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'Ndrangheta, questa conosciuta: si mimetizza ma è una sola, al Sud come al Nord (Torino compresa)

tribunale

La Cassazione ha recentemente confermato la condanne dei 50 imputati del processo

 

La requisitoria del pg Roberto Sparagna al processo d’appello dell’inchiesta Minotauro, è iniziata con queste parole: “La ‘ndrangheta è una sola tanto al Nord quanto al Sud, ma al Nord opera in modo diverso, in silenzio: si adatta, si mimetizza, e questo la rende più insidiosa e persino più difficile da aggredire”.  Il processo è relativo alla presenza dell’organizzazione criminale nel Torinese. 71 gli imputati, di cui  36 condannati in primo grado.

 

 La Cassazione ha recentemente confermato la condanne dei 50 imputati del processo. Per 16 di loro loro, nei giorni scorsi, è così scattato l’ordine di carcerazione, eseguito a Torino e Reggio Calabria su mandato del pg di Torino Vittorio Corsi. Gli arrestati devono scontare pene residue che vanno dai 4 mesi agli 8 anni.

 

(Foto: il Torinese)

 

Domenica al Museo fa il tutto esaurito, code di turisti e torinesi davanti al Polo Reale

GRAN MADRE

GRAN MADRE GRAALturistisinagoga codasan federicoIl segreto sta forse nel creare pacchetti turistici improntati sulle alleanze territoriali: i laghi, le Langhe e le montagne torinesi abbinati all’offerta culturale della città. Itinerari che non devono farsi concorrenza ma creare alleanze

 

Nuovo pienone di visitatori per la nona domenica gratuita al museo. Il Ministero per i Beni culturali, comunica che al Polo reale di Torino i visitatori sono stati 3.308, con serpentoni di cittadini e turisti sin dal mattino. “L’Italia è un grande museo diffuso – dice il ministro Dario Franceschini – e dobbiamo smetterla di guardare ad altri paesi con complessi di inferiorità mentre siamo un’eccellenza nel mondo”.

 

La ripresa non c’è. I dati della cassa integrazione e la stagnazione piemontese sono preoccupanti. E’ ora di trovare soluzioni urgenti e alternative. Il trasferimento all’estero di ciò che resta di Fiat assume più un valore simbolico, che non sostanziale,  dell’addio che la grande industria dell’auto ha dato a Torino ormai da anni. La principale fonte di ricchezza di Torino non è più l’auto e non lo sarà neanche in futuro. L’alternativa credibile, l’unica, quella che solo fino a pochi anni fa sarebbe sembrata pura follia, sta nel turismo e nella cultura.

 

Abbiamo già scritto che il prossimo 24 settembre la Reggia di Venaria ospiterà il vertice dei ministri della Cultura dell’Unione Europea.L’iniziativa  può davvero rappresentare per il capoluogo piemontese una consacrazione quale città della cultura e del turismo. Tanto più che, nei due giorni successivi, 25 e 26 settembre, all’Università degli Studi di Torino, Campus Luigi Einaudi, si terrà il congresso “Italia è cultura”, Conferenza nazionale dell’Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane, (AICI) che raccoglie più di cento tra istituzioni e associazioni culturali del nostro paese.

 

Le speranze si riversano sui grandi eventi: Capitale europea dello Sport, Ostensione, bicentenario di don Bosco e iniziative collaterali all’Expo milanese.I riscontri del “nuovo corso” già si vedono e sono considerevoli, in termini di presenze turistiche e di fatturato. La città della Mole, da qualche anno, è considerata (grazie anche al volano delle Olimpiadi invernali del 2006) meta privilegiata da italiani e stranieri, alla pari di Venezia, Roma o Firenze. Merito delle bellezze subalpine sconosciute ai più e di accorte politiche di promozione del territorio.

