SPORT- Pagina 356

Etica e Sport: il decennale del Premio dedicato a Rinaldo Bontempi e Maurizio Laudi

Lunedì 9 dicembre alle 18 allo Sporting di corso Agnelli – Torino

 Lunedì 9 dicembre è un giorno di Natale anticipato per lo sport piemontese. Al mattino nella sede del Circolo della Stampa-Sporting, l’Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana) premierà i migliori atleti piemontesi del 2019 nelle diverse discipline, e l’Associazione “Etica e Sport” presenzierà portando l’avallo del Carta Etica della Regione Piemonte.

Il pomeriggio alle 18 nella sede del Circolo della Stampa-Sporting di Corso Agnelli 45 sarà assegnato il premio “Etica e Sport”. Giunto alla X° edizione il Premio intitolato alla memoria di Rinaldo Bontempi e Maurizio Laudi.  L’Ussi testimonierà con la presenza dei propri dirigenti la particolarità di una serie di premi assegnati non necessariamente sul risultato ma sulla base di un giudizio etico e morale.

Il “Premio Rinaldo Bontempi e Maurizio Laudi” nasce nel 2008, e consta di cinque sezioni: Enti e Fondazioni pubbliche e private; Associazioni e Società Sportive; Atleti, Dirigenti e Tecnici; Scuole; Comunicatori di Sport. Nel 2015 si è aggiunto il “Premio Europeo” che verrà consegnato quest’anno per la quinta volta.

Ed è una sorpresa proprio il premio internazionale che tocca per il 2019 a Don Luigi Chiampo, sacerdote, maratoneta vincitore della prima maratona di Torino, disputata e vinta giusto tre mesi prima di prendere i voti. Questa la motivazione:

Il passaggio dalla vita di atleta a quella normale, può essere motivo di grandi turbamenti nell’individuo. Etica e Sport, ha identificato in Don Luigi Chiampo il campione che riesce a dare proprio nel più difficile momento di trasformazione, piena continuità ai valori etici acquisiti con lo Sport. Don Luigi Chiampo atleta e podista ora Sacerdote, ha fatto tesoro dell’attività sportiva come utile esperienza formativa ed etica, continuando a praticare quei valori nel mettersi al servizio degli altri ed in particolare degli ultimi.

Nella prima sezione il premio 2019 è stato assegnato alla città di Mondovi. La scelta è stata fatta fra parecchie candidature con questa motivazione:

Mondovì ha una spiccata propensione per lo sport, e in particolare per quello praticato. All’amministrazione pubblica va riconosciuto l’impegno nel settore, così come è d’esempio la

collaborazione attivissima con la scuola. Il liceo sportivo è stato teatro di un fruttifero incontro nell’occasione del rilancio della Carta Etica dello Sport in Piemonte, e ora il bando triennale per l’utilizzo degli impianti sportivi scolastici costituisce un polmone enorme per le attività delle associazioni sportive dilettantistiche.

La pergamena verrà ritirata dall’assessore allo Sport Luca Robaldo in rappresentanza del sindaco Paolo Adriano.

Nella seconda sezione “Associazioni e Società Sportive” la giuria ha premiato la Polisportiva Campus perché se è vero che l’integrazione non è facile in qualunque realtà, è ai margini delle città, in quelle periferie che talvolta non si riesce più nemmeno a rammendare, come insegna il senatore Piano. Parteciperà anche il presidente della V° Circoscrizione Marco Novello. Questa la motivazione:

La Borgata Frassati, dopo momenti di difficoltà, ha dato vita alla Polisportiva Campus che in collaborazione con la Circoscrizione 5, ha portato a diventare sportivi praticanti anche i ragazzi che avevano inizialmente vandalizzato i lavori appena ultimati del nuovo centro sportivo. Lega ambiente L’Aquilone, Scuola di calcio Atletico Taurinense, Vagabondi della Mole, e i mitici Red Devil Parenzo, ecco i nomi delle tante realtà del recente passato. E tante altre ancora sono già pronte per domani.

Nella terza sezione il premio 2019, “Atleti, Dirigenti e Tecnici” hanno prevalso le Dragonette, donne sportive accomunate da una malattia, il cancro al seno, che fortunatamente con buona prevenzione ed altrettanto buona cura, e l’uso corretto dello sport hanno ripreso a vivere. Questa la motivazione:

Per l’Associazione “Dragonette Torino Onlus” l’obbiettivo è duplice: l’accoglienza della persona da un lato, e dall’altro far sì che le donne che hanno avuto un carcinoma mammario a ritrovino la gioia di vivere e non soltanto la sopravvivenza alla malattia. Per giungere a meta il tramite è lo sport, nello specifico il “dragon boat”, il battello che si muove a forza di (tante) braccia. E poi ci sono l’organizzazione, i momenti di incontro e di confronto, e l’approfondimento medico scientifico sui temi inerenti il cancro al seno e alle sue conseguenze.

