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Sotto il sole cocente in attesa della Juve

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Si apprende, intanto, che sono nove, sei della Juventus e tre del Torino, i calciatori torinesi convocati da Antonio Conte per il match del 12 giugno contro la Croazia

 

Se sarà vittoira, l’attesa sotto il sole infuocato di oggi, sotto  al maxischermo di piazza San Carlo sarà stata ben spesa dai tifosi della Juventus che assisteranno, questa sera, alla finale di Champions League nel centro di Torino. Già in tanti dalla mattina davanti al palco allestito per i concerti estivi e riadattato in bianconero. Circa 30mila persone sono attese nel salotto di Torino, sotto al Cavallo di bronzo. Si apprende, intanto, che sono nove, sei della Juventus e tre del Torino, i calciatori torinesi convocati da Antonio Conte per il match del 12 giugno contro la Croazia, per la qualificazione a Euro 2016. Tra gli juventini Alessandro Matri,  capitan Buffon, Barzagli e Bonucci, Marchisio e Pirlo. I granata sono Padelli, Darmian e Moretti.

 

(Foto: il Torinese)

"Con Ventura siamo tornati a sognare… Cairo bisogna continuare"

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Vittoria per 5-0 a Cesena: i tifosi ringraziano il mister

 

Applausi scroscianti per i Granata di Ventura, non solo per i cinque gol al Cesena, ma per aver terminato il campionato al nono e più che dignitoso posto. La curva Maratona invoca:  “Con Ventura siamo tornati a sognare… Cairo bisogna continuare”. Si rivolgono al presidente, intimoriti, i tifosi per l’addio dell’allenatore, che ha davanti un altro anno di contratto ma potrebbe anche lasciare. E gli altri beniamini della tifoseria torinista sono Darmian, Glik, Maksimovic. Si attendono le decisioni di Cairo.

Juve pari 2-2 a Verona e pensa al Barca

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Verona Juventus 2-2

 

A Verona il campionato della Juve finisce in parità. Bianconeri n vantaggio con Pereyra alla fine del primo tempo, ma vengono raggiunti da Toni. Il raddoppio juventino arriva da  Llorente e poi Tevez si fa parare un rigore da Rafael. Invece Pepe,  non appena entra in campo viene espulso e all’ultimo il Verona segna il 2-2 con Gomez. Ora la testa e il cuore dei ragazzi di Allegri sono proiettati verso la  finale di Champions League col Barca.

In memoria dei caduti dell’Heysel

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Francesco Caremani – autore dell’unico libro riconosciuto dalle vittime – “Heysel, le verità di una strage annunciata”, ha spiegato quanta strada ci sia ancora da fare nel mondo dello sport, particolarmente in Italia, per evitare che simili fatti possano ripetersi

 

