissario tecnico Antonello Cano, il team manager Giorgio Quintavalle, i tecnici federali Massimiliano Tramontana e Giorgiana Emili, il medico Andrea Felici e il fisioterapista Enilda Nushi. Giudice italiano al seguito Jerry Polesel.

Bonucci va al Milan

Il trasferimento di Leonardo Bonucci al Milan è ormai cosa fatta: l’intesa con il club rossonero è raggiunta e il giocatore juventino potrebbe avere già firmato un contratto fino al 2022 a 6,5 milioni per ogni stagione. 40 milioni vanno alla società bianconera Il difensore è stato sottoposto ai test atletici a Milanello e nelle prossime ore sono previste le visite mediche. Tra qualche giorno Bonucci dovrebbe partire per la Cina, dove si trovano  Vincenzo Montella e i nuovi compagni di squadra impegnati nella tournée estiva.

Venerdì a Bormio il ritiro granata

Venerdì 14 luglio il Toro partirà per Bormio, sede del ritiro granata, dopo il primo allenamento della stagione al Filadelfia , che si è svolto tra un pubblico felice per la rinascita dello storico stadio, in presenza di Urbano Cairo . Sinisa Mihajlovic ha convocato 24 giocatori, assenti Carlao, ceduto in prestito all’Apoel Nicosia,  Ajeti e Maxi Lopez, che sono inseriti nella lista dei partenti. Al momento in  vacanza i quattro nazionali Under 21, i due azzurri Benassi e Barreca e i serbi Lukic e Milinkovic-Savic. 

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foto: Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net

10 anni di gare e di passione per il Team H2politO

Il Team studentesco H2politO del Politecnico di Torino festeggia i suoi primi 10 anni di attività con una presentazione dei suoi prototipi e degli studenti che negli anni hanno contribuito agli ottimi risultati ottenuti nelle competizioni internazionali

Il Team è infatti tornato vincitore dalla Shell Eco-marathon 2017 di Le Mans e da quella di Londra: il prototipo IDRAkronos ha chiuso al 2° posto la competizione che si è svolta dal 25 al 28 maggio scorsi al Queen Elizabeth Olympic Park di Londra e si è classificato al 1° posto nella competizione di Le Mans del 23-25 giugno scorsi.

In queste gare veicoli avveniristici ad alta efficienza energetica progettati da studenti delle scuole superiori e delle Università di tutta Europa si sfidano non sulla velocità, ma sulla capacità di progettare prototipi in grado di percorrere la maggior distanza possibile con l’equivalente di un litro di carburante o un kWh o un m3 di energia.

Anche il secondo prototipo del Team, XAM, ha ottenuto un ottimo 10° posto su 26 veicoli partecipanti nella categoria Urban Concept a combustione interna e il 4° posto su 7 per la categoria a etanolo, con un consumo di 110 km/L nella gara di Londra.

Ma il Team H2politO alla Shell Eco- marathon di Londra ha anche vinto il Communication Award, il riconoscimento che viene assegnato al Team con la migliore capacità di comunicare sia sui social che ai media tradizionali le caratteristiche del proprio progetto, ma anche di promuovere la competizione grazie alla collaborazione con le aziende e al coinvolgimento di studenti e giovani. Non è una novità per il Team, che si è aggiudicato questo riconoscimento già altre 4 volte (2009, 2010, 2012 e 2014).

Tanti i premi di questi 10 anni di successi e di passione, che sono stati ripercorsi dalla referente accademica del Team, Massimiliana Carello, insieme ai ragazzi, che hanno presentato per l’occasione tutti i veicoli realizzati negli anni: IDRA08 IDRA09, IDRApegasus, XAM 2.0, IDRAkronos e XAM.

 

“Non avrei mai immaginato 10 anni fa, quando ho fondato il Team H2politO, di arrivare dove sono arrivata oggi, cioè di essere riuscita a farlo diventare un “top Team”. I risultati in classifica ottenuti quest’anno sono il frutto di un grandissimo lavoro e tantissimo tempo, di persone che hanno fatto “squadra” affrontando problemi e trovando soluzioni, senza mai arrendersi. Forse è stato questo che ci ha permesso di ottenere grandi risultati sia a Londra che a Le Mans”, commenta la professoressa Massimiliana Carello, Faculty Advisor del Team.