Una menzione specifica è stata anche data a Laura Milani atleta del canottaggio di valore nazionale e internazionale negli anni passati, ma anche e soprattutto tuttora motivatrice lei di tanti ragazzi che affrontano lo sport come complemento di vita. Questa la motivazione:

E’ stata un’atleta di valore assoluto e tuttora si occupa di formazione dei giovani: insegna l’arte del remo ai ragazzi, presso la Canottieri Olona. E poi non si risparmia nell’attività di volontariato (testimonial della LILT, la Lega Italiana contro i tumori); è stata pure protagonista della Maratona di Milano 2019, ha corso la Staffetta “We run for LILT “ e la Women Rowing Cup che ha visto la partecipazione di equipaggi italiani e stranieri. La sua coerenza e il rigore della carriera agonistica proseguono ora nella formazione dei giovani alla disciplina del canottaggio, unita comunque al sostegno di cause sociali di alto valore morale.

Le scuole che vengono premiate senza distinzione di ordine e grado. Verranno consegnati due premi uno per la collaborazione continuativa e l’altro per il metodo innovativo introdotto.

Il plesso scolastico “IC Torino II” comprende le scuole Parini, Morelli ed Aurora, è dislocato in Circoscrizione 7, ha collaborato per parte dell’anno scolastico passato e sta operando anche in quello in corso per una serie di incontri diversamente articolati che hanno portato ad una integrazione con le iniziative della Circoscrizione 7. Questa la motivazione:

 

 

Aver contribuito fattivamente ai confronti ripetuti, avvenuti in Circoscrizione 7. fra gli studenti delle diverse classi e gli operatori di Etica e Sport. L’interesse dei ragazzi e la sentita partecipazione degli insegnanti hanno posto in rilievo un amalgama che non è cosi frequentemente rintracciabile nella nostra realtà, e in particolare nelle aree urbane dove è in corso un difficile processo di integrazione.

L’ITIS Avogadro è una delle scuole storiche torinesi, la “fucina del lavoro” come veniva soprannominata negli anni Settanta, oppure con connotazione politica, la Stalingrado di Torino. Con le successive riforme scolastiche ha mantenuto la propria importanza e sperimenta nuove formule educative. Facendo proprio il lavoro dell’avvocato Alessia Cicerchia e dei suoi collaboratori, ha lanciato una campagna per la mediazione basata sull’utilizzazione di un’arte marziale giapponese, l’Aikido. Sarà lei stessa ad illustrare compiutamente il progetto. Questa  la motivazione:

Il progetto “SMS – a scuola di mediazione / la mediazione per la scuola” ha come obiettivo quello di rendere gli studenti protagonisti positivi dei conflitti tra pari, fornendo loro gli strumenti più utili per prevenire e/o gestire il conflitto fra coetanei.  In più il progetto accompagna gli studenti nell’esplorazione del delicato mondo delle relazioni esistenti tra genitori, insegnanti e studenti. Le attività di mediazione sono integrate da interventi ad hoc di “aikido”, l’arte marziale giapponese che porta i praticanti a sperimentare l’aggressione, il conflitto, e lo stress che ne consegue.

Infine, il premio per la V° sezione i “Comunicatori di Sport” che per la prima volta è assegnato ad un regista cinematografico e il suo ultimo film già uscito con successo nelle sale con il titolo “Dolcissime”.  Questa la motivazione:

In Italia si scrive molto di sport, ma non si raccontano quasi mai storie di sport e di sportivi, e men che mai attraverso la lente artistica del cinema d’autore. Francesco Ghiaccio e il suo team, hanno raccontato con delicatezza una storia multipla centrata su tre ragazze (ma non solo su di loro) portando in scena uno sport, il nuoto, ritratto attraverso il “sincronizzato” una delle discipline meno popolari .

Una menzione va infine rivolta all’Associazione FlowerBike, protagonisti dello splendido episodio di solidarietà e antirazzismo di cui finalmente si è parlato assai su tutti media.

Saranno autore e protagoniste a raccontare, chiudendo la serata con le immagini dei trailer.

I Granata vincono con Zaza e Ansaldi

Il Toro replica vincendo ai “critici” che prima della partita con la Fiorentina davanti allo storico  Filadelfia,  avevano affisso striscioni contro  Mazzarri.

Poi la terza vittoria nelle ultime quattro partite, fino a piazzarsi solo ad punto dal settimo posto del Napoli. Il 2-1 è stato determinato  dai gol di Zaza nel primo tempo e di Ansaldi nella ripresa. Le  tante assenze ( Belotti, Iago Falque, Lukic e Lyanco) oltre alla contusione di De Silvestri, non hanno impedito ai Granata di sconfiggere i viola.