 

Come ha sottolineato il sindaco  agli Stati generali della cultura di Roma: “Torino era una città esclusivamente industriale ma, grazie agli ingenti investimenti in cultura fatti negli ultimi 15 anni, è diventata una meta turistica e nel 2013 ha avuto più visitatori di tutta la Sicilia. Le varie amministrazioni succedutesi hanno investito in cultura dalla mattina alla sera. Nel 2013abbiamo investito 110 milioni di euro di cui 25 provenienti dai privati e 20 dai ricavi degli stessi siti culturali”. E in effetti, in modo rigorosamente bipartisan, Valentino Castellani, Ezno Ghigo, Sergio Chiamparino (da sindaco), Mercedes Bresso e Roberto Cota hanno tutti creduto nella nuova mission della città e della regione.

 

La Reggia di Venaria è nella classifica Top delle strutture culturali/museali in Italia e nel mondo, i musei torinesi – in primis l’Egizio – sono gettonatissimi dai turisti, soprattutto provenienti dall’estero. Certo, l’indagine condotta pochi giorni fa da Turismo Torino indica che le presenze straniere sono in stile “mordi e fuggi”, durano magari un solo pomeriggio. Il segreto sta forse nel creare pacchetti turistici improntati sulle alleanze territoriali: i laghi, le Langhe e le montagne torinesi abbinati all’offerta culturale della città. Itinerari che non devono farsi concorrenza ma creare alleanze per offrire proposte più complete al turista. Arte abbinata a gusto e paesaggio, insomma.

 

 Ora che Langhe e Monferrato sono patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, bisogna fare in modo che anche Torino benefici di questa importante vetrina. Del resto, la città subalpina è o non è la capitale del Piemonte? Valorizzarla aumentando le presenze turistiche darebbe vantaggi a tutte le province.

 

(Foto: il Torinese)

A Palazzo clima da fine impero: la Regione di Super-Sergio in scadenza come una scatola di pelati?

chiamp consiglio

giunta regionale chiampachiampa manifestoREGIONE PALAZZOconsiglio X 1IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

il presidente ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo, toccando il tempo al Tar e dicendo che aspetta non oltre luglio, poi darà le dimissioni se il tribunale non prenderà una decisione. Se l’avesse fatto uno del centrodestra si sarebbe gridato allo scandalo, alla forzatura nei confronti dei giudici, alla mancanza di rispetto verso il Tar. Invece l’ha fatto lui ed è stato ampiamente lodato, e lo deve essere in effetti, perchè si tratta di un bell’espediente retorico, che gli permette di guadagnare qualche mese, poi chi vivrà vedrà

 

La decima legislatura della Regione, dopo appena otto mesi, è già a scadenza, come una banalissima scatola di pelati! E così in poche settimane si è passati da “Chiampa Jupiter” a un clima da fine impero. E’ questa la sensazione che aleggia nei corridoi di Palazzo Lascaris, soprattutto dopo che il Tar ha reso note le motivazioni per cui ha ammesso il ricorso della leghista Borgarello contro le firme false. Ovvero il fatto che si debba ora verificare, non appena la procura avrà dissequestrato i documenti originali, quante siano le firme fasulle o falsamente autenticate, presentate a sostegno del listino di Chiamparino. Ne servono 1.750 di buone, ne furono presentate 500 e rotti di più, ma non pare un margine molto ampio se solo si pensa che l’accertamento della falsità dell’autentica comporta che decadano tutte le firme di un foglio, che ne contiene 25…

 

E senza il listino valido non vale nulla dire che la vittoria della coalizione è indiscutibile, perché ha addirittura doppiato l’avversario. Perché, se le firme false faranno scendere sotto la soglia minima quelle “buone”, è come se alla gara Chiampa “avesse partecipato dopato”, come ha osservato in aula la forzitalica Claudia Porchietto. Pure nell’atmosfera tesa, si deve dare atto a Chiampa di aver reagito con la consueta ironia: non dopato, ma “è come se mi fossi iscritto alla maratona senza il certificato medico”. Forse dimenticando però, che in tal caso, verrebbe comunque squalificato.