 

In occasione dell’evento sono inoltre state consegnate 10 borse di studio destinate nel 2017 dalla Michelin Italiana a sostegno delle attività del Team H2politO. Gli studenti che hanno ricevuto la borsa di studio si sono particolarmente distinti nelle attività di progetto e realizzazione dei veicoli che hanno partecipato alla competizione.

Michelin è sponsor tecnico e fornitore unico di pneumatici della Shell Eco-marathon e anche IDRAkronos è equipaggiata con pneumatici speciali Michelin, che offrono una resistenza al rotolamento sei volte più bassa del pneumatico stradale MICHELIN Energy Saver.

 

Simone Miatton, Direttore del Personale Michelin Italia, ha commentato: “Seguiamo con grande passione il Team H2politO da cinque anni. È stato un crescendo di successi, che li ha portati anche quest’anno sul gradino più alto del podio della Shell Eco-marathon di Le Mans con IDRAkronos, prototipo equipaggiato con speciali pneumatici Michelin a bassissima resistenza al rotolamento.

È lo spirito di innovazione che ci lega al Team H2politO e ai suoi geniali veicoli a basso consumo di energia. Dal nostro primo pneumatico “verde” del 1992, l’impegno di Michelin nel campo dell’innovazione continua è sempre al servizio di una mobilità più sicura, efficace, sostenibile.

Quest’anno, i dieci anni del Team ci offrono un’occasione ancora più gioiosa per festeggiare insieme la nostra comune visione della mobilità del futuro.”

 

Le mete de Le Tre Rose non solo nel campo di gioco ma dell’integrazione

Dallo Stadio del Rugby di Casale Monferrato sino all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. La squadra interraziale, nata qualche anno fa, nell’ambito della società di rugby “Le Tre Rose e la cooperativa Senape, ha raggiunto un altro traguardo. L’idea venne dal presidente (anzi presidentissimo) Paolo Pensa che propose di insegnare il rugby a ragazzi, per lo più provenienti da Paesi dell’Africa subsahariana, presenti in città, per favorire l’integrazione. E questo esperimento ha portato ad affrontare la tematica sia con la Federazione italiana rugby, sia con il Coni. E momento significativo era stata la stretta di mano tra Pensa, alcuni dei suoi atleti ed il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al momento della visita al Parco Eternot. Ora, però, c’è un valore aggiunto. “Il docu – film “Le Tre Rose Nere” sulla squadra interraziale – spiega Paolo Pensa – realizzato da Walter Zollino, dopo essere stato edito integralmente su La Repubblica Tv il 20 giugno, in concomitanza con la Giornata mondiale del Rifugiato, è stato voluto dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e rilanciato attraverso i suoi canali. Ora, pertanto, Casale Monferrato non è più solo conosciuta per la triste vicenda dell’Eternit, ma anche per Le Tre Rose”. Il presidente della società, nata a Rosignano ma che allargandosi è poi “approdata” nella città di Sant’Evasio vuole fare un’altra puntualizzazione: “Tutto questo è stato possibile, ed è giusto e sacrosanto ricordarlo, grazie alla vecchia guardia della società, capitanata da Fabio Lifredi, che non ha abbandonato ed ha creduto in questo nuovo corso, che comunque vede un settore giovanile, la diffusione della disciplina del rugby negli istituti scolastici e adesso la prossima partenza di una squadra femminile”. Intanto, sotto l’aspetto dei regolamenti federali c’è una novità per i giocatori migranti. Sino ad ora potevano giocare in serie C con una deroga del presidente Fir: essendo stati tesserati allo stato erano “di formazione straniera”, ma adesso qualora richiesti da altra squadra diventeranno “di formazione italiana”, potendo così anche approdare a squadre di serie A o di B e “avendo in questo modo – conclude il presidente Paolo Pensa – una bella e buona opportunità di prospettiva e di miglioramento per la propria vita ed una ancora più vera integrazione. Questa è, e faccio il paragone con il nostro sport, la meta raggiunta da Le Tre Rose, che naturalmente va al di là del campo di gioco”.