Prima sconfitta della Juve in campionato

Al peggio non c’è mai fine, dicono.
E la Juve di questo periodo lo sta dimostrando: dopo il pessimo pari con il Sassuolo in casa, con conseguente sorpasso dell’Inter in classifica, ieri sera a Roma è arrivata la prima (brutta) sconfitta, con allungo dei nerazzurri (che pure avevano pareggiato).
La Lazio ha fatto una gran bella gara, anche se nel primo tempo le cose migliori le ha fatte vedere Madama, che era passata in vantaggio al 25’ con rete su azione di Ronaldo; il goal del portoghese aveva fatto ben sperare, soprattutto per come è maturato, ovvero grazie ad una bella azione corale della premiata ditta Dybala-CR7-Bentancur.
Poi però proprio Bentancur deve abbandonare il campo, entra Emre Can ma la partita cambia in peggio per la Juve, tanto che la Lazio riesce a pareggiare ancora nel finale del primo tempo, con Luiz Felipe che approfitta di un’incertezza di Bonucci e Sandro.
Il secondo tempo vede gli uomini di Inzaghi più agguerriti, mentre la Juve cerca di contenerli facendo pressing alto, per non dar troppo spazio agli avversari; ma al 23’ st il fattaccio: Lazzari parte in contropiede, Cuadrado nervosissimo lo atterra e l’arbitro, dopo aver consultato il VAR, decide di estrarre il cartellino rosso, Juve in dieci.
Si sottolinea il periodo di flessione di Cuadrado, non sta facendo bene e tutta la squadra ne risente molto. Peccato, perché a destra era diventato una certezza, speriamo sia solo un momento no.
Entra Danilo per Bernardeschi ( ancora Bernardeschi dal primo minuto, perché?)ma i padroni di casa spingono e una Juve in inferiorità numerica non riesce ad evitare il secondo goal al 29’st, stavolta ci pensa Milinkovic-Savic.
Ci sarà ancora tempo per un rigore in favore della Lazio, ormai lanciata dal vantaggio, ma Szczesny dice no ad Immobile e gli para il rigore; nulla potrà fare tuttavia, il portiere bianconero, sul tiro di Caiceido che in contropiede lo infila al 50’st e chiude il match.
Impressioni a caldo: Sarri si sta rendendo conto che gli mancano gli uomini per fare il suo gioco? Qui urgono alternative valide: non è credibile per una squadra come la Juventus insistere con Bernardeschi dietro le punte, non è il suo ruolo e si vede. Quindi perché accanirsi così? Per carità, farà anche tanto lavoro sporco, ma siamo sicuri che sia questo l’effetto che il Mister vuole?
E poi: Can non ha più stimoli, è insofferente e lontano anni luce dal giocatore che lo scorso anno aveva  dato alla squadra forza e personalità, specie in Champions. Su Cuadrado si è già detto.
Per favore, si corra ai ripari. Altrimenti non si va da nessuna parte. E intanto Conte ringrazia.
Ovunqueecomunque#finoallafine#
Rugiada Gambaudo

Inferno di Dante, la corsa più difficile fa tappa in Piemonte

Si corre oltre ogni ostacolo tra neve, acqua e fango

 

Iscrizioni aperte su infernorun.it

Inferno Snow – sabato 18 gennaio – Prato Nevoso, Cuneo 

Inferno Water – sabato 9 maggio – Idroscalo di Milano 

Inferno Mud – sabato 3 e domenica 4 ottobre – Figline Valdarno, Firenze

 

 

Vere e proprie bolge in partenza sulla start line, diaboliche prove da superare per “uscire a riveder le stelle” dai nomi di ispirazione dantesca, come Lucifero, Caronte e Cerbero, e tre elementi protagonisti delle altrettante tappe in programma nel 2020, tra neve, acqua e fango. Da sabato 18 gennaio riaprono le porte dell’Inferno più adrenalinico e divertente d’Italia, non una semplice corsa ma una sfida con se stessi grazie alla quale affrontare col sorriso i propri limiti, riscoprendo determinazione ed energia.

 

Per superare i diabolici ostacoli naturali e artificiali presenti sui tracciati di Inferno, caratterizzati da vari dislivelli e distanze, serviranno forza, velocità, agilità e resistenza. Ma il segreto per raggiungere il traguardo sarà soprattutto il sostegno reciproco che i partecipanti open potranno darsi lungo il percorso nello scavalcare muri, risalire corde, attraversare funi in equilibrio o strutture in sospensione appesi a pioli ed anelli, insieme a una forte motivazione. Come quella di molte donne, spinte dal desiderio di rimettersi in gioco dopo un periodo difficile e dimostrare di potercela fare, ma anche di uomini, alla ricerca di esperienze emozionanti per uscire dalla propria comfort zone, e sempre più spesso anche di famiglie, che scelgono di condividere questa nuova passione sportiva outdoor.

 

I sempre più numerosi atleti competitivi, invece, dovranno attenersi al regolamento della Federazione Italiana OCR, organizzatrice del Campionato Italiano, in base al quale non sarà loro consentito dare o ricevere aiuto con un massimo di tre possibilità di fallimento degli ostacoli. Nel complesso un movimento sportivo in continua crescita: in tutte le obstacle race italiane sono stati circa 50mila gli appassionati coinvolti solo nel 2019.

 

INFERNO SNOW

Il circuito partirà sabato 18 gennaio con Inferno Snow dalle innevate Alpi Marittime del Piemonte, più precisamente dall’incantevole stazione sciistica Prato Nevoso Ski in provincia di Cuneo. A 1500 m slm gli indiavolati dovranno affrontare in corsa ben 7 km con 200 m di dislivello complessivo e circa 20 ostacoli, a cominciare dalla partenza in salita dalla conca. Ad attenderli vari muri di neve e una rampa di ghiaccio da risalire, ma anche tratti di manto bianco in cui strisciare, pesi da trasportare o trascinare.