 

Di fronte a una maggioranza angosciata (e un’opposizione pensierosa), super-Sergio ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo, toccando il tempo al Tar e dicendo che aspetta non oltre luglio, poi darà le dimissioni se il tribunale non prenderà una decisione (che comunque non potrebbe essere definitiva, perché esiste ancora il Consiglio di Stato). Se l’avesse fatto uno del centrodestra si sarebbe gridato allo scandalo, alla forzatura nei confronti dei giudici, alla mancanza di rispetto verso il Tar. Invece l’ha fatto lui ed è stato ampiamente lodato, e lo deve essere in effetti, perchè si tratta di un bell’espediente retorico, che gli permette di guadagnare qualche mese, poi chi vivrà vedrà. Ampollosa anche la richiesta alle opposizioni di stringere un patto sulle cose urgenti da fare: con una maggioranza di 32 su 51, a chi deve chiedere permesso? Ma Chiampa l’arte della disinformazione l’ha ancora imparata alla scuola delle Frattocchie, anche se forse laggiù non era il primo della classe. Ora che l’ambiente politico è un po’ decaduto, il suo astro brilla come quello di Talleyrand.

 

Il tanto vituperato ex-presidente Cota, che era troppo “naif” per usare politica e retorica come cortine fumogene, si è però tolto la soddisfazione di dire che non crede all’impegno delle dimissioni a luglio, perché quando il Sergio venne nominato presidente della Compagnia San Paolo promise apertamente che non avrebbe mai più fatto politica, e si è visto come è andata a finire. Insomma, Chiampa non può fare come Faruk d’Egitto, sempre vittorioso al tavolo da poker, senza che mai nessuno chiedesse di “vedere”, perché dopo aver dichiarato le carte in possesso subito aggiungeva “parola di re!”

 

La maggioranza ha comprato tempo, direbbero gli economisti, e ora si prepara alle spine delle prossime settimane, che non sembrano poche. Al proposito, l’incredulo Ghinotto deve rettificare il suo precedente intervento domenicale. La procura di Torino ha aperto un fascicolo sulle dichiarazioni di Soria circa presunti contributi e vantaggi da lui assegnati a mezzo mondo politico e vip. Lo si scrive qui, doverosamente per i lettori ma anche perché – mentre tre quotidiani su quattro stampati in Piemonte – l’hanno riferito con diversa evidenza, se n’è scordata la redazione torinese di Repubblica. E si aggiunge, per i gazzettieri di regime, una puntualizzazione: la prescrizione, quand’anche fosse già scattata, può sempre essere rifiutata dall’interessato che voglia puntare sull’assoluzione piena.

 

Ghinotto

(Foto: www.regione.piemonte.itwww.cr.piemonte.it – il Torinese)

 

Furti e criminalità? Tranquilli: anche nel Torinese sta per arrivare il "controllo di vicinato"

carabinieri

E’ un progetto che tende a fare crescere, da un lato, la solidarietà tra i cittadini e a crescere una forma di osservazione “passiva” del territorio e delle persone che vi transitano. Il tutto, ovviamente, deve avvenire in stretta collaborazione – elemento imprescindibile – con le forze dell’ordine

 

Sarà San Mauro Torinese il primo comune della Città Metropolitana di Torino ad adottare il metodo del Controllo di Vicinato per prevenire furti, truffe ed altri reati attraverso un buon sistema di educazione civica. Nella seduta del prossimo 9 marzo verrà portata in discussione la mozione elaborata dal consigliere Ferdinando Raffero che negli ultimi mesi si è impegnato anima e corpo per realizzare questo progetto, con la consulenza dell’Associazione Controllo del Vicinato  ed il supporto dell’amministrazione comunale di Ugo Dallolio. Intanto il Controllo di Vicinato piemontese è salito agli onori della cronaca nazionale, con un servizio sul telegiornale di Rai 2 e sul TG3 nella giornata di sabato 28 febbraio che ha mandato in onda quanto realizzato da una troupe Rai giovedì a Casorzo, con l’intervista ad una cittadina ed al sindaco Ivana Mussa. Casorzo, piccolo centro collinare della Provincia di Asti al confine con quella di Alessandria, è stato il primo comune piemontese ad adottare questo metodo a partire dal 2013, su proposta dell’Associazione Difesa Civica Piemonte (che è collegata al Controllo di Vicinato) e che, dopo aver installato i cartelli lo scorso anno, ha visto una diminuzione dei furti in paese, grazie anche alla collaborazione dei cittadini con le istituzioni, nel segnalare movimenti sospetti.