Massimo Iaretti

 

 

 

 

BEACH VOLLEY FEMMINILE: LE PIEMONTESI PANETTA – CICOGNA IN CAMPANIA A CACCIA DI CONFERME

Alice Panetta e Olimpia Cicogna, due giovani beachers piemontesi, rispettivamente di Cavallermaggiore e Torino, si stanno affacciando in modo promettente nel panorama del volley su sabbia.

    

Dopo alcuni buoni tornei giocati nel 2015, hanno seguito strade diverse per poi ritrovarsi quest’anno. Da subito si è rivista l’intesa di una coppia convincente e vincente.

    

Alla prima uscita stagionale, subito un ottimo terzo posto al torneo nazionale B3 FIPAV  di Desio (MI) il 18 giugno, cui sono seguiti i successi di Rivarossa (TO) il 24 giugno e di Mottalciata (BI) il 3 luglio. 

 

Un piazzamento e due vittorie in tre tornei giocati contro avversarie di tutto rispetto sono la conferma di un connubio efficace tra intelligenza tattica, buona tecnica complessiva e ottima tenuta mentale. 

 

Panetta e Cicogna si sono preparate così alla ormai imminente trasferta campana per due importanti appuntamenti agonistici: la BEACHVOLLEY SUMMER CUP, torneo nazionale di categoria B2 che si svolgerà a Campagna, in provincia di Salerno, il 22-23 luglio e il fine settimana successivo a Sorrento (NA) per un altro B2, dove Alice e Olimpia cercheranno di consolidare le buone sensazioni, l’affiatamento e perché no, tentare di togliersi qualche altra bella soddisfazione.

1500 atleti ai Giochi Nazionali Estivi Special Olympics

87 le delegazioni sportive provenienti da 14 regioni italiane: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto e ovviamente Piemonte. Ci sono anche 80 atleti europei provenienti da Germania, Austria, Finlandia, Cipro, Canada, Portogallo e Repubblica di San Marino.

Sono 1.500 gli atleti che hanno partecipato alla XXXIII edizione dei Giochi Nazionali Estivi Special Olympics a Biella. 87 le delegazioni sportive provenienti da 14 regioni italiane: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto e ovviamente Piemonte. Ci sono anche 80 atleti europei provenienti da Germania, Austria, Finlandia, Cipro, Canada, Portogallo e Repubblica di San Marino. Da lunedì 3 a sabato 8 luglio si sono sfidati in gare di nuoto, bocce, volley, flag rugby, bowling, equitazione, nuoto acque aperte, vela sperimentale. Con loro 1.200 familiari e accompagnatori.

Durante i Giochi a Biella gli atleti hanno potuto partecipare al Programma Salute con screening gratuiti di tipo visivo e odontoiatrico. I numeri: 670 le visite effettuate, 4 le università coinvolte (Torino, Padova, Lecce e Milano), 103 volontari impegnati al giorno. Il progetto Opening Eyes (screening visivo) è stato patrocinato dall’Albo degli Optometristi di Federottica ed è stato realizzato grazie al contributo di volontari ottici, optometristi, oftalmologi e studenti in optometria ed il supporto del Lions Club International. Special Smiles (screening odontoiatrico) è stato realizzato grazie al sostegno dell’Università di Milano CdL in Odontoiatria e Protesi Dantaria, Dipartimento Morfologia Umana. Infine i terapisti della Cooperativa Domus Laetitiae e del Servizio di Medicina Riabilitativa dell’Asl Biella hanno garantito un servizio di assistenza fisioterapica durante l’intero svolgimento della manifestazione.

Grande successo ha anche avuto il Programma Famiglie con un’area relax allestita presso il Villaggio Olimpico: uno spazio dove genitori, fratelli e sorelle hanno potuto rilassarsi e scambiare opinioni ed esperienze, proprio come avviene in un Family Campus.

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Foto: Simone Castrovillari

Interviste video di atleti e mamme: https://www.youtube.com/watch?v=YK3FRXvr9cM&feature=youtu.be