 

INFERNO WATER

Sabato 9 maggio l’Idroscalo di Milano sarà lo scenario che accoglierà Inferno Water con la partnership di Gruppo CAP, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. Nell’anello di 8 km che attraverserà il tempio dello sport outdoor 25 immancabili ostacoli separeranno gli atleti dalla finish line, da affrontare anche in acqua insieme a brevi tratti a nuoto e un tuffo mozzafiato di 3 metri dal ponte. L’appuntamento coinvolgerà anche i piccoli mudder dai 4 ai 12 anni con Inferno Kids, che sostiene con il proprio ricavato progetti di solidarietà rivolti all’infanzia e ai giovani.

 

INFERNO MUD

Sabato 3 e domenica 4 ottobre si celebrerà in Toscana, a Figline Valdarno, in provincia di Firenze, il gran finale di stagione con Inferno Mud. Tra i vigneti e le colline del Chianti, il Norcenni Girasole Village ospiterà la tradizionale edizione fangosa su 12 km con oltre 30 ostacoli. Domenica 4 ottobre si terranno Inferno Kids e la Short Course di 5 km e 20 ostacoli.

 

LE QUALIFICHE PER GLI ATLETI PRO

Tutte le competizioni sono aperte dai 16 anni di età, mentre le edizioni Snow e Mud 5 km dai 13 anni. Inferno Snow sarà la gara di apertura del Campionato Regionale della FIOCR e qualificante ai Campionati Europei OCR, che si svolgeranno in Val di Fiemme dall’11 al 14 giugno. Inferno Water e Mud 12 km sono invece tappe del Campionato Italiano OCR, attraverso cui i migliori obstacle runner potranno conquistare l’accesso a Europei e Mondiali. Proprio nell’appuntamento fiorentino verranno incoronati i campioni nazionali, assoluti ed age group, della stagione.

Marta Bassino in Regione per festeggiare la vittoria

COPPA DEL MONDO DI SCI

Il presidente Alberto Cirio e l’assessore allo Sport Fabrizio Ricca  hanno ricevuto  a Torino, nella sede della Regione Piemonte, la sciatrice piemontese Marta Bassino, per festeggiare la prima vittoria in una gara di Coppa del Mondo, conseguita aggiudicandosi la prova di slalom gigante a Killington (Usa) il 30 novembre 2019.

A Marta Bassino, accompagnata dal presidente Fisi Piemonte, Pietro Blengini, dalla sua manager Anna Marconi e dal suo allenatore Paolo DeFlorian, è stata consegnata la targa della Regione Piemonte “Orgoglio del Piemonte che vince nel mondo”.

“Sono orgoglioso e felice di potermi complimentare di persona con una giovane campionessa nata nella nostra terra – così il presidente Alberto Cirio ha accolto Marta Bassino – Abbiamo voluto incontrarla nel palazzo della Regione perché Marta porta i colori del nostro Paese e del nostro Piemonte in alto nel mondo. La neve e lo sci sono la prima voce del turismo piemontese, l’economia del nostro territorio vive anche di turismo invernale ed è certificato che un’atleta di questo livello è un esempio ed un’attrattiva per i giovani ad intraprendere questo sport”.

“Il Piemonte è casa dello sport e di atleti eccezionali come questa grande campionessa. E’ un onore poter ricevere Marta Bassino, che tanto lustro ha dato allo sci piemontese con una vittoria internazionale – afferma l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -. E’ nostra intenzione promuovere gli sport sulla neve anche tra i più piccoli, proprio per fare in modo che siano sempre di più i potenziali campioni di domani”.

L’atleta di Borgo San Dalmazzo (Cn) è tornata in Piemonte per alcuni giorni di pausa prima di riprendere gli allenamenti in preparazione alle prossime gare di Coppa del Mondo di sci alpino FIS femminile a St. Moritz, in Svizzera,  il 14 e 15 dicembre 2019.

Khedira fermo per tre mesi

Non potrà giocare per circa tre mesi il bianconero Sami Khedira. Lo scrive il sito web della Juventus, parlando dei  tempi di recupero del centrocampista tedesco, che è stato operato   al ginocchio sinistro dal dottor Ulrich Boenisch, in presenza del medico sociale Nikos Tzouroudis, operazione  perfettamente riuscita. Il giocatore inizierà le cure riabilitative fin da subito, ma potrebbe saltare gli ottavi di Champions League di  fine febbraio.