 

Ma di che cosa si tratta? Il Controllo di vicinato, meglio conosciuto come “Neighbourhood watch” nasce negli anni Sessanta – Settanta, nei Paesi anglo – sassoni, Gran Bretagna, Stati Uniti, ma anche Canada, Australia, Nuova Zelanda e in Italia inizia ad avere una diffusione a partire dal 2008 in Lombardia. “L’importatore” ed ideatore sul Patrio suolo di questo sistema è Gianfrancesco Caccia di Caronno Pertusella (Varese) che ha via via diffuso, con altri volontari, le tecniche sino alla creazione di una associazione, che si chiama appunto Controllo di Vicinato, che ha tra i suoi coordinatori, oltre allo stesso Caccia, anche Leonardo Campanale di Rodano (Milano). Il Controllo di Vicinato, che nulla ha a che vedere con il fenomeno delle “Ronde Padane” o pattugliamenti di cittadini sul territorio o la videosorveglianza (che è una scelta dell’amministrazione comunale d’intesa con le forze dell’ordine), è un progetto che tende a fare crescere, da un lato, la solidarietà tra i cittadini e a crescere una forma di osservazione “passiva” del territorio e delle persone che vi transitano. Il tutto, ovviamente, deve avvenire in stretta collaborazione – elemento imprescindibile – con le forze dell’ordine.

 

(Foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

Sicilia, focus su una grande regione del vino con Go Wine

GO-WINE

L’iniziativa presso lo Star Hotel Majestic in Corso Vittorio Emanuele, 54

 

Proseguono gli appuntamenti di Go Wine nella città di Torino. La prossima degustazione è in programma martedì 3 marzo ed è dedicata alla regione Sicilia ed ai suoi vini.  Una serata di approfondimento che, grazie alla presenza dei vini delle aziende partecipanti, porterà in sala espressioni di diversi territori di produzione e darà conto della ricchezza della viticoltura della regione.

 

In degustazione saranno presentati vini delle aziende:

 

Armosa – Scicli (Rg)
Castellucci Miano – Valledolmo (Pa)
Donnafugata – Marsala (Tp)
Duca di Salaparuta – Casteldaccia (Pa)
Ferracane  – Marsala (Tp)
Giasira – Rosolini (Sr)
Gulfi – Chiaramonte Gulfi (Rg)
Planeta – Menfi (Ag)
Spadafora – Palermo
Valenti – Castiglione di Sicilia (Ct)
Vinifer-Tranchida – Marsala (Tp)
Wiegner – Castiglione di Sicilia (Ct)

 

Orario del banco d’assaggio: Ore 17,00 – 22,00, 
Nel corso della serata breve  conferenza di presentazione

 

Il costo della degustazione per il pubblico è di € 15,00, Soci Go Wine € 10,00, riduzione soci associazioni di settore € 12,00. L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata.  L’iscrizione sarà valevole fino al 31 dicembre 2015. 

 

ATTENZIONE: Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata all’Associazione Go Wine, telefonando al n°0173/364631 oppure inviando o un’e-mail a stampa.eventi@gowinet.it entro le ore 12.00 di martedì 3/03 p.v..

Offerta cinese per la De Tomaso, la salvezza potrebbe avere gli occhi a mandorla

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Chiamparino valuta positivamente che “vi sia stata una manifestazione di interesse per il marchio”

 

Per la De Tomaso sono state presentate due offerte che potrebbero far sperare per la salvezza dell’azienda. La prima,  da 300.000 euro dalla finanziaria cinese Ideal Peam Venture Limited, che ha la sede legale nelle Isole Vergini e quella operativa a Hong Kong. La seconda da 400.000 euro da una cordata svizzero-lussemburghese, la  L3 Holding di Chiasso e partner della lussemburghese Genii Capital, che ha partecipazioni nella Lotus e nella Polaroid. Ma quest’ultima dopo il rilancio dei cinesi per 510.000 euro si è ritirata. Tra 10 giorni il giudice deciderà.