“Non morti, ma caduti dell’Heysel perché fu una battaglia ed a morire furono degli innocenti. Una tragedia che ha lasciato molti feriti, non solo nel corpo, ma nell’animo”.Con queste parole, rotte dalla commozione, Darwin Pastorin, l’illustre giornalista molto vicino all’Associazione familiari vittime dell’Heysel, ha rievocato la tragedia verificatasi poco prima dell’inizio della finalissima di Coppa dei Campioni (ora Champions League) tra Juventus e Liverpool, esattamente trent’anni fa, il 29 maggio del 1985.L’evento, in memoria dei tragici fatti di Bruxelles e organizzato dall’associazione, è stato ospitato nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, dove a portare il saluto dell’Assemblea a nome dell’Ufficio di presidenza e della Consulta regionale dei giovani, è stato Alessandro Benvenuto, affinché “la memoria di quella tragedia venga preservata”. Il momento culminante dell’incontro si è avuto con la lettura da parte dell’attrice Francesca Cassottana di una lettera scritta, al figlio, da Domenico Laudadio (tra i presenti) per spiegare con parole accorate il susseguirsi degli eventi di quella infausta giornata. Andrea Lorentini, presidente dell’Associazione e figlio di Roberto, una delle vittime e nipote di Otello, primo presidente dell’Associazione medesima, ha spiegato come “la memoria non possa prescindere dal dovere della verità”, mentre Francesco Caremani – autore dell’unico libro riconosciuto dalle vittime – “Heysel, le verità di una strage annunciata”, ha spiegato quanta strada ci sia ancora da fare nel mondo dello sport, particolarmente in Italia, per evitare che simili fatti possano ripetersi. È stato anche proiettato un breve video rievocativo. Tra i moltissimi ospiti, componenti dell’associazione e non, che hanno parlato delle varie sfaccettature della vicenda, importante la partecipazione di Domenico Beccaria, presidente del “Museo del Grande Torino”, che ha affermato l’importanza degli sportivi nell’onorare i morti di simili eventi senza distinzione di maglia anzi, nel cogliere queste opportunità per andare oltre la memoria e contribuire, con questi atteggiamenti, a costruire un ambiente del calcio più sano ed etico. Già lo scorso anno vi fu una iniziativa comune “Settanta angeli in un unico cielo” in memoria dei 31 morti di Superga (i campioni del Grande Torino e gli accompagnatori) e dei 39 di Bruxelles (dei quali 35 italiani, quasi tutti bianconeri, senza dimenticare che ci furono ben 600 feriti a causa della furia degli Hooligans).

AB – www.cr.piemonte.it

Milan – Torino: ecco le nostre pagelle

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Il Toro perde a San Siro contro il Milan per 3 a 0 e dice così addio alle possibilità di qualificazione per la prossima Europa Leauge

 

La benzina è finita. Il Toro perde a San Siro contro il Milan per 3 a 0 e dice così addio alle possibilità di qualificazione per la prossima Europa Leauge. La partita er decisiva, ma, con il ritorno al goal di El Shaarawy ( doppietta per lui) e il centesimo goal di Pazzini in Serie A, si è trasformata in una festa per i rossoneri. Ai ragazzi di Ventura non si può rimproverare nulla, la stagione, seppure da incrniciare, ha prosciugato sia fisicamente che mentalmente i granata che ora possono finalmente prendere fiato e incominciare a organizzarsi per la prossima stagione.

 

Padelli 5,5: sui tre goal non può nulla, ma ogni volta che riceve il pallone tra i piedi sono brividi sia per la squadra che per i tifosi;

Darmian 5: anche da centrale sbaglia poco, ma un suo passaggio sbagliato è decisivo per lo sviluppo dell’azione che porta poi al rigore per il Milan;

Glik 5,5: fatica più del solito e mostra comprensibili segni di stanchezza, sul primo goal è lento a chiudere su El Shaarawy;

Moretti 5,5: gioca una partita discreta, ma al 51′ rimedia un ammonizione per un fallo evitabile su Honda;

Bruno Peres 6: nelle sue accellerazioni i granata trovano le azioni più pericolose, ma sul 3-0 si perde completamente El Shaarawy che è così libero di andare in rete;

Vives 5,5: corre tanto, si inserisce bene e d è uno dei più attivi, ma spesso e volentieri manca di precisione e concretezza (dal 55′ Benassi 5: entra per dare più mobilità al centrocampo, ma non si vede quasi mai);

Gazzi 5: tanti palloni persi e poco concreto quando si tratta di chiudere, appare il più provato dai tanti impegni stagionali (dal 69′ Basha 6: serve a El Kaddouri la palla del 3-1, ma Abbiati si supera);

El Kaddouri 6: davanti ha poche soluzioni e tante volte è costretto a cercare l’azione personale per superare la difesa rossonera, sfiora il goal all’87’;

Molinaro 4,5: con un grande inserimento costringe Zaccardo a sgambettarlo e a prenddere il rosso, al 56′ si fa espellere anche lui per un goffo intervento su Van Ginkel all’interno dell’area concludendo così in anticipo la sua stagione;

Amauri 5: lotta tanto e con Martinez gioca bene la palla, ma nessuno dei due arriva quasi mai al tiro;

Martinez 5: stesso discorso fatto per Amauri, ma a differenza del brasiliano non tocca quasi mai la palla (dal 72′ Rosso 6: dopo undici anni nelle giovanili del Toro esordisce in Serie A. Corre tanto, ma viene servito poco);

All. Ventura 8: nonostante la mancata qualificazione non si può non premiare colui che ha rianimato un’intera piazza e in quattro anni ha riportato il Toro nelle zone di classifica che il suo blasone vuole che occupi. Leggenda granata.