Campionati Europei in vasca corta, Alessandro Miressi a Glasgow

E’ iniziata l’avventura della nazionale italiana di nuoto ai Campionati Europei in vasca corta, in programma fino a domenica 8 dicembre. I 41 azzurri selezionati dal direttore tecnico Cesare Butini sono a Glasgow per la ventesima edizione dell’evento, ospitato al Tollcross International Swimming Centre. Tra i convocati c’è il torinese Alessandro Miressi (Fiamme Oro/Centro Nuoto Torino), che nell’agosto del 2018, nello stesso impianto scozzese, conquistò il titolo europeo nei 100 stile libero (in vasca lunga). Pochi giorni dopo stabilì anche l’attuale primato italiano sulla distanza (47’’92); distanza che gli ha regalato anche due titoli italiani assoluti e che tra pochi giorni lo vedrà nuovamente protagonista in campo continentale. Alessandro sarà ai blocchi di partenza dei 100 stile libero sabato mattina nelle eliminatorie, a caccia di un posto nelle semifinali del pomeriggio e nella finale in programma domenica. Gareggerà anche nei 50 stile libero, con batterie venerdì mattina, semifinali e finale venerdì pomeriggio. Potrà inoltre rientrare nella composizione delle staffette, anche se i quartetti azzurri saranno decisi all’ultimo. L’articolo completo con i link utili per seguire l’evento a questo link

A Scandiano arriva la squadra di Hockey

PROTAGONISTA DEL CAMPIONATO A1 E DELLA EUROPA LEAGUE.

I fuoriclasse e la dirigenza della rotellistica ‘uBroker Scandiano’ incontreranno il pubblico  il 5 Dicembre al ‘Corallo Disco’ insieme alle personalità del luogo.

 

Natale, tempo di doni, panettoni, ma anche di eventi. Ritorna l’atteso appuntamento con ‘Scandiano in vetrina’, affollata kermesse storicamente nata al fine di rilanciare il commercio dicembrino con la premiazione delle vetrine più originali e accattivanti, decorate in vista delle festività natalizie.

Vetrine che, dopo essere state visionate da un’attenta e variegata giuria composta da amministratori ex sindaci, artisti e personalità del territorio, verranno premiate il prossimo 5 dicembre sul palco del ‘Corallo Disco’.

Sul quale, insieme ai molteplici e prestigiosi ospiti previsti, interverrà anche la ‘Ubroker Scandiano’, rinomata formazione hockey che negli ultimi anni ha collezionato attestati di stima e altrettanti importanti risultati sia in Italia che all’estero.

E’ un onore e un piacere presentare la formazione 2020 della nostra amata squadra, tra le protagoniste del campionato italiano di A1, la massima serie nazionale. Anche in Europa League, ove abbiamo disputato e vinto il primo turno contro Germania, ambiamo al vertice della classifica. La prossima partita si giocherà in Spagna: nazione che, notoriamente, può annoverare i migliori campioni nelle proprie rose. Siamo fiduciosi, e cercheremo di far prevalere lo spirito di squadra come nostro punto di forza. Per questo motivo chiediamo il supporto e la presenza dei miei amati concittadini”, dichiara entusiasta il gran patron Fabio Spallanzani, scandianese doc “per supportate con un grande tifo le prossime difficili sfide destinate anche a portare in Italia e nel resto del Vecchio Continente il blasone del nostro stimato Comune”.

Fabio Spallanzani, uomo e professionista di grande carisma e valore, è il fondatore, insieme all’ingegnere piemontese Cristiano Bilucaglia, della rinomata start-up italiana che azzera le bollette di luce e gas e dà il nome alla squadra con il progetto scelgozero.it.

Pertanto ritengo fondamentale il sostegno, attraverso il mecenatismo sportivo, ai luoghi in cui sono nato e che mi hanno portato fortuna, mediante la valorizzazione di un’eccellenza locale che coniuga in sé i medesimi valori di qualità, sana competizione, impegno e risultati con i quali mi confronto altresì anche a livello imprenditoriale, abbracciando contestualmente quel carattere di innovazione che è alla base della mission di Ubroker”, conclude Spallanzani.

Appuntamento dunque il 5 Dicembre alle ore 21.00 al ‘Corallo Disco’.

 

Un torinese ai vertici della vela mondiale, Marco Carpinello

Torinese, classe 1981, sport praticato la vela, ruolo prodiere, Circolo Nautico al Mare di Alassio

Segni particolari: Medaglia d’oro CONI nel 2015 per la vittoria al mondiale ORC con Enfant Terrible, due Mondiali d’altura ORC con il TP 52 Enfant Terrible, due  Mondiali nella classe Farr 40 con Nerone. Nome: Marco Carpinello, per gli amici Carpy.

Carpy ha una vasta esperienza di regate tra le boe e offshore, è stato membro dell’equipaggio di Cookson 50 Mascalzone Latino e anche di RC44, Melges 40, del Farr 40 Enfant Terrible, del Melges 40 Inga, e attivo nei principali circuiti velici internazionali.

Nel 2018 ha vinto a bordo di Alive la classifica overall della leggendaria Rolex Sydney Hobart, considerata una tra le regate più dure al mondo con le sue 600 miglia di distanza, che prende il via ogni anno il giorno di Santo Stefano e temuta per le sue tempeste che, nell’edizione 1998, hanno causato ben sei morti.