 

Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, scrive l’Ansa, valuta positivamente che “vi sia stata una manifestazione di interesse per il marchio De Tomaso. Si è concretizzata in due offerte, un segnale positivo per continuare la produzione qui a Torino. Nel pieno rispetto delle opportune decisioni che giudici e curatore fallimentare assumeranno sul caso e coerentemente con gli accordi sindacali raggiunti, da parte della Regione ci sarà la massima disponibilità in questa ultima delicata fase affinché il marchio sia aggiudicato a chi offra le migliori garanzie sul riavvio della produzione e sul futuro occupazionale dei lavoratori”.

Al vertice bilaterale di Parigi Renzi e Hollande danno il via libera alla Torino-Lione

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Nel frattempo è stata costituita la  Telt – Tunnel Euralpin Lyon Turin, la società responsabile dei lavori di realizzazione e gestione della nuova linea ferroviaria

 

Al vertice bilaterale tenutosi all’Eliseo è stato compiuto un passo politico importante per la realizzazione della Torino-Lione: “Oggi non c’è più nessun freno, nessun ostacolo alla realizzazione della tav  che non solo è  decisa ma lanciata”. Così il presidente francese Francois Hollande, nella conferenza stampa del summit italo-francese, tenutosi a Parigi.  “Possiamo affermare – ha proseguito il presidente – che la Torino-Lione è stata lanciata, la realizzazione richiederà ancora tempo ma non esiste più nessun freno”.Anche per il premier italiano Matteo  Renzi la firma dell’accordo è “un passaggio importante in cui Francia e Italia esprimono la propria soddisfazione per i progressi decisivi compiuti a favore del progetto Torino-Lione“, una “tappa fondamentale per la realizzazione del tunnel binazionale”.

 

Nel frattempo è stata costituita la  Telt – Tunnel Euralpin Lyon Turin, la società responsabile dei lavori di realizzazione e gestione della nuova linea ferroviaria partecipata al 50% da Fs e al 50% dallo Stato francese. L’assemblea  dei soci ha nominato Hubert du Mesnil presidente e  Mario Virano (responsabile dell’Osservatorio Tav) direttore generale. Telt va a sostituirsi alla “storica” Ltf, che ha seguito gli studi ed i lavori preliminari dal 2001 al 2015.

 

Intanto le due attiviste del Movimento No Tav, Nicoletta Dosio e Marisa Meyer hanno ottenuto l’assoluzione dall’accusa di interruzione di pubblico servizio. Nel novembre 2012, in occasione di una visita ministeriale avevano esposto sul municipio di Chiomonte un vessillo No Tav.

Al Cto trapianto di bacino per la prima volta al mondo su un ragazzo di 18 anni malato di cancro

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Gli è stato impiantato un emibacino realizzato in titanio e costruito in America.  E’ rivestito in tantalio, materiale che si “fonde” con le ossa umane

 

Una splendida pagina rende meno nero il libro della nostra sanità. Un ragazzo di 18 anni era malato di tumore osseo al bacino erainoperabile. Gli è quindi stato effettuato il trapianto dell’emibacino. Intervento avvenuto per la prima volta al mondo, proprio qui al  Cto di Torino, dove gli è stato impiantato un emibacino realizzato in titanio e costruito in America.  E’ rivestito in tantalio, materiale che si “fonde” con le ossa umane. L’operazione, durata 12 ore è tecnicamente riuscita.

 

Il paziente era stato sottoposto a 16 cicli di chemioterapia nel reparto di Oncoematologia, della dottoressa Franca Fagioli, del Regina Margherita. I chirurghi ortopedici dell’ospedale Cto avevavno intanto fatto realizzare negli Stati Uniti un emibacino in titanio.