 

Filippo Burdese

Festa bianconera dopo la vittoria sul Napoli

Juventus vs. Atalanta - Serie A Tim 2011/2012

Ora i bianconeri pensano alla finale di Berlino

 

La Juve ha sconfitto  il Napoli 3-1 ed è subito festa scudetto allo Stadium.  Buffon ha alzato la’ambita coppa del campionato, dopo i gol di Pereyra, Sturaro e Pepe su rigore che hanno domato i campani in cerca di punti per la Champions, l’ultima partita casalinga della stagione. Ora i bianconeri pensano alla finale di Berlino. Scrive l’Ansa:  “La nostra forza è questa: quando giochiamo, diamo sempre tutto”, parola di Sturaro.

La Coppa Italia è bianconera

Juve tifosiJuventus batte Lazio 2-1

 

Coppa Italia ai bianconeri grazie al gol di Matri. La juve batte  2-1 la Lazio e conquista il secondo trofeo della stagione. Tempi supplementari sull’1-1 con le reti di Radu e Chiellini. Quarto consecutivo e per la Juventus una nuova vittoria: è la decima in questa competizione.
E ora si attende la finale di Champions League del 6 giugno contro il Barcellona.

Torino Chievo 2-0 ma i Granata non avvicinano l'Europa

toro bandiera

Ancora due giornate con il Torino a S.Siro contro il Milan e la chiusura di campionato il 31 maggio all’Olimpico contro il Cesena

 

Con una doppietta  Maxi Lopez guida i granata  alla vittoria, contro il Chievo (2-0). Il match si decide nel secondo tempo, dopo 45 minuti giocati all’insegna della lentezza dai ragazzi di Ventura. Ma il Toro non si avvicina a Europa League: le distanze sono -4 dalla Fiorentina, che comunque deve ancora giocare con il Parma, nel posticipo di lunedì, e -5 dal Genoa, ora in quinta posizione. Ancora due giornate con il Torino a S.Siro contro il Milan e la chiusura di campionato il 31 maggio all’Olimpico contro il Cesena.

Juve pareggia 1-1 a Madrid e si prepara alla finale

 

coppa championsjuve logo neroLa Juventus raggiunge la finale di Berlino pareggiando al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid, campione d’Europa in carica. Il risultato finale di 1 a 1 ha così decretato il passaggio del turno in favore dei bianconeri in virtù della vittoria conquistata a Torino. Le reti sono state realizzate rispettivamente da Cristiano Ronaldo per i Blancos nel corso del primo tempo su un generoso calcio di rigore concesso dall’arbitro e dall’ex Alvaro Morata nella ripresa, su assist di Paul Pogba. La finale di Champions League, del prossimo 6 giugno, vedrà i bianconeri impegnati contro il Barcellona di Messi, Neymar e Sanchez

 