Per i non addetti ai lavori la Rolex Sydney Hobart sta alla vela come la Parigi Dakar sta all’automobilismo e la discesa di Kitzbuhel sta allo sci alpino.

Carpy è stato il secondo italiano a vincere la Parigi Dakar del mare dopo Francesco Mongelli, che aveva fatto il navigatore sul Volvo 70 Giacomo nell’edizione 2016.

Sempre nel 2018 è stato a bordo del Melges 40 Inga con il quale ha chiuso al terzo posto il circuito stagionale, mentre ad inizio di quest’anno è stato vicino a guadagnare il titolo “Velista dell’Anno TAG Heuer”, il premio più prestigioso della vela italiana.

Carpy è una di quelle poche persone tanto di coraggio quanto di valore che, attraverso la vela e il mare, hanno dato una svolta alla propria vita.

Noi riusciamo ad incontrarlo in esclusiva nella sua città, Torino, insieme ad un ristrettissimo numero di amici. Siamo a metà novembre e nella sua bacheca personale ha da poco aggiunto la vittoria, sul Maxi 72 Cannonball, della 38esima edizione della Coppa del Re a Palma de Mallorca e la 30esima edizione della Maxi Yacth Rolex Cup, che si è svolta a settembre a Porto Cervo.

 

 

Bentrovato Carpy e complimenti per queste tue due ultime vittorie. In passato abbiamo già parlato di vela mare e, più volte, ti ho chiesto di raccontarmi dei tuoi successi. Una domanda, però, che non ti ho mai fatto: Quando hai capito che la vela sarebbe potuta diventare da semplice passione sportiva giovanile a qualcosa di più?

“Le idee le avevo ben chiare fin da bambino. Già alle elementari sapevo che il mio destino sarebbe stato sulle barche. Non ci crederai, e lo posso anche capire, ma in quinta elementare ho scritto sul diario di scuola che da grande avrei voluto fare il prodiere. Il maestro ha sorriso quando lo ha letto. Il tempo poi ha confermato i miei sogni.

Nello specifico tutto è iniziato nel 1992 con il boom del Moro di Venezia, ho incominciato a guardare le regate, come la maggior parte degli italiani all’epoca, in televisione con mio papà e ho subito ritrovato nel prodiere del Moro, Alberto Fantini, il ruolo che avrei voluto ricoprire su una barca a vela. Cominciai, quindi, il percorso classico che tutti i ragazzi intraprendono con un corso di Optimist, poi il Fireball con mio papà, da lì il passaggio a scafi maggiori con il primo imbarco importante sul Mumm 30 Joe Fly. Dopo Joe Fly mi chiamarono su Farr 40 Nerone per il campionato europeo senza che me lo aspettassi. Veramente. L’indecisione su cosa rispondere a quella convocazione è stata enorme, ma alla fine ho ragionato e mi sono detto: “Vado e se vinco porto avanti quello che è stato il mio sogno fin da bambino. Fu vittoria e da li’ ho iniziato, è stato un segno del destino.”

 

Dopo averti fatto ricordare gli inizi della tua carriera adesso, invece, ti chiedo: dopo tutti questi anni qual è stato il momento più bello finora del tuo percorso e quello che, al contrario, farai sempre fatica a ricordare?

“Il piu bello, anche se scontato, lo so, è stato tagliare il traguardo della Sidney Hobart; non è stato solo tagliare una linea di arrivo, ma vincere la Gara, quella con la G maiuscola, quella competizione che pochi velisti hanno vinto al mondo e a cui tutti sognano di poter partecipare, anche solo presentandosi sulla linea di partenza. E’ stata una delle emozioni più forti della mia vita, ancora piu di vincere il mio primo mondiale. Quando mi ha chiamato mio padre al telefono non sono riuscito a trattenere le lacrime e sono scoppiato a piangere dalla gioia.

Il piu difficile da ricordare, invece, non è rappresentato da un momento preciso, ma da una serie di situazioni che sfociano in emozioni che ho già vissuto, come ad esempio le volte in cui siamo arrivati prossimi alla vittoria ma ci è sfuggita dalle mani proprio….. per un soffio di vento. Non so se per te valga lo stesso, ma io tendo a ricordarmi sempre di piùdegli errori perchè sono sempre levemozioni piùforti, più intense, più traumatiche rispetto alla vittoria di per sè.”

 

Condivido con te pienamente il concetto, anche io tendo a ricordare più gli eventi traumatici di quelli positivi. Passiamo adesso ad una domanda squisitamente tecnica: Paul Cayard nel 2017 ha dichiarato che in Coppa America avrebbe desiderato “barche più veloci e plananti, senza foil, come i Maxi 72, così da esaltare maggiormente le abilità dell’equipaggio”. Arrivi da una vittoria al Maxi 72  lobal Championship  u “Cannonball”. Qual è la tua opinione in qualità di membro di equipaggio di un Maxi 72?