 

Nell’intervento, spiega l’Ansa “sono stati rimossi dal dottor Raimondo Piana (responsabile Chirurgia oncologica ortopedica del CTO) l’emibacino destro e l’anca colpiti dall’osteosarcoma e successivamente sostituiti e ricostruiti con la protesi in titanio e tantalio dal professor Alessandro Massè (Direttore Clinica universitaria ortopedica CTO). La parte anestesiologica è stata seguita dal dottor Maurizio Berardino (Direttore di Anestesia e Rianimazione del CTO).”

 

(Foto: il Torinese)

Firme regionali tarocche, Chiamparino: "Se a luglio non c'è chiarezza si torna alle urne"

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La goccia  che ha fatto traboccare il vaso è stata stillata dalla dichiarazione di ammissibilità da parte del Tar del ricorso leghista sulle presunte firme false raccolte per la sua elezione a presidente regionale

 

Le criticità di queste ultime settimane si sono materializzate prima sotto forma di stress per Rimborsopoli che ha visto inguaiati (anche se poi “graziati”) alcuni componenti della sua maggioranza. Le cose sono ulteriormente peggiorate con l’inchiesta sulla torre regionale di Fuksas e – al peggio non c’è mai fine – con l’inchiesta sui gettoni gonfiati per gli assessorini Pd alla Circoscrizione 5. Ma la goccia  che ha fatto traboccare il vaso è stata stillata dalla dichiarazione di ammissibilità da parte del Tar del ricorso leghista sulle presunte firme false raccolte per la sua elezione a presidente regionale. E così lui, Sergio Chiamparino, ha dichiarato: “Se il 9 luglio, o intorno a quella data, non ci sarà una sentenza chiara e inequivocabile, sono pronto a restituire la parola agli elettori”. Il governatore è intervenuto alla direzione regionale dem, convocata per discutere sulla vicenda delle presunte firme tarocche per la presentazione delle sue liste. I giochi sono ancora aperti e ne vedremo delle belle.

Eternit, la Cassazione: "Tutto prescritto già prima del processo, il tribunale si è confuso"

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Secondo la Cassazione l’imputazione di disastro a carico dell’imprenditore svizzero non era adeguata per il rinvio a giudizio, poichè la condanna massima sarebbe troppo bassa, solo 12 anni di reclusione, per chi fa “strage” di persone come nel caso in questione

 

Tutto assurdo e tutto drammatico al tempo stesso.La Cassazione, in sostanza, rimprovera i magistrati del processo torinese per le morti da amianto di non aver compreso che tutto era prescritto già prima del rinvio a giudizio del magnate  svizzero Schmideiny. Se e’ vero che il caso Eternit è un qualcosa di abnorme, per la tragedia che ha causato e – come tale – i cavilli dovrebbero essere messi da parte, qui si tratta di principi essenziali della giurisprudenza che i magistrati torinesi avrebbero dovuto conoscere bene. Lo specifica la Cassazione nelle motivazioni depositate, del verdetto dello scorso novembre che suscitò polemiche. Ora i supremi giudici spiegano le proprie ragioni.

 

Scrivono gli ermellini: “Il Tribunale ha confuso la permanenza del reato con la permanenza degli effetti del reato, la Corte di Appello ha inopinatamente aggiunto all’evento costitutivo del disastro eventi rispetto ad esso estranei ed ulteriori, quali quelli delle malattie e delle morti, costitutivi semmai di differenti delitti di lesioni e di omicidio”. 

 

Secondo la Cassazione l’imputazione di disastro a carico dell’imprenditore svizzero non era adeguata per il rinvio a giudizio, poichè la condanna massima sarebbe troppo bassa, solo 12 anni di reclusione, per chi fa “strage” di persone come nel caso in questione. La suprema corte dice che “colui che dolosamente provoca, con la condotta produttiva di disastro, plurimi omicidi, ovverosia, in sostanza, una strage” verrebbe punito con solo 12 anni di carcere e questo è “insostenibile dal punto di vista sistematico, oltre che contrario al buon senso”.

 

Proseguono i supremi giudici: “Per effetto della constatazione della prescrizione del reato, intervenuta anteriormente alla sentenza di I grado”, cadono “tutte le questioni sostanziali concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni”.  Chi ha sbagliato?