La Juventus torna in finale di Champions League, 12 anni dopo l’amara sconfitta di Manchester. In mezzo, ci stanno la retrocessione in serie B dopo Calciopoli e quattro scudetti consecutivi. L’immagine da immortalare al fischio finale del Santiago Bernabeu: i blancos sono a terra, quelli in blu corrono ebbri di gioia di qua e di là. Saltano, piangono, abbracciano Massimiliano Allegri e chiunque passi di lì. Chiellini fa il gesto del gorilla, Buffon riassapora sapori antichi e meritati. L’1 a 1 di Madrid, fotografa una Juve tutta resistenza, sofferenza e ripartenze. Un saluto al Real, a mister 100 milioni, al suo presidente Florentino Perez e alla sua galassia dorata. La Vecchia Signora va a Berlino in finale. Questa idea, con il trascorrere dei turni di qualificazione, ha preso forma, consistenza e la recita di ieri del Bernabeu l’ha resa reale. Il gol di Morata, l’ex bambino prodigio ritenuto ancora troppo acerbo per i bianchi, ha posto la propria firma sia all’andata che al ritorno, in veste di vendicatore che non esulta per rispetto verso la squadra in cui è sbocciato da calciatore. Lui e Pogba sono la nuova linfa bianconera, la vecchia guardia, Buffon e gli altri. Una buona miscela non c’è dubbio. Madama dopo un primo tempo in affanno – risulteranno ben 13 i tiri verso la porta – prende coscienza della grande qualità della squadra di Ancelotti ma nella ripresa si mette lì quadrata. Un colpo di testa di Bale quasi a colpo sicuro, tiri fuori a ripetizione ma anche parate decisive di Casillas, dopo il pareggio di Morata. Ad onor del vero la partita era iniziata male, con quell’inutile rigore (vero Chiellini?) sancito dall’arbitro in versione un po’ troppo casalinga. L’episodio che poteva essere fatale giungeva al minuto 22: James veniva pescato in area, controllava il pallone, Chiellini da dietro cercava l’intervento ma finiva col toccare la gamba del colombiano. Rigore ineccepibile ma forse un po’ troppo generoso.

 

All’atto della battuta si levava il coro che le tifoserie spagnole tirano fuori quando il Real ottiene favori arbitrali. La trasformazione di Ronaldo risultava potente e centrale, i blancos si riprendevano il diritto di accedere alla finale di Berlino. La Juventus reagiva con rabbia e determinazione. Al 57° minuto, il direttore di gara sanciva un calcio di punizione che il solito Pirlo rimetteva in mezzo, Chiellini saltava con Casillas: la sfera usciva dall’area di rigore, Vidal la ricacciava dentro, Ramos teneva tutti in gioco, Pogba spizzava, Morata a centro area controllava e sparava in rete: 1-1. Da qui in poi, l’assetto propulsivo del Real Madrid si vedeva fino alla conclusione del match: i blancos arrivavano ripetutamente al tiro, creando almeno sei occasioni nitide. Benzema era uno dei più pericolosi sebbene rientrante da un infortunio lungo oltre un mese: al 41° impegnava Buffon in versione stratosferica evitando il 2-0. In precedenza il portiere bianconero aveva sventato un missile terra-aria di Bale. Isco e Kross si sfiancavano nei recuperi mentre alle ripartenze della Juve mancava sempre un po’ di cattiveria e precisione nell’ultimo passaggio. Da registrare un Pirlo sottotono che, uscendo dal terreno di gioco, si prendeva i giusti applausi di pura stima alla carriera. Ma è nella ripresa che la Juve è cresciuta, creando, con Marchisio e Pogba, due nitide palle gol, entrambe sventate da Casillas. Non sarebbero servite, è bastato così, la Juve va in finale. Adesso sono rimasti da affrontare gli extra terrestri del Barça. Chi è pronto a puntare contro la Juve?

 

Dario Barattin

 

 
   

Il Toro dà l'addio all'Europa

I Granata perdono 5-1 a Genova

 

toro flagGenoa in vantaggio alla fine del primo tempo con Yago Falque, ma il Toro raggiunge ‘1-1 a inizio ripresa con una punizione magica di El Kaddouri. Il raddoppio dei Rossoblù ancora su punizione, grazie a  Tino Costa. Determinante una deviazione granata. Poi il Genoa va in rete  con Bertolacci, Pavoletti e Tino Costa. E così il Torino perde 5-1 contro il posticipo della 35/esima giornata e dice addio all’Europa. Non solo la squadra, ma anche Quagliarella si fa male, e rischia un lungo stop.