“Bisogna partire da due premesse: la prima consiste nel fatto che le barche impegnate in Coppa America sono delle imbarcazioni che hanno alle spalle una Ricerca e Sviluppo che è paragonabile a quella utilizzata per andare sulla luna, quindi sono uno spettacolo! La seconda premessa è che Paul Cayard parla di una specifica tipologia di competizione velica, il match race, in cui sono due scafi solamente che si sfidano, ben diversa dalla formula classica di regata, in cui gli equipaggi sono ben più di due contemporaneamente.

Facendo riferimento al match race, quindi, questa formula di competizione tra equipaggi necessita di barche lente per vedere la reale bravura dell’equipaggio. La loro bravura viene esaltata nella fase di ingaggio, che rappresenta l’essenza pura del match race.

Durante un match race è meglio essere dietro senza penalità che davanti con penalità, chi è dietro vede sempre quello davanti; questi, invece, non vede l’inseguitore e si deve girare per rendersi conto delle manovre dell’avversario, ed è in quel momento che l’inseguitore ingaggia chi lo precede ed inizia la manovra per il sorpasso. Questo è il motivo per cui è fondamentale che il timoniere non si giri e si fidi di ciò che gli viene comunicato dall’equipaggio.

Gli equipaggi impegnati nei match race a cui si riferiva Paul Cayard sanno fare tutti le manovre, il valore aggiunto l’equipaggio lo ottiene trovando il feeling e capendosi reciprocamente.”

Dopo la vittoria della Rolex Sydney Hobart è difficile pensare di vincere qualcosa di ancora più importante e più prestigioso; quali saranno le motivazioni che ti spingeranno a continuare?

“Se adesso avessi tra le mani lo stesso diario che avevo in quinta elementare non scriverei più di voler fare il prodiere. Il desiderio che scriverei sarebbe di vincere la line honor alla Sidney Hobart con record, così da poter vincere e portare a casa il “triplete australiano”. Lo scorso anno, quando ho chiamato mio padre, mi sono messo a piangere, nel caso del “triplete” non so proprio cosa potrebbe succedere!”

 

Per quest’anno il lavoro in mare è terminato, cosa prevede il lavoro a terra fino all’inizio della prossima stagione?

“In verità non è ancora del tutto finita! Torniamo in australiana per difendere il titolo. Siamo più pronti e carichi dello scorso anno, il ricordo di quelle scariche di adrenalina nelle vene non lo dimenticherò mai. Ci rendiamo conto, però, che sarà più dura del solito, le variabili sono sempre troppe e troppo imprevedibili e il peso di essere defending champion si fa sentire.

La percezione di come potrebbe andare la gara arriva a pochi giorni dalla partenza, quando le condizioni meteo sono più chiare e ci rendiamo conto che potrebbe essere l’anno giusto.”

 

Tornando al “triplete”, termine principalmente calcistico, e smettiamo di parlare di vela: Juventus o Toro??

“So già che, su questo punto, non ci troveremo d’accordo ma sei seduto quindi non mi preoccupo più di tanto. Premetto che non sono mai stato un grande appassionato di calcio ma…. Toro tutta la vita! mio padre mi ha trasmesso la fede granata, quella vera e profonda. Conosco tutti gli inni.

Diverso discorso per la Nazionale in quanto credo nella mia bandiera, la stessa che vedo ballare con il vento sulle barche.

E poi dai, vuoi mettere il piacere dello sfotto a voi gobbi, certe emozioni non hanno prezzo!.”

 

Per fortuna sono seduto come hai detto tu, le tue risposte mi regalano sempre grandi emozioni! Cambiando discorso, da qualche tempo condividi il percorso della vita con una persona, come riesci a coniugare il tempo insieme a lei e le trasferte che abitualmente ti vedono impegnato in giro per il mondo, anche per dei lunghi periodi?

“E’ difficile per entrambe le parti, la persona a cui voglio bene mi manca, questo è fuori discussione, anche se a migliaia di km di distanza ci si pensa sempre. La parte più difficile per me non è tanto la distanza di per sè, quella oramai è relativa, quanto i fusi orari. Quando ad esempio sono in Australia per la Sidney Hobart o mi trovo sulla Costa pacifica degli Stati Uniti, i fusi orari iniziano ad essere importanti. Anche tu lo puoi testimoniare da grande viaggiatore, e non turista, quale sei. Le videochiamate e la tecnologia in generale hanno aiutato molto le coppie come le nostre! Ho avuto la fortuna di incontrare una persona che, fin da subito, è riuscita a capire e comprende, cosa rara, ciò che faccio e con cui condiviamo molti valori di coppia.

Quello che sicuramente pesa maggiormente è quando vengo chiamato magari per un mese e mezzo di seguito di trasferta.”

Grazie per il complimento Carpy, adesso però direi di cambiare completamente argomento e parlerei di vacanze, dove le preferisci passare: mare montagna o viaggiando?

“Montagna, tutta la vita. Non si discute, lo sai benissimo!

Sono nato sugli sci, la barca è stata successiva, io non ho mai avuto la passione per il mare inteso come luogo dove passare le vacanze. A me piace fare le regate, ovvio, e questo negli anni si è ancora piùenfatizzato. Essere al mare, però, non mi fa sentire in vacanza.

Per quanto riguarda il viaggiare, invece, io vivo in giro per il mondo tutto l’anno tra aeroporti, aerei, treni e taxi. Quando torno da lunghe trasferte il mio unico desiderio è solo vivere la casa, leggere un libro, vedere qualche amico, ma in generale uscire poco. Ti svelo un segreto: adoro fare le lavatrici!.”

 

Con tutte queste miglia percorse durante l’anno planando a pelo d’acqua, con o senza foil, qualche giorno libero per coltivare una tua grande passione, lo sci, insieme ai tuoi amici rimane?

“Certo che sì, sono una persona molto fortunata. Svolgo un’attività che mi lascia molto più tempo libero nella stagione invernale e mi dà la possibilità, quindi, di non rimanere solo per il fine settimana tra le nostre amate montagne, ma anche di prendere le pelli in settimana e salire fino a passo San Giacomo con in miei amici più cari.

Per me la montagna rappresenta uno di quei luoghi del cuore che ognuno di noi ha e alla quale non potrei mai fare a meno.

Ci vediamo alle 9 al Citroc, come sempre!”

 

Se desiderate farvi raccontare delle sensazioni, emozioni e delle paure che ha provato la prima volta che ha iniziato a navigare lungo lo stretto di Bass, che separa l’Australia meridionale dalla Tasmania, quando l’equipaggio ha ricevuto l’autorizzazione dal Race Control per passare, pur sapendo che in quella parte di mare i soccorsi rischiano di non arrivare a seconda delle condizioni meteo,  non vi resta che mettere gli sci ai piedi e sperare di fare una salita in seggiovia quest’inverno insieme a lui tra Sestriere e dintorni.

 

 

Emanuele Farina Sansone

 

La Juventus perde due punti importanti in casa

E alla fine, dai e ridai, è successo: la Juve si è fatta sorpassare dall’Inter, che ha prontamente approfittato del pari interno dei bianconeri contro un ottimo Sassuolo. Non si capisce cosa stia accadendo a questa squadra, che dopo una buona partita in Champions ieri ha sbagliato praticamente tutto.

Sarri parte con il solito 4-3-1-2, Bernardeschi trequartista e davanti Ronaldo e Higuain; rientrano Sandro e Cuadrado, in mezzo Bentancur e Can con Pjanic.

E dire che sembrava una Juve agguerrita: nei primissimi minuti già un’occasionissima, anche se Can non riesce a girare in porta un bel cross di Higuain, e dopo poco sempre Can non trova la porta; poi ci provano Bonucci di testa e Pjanic scodella per Higuain che però non è fortunato e la palla va fuori di pochissimo. Arriva finalmente il vantaggio bianconero al 21′ con un gran destro da fuori area di Bonucci, lo Stadium pensa di poter stare tranquillo.

Macchè: dopo appena due minuti  il Sassuolo pareggia con un Boga in giornata di grazia, che si mangia Sandro e fa lo sgambetto a Buffon.

La Juve riparte e stavolta ci riprova il Pipita, ma egoisticamente spara in curva, peccato che non veda CR7 liberissimo in area. La squadra di casa sembra confusa, Sandro non chiude mai su Boga, Can e Bernardeschi insufficienti, l’attacco non conclude: Ronaldo e Higuain fanno poco movimento e il Sassuolo ci va a nozze.

Tra l’altro una nota di merito va di sicuro al diciottenne portiere del Sassuolo, che ieri ha parato di tutto e di più, togliendo dall’angolino persino una punizione di Ronaldo. Dall’altra sponda, invece, Buffon sembra addirittura spaesato: il gol del vantaggio avversario al 47′ st è in gran parte una sua responsabilità, che si fa scappare dalle mani il tiro non irresistibile di Caputo. Certo, il primo a sbagliare è stato Cuadrado, che mette in difficoltà De Ligt, il quale sbaglia il disimpegno e l’avversario ne approfitta, ma la papera di Buffon non si può vedere. Non è da lui.

Comunque, agguantato il pareggio, il Sassuolo non dà segnale di accontentarsi e vuole il colpaccio, insiste e spinge: a questo punto Sarri corre ai ripari e fa entrare Matuidi per Can e Dybala, il suo uomo più in forma, per Bernardeschi (nullo): la partita magicamente cambia, perchè la Joya porta in campo idee ed entusiasmo, oltre a far ammattire la difesa del Sassuolo, ed al 69′ si procura un rigore, che Ronaldo non sbaglia: 2-2.

Sulla spinta del pareggio, la Juve ritrova un pò di coraggio e fioccano i tiri in porta, con buone combinazioni Dybala-Ronaldo, ma Turati para tutto, non c’è verso. Sarri tenta la carta Ramsey (togliendo Higuain) per dare velocità alla manovra: buoni scambi con Dybala, ci provano entrambi ad andare al tiro, però non vuole entrare, Turati è fantastico. L’ultima occasione è al 92′ st, sulla testa di CR7, che però manda di poco a lato.

Brutta Juve, opaca, senza idee. Ronaldo da recuperare, perchè il solo rigore non basta.

ovunqueecomunque#finoallafine#

Rugiada Gambaudo